Ricerca per Volume

QUINTA SERIE

AVVERTENZA

l. Col presente volume inizia la raccolta dei Documenti Diplomatici Italiani relativa al periodo dall'entrata in guerra dell'Italia all'armistizio del 4 novembre 1918. Esso va dal giorno successivo alla dichiarazione di guerra dell'Italia all'Austria-Ungheria fino al 23 ottobre 1915.

Constatata l'impossibilità -di fronte alla complessità della trama diplomatica e alla sua grande fluidità in rapporto alla regione balcanica -di arrivare, com'era stato previsto in un primo tempo, fino al 31 dicembre 1915, si è scelta ,come data terminale quella del 23 ottobre 1915. La dichiarazione di guerra della Bulgaria alla Serbia e quelle conseguenti dell'Italia, della Russia e del Montenegro alla Bulgaria, nonchè la ritirata ,serba sotto la pressione dell'offensiva degli Imperi centrali segnano già da sole, infatti, una svolta politica e militare sul teatro di. guerra balcanico e nell'atteggiamento delle Potenze dell'Intesa di fronte alla nuova situazione che in quella regione veniva delineandosi.

2. I documenti qui pubblicati sono tratti principalmente dall'Archivio Storico del Ministero degli Esteri e precisamente dai seguenti fondi:

a) telegrammi ordinari: in partenza registri nn. 403, 405, 407, 409; in arrivo registri nn. 406, 408, 410, 413;

b) telegrammi di gabinetto: in partenza vol. II n. 421, vol. III n. 422, molto deteriorato; in arrivo vol. II n. 415, molto deteriorato, vol. III n. 416, vol. IV n. 417, vol. V n. 418;

c) telegrammi di gabinetto riservati speciali: in partenza vol. II n. 428; il vol. III n. 429 risulta mancante sin dalla compilazione dell'inventario (anno 1946); in arrivo vol. II n. 425; il vol. III n. 426 risulta mancante sin dalla compilazione dell'inventario;

d) Carte del Segretario Generale, casella 74, che contiene le copie, firmate, delle relazioni del Segretario Generale De Martino al Ministro Sonnino (1914-1918). Di due di queste relazioni, non inserite nel volume perchè rinvenute troppo tardi, è data notizia in nota ai documenti n. 116 e n. 916.

Alle lacune causate dalla mancanza o dal deterioramento dei registri di telegrammi sopraindicati si è potuto rimediare, in buona misura, con ricerche negli archivi delle ambasciate a Londra e a Parigi e nelle raccolte per paesi e per questioni dell'Archivio Politico.

Dell'archivio dell'ambasciata a Londra, conservato integralmente e contenente anche un compendio di archivio politico (scelta di documenti essenziali ritrasmessi per conoscenza a Londra), sono stati esaminati i registri di telegrammi ordinari e di gabinetto in arrivo e in partenza, i rapporti e i carteggi politici contenuti nei pacchi nn. 303, 304, 305, 306 (il fascicolo n. 6 di quest'ultimo pacco, contenente, secondo l'indicazione del Repertorio generale, due sottofascicoli dal titolo: l) documenti vari sul Patto di Londra, 2) telegrammi sulle trattative del Patto di Londra, risulta mancante).

Dell'archivio dell'ambasciata a Parigi, molto meno ricco, è stata utilizzata soprattutto la cartella n. 72, pacco n. 42, contenente i rapporti politici.

3. Il materiale tratto dall'Archivio Storico del Ministero degli Affari Esteri è stato integrato con documenti conservati altrove e precisamente:

a) Archivio Centrale dello Stato.

Dal fascicolo • Carte Salandra • sono stati tratti alcuni documenti, lettere in gran parte, del Presidente del Consiglio o a lui dirette; essi recano l'indicazione di ques.ta origine.

b) Biblioteca Comunale di Lucera.

Dal fondo • Carte Salandra • di questa biblioteca proviene un gruppo di lettere, alcune delle quali erano già state pubblicate da B. VIGEZZI nel saggio I problemi della neutralità e deUa guerra nel carteggio Salandra-Sonnino

(1914-1917), Società Editrice Dante Alighieri, Milano, 1962, del che è data indicazione di volta in volta.

Per una sessantina di documenti (telegrammi di gabinetto in partenza) è stato fatto un richiamo al vol. S. SoNNINO, Diario, vol. II, Laterza, Bari, 1972, a cura di P. Pastorelli, quando figurano nel Diario ·con pari data e con testo

identico a quelli tratti dall'Archivio del Ministero.

4. Nel licenziare il volume mi è gradito ringraziare il dott. Costanzo Casucci dell'Archivio Centrale dello Stato per la sua amichevole collaborazione, e le dott. Emma Ghisalberti ed Emma !annetti per la loro paziente, preziosa opera di col,lazione dei documenti, di correzione delle bozze e di compilazione degli indici.

Un ringraziamento particolare va all'avv. G. B. Gifuni, Direttore della Biblioteca Comunale di Lucera, che mi ha fornito con premurosa cortesia le copie delle lettere di Salandra qui pubblicate.

ETTORE ANCHIERI

o

o .. e

Provenienza

Se

c data

=o

zoo

l Pietrogrado 25 maggio 1915

2 Roma 25 maggio 1915

3 Washington

4 Berlino 25 maggio 1915

5 Roma 25 maggio 1915

6 Stoccolma 25 maggio 1915

7 Costantinopoli25 maggio 1915

8 Pera 26 maggio 1915

9 Londra 26 maggio 1915

10 Roma 26 maggio 1915

Il Bucarest

26 maggio 1915

12 Roma 26 maggio 1915

13 Roma 26 maggio 1915

14 L'Aja 26 maggio 1915

15 Atene 26 maggio 1915


DOCUMENTI
1
1

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3558/452. Pietrogrado, 25 maggio 1915, ore ... (per. ore 11,10).

Sazonof mi prega d'interpretare presso V. E. sentimenti da cui è penetrato in quest'ora storica, che gli sono ispirati non solo dagli interessi che guidano la sua politica, ma anche dall'amicizia profonda che personalmente ha sempre professato per il nostro paese.

Egli ha soggiunto che tutta la Russia senza distinzione di classe o di partito è unanime nel giubilo per la fratellanza d'armi oggi inaugurata fra i due grandi popoli che aspirano a vincoli ognora più stretti fra loro per il bene comune.

2

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AI MINISTRI A BUCAREST, FASCIOTTI, E A SOFIA, CUCCHI BOASSO

T. GAB. 326. Roma, 25 maggio 1915, ore 15.

(Per tutti meno Sofia) Il R. ministro a Sofia telegrafa quanto segue (l):

• Ho potuto avere conoscenza di un telegramma del signor Rizoff a questo Governo in cui quel ministro di Bulgaria parlando delle dichiarazioni di S. E. Salandra, asseriva che l'Italia ha interesse all'integrità territoriale e indipendenza politica ed economica della Serbia e osserva che l'Italia sembra contraria alla cessione della Macedonia alla Bulgaria.

Data importanza attribuita dalla Bulgaria alla questione macedone e sua suscettibilità a tale proposito, riterrei opportuno (senza far lontanamente sospettare origine mia informazione) dissipare diffidenze o sospetti verso la nostra politica che il Rizoff abbia potuto far nascere in Bulgaria.

Rizoff dice pure che il signor ministro italiano della guerra si oppone a spe

dizione truppe italiane in Oriente; questa operazione è tale da preoccupare mol

tissimo questa opinione pubblica •.

Ho risposto a Cucchi come segue: (Solo per Sofia) Telegramma di V. S. n. 79.

(Per tutti) V. S. può, nella forma che ritenga migliore, rassicurare codesto Governo che l'Italia desidera sopratutto accordi durevoli e cordialità di relazioni tra gli stati balcanici e che quando, come desideriamo e speriamo, la Serbia possa in seguito alla presente guerra ingrandirsi con la Bosnia-Erzegovina ed avere accesso all'Adriatico, non avremmo assolutamente nulla da obiettare al:la cessione della Macedonia alla Bulgaria come mezzo di rpacificazione tra i due regni.

(l) Con t. gab. r. sp. rr. 596/79 del 23 maggio, ore 15,30, per. ore 20,10.

3

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3607/179. Washington, ..... (per. ore 19,35 del 25 maggio 1915).

Telegramma di V. E. gabinetto n. 319 (1), essendomi pervenuto tardi nel pomeriggio, ne ho preannunziato verbalmente al segretario di stato comunicazione scritta che gli rimetterò domani. Contemporaneamente ne divulgherò testo tradotto alla stampa. In queste sfere ufficiali la partecipazione dell'Italia alla guerra è accolta con favore sia perchè se ne spera un atteggiamento della Germania più conciliante verso gli Stati Uniti ed una risposta più soddisfacente alle domande contenute nella nota relativa • Lusitania •, sia perchè è considerata tale da abbreviare durata del conflitto. La stampa mostra di apprezzare significato del nostro intervento sopratutto per quest'ultimo motivo. Parecchi articoli sono ispirati a simpatia per la nostra causa. In alcuni altri viene espresso che l'Italia si è decisa all'azione per non avere ottenuto dall'Austria-Ungheria sufficienti concessioni territoriali e se ne deduce che fummo spinti ad agire soltanto da ragioni egoistiche. Queste varie manifestazioni concordano però tutte nel convincimento di un altro grosso errore della diplomazia tedesca e rivelano in sostanza compiacimento per il concorso che l'Italia porge agli alleati. • La Germania se lo merita • è la frase di tutti, rivelatrice del sentimento comune.

4

L'AMBASCIATORE A BERLINO, BOLLATI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3565/539. Be1'lino, 25 maggio 1915, ore 2,55 (per. ore 20,05).

Telegramma di V. E. n. 1590 (2).

Ho subito diretto al Governo Imperiale domanda di passaporti per me e per

il personale della R. Ambasciata motivandola con l'analoga domanda presentata

dall'Ambasciata di Germania a Roma. Partirò domani 26 maggio alle 4,27 di mat

tina affidando tutela interessi italiani in Germania alla legazione svizzera.

(l) -È un telegramma circolare del 24 maggio alle ambasciate e legazioni che dà notizia della dichiarazione di guerra all'Austria-Ungheria. (2) -Del 24 maggio 1915: Sonnino invita l'ambasciatore a Berlino a chiedere i passaporti.
5

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E AL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI

T. GAB. R. SP. 473. Roma, 25 maggio 1915.

Il R. ambasciatore a Pietrogrado telegrafa quanto segue (l): • Diamandy persiste nel dichiarare che tracciato romeno rappresenta un minimo irriducibile che Bratianu non modificherà ad alcun patto. A mio credere il vero motivo non ancora dichiarato della intransigenza romena non è già la rivendicazione di territori o di popolazioni di spettanza della Romania, ma un'esigenza di carattere essenzialmente strategico.

Bratianu vuole eminentemente che le future frontiere siano costituite da grandi corsi d'acqua, il cui passaggio possa venire sorvegliato e impedito come ne è il caso specialmente pel Danubio.

Ritengo probabile che Bratianu si varrà soprattutto di questo argomento per convincere uomini politici romeni del buon fondamento della sua irriducibilità anche di fronte a più ampie concessioni.

Molte ragioni potrebbero tuttavia essere contrapposte a questo argomento, le più valide fra le quali mi sembrano le seguenti:

l o che esso contrasta con l'accordo romeno russo del l o ottobre {2), il quale si fonda esclusivamente sul principio etnografico; 2° che per volere una unificazione perfetta frontiera Romania rischia di perdere un acquisto che quasi raddoppierebbe la sua popolazione; 3° che il prendere ogni possibile precauzione contro i Serbi è vano quando non può farsi altrettanto contro la Russia stante transitabilità del Pruth e contiguità della Bessarabia; 4o che la migliore salvaguardia della Romania sta nella saggia politica inaugurata dallo stesso Bratianu di buoni rapporti col finitimo Impero i quali non potrebbero venir meglio consolidati che dalla cooperazione militare rumena nel momento opportuno ossia fino a tanto che può essere di seria utilità; 5o che non è punto esclusa possibilità di stabilire una buona frontiera strategica per la Romania anche scostandosi per qualche tratto dal Danubio e dal Tisza nel Banato e dal Pruth in Bucovina; e 6" che non conviene alla Rumania di creare un irredentismo serbo che unito all'inevitabile malcontento per l'infelice situazione in cui Belgrado verrebbe lasciata costituirebbe in avvenire una perenne minaccia che vincolerebbe la politica romena a quella incerta e malfida della Bulgaria pur sempre insufficiente ad aiutarla contro una Russia ostile, e contro una Ungheria ormai sospettosa •.

(l) -Con t. gab. r. sp. 602/143 del 23 maggio, ore 18,35 per. ore 1,10 del 24. (2) -Cfr. t. gab. r. sp. 369 del 24 a Londra e Parigi.
6

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 682/14. Stoccolma, 25 maggio 1915, ore 20,55 (per. ore 9,55 del 26).

In assenza del ministro degli affari esteri ho comunicato stamane al presidente del consiglio dei ministri telegramma di V. E. gab. 317/77.

Hammarskiold mi ha detto che non mi poteva dare una risposta ufficiale prima di essersi consultato col Re e col Ministro degli Affari Esteri che sono a ..... (1). Però come capo del Governo, pur deplorando che il nostro intervento aggravi la crisi internazionale e in particolare la situazione già abbastanza critica della Svezia, poteva ripetermi la dichiarazione già fatta a più riprese e cioè che la Svezia rimarrà neutrale fintantochè le sia possibile. Ha aggiunto che si. riservava di esaminare dal punto di vista formale se dichiarazione di neutralità fatta in termini generali dalla Svezia il 4 agosto possa valere anche per l'Italia o se sia il caso di fare una nuova dichiarazione.

A mio avviso la dichiarazione del 4 agosto è sufficiente specialmente se Governo svedese ci dichiarerà verbalmente che prende atto della nostra comunicazione e intende rimanere neutrale. Che questo sia per accadere non mi pare dubbio e di questo avviso sono anche i miei colleghi della Triplice Intesa e quelli di Norvegia e di Danimarca cioè tutti quelli che hanno speciale interesse alle decisioni della Svezia (2).

7

L'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, GARRONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3724/404. Costantinopoli, 25 maggio 1915, ore 12,30 (per. ore 1 del 29).

Nessuna .istruzione mi è pervenuta sino ad ora circa ·eventuale, nostra

rottura rapporti con Turchia ed affidamento nostra protezione ad altra rap

presentanza (3).

Potenza più indicata per ragioni già esposte in precedenti telegrammi, mi

sembra America.

Prego telegrafarmi d'urgenza via Salonicco poichè dubito che qualche tele

gramma spedito via Austria sia stato trattenuto.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Riportato in M. ToscANO, La Svezia e l'intervento dell'Italia nella prima guerra mondiale, in Pagine di Storia diplomatica contemporanea, Milano, 1963, vol. I, pp. 47-64.. Sull'atteggiamento della Svezia cfr. anche S. SoNNINO, Diario, vol. II (1914-1916), a cura dr P. Pasto-· relli, Bari, Laterza, 1972, annotazioni dei giorni 25 e 28 aprile, 2 giugno, pp. 128-129, 131 e 160. (3) -Cfr. SONNINO, Diario, vol. Il, cit., 25 maggio, pp. 159-160.
8

L'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, GARRONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3723/405. Pera, 25 maggio 1915, ore 22,40 (per. il 29).

Nel caso in cui R. Governo decidesse por fine situazione divenuta difficile col richiamarmi riterrei che migliore forma sarebbe quella delicatezza in cui si trovano ambasciata italiana a Costantinopoli ed ambasciata di Turchia a Roma. Altra formula quale denunzia trattato [di Losanna] potrebbe inacerbire situazione già difficilissima di questa nostra colonia.

9

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 616/202. Londra, 26 maggio 1915, ore 1,49 (per. ore 6,45).

Stamane ministro di Bulgaria è venuto ad esprimermi suoi fervidi voti per completo successo nostra guerra. Ministro ha poscia con solite circonlocuzioni accennato all'influenza che la decisione dell'Italia può esercitare sul contegno degli Stati Balcanici e della Bulgaria in ispecie cordialmente simpatizzante con la nostra causa, alla imprescindibile necessità per la Bulgaria di provvedere realizzazione aspirazioni nazionali in Macedonia, all'atteggiamento dubbio, quasi ostile della Grecia ecc.

lo gli ho risposto che essendo stato neutrale fino a ieri, non ero al corrente dello stato esatto delle odierne relazioni fra la Bulgaria e la Triplice Intesa e non potevo quindi esprimere alcun parere. Al lume però del semplice buon senso e senza entrare in merito della questione, mi pareva che se la Bulgaria ha in~ tenzione di far valere i suoi diritti e le sue aspirazioni manifestate sulla Macedonia, unendosi alle Potenze alleate, potrebbe manifestare in piena fiducia le sue vedute a Grey, silenzio a nulla giova perchè verosimilmente Potenze alleate anche per un riguardo verso la Bulgaria, sulla quale non vorranno esercitare influenza di sorta, rimarranno dal canto loro mute. Si perderà così un tempo prezioso e quando gli alleati saranno a Costantinopoli, ciò che presto o tardi finirà per avvenire, la Bulgaria si troverà in una posizione meno favorevole per tutelare gli interessi propri.

Ministro di Bulgaria ha convenuto nel mio senso dicendo essere questo il miglior partito da seguirsi, Bulgaria non potendo ragionevolmente aspettare che la Grandi Potenze prendano l'iniziativa di rivolgerle offerte ecc.

Grey che ho informato di questo colloquio mi ha detto che io avevo espresso esattamente punto di vista da lui adottato. Mi ha però narrato che Bulgaria si è decisa a manifestare i suoi desiderata che si riassumono così :

l o Drama e Kavalla; 2° Zona concordata nel Trattato colla Serbia compreso Monastir;

3" Linea Enos-Midia;

4" Zona rimasta indefinita negli accordi colla Serbia compreso Uskub.

Sui primi tre punti a parere di Grey le domande bulgare sono ragionevoli e meritevoli di considerazione e soddisfazione. Sul quarto punto sono eccessive, ingiustificate e non potrebbero essere accolte. Vi è però sempre da tener presente il sistema orientale di chiedere di più per contentarsi di meno. Grey trova che sui primi tre punti potenze alleate potrebbero (essere) favorevoli alle domande bulgare permettendo alla Bulgaria di occupare subito, se vuole, la linea Enos-Midia e rinviando al regolamento finale dopo la guerra l'occupazione di territori macedoni attualmente in possesso della Serbia e della Grecia.

Circa compensi a questi Stati, Grey ritiene che alla Serbia e al Montenegro converrebbe assicurare la Bosnia Erzegovina col noto sbocco adriatico, alla Grecia si dovrebbero offrire compensi in Asia Minore nella Regione di Smirne.

Su tutto quanto precede Grey preparava un telegramma di cui Rodd darà comunicazione a V. E.

10

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. R. SP. 481/191. Roma, 26 maggio 1915, ore 10,30.

Il R. ministro a Bucarest telegrafa (l) quanto segue: • Ho parlato ieri con Filippescu e Take Jonescu. Ambedue sono d'avviso che bisogna mostrarsi condiscendenti ed accordarsi colla Russia sulla base delle ultime concessioni di quest'ultima. Essi si tengono in contatto col ministro finanze per agire su Bratianu in questo senso •.

11

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 618/242. Bucarest, 26 maggio 1915, ore l (per. ore 14).

In seguito ad un accurato esame della situazione ed a colloqui avuti coi principali uomini politici e coi colleghi di Russia, Francia ed Inghilterra, mi sono convinto che le trattative colla Romania vanno condotte in modo diverso da quello che si è seguito in questi ultimi tempi. La risposta russa completamente contraria alle domande della Romania è stata un errore come pure è stato un errore l'aver subito dopo comunicato a questo Governo le nuove concessioni che

la Russia era disposta fare.

Mentre prima risposta ha irritato questa opmwne pubblica, le concessioni proposte così repentinamente sono apparse come la conferma della bontà dei metodi seguiti da Bratianu il quale giustifica, di fronte suoi colleghi ed ai capi dell'opposizione, la sua ostinazione assicurando che se lo si lascia fare finirà coll'ottenere tutto quello che ha chiesto.

A mio avviso adunque (ed i miei colleghi suindicati sono d'accordo con me) occorre d'ora innanzi astenersi dal fare qualsiasi nuovo passo presso Governo rumeno e presso i suoi rappresentanti per indurii ad entrare in azione. L'astensione sarà il miglior mezzo per dimostrare al signor Bratianu che il suo metodo non è efficace e permetterà in pari tempo a coloro, che qui dal metodo stesso dissentono, di valersi dell'insuccesso del presidente del consiglio per spingere alla ripresa delle trattative sulla base di ragionevoli concessioni ed a sollecitare entrata in azione della Romania. Aggiungo a titolo riservatissimo che di tale avviso è anche il Ministro degli Affari Esteri autorevole membro del Gabinetto dopo il Presidente del Consiglio.

Una abile campagna giornalistica già iniziata e delle manifestazioni per le strade completeranno azione così svolta.

Contemporaneamente però occorre ottenere dalla Russia nel Banato concessione alla Romania dei due terzi del distretto di Torontal e nella Bucovina di una linea di frontiera che si avvicini più che sia possibile al Pruth.

Tali concessioni verrebbero tenute in serbo per presentarle al signor Bratianu o renderle addirittura pubbliche al momento opportuno. Fino ad allora confermo che il linguaggio dei Governi alleati e dei loro rappresentanti dovrebbe dare impressione al Governo ed ai rappresentanti romeni che gli alleati non faranno spontaneamente nessun passo innanzi e che essi attendono che il Governo romeno dia esso per il primo prova di spirito conciliante. Per l'esperienza che ho degli uomini e del paese debbo dichiarare che qualunque altra via che noi seguissimo non farebbe che secondare il signor Bratianu nei suoi sistemi dilatori e ritardare entrata in azione della Romania (1).

(l) Con t. gab. r. sp. 614/238 del 24 maggio, ore 15, per. ore 22.

12

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 329/160. Roma, 26 maggio 1915, ore 21.

Telegramma di V. E. n. 205 (2).

Tra noi e Germania esiste attualmente solo rottura di relazioni diplomatiche. Finora nessuna dichiarazione nè atto di guerra.

6 -Documenti diplomatici-Serie V-Vol. IV

(l) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. r. sp. 486 del 27 maggio, ore 22. (2) -Non pubblicato.
13

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI

T. GAB. R. SP. 480. Roma, 26 maggio 1915, ore 22.

(Londra e Pietrogrado) Ho telegrafato al R. ministro in Bucarest. (Per tutti) Credo opportuno comunicarle seguente telegramma che presidente del consiglio dei ministri Salandra diresse a S. E. Tittoni dopo un colloquio avuto con il colonnello Rudeanu:

• Verrà prossimamente da te colonnello Rudeanu, il quale ha veduto il Re, Sonnino e me. Viene a Parigi, come è stato a Roma, per sostenere le note domande di Bratianu.

lo gli ho espresso la massima simpatia per la causa romena e gli ho assicurato che noi avremmo fatto quanto possibile per sostenerla. Ma gli ho dichiarato esplicitamente che ritenevo impossibile arrivare a un risultato favorevole concreto e pronto come sarebbe desiderabile per tutti se Bratianu non rinunzia alla sua intransigenza e non si dispone ad una transazione onorevole e ragionevole. Non ho voluto entrare in dettagli sopra i termini di tale transazione ma ho consigliato Rudeanu mettersi in relazione con te sapendo che tu avevi studiato la questione in tutti i suoi particolari.

Pur ammettendo la grande importanza dell'intervento della Romania in questo momento non ho mancato di richiamare l'attenzione di Rudeanu sul rovescio della medaglia cioè sul rischio che correva la Romania di perdere un'occasione che non si sarebbe mai più presentata e quindi di perdere vantaggi enormi per non rinunciare ad alcune pretese territoriali relativamente piccole e non del tutto giustificate.

Gli ha pure fatto molta impressione la mia osservazione che le promesse pattuite con la Russia pel solo mantenimento della neutralità romena non implicavano se non la licenza data alla Romania di occupare i territori di nazionalità romena, ma, se a questa occupazione si fosse decisa troppo tardi, la Triplice Intesa e noi avremmo potuto addivenire sia ad una pace separata con l'Austria sia ad una pace generale lasciando la Romania sola ad effettuare la sua occupazione a cui Ungheria Serbia e Bulgaria si sarebbero probabilmente opposte. Ritengo come Fasciotti che Bratianu non si piegherà ad un accomodamento se non quando si persuaderà di non potere ottenere il tutto. Purtroppo pare che i Russi in Galizia seguitino a non andare bene il che da una parte non incoraggia la Romania, dall'altra la induce sempre più a ritenersi indispensabile.

Tu certamente seguiterai ad adoperarti validamente come hai già fatto per arrivare ad un risultato favorevole il che anche in Italia farebbe ottima impressione.

Rudeanu vedrà Delcassé. Colgo l'occasione per dire che qui il paese è tranquillo, la mobilitazione già in parte effettuata procede benissimo e gli ultimi avvenimenti politici hanno

avuto il vantaggio di suscitare per la guerra un generale consenso entusiastico che prima era ristretto ad una minoranza. Speriamo nella fortuna delle armi.

Soggiungo che Rudeanu ad una diretta domanda del presidente del consiglio rispose che la Romania era pronta avendo per tre quarti mobilitato, come noi, tacitamente.

Prego telegrafarmi se ciò è esatto •.

14

IL MINISTRO A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3619/146. L'Aja, 26 maggio 1915, ore 17,50 (per. ore 24).

Avendo io chiesto incidentalmente ieri a questo ministro degli affari esteri se era vera intenzione che si prestava a questo Governo voler affrettare più possibile discussione e voto progetto di legge rappresentanza diplomatica temporanea speciale Vaticano onde poter far partire subito nuovo titolare non ancora definitivamente designato per Roma, questo ministro affari esteri amichevolmente mi chiese se avessi avuto in proposito alcuna comunicazione al riguardo da V. E. Avendo risposto negativamente egli mi pregò di dirgli se personalmente io avessi impressione che invio tale missione Vaticano in questo momento potrebbe sembrare atto poco amichevole verso R. Governo, al che io risposi francamente che tale era mia impressione. Ministro allora mi disse: • Progetto è già in discussione e non si può ritirare ma una volta ottenuto credito domandato Camera, si potrebbe rimettere partenza nuovo titolare a più tardi •. Ho convincimento che in tal senso sarà decisione che questo Governo prenderà in proposito.

15

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3618/245. Atene, 26 maggio 1915, ore 18,30 (per. ore 2 del 27 ).

R. console Patrasso mi ha mandato persona di fiducia a dirmi che gli consta esserci nelle isole Jonie e probabilmente in qualche scoglio isolato frammisto ad esse deposito benzina per sottomarini austro-tedeschi. Tal deposito sarebbe fatto con connivenza del Governo ellenico ed in modo speciale del signor Stratos ministro della marina losco personaggio che da parecchi miei rapporti risulta essere già da tempo al soldo della Romania. Anche regina Sofia si sarebbe mischiata di quest'affare. Ho fatto dire a Beauregard per mezzo della stessa persona che non risparmi fatiche né denaro per avere le più precise informazioni.

In generale e salvo precisare meglio a misura chQ possano venirmi concrete informazioni debbo dire che noi dobbiamo stare in grande sospetto della Grecia

per la nostra azione navale. Per i motivi da me in altri rapporti e telegrammi già svolti essa è contraria a noi e la nostra entrata in campagna ha in pochi giorni fatto ingigantire le tendenze germanofìle che già qui esistevano. Sorveglianza dei porti e isole greche non sarà mai troppa e credo che nello svolgersi degli avvenimenti R. Governo e Governi alleati si persuaderanno che nei riguardi della Grecia si renderà necessario qualche cosa di più efficace che non un semplice servizio informazioni.

16

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 684/15. Stoccolma, 26 maggio 1915, ore 20,35 (per. ore 4,30 del 27 ).

Mio telegramma gab. n. 14 (1).

Questo ministro degli affari esteri mi ha detto che Governo svedese dopo il nostro intervento come dopo quello della Turchia non farà una nuova dichiarazione di neutralità considerando sufficiente quella del 4 agosto ma che non muterà la sua politica e manterrà la neutralità finchè sia possibile. Sebbene la formula adoperata sia un poco vaga non credo che sulla sostanza vi possa essere dubbio e che Svezia salvo eventi imprevisti esca dalla neutralità (2).

17

IL MINISTRO A NISCH, SQUITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3647/144. Nisch, 26 maggio 1915, ore 19,15 (per. ore 17,30 del 27).

Tutta la stampa serba, compreso lo Odjek che ci è stato finora particolarmente ostile, manifesta la gioia del popolo per la partecipazione dell'Italia alla guerra contro l'Austria-Ungheria, saluta calorosamente il nuovo alleato con auguri di pronta e completa vittoria.

La Samouprava dice che la presenza dell'Italia nelle file degli alleati è una prova di più della giustizia della causa per cui essi combattono: e che nella bilancia della presente guerra è ancora caduta una spada affilata e lucente a pro' della giustizia e del diritto.

lO

(l) -Cfr. n. 6. (2) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. 330 del 27 maggio, ore 22.
18

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3654/265. Bucarest, 26 maggio 1915, ore 14,30 (per. ore 20,15 del 27 ).

Telegramma di V. E. 1598 (1).

Non bastano i bollettini militari. Occorre telegrafarmi il maggiore numero possibile di notizie riguardanti il nostro paese per tenere desta l'attenzione e spingere col nostro esempio anche qui alla guerra.

Campagna condotta contro di noi dalla stampa romena ligia agli austrotedeschi è sempre violenta ed è indirettamente favorita dallo stesso Governo.

19

IL MINISTRO A CETTIGNE, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3719/87. Cettigne, 27 maggio 1915, ore 2,20.

Questione rifornimento preoccupa immensamente questo Governo giacchè provviste cereali per truppe e popolazione civile saranno fra tre giorni esaurite. A Medua trovansi parecchie migliaia quintali mais a destinazione Montenegro, ma albanesi ne impediscono uscita pretendendo parte della merce. Governo montenegrino invoca buoni uffici Governo potenze alleate per ridurre pretese albanesi pur essendo disposti cedere loro percentuale. Anche risolta questa difficoltà rimane sempre quella dei rifornimenti in avvenire resi più gravi dalla nostra partecipazione alla guerra. Governo montenegrino spera che R. Governo vorrà prendere a cuore situazione grave del Montenegro e ove esigenze militari lo permettano favorire il vettovagliamento. Governo russo ha annunziato qui scambi di vedute con V. E.

20

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, GARRONI

T. 1622. Roma, 27 maggio 1915, ore 3,30.

Seguito mio telegramma n. 1592 (2). Prego V. E. telegrafarmi sunto notizie ricevute dai RR. consoli circa rimpatri di nostri connazionali dalla Turchia.

Prego pure V. E. esaminare e farmi conoscere come potrebbe venir predisposto eventuale rimpatrio RR. consoli tenendo conto difficoltà speciali di ciascun posto. Occorrendo R. Governo non sarebbe alieno inviare al momento opportuno

R. nave ad Adalia od altri approdi per ritirare consoli e connazionali.

(l) -Tel. del 25 maggio contenente il primo bollettino di guerra. (2) -Del 25 maggio, col quale venne comunicato a Costantinopoli il t. 3544/1317 del 24 maggio del generale C:roce relativo al rimpatrio di italiani dalla Turchia.
21

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A COSTANTINOPOLI, GARRONI, A LONDRA, IMPERIALI, A MADRID, BONIN LONGARE, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, A TOKIO, GUICCIOLI, A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, E AI MINISTRI ALL'AJA, SALLIER DE LA TOUR, AD ATENE, DE BOSDARI, A BUCAREST, FASCIOTTI, A CETTIGNE, NEGROTTO CAMBIASO, A COPENAGHEN, SACERDOTI, A CRISTIANIA, DE NOVELLIS, A NISCH, SQUITTI, A STOCCOLMA, TOMMASINI, E ALL'AGENTE AL CAIRO, SERRA

T. 1634. Roma, 27 maggio 1915, ore 12.

Questo ambasciatore di Germania mi ha notificato che chiedeva passaporti perché aveva ricevuto comunicazione che Italia si considerava in istato di guerra con Austria-Ungheria.

Analoga notifica mi ha fatto questo ministro di Baviera. In conseguenza di questa richiesta ho dato istruzioni al R. ambasciatore Berlino e R. ministro a Monaco di Baviera domandare proprii passaporti.

Protezione interessi italiani in Germania e Baviera e quelli germanici bavaresi in Italia sono affidati Svizzera.

22

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI DE' CALBOLI

T. 1638. Roma, 27 maggio 1915, ore 15.

Da fonte britannica apprendo che è in via di costituzione una società svizzera di sorveglianza economica la quale agirebbe per la Svizzera come il trust olandese per l'Olanda. Essa cioé darebbe sostanziale garanzia che le merci da essa importate in !svizzera saranno esclusivamente consumate nella Confederazione. Se trattative in corso saranno concluse come pare avverrà certamente e presto tutte le merci inglesi e francesi per la Svizzera dovranno essere indirizzate a detta società. A noi converrebbe fare altrettanto. Prego informarmi circa costituzione detta società.

23

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AI MINISTRI AD ATENE, DE BOSDARI, A NISCH, SQUITTI, E A SOFIA, CUCCHI BOASSO

T. GAB. R. SP. 488. Roma, 27 maggio 1915, ore 19,30.

(Per tutti meno Sofia) Ho telegrafato al R. ministro a Sofia quanto segue:

(Per tutti) Questo ambasciatore d'Inghilterra mi ha fatto la seguente comunicazione: • Sir Ed. Grey è d'opinione che ora che l'Italia si è unita agli alleati sia giunto il momento opportuno per incaricare il ministro d'Inghilterra a Sofia di iniziare conversazioni presso il Governo bulgaro.

Sembra che in Bulgaria esistano disposizioni favorevoli a noi tra i membri dell'opposizione e la popolazione ma che ad essi dispiaccia che da parte nostra non sia stata fatta alcuna offerta.

Eque offerte alla Bulgaria sarebbero: l" cessione alla Bulgaria di parte della Macedonia con inclusavi Monastir, cessione da aver luogo quando la Serbia ottenga una porzione della costa Adriatica, la Bosnia e l'Erzegovina; 2" cessione alla Bulgaria, in Tracia, della linea Enos-Midia mentre gli alleati useranno della loro influenza per assicurare il trasferimento di Kavalla alla Bulgaria se la Grecia ottenesse compensi nel distretto di Smirne.

I Governi di Francia e di Russia con cui Sir Ed. Grey ha discusso la cosa concordano su quanto precede •. Prego V. E. accordarsi con i suoi colleghi d'Inghilterra di Francia e di Russia ed agire presso il Governo bulgaro nel senso sovraesposto.

24

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 365,8/140. Madrid, 27 maggio 1915, ore 15,30 (per. ore 20,15).

Ministro di Stato nel suo ricevimento ebdomadario di ieri sera mi disse Spagna non aveva ancora pubblicato dichiarazione neutralità perchè aspettava si precisasse situazione tra Italia e Germania. Aggiunse che nessun dubbio poteva affacciare circa atteggiamento Spagna ed in questa occasione accennò più esplicitamente che non avesse mai fatto alle simpatie del Governo spagnuolo per gli alleati. Mi promise la maggiore sorveglianza contrabbando combustibile coste Mediterraneo, è però mio pensiero che sorveglianza Governo sarà sempre poco efficace non per sua colpa, ma per numerose complicità che contrabbando trova. Ministro mi disse non aveva ricevuto dal Vaticano nessuna comunicazione relativa alla situazione creata alla Santa Sede dallo stato di guerra. Accennò alle voci corse che Sommo Pontefice pensasse trasferirsi in Spagna dicendo che Sua Santità sarebbe certo ben ricevuto, ma che era un'ipotesi subordinata a contingenze del tutto improbabili e quindi mancante di ogni attualità.

25

IL MINISTRO A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3677/153. L'Aja, 27 maggio 1915, ore 7,30 (per. ore 5,40 del 28).

Mi riferisco al telegramma di V. E. n. 138. Sino ad ora mancano commenti stampa olandese su telegramma gab.

n. 319 (l) al quale diedi tutta la maggiore diffusione possibile immediatamente dopo aver comunicato traduzione a questo ministero degli affari esteri. Come già telegrafai V. E. quasi totalità stampa olandese giudica intervento Italia in modo severissimo. Importante giornale liberale Handelibrid (?) di Amsterdam termina suo violento articolo con le seguenti parole: • assalire alleata che si trova in mezzo difficoltà e ciò per ingrandimento territoriale è atto perfettamente immorale. Ciò che poi è vergognoso si è che Italia è stata lungamente a mercanteggiare. Italia si è data migliore offerente •. Nuovo giornale Rotterdam dice che Italia ha considerato trattato alleanza come pezzo carta senza valore ed ... (2): Governo italiano essersi accordato con potenze della Triplice Intesa mentre continuava negozio Imperi centrali. Il Vaterlanl ed il Neuvcurant dell'Aja critica severamente Italia per politica doppia faccia ed accusa spergiuro. Pochi giornali che non ci attaccano violentemente come altri dicono che se Italia credeva intervenire avrebbe dovuto decidersi farlo subito e la critica aver aspettato farlo soltanto ora. Tale critica è generale qui anche nei circoli e fra le persone che si dicono amici dell'Italia.

26

IL MINISTRO A NISCH, SQUITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3703/145. Nisch, 27 maggio 1915, ore 8,30 (per. ore 23 del 28).

Telegramma di V. E. n. 320/46 (3).

Avendo fatto pervenire ieri stesso alla sua alta destinazione il messaggio diretto da S. M. il Re a S. M. il Re di Serbia, questi si è degnato incaricarmi di trasmettere la seguente risposta che traduco in italiano in mancanza del cifrario francese: • S. M. il Re d'Italia. Come tutti i serbi ho salutato con gioia l'entrata dell'Italia in lizza contro il nostro vecchio nemico comune. L'esercito di Vostra Maestà si coprirà di gloria combattendo coi suoi alleati per la giustizia ed il diritto in Europa. Pietro •.

(l) -Cfr. p. 2 nota l. (2) -Gruppo indecifrato. (3) -Del 24 maggio, contenente un messaggio di Vittorio Emanuele III al Re di Serbia.
27

L'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, GARRONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3842/398. Pera, 27 maggio 1915, ore 12,30 (per. ore 3,30 dell' 1 giugno).

Telegramma di V. E. n. 1614. Telegramma di V. E. n. 1580 (1).

Questo ambasciatore degli Stati Uniti ha risposto favorevolmente suo Governo per protezione italiani in Turchia; dichiara ..... (2) invece contràrio per quella Russia che potrebbe essere assunta da console americano solo dove mancassero consoli protettori.

Confidenzialmente posso assicurare che se interpellato dal suo Governo questo ministro di Spagna accetterebbe.

Ritengo urgente procedere d'accordo fra Italia e Turchia per richiamo rappresentanze diplomatiche Costantinopoli e Roma senza che questo significhi rottura, diventando la nostra posizione sempre più difficile.

28

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, GARRONI (3)

T. GAB. u. 332/1. Roma, 28 maggio 1915, ore 1,50.

Prego telegrafarmi se sua partenza da Costantinopoli sia stata occasionata da violazioni del diritto delle genti da parte del Governo ottomano per averne norma per trattamento da usarsi con questo ambasciatore di Turchia e per eventuale dichiarazione di guerra.

29

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A NISCH, SQUITTI

T. 1642. Roma, 28 maggio 1915, ore 3,30.

Suo telegramma gab. n. 18 (4).

È difficile indicarle a priori l'idea fondamentale da patrocinare presso codesta stampa. Però la prego esercitare una azione efficace regolandosi secondo il suo criterio personale e tenendo presenti anche i seguenti punti: l) smentire e rettificare le notizie false e tendenziose sparse in codesto paese dai nostri nemici a

della protezione degli italiani in Turchia. 12) Gruppo indecifrato.

(-4) Riferisce sull'ostilità della stampa estera alle aspirazioni italiane sulla Dalmazia e chiede istruzioni.

nostro danno dal punto di vista militare e da quello politico interno ed estero; 2" mettere in luce l'eccellente preparazione militare italiana, e la salda compattezza morale e l'entusiasmo del nostro paese; 3" far rilevare l'importanza dell'azione diplomatica efficacemente esercitata dall'Italia a favore della Serbia sin dal luglio e ottobre 1913 e quindi nell'estate 1914 e di poi, come risulta dal Libro verde e dal mio telegramma circolare n. 319; l'indipendenza politica ed economica della Serbia ha sempre costituito un interesse capitale della politica italiana, fermamente fatto valere nei riguardi dell'Austria-Ungheria; 4" far rilevare l'interesse comune dell'Italia e della Serbia ad una politica di amicizia; 5" senza entrare in particolari, persuadere che l'Italia non ha progetti dannosi per la Serbia in Adriatico ma mira a contemperare le giuste esigenze dei due Paesi; 6" insistere nella fratellanza d'armi dei due eserciti combattenti il comune nemico.

Attenderò eventuali sue proposte circa le spese occorrenti per agire su codesta stampa.

(l) Del 24 e 26 maggio, non pubblicati, relativi all'assunzione da parte degli Stati Uniti

(3) -Inviato tramite il console a Dcdeagatch.
30

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. R. 1653. Roma, 28 maggio 1915, ore 3,30.

R. ministro ad Atene mi avverte che noi ed i nostri alleati dobbiamo stare in grande sospetto della Grecia nella nostra azione navale e che sorveglianza dei porti e delle isole greche non sarà mai troppa. Infatti da fonte degna di fede risulta che nelle isole Ionie con connivenza del Governo ellenico e in ispecie del signor Stratos, ministro della marina esiste un deposito di benzina per sottomarini austro-tedeschi. Tanto sulle coste della Cirenaica poi quanto nel bacino orientale del 1\'lediterraneo e sulle coste albanesi le navi greche vanno esercitando in larga misura contrabbando. Una R. nave truccata da nave mercantile ellenica ha percorso costa est Cirenaica ha osservato molti segnali dalla costa ed è riuscita a trarre ed arrestare velieri greci con comandante senussita. Questo stato di cose merita da parte degli alleati la più seria attenzione ed efficaci provvedimenti in cooperazione. Prego V. E. di voler intrattenere su quanto precede codesto ministro degli affari esteri esprimendo mio avviso che sarebbe utile intendersi fra i quattro Governi per un passo da farsi collettivamente presso Governo greco allo scopo di intimorirlo e di renderlo conscio dei pericoli ai quali esso si esporrebbe nel caso fosse provata sua connivenza con gli austro-tedeschi ai nostri danni ed ove non provvedesse ad efficacemente reprimere ed impedire il contrabbando. Identica comunicazione rivolgo contemporaneamente alle RR. ambasciate a Londra, Parigi e Pietrogrado.

31

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO ALL'AJA, SALLIER DE LA TOUR

T. u. 1655. Roma, 28 maggio 1915, ore 3,30.

Poichè Svizzera non ha uffici consolari a Dortmund e Hannover, prego V. E. voler chiedere d'urgenza a codesto Governo se disposto far assumere nelle predette località protezione interessi italiani ai consoli di Olanda ed in caso affermativo voler far sollecitamente telegrafare opportune istruzioni.

32

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN LONGARE

T. u. 1657. Roma, 28 maggio 1915, ore 3,30.

Poichè Svizzera non ha uffici consolari in Breslavia, Danzica, Dresda, Diisseldorf, Kiel, Konigsberg, Saarbriicken, Stettino, Colonia, prego V. E. voler chiedere d'urgenza codesto Governo se disposto far assumere nelle predette località protezione interessi italiani ai consoli di Spagna ed in caso affermativo voler far sollecitamente telegrafare opportune istruzioni. Agenti consolari spagnuoli in Breslavia, Dresda, Kiel, Konigsberg furono già autorizzati da quell'ambasciatore di Spagna a ricevere in consegna provvisoria archivi dei RR. consoli dimissionari.

33

IL MINISTRO A NISCH, SQUITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3713/150. Nisch, 28 maggio 1915, ore 7 (per. ore 7,30).

La persistenza dell'atteggiamento ostile della Bulgaria verso la Serbia è qui interpretata come un mezzo creduto adatto dal gabinetto di Sofia per indurre gli alleati contro i due imperi centrali ad esercitare forte pressione a Nisch allo scopo di ottenere note concessioni territoriali in favore Bulgaria. Questo sarebbe il prezzo dell'entrata in azione dei bulgari. Nè pare siano disposti a cambiarlo salvo il sopraggiungere di imprevedibili contingenze di tale entità da giustificarne la modificazione in senso meno intransigente.

34

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3674/184. Washington, ..... (per. ore 7,50 del 28 maggio 1915).

Wilson ha emanato proclama di neutralità degli Stati dell'America del Nord nel conflitto fra Italia e Austria-Ungheria identico a quelli emessi in passato per gli altri belligeranti.

35

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 3737/1021. Londra, 28 maggio 1915, ore 11,06 (per. ore 3,40 del 29).

Telegramma di V. E. n. 1653 (1).

Grey mi ha detto che avrebbe telegrafato a Parigi e Pietrogrado e dato istruzioni ad Elliot d'intendersi con colleghi alleati per far beninteso in via amichevole passo nel senso suggerito da V. E.

36

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3738/144. Madrid, 28 maggio 1915, ore 21,45 (per. ore 3,40 del 29).

Telegramma di V. E. n. 1657 (2).

Ministro di Stato mi ha risposto tosto affermativamente.

37

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.3741/1022. Londra, 28 maggio 1915, ore 11,06 (per. ore 3,40 del 29).

Grey mi ha detto che partirà domani. Conta di essere assente per un mese per curarsi. Sarà rimpiazzato dal marchese Crewe, lord del sigillo privato che è minutamente al corrente di tutti gli affari in corso. Colleghi ed io ci aspettavamo a che funzioni temporanee di Segretario di Stato sarebbero state assunte da lord Lansdowne. È da presumere Asquith abbia preferito mantenere al Foreign Office un Ministro di parte liberale. Crewe col quale sono in ottime relazioni è persona molto simpatica di modi gentilissimi e di disposizioni concilianti.

38

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 700/8. Madrid, 28 maggio 1915, ore 21,45 (per. ore 3,45 del 29).

Da qualche giorno circolano qui voci d'un invito che Re di Spagna avrebbe rivolto al Sommo Pontefice di recarsi in Spagna ove le circostanze della guerra lo inducessero a lasciare Roma. Credo voci fondate. Più che di un vero invito si tratterebbe di un'assicurazione, non so ancora se spontanea o rispondente a qual

che apertura della Santa Sede, che il Sommo Pontefice sarebbe qui ospite graditissimo. Una commissione di questo genere sarebbe stata affidata dal Re anche all'arcivescovo di Saragozza che fece ultimamente un breve viaggio costà. Ciò spiega pei'chè ministro di stato come riferii col mio telegramma n. 140 (l) mi parlasse spontaneamente della cosa assicurandomi trattarsi d'una proposta assai vaga che non prenderebbe forma se non nel caso, che gli pareva da esC'ludere, che il Papa fosse ,costretto dal1e circostanze a partire da Roma. Credo che il ministro sia stato sincero e che H Re Alfonso non ha alcuna intenzione di farci cosa g,gradita ma si è ispirato soltanto al pensiero di produrre buon effetto sull'opinione ·cattolica in Spagna e forse al desiderio sempre vivo ·in lui di non rimanere del tutto inattivo in presenza del conflitto europeo. So d'altronde che il Nunzio ha avuto in questi giorni frequenti conferenze coi mie,i colleghi di Germania ed Austria-Ungheria (2).

(l) -Cfr. n. 30. (2) -Cfr. n. 32.
39

IL MINISTRO A NISCH, SQUITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3730/148. Nisch, 28 maggio 1915, ore 18,50 (per. ore 10 del 29).

Mio telegramma n. 147 (3).

Ha saputo da Patchich che non dal Governo serbo ma dai gabinetti delle potenze della Triplice Intesa si fanno passi per stabilire accordi tra Romania e Serbia circa futuro possesso del Banato. Nessun risultato positivo si sarebbe fino ad ora raggiunto al riguardo.

40

IL MINISTRO A DURAZZO, ALIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. uu. 3756/295. Durazzo, 28 maggio 1915, ore 14,50 (per. ore 14,10 del 29).

Miei telegrammi n. 275 del 10 corrente e n. 284 del 18 corrente e telegramma di V. E. n. 1482 del 16 corrente (4).

Difficoltà finanziarie Governo vanno facendosi gravissime in seguito al suo fallito tentativo procurarsi prestito fra questi commercianti. Essad non disponendo più delle poche entrate doganali ridotte a nulla dopo inizio ostilità itala-austriache non è nemmeno riuscito ottenere credito ipotecando sue proprietà private. Per fronteggiare imprescindibili necessità di pagare suoi soldati e convinto impossibilità ottenere dall'Italia aumento sussidio spera che circostanze non tarderanno persuadere R. Governo inviare Durazzo piccolo corpo d'occupazione formato eventualmente di volontari. Ciò che gli permetterebbe rinviare maggior parte di mercenari e ridurre di molto le spese. Oggi egli si manifestava meco assai scorag

giato per questa situazione aggravata dall'atteggiamento ostile dei cattolici ligi all'Austria e si diceva disposto a ritirarsi in Italia ove non si trovassero rimedi. Sento il dovere non astante gravi preoccupazioni attuali R. Governo, di non nascondere a V. E. pericoli cui travasi esposto Durazzo quando nell'interno infierisce vieppiù propaganda austro-turca che si sfoga in continui saccheggi e assassinii. Gli altri inconvenienti di un'eventuale entrata degli insorti nella città sono già noti a V. E. Dopo accurato esame dei mezzi cui ricorrere Essad ha rinnovato sua preghiera ottenere permesso importazione 8 mila quintali granone e 2 mila quintali farina colle modalità indicate nel mio telegramma n. 270 del 7 corrente la cui principale base sarebbe rifiuto qualsiasi analoga concessione a favore di Scutari. Con una simile agevolazione da cui Essad si ripromette notevoli guadagni vi sarebbe probabile possibilità di guadagnare qualche mese. Prego V. E. volermi far sapere se circostanze permettono porre in esecuzione tale proposta senza indugio tenendosi conto del fatto che ove non fosse possibile ricorrere a questo rimedio bisognerebbe provvedere in tempo ad una nuova e assai complicata situa

zione secondo direttive che V. E. si compiacesse adottare.

(l) -Cfr. n. 24. (2) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. r. sp. 502 del 30 maggio. ore 21. (3) -T. gab. 3739/147, pari data, non pubblicato: notizie circa un accordo fra Serbia e Romania per la eventuale ripartizione del Banato. (4) -Relativi all'esportazione di viveri in Albania.
41

L'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, GARRONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3850/411. Costantinopoli, 28 maggio 1915, ore 14 (per. ore l dell' 1 giugno).

Telegramma di V. E. n. 1622 (1).

Autorità si oppongono partenza connazionali per ragioni ordine militare.

Qualche eccezione è ammessa dietro mio intervento per quanto concerne capitale.

In caso rottura relazioni con Turchia non consiglierei invio nave da guerra Adalia

o Beirut per rimpatrio consoli e connazionali. Questo atto sarebbe certamente accolto come ostile e non raggiungerebbe lo scopo, esso potrebbe poi compromettere sorti delle nostre maggiori colonie ed altri consoli che si trovano all'interno. Colonie più numerose sono infatti quelle di Smirne che è bloccata e dista da Vurla ben 40 chilometri e quella della capitale che è quasi completamente tagliata fuori da ogni comunicazione coll'Europa. Molto meglio sarebbe rimettersi per loro partenza alla potenza protettrice che vi è già riuscita per quanto riguarda Francia e Inghilterra.

42

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 696/115. Pietrogrado, 29 maggio 1915, ore 1,40 (per. ore 6,30).

Telegramma di V. E. n. 173. Sazonoff mi ha detto che esclusione delle concessioni in Dobrugia dalle offerte da farsi alla Bulgaria è dovuta al parere manifestato da Grey il quale

reputa doversi soprassedere fino a che non sia noto contegno definitivo che Romania assumerà.

Sazonoff che già aveva interessato V. E. per mezzo di Giers a prender parte ai passi da farsi presso Governo bulgaro è ben lieto delle istruzioni già impartite da V. E. in tal senso al R. ministro in Sofia (1).

(l) Cfr. n. 20.

43

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3725/469. Pietrogrado, 29 maggio 1915, ore 2,40 (per. ore 7,30).

Telegramma di V. E. n. 1653 (2).

Ho intrattenuto questo Ministro degli affari esteri dei fatti esposti nel detto telegramma e ho espresso avviso di V. E. che sarebbe utile un passo collettivo dei quattro governi presso Governo ellenico agli scopi dalla E. V. indicati. Sazonoff mi ha risposto di buon grado accoglieva suggerimento di V. E. e che per parte sua era pronto impartire istruzioni al rappresentante imperiale in Atene nel senso di quanto venisse concertato dalla E. V. con Inghilterra e Francia. Come V. E. lo avrà rilevato dal mio tel,egramma n. 450 (3) anche qui si aveva avuto sentore di maneggi austro-greci. Quelle notizie provenivano dal delegato russo in Albania.

44

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI

T. GAB. U. 338/154. Roma, 29 maggio 1915, ore 10,10.

Telegrammi di V. E. nn. 182 e 183 (4). Prego V. E. far pervenire al presidente della repubblica, nella forma che riterrà migliore, il seguente messaggio di S. M. il Re:

• Il telegramma con cui nell'entrare in campagna rivolgevo a V. E. il mio saluto ed i miei voti augurali si è incrociato con il telegramma in cui V. E. prendendo occasione dalla nuova fratellanza di armi, ricordava le tradizioni e le relazioni che congiunsero Francia e Italia nel passato e le riuniscono oggi in nuovi ideali di liberazione di popoli oppressi e di difesa di civiltà comune. Profondamente sensibile alle eloquenti espressioni di V. E. voglio rinnovare ora a V. E. ed alla Francia gli attestati del mio cordiale pensiero ed il mio fervido augurio perchè la vittoria delle nostre armi conduca ad assetto duraturo di pace, basato sul conseguimento delle rivendicazioni nazionali, sulla giustizia e sulla libertà. Invio a V. E. gli attestati personali della mia cordiale amicizia •.

(l) -Ritrasmesso a Londra, Parigi, Bucarest e Sofia con t. gab. r. sp. 495, pari data, ore 22. (2) -Cfr. n. 30. (3) -Non pubblicato. (4) -T. gab. r. sp. 626/182 e t. gab. r. sp. 628/183 del 27 maggio, che non si pubblicano.
45

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. 1677. Roma, 29 maggio 1915, ore 11.

Suo telegramma n. 246 (1).

Effettivamente nostra dichiarazione di blocco estendeva il limite sud di questo, per quanto concerne il litorale albanese fino a capo Kefali. Viene oggi stesso provveduto a fissare il limite sud del blocco al punto della costa tra Valona e Chimara denominato • Aspri ruga (strade bianche) ».

Nel comunicare questa notizia al signor Zografos la prego però di dirgli che secondo notizie pervenuteci da varie fonti la costa tra capo Kefali e Aspri Ruga e più precisamente la località detta punta Palermo viene usata da Austria-Ungheria per base e punto rifornimento per sottomarini.

Noi fidiamo che Grecia disporrà subito ed efficacemente la sorveglianza necessaria affinchè la neutralità della costa albanese a sud di Aspri Ruga sia rigorosamente rispettata.

46

L'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3750/440. Parigi, 29 maggio 1915, ore 13,40 (per. ore 16,45).

Telegramma di v, E. n. 1653 (2).

Delcassé ha telegrafato al ministro di Francia ad Atene perchè s'intenda coi colleghi d'Italia, Russia e Inghilterra affine di fare il passo proposto da V. E. presso Governo greco, riunendo però prima elementi di fatto che permettano di replicare ad una negativa del Governo stesso.

47

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI DE' CALBOLI

T. R. 1684. Roma, 29 maggio 1915, ore 19,45.

Essendosi constatato che mediante i giornali svizzeri si spargono in Italia notizie false e tendenziose provenienti dai nostri nemici, abbiamo dovuto vietarne l'introduzione e la vendita nel Regno. Il relativo decreto dà tuttavia facoltà di fare eccezione per determinati giornali. Prego V. S. di telegrafarmi subito e poi successivamente a misura se ne presenti il caso il nome dei giornali a favore dei

quali possa farsi eccezione. Ad evitare ingiuste recriminazioni sarà bene che si sappia costà che eguale misura fu già adottata dal Governo francese per i giornali italiani eccettuandosi da principio solamente il Secolo e quindi estendendo la deroga anche ad altri giornali. V. E. potrà forse valersi di questa circostanza per indurre nei modi opportuni codesta stampa a più favorevole atteggiamento verso il nostro paese.

(l) -Del 27 maggio, non pubblicato. (2) -Cfr. n. 30.
48

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.R.SP.639/156. Pietrogrado, 29 maggio 1915, ore 21,05

Presidente del consiglio interrogato dai rappresentanti della stampa confermò che il Governo spagnuolo d'accordo con il Re aveva offerto ospitalità al Santo Padre nel caso che per le circostanze della guerra dovesse lasciare Roma. Aggiunse che per ora nulla vi è che possa consigliare al Papa quella risoluzione.

49

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, GARRONI

T. 1685. Roma, 29 maggio 1915, ore 24.

Da notizie attendibili ad Atene risulta che al R. console a Smirne non sarebbe giunta alcuna notizia relativa nostra mobilitazione e che anche quelle autorità turche fanno tutto il possibile per impedire partenza italiani.

50

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 639/156. Pietrogrado, 29 maggio 1915, ore 21,05 (per. ore 8 del 30).

S. M. l'Imperatore che all'indomani del suo ritorno mi aveva pel tramite di Sazonoff invitato a Tzarskoeselo, mi ha oggi ricevuto in udienza. Questa si è protratta per oltre un'ora ed è stata caratterizzata dalle espressioni della più viva simpatia personale della Maestà Sua verso S. M. il Re e verso l'Italia. Lo Czar nel congratularsi meco vivamente della nostra entrata in azione contro il comune nemico mi ha detto che non si era attesa altra decisione da una grande Potenza come l'Italia e dal generoso spirito del Re così profondamente penetrato dell'alta missione civile e nazionale del suo Paese. Sua Maestà ha approvato poi

7 -Documenti diplomatici-Serie V-Vol. IV

accentuatamente l'importanza singolare del nostro intervento non solo per riguardo alle operazioni di guerra ma per l'influenza che eserciterà indubbiamente sulla condotta politica dei neutri e morale sull'opinione universale. Ricordando gìi auguri rivoltimi a Capo d'Anno Sua Maestà ha espresso la ferma fiducia che essi si realizzeranno completamente grazie al valore delle armi dell'Italia e alla sapienza della sua politica.

Ho ringraziato Sua Maestà di tali sue parole e nell'assicurarlo dei reciproci sentimenti di viva amicizia del Nostro Augusto Sovrano verso la Maestà Sua, mi sono detto ben lieto dell'occasione accordatami di interpretare anche a voce i saluti cordiali ed i fervidi auguri rivoltigli da S. M. il Re nel suo recente messaggio.

Lo Czar mi ha quindi incaricato fare pervenire a S. M. il Re, come già lo aveva fatto direttamente il caldo ricambio dei saluti e dei voti contenuti nel messaggio ed il suo vivo compiacimento per la fratellanza di armi dei due valorosi eserciti. Parlando della Romania Sua Maestà ha detto che la sua intransigenza in questioni di piccolo momento relativamente alla grandezza degli acquisti cui aspira non è spiegabile, mentre Bratianu stesso che invoca principio di nazionalità dovrebbe comprendere che Russia non può ammettere il sacrificio dei propri fratelli e la Serbia dei propri. Se Bratianu non volesse recedere per malinteso amor proprio egli dovrebbe trovare nel suo patriottismo, disse lo Czar, la volontà di passare ad altri le redini del Governo poichè altrimenti la Romania rischia di dover rinunziare alle proprie rivendicazioni.

Ho risposto a Sua Maestà che forse Bratianu non si era reso conto adeguato delle difficoltà che il suo programma avrebbe incontrato e si era lasciato guidare dal suo desiderio di assicurare ai nuovi acquisti perfette frontiere strategiche. Ma Sua Maestà ha osservato che a nulla varrebbero le frontiere se si lasciassero nelle popolazioni risentimenti e aspirazioni insoddisfatte.

Circa Bulgaria Sua Maestà ha detto che mentre nel sentimento del popolo è viva l'amicizia per la Russia, nella Corte e nel Governo prevalgono tendenze più che dubbie.

Recentemente però Governo bulgaro avrebbe dato segno di risipiscenza dinanzi ai pericoli evidenti per l'avvenire di quel paese di una protratta sua astensione dalla guerra.

Lo Czar ha tessuto gli elogi di Venizelos spirito eminentemente politico perchè conscio della potenzialità del suo Paese e conciliante per principio. Se elezioni lo portassero al potere non si potrebbe escludere una crisi dinastica in Grecia ove purtroppo la Corte è dominata dalla Germania.

Sua Maestà ha parlato in termini di ammirazione dell'esercito serbo. Ha detto che fra brevi giorni allestimento completo di esso sarà pronto se già non ilo è e che sua offensiva s'inizierà tosto ... (l) gettati i ponti ,sulla Sava e sul Danubio. Sua Maestà è sicura che Serbia si farà nuovamente onore ed ha espresso speranza di veder presto avvicinarsi fra loro eserciti italiano e serbo per valida cooperazione.

Circa andamento generale delle operazioni militari Sua Maestà ha detto che

vi possono essere dei contrattempi ma che esito non può essere dubbio e che egli

forte della sua volontà e di quella della nazione è det,erminato non deporre la spada prima che gli scopi della guerra non siano raggiunti.

L'Imperatore mi ha infine felicitato delle grandi manifestazioni dL simpatia popolare di cui R. ambasciata fu oggetto in questi giorni alle quali, giusta quanto gli fu riferito, presero parte anche numerose persone dell'alta società di Pietrogrado e accennando con troppo benevole parole al mio contributo per'Sonale nell'opera di riavvicinamento italo-russo mi ha affabilmente accomiatato rinnovando i più caldi auguri per la comune completa vittoria.

(l) Gruppo indecifrato.

51

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3787 (1). Bucarest, 29 maggio 1915, ore 11,10 (per. ore 18,50 del 30).

Neppure stasera agenzia romena pubblica alcun telegramma agenzia Stefani. Ultimo telegramma dell'agenzia telegrafica italiana è del 24. Ultimo bollettino militare giuntomi è del 25. Lascio giudicare a codesto Ministero impressione di questo silenzio sull'opinione pubblica romena continuamente lavorata dagli austro-germanici.

52

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

D. R. 29431/825. Roma, 29 maggio 1915.

Mi pregio di qui appresso trascrivere a V. E. una nota direttami dal R. Ministero delle Colonie in data 24 corrente, circa la questione senussita:

• Il R. Agente Diplomatico in Cairo mi ha trasmesso la fotografia e la traduzione di alcuni documenti con intestazione del così detto " Governo senussita " e con i quali si raccomanda alle autorità egiziane di frontiera, e specialmente a quelle di Solum, di accogliere benevolmente certi individui qualificati come • sudditi del glorioso Governo senussita • e si prega il comandante delle guarda-coste di permettere loro l'imbarco su navi guarda-coste del Governo egiziano.

Mentre porto alla conoscenza dell'E. V. tali fatti, dei quali non ho bisogno di additare la gravità, prego che ne sia informato il R. Ambasciatore a Londra perchè possa richiedere al Governo inglese che non sia dato da parte delle autorità egiziane alcun seguito ai documenti del genere sopra descritto, non potendosi ammettere che, altrimenti facendo, quelle autorità stesse vengano implicitamente a riconoscere il cosiddetto Governo senussita •.

Nel pregare V. E. di volere adoperarsi presso codesto Governo nel senso suggerito dal mio collega delle Colonie...

(l) Manca il numero di protocollo particolare.

53

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3791/259. Atene, 30 maggio 1915, ore 5,30 (per. ore 21,50).

Fatta a Zografos comunicazione contenuta nel telegramma di V. E. n. 1677 (1).

Egli ha voluto spiegazioni sulla località Aspri-Ruga. Gli ho detto che tale località era il punto estremo da noi designato per occupazione greca dell'Epiro secondo il mio memorandum del 7 marzo cui Governo ellenico non aveva mai risposto. Mi ha promesso di esaminare la questione di cui si è mostrato ignaro e di farmi quanto prima le sue eventuali osservazioni.

Ho molto insistito con lui sul dovere che incombeva al Governo ellenico di prendere la responsabilità di guardare la costa dell'Epiro settentrionale occupata dai greci contro la violazione della neutralità da parte dei nostri nemici.

Ma il modo con cui Zografos mi ha risposto mi conferma nell'idea che non vi sia nulla di buono da attendersi dalla Grecia sotto questo rapporto.

54

IL MINISTRO A SOFIA, CUCCHI BOASSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 646/50. Sofia, 30 maggio 1915, ore 11 (per. ore 14,30 dell' 1 giugno).

Telegramma di V. E. Gab. n. 468.

Convocati oggi dal Ministro d'Inghilterra i Ministri di Francia Italia e Russia, in base alle istruzioni ricevute dai quattro Governi alleati, venne adottato testo identico della comunicazione a questo Presidente del Consiglio dei Ministri, e vista l'urgenza venne deciso di presentarla oggi stesso.

Fummo ricevuti successivamente dalle ore diciotto alle diciannove da Radoslavoff su cui la comunicazione fece grandissima impressione, sopratutto non supponendo che l'Italia vi si fosse subito associata.

A me ed ai miei colleghi ringraziando disse che avrebbe sottoposto al Re la proposta e dato risposta. Trasmetto nel suo testo francese la comunicazione identica dei quattro Ministri:

• Les représentants des quatre Puissances alliées ont décidé de faire au Gouvernement Royal de Bulgarie les déclarations suivantes s'il est prèt à entrer en action contre la Turquie avec toutes ses armées ... (2):

l. --Les Puissances alliées ... (l) à l'occupation immédiate par la Bulgarie de la Trace, jusqu'à la ligne Enos-Midia qui deviendra possession bulgare;

2. -Les Puissances alliées garantissent à la Bulgarie, à la fin de la guerre, la possession de la Macédonie limitée: au Nord et à l'Ouest par la ligne EgriPalanca-Sopet sur le Vardar et Ochrida -les villes de Egri-Palanca, Koprulu Ochrida Monastir y étant comprises -au Sud et à l'Est par les frontières actuelles serbo-grecque et serbo-bulgare.

Cet engagement est subordonné aux conditions suivantes:

l. -La Serbie recevra des compensations équitables en Bosnie, en Herzégovine et sur la cote de l'Adriatique;

2. --La Bulgarie ne fera aucun tentatif pour occuper une partie quelconque du territoire ci-dessus indiqué jusqu'à la conclusion de la paix; 3. --Les Puissances alliées s'engagent à employer tous leurs efforts auprès du Gouvernement ellénique pour assurer la cession à la Bulgarie de Kavala. Les Puissances alliées devant pour cela etre en mesure d'offrir à la Grèce des compensations équitables en Asie Mineure., l'armée bulgare doit entrer en action contre la Turquie; 4. --Les Puissances alliées sont disposées à favoriser les négociations que la Bulgarie et la Roumanie desireraient ouvrir en vue de régler la question de Dobrugia; 5. --Les Puissances alliées s'engagent enfin à fournir à la Bulgarie toute l'assistance financière dont elle pourrait avoir besoin.

D'ordre de son Gouvernement le Ministre d'Italie a l'honneur de porter la communication qui précède à la connaissance de S. E. le Président du Conseil Ministre des Affaires Etrangères • (2).

(l) -Cfr. n. 45. (2) -Gruppo indecifrato
55

IL MINISTRO A SOFIA, CUCCHI BOASSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3859/269. Sofia, 30 maggio 1915, ore 11,30

(per. ore 18,.15 delL'l giugno).

Brenna telegrafa quanto segue: • Secondo mi viene assicurato condizioni di Costantinopoli disperate. Scarseggia carbone, petrolio, grano. Comitato Unione e Progresso avrebbe tenuto seduta tumultuosa con forte rafforzamento domanda turca neutralità conflitto austro-italiano. Selvaggia volontà Enver pascià farebbe prevalere tendenza bellicosa. Dimostrazione popolare italofoba stata impedita polizia »,

513 dell'l giugno.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Ritrasmesso a Parigi, Londra, Pietrogrado, Bucarest, Nisch ed Atene con t. gab. r. sp.
56

L'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, GARRONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. u. 3871/413. Costantinopoli, 30 maggio 1915, ore 16 (1).

In relazione vari telegrammi che ho tentato far pervenire a V. E. per varie vie ripeto che situazione R. Ambasciata è qui divenuta insostenibile. Influenza germanica è più che mai preponderante e sotto il suo manifesto consiglio si trattengono nostri telegrammi, non si permette 'connazionali partire e stampa ci attacca apertamente. Nella situazione difficilissima in cui mi trovo non posso reagire contro ciò neppure parzialmente: urge quindi R. Governo provveda per il mio richiamo che può avvenire contemporaneamente a quello di Naley bey senza darvi carattere vera e propria rottura. Circa rimpatrio nostri consoli e nazionali nulla può servire mia azione perchè Governo ottomano vi si oppone allegando esigenze militari: né credo sia conveniente tentare di effettuarlo in parte a mezzo nostre navi da guerra. Un tale atto sarebbe qui accolto come ostile e presenta difficoltà pratiche e potrebbe compromettere sorte maggiori nostre colonie che non sono in grado approfittarne poichè Smirne è bloccata e dista da Vurla 40 chilometri e Costantinopoli è in condizioni ancora peggiori. Per rimpatriare consoli e nazionali vale meglio quindi rimettere alla potenza protettrice che vi provvederà come ha già fatto per quanto concerne Francia e Inghilterra. Mio collega di America è di questo avviso. Insisto quindi nel raccomandare mio richiamo poichè decoro mio personale e di questa rappresentanza non ci permette più rimanere qui.

57

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3823/94. Udine, 31 maggio 1915, ore 13,25 (per. ore 15,35).

Per mettere in grado i nostri addetti militari smentire con dati di fatto tendenziosi comunicati austriaci e tedeschi e false notizie diffuse da agenti nemici circa operazioni militari, questo comando rappresenta a codesto Ministero opportunità che bollettini di guerra siano telegraficamente comunicati nostre Ambasciate e nostre Legazioni.

58

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI

T. 1728. Roma, 31 maggio 1915, ore 16.

Per opportuna norma di V. E., comunicale che in seguito ad accordi presi con Governo francese è stato stabilito che fra autorità italiane Tripolitania ed

autorità francesi Tunisia Algeria avvenga reciproco scambio informazioni ed intese per eventuali comuni provvedimenti da adottarsi per tutela zona confine. A tale scopo Governo Tripolitania si porrà in diretta comunicazione con Consolato Tunisi da me già avvertito dell'avvenuto accordo.

(l) Trasmesso da Sofia l'l giugno, ore 18, per. ore 2,40 del 2.

59

IL MINISTRO A DURAZZO, ALIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3824/297. Durazzo, 31 maggio 1915, ore 10,30 (per. ore 19,20).

In conformità alle direttive comunicate col suo telegramma n. 1563 (l) ho telegrafato al R. Console in Scutari in risposta alla sua domanda di versare sussidio mensile raccomandandogli in pari tempo di vigilare per necessarie garanzie affinchè Bib Doda non provochi più dissidi coi mussulmani di Scutari fedeli ad Essad.

60

IL MINISTRO A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3829/163. L'Aja, 31 maggio 1915, ore 16,45 (per. ore 21,50).

Giornali pubblicano segvente comunicato: • Ministro Affari Esteri, Ministro Marina e Ministro Colonie, a ciò autorizzati da S. M. la Regina, portano a conoscenza di chi di ragione che Governo olandese è completamente neutro nella guerra testè scoppiata fra Italia ed Austria Ungheria, potenze ad essa amiche •. Seguono norme per mantenimento neutralità.

61

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 645/43. Atene, 31 maggio 1915, ore 24 (per. ore 3 dell' 1 giugno).

Questo Governo avendo avuto sicura conoscenza dei passi fatti dalle potenze Triplice Intesa per concessioni Bulgaria compresavi Kavalla ha indirizzato oggi a quei tre Gabinetti una nota violenta in cui si parla di premeditata spogliazione a danno Grecia. Politis ha assicurato questo ministro di Russia che se una rapida e soddisfacente risposta non verrà data questa nota verrà pubblicata nei giornali (2).

(l) -Del 23 maggio: inopportunità di sospendere il sussidio a Bib Doda. (2) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. r. sp. 511 dell'l giugno.
62

IL CONSOLE AL PIREO, MANCINELLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 3838. Pireo, 31 maggio 1915, 01'e 20 (per. ore 3,30 dell' 1 giugno).

Legazione Inghilterra pubblica ammiragliato avere cominciato prendere misure per impedire contrabbando di guerra esercitato via Dedeagatch che è divenuto come questo centro importante di operazioni simili. Legazione Inghilterra informa pure stabilito blocco navale sulle coste Asia Minore dai Dardanelli allo stretto di Samos inclusivo a partire dal 2 giugno. Informo V. E. altro centro importante di contrabbando di guerra, mediante piccoli velieri per la Cirenaica, essere isola di Creta. Da persona arrivata da Smirne è stato assicurato che nello ancoraggio di Sigadzig (Penisola di Smirne dopo Capo Caracas) porto di Silvikisar fa capo un sottomarino e che sovente località è fortificata con truppe. Prego comunicare ministero marina.

63

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3840/264. Atene, 31 maggio 1915 (per. o1'e 3,30 dell' 1 giugno).

Questa Legazione d'Inghilterra ha notificato oggi Governo greco che in vista del persistente contrabbando di guerra che si opera dal porto del Pireo, tutte le navi che ne escono verranno immediatamente visitate e se trovate contrabbando guerra verranno condotte Malta per ivi sottostare esame del Tribunale delle Prede. Siccome ... (l) tutto è secondo l'ordinanza inglese contrabbando di guerra, Governo greco considera che tale misura se applicata rigorosamente paralizzerà tutto il commercio greco.

64

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 3844/212. Londra, 31 maggio 1915, o1'e 11,26 (per. ore 5,10 dell' 1 giugno).

Telegramma di V. E. n. 1710 (2). In via strettamente confidenziale Nicolson mi ha testè informato che fra due

-o tre giorni sarà proclamato blocco coste Turchia Asiatica per una estensione non ancora ben determinata.
(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Del 31 maggio, con cui veniva trasmesso a Londra un telegramma dal Pireo circa il contrabbando greco.
65

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, GARRONI

T. 1735. Roma, l giugno 1915, ore 2.

Seguito mio telegramma n. 1686 (1).

Il R. Ambasciatore a Washington telegrafa che quel Segretario di stato è sempre in attesa della risposta di Morgenthau circa suo consenso ad assumere protezione interessi italiani in caso di rottura nostri rapporti colla Turchia.

Bryan ha però autorizzato R. Ambasciatore a comunicarmi che qualora rottura si avverasse nel frattempo Stati Uniti assumerebbero intanto e comunque tutela provvisoria degli interessi italiani nell'Impero ottomano. Vennero già impartite in questo senso telegrafiche istruzioni a Morgenthau.

66

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. 1736. Roma, l giugno 1915, ore 2.

In seguito al telegramma di V. E. n. 245 (2), ho date istruzioni ai RR. Ambasciatori in Parigi, Londra, Pietrogrado di fare presente a quei governi convenienza di procedere con noi ad un passo collettivo presso codesto governo allo scopo di intimorirlo e renderlo conscio dei pericoli ai quali si esporrebbe nel caso fosse provata sua connivenza cogli austro-tedeschi ai nostri danni ed ove non provvedesse a reprimere efficacemente contrabbando.

Delcassé ha già dato telegrafiche istruzioni a codesto Ministro di Francia perché s'intenda con V. S. e Ministri di Russia e d'Inghilterra per concertare il passo proposto riunendo però prima elementi di fatto che permettano di replicare ad una negativa del governo ellenico.

Grey ha telegrafato nello stesso senso ad Elliot, aggiungendo che passo dovrebbe naturalmente essere fatto in via amichevole. Anche Sazonoff si disse pronto impartire istruzioni a codesto Ministro di Russia nel senso di quanto venisse concertato da noi con Inghilterra e Francia.

Prego quindi V. S. prendere opportuni accordi con suoi colleghi inglese, francese e russo tenendo presente che consento da parte mia nei suggerimenti di Grey e di Delcassé.

Circa modalità e momento opportuno per eseguire il passo in parola me ne rimetto agli accordi che V. S. prenderà coi suoi colleghi predetti.

(l) -Del 29 maggio, che non si pubblica. (2) -Del 28 maggio, che non si pubblica.
67

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO A DURAZZO, ALIOTTI, E AI CONSOLI A SCUTARI, DE FACENDIS, E A VALONA, LORI

T. 1743. Roma, l giugno 1915, ore 4,30.

(Per Durazzo, Scutari e Valona) Secondo notizie confermate anche da ministero affari esteri di Serbia, 28 maggio ebbe luogo sanguinoso conflitto fra serbi ed albanesi presso il monastero di Sveti Naum in direzione di Pogradetz, sulla frontiera serbo-albanese. Su territorio albanese si noterebbero forti gruppi albanesi armati in atteggiamento minaccioso contro Serbia.

Quanto precede per sua opportuna notizia.

(Per Pietrogrado) R. ministro in Nisch telegrafa: • Ministero Affari esteri conferma notizia di un conflitto sanguinoso tra albanesi e serbi avvenuto ieri l'altro sulla frontiera Sveti Naum nella direzione di Pogradetz » (1).

Confido che codesto Governo non mancherà far pervenire a Governo serbo opportuni consigli moderazione e prudenza affinché esso s'adoperi ad evitare qualsiasi incidente con gli albanesi, che nelle attuali circostanze, voci malevole ed interessate farebbero certamente passare agli occhi degli albanesi come dovuto principalmente all'entrata dell'Italia nel conflitto europeo accanto alle potenze della Triplice Intesa e che giova soltanto agli interessi dei nostri nemici.

Prego V. E. esprimersi in tal senso con Sazonoff.

68

IL MINISTRO A DURAZZO, ALIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3853/278. Durazzo, l° giugno 1915, ore 10,25 (per. ore 14).

Informatore giunto dall'interno riferisce: l) Circa 15 giorni fa sono giunti a Tirana, via Scutari, alcuni comitagi bulgari accompagnati da un emissario di Costantinopoli, di cui sei creduti ufficiali che, insieme ad un austriaco, stanno organizzando arruolamento di un battaglione per ogni cazà e di quattro per ogni mutessariflick, ciò che dovrebbe dare un totale di circa 26 battaglioni. Questi comitagi appartengono alle provincie nuove annesse alla Serbia e sono notoriamente affiliati al partito austriaco senza avere legami col Governo di Sofia. All'appello avrebbero risposto alcuni distretti eccettuato quelli di Sciak, Croia, Berat, Malacastra, Lusonia e Strapari. Truppe, qualora si riuscisse ad organizzarle, dovrebbero riunirsi il 18 giugno ad Elbassan ove esse dovrebbero soggiornare cinque giorni. Per la spesa di questa permanenza è stata allocata la somma di

ti mila (lire) turche. Non è ancora precisato l'uso che si vorrebbe fare di questa torza che difficilmente però potrà avere vero scopo anche per mancanza munizioni. 2) È pervenuta a Tirana notizia che circa otto giorni fa, in seguito ad un attacco perpetrato da bande di insorti albanesi in territorio serbo verso Starovo, i dibrani accompagnati dal~a gente di Essad e da soldati serbi hanno respinto assalto e sono penetrati in territorio albanese destando panico ad Elbassan. Per rispondere alla domanda di soccorso ribelli tiranesi hanno chiamato alle armi la popolazione che avrebbe risposto freddamente inviando soltanto 200 uomini. Ribelli per incoraggiare i loro partigiani sparse;ro notizia della uccisione di Essad pascià. Senonchè popolazione insospettita non rispose se non debolmente a questa nuova chiamata ed ha mandato un emissario a Durazzo per accertare notizia morte di Essad. 3) Che territorio occupato Albania è pervenuto in contrabbando una certa quantità di munizioni a favore di ribelli, via Berat. Essad ha intenzione di protestare presso questo rappresentante Grecia probabilmente contro questo abuso a scopo lucro. 4) Alcuni giorni fa ribelli impiccarono Hoggià che aveva protestato contro loro crudeltà allegando che era inutile sperare nell'aiuto del sultano. Avendo Russa Kiazim dissuaso contro questa rivolta, ribelli sarebbero decisi arrestare e uccidere quel Mufti, ora fuggito nuovamente. Prego comunicare quanto precede al R. Console Valona visto impossibilità comunicare direttamente con quella stazione radiotelegrafica.

(l) Con t. 3809/160 del 30 maggio.

69

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI

T. GAB. R. SP. 514. Roma, l giugno 1915, ore 21,20.

Mio telegramma n. 480 (1).

R. ambasciatore a Parigi telegrafa a S. E. il presidente del consiglio quanto segue:

• Il colonnello Rudeanu ha avuto con me due colloqui nei quali mi ha esposto argomenti, a me del resto noti, coi quali Bratianu giustifica la sua tesi. Io dopo averlo assicurato che l'Italia ha per la Romania la più viva simpatia, ho aggiunto che questa riposa non solo su sentimenti e tradizioni, ma su comuni interessi. L'Italia infatti è grandemente interessata che in mezzo agli Stati balcanici si assida quale elemento di equilibrio una Romania forte. Quindi per parte nostra saremmo disposti a favorirla nella sua aspirazione. Però appunto perchè amica sincera e interessata al suo avvenire, dobbiamo richiamarla ad una più esatta percezione della realtà e distoglierla da pericolosa illusione, indicandole quello che può conseguire, e sconsigliando dall'ostinarsi a chiedere ciò che non può

ottenere con il pericolo di aver poco o nulla. Venendo alla questione concreta, abbiamo esaminato insieme dettagli della carta, e io gli ho dimostrato ragionevolezza di lasciare alla Serbia quella parte del Distretto di Torontal che deve servire alla copertura di Belgrado e dove la popolazione è in grande maggioranza serba, come romeni stessi ammettono, poichè ciò risulta dalle stesse carte annesse a vari opuscoli propaganda romena. Rudeanu pur dichiarando non aver facoltà di trattare, ma solo di udire e riferire.. mi ha fatto comprendere che Bratianu potrebbe cedere in parte nella questione del Distretto di Torontal frontiera linea del Pruth lasciando alla Romania Cernovic centro antico e tradizionale della cultura romena. Ho risposto a Rudeanu che linea del Sereth proposta dalla Russia, dava alla Romania popolazioni rutene comprese tra Sereth e Suceava. Però siccome popolazioni tra costa orientale del Sereth e del Pruth sono romene. la Romania avrebbe potuto chiederle, escludendo ben inteso la città di Cernovic, che ha la sua antica Università romena, è una città slava e non romena e che la Russia intende tenersi ad ogni costo. Ppsto ciò, se la Romania rispondendo alla Russia facesse una proposta conciliativa nella quale chiedesse la costa orientale tra Sereth e Pruth, esclusa Cernovic riconoscesse doversi lasciare una parte del Distretto di Torontal alla Serbia, potrebbe avere appoggio Italia e Francia che agirebbero a Pietroburgo per facilitare accordo. Se invece Bratianu non volesse entrare in questa via conciliativa, Italia e Francia sarebbero costrette ad astenersi, e trattative con la Russia dovrebbero considerarsi fallite. Rudeanu dopo essersi sfogato contro avidità e ingratitudine della Russia, e aver detto che il ricordo dell'atto ingeneroso col quale la Russia tolse alla Romania la Bessarabia vive sempre nei romeni, mi ha detto che telegrafassi a Bratianu. Ha poi aggiunto che la posizione di Bratianu è delicatissima, poichè se farà accordi con Russia senza Cernovic sarà vivamente attaccato per non averlo ottenuto e se non farà accordo si farà pesare su lui la responsabilità delle conseguenze. Rudeanu doveva vedere Delcassé ieri alle ore cinque ma per un equivoco non vi andò. Vi andrà oggi o domani. Delcassé gli terrà identico mio discorso •.

(l) Cfr. n. 13.

70

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 648/213. Londra, l giugno 1915, ore 10,45 (per. ore 4 del 2).

Ministro di Romania è venuto stamane a leggermi un telegramma più agro che dolce diretto da Bratiano a Lahovary in replica alla recentissima comunicazione di Blondel.

Mishù mi ha chiesto mio avviso sulla situazione attuale delle trattative. Premesso che parlavo esclusivamente per conto mio personale gli ho tenuto linguaggio ispirato ai concetti indicati da Fasciotti. Ricordatogli le considerazioni prece

dentemente espostegli sui vantaggi di ogni genere che per la Romania presente

rebbe di unirsi subito all'alleanza, assicurarsi lautissimo compenso, ho soggiunto

che al postutto non spettava nè a me nè ad altri il dare consigli al Governo

romeno unico e sovrano giudice competente degli interessi del suo paese.

Poichè dunque a quanto sembra la Russia ed i suoi alleati non credono poter andare più oltre nella via delle concessioni e poichè Bratianu per ragioni che non mi permetto certamente di discutere non crede potersene accontentare, mia impressione era che al momento presente almeno, prosecuzione conversazioni non lascia adito a speranze di favorevole soluzione. Mishù ha risposto condividere tale mia impressione manifestatagli pure stamane da Cambon, il quale però (a mio modo di vedere, poco opportunamente) ha lasciato intravvedere velate minacce di eventuali pubblicazioni sui negoziati. Al che ha replicato Mishù tali pubblicazioni avrebbero per unico risultato di rinforzare la posizione di Bratiano giacchè in tal caso nessun uomo politico romeno oserebbe assumere responsabilità di rimproverargli di avere sostenuto tenacemente interessi nazionali. Mishù concluse che tentativi eventuali da parte di qualche ministro Triplice Intesa di provocare mutamenti ministeriali in Romania sarebbero a suo avviso destinati a totale insuccesso.

Nel corso della conversazione tenuta per la prima volta con Crewe lo ho oggi messo al corrente del colloquio con Mishù chiedendo suo avviso. Mi ha risposto sembrare anche a lui che per il momento sarebbe preferibile di non mostrar troppa insistenza per spingere la Romania visto che, a quanto pare, si riuscirebbe soltanto ad alimentare persistente intransigenza di Bratiano. Qualora poi Russia giudicasse di indispensabile urgenza intervento Romania, spetterebbe sempre ad essa di giudicare sulla possibilità di nuove concessioni specie per quanto concerne Czernoviz e linea del Pruth; Francia ed Inghilterra non avrebbero nulla da dire in contrario, ne sarebbero anzi liete, ma per doverosa delicatezza ritengono doversi astenere dall'esercitare per il momento almeno, pressione di sorta a Pietrogrado. Il Governo britannico per motivi di onore, ben chiariti da Grey, mantiene soltanto intatta la sua opposizione contro la cessione della parte del Banato a nord di Belgrado.

Ho domandato poi a Sua Signoria che cosa pensava di un progetto espostomi ieri da Cambon mirante ad ottenere dalla Russia la concessione di Czernovitz città abitata da israeliti e moldo-valacchi con confini che lasciassero alla Russia il resto della linea del Pruth, con i territori abitati da ruteni. Crewe mi ha detto che a quanto risultavagli a tale progetto Sazonoff non ha dato esplicita adesione ma non lo ha nemmeno respinto in modo assoluto. Comunque però non gli pareva opportuno di presentare a Pietrogrado formali proposte al riguardo. Ciò non impediva però agli ambasciatori, in conversazioni private, di tastare il terreno e qualora in un modo o nell'altro si venisse a concretare e concordare detta proposta con Sazonoff la si potrebbe tenere in riserva per metterla abilmente avanti in un momento propizio onde vincere ultime esitazioni di Bratiano. Crewe ha tuttavia osservato, e nel suo parere concordo anch'io, che sulle decisioni finali Romania vera dirimente influenza sarà sempre esercitata dalla sorte delle operazioni militari russe le quali al presente appaiono purtroppo ancora incerte.

71

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. u. 3878/198. Washington, l giugno 1915 (per. ore 7,55 del 2),

È pervenuto al dipartimento di stato, soltanto adesso sebbene datato dal 25 maggio, telegramma ambasciatore americano Costantinopoli menzionato nel telegramma del marchese Garroni che ho trasmesso a V. E. con mio telegramma

n. 197 (1). Rimane così assodato che Governo Stati Uniti assumerà tutela interessi italiani in Turchia.

72

IL MINISTRO A NISCH, SQUITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3897/166. Nisch, l giugno 1915, ore 19,40 (per. ore 11,40 del2).

Nel trasmettere all'E. V. col mio telegramma n. 159 (2) un telegramma direttole dal R. Console ad Uskub, mi è sfuggito aggiungere per conto mio ciò che mi risultava da una conversazione avuta l'altro giorno con Pachitch riguardo azione serba in Albania. Egli mi ha detto che la Serbia non ha intenzione cambiare attitudine finora tenuta e che pertanto truppe serbe si limiteranno respingere aggressione albanese che nuovamente si presenta alla frontiera.

Governo serbo teme che ad istigazione dell'Austria-Ungheria gli albanesi vogliano ora penetrare in gran numero in Serbia anche allo scopo di sollevare le popolazioni di confine. In questo momento una grossa banda di 1.000 o 2.000 uomini è alle prese dalla parte di Okrida con le truppe serbe. Altre bande potrebbero attaccare dalla parte di Prizrend e da quella di Dibra. Perciò il Governo ha dislocato truppe dall'interno del paese in quei tre punti a difesa del territorio, come ne ha spedite sulla frontiera orientale a guardia contro qualche attacco bulgaro.

I contingenti destinati alla guerra con l'Austria non sono stati intaccati.

Dopo aver respinto il nemico i serbi occuperanno probabilmente quei punti strategici tante volte menzionati, limitandosi al puro necessario ad impedire ulteriori incursioni.

Nessun'idea di avanzata sul territorio albanese spingendosi fino a Durazzo.

Serbia riterrebbe indispensabile occupare quei punti per disporre liberamente del suo esercito contro l'Austria-Ungheria e non essere aggredita alle spalle durante la sua prossima azione principale sul territorio della Monarchia.

Non ho mancato raccomandare anche questa volta astensione da ogni occupazione territoriale in Albania contraria al nostro desiderio, a quello della Triplice Intesa ed a beninteso interesse della Serbia.

(l) -Non pubblicato. (2) -Del 23 maggio 1915, riferisce sul voto della Camera per la fiducia al Governo serbo.
73

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 653/254. Bucarest, l giugno 1915, ore 3,30 (per. ore 18 del 2).

Telegramma di V. E. n. 506 r. sp. (1).

Non è mai stata questione, finora almeno, di una riunione di capi dell'opposizione. Deve esservi un malinteso il che non deve meravigliare considerato che siamo in 4 rappresentanti esteri a trattare stessa questione.

A complicare maggiormente le cose vi è la situazione interna che è difficilissima a distrigare per chi è sul luogo, e quindi addirittura incomprensibile per chi si trova fuori di qui.

A sgombrare il terreno almeno da queste difficoltà cercherò dire il più brevemente possibile quale sia la situazione interna. È al potere il partito liberale, nella sua immensa maggioranza favorevole alla guerra. A capo del partito e del Governo è il signor Bratianu, che deve il potere più che altro alla memoria di suo padre. Bratianu, naturalmente intelligente, non è un lavoratore ed ha una mentalità orientale ed un temperamento insieme esitante e tenace, esitante nelle questioni decisive, tenace nei particolari.

Bratianu si è circondato nel Gabinetto di figure di second'ordine incapaci (all'infuori del ministro delle finanze Costantinesco) di iniziative personali ed anche semplicemente di indipendenza di giudizio. Intero partito del resto forma una solida compagine tenuta unita da una fitta rete di affari, non sempre politici.

In relazione alla guerra attuale Bratianu voleva da principio marciare insieme ai due Imperi e l'avrebbe fatto se l'Italia non avesse scelto un'altra via. Venuta la dichiarazione di neutralità dell'Italia, Bratianu si garantì contro il pericolo di attacchi da parte dei due e si assicurò la sua parte della Monarchia austro-ungarica per la eventualità del trionfo dell'Intesa mediante i noti accordi con noi e colla Russia. Assicuratosi infine che le maggiori probabilità di successo fossero da parte dell'Intesa e viste occupate dai Russi la Bucovina e la Galizia cercò di affrettare il momento della nostra entrata in azione. Quando questa fu decisa cercò di valersi di noi per ottenere quelle concessioni territoriali che sapeva di non poter da solo far accettare alla Russia. Fallitogli questo piano e sgombrate ormai quasi completamente dai Russi la Galizia e la Bucovina egli fu naturalmente spinto a ritardare l'entrata in azione del suo paese da un lato dal desiderio di approfittare degli insuccessi russi per imporre il suo punto di vista e dall'altro dal timore di iniziare la campagna in un momento sfavorevole alle armi degli alleati.

A rendere Bratianu anche più tenace nelle sue pretese hanno concorso e il ricordo delle quattro province della Bessarabia strappate dalla Russia alla Romania mentre era al potere suo padre, e la preoccupazione di non dovere, di

fronte al paese, riconoscere di aver commesso nelle attuali trattative un duplice errore di metodo e di sostanza, (l) quindi si è fin da principio pronunziato per una 'soluzione ~conciliativa, ha avuto violente discussioni col Sovrano (?) (2) ma non è riuscito finora a far prevalere il suo punto di vista, sia perchè ha esitato compromettendo solidità della compagine del partito, sia perchè i suoi parenti più stretti sono in affari più o meno loschi ed hanno perciò bisogno della benevolenza del potere.

Partito conservatore democratico è compatto intorno al suo capo Take Jonesco per una soluzione conciliativa che conduca immediatamente alla guerra.

Partito conservatore è scisso in 3 frazioni: una addirittura trascurabile per numero ed influenza, con a capo il signor Carp, per la guerra a fianco degli austrotedeschi; una pure poco numerosa col capo del partito signor Marghiloman per la neutralità sia pure velata da dichiarazione interventista, ed infine la maggioranza, favorevole all'immediata entrata in azione, con a capo il signor Filippesco. Questa maggioranza ha iersera gettato giù Marghiloman ed affidato la direzione provvisoria del partito al signor Giovanni Lahovary con programma favorevole all'immediata entrata in azione.

In questo momento adunque presidente del consiglio, ben lungi dal fidarsi, è per l'intransigenza ed i signori Take Jonesco, Filippesco, Giovanni Lahovary e Constantinesco sono per una soluzione conciliativa che permetta la sollecita partecipazione della Romania alla guerra. Questi interventisti, per potere far sentire la loro voce, senza che il presidente del consiglio possa accusarli di tradimento contro le aspirazioni nazionali hanno bisogno: l o che sia evidente per tutti che le domande del signor Bratianu non possono essere accolte integralmente; 2° essere sicuri che la Russia, quando la Romania con o senza Bratianu, riprenderà i negoziati con essa accorderà condizioni ragionevoli.

Perciò è necessario a mio avviso: l o astenersi rigorosamente da ogni qualsiasi passo diretto o indiretto presso Governo romeno od i suoi rappresentanti perchè Romania entri in azione, finchè Governo romeno tosto o tardi non riprenda esso le conversazioni; 2° ottenere dal Governo russo fin da ora assicurazione che quando Romania verrà a più miti propositi le accorderà senza esitare delle condizioni ragionevoli che potrebbero essere le seguenti: l o tutto il Banato ai romeni meno la parte nord-ovest del distretto di Torontal che andrebbe ai serbi. Questa parte deve essere delimitata ad ovest dalla Theiss, a nord da una linea che partendo da questo fiume all'altezza di Nagy-Becsherek seguisse il canale Berzava fino a Partos sul confine orientale del distretto, ad est da una linea che partendo da Partos scendesse fino al Danubio all'altezza di Temes-Rubin ed a sud dal Danubio (vedi atlante Stieler tav. 20) perchè per quanto riguarda delimitazione proposta dal signor Sazonoff sarebbe certamente qui respinta recisamente perchè toglierebbe alla Romania maggior parte del corso del Danubio nel Banato.

Nella Bucovina la frontiera potrebbe seguire la linea indicata mio telegramma Gabinetto segreto n. 230. Tale frontiera farebbe perdere alla Russia Czernovitz ma le darebbe la maggior parte dei Ruteni cattolici nonchè la metà dell'intera regione. Può darsi che Bratianu ormai troppo compromesso di fronte al pubblico

non accetterebbe col Gabinetto attuale tale soluzione. Ma vi è fondata ragione di credere che l'accetterebbe un Gabinetto di concentrazione con o senza Bratianu.

A facilitare questa accettazione concorreranno le manifestazioni pubbliche del genere di quelle di ieri l'altro ed un'abile campagna giornalistica per la quale attendo ancora gli elementi sotto forma di frequenti ed interessanti notizie (1).

(l) Non pubblicato.

(l) -Nella copia conservata nell'archivio dell'ambasciata a Londra qui aggiunto c Ministro delle Finanze •. (2) -Nell'archivio dell'ambasciata a Londra «presidente del Consiglio. anzichè Sovrano.
74

L'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, GARRONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3979/418. Costantinopoli, 1 giugno 1915, ore 12,10 (per. ore 8,30 del 5) (2).

Telegramma di V. E. n. 1652 (3).

In vari miei telegrammi ho già riferito a V. E. che autorità sotto pretesto di esigenze militari rifiutano, salvo apparenze di contegno quasi regolare qui a Costantinopoli, di lasciar partire nostri connazionali nei porti della Siria e dell'Anatolia; misura è anche estesa al personale consolare di carriera. Le mie insistenze che, data delicatezza attuale situazione assumono carattere imbarazzante, hanno avuto assicurazioni delle quali telegrafai ieri che non so come saranno mantenute. Ho parimenti riferito a V. E. che, salvo qualche germanofilo telegramma di scarsa importanza, siamo da dodici giorni quasi isolati, cosicchè non ho ricevuto nessuna comunicazione da codesto Ministero di avvenimenti che immagino devono aver formato oggetto di corrispondenza telegrafica quali la nostra dichiarazione di guerra all'Austria, il decreto di mobilitazione generale, la dichiarazione del blocco costa adriatica e via dicendo. Solo da ieri mi si sono rimessi alcuni telegrammi con la data del 26 e del 28. Ho anche riferito a V. E. che la stampa da due settimane ha iniziato una campagna violenta contro noi che non tende a cessare e contro la quale debbo dichiararmi impotente.

In queste circostanze non mi sento il coraggio d'iniziare delle trattative indicate nel suo telegramma precitato n. 1652. A tali trattative Governo ottomano opporrebbe solito sistema delle tergiversazioni che in questo caso sarebbe doppiamente giustificato poichè non è un fatto normale di far partire le rappresentanze consolari prima di quelle diplomatiche.

Trattative di questo genere possono solo essere condotte con probabilità di riuscita dalla potenza protettrice sia perchè rientrano nelle sue precise funzioni sia perchè essa parla al Governo ottomano con molta più autorità di quella che non sia data all'Ambasciatore di Sua Maestà. Dopo quanto è successo infatti e visto che questo paese è ormai divenuto un protettorato tedesco, io mi trovo qui completamente esautorato e la situazione mia e di tutta la rappresentanza va divenendo poco seria.

8 -Documenti diplomatici-Serie V-Vol. IV

(l) -Ritrasmesso a Parigi, Londra, Pietrogrado e Sofia con t. gab. r. sp. 518 del 3 giugno. (2) -Il telegramma reca la dizione: c Ritardato •. (3) -Del 28 maggio, che non si pubblica: Sonnino invita a fare passi affinchè non siano opposti ostacoli alla partenza degli italiani.
75

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI

T. 1773. Roma, 2 giugno 1915, ore 6.

A proposito riunione cui partecipa Dellabadessa quest'ambasciata di Francia comunica che riunione ha il programma seguente:

l o pubblicazione delle liste di contrabbando guerra;

2° applicazione da parte Italia delle misure adottate contro mercanzie di

origine nemica; 3o compilazione lista divieti esportazione e regolamento dell'esecuzione dei permessi di esportazione; 4o approvvigionamento della popolazione e dell'industria svizzera senza creare pericoli per difesa nazionale degli alleati.

Questo programma è notevolmente più esteso di quello indicato nel telegramma di V. E. gab. n. 162 (1). Missione Dellabadessa è limitata studio e provvedimenti circa il punto 4o del suddetto programma. Circa altri punti informo

V. E. che nostra lista contrabbando non è ancora pubblicata e che per ora noi abbiamo vietato transito solo con Austria-Ungheria. Di fatto però non esiste più transito nemmeno con Germania.

76

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3873/199. Washington, ... giugno 1915, (per. ore 8 del 2).

Trasmetto a V. E. seguente telegramma di Garroni pervenuto al Dipartimento di Stato soltanto adesso sebbene partito il 26 maggio e perciò anteriore a quello da me trasmesso col mio telegramma n. 197 (2).

• Situazione si fa difficilissima. Anche in vista fondata supposizione che non ci si lasci passare da un giorno all'altro ritengo necessario accordo fra Italia e Turchia per l'immediato richiamo dei rispettivi rappresentanti diplomatici senza dare a ciò carattere di una vera rottura •.

(l) -T. gab. r. sp. 162 di Tittoni, del 20 maggio: esportazione verso la Confederazione Elvetica. (2) -Non pubblicato.
77

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3902/267. Atene, ... giugno 1915, ore 14 (per. ore 16,40 del 2).

Telegramma di V. E. n. 1736 (1).

Mi sono messo in relazione sull'argomento di esso con questi miei colleghi d'Inghilterra, Francia e Russia. Ci siamo trovati d'accordo nel ritenere che per ora manchiamo di dati positivi per un passo formale presso il Governo greco nel senso indicato con esso telegramma. Ciascuno di noi ha però segnalato a questo ministero degli affari esteri e continuerà a segnalare le voci che corrono di connivenza greca cogli austro-tedeschi per procurare distogliere da questa via gli elementi sospetti, facendo loro comprendere che vigiliamo e che all'occasione sapremo anche colpire. Continuano frattanto da parte di tutti noi le ricerche per giungere a qualche dato positivo.

78

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 712/9. Madrid, 2 giugno 1915, ore 19,45 (per. ore 23,30).

A quanto mi risulta l'offerta di ospitalità al Sommo Pontefice non fu provocata da alcuna apertura della Santa Sede ma per iniziativa personale di Re Alfonso.

Il nunzio apostolico, il quale dopo la nostra dichiarazione di guerra ha anche interrotto le sue visite prima frequenti all'ambasciata germanica, mi segnalò egli stesso confidenzialmente il comunicato da lui fatto pubblicare per smentire che egli avesse preso alcuna iniziativa sovraccennata.

Ho colto l'occasione del ricevimento ebdomadario di ieri sera per osservare al ministro di stato amichevolmente che sarebbe stato preferibile che dell'offerta non si fosse parlato nei giornali atteso che, comunque non dubitassi che non vi era stato in essa alcuna intenzione meno che benevola a nostro riguardo, pure poteva dar luogo a false interpretazioni.

Ministro mi rispose nel modo più cordiale cercando di togliere importanza alla iniziativa reale che credo sia riuscita tutt'altro che gradita allo stesso Governo spagnuolo (2).

(l) -Cfr. n. 66. (2) -Ritrasmesso a Parigi, Londra, Pietrogrado e Berna con t. gab. 349 del 4 giugno, ore 19.
79

L'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, GARRONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3909/414. Costantinopoli, 2 giugno 1915, ore 20,45 (per. ore 24).

Gran Visir e Talaat bey mi hanno oggi ripetuto che tutti telegrammi giunti Ambasciata furono recapitati e che quelli da me inviati furono spediti. Mi hanno pure dichiarato che tutti italiani potranno partire. Vi sono eccezioni per tutti gli stranieri compresi nel IV corpo d'armata d'Asia, per disposizione militare del comandante, ma si tenterà di far modificare. Rimane intanto che da porto Smirne partenze sono permesse. Per necessario controllo avverto V. E. che dal 20 in poi mi sono giunti dal Ministero telegrammi di V. E. 1527, 1535, 1537, 8572, 1597, 6445, 9079, 9126, 1629, 9216, 16304, 1066 e che neHo stesso periodo ho spedito direttamente telegrammi dal numero 397 al 413. Ho ripetuto per via Washington telegramma 407 e per via Sofia telegrammi 398 e 413. Ad onta dichiarazione Sublime Porta debbo ritenere che parecchi telegrammi non mi sono pervenuti.

A prescindere dal 1580 che già telegrafai non essere pervenuto sta che mai ebbi comunicazione della dichiarazione di guerra all'Austria-Ungheria, del decreto di mobilitazione, della dichiarazione di blocco dell'Adriatico, notizie tutte che debbo supporre mi siano state telegrafate.

Tutto calcolato posizione questa Ambasciata rimane sempre difficilissima, tale da farmi insistere sulla proposta di richiamo senza arrivare alla rottura; desidero che una decisione in proposito mi giunga da V. E. che può comunicare colla ambasciata per mezzo America Bulgaria o per qualsiasi altra via ritenuta più sicura.

Pel caso poi che ogni comunicazione fosse impossibile, ciò che rileverei da mancanza d'istruzioni telegrafiche da parte Ministero pregherei !asciarmi libertà d'azione per domandare passaporti Sublime Porta quando misura a mio avviso si imponesse.

80

IL MINISTRO A SOFIA, CUCCHI BOASSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3917/279. Sofia, 2 giugno 1915, ore 14 (per. ore 2 del 3).

Ho telegrafato a Brenna conformemente telegramma di V. E. n. 1712 (1), ma apprendo da questo Ministero degli Affari Esteri che, da un telegramma giuntagli ieri, Garroni 30 maggio era ancora a Costantinopoli e aveva intrattenuto Talaat bey sull'opportunità che tanto ambasciatore d'Italia Costantinopoli quanto amba

sciatore di Turchia Roma, di comune accordo fra i due paesi, partissero da rispettive residenze !asciandovi uno o più funzionari per ordinaria amministrazione.

Infatti posizione Garroni sarebbe difficilissima non potendo egli corrispondere con V. E.; italiani atti alle armi sono trattenuti Turchia e stampa ottomana inveisce contro Italia.

Governo ottomano non avrebbe dato risposta Garroni, pare dovendo attendere istruzioni da Berlino.

(l) Non pubblicato. Sollecita risposta al n. 28.

81

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 711/17. Stoccolma, 2 giugno 1915, ore 20,15 (per. ore 5 del 3).

Due giorni fa Bildt ed il ministro di Svezia e Norvegia a Vienna sono stati incaricati di comunicare verbalmente a V. E. ed al Governo austro-ungarico che dichiarazione di neutralità si estende anche all'intervento dell'Italia e sussiste dopo di esso. Questo ministro degli affari esteri ha informato verbalmente di ciò i rappresentanti delle altre potenze belligeranti in Stoccolma.

Mi consta in via confidenziale che questo Governo non voleva dapprima fare tale passo regolandosi come per l'intervento della Turchia ma che vi si è indotto in seguito per desiderio del Governo norvegese il quale aveva fatto la dichiarazione del 4 agosto in termini identici e d'accordo con esso. Il passo avrebbe per scopo di mettere in tacere tutte le dicerie sopra colloqui avuti da Bildt con V. E. alla fine di aprile e ad una certa agitazione di questi circoli militari.

82

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, GARRONI (l)

T. GAB. 1778. Roma, 3 giugno 1915, ore 19.

Tel. di V. E. n. 414 (2).

Non è possibile consentire a V. E. facoltà di richiedere i passaporti senza che

R. ministero conosca e valuti le circostimze precedenti a tale gravissimo passo.

(l) -Trasmesso tramite l'ambasciata a Washington. (2) -Cfr. n. 79.
83

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3930/270. Atene, 3 giugno 1915, ore 12,30 (per. ore 19,15).

Seguito mio telegramma n. 259 (1).

Zografos mi ha rimesso due memorie di cui mando copia per posta. Nella prima in risposta alla mia memoria 7 marzo egli insiste perchè il limite nord dei territori occupati dalla Grecia si estenda fino Capo Grammata per motivi geografici e per il fatto che i pascoli e la foresta appartenenti ai villaggi Paliassa e Drimades si troverebbero, se linea fosse portata ad Aspri Ruga, separati dai loro proprietari dalla frontiera albanese. Nella seconda memoria Zografos sostiene che la occupazione da parte della Grecia della regione rende inutile estensione del blocco fino Aspri Ruga. Un battello della marina greca è stato specialmente destinato sorveglianza di questa costa. Questi due memorandum sono accompagnati da una lettera privata di Zografos in cui esprime speranza che noi vorremmo restringere nostro blocco alla punta Grammata. V. E. vorrà spiegarmi se e come debbo rispondere a queste memorie.

84

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 714/158. Pietrogrado, 3 giugno 1915, ore 14,15 (per. ore 21,35).

Mi viene riferito che personaggio parlamentare russo il quale ha frequente contatto con questo ministero affari esteri ha asserito già accordo fra Russia e Inghilterra circa questione degli Stretti e Costantinopoli.

A suo dire Russia otterrebbe le due rive degli stretti con la linea Enos-Midia come frontiera europea e Indjirl-Adramit compresavi Brussa come frontiera asiatica.

Le spetterebbe parimenti Imbros e Tenedos. Mare interno continuerebbe essere inaccessibile navi da guerra estere ma Russia darebbe garanzie per libertà commerciale degli stretti anche in tempo di guerra.

Riserbo di queste sfere ufficiali sull'argomento è estremamente rigoroso e sull'asserzione surriferita non mi trovo per ora in grado di formulare fondate presunzioni.

(l) Cfr. n. 53.

85

L'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3943/464. Parigi, 3 giugno 1915, ore 22 (per. ore 1,10 del 4).

Telegramma di V. E. n. 1773 (1).

Conformemente mio telegramma n. 162 gab. (2), riunione proposta dal Governo francese doveva trattare non solo questione del commercio con la Svrlzzera ma anche quella del contrabbando e repressione commercio neutro (?). Difatti trattasi di prendere accordi perchè i governi alleati applichino tutti le stesse misure nella materia e desiderio della Triplice Intesa è che Italia emani disposizioni analoghe a quelle adottate coi decreti 7 novembre 1914 modificati e ampliati coi decreti 2 e 3 gennaio 1915 e decreto 16 marzo contro il commercio tedesco. Sembrami difficile non aderire a questa richiesta. D'altra parte Germania e Austria-Ungheria non hanno finora preso verso noi misure che ... (3) decreti di rappresaglia del 16 marzo. Pertanto prego V. E. darmi istruzioni al riguardo. Circa dettagli delegati italiani hanno inviato direttamente al R. Ministero delle Finanze un telegramma più diffuso dopo averlo a me sottoposto.

86

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.R. SP.662/215. Londra, 3 giugno 1915, ore 9,45 (per. ore 7,30 del 4).

A titolo puramente confidenziale Benckendorff non mi nascose iersera sua impressione poco favorevole a riguardo passo ufficiale fatto a Sofia dalle potenze alleate.

Egli dubita pronta accettazione Bulgaria, si preoccupa nel frattempo dell'effetto sgradito della comunicazione a Belgrado e sopratutto ad Atene.

Gli dissi che per parte mia ero rimasto alq,uanto sorpreso per la forma solenne ed impegnativa della comunicazione avendo dall'unico colloquio avuto al riguardo con Grey, tratto impressione che passo avrebbe avuto carattere piuttosto di cauta investigazione rimanendo per il momento nel campo ipotetico. Rispose collega tale era appunto primitivo pensiero di Grey ma il gabinetto sotto la ossessione permanente in cui è per le difficoltà di giorno in giorno più tangibili dell'azione ai Dardanelli ed in base pure ad assicurazioni provenienti dai soliti deputati bulgarofili del famoso comitato balcanico, ha insistito perchè si parlasse a Sofia in modo preciso e senza ulteriore perdita di tempo. Collega avendo pure deplorato impegno preso con Bulgaria mentre intesa con Romania è ancora dubbia osservai che il dubbio risultato delle iniziate conversazioni con Sofia rende anche più imperioso di affrettare conclusione accordo con Romania le cui decisioni influiranno certamente su quelle bulgare. La conclusione o meno di tale accordo dipende però

principalmente dalla Russia, essendovi motivo di credere che con cessione di Czernovitz si riuscirebbe forse a vincere esitazioni di Bratiano. Replicò Benckendorff per il momento pensiero di Sazonoff essere che la parola spetta ora a Bratiano.

Sulle intenzioni russe circa Czernovitz collega mantenne massimo riserbo.

Impressione però da me tratta dall'insieme dei colloqui con Crewe e Cambon è che Sazonoff potrebbe in ultima analisi mostrarsi arrendevole anche per Czernovitz qualora venisse definitivamente assodato che ottenuta soddisfazione su questo punto Romania si decidesse entrare in campagna senza altre tergiversazioni ed ulteriore insistenza sulle rimanenti pretese.

(l) -Cfr. n. 75. (2) -Non pubblicato. (3) -Gruppo indecifrato.
87

IL MINISTRO A SOFIA, CUCCHI BOASSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 3947/283. Sofia, 3 giugno 1915, ore 20 (per. ore 9 del 4).

Giornali in questi ultimi giorni hanno accennato con molta riservatezza alle proposte della Triplice Intesa che sono rimaste finora segrete. Giornali austrofili hanno subito detto che proposte non possono modificare attitudine Bulgaria. Organi di Gueschoff e Malinoff vennero sospesi per qualche giorno allo scopo che col loro linguaggio non eccitassero opinione pubblica. Stamane giornale austrofilo Utro pubblica intervista col ministro dei lavori pubblici che è uno dei ministri stambulovisti che si oppone alla evoluzione del partito patrocinato dal Guenadieff verso la Triplice Intesa. Questo ministro dichiara che Bulgada deve continuare avere mani libere e rimanere strettamente neutrale. Giornali pubblicano poi un comunJcato ufficiale il quale dice che tutte ile voci circa cambiamento politica Governo e prossima mobilitazione sono messe

in giro solamente per allarmare popolazione da persone che lavorano contro gli interessi patria e che Governo non ha motivo cambiare politica neutralità ,stretta.

88

L'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, GARRONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4066/419. Costantinopoli, 3 giugno 1915, ore 12,40 (per. ore 12,30 de 7).

Colla nostra dichiarazione di guerra all'Austria e conseguente altra dichiarazione fatta alla Germania con ritiro della sua missione a Roma, condizione di questa ambasciata è divenuta eccezionalissima perchè Turchia, che è alleata di stato con cui siamo in guerra, da tanto tempo combatte strenuamente contro altri che sono ora nostri amici essendo al tempo stesso sotto azione di vero protettorato

tedesco. Da R. Governo non ebbi mai comunicazione alcuna riferentesi a situazione nostra e consolati dipendenti. Solo con telegramma 1652 (l) mi si è infor

mato di provvedimenti per ritiro consoli Siria e Palestina invitandomi far uffici perchè Governo ottomano ne facilitasse imbarco e partenza. Nulla per questa ambasciata ed altri consolati (alcuni dei quali, quelli ad esempio del Mar Nero, sono in condizioni peggiori di quelli di Siria e Palestina) quantunque sia consuetudine seguita anche ora per ambasciata di Vienna e Berlino di richiamare anzitutto rappresentanza diplomatica, lasciando allo stato che ha assunto protezione tutela partenza consoli e connazionali. Intanto qui, come ripetutamente telegrafai, nostra situazione è grave e insostenibile perchè insensibile qualsiasi azione diplomatica. Pressochè impossibile anche col R. Governo perchè ad onta di ripetute dichiarazioni della Sublime Porta telegrammi in gran parte non vengono spediti e consegnati; ostacolata, se non totalmente impedita partenza connazionali; aspri e pungenti commenti circa nostra condotta politica. Date tutte queste circostanze debbo insistere sull'urgente necessità mio richiamo lasciando al mio collega americano come di inveterata consuetudine e come io stesso ho fatto per i russi il provvedere a tutti atti di protezione per consoli e connazionali. Intervento di quest'ambasciata per la partenza di alcun console è anormale trattandosi di affermare interruzione di rapporti fra i due stati mentre relative rappresentanze diplomatiche rimangono in funzione. E d'altra parte, provvedimento è causa di veri inconvenienti perchè è fuori luogo, precipitoso... (l) e intempestivo affidare uffici consolari ai consoli americani dove essi esistono. D'altro lato si pregiudica posizione stato che assume nostra protezione facendolo intervenire con una sua nave per trasportare fin da ora nostri consoli. E non si raggiungerebbe lo scopo perchè data attuale disposizione per tutti gli stranieri concentrarsi a Vurla presso Smirne è difficile e richiede molto tempo. Protezione americana, quando nelle sue piene funzioni, potrà con tutta sua autorità ottenere modificazioni che migliorino situazione. Tutto ciò premesso insisto vivamente per immediato mio richiamo rimettendo protezione mio collega America. E provvedimento urge anche perchè questa missione se non per nostre persone, per quello che esse rappresentano, deve esser messa in condizione poter rimpatriare e non rimanere abbandonata a se stessa. Ed il rimpatrio tra altro fin d'ora si manifesta difficilissimo perchè impossibile per via di terra e difficile per via di mare data la dichiarazione di zona di guerra della parte orientale dell'Egeo e la presenza in esso di sottomarini tedeschi. Da non escludersi ancora che possa interrompersi linea ferroviaria provvisoria Costantinopoli Dedeagatch o per azione di guerra o per assoluta mancanza di carbone.

Dato che si possa arrivare a quel porto, altro ostacolo potrebbe essere evitato con imbarco su nave americana, che sarebbe certo concesso. Prego V. E. comunicarmi sue decisioni con telegramma spedito direttamente, ed a tempo stesso anche con altri mezzi ritenuti sicuri pel caso pressocchè certo che telegramma a me indirizzato non mi venisse consegnato.

A segutto poi del mio telegramma n. 418 (2) informo che ambasciatore Stati Uniti ha ricevuto istruzioni da Washington chiedere a questo Governo che nostri consoli in Siria e Palestina possano imbarcare a bordo • Tennessee •. Conseguentemente pratiche precitate Enver Bey ha risposto in massima acconsentire ad

imbarco dei R. consoli a bordo navi da guerra americane, ma che per esigenze militari questo non può aver luogo che nel porto di Vurla che, come V. E. sa, si trova a 40 km. da Smirne. Concentrazione consoli precitati in detta località domanderebbe tempo non breve.

Su queste disposizioni, che hanno però carattere generale per tutti gli stranieri, per le ragioni da me esposte si è dimostrato inflessibile.

(l) Non pubblicato.

(l) -Gruppi indecifrati. (2) -Cfr. n. 74.
89

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI DE' CALBOLI

T. 1813. Roma, 4 giugno 1915, ore 1,30.

Telegramma di V. S. n. 125 (1).

Presidente del Consiglio apprezzando osservazioni di V. S. intende revocare divieto generale circa interdizione giornali svizzeri in Italia. Prego intanto telegrafarmi d'urgenza nomi dei giornali ai quali si debba inibire in modo definitivo e permanente l'ingresso e la distribuzione nel Regno.

A tutti gli altri sarà lasciato libero ingresso e circolazione, salvo le disposizioni generali in vigore per la stampa in Italia.

90

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. 1792. Roma, 4 giugno 1915, ore 6.

Telegramma di V. E. n. 469 (Pietrogrado) (2).

Telegramma di V. E. n. 1021 (Londra) (3).

Telegramma di V. E. n. 440 (Parigi) (4).

Bosdari telegrafa essersi trovato d'accordo coi suoi colleghi d'Inghilterra,

Francia e Russia nel ritenere che manchino per ora dati positivi per passo formale

presso Governo greco nel senso indicato nel mio telegramma 16'53 (5) e che oc

corra quindi continuare attive ricerche per procurarsene. Intanto Bosdari e suoi

colleghi predetti hanno segnalato e segnaleranno al ministero greco degli esteri

voci che corrono circa connivenza greca con austro-tedeschi in modo da far com

prendere che si sta vigilando e da scoraggiare gli elementi sospetti che favoriscono

tale subdola azione.

(l) -T. r. 3857/125 dell'l giugno, che non si pubblica: inopportunità del divieto a tutti giornali svizzeri di ingresso in Italia. (2) -Cfr. n. 43 (3) -Cfr. n. 35. (4) -Cfr n. 46. (5) -Cfr. n. 30.
91

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO BELGA A LE HAVRE, CARIGNANI

T. GAB. 1798. Roma, 4 giugno 1915, ore 6.

Suo rapporto personale del 30 maggio (1). Disposizioni del R. Governo verso il Belgio sono favorevoli ed a suo tempo faremo il possibile. Ma anche in vista dell'atteggiamento che tenne in passato il Governo belga sulla questione del Papa, benchè tale atteggiamento sia in questo

momento modificato, ritengo opportuno non dare in anticipo assicurazioni troppo precise.

92

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 666/216. Londra, 4 giugno 1915, ore 10,10 (per. ore 1,50 del 5).

Mio telegramma gab. 215 R. Sp. (2).

Nicolson mi ha detto oggi che il Governo ellenico informato delle comunicazioni degli alleati a Sofia, ha presentato una virulenta protesta alla quale a quanto sembra si vorrebbe rispondere senza fretta, possibilmente ad elezioni terminate. Anche il ministro di Serbia è venuto a lagnarsi insistendo sull'argomento dell'essere il trattato del 1912 oggi inesistente per averlo la Bulgaria lacerato. Nicolson gli ha dimostrato con inconfutabili argomenti che la Serbia se, come è da confidare, la presente guerra terminerà con la vittoria degli alleati, si troverà in una posizione incomparabilmente più vantaggiosa di quella in cui era all'epoca della guerra balcanica; mentre allora la massima sua speranza si riduceva ad un semplice accesso economico al mare, oggi essa ha già assicurato un largo tratto di costa adriatica senza parlare della Bosnia e della parte del Banato necessaria protezione a Belgrado. Pertanto invece di lagnarsi la Serbia ha interesse sommo a facilitare mediante eque e ragionevoli concessioni il concorso della Bulgaria utilissimo alla realizzazione delle sue aspirazioni.

Ho osservato che le lagnanze serbe a me inspirano minori preoccupazioni di quelle greche. La Serbia è ora in ballo e dovrà comunque ballare. La Grecia invece è ancora al bivio e in parte fino ad un certo punto sotto l'influenza austrotedesca.

È lecito chiedersi se gli alleati riusciranno per il momento almeno a convincerla dell'utilità di cedere Kavalla, senza la quale l'intervento bulgaro appare piuttosto dubbio.

In ciò Nicolson ha convenuto pur esprimendo speranza che, terminate le elezioni, l'attraente prospettiva di acquisti territoriali in Asia Minore varrà ad illuminare la Grecia ed indurla a ragionevoli consigli.

(l) Non pubblicato. (2} Cfr. n. 86.

93

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 673/260. Bucarest, 4 giugno 1915, ore 23 (per. ore 13 del 5).

In seguito al passo fatto dal ministro di Francia di cui al mio telegramma Gabinetto 258 (1), Governo rumeno ha diretto ai Gabinetti della Triplice Intesa una comunicazione in cui conferma il suo desiderio di collaborare con essa aggiungendo che se Romania insiste su determinate condizioni lo fa esclusivamente perchè queste condizioni corrispondono per essa a esigenze strategiche. Del resto Romania ha sempre mantenuta verso la Triplice Intesa neutralità benevola prevista dall'accordo russo-romeno del l o ottobre. Comunicazione termina con un accenno all'inopportunità di ricorrere alla • maniera forte » colla Romania (2).

94

IL MINISTRO A NISCH, SQUITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 676/174. Nisch, 4 giugno 1915, ore 20 (per. ore 16 del 6).

Telegramma di V. E. gab. n. 336/47 (3).

Disçorrendo l'altro giorno in tesi generale con Jovanovic, essendo Pasic fuori Nisch, dei compensi territoriali che potrebbe ricevere dalla Serbia la Bulgaria per la sua entrata in azione egli mi ha ripetuto che il Governo serbo è sempre a questo riguardo nelle stesse intenzioni di prima. Nulla cederà bonariamente se non a guerra finita.

Allora soltanto si potrà discutere in 'considerazione entità dei nuovi acquisti territoriali della Serbia, quali regioni si dovrà cedere alla Bulgaria ( 4).

95

L'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, GARRONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4045/421. Costantinopoli, 4 giugno 1915, ore 6 (per. ore 7,40 del 7).

Telegramma di V. E. 1779 (1). Informo ad ogni buon fine che per approdo di RR. navi nei porti impero ottomano è prescritta preventiva autorizzazione Governo imperiale e che partenze

per ragioni ordine militare sono permesse nel Mediterraneo, senza distinzioni di nazionalità, solo porto Vurla, presso Smirne, e da Costantinopoli. Ciò ricordo per le conseguenze gravissime che può avere invio d'autorità RR. navi ad Adalia per imbarcare quel R. console e connazionali.

Richiamo al riguardo considerazioni svolte mio telegramma 411 (l) per le quali provvedere d'autorità per Adalia avrebbe per conseguenza compromettere sorti tutti gli altri consoli, connazionali, provocare gravi atti rappresaglia nel caso di qualche incidente ordine militare.

Confermo poi ancora tutti miei telegrammi precedenti cioè che nostra situazione è qui assolutamente insostenibile, che presenza non può più essere vantaggiosa mentre sarebbe altrimenti per azione mio collega America e, finalmente, che supposizione che mia presenza qui serva a far partire RR. consoli, connazionali, è errata perchè turchi dimostrano non voler prestarsi a questo espediente. Nè ho nelle attuali condizioni modo di fargli mutare di avviso.

(l) -Non pubblicato. (2) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado con t. gab. r. sp. 537 del 7 giugno, ore 13. (3) -Non pubblicato. Si tratta della ritrasmissione del t. gab. r. sp. 631/151 del 28 maggio da Pietrogrado. (4) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. r. sp. 540 del 7 giugno, ore 12.
96

IL MINISTRO A NISCH, SQUITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4032/175. Nisch, 5 giugno 1915, ore 16 (per. ore 19,20) (2).

È ,gd.unta qui notizia da ufficio internazionale Rida che il l • corrente truppe serbe hanno marciato verso la città di Piscopea in Albania.

I cittadini avrebbero atteso con gioia l'arrivo dei serbi ed i capi arnauti preceduti da Hossein bey ex mutassarif sarebbero andati incontro alle truppe per consegnare la città.

Detto bey sarebbe stato nominato dai serbi prefetto circondariale di Piscopea.

97

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. R. SP. 533. Roma, 5 giugno 1915, ore 21.

(Per Pietrogrado e Londra) R. ambasciatore a Parigi telegrafa quanto segue (3):

« In materia di politica estera considero il marchese Lansdowne come il più pratico e fattivo dei ministri inglesi. Io assunsi il ministero degli affari esteri nel 1903 dopo che, mediante l'accordo di Mursteg, l'Austria e la Russia si erano divise l'influenza nella penisola Balcanica con esclusione dell'Italia. Nel ripartire tra le potenze l'organizzazione della gendarmeria l'Austria e la Russia s'intesero per prendere la prima Uskub e la seconda Monastir. Fu lord Lansdowne che, pregato da me, fece vive pressioni sulla Russia e la indusse a rinunziare a Monastir in favore dell'Italia. Non potrebbe ora il R. ambasciatore a Londra ripetendo lo

stringente dilemma che egli così opportunamente pose a Nicolson (telegramma di

V. E. Gab. 203) ottenere da Lansdowne che intervenisse per determinare una azione più energica da fare a Pietrogrado? Come già provocò or sono 12 anni la rinunzia della Russia alla gendarmeria di Monastir, non potrebbe ora Lansdowne provocare la rinunzia a Cernowitz a beneficio della Rumania? La situazione generale non è lieta. Ai Dardanelli risultati scarsi ed incerti. In Galizia la perdita di Przemyls ha prodotto qui profonda impressione e tolto ogni credito ai bollettini ufficiali sistematicamente ottimisti del gran quartiere generale russo. Nel Mar del Nord i sottomarini tedeschi padroni mentre flotta inglese impotente consuma inutilmente carbone.

Qui nelle conversazioni private si sente continuamente esprimere sottovoce la delusione che tutti provano, per il momento almeno, per l'inefficacia dell'azione inglese e russa. In tale stato di cose il disdegno che la Russia affetta verso la Romania sembra fuori di luogo.

Nell'ultima conversazione che ebbi con Delcassé egli mi disse francamente " che la fine della guerra ed il successo della Triplice Intesa non è possibile se la Romania non muove guerra all'Austria e se la Bulgaria non muove guerra alla Turchia. L'intervento della Romania e della Bulgaria ci è indispensabile. Non ci basta una sola, ci occorrono ambedue ed a qualunque costo ".

Queste sono le precise parole di Delcassé. Ma se egli è uomo acuto e di pronta e sicura percezione è incerto nell'azione. Questa sua mollezza è stata qui notata da parecchi. Dato il giudizio che egli ha manifestato sulla situazione la conseguenza logica è una sola: che la Russia si affretti a concedere alla Romania le frontiere indicate dal R. ministro a Bucarest (telegramma di V. E. n. 211) e che appena avvenute le elezioni greche la Triplice Intesa si affretti a concedere alla Bulgaria il possesso di Kavala e Drama, volente o nolente la Grecia. È inutile vedere chiaramente il fine quando non si sanno porre in opera i mezzi atti a raggiungerlo come fanno ora i dirigenti della Triplice Intesa.

Siamo in un punto decisivo. Gli avvenimenti imminenti ci diranno se epiteto di mediocri col quale Salandra ha giustamente bollato gli uomini di stato tedeschi ed austriaci debba essere esteso agli uomini di stato della Triplice Intesa e principalmente ai Russi •.

(Per Parigi) Telegramma di V. E. n. 203. (Per Parigi e Pietrogrado) Ho telegrafato al R. ambasciatore a Londra quanto segue: (Per tutti) Autorizzo V. E. agire in conformità ai concetti del telegramma surriferito e telegrafarmi.

(l) -Cfr. n. 41. (2) -Il telegramma pur portando la data del 5 è posto nel registro fra quelli datati 6 giugno. (3) -Con t. gab. r. sp. 668/203 pari data.
98

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 671/161. Pietrogrado, 5 giugno 1915, ore 21,26 (per. ore 5,25 del 6).

Sazonoff ha ricevuto avantieri Diamandy e perchè non gli fosse fatto gravame di non aver risposto all'ultima comunicazione romena gli ha rimesso il pro-memoria che qui riproduco appresso. Diamandy ha naturalmente confermato

che suo Governo non poteva appagarsi delle concessioni russe (che sono quelle già significate a Bratianu da quel Ministro di Francia) ma che ad ogni modo avrebbe riferito a Bucarest l'una e l'altra fattegli comunicazioni.

• M. Diamandy ayant déclaré au nom de son Gouvernement que la Roumanie est disposée céder à la Bulgarie une partie de la Dobrusja jusqu'à la ligne Dobric-Balcik le Gouvernement Impérial a pris acte avec plaisir de cette déclaration espérant que ces bonnes dispositions aideront à consolider les rapports de bon voisinage entre Roumanie et Bulgarie. Pour ce qui concerne le territoire que la Roumanie pourrait obtenir si elle entrait en guerre sans délai contre l'Autriche, chargé par ..... (1), M. Sazonoff a le regret de constater que le Gouvernement roumain ne fait pas suffisamment droit au principe de nationalité que par ailleurs il invoque lui mème pour justifier ses aspirations. A ce point de vue l'abandon par la Roumanie de ses revendications dans la région de la haute Tisza ne peut résoudre question car en dehors de cette région fort limitée le Gouvernement Roumain continue à réclamer de vastes territoires habités par une incontestable majorité russe ou serbe. Désirant cependant donner preuve de ses dispositions conciliantes bien qu'il n'ait pas encore reçu du Gouvernement roumain une réponse à son aide-mémoire du premier mai, le Gouvernement impérial serait pour sa part prèt à apporter quelques émendements à la ligne frontière tracée dans cet aide-mémoire notamment pour ce qui concerne la partie nord-est du comité de Torontal et de la Bucovine où la ligne du Bereth pourrait à la rigueur ètre substituée à celle de Suchova mais il faudrait pour cela que le Gouvernement roumain de son còté se montràt réellement animé du désir d'aboutir à un accord sur une base équitable en tenant compte du devoir que la Russie et la Serbie ont chacune vis-à-vis de leurs (intérèts) vitaux respectifs ».

99

IL MINISTRO A SOFIA, CUCCHI BOASSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 675/94. Pietrogrado, 5 giugno 1915, ore 1,30 (per. ore 10,10 del 6) (2).

Il fatto che fino ad ora le relazioni fra l'Italia e la Turchia non sono rotte contribuisce grandemente aumentare l'incertezza di questo Governo, il quale potrebbe essere indotto a prendere una determinazione se temesse che un rilevante corpo di spedizione italiano contribuisse alle operazioni dei Dardanelli.

Il punto di vista del Governo bulgaro è che il concorso dell'esercito bulgaro è assolutamente indispensabile agli alleati per prendere Costantinopoli a meno che vi intervenga esercito italiano. Ora per notizie da Roma questo Governo ritiene che l'Italia non contribuirà a dette operazioni.

A mio avviso, anche se Italia non dovesse inviare truppe ai Dardanelli, sarebbe utile che in Bulgaria si avesse la convinzione contraria per stimolare questa opinione pubblica e influire sulla decisione della Bulgaria in favore dell'Intesa.

Mi viene riferito che Germania per mantenere neutrale la Bulgaria cerchi di evitare che la Turchia entri in guerra contro l'Italia (1).

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Il telegrama porta la data Pietrogrado perchè venne trasmesso tramite quell'ambasciata.
100

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 5974/376. Londra, 5 giugno 1915.

A seguito del mio rapporto n. 345 (2) del 25 maggio u.s., ho l'onore di trasmettere qui acclusa a V. E. copia di una nota direttami da Lord Crewe in risposta al memorandum da me consegnato a Sir Edward Grey il 16 aprile circa l'azione del Senussi e la convenienza di accordi fra i due Governi per modificare la situazione al confine cirenaica-egiziano.

Stimo beninteso opportuno, prima di formulare presso questo Governo alcun nuovo rilievo sull'argomento, di attendere ,che V. E. e S. E. il Ministro delle Colonie abbiano esaminata questa risposta del Foreign Office e che ella si compiaccia di impartirmi in conseguenza le sue istruzioni.

Mi permetto intanto di far rilevare all'E. V. che la nota del Governo britannico, pur non permettendo alcun dubbio circa il sincero desiderio di esso Governo di procedere in tale questione in pieno accordo col Governo del re, e pure eliminando il timore che l'Inghilterra possa propendere verso la soddisfazione delle aspirazioni al potere temporale intrattenute da Sidi Ahmed, rileva l'ostilità di questo contro l'Italia e ne trae argomento per suggerire una azione che sarebbe esercitata presso il Senussi dal solo Governo britannico.

A mio remissivo parere, sarebbe stato preferibile se la risposta inglese fosse stata redatta in modo da esprimere più chiaramente la determinazione dell'Inghilterra di far sentire fin dall'inizio al Senussi che essa quale alleata dell'Italia, intende esigere da lui che si adatti a condizioni tali da essere pienamente accette al Governo italiano.

Conviene d'altra parte non dimenticare che la Gran Bretagna per la complessa e difficile condizione della sua politica nei paesi musulmani, non può non cercare di conciliare la sua azione verso il Senussi con la necessità di tutelare i propri essenziali interessi.

Stimo opportuno rilevare incidentalmente che la nota di Lord Crewe non risponde al punto sesto del mio memorandum relativo alla destinazione a Sollum di un agente del R. Governo.

È vero però che tale domanda è stata da me ripetuta nel successivo promemoria del 18 maggio al quale la suddetta nota non dà ancora risposta.

ALLEGATO

CREWE A IMPERIALI

N. 65995/15. June 2nd, 1915.

I have the honour to refer to Your Excellency's memorandum, N. 2669, of the 16th of Aprii, relative to the present situation in Cyrenaica, and to state that I have given the most careful attention to the considerations therein advanced.

I need hardly assure Your Excellency that the pacification of Cyrenaica and the establishment of friendly relations between the Italian Government and the Sheikh Senoussi would be most welcome to His Majesty's Government and the Egyptian Government, and that they are anxious to co-operate with Your Excellency's Government in order, by all possible means, to attain this object.

I would, in the first place, wish to clear away some misunderstanding which appears to exist, on the part of the Italian Government, in regard to the recent relations between the Sheikh Senoussi and the Egyptian Government.

Your Excellency refers, in your memorandum under reply, to the Khedivial Decree issued in August last prohibiting the export of foodstuffs from Egypt, and intimates that its subsequent relaxation in the case of the western frontier largely increased the Senoussi's power of resistance. The decree to which Your Excellency refers was promulgated, however, as a purely internai measure to ensure the stability of the economie situation in Egypt, and it was never intended that it should be applied as a means of mediation between the Senoussi and the Italian Government. As the economie situation in Egypt improved the operation of the decree was considerably relaxed, and the Arabs in Cyrenaica have benefited in the same way as other markets from this relaxation. If the Italian Government desired special dispositions to be taken in regard to the western frontier a regular convention defining the extent and conditions of the mediation of His Majesty's Government would have been necessary, in view of the fact that the prevention of supplies reaching the Senoussi would have entailed expensive semi-military measures and have endangered the peaceful administration of Egypt itself.

Since the Senoussi established himself close to Sollum, certain communications have passed between the representative of the Egyptian Government and the Senoussi, but these were chiefly due to the Sheikh's requests for a loan, which were refused in deference to the wishes of the Italian Government and at the risk of throwing the Senoussi into the arms of the Pan-Islamic party. The reception accorded to Said Mohammed Idris, to which Your Excellency also refers, was merely that usually accorded to a high religious personage, in intimate con~exion, not only with the Senoussi, but with ldrisi and his follower in Asir. Moreover his presence in Egypt was used, as Your Excellency is aware, to initiate negotiations' with Sidi Ahmed for peace with Italy. The gifts sent, in accordance with orientai habit, by Major Royle, were carefully limited to a couple of musical instruments which the Senoussi had asked for. The visit itself was at the Sheikh's request, and no other has taken piace.

In regard to Your Excellency's statement that His Majesty's Government are inclined to acquiesce in Sidi Ahmed's claim to independence and autonomy, I can only assure you that nothing is further from .the wishes and intentions of His Majesty's Government. It would be as much to their detriment as to that of the Italian Government that he should be recognised as anything more than a purely religious chief. The assignment of temporal power to the Senoussi would only, in the opinion of His Majesty's Government, lead to an equivocai situation, and would entail endless difficulties in regard to the vague territories on both sides of the frontier which he would claim to be practically as well as religiously under his

influence.

9 -Documenti diplomatici-Serie V-Vol. IV

The assignment of certain oases to the Senoussi may, indeed, become necessary

in order to ensure a stable basis for future pacific relations, but His Majesty's

Government do not desire such a solution and will only propose it if circumstances

show it to be the only ·possible means of arriving at a settlement.

I trust that the above ·explanations will serve to show Your Excellency that the

misunderstandings which bave arisen are due not to any divergence in the objects

which our two Governments bave in view.

As regards the practical steps to be taken for reaching some definite agreement with the Senoussi, I agree that it is of importance to open negotiations with him at the first favourable opportunity. I must, however, remind Your Excellency that the Senoussi is now openly hostile to the Italian Government, and that his public declarations to his followers make it exceedingly difficult for him to discuss direct with that Government on any terms which would be likely to prove acceptable. I would therefore suggest that these negotiations should, in the first instance, be conducted by His Majesty's Government.

His Majesty's Government could inform the Senoussi, through their Agents in Egypt, that the Italian Government bave now requested the intervention of His Majesty's Government, and enquire of him whether he would be prepared to consider a peace, guaranteed by Great Britain, and, if so, what his minimum conditions would be.

On the receipt of a reply from Sidi Ahmed, His Majesty's Government would communicate his terms to the Italian Government, who would then bave to bring forward their counter proposals.

This course would bave the advantage of delaying matters and would give time not only for the progress of events in the Dardanelles to produce their effect, but also for the situation as between the British Government and Seyid Idrisi of the Asir, to develop. The Idrisi is closely connected with the Senoussi, and there is little doubt that if the former were whole-heartedly on the British side, his attitude would considerably influence the Senoussi.

1t must be borne in mind, however, that the Senoussi is likely to advance claims of an extensive autonomous sphere, and he will in all probability demand an outlet to the sea coast: a subsidy of some kind will also be essential.

A settlement of the boundary between the British and ltalian spheres of influence in the Western desert, and the delimitation of those territories, situated on either side of the frontier, to which the terms Libya is often collectively applied, would also be a necessary part of the negotiations.

lO L IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. u. 1843. Roma, 6 giugno 1915, ore 11.

Sono informato che a Corfù si sta organizzando un regolare servizio di rifornimento per sommergibili di belligeranti. Prego V. S. far assumere particolareggiate informazioni e telegrafarmi.

(l) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Bucarest con t. gab. r. sp. 539 del 7 giugno, ore 12. (2) -Non pubblicato.
102

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 674/162. Pietrogrado, 6 giugno 1915, ore 6,30 (per. ore 13).

Buchanan ed io essendoci messi d'accordo per tentare d'influire su Sazonoff affinchè si decidesse all'abbandono di Cernovitz alla Romania ci siamo adoperati in tal senso separatamente e senza lasciar intravvedere nostre intese. Abbiamo entrambi incontrato una resistenza delle più tenaci. Sazonoff si è detto convinto che qualunque concessione si faccia la Romania eviterà di entrare ora in campagna ed ha dichiarato che oramai l'imperatore aveva sanzionato di non oltrepassare le concessioni già fatte. Ciò nondimeno oggi pure ho ritentato la prova facendo valere coi debiti riguardi le difficoltà militari della Russia in Galizia e la grande utilità dell'intervento della Romania grazie anche alla sua posizione geografica.

Non ripeterò la nostra lunga discussione dalle conclusioni della quale ho sensazione ed impressione che qualora la Romania accettasse l'ultima concessione russa per il Banato, ossia la parte nord-est del distretto di Torontal e desse affidamento di scendere in campo contro l'esercito austro-ungarico entro un breve e determinato spazio di giorni Sazonoff finirebbe per rassegnare all'imperatore sotto forma di suggerimento degli alleati la proposta di sacrificare Cernovitz e la linea del Sereth. Probabilmente egli porrebbe per condizione che Romania garantisca ai piccoli russi che passerebbero sotto la sua sovranità, un regime liberale in fatto di culto, di scuole ecc. Sazonoff non ha toccato la questione degli Ugro-russi nel Marmaros né io l'ho sollevata non sapendo fino a che arriverebbe Romania nelle sue transazioni a tal riguardo.

A quanto però mi è sembrato comprendere in tutte le mie conversazioni con Diamandy, alla questione di Marmaros la Romania non attribuisce importanza primaria e se sugli altri punti intervenisse un'intesa, non sarebbe probabilmente difficile raggiungerla anche su quest'ultimo.

È però in pari tempo mia impressione che ove Sazonoff si inducesse alla summenzionata concessione in Bucovina, questo rappresenterebbe l'estremo limite della sua condiscendenza. È evidentemente sommo interesse il mantenere per ora strettamente il segreto su quanto precede per evitare si ripeta quanto accadde per le precedenti concessioni della Russia e perchè le buone intenzioni di Sazonoff sono subordinate a condizioni della cui probabilità di realizzazione conviene prima assicurarsi.

Unica persona cui naturalmente ne ho parlato è mio collega d'Inghilterra.

103

IL MINISTRO A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4038/174. L'Aja, 6 giugno 1915, ore 3,15 (per. ore 18,20).

Con riferimento mie precedenti comunicazioni ed in ultimo mio telegramma 146 (l) e rapporto 114 (2) rispettivamente 25 e 31 maggio, informo V. E. che martedì prossimo sarà discusso definitivamente camera stati generali progetto di legge per rappresentanza diplomatica olandese presso Santa Sede.

In questi ultimi tempi si è formato forte movimento fra i calvinisti olandesi in opposizione tale progetto contro il quale voteranno tutti i socialisti e buona parte liberali.

Ma la supposizione che si fa comunemente è che progetto di legge sarà approvato da una piccola maggioranza di voti. Ha fatto qui grande impressione, e se ne servono gli oppositori del progetto di legge, un recente articolo del Tan che lascia intendere che agli occhi degli alleati quel rappresentante di Olanda presso Vaticano potrebbe essere sospettato essere agente ufficioso Germania e Austria.

Giornali qui si domandano se e come invio di un tale rappresentante presso Vaticano in questo momento sarebbe ammesso dal Governo italiano.

104

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, TITTONI

T. 1850. Roma, 6 giugno 1915, ore 21.

Mio telegramma 1021 (3).

Contemporaneamente al recente scambio d'idee avvenuto fra R. Governo e Governi inglese, francese e russo per il passo da farsi ad Atene, Governo britannico aveva fatto notificare ad Atene decisione ammiragliato inglese di prendere radicali misure contro esercizio contrabbando, tra le quali visita di tutte le navi mercantili greche uscenti dal Pireo. Però in seguito a protesta del Governo greco tali misure vennero soppresse col risultato, come telegrafa Bosdari, che contrabbando greco continuerà indisturbato.

Prego V. E. informarmi se non sia intenzione cotesto Governo di far esercitare almeno certa sorveglianza su navi mercantili greche all'infuori delle acque territoriali greche. Gradirei pure possibilmente conoscere motivi che hanno indotto codesto Governo a accogliere così prontamente reclami ellenici ed a rinunziare alla sola misura efficace finora escogitata per reprimere contrabbando greco.

(l) -Cfr. n. 14. (2) -Non pubblicato. (3) -Del 24 marzo, relativo al contrabbando tedesco per la Turchia.
105

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 1852. Roma, 6 giugno 1915, ore 24.

Mi riferisco mio telegramma n. 1851 (1).

L'avanzata serba in Albania contrasta con gli accordi di Londra e rende difficile una parte della loro esecuzione se la Serbia non modificherà la sua attuale azione, che contraddice colle assicurazioni fornite a p1u riprese.

Occorre fare energici passi a Nisch ed io prego V. E. interessarne codesto Governo e telegrafarmi.

106

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 678/217. Londra, 6 giugno 1915, ore 22,25 (per. ore 5,35 del 7).

Telegrammi di V. E. gab. n. 518 (2) e 528 (3).

Le osservazioni di Fasciotti mi sembrano giustissime. Sulle gravi conseguenze di altre premature conversazioni con offerte se pure migliorate non interamente conformi alle pretese di Bratiano, io condivido tanto più parere del R. ministro in quanto non riesco a vincere mia impressione dubbiosa sull'opportunità e risultato favorevole del recente passo fatto a Sofia.

Qui, me lo confermava ieri Nicolson, si ritiene ugualmente non convenga per ora riprendere iniziative di conversazioni, e convenga invece lasciare parola alla Romania. Tale pure sembra parere di Sazonoff il quale però come è noto a

V. E. lo modifica facilmente. Occorre pure tenere presente che dopo ultimi insuccessi russi, Bratiano

anche se interamente soddisfatto, sarebbe capacissimo di inventare altri pretesti per ritardare intervento. Ed allora a parte ogni questione di dignità si correrebbe rischio di andare incontro ad una rottura definitiva mentre per il momento Bratiana come lo ha dichiarato al ministro d'Inghilterra ed ha incaricato Mishù di ripeterlo qui si considera ancora impegnato verso Triplice Intesa in base ai noti accordi con la Russia.

Tutto quindi sembrami consigliare contegno di paziente attesa la quale potrebbe essere utilmente impiegata se nel frattempo quattro potenze riuscissero a mettersi d'accordo su di un piano di concessioni definitive eque ed accettabili da qualunque assennato uomo politico romeno con una completa e particolareggiata descrizione da presentare a Bucarest quando, e non prima, quel Governo avrà

{3) Non pubblicato.

dimostrato desiderio di discorrere nuovamente con sincero proposito di entrare realmente in azione immediatamente.

Sulla necessità in cui anch'io concordo, di ottenere dalla Russia concessione di Cernovitz, insistei ieri ancora con Nicolson il quale mi rispose trattarsi di questione estremamente delicata. Ciò nondimeno e per quanto Grey non me lo abbia esplicitamente detto, mia impressione è che, in vista evidente importanza intervento Romania questo Governo, beninteso con necessarie cautele e con dovuto riguardo suscettibilità russa, si sia già adoperato e continuerà verosimilmente ad adoperarsi, per attenerne consenso ad una soluzione conciliativa sufficiente a facilitarla. Sulla parte però del distretto di Torontal da lasciare ai serbi è bene chiarire una volta per sempre che Governo britannico perdurerà nelle vedute intransigenti già manifestate perchè ne fa una questione di onore inglese, e non si tratta soltanto di vedute personali di Grey ma di una decisione ferma sulla quale tutto il gabinetto è d'accordo.

E di questa verità ha dovuto oramai persuadersi anche Mishù che con zelo e tatto abituale ha fatto quanto era in suo potere per sostenere tesi suo Governo, ma Bratiano scambiando evidentemente Inghilterra per uno stato balcanico qualunque si ostina a tempestarlo con telegrammi prescrivendogli di moltiplicare suoi sforzi con avvicinare altri ministri ed uomini politici influenti, errore fatale, che Mishù si è guardato dal commettere.

(l) -Del 6 giugno; si riferisce alle informazioni giunte da Scutari, Nisch e Valona sull'avanzata serba in Albania. (2) -È la ritrasmissione del n. 73.
107

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. S. 723/221. Londra, 6 giugno 1915, ore 3 (per. ore 18,50 del 7).

Ad ogni buon fine informo V. E. che questo R. console mi comunica suo impiegato temporaneo Scrivanitch dalmata di sentimenti italiani aver saputo pel tramite suo zio avvocato Gazzani residente Sebenico, anche noto per sentimenti italiani, che quella stazione austriaca Marconi possiede nostro codice ed intercetta anche adesso come durante la guerra libica i telegrammi delle nostre forze navali.

108

IL MINISTRO A DURAZZO ALIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 4056/300. Durazzo, 7 giugno 1915, ore 9,35 .(per. ore 13,30).

Telegramma di V. E. 1715 (1). Affinchè secondo le direttive di V. E. concessione sussidio straordinario non possa essere ritenuta come avente carattere di continuità, ho significato ad Essad

che R. Governo avrebbe per questo mese intenzione accordare somma di 50 mila franchi, a titolo straordinario, il 15 corrente. Inoltre desiderando meglio fare valere tale concessione, salvo ordini in contrario di V. E., per il versamento della somma prenderò occasione da una deliberazione di questo municipio comunicatami già il 27 maggio, di cui trasmetto testo per posta, a termine della quale nostra missione sanitaria ha avuto messo a disposizione, gratuitamente, bellissimo locale di cui vi era urgente bisogno. Tale decisione municipale votata per istigazione di Essad equivale ad una donazione.

(l) Non pubblicato.

109

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI

T. GAB. R. SP. 542. Roma, 7 giugno 1915, ore 17,30.

(Per tutti meno Bucarest) Ho telegrafato al R. ministro a Bucarest quanto segue:

(Per tutti) Questo ministro di Romania che ho visto oggi mi ha segnalato qualche preoccupazione di Bratianu pel fatto che non ha veduto V. S. da una diecina di giorni, e perchè nel giornale Adverul ha veduto un articolo (poco simpatico pare per il Governo) intorno al viaggio del colonnello Rudeano, articolo che non era di provenienza rumena. Dalle parole alquanto vaghe del principe Ghika sembrava risultare che Bratianu sospettasse di una azione italiana a vantaggio dell'opposizione romena e contro di lui.

Risposi che non mi risultava nulla riguardante alcun proposito di V. S. astenersi dal vedere Bratianu o di avversarlo in alcun modo personalmente; da recenti telegrammi in cui V. S. faceva il quadro della situazione politica locale appariva invece che ella ritenesse solidissima la posizione di Bratianu come capo ind1scusso del partito liberale (1).

Entrando a discorrere delle trattative tra la Russia e la Romania, il principe Ghika appoggiò molto sulla necessità che la Russia cedesse per intero nella questione della Bukovina, che era quella su cui l'opinione pubblica romena era più concorde ed agitata. Egli avrebbe voluto che almeno l'Inghilterra e la Francia lavorassero in questo senso.

Risposi che vedevo con rincrescimento che dalle due parti nessuno voleva esser il primo a fare una qualche concessione: non Sazonoff per quanto riguardasse la Bukovina non Bratianu per la striscia serba del Banato; e che così non sì sarebbe concluso nulla. I russi per di più avere l'impressione che anche se avessero concesso tutto, la Romania non avrebbe marciato senz'altro. La mia impressione era che se Bratianu avesse francamente fatto sentire che avrebbe potuto transigere per la parte meridionale del distretto di Torontal a condizione di ottenere maggiori concessioni in Bukovina, si sarebbe potuto riuscire a qualche risultato; ma che ormai non ci speravo più.

(l) Cfr. SONNINO, Diario, vol. II, cit., pp. 157-158, 160-161.

110

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 1868. Roma, 7 giugno 1915, ore 20.

Agenzia Stefani riceve da Sofia quanto segue:

• L'agenzia bulgara è informata che l'avanzata delle truppe serbe nell'Albania del nord invece di essere piccola è fatta su vasta scala, e che Nisch passa sotto silenzio la portata dell'operazione intrapresa per mettere le potenze avanti al fatto compiuto dell'occupazione. Informazioni ufficiose commentano già l'annunzio di combattimenti con gli albanesi dei quali si esagera il numero. Frattanto le importanti località di Podgradez e Piskopia che i serbi dovettero abbandonare l'anno passato sotto la minaccia aust11iaca sono state occupate. I circoli bulgari sono meravigliati per questa nuova manovra dei serbi ai quali si tollerano tutti i capricci proprio nel momento in cui maggiore è la loro intransigenza verso la Bulgaria. Nello stesso tempo si constata che l'esercito serbo non mostra alcuna fretta di intraprendere azioni contro le truppe austro-ungariche e che preferisce o~cupare territori indifesi, ciò che fece già nella guerra turco-balcanica •.

Quanto precede per opportuna norma di linguaggio di V. E. in relazione al mio telegramma n. 1852 (1).

111

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 727/18. Stoccolma, 7 giugno 1915, ore 20,55

(per. ore 4,15 dell'B).

Telegrammi di V. E. gab. nn. 353/2 (2) e 363/3 (3).

Sembra che l'inquietudine rispetto attitudine della Svezia che si manifesta in certi circoli diplomatici di Cristiania e che Governo norvegese non condividerebbe sia dovuta a quel ministro di Francia ex giornalista che per darsi importanza mette il campo a rumore. Non posso che confermare a V. E. che qui tanto i miei colleghi della Triplice Intesa quanto quelli degli altri due stati scandinavi ritengono inverosimile un intervento aggressivo della Svezia contro la Russia e che nessun provvedimento militare è stato adottato all'infuori di quelli accordati

-o concretati per la riforma dell'esercito prima dello scoppio della guerra europea. È possibile che il partito militare il quale ha cieca fiducia nel completo trionfo della Germania cerchi di intensificare le sue agitazioni dopo il ritorno della regina Vittoria da Karlsruhe che sembra prossimo, ma perché tali intrighi prevalessero occorrerebbe un vero e proprio colpo di stato c.he dovrebbe cominciare col sopprimere l'attuale Gabinetto del ministero e la costituzione ed a cui i partiti demo

cratici risponderebbero quasi certamente colla rivoluzione. Questo ministro di Russia ha sconsigliato al suo Governo qualsiasi movimento di truppe anche nella Finlandia meridionale perché ritiene non debba darsi nessun pretesto a chi ha qui velleità d'intervento e per questa ragione è contrario a dare qualsiasi ammonimento ,al Governo svedese. È vero che egli ha suggerito a Pietrogrado di fare opere difensive fra i laghi della Finlandia centrale e meridionale ma ciò solo per eccesso di precauzione per eventualità non verosimili né probabili ma pur tuttavia possibili. Opere simili sono state già fatte nei principali punti strategici della Svezia fin dall'estate scorsa.

(l) -Cfr. n. 105. (2) -Non pubblicato. (3) -Il t. gab. 363 è un telegramma a Costantinopoli del 10 giugno. Deve pertanto trattarsi di un riferimento errato.
112

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 681/223. Londra, 7 giugno 1915, ore 10,40 (per. ore 4,50 dell' 8).

Potendo darsi che avanzata serba in Albania miri ad un'applicazione della tesi del fatto compiuto, notoriamente la favorita dei balcanici, sono a chiedermi, e permettomi al riguardo attirare attenzione di V. E. se non converrebbe allo stato attuale delle cose d'intesa colle potenze alleate informare francamente Belgrado dell'entità degli acquisti territoriali riservati alla Serbia in base al nostro accordo aggiungendo che realizzazione effettiva di tali promesse è subordinata allo scrupoloso rispetto da parte dei serbi delle limitazioni da noi imposte in Albania e Dalmazia ed alla sua attiva efficace cooperazione nella guerra contro l'Austria.

A mio remissivo parere una dichiarazione siffatta ci porrebbe al riparo da sgradite sorprese ed inevitabili serie complicazioni assai più dei soliti affidamenti della Serbia sui quali, come in generale su quelli dei balcanici, esperienza insegna quanto scarso affidamento possa farsi. Dichiarazione presenterebbe anche il vantaggio di attenuare cattiva impressione prodotta in Serbia dal noto recente passo a Sofia che può forse aver costituito parziale incentivo ad avanzata serba in Albania.

Su quanto precede sarò grato a V. E. manifestarmi suo pensiero dandomi eventualmente ordini per comunicazioni a questo Governo.

113

IL MINISTRO A NISCH, SQUITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 729/22. Nisch, 7 giugno 1915, ore 7,10 (per. ore 20,45 dell' 8).

È stato riportata ieri da un giornale locale notizia che l'Italia sia stata incaricata dalla Triplice Intesa di condurre trattative con gli stati balcaQiçi per indurii a rinnovare alleanza fra loro. Se ciò fosse vero mi permetterei confermare all'E. V. subordinato parere già espresso a questo riguardo alcuni mesi or sono a richiesta di codesto ministero. Le questioni che dividono oggi gli stati balcanici l'uno dall'altro sono al pari di prima un ostacolo insormontabile alla costituzione di un'alleanza balcanica.

Se quindi l'Italia tentasse l'impresa andrebbe incontro da un lato ad un sicuro insuccesso e da un altro attirerebbe sopra di sè antipatie e risentimenti da quella parte che si crederebbe lesa se seguisse le nostre proposte conciliative di interessi inconciliabili (1).

114

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 686/262. Bucarest, 7 giugno 1915, ore 10,03 (per. ore 22,15 dell' 8).

Telegramma di V. E. gab. sp. 5212 (2).

Mio collega Russia ha avuto comunicazione del promemoria rimesso da Sazonoff a Diamandy per dichiarare inaccettabile contro-proposta romena e confermare concessioni già offerte a mezzo Blondel.

Io rimango sempre d'avviso che in presenza della situazione militare russa in Galizia e del contegno assunto da Bratianu ogni nuovo passo dell'Intesa non fa che ritardare entrata azione Rumania (3).

115

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4084/1084. Londra, 7 giugno 1915, ore 10,04.

Telegramma di V. E. n. 1852 (4).

Nicolson mi ha detto oggi aver poco prima attirato seria attenzione questo ministro di Serbia sulla necessità per Serbia di pensare per il momento a fare unicamente la guerra all'Austria e lasciare stare Albania. Ministro gli ha risposto con solita dichiarazione di retta intenzione serba ecc. A mia volta ho attirato

attenzione di Nicolson sulla gravità informazioni a noi pervenute da tre fonti e sulla urgenza di passi identici energici a Belgrado da parte delle potenze alleate. Mi sono del resto riservato ritornare domani sull'argomento con Crewe che oggi era oceupato alla Camera dei Lords.

(l) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. 362 del 9 giugno, ore 21. (2) -Non pubblicato. È la ritrasmissione del t. gab. s. 655/157, Pietrogrado, 3 giugno: sanzione da parte dello zar del punto di vista di Sazonoff relativo alle concessioni alla Romania. (3) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado con t. gab. r. sp. 551 del 9 giugno, ore 21,10. (4) -Cfr. n. 105.
116

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, GARRONI (l)

T. 1881. Roma, 8 giugno 1915, ore 11,30.

Comando R. Nave • Magnaghi • telegrafa da Adalia quanto segue: c Informo autori.tà... ecc. Prego darmi istruzioni •.

Prego V. E. fare energici passi presso cotesto Governo invitandolo a dare ordine immediato perché sia lasciato imbarcare sulla R. Nave c Magnaghi • R. vice-console Adalia. Diverso contegno potrebbe produrre gravissime conseguenze.

In relazione alle comunicazioni di V. E. su questo oggetto credo opportuno notare, in via generale, che, sino a questo momento, non si è prodotta tra Italia e Turchia una situazione in vista della quale noi credessimo necessario rompere le relazioni diplomatiche e dichiarare la guerra. Il richiamo di V. E., affidando gli interessi italiani ad altra rappresentanza secondo V. E. ha ripetutamente prospettato, significherebbe invece rottura diplomatica.

Il rimpatrio di taluni consoli coi quali noi possiamo avere interesse di conferire, o che per interessi personali possono avere necessità di rientrare nel Regno, non implica alcuna rottura di relazioni e può e deve avvenire liberamente senza restrizione da parte del Governo presso cui risiedono. Siamo disposti a riconoscere che ragioni militari possono suggerire al Governo ottomano di impedire a taluni consoli determinate vie di uscita attraverso alcune zone di guerra; ma, nell'attuale situazione italo-ottomana, non possiamo ammettere che, in linea generale, i consoli che desideriamo lascino la Turchia debbano essere concentrati in determinate località, come se esistesse stato di guerra. Nel caso specifico poi non possiamo assolutamente ammettere che il R. vice console ad Adalia debba teoricamente recarsi a Vurla, il che non è poi praticamente possibile, mentre egli può rimpatriare con tutta facilità a mezzo di una R. nave che si trova sul posto ove egli risiede.

Attendo urgenti comunicazioni telegrafiche da V. E. per la via di Sofia o di Washington (2).

(ll Il telegramma venne inviato tramite l'ambasciata a Washington.

(2) Cfr. la relazione del Segretario Generale De Martino, in data 8 giugno 1915, sui fini e criteri dell'azione diplomatica italiana nei riguardi della Turchia. Copia firmata, 2 pagg. in Casella 74, Carte De Martino.

117

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A NISCH, SQUITTI

T. GAB. R. SP. 548. Roma, 8 giugno 1915, ore 18,35.

(Meno Nisch) Il R. ministro a Nisch telegrafa quanto segue: • Essendo Pasic fuori città ho parlato stamane con il ministro Jovanovich che lo sostituisce in modo permanente. Egli mi ha confermato occupazione serba di Piscopia e di Podgradez aggiungendo che prossimamente sarà occupata anche Elbassan ma senza intenzione di arrivare a Durazzo. Le azioni militari dei serbi sono spiegate dal Governo con la necessità di sbaragliare completamente le forze albanesi che raccolte e organizzate armate di cannoni e mitragliatrici e pagate dagli austriaci e dai giovani turchi hanno attaccato la Serbia. Ho detto al ministro con cui ho molta familiarità conoscendolo da parecchi anni che non mi piaceva la mossa serba e che se truppe persisteranno ad avanzare in Albania ed a non sgomberare l'occupato territorio quando avranno respinto gli aggressori la Serbia a mio avviso giuocherebbe una pessima carta ben sapendo il modo di vedere della Triplice Intesa e dell'Italia. Governo serbo si preparerebbe col non tenerne effettivamente conto amare delusioni. Mi rispose venendo da un provato amico dei serbi questo linguaggio doveva essere considerato e che ne riferiva al consiglio dei ministri •.

Ho risposto a Squittì quanto segue:

(Per tutti) Approvo suo linguaggio con Jovanovich.

Prego di parlare similmente con Pasic, cercando per quanto le è possibile di evitare che i serbi occupino Elbassan.

(Meno Nisch) Elbassan, come è noto, non è posizione strategica che giustifichi menomamente una occupazione serba. Tanto più ritengo necessario il passo a quattro enunciato nel mio telegramma r. sp. 547 (1). Prego V. E. intrattenerne d'urgenza codesto Governo e telegrafarmi.

118

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. R. SP. 547. Roma, 8 giugno 1915, ore 20.

(Meno Londra) Il R. Ambasciatore a Londra telegrafa quanto segue: « Potendo darsi ecc. (come nel telegramma da Londra n. 681/223) • (2).

Ho risposto a Imperiali quanto segue:

(Per tutti) Non ritengo opportuno informare Governo serbo dei particolari degli accordi di Londra; ma è necessario che Governi britannico, francese e russo

facciano sentire una energica parola a Nisch perché Serbia rispetti la decisione delle potenze circa l'Albania e non vi disperda le sue forze che ora occorrono contro l'Austria-Ungheria. Non siamo disposti a riconoscere acquisti che la Serbia faccia in Albania senza il nostro consenso, e nutriamo fiducia che le potenze della Triplice Intesa asseconderanno nostro punto di vista in conformità degli accordi di Londra e nell'interesse di fiaccare il nemico comune. A questo scopo parmi utile concordare un passo simultaneo da farsi a Nisch dai rappresentanti dell'Italia della Francia dell'Inghilterra e della Russia.

Attendo dsposta telegrafica.

(l) -Cfr. n. 118. (2) -Cfr. n. 112.
119

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 356. Roma, 8 giugno 1915, ore 20.

Questo ambasciatore di Russia mi ha parlato oggi della questione dei trentini prigionieri in Russia. Ve ne sarebbero da duemila a duemiladuecento e Governo imperiale sarebbe pronto a rimandarli in Italia. Ho risposto che non avevamo ora ragione alcuna di non accoglierli; la difficoltà consisteva soltanto nel trasporto.

De Giers disse che potrebbero venire spediti per ferrovia a Salonicco e là l'Italia potrebbe mandarli a prendere.

Dissi che avrei sentito la marina.

Successivamente, avendo conosciuto dal ministero della marina che si sarebbe potuto provvedere al trasporto degli individui summenzionati da Salonicco, ho fatto sapere al signor De Giers che rimanevo in attesa di conoscere l'entità dei singoli scaglioni di trentini che sarebbero stati avviati a Salonicco e le successive date del loro arrivo in quel porto (1).

120

IL CONSOLE A SCUTARI, DE FACENDIS, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4107/255. Scutari, 8 giugno 1915, ore 18 (per. ore 20,35).

Ho telegrafato alla R. legazione Cettigne quanto segue:

• In conformità mio telegramma n. 966 (2) si era raggiunto ,completo accordo con questa commissione locale circa il passaggio merci Montenegro. Era stato anche provveduto invio cinquanta gendarmi per mantenere ordine Medua. Senonchè ordini partiti dal console I. e R. ai capi delle Montagne hanno spinto migliaia malissori Medua che si sono dati al saccheggio. Gendarmi colà giunti obbligati indietreggiare, funzionari albanesi minacciati, costretti abbandonare

posto. In seguito VIVISSime, acerrime rimostranze, commissione decise inviare quattrocento gendarmi, ma, momento partenza obbedendo nota sobillazione, rifiutatisi partire. Per non lasciare nulla intentato d'accordo colleghi abbiamò inviato Medua dragomanno accompagnato due membri commissione e da monsignor Bumci. Unica speranza ripongo arrivo nostra squadra Medua al cui Comandante ho telegrafato esponendo situazione. Ritardo nell'informare V. E. di quanto precede causato unicamente dalla speranza e dallo sforzo per riparare tale forsennatezza albanese •.

(l) -Cfr. SONNINO, Diario, vol. II, cit., p. 161. (2) -Non pubblicato.
121

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AI MINISTRI A COPENAGHEN, SACERDOTI, A CRISTIANIA, DE NOVELLIS, A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR, E A STOCCOLMA, TOMMASINI

T. 1883. Roma, 8 giugno 1915, ore 21.

R. Governo avendo gravi dubbi che ditte di codesto stato esercitino contrabbando per Germania di merci di vietata esportazione e specialmente zolfo, prego richiamare in via amichevole su ciò attenzione codesto Governo facendogli rilevare come ove non venissero presi i più energici provvedimenti le supreme ragioni della nostra difesa ci obbligherebbero nostro malgrado a respingere ogni domanda d'esportazione che codesto stato ci rivolgesse per zolfo ed altri articoli.

Prego telegrafarmi risposta codesto Governo.

122

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CONSOLE A SCUTARI, DE FACENDIS

T. 1885. Roma, 8 giugno 1915, ore 21.

Telegramma di V. S. n. 253 (1).

Comunichi a Bib Dada che avanzata serba è evidentemente determinata da

ripetute ostilità albanesi cui atteggiamento egli non ha contribuito modificare

come avrebbe dovuto e potuto.

Nella situazione presente Bib Dada come ogni altro capo albanese se vuole

scongiurare pericoli maggiori non ha che seguire efficace esempio Essad schieran

dosi apertamente contro maneggi austriaci impedendo a malissori azioni ostili a

Montenegro e Serbia adoperandosi efficacemente pacificazione animi attenendosi

scrupolosamente direttive consigli di V. S.

(l) T. 4013/253 del 5 giugno, che non si pubblica: avanzata serba verso Elbassan.

123

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4114/1086. Londra, 8 giugno 1915, ore 10,19 (per. ore 2,20 del 9).

Mio telegramma n. 1084 (1).

Oggi ho attirato attenzione molto seriamente di Crewe sulla necessità urgente di energico passo a Belgrado. Sul principio mi è sembrato S. S. inclinasse alquanto a dare soverchio peso agli argomenti addotti dal Governo serbo per giustificare sua azione militare in Albania, ed attribuisse più del necessario importanza alle assicurazioni ripetute dai serbi. Io gli ho letto allora per la seconda volta telegramma di V. E. 1852 (2) rilevandone molto chiaro il significato. Ho osservato noi abbiamo tanto più diritto di esigere Serbia rispetto decisione potenze circa Albania in quanto che siamo proprio noi come risulta, che durante scorso inverno abbiamo posto veto alla seconda spedizione preparata dall'Austria rendendo così alla Serbia prezioso servigio. Nostri sentimenti amichevoli verso Serbia non furono mai, non sono oggi sospetti, nell'insistere ora perchè le si parli con energia crediamo renderle servizio assai più valido che il !asciarla senza previo avvertimento avviare per una via incerta pericolosa con verosimile pregiudizio di tanti altri maggiori interessi ... (3) costì grande condiscendenza e spirito conciliativo da noi riconosciuto negli accordi di Londra. Crewe mi ha infine promesso avrebbe subito telegrafato a Belgrado nel senso da noi desiderato. Nel ringraziarlo gli ho detto che avevo reputato opportuno parlargli con la mia massima abituale franchezza per non lasciare nell'animo suo dubbio alcuno sulla importanza primaria che noi annettiamo a che non venga per opera della Serbia, resa problematica esecuzione scrupolosa, integrale accordo di Londra. Al che S. S. ha replicato trovare ciò ben naturale.

124

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4118/1087. Londra, 8 giugno 1915, ore 10,25 (per. ore 5,10 del 9).

Telegramma n. 1850 (4).

Crewe mi ha detto oggi che misure adottate dall'1ammiragliato erano state sospese non sembrando perfettamente conformi alle regole del diritto internazionale. Io gli ho fatto osservare allora importanza ... (3) di trovare il modo porre argine al dilagarsi contrabbando su vasta scala esercitato dai greci ed ho attirato

attenzione sulla notizia attinta stamane al resoconto della seduta dal R. addetto navale di un telegramma del console russo ad Atene recante che a Samotraki è stata stabilita base per sottomarini tedeschi e che Governo greco aiuta quei sommergibili. S. S. ha risposto essere stato anche lui edotto stamane del fatto riconoscendo meco evidente necessità di escogitare provvide misure ed impedirne perniciose conseguenze.

(l) -Cfr. n. 115. (2) -<:;fr. n. 105. (3) -Gruppo indecifrato. (4) -Cfr. n. 104.
125

IL MINISTRO A NISCH, SQUITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 690/23. Nisch, 8 giugno 1915, ore 7,30 (per. ore 10 del 9).

Mio telegramma Gab. n. 21 cui fu messo per errore n. 20 (1) .

.Jovanovic mi ha detto stamane che truppe serbe hanno occupato Elbassan tanto nell'inseguimento del nemico quanto per impedire massacri minacciati dagli albanesi musulmani sulla numerosa popolazione cristiana di quella città.

Egli ha soggiunto letteralmente quanto segue: • Governo serbo non ha intenzione di occupare Durazzo, ma ha dovuto estendere la sua azione militare sul territorio albanese per non lasciare il confine aperto come è stato finora alle incursioni delle bande, le quali, organizzate e dirette da austriaci e turchi, costituivano una costante minaccia per la Serbia il cui territorio periodicamente attaccavano. I punti strategici già presi e qualche altro da prendere saranno la garanzia della sicurezza dello Stato alla sua frontiera albanese. Però il Governo serbo dichiara che non si opporrà a sgombrare parte del territorio albanese ora occupato per necessità strategica, il giorno in cui le grandi potenze volessero allo scopo di procedere ad un regolamento definitivo della questione albanese al termine della presente guerra europea •.

Rappresentanti serbi presso alcuni Governi esteri avrebbero avuto istruzioni esprimersi in questo senso.

126

L'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, GARRONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO (2)

T. GAB. 4177/263. Bucarest, 8 giugno 1915, ore 22,30 (per. ore 21,30 del 9).

Ho telegrafato a V. E. direttamente e per mezzo dell'ambasciatore degli Stati Uniti e dei ministri Bulgaria e Rumenia senza avere mai ricevuta alcuna risposta. Continuando questa situazione io dovrei partire essendo di fatto cessate mie funzioni e mia posizione divenuta insostenibile.

Riassumo intanto quello che all'incirca telegrafai precedentemente pregando di accusare ricevuta del presente direttamente e indirettamente con qualche altro mezzo che sarà ritenuto sicuro. Essendo noi in guerra con Austria e Germania alleate Turchia sottoposta ,effettivo protettorato è inutile a questa ambasciata rimanere qui non potendo onorevolmente estrinsecare sua azione anche per contegno assolutamente riservato che deve mantenere colla Sublime Porta e colle altre missioni e essendo quindi menomata sua dignità. Partenza connazionali non si può dire del tutto impedita da Costantinopoli ma lo è invece dall'Asia per disposizione autorità militare che a tutti indistintamente gli stranieri la permette solo da Vurla. Non è a noi, data la nostra situazione, che possono in ogni caso essere fatte speciali concessioni.

E a Vurla dove si accede da Smirne previa percorrenza di 40 chilometri di strada ordinaria non è possibile fare concentramento da altre località, se non d·opo molti giorni deviare viaggio [sic] e senza raggiungere risultato con mezzi ordinari perchè nostri piroscafi non toccano più quel porto n è altri dell'Asia. Per mobilitazione e partenza nostri consoli non mi pervennero mai istruzioni. Solo mi si è avvertito che consoli Siria e Palestina potevano partire con navi americane ed io osservai che occorreva del tempo per radunarli a Vurla.

Ebbi poi telegramma che mi fa conoscere di imbarcare vice console e connazionali di Adalia. Per consoli Siria e Palestina osservai difficoltà per rimessa di funzioni a reggenti non essendo ancora cominciata protezione americana ed anche perchè Sublime Porta avrebbe potuto eccepire che atto interruzione nostri rapporti commerciali non è giustificato da permanenza rappresentanza diplomatica. Chiesi istruzioni. Per invio nave Adalia sta inoltre che atti ostilità cui potesse dare luogo approdo sarebbero causa di gravissime rappresaglie contro vice console e connazionali. Tutto calcolato debbo senza esitazione manifestare che questi provvedimenti parziali sono gravi e difficili ad eseguire e che meglio quindi siano lasciati generalmente all'ambasciata degli Stati Uniti che avrà tempo e autorità per esaurirli convenientemente come ha fatto per gli inglesi e francesi ed io per russi.

Permanenza R. ambasciata a Costantinopoli essendo impossibile e intralciando azione americana che deve sostituirla per evitare gravissimi inconvenienti di ordine morale e materiale per noi della missione, per nostri consoli e connazionali prego V. E. vivamente di richiamarla d'urgenza perchè essa non è assolutamente più in grado rendere qualsiasi servizio. È generale impressione in tutte altre ambasciate che nostra permanenza indecorosa e insostenibile. Se non si vogliono rompere relazioni potrebbe lasciarsi qui un semplice Incaricato d'Affari che non potrebbe però essere Nani che non sarebbe accetto essendo favorevole Triplice Intesa. Avverto che collega America da tempo ha telegrafato suo Governo accettando protezione nostra. Per russi è disposto se Washington insiste; altrimenti la assumerebbe legazione Spagna che è già autorizzata per la eventualità.

Tutto ciò riferisco a sgravio di responsabilità che non sono più in grado di assumere in dipendenza degli avvenimenti. Insisto ancora nella preghiera di immediata ricevuta del presente.

10 -Documenti diplomatici-Serie V-Vol. IV

(l) -È il telegramma pubblicato entro il n. 117. (2) -Trasmesso tramite la legazione a Bucarest.
127

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4164/218. Washington, ..... (per. ore 1,15 del 9 giugno 1915).

Segretario di stato per gli affari esteri Bryan trovatosi in disaccÒrdo col presidente nella politica da seguire verso la Germania ha dato le sue dimissioni oggi nel pomeriggio all'uscita dal consiglio dei ministri nel quale è stato denitivamente approvato tenore di linguaggio della nota relativa al • Lusitania •. A un mio collega che l'ha incontrato per caso subito dopo le dimissioni, Bryan ha detto si ritira perchè era contrario alla guerra e non poteva rinunziare ai propri convincimenti favorevoli in parte al punto di vista tedesco. Ha aggiunto che la minaccia di un conflitto lo tormentava fin dall'affondamento del • Lusitania » e che aveva preferito ritirarsi per riacquistare libertà d'azione e di parola. Consigliere del dipartimento di stato signor Lansing succede provvisoriamente a Bryan e potrebbe a rigore sostituirlo definitivamente trovandosi in piena armonia col presidente e colla maggioranza del gabinetto. È però possibile che Wilson debba ricorrere ad una personalità di maggiore preminenza politica per bilanciare influenza di Bryan nel partito. Coll'uscita di quest'ultimo la politica estera americana procederà più spedita e probabilmente più decisa. Rispetto Messico il ritiro del palese amico dei capi fazione rivoluzionari faciliterà a sua volta l'azione degli elementi conservatori. La nota alla Germania sarà spedita domani. Le dimissioni motivate di Bryan ne accentuano il significato.

128

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, IL MINISTRO A DURAZZO, ALIOTTI

T. 1900. Roma, 9 giugno 1915, ore 2.

Riferisco per notizia comunicazioni di Petraieff a Castaldi: Durazzo essere esposta colpo di mano austriaco per istallarvi governo insorti quindi necessario scuotere governo Tirana. Pasic gli avrebbe escluso possibilità azione esercito regolare serbo ma ammesso quella di irregolari però non facile a prepararsi causa continuo intervento di agenti austriaci da Scutari.

Accennato eventualità spedizione punitiva itala-serba ha affermato che ove Bulgaria si impadronisse regioni laghi tenderebbe prima o poi all'Adriatico. A questa vicina irrequieta convenire per l'Italia piuttosto la Serbia e la Grecia che tende a Berat. Castaldi ritiene che missione Petraieff sia stata preparare attuazione questE: idee.

Per il momento a noi conviene appoggiare Essad cercando per quanto possibile rafforzarne il potere.

129

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CONSOLE A SCUTARI, DE FACENDIS

T. 1903. Roma, 9 giugno 1915, ore 2.

Data situazione nuova creata da avanzata serba prego V. S. adoperarsi efficacemente per dirimere ogni dissidio fra cattolici elementi nazionalisti ed Alush Loia sulla cui fedeltà pare di potere fare sicuro ed efficace assegnamento.

130

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. R. SP. 549. Roma, 9 giugno 1915, ore 21,30.

(Per tutti meno Parigi) Il R. ambasciatore a Parigi telegrafa quanto segue:

• -Notizie giunte a questo Governo ... ecc. ecc. (come nel telegramma da Parigi n. -684/206) • (1). Ho risposto a Tittoni quanto segue: (Per tutti) Opinione pubblica in Italia non permetterebbe che si distraesse

una parte qualsiasi delle nostre forze militari per nuova nostra occupazione in Albania, mentre le operazioni militari contro l'Austria acquisteranno sempre maggiore intensità ed incontreranno sempre maggiori difficoltà. Occorre anche osservare che un nostro sbarco a Durazzo presenterebbe gravissimi inconvenienti per il vettovagliamento del corpo di spedizione, data l'attuale situazione nell'Adriatico. Un'avanzata serba in Albania, la quale provoca altresì una corrispondente avanzata greca, che già si delinea, offende gravemente la nostra situazione quale abbiamo cercato di garantire con gli accordi di Londra. I firmatari di tali accordi hanno obbligo di concorrere con noi a farli rispettare efficacemente. Se non lo faranno sminuiranno la cordialità della collaborazione, ed infirmeranno la validità degli accordi stessi. La Russia ha un primario interesse con noi ,che la Serbia non distragga le sue forze, le quali dovrebbero ora opportunamente volgersi ad una azione concorrente contro l'Austria-Ungheria. Inghilterra e Francia hanno efficaci mezzi di pressione sulla Serbia, cui potrebbero, fra altro, minacciare di sospendere rifornimenti di viveri e di munizioni.

Occorre agire d'urgenza ed efficacia. Prego V. E. usare a questo proposito ogni sua più viva energia e telegrafarmi. (Meno Parigi) Prego V. E. agire analogamente e telegrafarmi.

(l) T. dell'8 giugno 1915, in cui Tittoni riferisce notizie sull'avanzata serba in Albania e raccomanda che si debba c impedire assolutamente che [litorale albanese] sia occupato da chicchessia •.

131

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 699/227. Londra, 9 giugno 1915, ore 10,15 (per. ore 2,35 del 10).

Telegramma di V. E. 533 R. Sp. (1).

Per quanto concerne intesa con Romania, V. E. avrà potuto rilevare dal telegramma di Carlotti esattezza impressioni riferite. Allo stato attuale delle cose date le favorevoli disposizioni di Sazonoff circa Czernovitz non resta adunque che adoperarsi abilmente per indurre Bratiano a riprendere conversazioni con sincero proposito di condurle a pratico risultato rinunziando definitivamente alla parte del Banato assegnata alla Serbia e fissando una data per entrare in azione.

Assai più ardua, debbo confessarlo, mi appare soluzione problema bulgaro invo'lgente questione eccessivamente delicata. T~rattasi infatti di disporre di territori legalmente appartenenti non già ad un nemico ma a due stati di cui uno è alleato e l'altro nel quale importa sommamente impedire con manifestazioni premature di troppo decisi propositi, il prevalere di correnti favorevoli ai nostri comuni nemici.

Circa Drama e Kavala sarebbe pertanto a mio remissivo parere consigliabile parlare ora il meno possibile lasciando possibilmente cadere la cosa. Se elezioni greche riconducono al potere Venizelos, converrà attendere momento propizio per riprendere nel massimo segreto conversazione con lui dandogli tempo necessario per consolidare la sua posizione e manovrare abilmente per convincere. se gli sarà possibile, il re e l'opinione pubblica ellenica dei vantaggi del sacrificio di Kavala in ragione dei lauti eventuali compensi assicurati alla Grecia in Asia Minore. In questo momento forse, pare per motivo elettorale, Venizelos, a quanto mi viene riferito, dichiara riconoscere impossibilità suaccennata cessione territoriale alla Bulgaria. Occorre quindi grande prudenza ed abilità di manovra tenendo presente che se Grecia persistesse nel rifiuto assoluto riescirebbe estremamente difficile per non dire impossibile agli alleati forzarla volente o nolente a rinunziare a quanto legalmente le appartiene.

Temo che a Pietrogrado e qui si siano fatte troppo rosee illusioni nel ritenere Bulgaria così pronta ad entrare in azione. Posso naturalmente sbagliarmi ma mia impressione condivisa del resto da Cambon, Benkendorff e ritengo pure da autorevoli personaggi Foreign Office è che Bulgaria si deciderà sul serio a schierarsi a fianco degli alleati solo dopo una significante decisiva vittoria anglo-francese contro la Turchia. Quel giorno decisione Bulgaria non sarà più opzionale ma più

-o meno forzata ed intesa potrà forse effettuarsi a condizioni meno onerose e sopratutto meno perentorie. Fino a quel momento tutto lascia ritenere che re Ferdinando continuerà a mantenere contegno anfibio finora serbato e ausilio militare contro Turchia, sul quale qui si è per un momento fatto troppo facile affidamento, rimarrà problematico.

Ho creduto doveroso sottoporre rispettosamente a V. E. questo mio parere pronto ad inchinarmi dinanzi al giudizio più sicuro e competente di chi è sopra luogo e sinceramente augurando che i fatti lo dimostrino erroneo.

Calma e riserva sempre in massima nel trattare con gli orientali, non potrebbero essere a mio avviso pericolo in mora nel caso attuale, dovendo ormai ritenere che Bulgaria, salvo casi impreveduti non oserà schierarsi contro Russia.

Cambon mi disse ieri che aveva senza alcuna esitazione manifestato a re Giorgio sua disapprovazione per questione passo a Sofia da lui considerato imprudente prematuro e non destinato a condurre a risultati pratici. Sua Maestà gli rispose che il passo era stato ardentemente desiderato da Sazonoff e pertanto suo Governo non aveva creduto opporvisi.

Osservo per conto mio che se gradita paternità spetta a Sazonoff. non è men vero che Grey, modificando in seguito a premure vivissime di altri ministri le sue primitive vedute sulla convenienza di non precipitare, finì per aderire ed il suo consenso determinò quello di Delcassé che fino all'ultima ora era stato contrario. Ciò stante sarebbe stato da parte nostra impossibile sollevare obiezioni che sarebbero state falsamente intepretate a Sofia come indizio di nostra opposizione alla realizzazione delle aspirazioni al postutto legittime della Bulgaria. Senza naturalmente entrare in questi particolari oramai retrospettivi chiesi ieri sera in via accademica parere di Crewe.

Egli mi disse sembrargli verosimile che influenza dirimente sulle decisioni bulgare sarà esercitata da un successo azione Dardanelli il quale potrà forse tardare ma si deve considerare assolutamente sicuro essendo che Inghilterra e Francia sono fermamente decise a non indietreggiare dinanzi a qualsiasi sacrificio pur di conseguire scopo.

Per queste sue categoriche affermazioni manifestai compiacimento osservando che un abbandono eventuale di quell'azione sarebbe stato oramai disastroso ed avrebbe avuto per Inghilterra e per tutte le potenze aventi sudditi mussulmani conseguenze gravissime. Nel che S. S. si mostrò pienamente consenziente.

(l) -Cfr. n. 97.
132

L'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, GARRONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4165/434. Costantinopoli, 9 giugno 1915, ore 7,40 (per. ore 8,30 del 10).

Gran visir ed Enver pascià confermano che impedimenti nei porti designati per partenza dall'impero riguardano tutti gli stranieri senza distinzione nazionalità e che misura è di carattere militare. Aggiungono di non averla finora potuta modificare ad onta di insistenze a me ben note, anche da parte ambasciatore Stati Uniti, per continuate esigenze militari. Sperano di poter fare notevoli e favorevoli modificazioni entro due settimane. Per invio Adalia della R. Nave • Magnaghi • fatto senza adempimento formalità prescritte, gran visir e Enver pascià hanno espresso loro rammarico, massime per le minacce da essa fatte e per la specialità

del provvedimento in confronto di tutti gli altri R. consoli e connazionali, che non può non essere rimarcata date le ben note discussioni riferentisi a quella regione. Sono tuttavia disposti, data la minore importanza militare della regione stessa, a permettere partenza di tutti i connazionali entro 4 o 5 giorni. R. Nave

• Magnaghi •, obbligata ora a partire per essere decorso termine regolamentare, potrà ritornare, trascorso quel periodo di tempo, pel loro imbarco, quando non si voglia farlo con altro mezzo. Misura speciale adottata per Adalia, come prevedevo, minaccla di creare situazione assai difficile per tutti altri RR. consoli e connazionali dell'impero, che pure sono in condizioni meno favorevoli di quelli di Adalia.

Confermo essere convincimento mio e del mio collega di America che partenza dei consoli e degli italiani potrà essere molto meglio regolata a suo tempo da stato protettore che non ora con provvedimenti speciali, che per la forma e per la sostanza, acutizzano la situazione, senza raggiungere intento, aumentando per tutti e méossimamente per questa ambasciata il disagio già così grave.

133

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 703/230. Londra, 9 giugno 1915, ore 10,15 (per. ore 10 del 10).

Telegrammi di V. E. n. 547 e n. 548 (1).

Nicolson mi ha detto testè che in seguito colloquio avuto meco ieri stesso Crewe telegrafò immediatamente al Ministro d'Inghilterra a Belgrado incaricandolo di tenere in via altrettanto amichevole e confidenziale quanto ferma linguaggio sostanzialmente analogo a quello di Squittì dando a questo suo passo carattere di salutare premonizione senza menzionare essere esso dovuto a nostra proposta. Ministro doveva in pari tempo richiamare Governo serbo all'osservanza affidamenti dati circa l'Albania e rappresentargli necessità concentrare suoi sforzi contro Austria.

Ciò preme:::so Nicolson mi ha pregato far presente a V. E. che conviene di aspettare risult::tto insistenti pratiche esclusivamente inglesi prima di procedere a passi simultanei delle quattro Potenze i quali data delicata situazione attuale ed estrema irdtabilità serba sarebbero possibilmente da evitare.

Nel corso della 'conversazione rilevando mio accenno agl'i 'accordi di Londra, Nicolson ta osservato essere equo riconoscere che dei medesimi Governo serbo non ha conosce!JZa. Ho replicato che base di ogni rimostranza alla Serbia deve essere il principio stabilito della osservanza fino al termine della guerra delle deliberazioni di Londra circa Albania.

Cominciando a dipartirei da tale principio andremo incontro a grosse complicazioni ed a conferma di tale osservazione ho menzionato incursioni elleniche

segnalate dal R. console a Monastir osservando che se Serbia e Grecia avanzano in Albania non è da escludersi qualche sorpresa da parte anche della Bulgaria nel quai (!aso ci potremmo un giorno trovare di fronte ad un conflitto armato fra tre Stati il che non contribuirebbe certamente a semplificare situazione già abbastanza complicata.

(l) Cfr. nn. ·117 e 118.

134

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 703n65. Bucarest, 9 giugno 1915, ore 6,30 (per. ore 10 del 10).

Telegramma di V. E. gab. r. sp. n. 335.

Comunicazione russa è stata portata stamane innanzi ad un consiglio dei ministri a cui hanno partecipato i presidenti dei 2 rami Parlamento. Bratianu ha dichiarato di essere sicuro di ottenere l'intero Banato, quanto la linea del Pruth in Bucovina. Ministro delle finanze ha confermato il suo ben noto punto di vista favorevole alle concessioni territoriali ai Serbi nel Banato. Presidente della Camera, per quanto più debolmente, ha appoggiato tali dichiarazioni aggiungendo che si dovrebbe cercare d'entrare in trattative con la Serbia.

Ministro delle finanze ha raccomandato che non si interrompano negoziati colla Russia e che si dia ad essi la forma più cortese e conciliante. Bratianu ha protestato di non aver mai dato ai negoziati russo-romeni una forma meno che riguardosa ed a prova della sua buona volontà, ha proposto che la replica da farsi alla comunicazione russa venga redatta dal presidente della camera e dal ministro delle finanze. Quest'ultimo cercherà adoperarsi perchè nota sia redatta in modo da lasciare intendere che Romania finirà per cedere per la parte del Banato di fronte a Belgrado ma non è sicuro riuscirvi. Ad ogni modo confida che la nota conterrà concessioni territoriali se non altro nel Marmaros. In complesso Bratianu pur mantenendo invariato il suo punto di vista sembra sia meno sicuro del fatto suo ed a ciò ha certamente contribuito in massima il contegno molto riservato tenuto da me e dai miei colleghi dell'Intesa e la campagna della stampa e del pubbHco svolta-si negli ultimi tempi.

È però opportuno che il R. Governo non si faccia illusioni. Bratianu non cederà, se deve finire col cedere, che all'ultimo estremo ed in ogni caso né Bratianu né alcun altro uomo di stato romeno consentirà all'entrata in azione del suo paese finchè la situazione militare russa non sia notevolmente migliorata od almeno non siano forzati i Dardanelli, la quale ultima circostanza è pressochè necessaria, in vista dei riapprovvigionamenti delle munizioni non della sola Russia ma anche dell<J Romania che, come V. E. non ignora, non ne ha d'avanzo.

A questo proposito credo utile riferire che lo stesso ministro delle finanze, il quale come V. E. sa è il più favorevole alla guerra, mi ha detto esplicitamente che, quali 'Che siano le concessioni territoria~i e politiche offerte dall'Intesa, Romania non potrà entrare azione subito ed in ogni caso non potrà farlo finchè russi non avranno ripresa l'offensiva in Galizia e Bucovina.

Cosi star•do !e cose devo rinnovare vivissime raccomandazioni di non fare auovi passi per spingere Romania ad entrare azione, di non offrire nuove conces1:ioni e di attendersi elle la Romania stessa si dichiari pronta a transigere.

Tutta l'attività che gli alleati spiegano per propiziarsi la Romania non raggiungerebbe alcun altro risultato all'infuori di quello di confermare Governo romeno nella convim.ione che non si può far a meno del suo concorso, e che quindi si devono fare tutti i sacrifici necessari per assicurarselo. Un contegno più riservato sarà, oltre che più dignitoso, anche più abile. Mi consenta l'E. V. rinnovare vive raccomandazioni che le missioni diplomatiche a cui vengono ritelegrafati i miei telegrammi segreti ne facciano un uso riservatissimo. Non posso infatti non far presente all'E. V. che il R. ambasciatore a Berlino prima di lasciare quella capitale, e malgrado le mie vivissime raccomandazioni ha comunicato a Beldimann il mio telegramma Gab. n. 22 e Beldimann ne ha subito informato telegraficamente Bratianu mettendo così in una situazione più che imbarazzante e me e, quello che più conta, il mio informatore. V. E. troverà certamente ragionevole che io mi chieda se ciò corrisponde, oltre che alla consueta norma di riserbo diplomatico, all'interesse del R. servizio (1).

135

IL MINISTRO A NISCH, SQUITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 744/25. Nisch, 9 giugno 1915, ore 20,20 (per. ore 12,30 dell' 11).

Ho potuto h!talmente per speciale favore vedere Pachitch stamane. Egli mi ha confermato in Fo:;:tanza quanto mi aveva detto Jovanovitch (mio telegramma 23) (2) aggiungendo che le truppe serbe erano penetrate in Mirdizia ed avevano occupato Orosei col consenso e compiacimento di Essad pascià e di Bib Doda. Mi ha dichiarato poi formalmente che più oltre i serbi non andranno e che il Governo intende sgombrare il territorio albanese quando questione dell'Albania sarà pcrtata in discussione dall'Europa a guerra finita.

In un proclama del comandante serbo agli albanesi quanto precede è stato comunicato" Scopo dell'occupazione sarebbe stato d'impedire attacchi intorno frontiera che si :;tavano prr:::parando con grandi forze albanesi dagli austro-turchi.

Avendo ripetuto a Pachitch con qualche opportuna modificazione ciò che avevo detto ieri a Jovanovitch egli mi ha risposto di ritenere che trattandosi di un'occupazione provvi~oria dettata dalla necessità della guerra le grandi potenze interessate non avranno difficoltà a riconoscerne il giusto motivo (3).

C3) Ritrasmesso a Parigi, Londra, Pietrogrado e Durazzo con t. gab. 367 dell'H giugno,

ore 21.

(l) Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. r. sp. 566 dell'H giugno, ore 22.

(2) Cfr. n. 125.

136

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 714. Bucarest, 9 giugno 1915, ore 10,30 (per. ore 19,45 del 12).

Telegramma dl V. E. gab. n. 542 (1).

Sono stato vari giorni senza vedere Bratianu in primo luogo perché non avevo 1mlla da dirgli ed in secondo luogo perchè avevamo convenuto insieme ai miei tre colleghi dell'Intesa di astenerci per ora dall'intavolare col presidente del consiglio discussioni per lasciare a lui iniziativa di riprendere conver.sazioni coll'Intesa. Essendomi pervenuto ieri sera telegramma di V. E. 535 (2) riservato speciale avevo chie:.to stamane prima che mi pervenisse telegramma di V. E. Gab. n. 542 di essere ricevuto da Bratianu per chiedergli come intendesse replicare alla cr:municazione russa ed egli mi riceverà domani. In questo frattempo però ho veduto varie volte il ministro degli affari esteri ed altri ministri.

Bratianu considera come diretta contro di lui personalmente azione che noi spieghiamo qui allo scopo:

l) di mostrare falsa accusa che ci viene rivolta di aver abbandonata Romania dopo di aver regolato per il meglio dei nostri interessi nostri rapporti coll'Intesa;

2) di fare propaganda allo scopo di spingere Romania ad entrare in azione con noi e coi nostri alleati.

Le accuse contro l'Italia provengono dallo stesso Bratianu e dal suo entourage ed hanno lo scopo di scolpare il presidente del consiglio dall'addebito che gli viene fatto di aver troppo ritardato a trattare colla Triplice Intesa e di non aver esposto in tempo utile francamente né a noi né a Inghilterra precise pretese rumene.

Di queste accuse contro noi si sono fatti propalatori tra il pubblico, ministro di agricoltura, e tra i colleghi di Gabinetto, i diplomatici esteri ed i capi dell'opposizione il signor Bratianu stesso ed istigato da lui il ministro degli affari esteri. Ciò mi è stato confermato dal ministro delle finanze dai capi opposizione e da alcuni colleghi esteri. Campagna anti-italiana ha trovato eco nello stesso organo ufficioso in lingua francese Indipendenza Romena, che continua malgrado io me ne sia lamentato a voce ed in iscritto col ministro affari esteri.

Naturalmente dimostrando noi di avere agito con piena correttezza e provvedendo così alla nostra legittima difesa, Bratianu rimane indirettamente colpito ma la colpa è esclusivamente di lui che si è posto in così falsa positura.

D'altra parte azione di propaganda per la partecipazione alla guerra della Romania a fianco dell'Intesa è tanto più legittima e necessaria in quanto non costituisce se non una risposta alla campagna neutralista condotta qui con ogni mezzo e senza alcun riguardo dagli austro-tedeschi.

Il fine viaggio Rudeano è ormai il segreto di tutti, non essendo un mistero conversazioni da lui avute costì, le quali sono state anche telegrafate da Delcassé a questo ministro di Francia.

Circa situazione di Bratianu confermo che essa è fortissima; confermo pure però che egli non potrebbe resistere, ove sorte armi volga favorevole russi in Galizia e Bucovina ad una campagna di stampa e di manifestazioni per la guerra la quale trova consenzienti non solo i capi opposizione ma anche alcuni ministri ed altresì personaggi eminenti dello stesso partito liberale. In tal caso Bratianu non potrebbe conservare potere, sia con un ministero di partito che con un ministero di concentrazione se non alla sola condizione di accordarsi coll'Intesa per l'entrata in campagna. V. E. potrà immaginare con qual cuore io veda dopo due mesi di lavoro rimanere Romania neutrale mentre il mio paese è in guerra. Devo però confermare che tutto quello noi ed i nostri alleati facciamo qui ed altrove per riallacciare relazioni fra Romania e Intesa e per indurre Russia a cedere non fa che confermare Bratianu nella sua irreduttibilità e rinforzarne qui situazione di fronte agli elementi più concilianti.

Finchè egli potrà dire che tratta ... (l) coloro vogliono che vi ... (l) accusato volere tradire interessi nazionali.

A mio avviso occorre quindi astenersi da ogni attività nel campo diplomatico limitandosi ad un'azione di propaganda nel campo politico e giornalistico. Altrimenti anzichè affrettare ritarderemo, se pure esso deve venire.. momento in cui Romania si deciderà a tentare sorte delle armi (2).

(l) -Cfr. n. 109. (2) -È la ritrasmissione del n. 98.
137

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, SALANDRA

(Ed. in A. SALANDRA, L'Intervento, pp. 333-334)

L. P. Udine, 9 giugno 1915.

Ricevo la pregiatissima e cortese di Lei lettera del 7 e vivamente La ringrazio.

Mi affretto ad assicurarLa che non perdo di vista l'eventualità cui Ella allude, la quale sarà resa possibile se continuano le vittorie austro-tedesche in Galizia.

La nostra parziale penetrazione in Tirolo ha notevolmente migliorate le nostre condizioni difensive contro uno sbocco austro-tedesco verso le pianure bresciane, veronesi e vicentine.

Anche la nostra attuale situazione sull'Isonzo è, sotto il rapporto difensivo, sensibilmente migliore di quella che avevamo prima della rottura delle ostilità.

Quando poi saremo riusciti a varcare l"Isonzo in tutto il suo percorso, saremo in possesso di una ancora più forte linea difensiva che potrà essere assicurata colla costruzione di due grandi teste di ponte a Tolmino e a Gorizia e fortificando le altre del Carso ad ovest della depressione di Comen.

Il problema difficile, per ora, è quello di forzare la linea dell'Isonzo, come più volte ebbi occasione di dirle a Roma. Le forze austriache schierate lungo l'Isonzo sono notevolmente inferiori alle nostre, ma la linea, fortissima per natura, è stata molto rafforzata dall'arte e guarnita di un cumulo di batterie nascoste e perciò difficilissime ad essere indicate; altrettanto difficile riesce il colpirle anche con grande consumo di munizioni. Converrà adunque di procedere metodicamente e con pazienza, nella speranza che questa non venga meno nel nostro impaziente paese.

Mi consenta di cogliere questa occasione per dirLe tutto il compiacimento che ho provato nel leggere il magnifico e poderoso di Lei discorso in Campidoglio (1). Ed augurando con tutto il cuore che per la grandezza del nostro Paese Ella possa reggerne per lungo tempo i destini...

(l) -Gruppi indecifrati. (2) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. r. sp. 573 del 13 giugno, ore 21.
138

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CONSOLE A SCUTARI, DE FACENDIS

T. 1922. Roma, 10 giugno 1915, ore l.

Telegramma di V. S. n. 255 (2).

Dati nuovi incidenti Medua Governo Montenegrino minaccia azione immediata. Essad fornito tutti i mezzi necessarii eserciterà a Medua polizia assicurando movimento commerciale anche montenegrino sorvegliando cavo sottomarino con Brindisi approdo Schlinza e rifornimento sottomarini a capo Rodoni. Essad che probabilmente affiderà incarico ad Alush Loya non si internerà oltre Medua.

Anche R. Marina nel limite del possibile vigilerà quelle acque. È adesso compito V. S. persuader,e codesti capi che, di fronte avanzata iniziata serba minacciata azione montenegrina, a scongiurare maggiori più gravi pericoli azione Essad dovrà non essere ostacolata. Essad del resto sarà munito ogni mezzo per condurla a fine.

Non sarebbe inutile che codesto Console I. e R. fosse seriamente diffidato da codesta Commissione di astenersi eccitare malissori cui atteggiamento può da un momento all'altro compromettere irrimediabilmente situazione.

139

IL MINISTRO A COPENAGHEN, SACERDOTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4175/32. Copenaghen, 10 giugno 1915, ore 1,36 (per. ore 17,45).

Telegramma gabinetto n. 359/178 (3).

Ebbi io pure sentore delle vaghe inquietudini sorte qualche tempo fa sulla attitudine della Svezia e ne parlai a questo ministro degli affari esteri il quale rispose ritenerle del tutto infondate. Egli disse constargli che la Germania, ingan

nandosi circa disposizioni Svezia, credeva realmente al principio della guerra di poterla far marciare è quindi possibile che essa faccia ancora qualche sforzo

destinato però secondo ogni probabilità all'insuccesso per ragioni seguenti:

l) Popolo, parlamento e Governo svedesi non vogliono la guerra;

2) In Svezia è più forte il timore della Russia che l'amore per la Germania;

3) Svezia non nutre aspirazioni di conquiste territoriali in Finlandia;

4) Esercito svedese, anche dopo la riorganizzazione dell'anno scorso, non è abbastanza forte per aggredire Russia. Credo e confido, concluse ministro affari esteri, che una tale aggressione non avverrà perchè sarebbe un disastro per la Svezia e la rovina della Danimarca.

(l) Discorso del 2 giugno 1915, ne L'Intervento, App. II, pp. 363-377.

(2) -Cfr. n. 120. (3) -È la ritrasmissione del n. 111.
140

IL MINISTRO A DURAZZO, ALIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4183/319. Durazzo, 10 giugno 1915, ore 16,10 (per. ore 23,30).

Telegramma di V. E. 1900 (1).

Nonostante ben nota simpatia Petrajeff per la causa serba non risulta che lo scopo della sua missione sia stato principalmente spedizione serbo-albanese contro insorti. Difatti già da tempo... (2) e partigiani di Essad meditavano tale colpo e questo rappresentante serbo secondo telegrafa lo stesso Essad avrebbe insistito presso Pasic per spedizione punitiva. Secondo mi conferma Essad, Pasic avrebbe assicurato, all'epoca suo passaggio per Nisch che la Serbia non avrebbe seguito esempio Grecia Epiro, non solo ma che valendosi degli impegni di alleanza con la Grecia, Governo serbo non avrebbe tollerato instaurazione definitiva della Grecia in una parte dell'Albania. Queste idee del Pasic per quanto soggette a modificazioni sembrano rimanere base dell'azione serba sino pace e, mentre numerosi indizi concordano per fare ritenere che la Serbia riconosca già implicitamente occupazione definitiva di Valona e dintorni e si acconcerebbe facilmente, salvo qualche eventuale rettifica di confine, allo stabilimento di una regione indipendente sotto Essad per il resto dell'Albania.

Per una soluzione di tale genere basterebbe il volere dell'Italia più o meno insistente a seconda delle circostanze, indipendentemente da altra combinazione relativa all'equilibrio dell'Adriatico.

Petrajeff dopo aver fruito del vantaggio di una promozione a ministro (?). in Albania sarebbe in procinto ritornare in Russia. Per poter attuare direttive di

V. E. circa rafforzamento potere Essad parallelamente al programma generale dello sviluppo dei nostri interessi in Albania e in specìal modo nei dintorni di Valona, Essad sarebbe pronto, se ben diretto da noi, ad offrirei tutti i mezzi assai efficaci di cui ora, più che mai potrà disporre.

Se V. E. lo approva ritengo utile fare venire Castaldi per coadiuvare azione questa legazione con interesse di Valona.

(l) -Cfr. n. 128. (2) -Gruppo indecifrato.
141

IL MINISTRO A CETTIGNE, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4190/101. Cettigne, 10 giugno 1919, ore 13 (per. ore 24).

Vengo informato confidenzialmente che è stato impartito ordine perchè truppe montenegrine occupino interamente riva destra Bojana compreso Taraboch per proteggere trasporti. Re Nicola ha chiesto inoltre formalmente al Generale Yankovich, Capo di Stato Maggiore serbo, di cedergli 5000 uomini per Scutari. Questi ha energicamente rifiutato asserendo che esigenze militari non permettono distrarre siffatto contingente da altro fronte. Pachitch ha telegrafato al Ministro di Serbia a Cettigne dichiarare a questo Governo che pur comprendendo necessità adottare provvedimenti per proteggere rifornimenti, sconsigliava dallo slanciarsi in un'avventura quale potrebbe risultare occupazione di Scutari. Che occupazione provvisoria da parte Serbia del punto strategico dominante Tirana e Elbassan aveva unico scopo difensivo d'accordo alleati.

Mio collega di Serbia farà a questo ministero degli affari esteri comunicazione che riuscirà certamente sgradita, ma che ritiene comunque indispensabile nell'interesse generale. Egli è di avviso che Governo montenegrino dovrà rimettere la progettata azione su Scutari specialmente per mancanza di uomini; non esclude però colpo di testa del Re.

142

IL CONSOLE A DEDEAGATCH, BRENNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. P. 4202 (1). Dedeagatch, 10 giugno 1915, ore 22 (per. ore 14,50 dell' 11).

R. rappresentanza in Costantinopoli comunica per mezzo corriere gabinetto che codesto ambasciatore esercita su larga scala lo spionaggio militare per conto Germania in Italia. Pare assicurato che si tratterebbe di un armeno o di una armena residente in Roma che sarebbero costà per organizzare spionaggio. In Costantinopoli giungono le notizie più dettagliate di tutti i movimenti politici, militari, navali del regno d'Italia per detto tramite. Per mia tranquillità prego segnarmi ricevuta del presente telegramma.

143

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.R.SP.720/267. Bucarest, 10 giugno 1915, ore 9,10 (per. ore 2,30 del13).

Mio telegramma segreto n. 264 (2). Ho veduto stamane Bratianu il quale non mi ha fatto nessuna recriminazione nel senso indicato nel telegramma V. E. Gab. 542 r. sp. (3). Avendogli io parlato

della comunicazione russa, egli mi ha detto di non r1tenerla per nulla soddisfacente perchè non fa che riprodurre, attenuandole anzi in parte, le concessioni già promesse a mezzo di questo ministro di Francia. Egli ha aggiunto che risponderà nei termini più cordiali, ma mantenendo invariato il suo punto di vista.

Sulla questione della Bucovina Bratianu ha sorvolato dando così impressione che egli considera tale questione come sorpassata e si reputa sicuro ottenere Czernovitz. Ha invece insistito sul Banato dichiarando che in nessun caso egli potrà ammettere che i serbi passino il Danubio. Egli ha ripetuto le solite recriminazioni sull'eccessiva protezione accordata dall'Europa ai serbi, sull'appoggio che le domande romene debbono trovare in Italia ed in Inghilterra di fronte alla Serbia con cui quelle grandi Potenze dovranno trovarsi fatalmente in conflitto a guerra finita, ecc. Gli ho risposto che noi saremmo stati disposti a sostenere tutto quello che la Romania desidera in quanto però avessimo visto la possibilità materiale di attenerlo e che se il R. Governo ed io, secondo gli ordini dal R. Governo impartitimi, gli abbiamo consigliato di mostrarsi conciliante, ciò è dipeso dal fatto che da tutte le informazioni 'pervenuteci avevamo tratto la convinzione non sembrasse possibile che la Romania ottenesse assolutamente tutto quello che aveva domandato.

Bratianu è rimasto irremovibile. Mi ha però dichiarato recisamente (contrariamente a quello che mi aveva detto ieri Costantinesco ed ho confidenzialmente esposto col mio telegramma n. 2214/265) che se ottiene tutto quello che ha chiesto si impegna ed entrare in azione immediatamente malgrado situazione militare dei Russi non sia punto buona. Riferisco automaticamente questa dichiarazione di Bratianu, pur ricordando avermi egli detto in passato, come ho riferito a suo tempo, che la Romania non deve entrare in azione che al momento favorevole dal punto di vista militare (1).

(l) -Manca il numero di protocollo particolare. (2) -Deve trattarsi del n. 136 che non ha nel registro numero di protocollo particolare. (3) -Cfr. n. 109.
144

IL MINISTRO A SOFIA, CUCCHI BOASSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.R. SP.731/97. Sofia, 10 giugno 1915, ore 12,30 (per. ore 22,30 del 13).

Guenadieff il quale è venuto a vedermi spontaneamente parlandomi della comunicazione dell'Intesa al Governo bulgaro mi ha detto che ne ha piena conoscenza e che la trova poco precisa chiedendosi in essa immensi sacrifici alla Bulgaria mentre si subordinerebbe compensi ad un eventuale ingrandimento della Serbia.

Il mio interlocutore nell'osservare che tale imprecisione dà argomento agli austro-tedeschi per affermare che Intesa non fa che promesse vaghe subordinate ad una problematica vittoria dell'Intesa, insiste che gli alleati debbano far di tutto per contrastare azione austro-tedesca e per decidere la Bulgaria all'azione. Per fare ciò ritiene indispensabile che l'Intesa faccia un'attivissima campagna in favore della Bulgaria per guadagnare questa opinione pubblica e deplora che mentre giornali italiani francesi inglesi hanno in generale attitudine abbastanza benevola verso la Bulgaria, quelli russi sono spesso perfino ostili.

Guenadieff suggerisce che per intensificare azione stampa agenzia Stefani, agenzia Havas, agenzia Reuter, agenzia Westnik comunichino a questa agenzia Bulgara tutti gli articoli di giornali che possano soddisfare questa opinione pubblica ed infiuenzarla in favore dell'Intesa mentre grandi giornali dovrebbero inviare a Sofia corrispondenti di primo ordine per lavorare sul posto.

Guenadieff ha osservato che fra i bulgari si va estendendo movimento in favore dell'Intesa e della partecipazione della Bulgaria alla guerra e mi ha segnalato linguaggio non solo degli organi nostri amici ma anche di quelli agrari e socialisti.

Per quanto concerne gli stambulovisti rappresentati al Sobranje da 31 deputati che formano notevole parte maggioranza di Radoslavoff, Guenadieff mi ha dichiarato che in quel gruppo un solo deputato si mantiene tuttora ostile alle potenze dell'Intesa.

Guenadieff mi ha vivamente pregato di riferirle quanto precede perchè V. E. ove lo creda, possa agire anche su Grey e Delcassé e Sazonoff provocando provvedimenti da prendersi immediatamente dalla stampa delle potenze alleate nel senso da lui indicato.

Per conto mio ritengo che l'attitudine della Bulgaria non è affatto scevra di pericoli per l'Intesa, perchè il re ed i circoli dirigenti sono tuttora nelle mani austro-tedesche e inoltre contegno della Romania sembra qui molto dubbio (mio telegramma gab. n. 96) (l) e perciò condivido pienamente opinione di Guenadieff (nel quale però non si deve avere illimitata fiducia, essendo indispensabile contrastare in ogni modo azione austro-tedesca che ai primi cenni di una nostra più attiva campagna troverà nuovi espedienti per guadagnare quei bulgari che ora accennano a simpatizzare coll'Intesa.

Avverto V. E. che da un solo agente tedesco si sono spesi qui per propaganda circa 800.000 franchi.

Guenadieff dice di sperare che risposta Governo bulgaro all'Intesa sarà redatta abilmente; il suo linguaggio mi lascerebbe supporlo incaricato della redazione della nota stessa (2).

(l) Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. r. sp. 579 del 13 giugno,. ore 21.

145

L'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4168/490. Parigi, 10 giugno 1915, ore 0,30.

La riunione per il contrabbando e permesso di esportazione si è sciolta colla :seduta odierna e col voto che i delegati si riuniranno nuòvamente a Parigi o Londra dopo avere esposto ai loro governi questioni trattate e voto emesso e ricevuto definitive istruzioni al riguardo. Per quanto concerne il commercio colla Svizzera dalla delegazione inglese e francese è stato presentato progetto di costituzione di una società svizzera di sorveglianza economica, progetto già discusso a Berna col Governo svizzero da inviati inglese, francese signori Oppenaimer e

Crozier. In questo progetto delegati italiani aderirono in principio riservando piena libertà R. Governo di proporre le modificazioni che crederà opportune. Delegati francese e inglese partirebbero sabato per Berna per venire alla firma dell'accordo e conferenza ha espresso desiderio che Governo del re non appena sarà messo al corrente dal commendator Dell'Abbadessa del progetto in parola invii a Berna un delegato con facoltà per discutere e concludere accordo.

(l) -Concernente la situazione bulgara. Non pubblicato. (2) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. r. sp. 586 del 14 giugno, ore 20,30.
146

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4173/166. Pietrogrado, 10 giugno 1915, ore 21,25.

Telegramma di V. E. gab. 356 (1).

Intenzione di questo Governo è di far consegnare alle nostre autorità dei prigionieri di nazionalità italiana alla frontiera russa. A suo avviso punto meglio indicato sarebbe sulla frontiera russa-romena oppure Kotlas sulla Dvina ove essi potrebbero imbarcarsi sulle navi che ritornano scariche Inghilterra oppure su navi noleggiate a quest'uopo specialmente dall'Italia. Questo secondo mezzo che fra l'altro comporterebbe un viaggio di circa tre settimane da Arcangelo all'Italia mi sembra da scartare. Quanto prima converrebbe assicurarsi previamente che transito per territori romeni, bulgari e greci non incontrerebbe difficoltà.

147

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 704. Roma, 11 giugno 1915 (2).

Presi ordini di Sua Maestà partecipo V. E. che da concordi informazioni, anche di ufficiali prigionieri, massima parte dell'armata austro-ungarica dei Balcani è stata trasportata e sta tuttora trasportandosi sulla nostra frontiera. Un tale fatto per noi evidentemente dannosissimo è dovuto alla inazione dell'esercito serbo. Già nei primi giorni campagna per mezzo addetti militari Pietrogrado e Nisch attirai attenzione quei Governi su questo stato di cose. Credo ora necessario avendo notizie di nuovi e continui arrivi di truppe austro-ungariche dal fronte serbo, interessare V. E. a dimostrare ai Governi suddetti assoluta necessità azione serba diretta trattenere quelle truppe.

Per norma di V. E. informo che stato maggiore serbo allega difficoltà dovute alla piena della Sava e Danubio, ma faccio pure notare a V. E. che questo fatto non esclude azione serba in Bosnia, donde potrassi poi in periodo avanzato campagna concorrere nostro sforzo in direzione Slavonia secondo criterii fondamentali della intesa già stabiliti (3).

(l) -Cfr. n. 119. (2) -Il telegramma, benché privo delle ore di partenza e di arrivo, viene inserito qui perché evidentemente precedente a quello pubblicato al n. 148. (3) -Ritrasmesso a Londra, Parigi, Pietrogrado e Nisch con t. gab. r. sp. uu. 562 dell'H giugno, ore 11,30 con l'aggiunta del seguente periodo: « Prego V. E. adoperarsi con la maggiore urgenza attività ed efficacia perché Serbia esplichi azione offensiva contro Austria-Ungheria •.
148

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA

T. GAB. R. SP. 563 bis. Roma, 11 giugno 1915, ore 11,45.

Ho comunicato il telegramma di V. E. alle RR. rappresentanze in Parigi, Londra Pietrogrado e Nisch invitandole ad adoperarsi con la maggiore urgenza attività ed efficacia pe!"'chè Serbia esplichi azione offensiva contro Austria-Ungheria.

149

IL MINISTRO A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4208/183. L'Aja, 11 giugno 1915, ore 12,25 (per. ore 15,30).

Progetto di legge per rappresentanza diplomatica olandese temporanea presso Santa Sede approvato ieri dalla seconda camera degli Stati Generali con 82 voti contro 10.

150

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4218/301. Atene, 11 giugno 1915, ore 13 (per. ore 18,30).

Mio telegramma n. 291 (1).

Prese dovute informazioni presso ministero della guerra, Zografos mi ha fatto assicurare che i 18 villaggi occupati recentemente dalle forze greche, sono dentro limiti occupazione greca quali ci furono notificati. Detti villaggi non erano stati effettivamente occupati fin qui perchè forza greca non aveva voluto venire a conflitto con gli abitanti albanesi. Detti abitanti essendosi ora ritirati in occasione imminenza (?) serba in Albania i greci hanno ritenuto opportuno procedere senza indugio all'occupazione.

151

IL CONSOLE A CORFU', MILAZZO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4230/150. Corfù, 11 giugno 1915, ore 16 (Per. ore 19,30)

Comunicale seguente telegramma da me diretto Stato Maggiore R. Marina. « Riferendomi ai miei precedenti telegrammi, in vista dell'ambiente ostile che esiste in generale verso noi nella popolazione greca di Corfù ritengo urgente che

11 -Documenti diplomatici-Serie V-Vol. IV

le nostre navi da guerra facciano attiva crociera attorno tutta l'isola di Corfù e la costa vicina dell'Epiro per impedire rifornimenti sommergibili nemici. Lo stesso parere mi hanno espresso i miei colleghi di Francia, Inghilterra •.

(l) Del 9 giugno 1915: comunica l'occupazione di Elbassan da parte dei greci.

152

IL MINISTRO A CETTIGNE, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4232/20. Cettigne, 11 giugno 1915, ore 7 (per. ore 21,40).

In questi giorni hanno avuto luogo tre abboccamenti segreti fra parlamentari montenegrini e austriaci in un forte di Cattaro. Ieri poi, principe Pietro, comandante zona del Lovcen, vi si sarebbe recato in persona.

Versione fornita da autorità montenegrina a comando in capo serbo secondo cui abboccamenti avrebbero avuto unicamente per scopo trattative per impedire b0mbardamenti aerei di località aperte, non sembra logica, nè attendibile e lascia adito diffidenza tanto più che già si sospettava qui che fra Vienna e Cettigne non fosse rotto cgni filo anche dopo la dichiarazione di guerra.

Segnalo alla E. V., quantunque con riserva, possibilità che non sia stata estranea a tale colloquio questione occupazione Scutari. Occorre tener presente per questo fatto dovrebbe essere sguarnita di truppe tutta la costa da Cattaro a Spit~a, ora occupata dal Montenegro, e che d'altro canto Austria non dovrebbe vedere malvolentieri un diversivo non scevro di pericoli per questo piccolo esercito. Non sono in grado di sapere cosa Montenegro dal canto suo avrebbe _promesso. ma procurerò indagare e riferire.

153

VITTORIO EMANUELE III AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 754/1. Italia, 11 giugno 1915, ore 22,10 (per. ore 23,30).

Il Re di Montenegro mi telegrafa quanto segue:

• Un esercito serbo di cinquantamila uomini si avanza nella direzione di Scutari senza accordo preventivo con noi. Essi hanno già occupato Elbassan. N o i non conosciamo ancora le loro intenzioni che sono combinate all'infuori di noi. L'Italia è ai corrente di questo procedere che sembra strano? I serbi esigono nello stesso tempo che noi trasportiamo subito l'esercito montenegrino in Bosnia ment!"e essi stessi sguarniscono loro fronte verso l'Austria. Prego di rispondere per telegrafo d'urgenza che cosa pensate Voi di quanto precede •.

Le sarò grato se vorrà avere la cortesia di indicarmi che cosa posso rispondere.

154

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4231/234. Londra, 11 giugno 1915, ore 9,50 (per. ore 2 del 12).

Martedì prossimo parte per Roma Giorgio Trevelyan noto autore tre pregevoli VO'lumi sull'epopea ga11ibaldina. Egli viene in Italia compreso di entusiastica ammirazione per noi. Sarei molto grato al presidente del consiglio ed a V. E. se volessero compiacersi riceverlo con benevolenza. Io spero che venuta in Italia e colloqui che avrà con eminenti persone nostre varranno a raddrizzargli alcune idee alquanto storte che, circa questione Dalmazia, ecc. egli sembra condividere con questi suoi confratelli in radicalismo e dottrinarismo.

155

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 75,2/235. Londra, 11 giugno 1915, ore 9,50 (per. ore 2,30 del 12).

Mio telegramma gab. 230 r. sp. (1).

Da me interrogato in proposito Nicolson mi ha detto non essere ancora qui giunto contesto della risposta sul risultato del passo fatto da quel ministro d'Inghilterra.

Io ho di nuovo e con massima energia insistito sugli argomenti già addotti per dimostrare necessità assoluta dell'arresto dell'avanzata serba in Albania perchè contraria al principio già stabilito e accettato nonchè agli accordi di Londra che noi intendiamo siano scrupolosamente osservati.

156

IL MINISTRO A NISCH, SQUITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 748/27. Nisch, 11 giugno 1915, ore 10,20 (per. ore 8 del 12).

Governo serbo sente il bisogno di giustificare con dichiarazioni dirette e per mezzo della stampa l'impresa albanese, dicendo che essa gli fu imposta dai preparativi in grande che si facevano in Albania per attaccare la Serbia dopo di aver sopraffatto Essad pascià. La preparazione veniva organizzata d,agli austriaci e turchi in nome del Sultano. Essad implorava aiuto sentendosi mancare il terreno. A queste dichiarazioni si aggiunge e si conferma l'altra dello sgombero delle contrade occupate a guerra europea finita, se tale sarà la volontà delle potenze.

Vi è però chi sospetta essere (fine) recondito dei serbi di conservare i territori ora presi, facendo valere a suo tempo l'argomento del fatto compiuto, del desiderio della popolazione, della forza maggiore ed altre comode ambiguità del genere nella sicurezza che nessuna potenza ricorrerà poi alle armi contro la Serbia per costringerla ad evacuare l'Albania.

(l) Cfr. n. 133.

157

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4249/10. Madrid, 11 giugno 1915, ore 17,50 (per. ore 21 del12).

All'infuori della stampa carlista che ci è ostile per antica tradizione, quei giornali spagnuoli che fanno campagna contro di noi sono pagati da ambasciata Germania che spende notoriamente somme considerevoli per sua propaganda. Volendo contrastare questa azione sarebbe necessario assicurarci pieno concorso di almeno un giornale dei più diffusi, concorso che malgrado disposizioni favorevoli stampa liberale non potremmo avere gratuitamente. Vengo quindi a chiedere all'E. V. se R. Governo sarebbe disposto a destinare a questo effetto una qualche somma che io preciserei in diecimila pesetas da spendere nello

spazio di sei mesi. Prego pronta risposta.

158

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 1144/304. Atene, 11 giugno 1915 (per. il 21).

Avendo questi miei colleghi e sopratutto il ministro di Russia insistito, in seguito ad istruzioni dei loro rispettivi governi, perchè si desse corso al divisato passo presso il governo ellenico per la questione dell'approvvigionamento dei sottomarini austro-germanici e per il traffico d'armi verso il litorale africano, inviammo al signor Zografos la nota di cui accludo copia (1). Egli ci rispose in data di ieri con quella di cui egualmente V. E. troverà copia qui unita (1). Io considero la risposta del signor Zografos come puramente formale, e persisto a credere che l'attuale Gabinetto ellenico non voglia fare nulla per impedire gli inconvenienti lamentati: seppure, come nel caso del signor Stratos che l'opinione pubblica indica sempre più come connivente colla Germania, non ,sia addirittura disposto a favorire quelle illecite pratiche. A mo' d'esempio, da confidenze fattemi dal colonnello d'Aulisio mi risulta che questa gendarmeria non ha ricevuto nessuna istruzione per sorvegliare ed impedire quei traffici. È evidente che istruzioni riservate alla gendarmeria avrebbero dovuto essere immediatamente e come prima cosa emesse; ed ho pr.egato i miei colleghi ed io stesso mi propongo di richiamare discretamente l'attenzione di questo governo su questo punto speciale. Non è dubbio che se il comando della gendarmeria ricevesse i menomi ordini al riguardo, i nostri ufficiali

si adopererebbero con ogni energia. Ma nell'attuale assoluta mancanza di istruzioni è chiaro che la loro azione resta paralizzata.

Ritengo però tutti questi nostri passi pressochè inutili, data la pregiudiziale della evidente cattiva volontà del governo ellenico. Non vi è speranza che la Grecia cessi di essere il centro del rifornimento dei sottomarini nemici e del contrabbando delle armi verso l'Africa che se essa entrerà a far parte del conflitto accanto a noi, oppure (se essa a ciò non si deciderà) se le flotte italiana, inglese e francese si decideranno a quelle misure di rigore che furono da noi e dagli inglesi in diversa forma iniziate, e poscia immediatamente abbandonate.

(l) Non si pubblica.

159

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, A VITTORIO EMANUELE III, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AI MINISTRI A CETTIGNE, NEGROTTO CAMBIASO, E A NISCH, SQUITTI

T. GAB. 370. Roma, 12 giugno 1915, ore 11,15.

(A tutti meno Sua Maestà) S. M. il Re telegrafa quanto segue:

• n Re del Montenegro... ecc. ecc. (come nel telegramma n. l) • (1). Ho risposto a S. M. il Re : (Per tutti) • Movimento serbo in Albania avviene malgrado nostre vive

rimostranze e quelle da noi provocate, ma alquanto blande della Triplice Intesa. Governo serbo dichiara che le sue occupazioni in Albania saranno provvisorie, ma poco c'è da fidarsi. Insisto a Belgrado perchè non procedano oltre e rivolgano tutto loro sforzo contro gli austriaci. Ho pure sconsigliato il Montenegro da movimenti verso Scutari. La sua azione complicherebbe maggiormente la situazione in Albania e potrebbe obbligarlo a distrarre permanentemente le sue forze dal fronte austriaco, dove urge concentrare ora tutti gli sforzi. Parmi opportuno che Vostra Maestà consigli il Re del Montenegro nello stesso senso. Telegrafo oggi nuovamente a Pietrogrado perchè Russia si adoperi più efficacemente presso il Governo serbo nell'interesse comune. Devoti omaggi ».

(Per tutti meno Sua Maestà) Prego V. E. adoperarsi con ogni maggiore efficacia in conformità a quanto precede e telegrafarmi.

160

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A DURAZZO ALIOTTI, E AL CONSOLE A VALONA, LORI

T. 1966. Roma, 12 giugno 1915, ore 16.

(Urgentissimo per Durazzo) Ho telegrafato al R. Console a Valona quanto segue: (Per tutti) In relazione alla sua recente corrispondenza telegrafica le comunico che non è opportuno concorrere con invio di bande a mantenere e prolungare conflitti armati nella regione di Berat e nei territori oltre la Vojussa.

Consiglio che Ella vorrà dare a quelle popolazioni è di sottomettersi ad Essad pascià.

(l) Cfr. n. 153.

161

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AGENTE DIPLOMATICO AL CAIRO, SERRA

T. RR. 1969. Roma, 12 giugno 1915, ore 16.

Da notizie pervenute da varie fonti al R. Ministero delle Colonie risulta che noi, questo Ambasciatore Britannico e lo stesso Governo inglese non siamo sempre esattamente informati di ciò che in proposito ed anche per quanto concerne ripercussione in Libia dei rapporti fra Inghilterra e Senusso si prepara e si opera in Egitto. Sembrerebbe anzi che le varie autorità britanniche ed anglo-egiziane svolgano talora ciascuna un'azione per proprio conto, almeno nei .particolari i quali, però, acquistano rispetto ai nostri interessi importanza non trascurabile.

Raccomando quindi vivamente alla S. V. anche in nome Collega Colonie di seguire con vigile attenzione e con la prudenza e riserva che la questione necessita non solamente l'azione complessiva del Governo anglo-egiziano ma, per quanto le sia possibile, anche il lavorio dei singoli uffici, di guisa da consentire al R. Governo di seguire nelle direttive generali e nei particolari un'azione che interessa così da vicino la Libia (1).

162

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AI MINISTRI A CETTIGNE, NEGROTTO CAMBIASO, A DURAZZO, ALIOTTI, E A NISCH, SQUITTI

T. 1972. Roma, 12 giugno 1915, ore 16.

(Per tutti meno Cettigne) R. ministro a Cettigne telegrafa quanto segue:

{Telegr. 4190/101 da Cettigne) (2).

Ho telegrafato al R. ministro a Cettigne:

(Per tutti) Telegramma di V. S. n. 101. Dopo operazione compiuta da nostre torpediniere a Medua insistiamo affinchè Montenegro non si lasci trascinare ad azioni non desiderate e pericolose e concentri invece tutte le sue forze sul fronte austriaco.

163

IL MINISTRO A CETTIGNE, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 757/22. Cettigne, 12 giugno 1915, ore 11,30 (per. ore 18,25).

Mio telegramma gab. n. 21 (3). Generale Jankovitch capo stato maggiore serbo in un colloquio molto animato con Anielli ha fatto iersera presente pericolo grave cui potrebbe incorrere Monte

negro con occupazione di Scutari e si è rifiutato di distogliere una parte qualsiasi delle truppe da altri fronti per questa ragione. Sua Maestà sarebbe rimasta impressionatissima ed avrebbe desistito per ora almeno dal proposito. Vidi questa notte Sua Maestà, il quale mi dichiarò ·Che fino a quando gli albanesi manterranno attitudine corretta, l'occupazione sarà limitata alla sponda destra della Bojana dato però l'umore mutevole e apolitico e a base di intrighi e le influenze che caratterizzano il momento presente è da temersi qualunque sorpresa.

(l) -Comunicato a Londra con D. rr. 32845/886 del 22 giugno. (2) -Cfr. n. 141. (3) -Pari data, non pubblicato.
164

IL CONSOLE GENERALE A MOSCA, GAZZURELLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4252/2104. Mosca, 12 giugno 1915, ore 14,13 (per. ore 20).

Come già ho telegrafato sino da ieri, insuccessi Galizia commossero profondamente le masse popolari che attribuiscono tale sconfitta allo spionaggio fatto in genere dai tedeschi ed austriaci ed in ispecie da altissimi personaggi di corte imperiale a Pietroburgo. Donde lo scoppio selvaggio di ... (l) dei giorni passati.

Oggi mercè misure di rigore prese dal principe Yusupoff la calma è ritornata ma si temono nuovi vandalismi per domani domenica essendo tutti gli operai liberi specialmente nelle campagne. Ieri si calcolano circa 30 morti e 40 incendi.

Secondo il mio parere però se non saranno subito mandati via o concentrati in luoghi appositi tutti i tedeschi ed austriaci, anche i naturalizzati russi più recenti, simili moti si rinnoveranno certamente e credo che potranno trasformarsi qui a Mosca in vero e proprio moto rivoluzionario contro la presunta camarilla tedesca di corte.

165

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.R.SP.734/270. Bucarest, 12 giugno 1915, ore 19,35 (per. ore 22,30).

Mio telegramma gab. n. 269 (2).

Ministro di Russia ha posto oggi a Bratianu seguente quesito: • Se vi porrete d'accordo circa territorio da annettervi, vi impegnate ad entrare subito in guerra? • (3).

Bratianu ha risposto affermativamente. Ministro di Russia però ha continuato: • In quanti giorni dalla data della conclusione dell'accordo dichiarerete la guerra all'Austria-Ungheria? •.

Bratianu è stato molto malcontento di q_uesta insistenza ed ha risposto che soltanto dopo concluso accordo politico, data dell'entrata in azione avrebbe dovuto essere fissata in una convenzione militare, dipendendo essa dal rifornimento di munizioni e dall'appoggio che l'esercito romeno avrebbe trovato da parte dell'esercito alleato. Alle nuove insistenze di Poklewski perchè Bratianu indicasse

un termine perentorio presidente del consiglio ha risposto dover consultarsi coi colleghi prima di pronunziarsi e si è impegnato di dare una risposta precisa per mercoledì 16 corrente.

Ministro di Russia si è quindi astenuto per ora dal parlare delle ulteriori concessioni territoriali che la Russia è disposta a fare.

Impressione è che Bratianu ricorra a mezzi dilatori.

In relazione al mio telegramma gab. s. n. 265 (l) aggiungo che il ministro Costantinescu ha dichiarato oggi al mio collega d'Inghilterra che non si può parlare dell'entrata in campagna della Romania finchè non sia migliorata situazione militare della Russia sopratutto non sia assicurato rifornimento delle munizioni mediante riapertura dei Dardanelli.

Le stesse dichiarazioni sono state da lui ripetute a me stamane coll'aggiunta che la situazione delle truppe russe sarebbe peggiore di quello che non si creda. Anch il nuovo capo del partito conservatore Giovanni Lahovary è di avviso che Romania deve attendere per entrare in campagna un momento più favorevole dal punto di vista militare (2).

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Non pubblicato. (3) -Cfr. n. 134.
166

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 76U51. Atene, 12 giugno 1915, ore 2,50 (per. ore 0,15 del13).

Telegramma di V. E. n. 1942 (3). Riassumo in dieci punti il mio modo di vedere circa trattamento da farsi alla Grecia nelle attuali condizioni:

l) La Grecia ci è nemica. Alle prove infinite di cui è testimone la storia di questi due ultimi anni in cui tutta la mia missione fu una sequela di difficoltà e impertinenze da me dovute sopportare pel bene della pace, si deve aggiungere ora il linguaggio violento della stampa in occasione nostra uscita dalla neutralità, della pubblicazione del Libro verde, del discorso dell'on.le presidente del consiglio, ed anche delle parole da me dette e lasciate pubblicare in occasione della festa dello statuto coll'intento di portare la pace. Al linguaggio della stampa corrispose e corrisponde una assoluta freddezza ed una appena dissimulata ostilità nell'attitudine verso il rappresentante italiano di questi circoli politici e circoli di Corte. Non è il caso quindi per noi di ispirarci ora verso la Grecia a riguardi non meritati ed assolutamente inutili.

2) È pressochè da escludere la possibilità che la Grecia voglia almeno per molto tempo ancora uscire dalla neutralità accanto a noi. Ciò che dico è quasi si'curo se continua a governare Gunaris, ma è assai probabile anche nel caso di un ritorno di Venizelos e dei suoi partigiani.

Ne sia prova fra altro il passaggio del discorso elettorale di Repulis (mio telegramma n. 305) (4).

3) La poco probabile ipotesi che la Grecia sia per uscire dalla neutralità accanto a noi mi sembra anche poco desiderabile, in quanto la Grecia porterebbe nell'alleanza scarsa forza ed infinite pretese.

4) Se un'alleanza colla Grecia è poco probabile e poco desiderabile, è invece dannosissima la sua attuale neutralità malevola all'ombra della quale si preparano insidie all'azione navale nostra e delle potenze a noi alleate. Conviene dunque uscire senza indugi da questa situazione.

5) Prima cosa da fare è di riprendere rla visita delle navi greche all'uscita dei porti greci con misure di inflessibile rigore per quelle che si troveranno colpevoli di contrabbando. Tale misura applicata dall'Inghilterra per una sola volta ebbe, a detta dei miei informatori, ottimi risultati e tutto il commercio di contrabbando del Pireo si trovò paralizzato per alcuni giorni. Ora va riprendendo più ,che mai e si annunzia un grosso colpo per domani giorno delle elezioni.. ... (l) della naturale confusione. Conviene dunque riprendere misure ed estenderle a tutti i porti della Grecia unendosi alla flotta inglese in questo servizio le flotte francese ed italiana. Si notificherà al Governo ellenico che visto che le misure da esso prese non sono risultate efficaci potenze alleate debbono ritornare a ricorrere ad una misura che era stata tolta soltanto dietro promessa non verificatasi che Grecia avrebbe essa stessa provveduto.

6) Conviene inoltre chiedere al Governo ellenico che sia immediatamente espulso sequestrandone carte e danaro il barone von Schenk agente tedesco, che dal principio della guerra qui profonde danaro corrompendo tutta la stampa, organizzando servizi rifornimenti dei sottomarini, corrompendo elettori e godendo di una scandalosa intimità alla Corte che in tempo di guerra non ha il diritto di mostrare tale preferenza ad un agente segreto di uno dei paesi belligeranti.

7) Chiedere destituzione del signor Stratos ministro della marina, uomo che l'opinione pubblica designa come connivente nel lavoro di organizzazione dei rifornimenti dei sottomarini tedeschi. Stratos fu già pagato dalla Germania l'anno scorso in occasione dell'ordinazione di una corazzata greca alle officine secondo ebbe a dire in un momento di oblio il conte Quadt allora ministro di Germania ad Atene.

8) Queste due domande devono essere fatte alla Grecia sotto forma di ulti· matum con brevissimo tempo per eseguirle. In caso di non esecuzione devesi applicar blocco marittimo a tutta la costa greca occupando le isole Jonie e Cicladi che sembreranno più opportune, come del resto l'Inghilterra ha fatto già per Lemnos e Mitilene.

9) Tutto ciò va fatto nel minimo tempo possibile facendo qui giungere una nota già redatta, e senza chiedere opinione di questo ministro d'Inghilterra e ministro di Francia, affetti da quietismo senile tenace, e tali da desiderare più che altro di essere lasciati in pace nella loro Dikephissia.

10) Se per motivi che ignoro misure qui sopra indicate sono impossibili conviene rinunziare ad ogni speranza di impedire che la Grecia resti, e divenga ognora di più, centro del contrabbando di guerra nel Mediterraneo (2).

(l) -Cfr. n. 1.34. (2) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. r. sp. 586 del 14 giugno, ore 21. (3) -Non pubblicato. È la ritrasmissione del n. 124 con richiesta del parere di De Bosdari circa le misure da suggerire. (4) -Non pubblicato. (l) -Gruppi indecifrati. (2) -Ritrasmesso a Parigi e Londra con t. gab. 386 del 14 giugno. ore 21,30 con l'aggiunta del seguente periodo: « Prego V. E. comunicarmi suo pensiero su quanto precede, facendo a codesto Governo le comunicazioni che lo riguardano e riferendone i propositi e gli atteggiamenti •·
167

IL MINISTRO A DURAZZO, ALIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 4279/328. Durazzo. 12 giugno 1915, ore 18 (per. ore 13,10 del 13).

Telegramma di V. E. gab. n. 367 (1).

Invio emissari di Essad a Dibra di cui fa cenno telegramma di V. E. n. 1938 (2) mi era da tempo noto, come la domanda di aiuto per la spedizione di dibrani segnalata varie volte a V. E. Essad voleva eseguire un cambio di guarnigione avviando parte della gente per terra e parte per via Salonicco e ne ottenne consenso dalla Serbia che offriva inoltre pagargli armati per facilitare loro viaggio. Ma Essad pure compiacendosi di una punizione inflitta ai ribelli alla frontiera si oppose sempre ad un'occupazione od invasione truppe regolari serbe. Oggi la subisce per timore di maggiori danni durevoli e profitta per consolidare possibilmente la sua posizione anche perchè segretamente nutre apprensione circa eventuale abbandono dell'Albania centrale alla Serbia da parte nostra. Vi è ragione di credere che neppure Bib Doda abbia accordato consenso circa invasione Mirdizia: questa invece pare causata dall'atteggiamento irritante di Bib Doda e compagni le cui conseguenze a danno Albania furono più volte segnalate da questa Legazione a V. E. Occupazione serbi Tirana sembra in flagrante contraddizione colla dichiarazione di Pasich. Senonchè a tenore delle categoriche affermazioni del Gavrilovich ad Essad, rinnovate in mia presenza, colonnello serbo avrebbe avuto ordine di evacuare non appena paese disarmato e pacificato potrà essere rimesso sotto il controllo di Essad. Rappresentante serbo garantì che questo impegno sarebbe rispettato anche entro breve termine. Ebbe luogo a questo proposito acre scambio di spiegazioni fra rappresentante serbo e Essad. Quest'ultimo ricordando impegni presi verso di lui da Pasich circa rispetto territorio ed integrità albanese non nascondeva proprie diffidenze al Gavrilovich e colla scusa di non fare reclami ..... (3) chiedeva se truppe serbe non avrebbero allargato la loro zona occupazione allo stesso modo che le truppe italiant non estendono la loro. Mi sono adoperato per calmare animi, ma Essad assai irritato mi ha dichiarato appena partito incaricato d'affari serbo che non solo non aveva sollecitato spedizione serba a Tirana, ma sarebbe pronto ad un nostro

cenno opporsi più efficacemente contro la loro permanenza anche colle armi.

Voci venute da Corfù che Italia si prepara occupare Berat hanno visibilmente sconcertato rappresentante serbo che ha cercato di persuadermi essere sufficiente una minaccia alla Grecia per evitare avanzata esercito greco. Legazione di Serbia osserva che tutta la questione albanese sarà decisa dalle potenze e che amicizia italo-serba faciliterà compito. Non vi ha dubbio però, anche secondo pensa Essad, che la Serbia cerchi di assicurarsi buon terreno diplomatico svalutando nostra favorevole situazione. Per ciò Essad vedrebbe tuttora con piacere una occupazione nostra a Berat e sopratutto a Durazzo. Gli ho raccomandato di tenersi in amichevoli rapporti con i serbi e fidarsi interamente delle direttive che V. E. adotterà a seconda svolgimento degli avvenimenti.

(l) -È la ritrasmissione del n. 135. (2) -Non pubblicato. (3) -Gruppo mdecifrato.
168

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 732j271. Bucarest, 12 giugno 1915, ore 9,30 (per. ore 21 del 13).

Mio telegramma gab. n. 265 (1).

Risposta romena è stata redatta e parte oggi stesso per Pietrogrado. Essa non contiene alcuna concessione e si limita a giustificare le domande romene osservando che esse sono ispirate al desiderio di dare alla Romania assetto territoriale che assicuri durevole pace e cordiali rapporti con i suoi vicini ed in particolare con la Serbia.

Insiste sul desiderio della Romania di collaborare coll'Intesa. In complesso risposta per quanto molto cortese e cordiale nella forma non fa fare alcun passo innanzi alla questione dell'entrata in guerra della Romania, e ciò è tanto più deplorevole in quanto che l'impressione destata da principio dall'entrata in azione dell'Italia va qui di giorno in giorno affievolendosi anche in seguito inevitabile lentezza nostre operazioni militari (2).

169

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, GARRONI (3)

T. GAB. 379. Roma, 13 giugno 1915, ore 19.

Ministero della marina mi comunica seguenti telegrammi della R. nave

• -Magnaghi • : • -142 -Prosecuzione 139 7 corrente. Informo che l'autorità locale aveva chiesto partenza questa nave ore 14 giorno 8 scadendo termine prescritto. Non ho aderito giustificando prorogata permanenza provocata divieto partenza console d'Italia e connazionali. Da ieri detta ora dovuto interrompere comunicazioni terra pur rimanendo attesa ordini ministeriali •. • -144 -In relazione al mio telegramma 7 corrente n. 139 non avendo avuto più istruzioni e avendo ricevuto da nostro console Adalia ripetute comunicazioni autorità locale nostro ambasciatore Costantinopoli secondo cui questa nave doveva allontanarsi ho ritenuto necessario lasciare Adalia facendo ritorno Rodi per dove sono partito ore 21 •.

Mi sorprende che V. E. abbia mostrato annuire ai desideri delle autorità ottomane circa allontanamento • Magnaghi • da Adalia. Fu atto ·Contrario al nostro prestigio ed alle mie istruzioni ·e che conveniva assolutamente evitare. Faccio dare ordine alla R. nave di ritornare .subito ad Adalia. In conformità al

telegramma di V. E. 434 (l) autorità ottomane non dovrebbero impedire ora imbarco dJ Ferrante e di quanti altri della colonia desiderano partire. Se ciò non avverrà V. E. vorrà conformarsJ alle istruzioni del mio telegramma n. 378 (2} sollevando .incidente e minacciando per iscritto le più gravi conseguenze.

Attendo risposta telegrafica.

(l) -Cfr. n. 134. (2) -Ritrasmesso a Parigi, Londr·a e Pietrogrado con t. gab. r. sp. 587 del 14 giugno, ore 21. (3) -Il telegramma venne trasmesso tramite l'ambasciata a Washington.
170

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA

T. GAB. 380. Roma, 13 giugno 1915, ore 19.

Telegramma di V. E. n. 312 (3).

Ho incaricato R. legazione a Berna di fare opportuna comunicazione al Governo svizzero. Essendo probabile che esso risponda che noi cannoneggiando violeremmo territorio svizzero mentre non lo violano gli austriaci, sarebbe opportuno V. E. desse ordine di agire solamente successivamente ad offensiva austriaca dalla trincea in questione, per giustificare così azione nostra col titolo della necessità della difesa.

171

IL CONSOLE A SCUTARI, DE FACENDIS, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4285/267. Scutari, 13 giugno 1915, ore 18,50 (per. ore 20,55).

Telegramma di V. E. n. 1922 (4).

Non ho mancato di agire con ogni attività nel senso indicatomi da V. E. per persuadere questi notabili e capi dinanzi minacciata azione montenegrina non ostacolare azione Essad Medua tanto più che truppe montenegrine trovansi già dinanzi Scutari. Superati dissensi esistenti tra mussulmani, questi dopo riunione tenuta nelle moschee sono venuti collettivamente dichiararmi essere tutti disposti ad accettare autorità Essad. Grave è invece situazione creata dai cattolici i quali insieme capi delle montagne dopo vivaci riunioni mi hanno dichiarato verbalmente e per iscritto non poter riporre fiducia in Essad mentre si dicono pronti accettare incondizionatamente protezione soggezione Italia in qualunque altra forma con o senza Bib Doda. Opposizione ad Essad è talmente ostinata che essi sarebbero risoluti scendere apertamente conflitto con gli stessi musulmani di Scutari anche a costo di aprire con ciò le porte al Montenegro. V. E. conoscendo precedenti comprenderà come non ostante ogni sforzo da me messo in azione non è possibile neutralizzare da un momento all'altro fanatismo contro Essad, nato dalla sobillazione austriaca, ma divenuto convincimento anche in persone come

f3) Pari data, non pubblicato: costruzione di una trincea austriaca vicinissima al confine svizzero.

monsignor Busciat della cui affezione a noi sarebbe impossibile dubitare. Lo stesso Alusch Loia mi ha fatto comprendere come a meno di mezzi straordinari installazione autorità Essad Medua, che sarebbe poi indirettamente dominio Scutari, non gli sembra facile impresa. Io non so quale è pensiero del R. Governo ma qualora fosse diretto mantenimento dello statu quo Scutari, antagonismi interni difficilmente eviterebbero avanzata serbo-montenegrina anche se si riuscisse imporre Essad ad una maggioranza cristiana composta dei cattolici Scutari e di tutte le montagne.

Io credo unico provvedimento eh~ potrebbe rispondere allo scopo sarebbe ripristinamento occupazione internazionale da parte delle potenze dell'Intesa e dell'Italia magari con nostra preminenza. Ciò eliminerebbe immediatamente azione perturbatrice austriaca preserverebbe paese fino al momento della decisione definitiva mentre tutta la popolazione dichiara fin da ora che sarebbe lietissima di una tale soluzione della critica situazione presente. Ad ogni buon fine rammento che a Cettigne travasi ancora distaccamento francese che stette Scutari.

(l) -Cfr. n. 132. (2) -Pari data, non pubblicato.

(4) Cfr. n. 138.

172

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. R. SP. 581/265. Roma, 13 giugno 1915, ore 21.

Come le è noto, il giorno 5 corrente a Nizza furono fissati accordi finanziari fra nostro ministro tesoro e codesto cancelliere dello scacchiere. Siffatti accordi debbono essere sottoscritti a Londra da lei in rappresentanza del Governo italiano e porteranno pure la firma degli ambasciatori di Francia e di Russia cioè dei rappresentanti delle potenze interessate nella situazione finanziaria generale che mette capo a Londra.

Urge che l'atto sia sollecitamente sottoscritto per iniziare le operazioni relative. L'atto è steso in lingua italiana e in lingua inglese e a Nizza venne firmato dal cancelliere Mac Kenna e dal ministro Carcano.

Pregola informarsi di urgenza a che punto siena le pratiche relative.

173

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 733/239. Londra, 13 giugno 1915, ore 10,14 (per. ore 1,35 del 14).

Nel corso di una udienza accordata recentemente al ministro di Russia, Giers, re di Romania ha detto, mettendo da parte qualunque sentimento famigliare e penetrato esclusivamente dagli interessi del suo popolo, egli non intende di frapporre ostacoli alla linea di condotta ritenuta dai suoi ministri più giovevole a quegli interessi e che pertanto quando essi lo ritenessero opportuno egli avrebbe senza menoma esitazione firmato decreto mobilitazione.

Sua Maestà avrebbe tuttavia accennato alla precaria situazione in cui potrebbe trovarsi Romania in seguito andamento attuale delle operazioni militari russe in Galizia e Bucovina.

Nel narrarmi quanto precede Cambon aggiunse avere Delcassé bene spiegato a Rudeano che Governo francese potrebbe adoperarsi per ottenere assenso russo alla nota nuova concessione, Cernovitz, e modificazione della linea del Pruth unicamente nel caso in cui Romania rinunciasse alle sue pretese sull'intero Banato e fosse assolutamente decisa ad entrare subito in azione.

Identico linguaggio Cambon ha tenuto a Mishù. Dal linguaggio di Nicolson intravvedo che qui oramai si ritiene consigliabile mantenere contegno riservato e di aspettazione.

174

IL CONSOLE A VALONA, LORI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4299/738. Valona, 13 giugno 1915, ore 22,40 (per. ore 6,45 del 14).

Castaldi mi riferisce quanto segue: Stamane venne comunicato per telefono ai notabili di Berat che non potevamo aderire alle loro richieste e che dato il momento e le circostanze conveniva loro regolare situazione paese adattandosi necessità creata avvenimenti. Poco dopo veniva risposto che riuniti in assemblea i notabili avevano aceettato consiglio e che domani lunedì avrebbero inv~ato Durazzo Mufti Mehmed Essad e Sceik Hassan Zadessi Mahmoud con Essad Fa'scià. Dopo ciò veniva fatta seguente comunicazione testuale: • I notabili e la popolazione del Sangiaccato di Berat non dimenticheranno mai il bene ricevuto in questi giorni dall'eccelso Governo italiano. Mentre gravi avvenimenti rovesciavano il governo e li lasciavano senza guida; mentre numerosi facinorosi fuggenti da Elbassan e da Tirana, rifugiatisi a Berat tentavano suscitare disordini incitando popolazione prendere le armi contro Essad Pascià e contro serbi, l'idea di un intervento italiano possibile potè nei cattivi incutere timore e nei buoni sostenere la speranza. Il paese mantenutosi così tranquillo ed immune da eccessi e da invasioni, serberà sempre viva riconoscenza verso l'Italia. Si prega quindi Governo portare l'espressione del suo sentimento alla conoscenza dell'eccelso governo italiano e di ringraziare in special modo il signor comandante del corpo di occupazione di Valona, il console Lari, il capitano Castaldi ed Osman Effendi ». Dopo ciò richieste loro informazioni sulla situazione venni assicurato regnare tranquillità più assoluta. Nei passati giorni si erano concentrati in Berat circa

1.500 armati venuti a gruppi dalla campagna; ma appena ogni nucleo arrivava e sentiva che era stata chiesta protezione italiana ciascuno si dimostrava contento

e ritornava tranquillo. I caporioni venuti da Elbassan e da Tirana, perduta la speranza di suscitare torbidi, partirono dalla città, sperando mettere a rumore qualche regione. A Scrapari, la popolazione che già aveva aderito alla proposta dei notabili di Berat, arrestò 14 di questi agitatori. A Sulova, Ramadan ... (l) noto per i recenti fatti commessi in nome commissione centrale Tiraria, riunì alcuni facinorosi ma popolazione intimò di partire immediatamente se non voleva essere ucciso.

175

IL MINISTRO A CETTIGNE, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 4304/24. Cettigne, 13 giugno 1915, ore 21,50

(per. ore 9,15 del 14).

Avanzata serba in Albania ha certo influito a far precipitare le cose. Ritengo però che timore di una marcia serba su Scutari sia stato sfruttato dalla corte per giustificare azione progettata da Montenegro verso l'Albania, tanto più che lo stesso ministro affari esteri escluse, parlando con me, serietà tale minaccia. Secondo versione ufficiale di questo ministro Serbia, occupazione militare di punti strategici è stata resa necessaria per garantire sicurezza frontiera e ciò del resto non avrebbe richiesto impiego di truppe destinate alle operazioni contro Austria. Serbi cercano impedire che Montenegro avanzi contro Scutari. Diffidenze tra serbi e montenegrini hanno raggiunto punto culminante. Vicendevolmente si rimproverano mancanza di sincerità, intenzioni e piani segreti non conformi in tutto alla alleanza. Principe ereditario manifestò meco persino apprensione per sicurezza dinastia. Mi sono espresso questa mattina con Plamenaz nel senso istruzioni telegrafiche di V. E. Valendomi di ogni mezzo possibile di persuasione l'ho seriamente sconsigliato nell'interesse causa comune dal gettarsi nell'avventura albanese. Mi è sembrato impressionato dal mio passo che si riservò comunicare a re Nicola, e al Governo. Alle mie vive insistenze per conoscere vere intenzioni del Governo montenegrino si trincerò dietro al fatto che il gabinetto essendo dimissionario non poteva darmi nessun concreto affidamento. Aggiunse però che per ora occupazione rimarrebbe limitata alla riva destra della Bojana e che non avrebbe toccato Scutari. Avendogli fatto osservare che tale sua affermazione veniva smentita dalle sue stesse dichiarazioni ai miei colleghi di Francia e Russia (mio telegramma 21) (2) relativamente alla eventuale occupazione di alcuni punti strate·· gici ai di là della Bojana, specialmente di Colle di Berdiza che comanda Scutad, mi r<ispose che soltanto in caso dì bisogno verrebbe dato seguito a questo progetto.

Per parte mia ho ferma convinzione ... (3) energiche delle Potenze, finiranno

qui per trovar pretesti e mezzi per impadronirsi di Scutari.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Non pubblicato. (3) -Gruppo indecifrato, forse: « a meno misure •·
176

IL MINISTRO A DURAZZO, ALIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 4307/332. Durazzo, 13 giugno 1915, ore 22,30 (per. ore 14 del 14).

Telegramma di V. E. n. 1976 (1).

Mio telegramma n. 328 gabinetto (2) in cui contengonsi sufficienti schiarìmenti circa preteso accordo fra Serbia ed Essad. Ho ottenuto oggi nuove precise informazioni al riguardo donde risulta :

l) Essad nega assolutamente ed energicamente aver accordi di qualsiasi natura colla Serbia. Anzi egli ha sempre chiesto con insistenza che fossero rispettati i confini dell'Albania e ne avrebbe avuto verbalmente promessa da Pasich scorso anno quando fu di passaggio a Nisch.

2) Dalla Serbia Essad chiese ed ottenne alcuni aiuti in denaro per facilitare varie spedizioni di Dibrani accompagnati da qualche soldato al suo servizio. Ma come in questi ultimi giorni assunse soltanto impegno lealmente mantenuto di impedire con tutti i suoi mezzi formazione di gruppi albanesi contro confine serbo.

3) Specialmente di recente più volte Essad rispondendo ai lamenti di Gavrilovitch circa conflitti di frontiera dichiarò che i serbi avrebbero fatto bene reprimere colla forza tentativi a danno della Serbia. Ma egli insistette sempre perchè come nel caso di Starevo (?), venduta merce serbi rivarcassero la frontiera.

4) Più volte e specialmente di recente Essad espose a questo rappresentante serbo critica situazione di Durazzo dovuta a infezione di malaria e enterite che minaccia far disertare i dibrani. Si pensa perciò far partire per mare parte della guarnigione e sostituirla con 1000 uomini da far transitare via Salonicco. Governo serbo avrebbe promesso suo appogg1o. Ma nessuno a Durazzo sapeva della invasione Serbia. Tanto è vero 'che Essad ora rinvia alle loro case !i dibrani mentre quattro giorni fa voleva farne venire degli altri. Essad sospetta che Gavrilovich coi suoi rapporti abbia incitato Governo serbo seguire la strada in cui travasi impegnato. E perciò relazioni fra questi due non sembrano ora molto cordiali per quanto Essad abbia ringraziato dell'aiuto datogli indirettamente dalle forze serbe. Essad mi ha confidato che non appena operato disarmo ed organizzata forza per mantenere ordine a Tirana domanderà al colonnello serbo e a Gavrilovitch il mantenimento dell'impegno preso d'evacuare quella città. Nel caso ciò incontrasse difficoltà avrebbe intenzione reclamare contro Gavrilovitch che assunse formalmente questo impegno in mia presenza e ciò salvo che V. E. non àia consigli contrari.

(l) -Non pubblicato (2) -Cfr. n. 167.
177

IL MINISTRO A NISCH, SQUITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 769/32. Nisch, 13 giugno 1915 (per. il 15).

Telegramma di V. E. n. 370 (1).

Ho parlato nuovamente stamane con Pachitch della impresa serba in Albania ripetendogli con la maggiore insistenza quanto mi consta essere il pensiero del R. Governo al riguardo. Egli non ignorava del resto questo pensiero per averglièlo io comunicato a parecchie riprese in passato ed essendo ritornato su esso anche ultimamente.

La sua risposta è stata del seguente tenore:

Ciò che il Governo serbo ha deciso di fare dopo le mie amichevoli ma ferme rimostranze, in seguito all'avanzata in Albania, fu pure conosciuto da rappresentanti della Triplice Intesa a Belgrado i quali fecero passi analoghi ai miei. Ecco le disposizioni del Governo.

Tirana occupata col consenso di Essad pascià sarà sgombrata ed Essad messo nella possibilità di resistere ai suoi nemici. Sgombrato sarà pure tutto il territorio albanese occupato, ad eccezione della città di Elbassan con una striscia di territorio retrostante sino alla frontiera serba. Con ciò la Serbia avrà assicurato il proprio territorio contro gli attacchi dell'Albania e potrà liberamente disporre dei dodicimila a quindicimila uomini che furono impiegati nella operazione militare.

La Serbia non ebbe mai in animo di occupare Scutari o Durazzo, ha agito d'accordo con Essad pascià e con Bib Doda e desidera mantenersi sempre in buoni rapporti col Montenegro, al quale ha sempre consigliato di astenersi da avventurosa occupazione di Scutari.

Non ho mancato di far notare a Pachitch che mantenimento dell'occupazione di Elbassan guastava il savio partito preso dal Governo serbo, ma egli ha risposto di essere quell'occupazione necessaria provvisoriamente per impedire qualsiasi ritorno offensivo degli albanesi e proteggere efficacemente posizione di Essad pascià (2).

178

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A DURAZZO, ALIOTTI

T. 2002. Roma, 14 giugno 1915, ore 16.

Telegramma di V. E. n. 330 (3).

Noi non pensiamo a disinteressarci della sorte dell'Albania centrale, ma i maneggi di Essad con la Serbia, che hanno indubbiamente favorito avanzata serba, condussero a risultati contrari al nostro atteggiamento ed ai nostri inte

12 -Documenti diplomatici-Serie V-Vol. IV

ressi. Essad si fa illusioni se crede che serbi evacueranno facilmente territori occupati. Loro avanzata a Tirana ne è più che monito una prova. Oramai è inutile che Essad si opponga con le armi al fatto compiuto.

Ripeto raccomandazione che Essad non effettui propositi di vendetta a Berat. Confermando direttive a lei già note la informo che R. Governo non ha oggi intenzione di occupare nè Durazzo nè Berat nè altrimenti estendere nostra occupazione di Valona.

(l) -Cfr. n. 159. (2) -Ritrasmesso a Parigi, Londra, Pietrogrado e Durazzo con t. gab. 392 del 15 giugno, ore 21. (3) -Non pubblicato.
179

BIB DODA AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4314. Scutari, 14 giugno 1915, ore 11 (per. ore 16,50).

Affrettami compiere dovere di ringraziare sentitamente V. E. del benevolo interessamento che R. Governo continua a dimostrare verso il mio paese e me personalmente nonchè degli opportuni consigli che V. E. compiacesi darmi circa attitudine da mantenere in questo momento criticissimo.

V. E. deve aver saputo dalle autorità che mi si oppongono ... (l) questa popolazione alla piena esecuzione dei consigli di V. E. Tuttavia mi obbligo solamente a tenere l'ordine in questa città e dintorni ed osservare scrupolosamente i rapporti di buon vicinato con i popoli vicini se efficacemente aiutato dal Governo italiano in questo intento. Chiedo a V. E. dia facoltà al console d'Italia di dare la sua approvazione alle persone che dovranno aiutarmi nel difficile compito dichiarando che si seguiranno esclusivamente le direttive del Governo italiano. Soltanto in questi termini posso obbligarmi ad assumere la responsabilità dell'ordine in Mirdizia e in questo Sangiaccato e fido che il Governo italiano dia alla mia opera, che è opera di salvaguardia albanese, approvazione e aiuto del che porgo alla E. V. le mie espressioni di grazie e di questa disgraziata popolazione.

180

IL CONSOLE A SCUTARI, DE FACENDIS, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4320/268. Scutari, 14 giugno 1915, ore 5,40 (per. ore 19,15).

Alle mie reiterate insistenze presso Bib-Doda nel senso che V.E. mi ha ordinato, egli ha risposto pregandomi rassicurare R. Governo circa sua fedeltà e devozione. Ho detto recisamente a Bib-Doda che ormai non era più tempo di platoniche dichiarazioni essendo ora la posizione dell'Italia ben determinata e che perciò io non avrei dato assicurazioni al R. Governo sul conto suo fino a quando le sue parole non fossero state confermate da atteggiamento deciso e fatti concreti. Ieri sera Bib Doda mi ha fatto sapere di aver telegrafato direttamente a V. E.

(l) Gruppo indecifrato.

181

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CONSOLE A SCUTARI, DE FACENDIS

T. 2005. Roma, 14 giugno 1915, ore 24.

Telegramma di V. E. n. 267 (1).

Nelle condizioni presenti non è il caso di parlare di occupazione internazionale. Sforzi di V. S. debbono essere diretti persuadere essere preferibile per cattolici alla dominazione montenegrina che Medua sia sottomessa ad Essad albanese.

In questo momento R. Governo non può altro consigliare a codesti capi albanesi se essi tengono a mantenere la integrità albanese.

182

L'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4334/235. Parigi, 14 giugno 1915, ore 21,15 (per. ore 0,10 del 15).

Alcuni giornali francesi pubblicano che D'Annunzio si reca a Bucarest per arringare il popolo romeno. Se notizia fosse vera occorrerebbe impedire viaggio che, per le ragioni esposte da Fasciotti in vari telegrammi, non potrebbe avere che esito nocivo per noi.

183

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4339/524. Pietrogrado, 14 giugno 1915, ore 21,20 (per. ore 5,40 del 15).

Ministro di Grecia mi ha detto che qualora Venizelos in seguito suo probabile trionfo elettorale ritornasse al potere sarebbe assai dubbio che conservasse nel suo programma la cessione di Cavalla alla Bulgaria; è probabile invece che per E:ntrata in azione della Grecia, chiedesse garanzia potenze fino a pace conclusa (inclusovi relativo trattato) per integrità territoriale regno.

Ministro di Grecia insiste nell'assicurare che Grecia è in grado di fornire per l'impresa Dardanelli 100.000 uomini.

(l) Cfr. n. 171.

184

IL MINISTRO A CETTIGNE, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4302/106. Cettigne, 14 giugno 1915, ore 21 (per. ore 8,30 del 15).

Questo ministro affari esteri ha inviato ai rappresentanti delle grandi po

tenze una lunga nota nella quale, dopo di aver messo in raffronto la condotta

corretta del ministero Montenegro con gli atti continui di ostilità degli albanesi,

conclude presso a poco così: • Governo montenegrino si è trovato pertanto co

stretto ad ordinare al suo esercito di occupare qualche punto strategico impor

tante della Bojana per garantire rifornimenti e diritti sanciti dal trattato di

Berlino. Esso procederà inoltre occupazione in Albania di certi punti strategici

lungo sua frontiera per garantire paese da eventuali attacchi dei ribelli albanesi.

Governo montenegrino farà cessare anarchia nelle regioni che occuperà. Esso

non mira a conquiste, ma è stato spinto dagli stessi motivi che hanno deciso

diversi paesi europei occupare qualche punto della Albania autonoma. Si con

formerà molto al volere di tutte grandi potenze e la occupazione cesserà col

cessare delle cause che la hanno provocata •.

Nulla è detto riguardo territorio Scutari, ma limiti della occupazione che si

propone sono studiatamente lasciati vaghi ed elastici per ogni evenienza. Non

vi ha dubbio che il Montenegro finirà per occupare Scutari a meno che potenze

d'accordo non intervengano subito energicamente. Mi risulta generale Yankovic

ha minacciato dimissioni se re continuerà insistere per costringerlo. Re Nicola

si è riservato decidere.

185

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

D. R. 31585/875. Roma, 14 giugno 1915.

Il R. Ministero delle Colonie mi diresse il 3 giugno corrente la seguente nota:

• Comunico all'E. V. la parte qui sotto trascritta di telegrammi del Governo della Cirenaica dai quali risulta come si vada avverando ciò che noi abbiamo, del resto facilmente, preveduto, che cioè tutti gli aiuti e gli incoraggiamenti largiti dall'Inghilterra al Senussi, quando le premeva tener lontana dall'Egitto la minaccia senussita, si risolvano in totale nostro danno, apprestandosi il Governo anglo-egiziano a respingere con le armi nella Cirenaica il Senussi, ora

· che l'allontanata minaccia turca sul canale di Suez le permette di mutare atteggiamento verso il Senussi stesso. "1°-6-1915. 138-Riservatissimo. -Informazioni da varie fonti e attendibili confermano che recentemente dall'Egitto otto ulema di cui quattro dell'Univer

sità El Azhar e quattro capi zauìa, parenti tanto di Idris dello Jemen, quanto di Sidi Ahmed Scerif, si sarebbero trasferiti ad Amseat per conferire con quest'ultimo. Scopo loro viaggio indurre il Sidi Ahmed Scerif rinunziare qualsiasi azione contro inglesi in Egitto spingendolo invece operare contro italiani. Sidi Ahmed Scerif fortemente preoccupato probabile attacco inglese contro Giarabub e perd1ta questa località sacra sua famiglia avrebbe voluto colà trasferirsi con la mar.sa di sue forze per cui avrebbe già ritirato ad Amseat non pochi armati dalla Marmarica. Ma più che dagli Ulema ne è stato dissuaso dall'atteggiamento stesso di gran parte dei suoi armati che si sarebbero rifiutati di seguirlo, desiderosi di ritornare alle proprie regioni in Cirenaica a rinforzarvi tanti ribelli, difendere le loro famiglie e ailet rispettive e combattere contro italiani. Talune forze avrebbero già messo in atto tale divisamento ".

"N. 154 -l 0 -6-1915 -Cirene. Segnalata cattura che sarebbe avvenuta territorio Solum da parte anglo-australiani di una carovana di 15 cammelli rifornimenti. Forti reparti anglo-australiani con artiglieria sarebbero sbarcati Solum. Akuan preoccupati avrebbero mandato famiglie Izziat ".

"N. 155 -2-6-1915 -Sidi Ahmed Scerif avrebbe ordinato cattura funzionari inglesi trovantisi interno. Residente Siva sarebbe rimasto ucciso " •.

Ho comunicato per telegrafo queste notizie al R. Agente Diplomatico in Cairo pregandolo di assumere d'urgenza le maggiori e più esatte informazioni che sia possibile e di informarmi.

Il R. Agente Diplomatico al Cairo ha risposto in data 8 corrente quanto appresso:

• Generale Maxwell dichiara assolutamente infondata notizia di qualsiasi ostilità fra inglesi e Senussi e che rapporti con questi sono buoni. Osman Pascià mi ha detto che rapporti fra inglesi e Senussi sono tesi ma che rottura imminente è molto difficile •.

Comunico quanto precede all'E. V. per riservata sua notizia.

186

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A CETTIGNE, NEGROTTO CAMBIASO

T. u. 2018. Roma, 15 giugno 1915, ore 16.

Accame telegrafa alla Marina quanto segue:

• Sono informato che Austria ha acconsentito occupazione Scutari da parte Montenegro in cambio assicurazione completa inazione sul fronte del Lovcen in modo da poter togliere artiglieria per inviare contro di noi.

Non posso confermare questa versione che mi limito ... (l) sebbene convinto ci sia molto di più •. Prego V. S. telegrafarmi quanto le risulta in proposito.

(l) Gruppi indecifrati.

187

L'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, GARRONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. U. 4366/445. Sofia (1), 15 giugno 1915, ore 11,15 (per. ore 17,50).

Telegrammi di V. E. n. 1881 (2) e 1957 (3).

Sto sempre continuando pratiche per ottenere che Ferrante e nostra colonia Adalia possano imbarcarsi sulla • Magnaghi ». Inizierò uguali pratiche perchè sia concesso nostri consoli di Siria e Palestina di partire sul • Dardo ». Avverto però ad ogni buon fine che sino ad oggi divieto di imbarco a Beirut è ancora mantenuto per tutti stranieri indistintamente: fra gli altri è colà trattenuto quel console generale di Grecia malgrado proteste di questa legazione ellenica. È quindi da prevedere che come per Adalia saranno posti ostacoli alla partenza RR. consoli di Siria e Palestina e alla permanenza a Beirut del • Dardo • che essendo nave da guerra di potenza belligerante non può a norma dei principi di diritto internazionale fermarsi colà più di 24 ore. Ho detto già ripetutamente a V. E. per quale ragione io mi senta incapace di rimuovere tali ostacoli. Dopo partenza nelle circostanze ben note a V. E. dei consoli di Bagdad, Adana e Gedda e sopratutto dopo quanto è avvenuto nei nostri riguardi verso l'Austria-Ungheria e Germania r,1i ~arebbe difficile rappresentare a questo Governo come motivata da ragioni personali o di servizio partenza R. consoli in Adrianopoli Adalia Siria e Palestina: questo esodo assume infatti oggi un significato che non può certamente sfuggire al Gabinetto turco sorretto e guidato dall'elemento tedesco massimamente quando lo si vuole effettuare con R. navi inviate d'autorità.

Credo pertanto doveroso insistere nel segnalare alla E. V. pericoli e danni che per gli stessi funzionari consolari e nostre colonie in genere potrebbero derivare dalla rottura nostri rapporti con la Turchia in seguito un incidente che turchi avessero convincimento fosse stato da noi cercato. Nel mio telegramma

n. 439 (4) ed in altri precedenti che spero siano pervenuti ho indicato invece quale fosse a mio remissivo parere base migliore affinchè una nostra eventuale rottura con la Turchia dovesse avvenire in modo da recare minor pregiudizio possibile a questa colonia italiana ed ai nostri interessi in Oriente. Non posso qui che ad essi pienamente riferirmi a scanso di responsabilità delle conseguenze dell'attuale nostro modo di procedere.

(l) -Il telegramma venne inviato tramite la legazione a Sofia. (2) -Cfr. n 116. (3) -Non pubblicato: invito a spiegare ogni energia. perchè gli italiani possano partire. (4) -Cfr. n. 192.
188

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AI MINISTRI A DURAZZO, ALIOTTI, E A NISCH, SQUITTI

T. GAB. 394. Roma, 15 giugno 1915, ore 21,30.

Questo ministro di Serbia mi ha letto stamane un telegramma direttogli da Pasié in cui dice che dopo aver occupato i punti strategici sul cònfine albanese per tutelarsi da quei briganti i serbi non continueranno più oltre.

Risposi che invece avevano occupato Elbassan e Tirana, che deploravo tutto il contegno del Governo serbo in queste ultime settimane giudicandolo, per lo meno, poco amichevole verso l'Italia. Se la Serbia fosse alleata coll'Austria non avrebbe agito diversamente da quello che ha fatto. Appena ci ha visti impegnati contro gli austriaci, benchè l'azione nostra fosse tutta in suo favore, invece di intensificare le ostilità da quella parte, come aveva preso impegno preciso di fare ci crea nuovi imbarazzi e offende gravemente i nostri interessi invadendo l'Albania.

Dapprima parlò di sola occupazione dei passi montani: poi occupò Elbassan ed orà anche Tirana.

Naturalmente il movimento serbo ha provocato un'azione dei montenegrini verso Scutari; e desta le velleità dei greci verso Berat. Sono sempre stato un amico sincero della Serbia, ammettendo pienamente i suoi titoli ad un libero accesso all'Adriatico; e tanto più m'addolorava il presente suo contegno basato sulla teoria dei fatti compiuti, contegno che mi disarmava di fronte agli avversari.

Il signor Ristic cercò di difendere l'azione della Serbia. motivandola con le minacciate incursioni degli albanesi sobillati dagli austro-turchi e assicurando che p<-r le decisioni finali si sarebbe sempre rimessa alla volontà dell'Europa, come aveva fatto pel passato (1).

189

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A NISCH, SQUITTI

T. GAB. 395. Roma, 15 giugno 1915, ore 22.

(Per tutti meno Nisch) Ho telegrafato al R. ministro a Nisch quanto segue: (Per tutti) Questo ambasciatore d'Inghilterra mi ha comunicato il seguente telegramma che egli ha ricevuto dal Foreign Office:

« Recenti informazioni da Belgrado fanno vedere chiaramente che i serbi intraprE'ndono deliberatamente una campagna per la occupazione del territorio albanese. Ho fatto amichevoli rimostranze ed ho cercato d'indurre il Governo serbo a restringersi puramente a misure difensive. ma dalla risposta risulta che tale non è la sua intenzione.

Sarebbe perciò vantaggioso che le quattro potenze alleate presentassero serii

richiami al Governo serbo. Esse potrebbero far notare che l'azione che la Serbia

sta ora prendendo, specialmente se seguìta o accompagnata da un attacco del Montenegro su Scutari, il che appare probabile, non può non diminuire la potenza dell'offensiva contro il fronte austriaco. in questo momento in cui una rinnovata forte offensiva, simultanea coll'avanzata italiana in occidente, potrebbe assicurare il maggiore vantaggio.

È vero che è stata annunziata la intenzione del Governo serbo di prendere questa offensiva, ma essa dovrebbe essere presa con tutta la maggiore possibile forza militare e vi è pericolo in una dispersione delle forze serbe in una avventura che non può toccare la sorte finale dell'Albania nè avere una diretta influenza <:mila guerra. Gli alleati, che stanno combattendo per causa della Serbia, hanno diritto di aspettarsi dai serbi una cooperazione leale.

Se il Governo italiano non ha obiezioni, ed in ciò concorrono gli alleati, il Governo serbo potrebbe essere avvertito degli accordi fatti coll'Italia secondo i quali taluni porti nell'Adriatico sarebbero lasciati a disposizione della Serbia della Croazia e del Montenegro. Il nostro rifiuto di appoggiare la richiesta della .domania circa l'intero Banato di Temesvar fu una delle principali ragioni per cui la Romania non si 2 unita a noi. Questo rifiuto fu dovuto unicamente al nostro desiderio di proteggere gli interessi serbi. Senza l'aiuto della Romania e della lluigaria potrà non essere possibile imporre tali condizioni all'Austria che assicurino alla Serbia la Bosnia e l'Erzegovina, come pure un largo accesso all'Adriatico. Perciò, a meno che la Serbia sia sicura che essa può da una parte ottenere questi terr.itori, con i suoi soli ·sforzi dall'Austria-Ungheria, tenendo tranquilla la Bulgaria, essa dev·e o rinunciare alle sue ambizioni in questo senso

o cercare seriamente di rendere più facile la cooperazione della Bulgaria e della Romania; senza di che gli alleati possono non essere in grado di assicurare lo speciale accordo che realizzi le aspirazioni serbe •.

Ho risposto all'ambasciatore d'Inghilterra che approvo il contenuto della comullicazione che p.cecede, salvo il punto che si riferisce a dar notizia al Governo serbo ctegl1 accordi presi a riguardo dei porti che gli sarebbero consentiti nell'Adriatico. Autorizzo quindi V. E. ad accordarsi con i suoi colleghi d'Inghilterra di Franci:o: e di Ru>:sia per fare a codesto Governo una comunicazione conforme a qua:-.to è sopra trascritto omettendo il periodo che comincia con le parole • se il Governo italiano » fino alle parole • porti nell'Adriatico sarebbero lasciati a disposizione della Serbia della Croazia e del Montenegro •.

(l) n testo di questo telegramma è identico a quello della annotazione del 15 giugno in SONNINO, Diario, VOl. Il, cit., p, 162.

190

IL CONSOLE A SCUTARI, DE FACENDIS, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4354/275. Scutari, 15 giugno 1915, ore 12 (per. ore 1,35 del 16).

Telegramma di V. E. 2005 (1).

Popolazione cristiana e maomettana Scutari concordi unanimamente accettando consigli direzione R. Governo riconoscendo autorità Essad a Medua invocano

almeno protezione V. E. affinchè con urgenti provvedimenti siano scongiurati pericoli imminente invasione straniera salvando integrità territoriale unità Albania, ottenendo richiamo truppe montenegrine occupanti ponti Bojana Oboti ... (1).

Seguono dettagli.

(l) Cfr. n. 181.

191

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 773/241. Londra, 15 giugno 1915, ore 10 (per. ore 1,45 del 16).

Mio telegramma gab. n. 240 (2).

Ricevo, in questo momento, una lettera particolare in cui Crewe m'informa che, ritornando sulla decisione manifestatami ieri, ha ritenuto preferibile proporre a Roma, Parigi e PiE::trogrado una comunicazione identica alla Serbia per rappre',entarle essere neces:;ari.o limitare azione in Albania e desiderabile concentrare sforzo contro Austria. Come V. E. vede, Crewe è venuto, a poco a poco nel nostro ordine di idee.

192

L'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, GARRONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4371/439. Sofia (3), 15 giugno 1915, ore 15 (per. ore 21,30 del 16).

Temendo per le ragioni da me esposte in altri miei telegrammi che a V. E. non siano pervenuti vari telegrammi che ho cercato trasmettere per diverse vie, tengo a ripetere qui appresso un sommario riassuntivo che ho... (l) di mandare per mezzo... (l): l) Dal 20 maggio si è cominciata verificare nei nostri riguardi una grande irregolarità tanto nel servizio di arrivo che di partenza dei telegrammi della R. ambasciata. Alcuni che comportavano una sollecita risposta non hanno ricevuto riscontro alcuno mentre nessuna notizia giungeva di fatti che... (l) certamente avere formato oggetto di corrispondenza telegrafica quali... (l) all'Austria... (l) decreto di mobilitazione, dichiarazione di blocco della costa orientale Adriatico ecc. Gli scarsi telegrammi che mi erano rimessi erano i più brevi relativi ad affari correnti e di poco momento: nessun telegramma invece circa affari di maggiore importanza o contenente istruzioni di massima sulle relazioni dell'Italia e Turchia nell'attuale momento e le questioni ad esse attinenti quali ad esempio... (l) naZJionali e R. consoli. 2) Autorità miUtari protestando esigenze... (l) strategiche impediscono a tutti gli stranieri di lasciare Turchia dalle altre località

la Russia ad agire sulla Serbia per indurla a limitare l'azione in Albania e a concentrare suoi sforzi sull'Austria.

di quelle di Wurla e Costantinopoli. Nessuna eccezione è ammessa neppure per funzionari consolari. Governo turco dice che misura ha carattere transitorio e senza precisarne limiti afferma che sarà abolita fra un paio di settimane ... (l) Siria e fra qualche giorno per quanto riguarda altre zone militari quali Adalia, misura è ora applicata severamente tanto che mio collega America avendo in seguito ad istruzioni suo Governo chiesto che R. consoli in Siria e Palestina potessero imbarcare a ... (l) sulla nave da guerra « Tennessee • si ebbe in risposta un categorico rifiuto. 3) Partenze da Wurla non possono aver luogo perchè in seguito a sospensione nostre linee ed a divieto della squadra degli alleati navi mercantili non approdano più in quel porto. Da Costantinopoli invece dopo primo periodo di ... (l) per le formalità relative partenza si può ora partire abbastanza facilmente. In questa circostanza sono partiti alcuni notabili, molti religiosi ed una parte solamente nostri riservisti poichè nell'ignoranza del decreto di mobilitazione non sappiamo ancora quali siano classi e categorie richiamate. 4) Nella prima ... (l) che ha seguito nostra dichiarazione di guerra all'Austria stampa locale si è abbandonata ad una violenta campagna contraria. Della nostra politica stampa parla ora di tanto in tanto con tono meno aggressivo a parte... (l) Tasfirejkiar (?) per le ragioni esposte ed alle quali mi è impossibile portare nelle attuali condizioni una vantaggiosa modificazione ho replicato insistentemente pel mio richiamo. Dal momento che non mi è più dato esercitare pienezza mie funzioni mia permanenza qui è ormai divenuta di ben scarsa utilità. Con molto maggior profitto nostri interessi potrebbero ora essere sostenuti e difesi dall'ambasciata degli Stati Uniti. Su questo concetto debbo più che mai mantenere poichè se R. Governo intende appunto con la mia permanenza a Costantinopoli di facilitare la partenza dei R. consoli e dei connazionali credo doveroso affermare a V. E. in tutta coscienza che tale scopo non è più possibile raggiungere. La mia partenza può essere ... (l) motivata colla solidarietà che ci lega ormai alle potenze della Triplice Intesa che hanno indotto a richiamare all'ora dell'incidente di Odessa i rappresen. tanti in Turchia della Francia e dell'Inghilterra e persino della Serbia e del Belgio, quella stessa solidarietà che la Germania ha accampato nei suoi rapporti coll'Austria quando ha provveduto al richiamo del suo ambasciatore a Roma. In questo modo la rottura non avrebbe carattere clamoroso e sarebbe mia cura rappresentarla qui in modo compromettente il meno possibile per le sorti dei

nostri consoli e dei nostri connazionali. Non consiglierei invece cercare incidenti

di altra naturél. invio di navi da guerra nelle acque territoriali ottomane per pren

dere con la forza i nostri consoli che potrebbe essere causa di complicazioni e

rappresaglie assai gravi. Il mio richiamo infine dovrebbe essere disposto anche

per considerazioni d'ordine più elevato.

Questo paese infatti è da tempo divenuto un vero e proprio protettorato

tedesco: le autorità militari germaniche sentono la loro influenza in qualsiasi

decisione di qualche momento non solo per quanto concerne condotta della guerra

ma altresì per quanto concerne ... (1). La situazione pertanto di un ambasciatore

di Sua Maestà nella sua qualità di rappresentante la persona sovrana era già estre

mamente difficile nell'inverno scorso, è ora divenuta assolutamente insostenibile

da quando abbiamo rotte le relazioni diplomatiche collo stato protettore •.

(l) -Gruppi indecifrati. (2) -T. gab. 767/240 del 14 giugno. che non si pubblica: proposito di Crewe di invitare

(3) Il telegramma venne inviato tramite la legazione a Sofia.

(l) Gruppo indecifrato.

193

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A CETTIGNE, NEGROTTO CAMBIASO

T. 2038. Roma, 16 giugno 1915, ore 5.

(Per tutti meno Cettigne) Ho telegrafato al R. Ministro a Cettigne quanto segue: (Per tutti) Questo Ambasciatore d'Inghilterra mi ha comunicato quanto segue:

• -Sir Edward Grey desidererebbe conoscere quale sia il punto di vista del R. -Governo sulla seguente proposta:

I rappresentanti delle potenze alleate in Cettigne riceverebbe,ro istruzioni di informare il Governo Montenegrino che una diversione di forze del Montenegro in qualsiasi altra direzione sarebbe dannosissima alla causa generale e che gli alleati sono fortemente contrari a qualsiasi attacco che fosse fatto in Albania in questo momento. Essi aggiungerebbero che gli alleati metteranno in opera tutta la loro influenza a Scutari per far sì che il servizio dell'approvvigionamento al Montenegro non sia impedito. Si propone inoltre che il Ministro d'Inghilterra a Cettigne lasci intendere che il passaggio dal Canadà e dagli Stati Uniti al Montenegro di riservisti non può essere facilitato dal governo di S. M. Britannica se questi devono servire per fare incursioni in Albania o per rendere libere altre truppe per questo oggetto.

Sir Edward Grey invia al Ministro d'Inghilterra a Cettigne un telegramma in questo senso: il servizio regolare di approvvigionamenti da Scutari al Montenegro può essere assicurato solamente da accordi locali. Si consulti la S. V. coi suoi colleghi e se questi sono d'accordo si diano istruzioni ai consoli a Scutari per far bene intendere alle autorità albanesi che, nel loro stesso interesse, essi devono fare ogni sforzo per non dare al Montenegro un pretesto qualsiasi per fare un'azione militare ».

Nulla avendo da obiettare alla comunicazione di Sir Edward Grey sopra trascritta, prego V. S. accordarsi coi suoi colleghi in conformità ad essa ed esprimersi, in tal senso con codesto governo.

194

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 738/179. Pietrogrado, 16 giugno 1915, ore 0,50 (per. ore 8,25).

Nel corso di un confidenziale nostro colloquio Diamandy mi ha dichiarato nel modo più categorico che Romania sarebbe pronta all'intervento armato con gli alleati alla più breve scadenza qualora l'accordo da concludersi con essa contenesse oltre alla cessione della Bucovina fino al Pruth quella dell'intero Banato. Ho detto a Diamandy che qui si fa molto caso della data in cui Romania prenderebbe l'offensiva e che i negoziati sarebbero considerevolmente agevolati se egli potesse garantire a Sazonoff che quella data seguirebbe di pochi giorni la conclusione dell'accordo.

Diamandy avrebbe voluto che io lo assicurassi che ottenendo da Bratianu un termine da due a tre settimane la Russia dal canto suo cederebbe per la linea del Pruth e Tisza-Danubio. Naturalmente risposi .che ciò non potevo fare per quanto conoscessi le buone disposizioni di Sazonoff e che pur facendolo la mia assicurazione non avrebbe valore.

Gli feci poi rilevare che Inghilterra stessa, la quale aveva ritenuto di competenza speciale della Russia le questioni della Bucovina e del Marmaros, aveva per proprio conto dichiarato esser dovere morale delle potenze il far rispettare diritti serbi nel Torontal e che quindi conveniva attendersi ancora più recisa resistenza da parte dell'Intesa su questo punto. Ho poi insistito sulla grande opportunità di non tendere soverchiamente l'arco della pazienza dell'opinione pubblica presso le potenze alleate, quest'ultima avendo il suo peso sulle decisioni dei ministri e la troppa aspettativa potendo degenerare in delusione e in senso di ostilità.

Non gli ho dissimulato che già si scorgevano indizi poco rassicuranti di tale evoluzione negli apprezzamenti del pubblico. Né ho tralasciato di fare l'importante considerazione che qualora l'esercito russo fosse indotto dalle circostanze a riprendere offensiva non più in Galizia e Bucovina (ove tuttora si trova ma ove potrebbe ridurre zona da difendere) ma sul fronte sud-occidentale, Romania si troverebbe obbligata a combattere da sola o ad abbandonare le sue rivendicazioni e ciò per aver perduto il momento propizio nel quale il suo concorso avrebbe certamente sconsigliato la Russia dal mutare i suoi piani strategici.

Diamandy si è affrettato a dire che conveniva interamente nel mio pensiero e che egli pure era partigiano di pronte determinazioni, la situazione in Galizia dovendo essere ben più di sprone che di freno. Egli ha concluso che avrebbe telegrafato a Bratianu per conoscere approssimativamente entro quali termini Romania potrebbe entrare in campo qualora l'accordo fosse realizzabile sulle basi delle linee del Pruth e del Tisza-Danubio.

Diamandy vedrà Sazonoff posdomani in occasione della consegna che gli farà della replica di Bratianu. Constami che lo czar ha risposto alla regina di Romania. Pel momento s'ignora il contenuto della lettera imperiale (1).

(l) Ritrasmesso a Parigi, Londra e Bucarest con t. gab. r. sp. 588 del 17 giugno, ore 20,30.

195

IL CONSOLE A SCUTARI, DE FACENDIS, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4375/278. Scutari, 16 giugno 1915, ore 6,05 (per. ore 22,25).

Seguito mio telegramma n. 275 (1).

Dinanzi progresso avanzata montenegrini e servendomi degli ordini impartiti da V. E. col suo telegramma 2005 (2) misi recisamente ai cattolici alternativa o di accettare Essad a Medua o possibilità perdere irreparabilmente loro paese. In tal senso ho parlato anche all'arcivescovo ed ieri sera mi fu presentata seguente dichiarazione scritta: • Fiduciosi opera Governo italiano noi rappresentanti popolazione cattolica al rappresentante italiano dichiariamo accettare consigli R. Governo lasciando Essad provvedere polizia Medua. Siamo pienamente sicuri Governo italiano continuerà generosa opera intrapresa per difendere garantire integrità albanese e che inoltre si benignerà offrire mezzi necessari morali materiali per costituire convenientemente amministrazione Scutari capace garantire pace tranquillità a scopo evitare incidenti pretesti invasione stranieri •. Seguono firme Bib Doda e 24 rappresentanti tutti quartieri cattolici. Anche disposti allontanarsi direttive austriacanti cattolici accettando Essad a Medua aspirerebbero ottenere che amministrazione Scutari fosse mantenuta a Bib Doda sorretta da consigliere italiano e con mezzi italiani.

196

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.R.SP.742/244. Londra, 16 giugno 1915, ore 10 (per. ore 4 del 17).

Telegramma di V. E. gab. n. 5181 r. sp. (3).

Stamane soltanto ho potuto conferire cancelliere dello scacchiere. Egli ha rilevato che l'accordo finanziario, già concordato e parafato a Nizza, dev'essere sottoscritto soltanto da lui e da me e non da ambasciatori di Francia e Russia, ai quali per semplice dovere di cortesia e delicatezza esso fu comunicato, e dei quali attendesi tuttora risposta che cancelliere dello scacchiere ha oggi pregato Foreign Office di sollecitare. Non appena essa sarà pervenuta si procederà alla firma del documento formale. Accordo essendo stato già redatto e parafato a Nizza suppongo sia inutile io ne telegrafi testo da me tuttora ignorato. A scanso di equivoci però, sarò grato a V. E. telegrafarmi d'urgenza istruzioni al riguardo.

(l) -Cfr. n. 190. (2) -Cfr. n. 181. (3) -Cfr. n. 172.
197

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 788/243. Londra, 16 giugno 1915, ore 10 (per. ore 4,55 del 17).

Telegramma di V. E. gab. 386 (1). Lasciando al R. ambasciatore a Parigi di pronunziarsi per quello che riguarda Governo francese, ritengo doveroso non dissimulare a V. E. mia fondata impressione sull'accoglienza sfavorevole che qui molto probabilmente incontrerebbe una nostra eventuale proposta per concordare radicale ed eccessivo programma suggerito dal R. ministro in Atene. Domande così gravi e perentorie sotto forma di ultimatum con minaccia di blocco, occupazione territoriale ecc. aventi in sostanza una certa tal qual analogia con infausto ultimatum austriaco alla Serbia appaiono oltremodo pericolose come quelle che offendendo indubbiamente amor proprio dignità Grecia potrebbero indurla ad uscire bensì dalla neutralità ma a favore dei nostri avversari cui al momento presente non potremmo rendere più segnalato servizio. È da tener presente che qui Governo ed opinione pubblica continuano notoriamente a dimostrare viva interessata premura ad attrarre possibilmente la Grecia nel campo alleato. Brusco comminatorio passo su accennato sarEbbe poi giudicato specialmente inopportuno nel pl'esente periodo di transizione in cui probabile ritorno al potere di Venizelos apre la prospettiva se non di una immediata entrata in campo Grecia a fianco alleati (eventualità che in oggi è ancora lecito di considerare problematica), almeno di una neutralità informata a criteri più benevoli verso alleati con conseguenti misure più efficaci per repressione contrabbando e con verosimile ritiro di Stratos che se ben ricordo passava per essere avversario di Venizelos. Data poi estrema correttezza procedimento Foreign Office verso rappresentanti britannici all'estero, lascio a V. E. giudicare della impressione e della accoglienza presumibile di una proposta nostra tendente a concordare passo di tanta gravità senza previa comunicazione col diplomatico responsabile relazioni anglo-elleniche. A prescindere da queste considerazioni concernenti più direttamente Inghilterra, consenta V. E. che io non nasconda serii dubbi sulla convenienza dal punto di vista esclusivamente degli interessi nostri di farci iniziatori e propugnatori di proposte così severe destinate da un lato ad essere difficilmente accolte dagli alleati ed a sempre più aizzare dall'altro contro di noi ire elleniche e ciò nel momento attuale appunto in cui nostre relazioni con Romania sono alquanto intiepidite e quelle con Serbia delicate e quelle con Bulgaria indifferenti. Non intendo con quanto precede venire alla conclusione che debbasi assistere supini indifferenti alla organizzazione ed intensificazione del contrabbando greco a profitto nostro nemico. Torni o no al potere Venizelos è evidente che importante questione va accuratamente esaminata con Francia e Inghilterra al postutto non meno di noi interessate a darvi necessaria soddisfacente soluzione. Occorre tutta

via escogitare metodo opportuno per raggiungere lo scopo rispettando regole diritto internazionale ed evitando di fare gioco dei nostri nemici.

(l) Cfr. p. 95, nota 2.

198

IL MINISTRO A SOFIA, CUCCHI BOASSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.~.SP. 743/101. Sofia, 16 giugno 1915, ore 14,30 (per. ore 14,55 del17).

Mio telegramma Gab. n. 100 (1).

Per valutare portata della risposta del Governo Bulgaro che pur essendo dilatoria non conferma la decisione del mantenimento della neutralità ma lascia intravvedere possibilità di un'entrata in azione credo bene riferire a V. E. che tanto il Governo quanto l'opposizione dopo le difficoltà incontrate dagli alleati nell'impresa dei Dardanelli si rendono perfettamente conto dell'importanza del concorso bulgaro il quale avrebbe per conseguenza:

l) di completamente sconvolgere (colla rapida presa di Costantinopoli) non solo il piano militare tedesco che si appoggia alla resistenza turca ma anche tutta l'influenza tedesca in oriente;

2) di distruggere tutte le speranze tedesche in una collaborazione della Bulgaria ed eventualmente della Romania; 3) di abbattere il prestigio del Califfo rompendo legami ancora esistenti fra il Sultano ed il mondo islamico; 4) di dare coll'apertura degli Stretti nuove forze alla Russia e per conseguenza alle Potenze dell'Entente. Per tutto ciò circoli politici di Sofia si rendono conto che la Bulgaria deve ottenere adeguati compensi.

199

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A CETTIGNE, NEGROTTO CAMBIASO

T. GAB. 401. Roma, 17 giugno 1915, ore 21.

(Meno Cettigne e Pietrogrado) Ho telegrafato a R. ministro a Cettigne: (Solo Pietrogrado) Telegramma di V. E. n. 529. (Meno Pietrogrado) Il R. ambasciatore a Pietrogrado telegrafa:

• Accogliendo analoga proposta del Governo inglese Sazonoff, in una nota testè rimessami, riconosce utilità incaricare rappresentanti quattro potenze a Cettigne di prevenire quel Governo che essi considerano ogni dislocazione di forze montenegrine come dannosa allo scopo comune degli alleati e che protestano energicamente contro spedizione montenegrina in Albania.

Questa protesta, osserva Sazonoff, è tanto più indicata in quanto console austro-ungarico a Scutari spiega un'attività febbrile per indurre Re Nicola a

prendere possesso di Scutari e indebolire così contributo di forze che Montenegro potrebbe fornire agli alleati contro austriaci. Sazonoff approva altresì che i rappresentanti quattro potenze dichiarino in pari tempo che esse useranno di tutta la loro influenza a Scutari per assicurare vettovagliamento del Montenegro •.

(Meno Cettigne) Ho ·telegrafato a Negrotto quanto segue: (Per tutti) Prego V. E. accordarsi coi suoi ·colleghi di Francia, Russia ed Inghilterra per fare a codesto Governo la comunicazione di cui si tratta.

(l) T. gab. r. sp. 753/100, pari data, che non si pubblica: nota bulgara alle quattro potenze.

200

L'INCARICATO D'AFFARI A BERNA, COMPANS DI BRlCHANTEAD, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4420/196. Berna, 17 giugno 1915, ore 8 (per. ore l dell' 8).

Dipartimento politico mi comunica che questa legazione di Austria Ungheria lo ha avvertito che secondo accordi presi fra R. Governo e Governo austro-ungarico diecimila italiani donne e uomini sopra cinquanta anni e sotto 18 residenti impero partiranno via Buchs Zurigo diretti frontiera italiana in ragione di mille giornalmente a cominciare da domani 18 giugno. Ho partecipato quanto precede al console generale Zurigo invitandolo inviare frontiera svizzera austriaca persona di fiducia sorvegliare passaggio tali treni.

201

IL MINISTRO A CETTIGNE, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.4433/7263/27. Cettigne, 17 giugno 1915, ore 6 (per. ore 1,05 dell' 8).

Telegramma di V. E. n. 2010 (1).

Ho insistito oggi energicamente presso questo ministro degli affari esteri nel senso delle istruzioni di V. E. Gli ho significato pessima impressione prodotta da sua nota circolare la quale implicitamente confermava opinione che la questione dei rifornimenti non è che apparenza (?) per nascondere mire di conquista imputategli (?). Ho fatto osservare ciò non potrebbe del resto avvenire senza consenso dell'Italia la quale non intendeva prestarsi al giuoco pericoloso della politica monteneg11ina. Per ..... (2) scrupolosamente ho aggiunto che, essendo tuttora in vtgore regime internazionale, Montenegro con una eventuale azione da quel lato si sarebbe messo in conflitto diretto con le potenze alleate. Ho vivamente consigliato ritiro truppe anzitutto dal Tarabosc e dal ponte di Scutari, avendo ragione di supporre che interessati profitterebbero della vicinanza per provocare il desiderato incidente. Plamenaz mi rispose essere spiacente che Governo italiano non approvasse provvedimento adottato dal Montenegro nell'interesse esclusivo dei

rifornimenti e della sicurezza delle frontiere. Ha proposto darci affidamento non oltrepassare riva destra Bojana, salvo casi forza maggiore. Ho replicato invitandolo a riflettere seriamente sulla mia conversazione. Mi pare rilevare che non essendo ancora avvenuto alcun passo ufficiale da parte dei miei colleghi, Plamenaz si illuda sul benevolo interessamento della Russia e della Francia. Reputo quindi urgente che rappresentanti della Triplice Intesa agiscano energicamente e senza sottintesi. Pel momento bisognerebbe chiedere categoricamente almeno:

l) promessa scritta che non verrà in nessun caso oltrepassata riva destra della Bojana;

2) che verranno ritirate truppe dal fronte di Scutari e dal Tarabosc;

3) che sia arrestata avanzata dei Montenegrini dalla frontiera nord.

(l) -Del 15 giugno 1915: Sonnino invita il ministro a Cettigne ad insistere nel richiamare il Montenegro al rispetto della Conferenza di Londra. (2) -Gruppo indecifrato.
202

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4440/337. Bucarest, 17 giugno 1915, ore 6,30 (per. ore 10,20 del 18).

Credo utile avvertire che la redazione dei nostri bollettini ufficiali della guerra non è tale da fare buona impressione all'estero.

Di fronte alla vastità ed a micidialità del conflitto europeo, l'insistere su piccoli episodi personali su elogi generici non raggiunge all'estero lo scopo che ci si deve proporre.

Sarebbe necessario che i bollettini ufficiali avessero un carattere più strettamente militare senza accenni personali e che trovassero il loro commento in corrispondenze uffi·ciose abilmente ed ampiamente redatte comprendenti parte in forma ufficiale, esposizione degli scopi delle singole azioni, nonchè un quadro dei luoghi, per quanto naturalmente ciò sia compatibile colle esigenze del segreto militare.

203

L'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.R.SP.746/240. Pa1"igi, 18 giugno 1915, ore 1,25 (per. ore 10,15).

In questi giorni ho veduto parecchie persone di diverse classi e partiti e ho veduto che vi è una notevole divergenza di apprezzamenti.

Su tutti ha fatto impressione la ritirata dei Russi; taluni hanno sempre piena fiducia e sperano che la Russia potrà avere in tempo le munizioni per riprendere una offensiva efficace e contano sull'avanzata italiana. Altri invece hanno perduto ogni fiducia nei russi e dicono che l'intervento dell'Italia è giunto provvidenziale per ristabilire l'equilibrio nel momento in cui la disfatta russa stava per dare la prevalenza ai tedeschi. Però equilibrio e non più è ciò che si è ottenuto e siccome, dicono, è impossibile andare avanti oltre l'autunno e per ragioni finanziarie e perchè non credono che gli eserciti possano fare una seconda campagna invernale

!3 -Documenti diplomatici-Serie V-Vol. IV

nelle trincee prevedono quindi che verso la fine dell'anno corrente l'esaurimento generale condurrà alla peggiore delle soluzioni, a ciò che essi chiamano una paix boiteuse che lascerebbe una situazione internazionale instabile con minacce di nuova guerra a breve scadenza.

Tutti poi concludono che mentre l'intervento della Grecia varierebbe di poco la situazione, quello della Romania e Bulgaria sarebbe decisivo. Però siccome tutte e due sono di dubbia fede e meditano un colossale ricatto, la speranza nel loro intervento diminuisce ogni giorno. Ad ogni modo credo che il passo a Nisch proposto dalla Inghilterra per far intendere alla Serbia che, data la situazione attuale, qualunque cosa si pensi della legittimità delle pretese della Romania e Bulgaria, bisogna che la Serbia si rassegni a soddisfarle, altrimenti non solo nulla avrà ma la stessa sua esistenza potrà essere compromessa, giunge proprio opportuno e nel momento psicologico.

Infatti Vesnich che fino ieri si scagliava contro l'avidità della Romania e della Bulgaria ed era contrario a qualsiasi concessione mi ha fatto oggi un lungo discorso nel quale si è mostrato grandemente impressionato dei russi e delle gravissime conseguenze che potrebbero avere per la Serbia. Vesnich si propone di richiamare attenzione di Pachitch su ciò in modo speciale facendogli rilevare che, dato l'insuccesso russo, la Serbia non può sfuggire al duplice ricatto romenobulgaro che subendo quello dei due ricatti che è per essa meno dannoso e che può permettere ad essa concorso che le è più utile.

Ora poichè il concorso della Bulgaria ha per la Serbia meno importanza di quello della Romania e poichè alla Bulgaria si dovrebbe cedere la Macedonia che la Serbia detiene mentre aHa Romania si dovrebbe cedere il Banato che non è altro che una cosa sperata, che in ogni modo se la Romania non intervùene ila Serbia non potrà avere, egli proporrebbe di rinunciare al Banato a favore della Romania e conservare la Macedonia.

Vesnich esporrà a Pachitch tutte le ragioni che consigliano amichevolmente la Serbia di fare questo sacrificio, però egli non è sicuro che dopo ciò la Romania intervenga. Egli crede Bratianu capace di dire, dopo che avrà ottenuto il Banato che la situazione è cambiata. Egli desume ciò da discorsi che tiene Basileasco altro agente segreto di Bratianu dopo Rudeano, il quale ha detto a parecchi che per intervenire la Romania abbisogna di garanzia circa gli Stretti essendo necessario per tutela interessi suoi di esigere che non siano interamente nelle mani dei Russi.

204

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. 2107. Roma, 18 giugno 1915, ore 21.

Telegramma di V. E. n. 320 (1). Smentisca notizia insussistente di sbarchi italiani a Durazzo ed a San Giovanni di Medua.

(l) T. gab. 4378/320 del 16 giugno, che non si pubblica.

205

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, GARRONI (l)

T. GAB. 406/12. Roma, 18 giugno 1915, ore 21,30.

Da numerosi telegrammi di V. E. rilevo che ella insiste nel concetto che l'azione e la considerazione della R. ambasciata e del suo capo a Costantinopoli sono attualmente menomate se non paralizzate. V. E. dichiara altresì che gli interessi italiani in Turchia potrebbero essere sostenuti e difesi con molto maggiore profitto dall'ambasciata degli Stati Uniti. Io credo invece che se vi fu mai un momento in cui la nostra rappresentanza in Turchia possa farsi valere, questo sia il momento attuale, perchè la Turchia, così seriamente minacciata dagli alleati, non ha certo interesse ad avere un nuovo potente nemico, e perchè noi siamo disposti a condurre le rimostranze diplomatiche fino alla guerra. Nessun diplomatico può avere forza maggiore di quella che gli deriva dalla coscienza di avere a sua disposizione questa arma che è la maggiore che gli possa venire concessa.

Confido quindi che V. E. vorrà condurre le pratiche circa la libera uscita dei nostri connazionali dall'Impero con la maggiore rapidità ed energia, valendosi di un mezzo di pressione che non avrebbe l'ambasciata degli Stati Uniti, la quale dovrebbe chiedere in via di accomodamento o di grazia quello che V. E. può chiedere in via categorica ed assoluta.

Gradirò sollecite comunicazioni telegrafiche circa l'azione di V. E.

206

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, E AI MINISTRI AD ATENE, DE BOSDARI, A BERNA, PAULUCCI DE' CALBOLI, A BUCAREST, FASCIOTTI, A NISCH, SQUITTI, E A SOFIA, CUCCHI BOASSO

T. GAB. 405. Roma, 18 giugno 1915, ore 22.

(Per tutti meno Madrid) Il R. ambasciatore a Madrid telegrafa quanto segue (2):

• Ambasciata austro-ungarica pubblica comunicato ufficiale nel quale dichiara contraria al vero affermazione presidente del Consiglio che Italia pose chiaramente fin dal 27 e 28 luglio a Berlino e a Vienna questione cessione provincie

italiane.

Non risalendo Libro Verde a quell'epoca, prego V. E. telegrafarmi data e sunto documenti che possano valermi per opportuna risposta •.

Ho risposto a Bonin quanto segue :

(Per tutti) Il 27 luglio 1914 il marchese di San Giuliano telegrafava al

R. ambasciatore a Berlino: • Pregola parlare subito con Jagow perchè l'urgenza è somma. Non sono possibili trattative dirette tra l'Italia ed Austria. Esse condurrebbero ad una quasi certa rottura. È urgentissimo ,che tali trattative vengano iniziate per opera della Germania. Unico compenso territoriale possibile per noi è la cessione di una parte delle provincie italiane dell'Austria corrispondente al relativo ingrandimento territoriale altrove •.

Il 28 luglio il marchese di San Giuliano telegrafava al R. ambasciatore a Berlino: • I compensi per un eventuale ingrandimento territoriale austriaco debbono invece consistere nella cessione di una parte delle provincie italiane. Prego

V. E. insistere nuovamente con Jagow perchè tali trattative vengano condotte dal Governo germanico a Vienna anzichè da noi direttamente per i motivi già espostile •.

Il 12 agosto il R. ambasciatore a Vienna telegrafava al marchese di San Giuliano quanto segue: • Mi risulta però da quanto mi ha detto Mérey durante la mia recente dimora a Roma, che avendo egli riferito a Berchtold la risposta evasiva da lui data a V. E. in seguito all'accenno dalla E. V. fattogli di una eventuale cessione del Trentino all'Italia, il ministro I. e R. avevagli risposto approvando il suo linguaggio.

D'altra parte mi consta da buona fonte che Tschirsky avendo toccato di recente della questione col conte Berchtold questi si sarebbe dichiarato poco propenso a consentire a quella cessione ».

(l) -Il telegramma venne trasmesso tramite la legazione a Sofia. (2) -Con t. gab. u. 787/167 del 17 giugno, ore 13,55, per. ore 19
207

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. 2108. Roma, 18 giugno 1915, ore 24.

Questa ambasciata di Francia mi ha comunicato un progetto di risposta alla nota consegnata dal governo bulgaro il 15 corrente ai rappresentanti delle potenze a Sofia.

Mi astengo dal riprodurla perchè codesto governo ne potrà dare visione a V. E.

Sono disposto ad approvarla per intiero. Parmi però che converrebbe inserire od aggiungere nell'ultimo periodo l'indicazione precisa di un tempo utile o di una data fissa entro cui la cooperazione dovrebbe essere fornita. Prego interpellare tal proposito codesto governo e telegrafarmi.

208

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A CETTIGNE, NEGROTTO CAMBIASO, E AL CONSOLE A SCUTARI, DE FACENDIS

T. 2109. Roma, 18 giugno 1915, ore 24.

(Per Cettigne) R. Consolato Scutari telegrafa quanto segue: « Nippospol... (telegr. n. 4418/279) , (1).

Ho risposto a De Facendis come segue :

(Per tutti) Non possiamo approvare azione montenegrina, ma non intendiamo intervenire. Osserviamo che azione montenegrina ha tratto pretesto dai saccheggi di merci commessi da albanesi, che abbiamo sempre vivamente deplorato. (Per Cettigne) Prego V. S. fare vivissime rimostranze a codesto governo per la sua avanzata in Albania e occupazione di Medua.

209

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI, A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. 2110. Roma, 18 giugno 1915, ore 24.

Prego telegrafarmi quale fondamento possano avere le voci che la Turchia stanca della guerra desidererebbe fare la pace separata con gli alleati.

210

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. R. 2113. Roma, 18 giugno 1915, ore 24.

R. ministro a Durazzo telegrafa che dopo salita di Zografos al potere contrabbando a favore ribelli viene fatto apertamente mentre con Venizelos era tollerato da autorità greche solo se fatto nascostamente. Inoltre metropolita greco a Spata farebbe propaganda in senso annessionista alla Grecia ed ostile all'Italia.

Quanto precede per sua notizia.

(l) Del 17 giugno 1915. Il console a Scutari comunica l'occupazione della costa albanese [fino?] alla Boiana.

211

IL CONSOLE A SCUTARI, DE FACENDIS, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4466/281. Scutari, 18 giugno 1915, ore 10 (per. ore 2,30 del 19).

R. ministro a Cettigne mi comunica suo telegramma gabinetto n. 28 (l) diretto a V. E.

Mi affretto a informare V. E. che asserzione console montenegrino, col quale serbo ogni circospezione, assolutamente inesatta. Mia azione in obbedienza ordine di V. E. limitasi esclusivamente conseguire adesione musulmani e cattolici affidare Essad polizia Medua al che anzi si è potuto giungere assicurando che azione Essad non si sarebbe internata oltre Medua (telegramma di V. E. 1922 e 2005) (2). Azione spiegata, ampiamente discussa fra i capi musulmani e cattolici, come ho riferito con telegramma precedente, non poteva non essere nota in paese e quindi anche al console montenegrino il quale venne chiedere informazioni. Risposi testualmente e prudentemente al Signor Martinovic che consigliando agli albanesi affidare polizia lVIedua ad Essad era nostro desiderio veder cessato ripetersi spiacevoli incidenti colà, non una parola di più.

Quanto a Bib Dada egli ha consigliato cattolici, giusta desiderio di V. E., accogliere autorità Essad a Medua ma nemmeno lui ha mai parlato di Scutari. Come lo stesso R. ministro Cettigne mi dice supporre parrebbe console montenegrino disposto svisare cose per i noti fini della politica montenegrina e si comprende come sia messo tutto in opera per preparare occupazione Scutari. Ho telegrafato quanto precede Cettigne e Durazzo.

212

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB. R.SP.756/286. Bucarest, 18 giugno 1915. ore 9,30 (per. ore 23,15 del 19).

Mio telegramma gab. n. 251 (3).

Stamane il ministro di Russia ha avuto un lungo colloquio con Bratianu, il quale dopo di aver premesso che intende mantenere integre le sue domande senza fare alcuna concessione, ha osservato che considerava il fatto di prendere accordi come implicante speranza che tali domande sarebbero accolte integralmente. Ha poi cercato evitare di prendere precisi impegni circa la data dell'entrata in azione, ma messo alle strette dal mio collega ha finito col concretare la risposta che è riassunta nel seguente telegramma identico dei 4 ministri dell'Intesa:

• M. Bratianu s'est déclaré prét à prendre un engagement ferme de faire la guerre à l'Autriche-Hongrie dans un délai maximum de deux mois du jour où l'accord politique entre les puissances et la Roumanie aurait été signé. L'action de la Roumanie devra ètre précédée par la conclusion entre elle et la Russie

d'une convention militaire qui établirait la coopération la plus efficace des armées russes et roumaines, d'après la situation sur le champ de guerre au moment quand commencera cette action, et cette meme convention assurera à la Roumanie l'aide des puissances alliées dans la limite de leur possible pour fournir et faire arriver à l'armée roumaine les munitions de guerre, dont elle pourrait avoir besoin. A ma demande M. Bratianu m'a affirmé que les conditions de la convention militaire ne pourraient en aucun cas retarder l'entrée en action de la Roumanie. A la suite de mes objections quant au terme si éloigné de l'entrée en action de la Roumanie, M. Bratianu a déclaré qu'il serait pret à envisager la proposition suivante que les puissances pourraient éventuellement lui faire: si les dites puissances acceptent toutes les demandes du Gouvernement roumain à condition que la Roumanie entre en action dans un délai de cinq semaines du jour où cette proposition était faite, M. Bratianu se déclare pret de commencer aussitòt le3 négociations pour la conclusion de la convention militaire précitée et espère que l'action de la Roumanie pourra se faire dans le délai désiré par les puissances. Si toutefois cette dernière éventualité ne pouvait pas se produire, il va de soi que les concessions conditionnelles consenties par les puissances deviendraient nulles et non avenues •.

Il telegramma è stato sottoposto a Bratianu e da lui approvato.

Io non pos3o che confermare quanto ho riferito precedentemente intorno alla via da seguire. Se le potenze credono di poter accogliere nella loro integrità le domande di Bratianu, la migliore soluzione è di consentire senz'altro e firmare immediatamente un accordo in modo che gli stati maggiori russo e romeno prendano subito i necessari accordi e la Romania entri in azione nel termine di 5 settimane. Se invece le potenze ritengono di non poter accogliere tutte le domande romene, esse dovrebbero, secondo me, almeno concretare immediatamente le concessioni massime a cui sono disposte a giungere ed offrirle alla Romania con una comunicazione in cui siano specificati:

l o i precisi e n.on sorpassabili limiti delle loro concessioni; zo la domanda dell'entrata in azione della Romania in un termine determinato; 3o l'impegno di fornire alla Romania le munizioni e quant'altro può occorrerle nella misura più ampia possibile, tenendo conto delle circostanze attuali.

Tali concessioni dovrebbero in ogni caso comprendere almeno Czernowitz ed il corso inferiore del Pruth in Bucovina. Nel Banato zona da riservare alla Serbia non dovrebbe superare una striscia di qualche diecina di chilometri dinnanzi Belgrado. Per rendere la cosa più accettabile alla Romania si potrebbe forse dire che in quanto a questa striscia di faccia a Belgrado la sua attribuzione rimarrebbe in sospeso finchè una commissione arbitrale non decidesse in favore della Romania oppure della Serbia. In ogni caso Governo serbo occupante non potrebbe costruirvi fortificazioni nè ponti sul Danubio nè infine tenervi..... (1).

I miei tre colleghi dell'Intesa sono del mio stesso avviso. Circa le disposizioni di Bratianu in generale, confermo che la massima diffidenza è consigliabile essendo egli grandemente influenzato dallo sfavorevole andamento della guerra sul teatro russo (2).

(l) -T. gab. u. 792/28, pari data, che non si pubblica: richiesta da parte dei montenegrini di schiarimenti circa la notizia di un invito italiano ad Essad a ristabilire l'ordine a Scutari. (2) -Cfr. nn. 138 e 181. (3) -T. gab. r. sp. 640/251 del 29 maggio, che non si pubblica. (l) -Gruppo indecifrato. (2) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab r. sp. 600 del 21 giugno, ore 21.
213

L'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, GARRONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4494/453. Sofia (1), 18 giugno 1915, ore 19,30 (per. ore 6,30 del 20).

Situazione dell'ambasciata è sempre egualmente insostenibile. In questi ultimi giorni non mi è pervenuto che il telegramma di V. E. n. 10338 (2). Mie trattative per partenza consoli e connazionali sono penose : ministro della guerra non ha autorizzato Ferrante ad imbarcarsi sulla • Magnaghi » prima di oggi. Nave era partita fin da sabato. Si è ora promesso anche all'ambasciata d'America di lasciar imbarcare consoli e connazionali da Beirut a partire dal 24 corrente. Da due giorni poi stampa ha ricominciato suoi articoli e pubblicazioni continue notizie e comunicati anche non ufficiosi contenenti apprezzamenti offensivi per noi, credo perianto di dover insistere ancora nell'avviso già da me ripetutamente espresso a

V. E. e cioè che nelle attuali condizioni non è decoroso nè opportuno di lasciare una rappresentanza di Sua Maestà in una posizione così equivoca.

214

IL MINISTRO A SOFIA, CUCCHI BOASSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4503/318. Sofia, 18 giugno 1915, ore 19,30 (per. ore 8 del 20).

Giornale Balcanska Post che ha relazioni col governo dà seguenti notizie sulle trattative turco-bulgare.

11 maggio ministro di Bulgaria a Costantinopoli ha rimesso nota al Gran Visir colla quale governo bulgaro in forma amichevole ha espresso desiderio trattare per una rettifica di frontiera. Sublime Porta, in seguito pressioni ambasciatore di Germania, ha risposto 15 maggio accettare in principio discussione, rifiutando tuttavia cedere territori prima della liquidazione della guerra. Governo bulgaro ha risposto che essendo impegnato suo prestigio, trattative avrebbero dovuto avere in breve tempo risultati positivi. Nella settimana scorsa trattative essendo giunte ad un punto morto, governo bulgaro ha fatto sapere che la sua pazienza si esaurirebbe e quindi declinava ogni responsabilità. Allora ambasciatore di Germania ha fatto comprendere al governo ottomano essere necessario pensare importanti concessioni alla Bulgaria e 14 giugno Gran Visir ha fatto sapere che sarebbe disposto cedere le due rive sulla Maritza.

Continuano trattative a Costantinopoli fra ministro di Bulgaria assistito da generale bulgaro della riserva e Gran Visir, Enver Pascià e Talaat bey col concorso di Wangenheim.

Tuttavia Radoslavoff avrebbe dichiarato che queste trattative non impegnano governo verso nessuno dei due gruppi belligeranti e che Bulgaria dirà ultima parola quando sarà sicura di essere pienamente soddisfatta nelle sue aspirazioni n2zionali. Ministro di Bulgaria a Costantinopoli è arrivato oggi a Sofia.

(l) -Il telegramma venne inviato tramite la legazione a Sofia. (2) -Non pubblicato.
215

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A CETTIGNE, NEGROTTO CAMBIASO

T. 2133. Roma, 19 giugno 1915, ore 2.

Telegramma S. V. Gabinetto n. 28 (1). Confermo mio telegramma gabinetto n. 382 (2), e cioè che R. Governo non ha mai consigliato Essad di occupare Scutari o ristabilirvi l'ordine. Ai cattolici scutarini ed al loro capo Bib Doda fu semplicemente consigliato di agire verso il Montenegro come agiva Essad.

Per ciò che riguarda Medua invece R. Governo ha fatto presente alla popolazione di Scutari la opportunità di non opporsi all'eventuale stabilirsi di Essad in quella località perchè egli con la sua presenza avrebbe impedito il rinnovarsi di quegli incidenti che ostacolavano il commercio di transito per il Montenegro.

216

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A NISCH, SQUITTI

T. GAB. 410. Roma, 19 giugno 1915, ore 22.

Il capo di stato maggiore dell'esercito fa conoscere che l'Austria ha trasportato contro di noi quasi tutte le forze con cui fronteggiava l'esercito serbo, il quale, contrariamente agli impegni presi è rimasto completamente passivo. Consta altresì che l'Austria ha distolto forze dallo scacchiere galiziano, per contrapporcele. Nonostante l'azione offensiva della Francia, alcune unità di truppe tedesche furono probabilmente trasportate nel Tirolo trentina. La Serbia giustifica la sua inerzia con l'ingrossamento della Sava e del Danubio; ma questa non è ragione convincente poichè la sua avanzata doveva portarsi preferibilmente nella direzione di nord-ovest (su Lubiana) nel qual caso l'ingrossamento dei detti fiumi avrebbe anzi servito a coprire il fianco destro. Si sta così verificando la mancanza di armonica cooperazione delle forze collegate, che è errore consueto alle coalizioni, a tutto favore della manovra centrale del nemico.

Il generale Cadorna ritiene necessario ed urgente che gli alleati addivengano alla determinazione esplicita della data in cui i loro eserciti dovranno prendere

• contemporaneamente • l'offensiva nei rispettivi scacchieri impegnandosi formalmente a farlo.

Questa data, ritiene il generale Cadorna, dovrebbe essere la più prossima possibile, e dovrebbe ad ogni modo cadere entro il periodo della mietitura, che in Ungheria più s'intensifica specialmente tra la fine di giugno ed il principio

di luglio. In tal guisa l'Austria si troverebbe obbligata ad inviare in licenza una parte notevole delle proprie truppe o ad adibire a tal{ lavori interi reparti, i quali perciò non potrebbero contemporaneamente operare, proprio nel periodo in cui la concorde azione degli eserciti dell'Intesa più la premerebbe dappresso; oppure essa dovrebbe correre l'alea, estremamente pericolosa, di sacrificare una parte cospicua del raccolto delle granaglie.

Prego V. E. richiamare su quanto precede l'attenzione di codesto Governo affinchè, sentiti i generalissimi, si proceda con sollecitudine a concordare una energica ripresa offensiva su tutti gli scacchieri, da esercitarsi • entro un termine brevissimo • e sulla base di accordi • formali e strettamente impegnativi • per tutte le potenze dell'Intesa. Una tale azione • non può assolutamente essere differita e deve riuscire contemporanea • senza di che si darà tempo al nemico di compiere la accennata manovra centrale, da cui potranno derivare, non all'Italia soltanto, ma a tutte le potenze dell'Intesa danni forse irreparabili.

Prego V. E. (V. S.) conferire d'urgenza con codesto Goverr:o e telegrafarmi.

(l) -Cfr. p. 124, nota l. (2) -Non pubblicato.
217

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4477/327. Atene, 19 giugno 1915, ore 17,40 (per. ore 22,10).

Telegramma di V. E. n. 2085 (1).

Zografos mi ha detto non saper nulla dell'occupazione della località Gramshi da parte dei greci. Io non sono riuscito a trovarla nelle carte che posseggo. Se essa si trova fra Elbassan e Berat sarebbe assai lontano dall'attuale linea di occupazione greca nè greci avrebbero potuto giungervi senza traversare molte altre località albanesi. È inverosimile ciò sia accaduto senza che si sia risaputo.

218

L'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4489/524. Parigi, 19 giugno 1915, ore 21,30 (per. ore 0,50 del 20).

Telegramma di V. E. n. 2108 (2).

Delcassé apina che il testo della risposta sia sufficientemente esplicito circa la necessità di una risposta sollecita e teme che la prefissione di un termine dia alla risposta il carattere di un ultimatum che indisponga la Bulgaria.

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. n. 207.
219

IL MINISTRO A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4492/192. L'Aja, 19 giugno 1915, ore 9,33 (per. ore 2,15 del 20).

Come seguito mio telegramma 174 (1).

Ho l'onore di informare V. E. che ieri progetto di legge per una rappresentanza diplomatica presso la S. Sede è stato approvato anche dalla I Camera degli Stati Generali con due dichiarazioni di voto per ben stabilire che la destra protestante ed i liberali adottavano quel progetto di legge in seguito impegni formali presi dal ministro trattarsi di una missione temporanea. È ancora sempre il signor Luigi Regent membro cattolico della I Camera degli Stati Generali che ha maggiore probabilità di essere scelto come titolare, ma vi è forte corrente per spingere Governo a scegliere un protestante, possibilmente diplomatico di carriera che potrebbe essere fra gli altri l'attuale ministro dei Paesi Bassi in Romania.

220

IL MINISTRO A NISCH, SQUITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 809/37. Nisch, 19 giugno 1915, ore 20,30 (per. ore 19 del 20).

Telegramma di V. E. gab. n. 395 (2).

Fino a questo momento nessuno dei miei colleghi d'Inghilterra, Francia e Russia ha ricevuto istruzioni di fare a questo Governo la comunicazione di cui è questione nel detto telegramma. Intanto ho conferito con ciascuno di loro dell'idea sorta nei Gabinetti della Triplice Intesa di tenere al Governo serbo un comune linguaggio nei termini dalla V. E. indicati; ho rilevato quanto segue:

Ministro d'Inghilterra non è entrato nel merito della quest~one. Egli non ha opinione da esprimere al riguardo.

Ministro di Francia mi ha detto che secondo lui la Serbia essendo a conoscenza dei preparativi che si facevano in Albania per attaccarla, ha voluto eliminare il pericolo col tagliare il male alla radice. Lungi dal diminuire la efficienza dell'esercito serbo l'impresa di Albania ne costituisce al contrario un incremento poichè non è più obbligato a distaccare una parte considerevole di soldati per metterli a guardia della frontiera albanese. D'altronde Governo ha dichiarato intendere di sgomberare territori occupati al più presto possibile e di tale dichiarazione bisogna pure tener conto. Ha aggiunto questo essere suo parere personale.

Incaricato d'affari di Russia è stato più esplicito. Egli si è meravigliato che non si sia compresa la situazione della Serbia di fronte all'Albania e la necessità per essa di finirla con gli albanesi per portare liberamente le sue truppe alla offensiva come ora potrà fare. Ha trovato grave l'eventuale minaccia di abbandonare la Serbia al suo destino se non si presterà a facilitare le cose per ottenere la cooperazione della Bulgaria. Egli non esclude che la Serbia se troppo bruscamente trattata potrebbe concludere una pace separata co!1 l'Austria-Ungheria. In sostanza è contrario al passo progettato. Per conto mio ho creduto osservare in questa occasione una prudente riserva, non volendo scoprire nè l'origine della proposta nè l'adesione italiana prima dell'arrivo delle istruzioni ai miei tre colleghi (1).

(l) -Cfr. n. 103. (2) -Cfr. n. 189.
221

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

D. R. 32428/880. Roma, 19 giugno 1915.

Con riferimento al carteggio in argomento e per opportuna notizia dell'E. V., mi pregio di qui appresso trascrivere quanto, in data 28 maggio scorso, mi ha riferito il R. Agente Diplomatico al Cairo relativamente a Sidi Ahmed el Scerif:

• Da ottima fonte mi risulta quanto segue: Sidi Ahmed el Scerif ha deciso di lasciare Amseat per Giarabub, dovendo fare le sue orazioni sulla tomba del Gran Senussi, ma non è ancora partito per la incertezza della sua situazione di fronte all'Inghilterra.

Infatti da qualche settimana i rapporti tra il Senussi e gli inglesi sono alquanto modificati; in questi giorni poi il solito battello greco di nuovo indisturbato ha approdato a Mraisa, presso Burg Suleiman, sbarcando due ufficiali turchi latori di 27.000 lire turche e di casse contenenti cartucce per fucili Gras e Mauser.

Sebbene Sidi Ahmed el Scerif abbia dato parola al Governo inglese che non farebbe nulla contro l'Egitto, le notizie che precedono, le quali dimostrano che il Governo turco sta facendo di tutto per associare alla sua politica l'opera di Sidi Ahmed, hanno molto preoccupato l'Alto Commissario britannico. Il generale Hunter Pascià, il noto maggiore Royle e il signor Snow bey vanno e vengono da Amseat a Sollum, contemporaneamente un corpo di 5000 uomini, composto di soldati australiani ed egiziani, è stato scaglionato tra Sidi el Barrani e Marsa Matruk.

Un altro fatto che ha destato molto sospetto negli inglesi è che Sidi Ahmed ha pagato gran parte dei suoi debiti in Sollum con moneta turca e che questa moneta circola in quella località molto più di quella egiziana od inglese.

(l) Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. 421 del 22 giugno, ore 22.

222

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. 2142. Roma, 20 giugno 1915, ore 3.

Mi giunge ora il rapporto di V. S. n. 300 del 9 giugno (1).

Ritengo poco opportune e destinate a far più male che bene alcune affermazioni ed argomentazioni del discorso pronunziato da V. S. nella ricorrenza dello Statuto. Mi riferisco a quella sul Dodecaneso e sull'Albania, all'accenno a Kavalla, che non poteva non nuocere in Bulgaria, contrastando col passo recentemente fatto a Sofia (mio telegramma n. 488 del 27 maggio). Ad ogni modo sarà opportuno che V. S. non dia corso al divisamento di • far rimettere le cose a posto dal Kerì •, poiché ciò susciterebbe indubbiamente nuove polemiche che occorre evitare.

223

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 411. Roma, 20 giugno 1915, ore 12,40.

In relazione al mio telegramma n. 410 (2) e per vieppiù dimostrare a V. E. l'importanza e la urgenza del passo che io la ho pregata di svolgere credo opportuno informarla, per sua personale notizia, che in seguito alle validissime forze trasportate sul nostro fronte, la nostra offensiva ha dovuto subire, se non proprio un arresto, certo un rallentamento notevole, trovandosi di fronte a resistenze che vanno divenendo sempre più ostinate. Il generale Cadorna non esclude la possibilità di dover passare alla difensiva, per arrestare una non improbabile irruzione del nemico su taluni tratti dell'ampia fronte di schieramento. È certo che in Italia produrrebbe una penosa impressione non tanto l'arresto della iniziativa offensiva quanto la necessità, che ci verrebbe imposta dalla difensiva, di abbandonare una parte del territorio già conquistato. Non dubito che V. E. anche in vista di quanto precede vorrà dare alla sua opera ogni efficacia perchè si ottenga una rapida avanzata dell'esercito serbo ed una contemporanea vigorosa offensiva di tutti gli altri eserciti alleati.

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr n. 216.
224

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI DE' CALBOLI

T. GAB. 2155. Roma, 20 giugno 1915, ore 19.

Bund in un articolo riferito dai giornali italiani circa trattamento dei nostri connazionali in Germania scrive che gli uomini tra i l 7 e i 55 anni non possono più lasciare la Germania ed una volta al giorno debbono presentarsi alla polizia. La misura sarebbe mitigata per gli operai. Prego assumere informazioni, anche per mezzo della legazione svizzera a Berlino e telegrafarmi.

225

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4512/1329. . .... , 20 giugno 1915, ore 20,10 (per. ore 20,50).

Rispondo al telegramma n. 2139 (1).

V. E. può constatare che nessun bollettino ufficiale finora pubblicato contiene episodi personali e tanto meno si allontana dal carattere prettamente militare: forse nostro ministro a Bucarest potè ritenere per equivoco che comunicati « Stefani • contenenti episodi dal campo fossero i bollettini ufficiali il che è ben differente. Talvolta anche nei bollettini devesi accennare a piccoli fatti perchè guerra non entrata ancora grande fase. Del resto in operazioni montane fatti apparentemente piccoli, hanno per competenti grande importanza. Soggiungo che non parmi sia condivisa opinione nostro ministro Bucarest che redazione bollettini non faccia buona impressione all'estero. Circa commento da lui desiderato per illustrazione dei principali avvenimenti di guerra che non vengano pubblicati dai giornali questo comando è spiacente non poter aderire suo desiderio per ragioni già note a V. E., ritenendo per ora possano bastare le informazioni che si inviano dal campo per mezzo della • Stefani •.

226

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 801/11. Madrid, 20 giugno 1915, ore 19 (per. ore 23,10).

Con riferimento miei telegrammi 165 e 166 del 14 e 17 giugno (2) prego vivamente V. E. voler rispondere mio telegramma Gabinetto n. 10 dell'll giugno (3). In presenza della campagna condotta qui contro di noi dai giornali carlisti e da alcuni altri allo stipendio delle due ambasciate imperiali, mi è necessario per stabilire linea di condotta conoscere la decisione di V. E. circa la proposta da me sottomessale.

(l) -Del 20 giugno: Sonnino dà assicurazione al Comando Supremo che si inviano regolarmente a Bucarest i bollettini di guerra. (2) -Non pubblicati. Vi si chiede che il Libro verde venga pubblicato in lingua spagnola. (3) -Cfr. n. 157.
227

IL MINISTRO A CETTIGNE, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4526/30. Cettigne, 20 giugno 1915, ore 20,25 (per. ore 3,15 del 21).

Telegramma di V. E. n. 2109 (1).

Ho vivamente protestato presso questo ministro affari esteri contro attacchi Montenegro in Albania ed eventuale occupazione S. Giovanni di Medua aggiungendo che ciò è oltre tutto in contraddizione con le stesse sue precedenti dichiarazioni. Plamenaz mi rispose erano stati già impartiti ordini opportuni perchè truppe fossero ritirate dai territori dei Kastrati e che alla frontiera settentrionale non sarebbe presidiato che qualche punto strategico; che riva albanese non era stata occupata ma che soltanto vi si manterrebbero delle pattuglie per garantire sicurezza navigazione e che non si aveva infine intenzione di occupare San Giovanni di Medua. Mentre mi sono riservato di ritornare sull'argomento, l'ho seriamente sconsigliato da un'impresa che solleva generale disapprovazione e che non è menomamente giustificata.

228

IL CONSOLE A SCUTARI, DE FACENDIS, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4528/289. Scutari, 21 giugno 1915, ore 9,35 (per. ore 10,45).

Ho telegrafato alla R. legazione:

• Montenegrini scendendo dal nord giunti dinanzi Scutari. Irritazione panico popolazione mettendo in pericolo colonia italiana, prego telegrafarmi qualche informazione affinchè possa prendere possibili precauzioni •.

229

IL CONSOLE A SCUTARI, DE FACENDIS, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4530/290. Scutari, 21 giugno 1915, ore 10,45 (per. ore 11,45).

Truppe montenegrìne sono per entrare in città. Prego V. E. telegrafarmi d'urgenza circa mia condotta e se devo eventualmente far visita al comandante delle truppe occupanti.

(l) Cfr. n. 208.

230

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A CETTIGNE, NEGROTTO CAMBIASO

T. GAB. 418. Roma, 21 giugno 1915, ore 21,30.

(Per Cettigne) Telegramma di V. S. n. 30 (1).

(Per gli altri) Ho telegrafato al R. ministro a Cettigne quanto ,segue:

(Per tutti) Le informazioni che riceviamo da Scutari e che sono comunicate a V. S. direttamente da De Facendis contrastano con le dichiarazioni di codesto ministro degli affari esteri. V. S. può far sentire con garbo a codesto Governo che è assurdo pretendere che l'Italia faccia sacrifici e corra rischi per alimenta:done Montenegro se questo continua crearle imbarazzi con una politica sconsigliata dei fatti compiuti in Albania.

231

IL MINISTRO A DURAZZO, ALIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. CONFIDENZIALISSIMO 4541/356. Durazzo, 21 giugno 1915, ore 15,45 (per. ore 21,30).

Mussulmani di Scutari d'Albania in seguito unanime deliberazione hanno inviato ad Essad atto completa sottomissione con preghiera di non limitare sua autorità a Medua e significandogli che non accetteranno mai progetto cattolici circa formazione governo sotto Bib Doda che toglierebbe carattere in prevalenza mussulmano sempre avuto dalla ... (2). Commissione chiede quindi invio forze militari a Scutari.

Essad ha risposto che aveva telegrafato a Plamenatz interessandolo affinchè mussulmani di Scutari non fossero molestati dai montenegrini ed ha promesso generico aiuto astenendosi però dietro mio suggerimento dal promettere invio armati.

Pervengono ogni giorno numerosi telegrammi e lettere di omaggio e sottomissione della ... (2) di Scutari anche da parte dei cattolici di Essad il quale però dietro nostro consiglio non assume nessun impegno in attesa decisioni R. Governo circa Medua e del risultato delle trattative circa nuova amministrazione da dare a Scutari.

In generale Essad vuole conformarsi in quanto circostanze permettano alle direttive del R. Governo e spero che saprà trarre per parte del R. Governo in Scutari pieno profitto della favorevole situazione che rende Italia arbitra della situazione. Passato pericolo se non sapremo consolidarci ed incutere timore riverenziale ricomincerebbero solite difficoltà in mezzo ad infidi elementi che compon

..

gono ambiente cattolico nazionalista formatosi intorno a Bib Doda e di cui Montenegro vorrebbe distruzione. Un telegramma (?) commissione di cui fa parte Bib Doda chiede ad Essad schiarimenti circa intenzione montenegrini ed aiuti per evitare pericolo straniero. Essad risponde mostrando causa delle misure militari montenegrine e consigliando far disarmare e rimettersi alle direttive del

R. Governo.

(l) -Cfr. n. 227. (2) -Gruppo indecifrato.
232

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

'f. GAB. R. SP. 599. Roma, 21 giugno 1915, ore 22.

(Per Pietrogrado) Telegramma di V. E. n. 187. (Per gli altri) Il R. ambasciatore a Pietrogrado telegrafa quanto segue (l):

• -Sazonoff mi dirige promemoria seguente: "M. Sazonoff serait heureux de connaitre )'opinion du baron Sonnino au sujet de la réponse de M. Radoslavoff. Le caractère dilatoire de cette réponse ne saurait etre mis en doute, toutefois M. -Sazonoff considère utile de continuer le conversation avec le Gouvernement bulgare ne fut-ce-que pour l'empecher d'assumer une attitude ouvertement hostile aux alliés. Dans cet ordre d'idées il y aurait lieu de donner au cabinet de Sophia les précisions qu'il sollicite des 4 puissances et lesquelles pourraient etre formulées camme suit:

l o Les compensations à accorder à la Serbie et à la Grece qui créeraient en faveur de la Bulgarie des droits sur les territoires énumérés ci-dessous pourraient etre définies camme suit: pour la Serbie, l'acquisition de Bosnie-Herzegovine ainsi que celle d'un débouché sur la cote dalmate, et pour la Grece, Smyrne et son arrière-pays.

2° La partie de la Macédoine que les alliés envisageraient dans leurs communicatìons pourrait etre définie par une dénomination plus détaillée qui en formerait les confins. La frontière proposée par les alliés suit la ligne de démarcation entre sphères d'influence tracée par accord serbe-bulgare 1912. Les alliés ne sauraient d'aucune façon appuyer, auprès du Gouvernement serbe, des plus larges revendications de la part de la Bulgarie.

3o De mème il n'y aurait guère d'inconvénients à déclarer que l'acquisition de K<Jvalla comprendrait les ancìens Kazas de Serres et de Drama.

4o L'entente à conclure entre la Bulgarie et la Roumanìe pourrait avoir pour base la cession à la Bulgarie de Doiemetch et Baltcitch. En accédant au désir du Gouvernement royal, à propos des plus exacts renseignements sur les avantages qu'il pourrait retirer s'il se rangeait aux còtés des alliés ceux-ci à leur tour devraient subordonner rigoureusement la concession de ces avantages à l'entrée en campagne de la Bulgarie le 1/14 de juillet. Les alliés devraient en meme temps se déclarer dégagés de toute promesse fo,rmulée jusqu'1cd. si à l'échéance du terme convenu le Gouvernement bulgare n'attaquerait la Turquie ".

Se per le ragioni addotte da Sazonoff può essere utile il continuare le conversazioni con la Bulgaria si dovrebbe ottenere il suo formale impegno ad entrare

14 - Documenti diplomatici-Serie V-Vol. IV

in azione prima di sottoporle per iscritto le precisioni che essa domanda con l'evidente intento di arricchire di preziosi documenti i suoi archivii diplomatici. Verosimilmente se Bulgaria pensasse sul serio ad entrare in azione non chiederebbe schiarimenti ma poserebbe condizioni •.

(Per tutti) Vi sono evidenti ragioni pro e contro il prestarsi alle domande bulgare come formulate nella risposta di Radoslavoff. Però anche a rischio di creare qualche malcontento in Serbia e in Grecia, ritengo miglior consiglio per poter agire anche efficacemente sull'opinione pubblica in Bulgaria, il precisare le offerte territoriali, pur insistendo sopra una sollecita sua entrata in campagna.

Già telegrafai intorno al testo della risposta da darsi alla Bulgaria quale mi veniva proposto da Parigi. Consigliavo aggiungere qualche maggiore determinazione riguardo al termine entro cui Bulgaria doveva impegnarsi ad entrare in azione. Delcassé a questo rispondeva • dì temere che la prefissione di un termine dia alla risposta il carattere di un ultimatum che indisponga la Bulgaria •.

Ieri questo ambasciatore ·d'Inghilterra mi sottoponeva un altro testo di risposta p1ù generico quanto alla determinazione dei territori, ma contenente un periodo finale che parevami meglio formulato che nel progetto francese. Dichiarai a sir Renne! Rodd che preferivo il progetto francese in quanto forniva alla Bulgaria le determinazioni territoriali richieste; parevami migliore l'ultimo periodo del testo inglese, che richiedeva un intervento in tempo utile.

La proposta che fa ora Sazonoff consuona per molti riguardi col testo di De!cassé, ma stabilirebbe addirittura la data perentoria dell'l/14 luglio per l'entré'ta in campo della Bulgaria.

A Giers oggi ho riferito le obiezioni di Delcassé alla determinazione della data suggerendo che converrebbe, come mezzo termine, invitare la Bulgaria a precisare essa la data in cui entrerebbe in campagna. La Bulgaria quando si decida a parteggiare con l'Intesa ha qualche interesse a non lasciarsi prendere il passo da altri.

Riguardo alla indicazione dei compensi alla Serbia si può per calmarla precisare che il minimo dei compensi promessole sarebbe il possesso della Bosnia Erzegovina e un libero accesso al mare.

Quanto però alla Grecia converrebbe per ora tenersi più nel generico, aspettando di poter trattare con Venizelos, anche per rendere un servizio a lui, e quindi sopprimere nella risposta suggerita da Sazonoff ogni menzione di Smirne e hinterland.

(l) Con t. gab. r. sp. 755/187 del 20 giugno, ore 22,10 (per. ore 7 del 21).

233

IL MINISTRO A CETTIGNE, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 811/31. Cettigne, 21 giugno 1915, ore 17 (per. ore 1,25 del 22).

R. console Scutari avendomi poco fa telegrafato che montenegrini provenienti dal nord in vista di Scutari, mi sono immediatamente recato dal ministro degli affari esteri. per protestare contro la nuova avanzata in contraddizione con le sue esplicite dichiarazioni di ieri. Ho aggiunto che in tal stato di cose non potevo avere alcuna fiducia in lui nè nel Governo montenegrino. Plamenatz mi rispose dicendosi spiacentissimo dell'equivoco occorso a motivo della mancanza di mezzi di comunicazione con l'esercito operante al nord. Mi ha dato la sua parola di onore che ordini severissimi e precisi erano già stati impartiti perchè truppe venissero immediatamente ritirate su certi punti strategici della frontiera verso Clementi e i Kastrati rinnovando assicurazioni per Scutari.

N e ho informato De Facendis.

Ministro di Francia dichiara non avere ancora ricevuto istruzioni, ma tanto io quanto mio collega d'Inghilterra sospettiamo voglia tirare in lungo le cose nell'interesse del Montenegro (1).

234

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 808/245. Londra, 21 giugno 1915, ore 9,45 (per. ore 4 del 22).

Telegramma di V. E. gab. n. 410 (2).

Crewe mi ha detto testé che trovava in principio perfettamente giusti e meritevoli massima attenzione i rilievi del generale Cadorna. Mi ha fatto osservare però che sul fronte occidentale truppe francesi hanno già iniziato importante vigorosa azione offensiva avente per oggetto Douai. Essa è d'altronde secondata da truppe inglesi, la cui opera, se non risulta troppo per il momento utilmente concordata collo Stato Maggiore francese, non è per questo meno efficace. Avendo

S. S. aggiunto al postutto si tratta di questione militare non facilmente discutibile fra noi borghesi, io gli ho chiesto se vedeva inconvenienti a che io comunicassi direttamente a Kitchener le osservazioni del nostro Capo di Stato Maggiore.

S. S. con molta premura aderendo si è messo subito in comunicazione col maresciallo che mi riceverà domani.

Crewe mi ha detto essere fuori dubbio che gli insuccessi russi in Galizia con la verosimile perdita di Leopoli sono destinati a prolungare ancora più la guerra essendo sua impressione che i russi non potranno riprendere una vigorosa offensiva prima di settembre. Salvo queste considerazioni e quelle dell'effetto morale specialmente pernicioso sui Balcani, S. S. prendeva la cosa con la abituale .filosofia osservando che le vittorie tedesche acquisite a così caro prezzo con perdite rilevantissime non danno un risultato definitivo pari all'enorme sforzo visto che le armate russe si ritirano bensì ma non sono distrutte. I progressi degli alleati sono lenti ma • steady • e lasciano umanamente parlando sperare in un successo completo fra qualche settimana. Da intenzioni pacifiche Turchia egli non ha alcun indizio positivo. Più volte sono corse al riguardo voci indeterminate che non ebbero mai seria conferma.

(l) -Ritrasmesso a Parigi, Londra, Pietrogrado e Durazzo con t. gab. 422 del 22 giugno. ore 21. (2) -Cfr. n. 216.
235

IL CONSOLE GENERALE A JANINA, NUVOLARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 4555/76. Janina, 21 giugno 1915, ore 20,30 (per. ore 7,15 del 22).

Questi circoli ortodossi ora divenuti germanofili ed austrofili nutrono profondo risentimento contro l'Italia cui non possono perdonare intervento guerra europea a fianco Triplice Intesa poichè temono che circa questione epirota siano intervenuti accordi tra nostro paese ed Intesa ledenti interessi greci. Così essi sarebbero felici e fanno fervidi voti per la sconfitta dell'Italia. Dato il nuovo orientamento della nostra politica estera essi temono del pari che venuto a cessare l'antagonismo tra Austria ed Italia, da cui sanno quanti vantaggi ha saputo trarre la Grecia, la situazione in Albania possa risolversi nostro favore mediante appoggio Tripltice Intesa. È sempre loro progetto impadronirsi di Berat e della Musakia: la notizia riportata dai giornali greci che l'Italia occuperebbe quei paesi li inquieta cd irrita vivamente. A questo proposito mi consta con certezza che qui esiste una corrente fortissima anche tra gli ufficiali del corpo d'armata, compreso il comandante generale Papulas, per procedere, senz'altro ritardo, occupazione Berat e lVIusakia. Mi è stato riferito suddetto generale quando serbi avanzarono ultimamente in Albania telegrafò Atene chiedendo autorizzazione occupare Berat. Sembra che il governo greco non abbia acconsentito, non giudicando opportuno il momento. Presentandosi l'opportunità attesa con ansia qui si dà per sicuro che l'occupazione di Berat sarà senz'altro effettuata dalle truppe greche, cosa che può avvenire prima di quanto si suppone. È incessante intanto invio munizioni viveri e molto foraggio a Premeti e Tepelen. Sintomatica è pure circostanza che le comunicazioni per terra tra Epiro settentrionale ed Albania sono state per ordine delle autorità militari greche sospese. Mentre prima si esportavano da Janina granaglie per Berat ed Elbassan, ora tale traffico è stato completamente interrotto. Evidentemente si vuole impedire che pervengano informazioni in Albania circa preparativi che i greci vanno facendo nell'Epiro settentrionale. Per quanto riguarda elezioni politiche nel suddetto territorio mi consta che seguendo mio consiglio musulmani Argirocastro ammontanti circa otto mila si sono astenuti dal votare motivando loro astensione col fatto che alla riunione di Premeti (mio telegramma

n. 51) (l) essi non furono invitati. Vi hanno invece partecipato musulmani Delvino (in tutto un centinaio di famiglie) che si sentivano troppo isolati e deboli per assumere atteggiamento diverso di cui temevano conseguenze.

Mi viene riferito musulmani Premeti hanno del pari votato, intimiditi da pressioni e minacce dei greci che naturalmente sosterranno essere stato spontaneo concorso maomettani. Per Lesovic, ove sono rimasti pochissimi musulmani Colonia e Koritza, mancano ancora notizie che mi riservo riferire. Ha prodotto dolorosa impressione e grande scoraggiamento tra la popolazione musulmana Epiro setten

trionale notizia recata dagli stessi profughi musulmani arrivati a Premeti cioè le autorità italiane allontanerebbero da Valona, facendoli scortare fino confine della zona da noi occupata e disarmandoli, i profughi suddetti che vengono così avviati ai loro paesi distrutti dai greci dove nessun soccorso li attende. Questo provvedimento è interpretato dai musulmani come la prova di un accordo tra Italia e Grecia, risultato del quale sarebbe secondo essi di consegnare inermi ai loro peggiori nemici profughi che avevano cercato rifugio e protezione a Valona dopo la distruzione dei villaggi ed i massacri commessi dai greci a loro danno. Non posso nascondere a V. E. che la notizia di un simile provvedimento danneggia sensibilmente il nostro prestigio presso popolazioni musulmane Epiro settentrionale che avevano riposto ogni loro speranza nell'Italia, dalla quale temono ora di essere abbandonate in balia greci. Comunicato R. legazione.

(l) Non pubblicato.

236

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.R.SP.s.762/197. Pietrogrado, 21 giugno 1915, ore 22 (per. ore 8 del 22).

A pronta replica alla risposta romena comunicata dal signor Poklewsky Sazonoff ha oggi t~legrafato a questo ultimo incaricandolo di dichiarare a Bratianu che qualora Romania si impegni ad entrare in azione entro cinque settimane a datare dalla proposta delle potenze Russia ammetterà l o cessione Czernowitz e linea del Pruth in Bucovina; zo linea della Tisza nel Marmaros; 3" nel Banato una linea che lasci ai serbi territori necessari alla difesa di Belgrado. Circa delimitazione di tale zona dovrebbero intendersi più tardi Serbia e Romania col concorso dei buoni ufficii delle quattro potenze.

Avevo fatto rilevare a Sazonoff che sue concessioni in Bucovina ove era in gioco interesse russo lo avrebbero moralmente assolto dal fare una completa concessione anche nel Banato, ma quanto ho potuto ottenere dopo non poca pena è stata la riduzione delle sue domande alla zona strategica sovra indicata. Su questo terreno Buchanan non aveva potuto seguirmi, Inghilterra avendo posto fin dall'inizio per condizione che fosse riservata ai serbi zona suddetta. Mia azione su questo punto non ha quindi potuto spiegarsi con tutta la desiderabile efficacia. È però evidente che il negoziato è migliorato sensibilmente. Dopo l'invio delle istruzioni a Poklewsky si è recato da Sazonoff Diamandy e gli ha sostanzialmente confermato le dichiarazioni di Bratianu ma ha precisato suo pensiero circa il decorso del termine d'entrata in azione della Romania. Questo secondo le sue parole dovrà essere di 5 settimane dalla « consumazione • dei due accordi politico e militare. Ho motivo di ritenere che ove per consumazione intendasi firma Sazonoff farebbe riserve (1).

(l) Ritrasmesso a Parigi, Londra e Bucarest con t. gab. r. sp. 605 del 23 giugno, ore 20.

237

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 812/288. Bucarest, 21 giugno 1915, ore 14,30 (per. ore 10,15 del 22).

Mi risulta che queste legazioni d'Austria e di Germania fanno nuovi tentativi per un accordo colla Romania sulla base della neutralità od anche dell'entrata in guerra a fianco dei due imperi. Le due ipotesi sono improbabili specialmente a cagione dell'insufficienza compensi che Austria-Ungheria può offrire; la seconda anzi è, a meno di un completo disastro russo, adirittura impossibile (1).

238

L'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 810/247. Parigi, 22 giugno 1915, ore 0,55 (per. ore 3,35).

Appena ricevuto telegramma di V. E. n. 410 Gab. (2), ho scritto una nota a questo ministro degli affari esteri, della quale ho dato copia a questo addetto militare che partiva per il quartiere generale affinchè l'avesse fatta leggere al generale Joffre. Contemporaneamente ho chiesto udienza a Poincaré, il quale mi ha ricevuto stamane. Poincaré dopo aver udito quanto gli ho detto, mi ha detto che divideva pienamente le idee del generale Cadorna e che recandosi dopodomani insieme al ministro della guerra dal generale Joffre lo avrebbe pregato di mettersi in rapporto subito con gli Stati Maggiori alleati per la pronta attuazione di quanto il generale Cadorna attualmente domanda. Poincaré dice che è urgentissimo ed importantissimo coordinare l'azione degli eserciti alleati e all'uopo mi ha pregato di chiedere l'adesione del Governo italiano alla costituzione di un ufficio centrale militare che dovrebbe risiedere a Parigi e nel quale ciascun comandante in capo degli eserciti alleati dovrebbe essere rappresentato da un ufficiale superiore di grandissima capacità militare e investito della piena fiducia del comandante stesso. Venendo a parlare dei singoli eserciti Poincaré mi ha detto che i serbi gli hanno promesso di prendere l'offensiva contro gli austriaci fra una diecina di giorni. Dei russi non è in grado di dire nulla, non sapendo dove potrà arrestarsi la loro ritirata e quando saranno in grado di riprendere l'offensiva. Però egli insisterà vivamente perchè facciano tutti gli sforzi per riprendere l'offensiva al più presto in Bucovina. Poincaré constata la poca efficacia dell'azione degli inglesi benchè questi abbiano ormai ammucchiato quasi 600 mila uomini in un fronte ristretto cioè di appena settanta chilometri. Spera che l'istituzione di un ufficio di coordinazione potrà avere per effetto un migliore impiego delle truppe inglesi.

Quanto alla Francia oltre alle singole azioni in vari punti del fronte, da vari giorni si combatte una sanguinosa battaglia innanzi Arras, ove i francesi hanno quotidianamente riportato dei successi e dove sperano, con una grande concentrazione di forze che hanno già operato, di ottenere più importanti risultati.

(l) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. 424 del 23 giugno, ore 20. (2) -Cfr. n. 216.
239

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4558/3311. Atene, 22 giugno 1915, ore 13 (per. ore 15).

Politis ha detto a questo ministro di Serbia che continuati negoziati delle quattro potenze a Sofia irritano Governo greco. Se potenze Triplice Intesa, cui Grecia espose sue doglianze per quei negoziati, non si decideranno darle assicurazioni sufficienti, Governo ellenico sarà costretto dar corso alla sua intenzione di far pubblicare le sue proteste. Consta a questo Governo che il re Ferdinando ha comunicato Vienna e Berlino la nota delle quattro potenze e tutto il corso dei negoziati (1).

240

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A DURAZZO, ALIOTTI

T. 2188. Roma, 22 giugno 1915, ore 16.

Telegramma di V. S. n. 351 (2).

Prego V. S. telegrafarmi se di fronte nuova situazione creata da avanzata montenegrina su Scutari Essad persiste nella intenzione stabilire sua autorità Medua e ne abbia possibilità assumendosi responsabilità di fronte Montenegro.

In tal caso forniremo vaporino richiesto.

241

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, GARRONI (3)

T.GAB.R.SP.601/5. Roma, 22 giugno 1915, ore 22.

Le comunico qui appresso il testo di una dichiarazione che V. E. farà al Gran Vizir quando riceverà un mio telegramma in chiaro oppure in cifra contenente le parole seguenti: • Corriere non arrivato. Prego indicarmi quando partito».

Avverto ad ogni buon fine che mi propongo dirigerle tale telegramma, equivalente all'ordine di comunicare la dichiarazione di guerra al Gran Vizir appena io saprò che RR. Consoli di Siria e Palestina saranno imbarcati sul Tennessee.

V. E. mi segnerà immediatamente ricevuta di tale mio telegramma convenzionale.

Prego intanto farmi pervenire ricevuta di questo telegramma avvertendo che r.ei messaggi che V. E. mi invia per via indiretta è indispensabile che Ella ponga, come io faccio, dopo il numero d'ordine la data di partenza da Costantinopoli.

Segue il testo della dichiarazione di guerra.

Conformément aux ordres de son Gouvernement, le soussigné Ambassadeur

de S. M. le Roi d'Italie, a l'honneur de signifier à Votre Altesse la déclaration

suivante:

Dès le moment de la signature du traité de paix de Lausanne, le 18 octobre 1912, des violations du traité ont pris naissance, de la part du Gouvernement Impérial; ces violations ont continué sans reliìche jusqu'à présent.

Aucune mesure ne fut jamais sérieusement adoptée par le Gouvernement Ottoman, en vue de la cessation immédiate des hostilités, selon ses engagements solennels; le dit Gouvernement n'a rien fait non plus, en vue de la libération des prisonniers de guerre italiens. Les militaires tures restés en Tripolitaine et en Cyrénai:que, continuant à faire usage du drapeau ottoman, conservant leurs fusils et leurs canons, ont été maintenus sous le commandement des memes officiers qu'auparavant. Enver bey a dirigé en Lybie les hostilités contre l'armée italienne jusqu'à la fin du mois de novembre 1912; Aziz bey ne quitta le pays, avec 800 soldats des troupes régulières, qu'au mois de juin 1913; le traitement que l'un et l'autre ont reçu, à leur entrée en Turquie, prouve à l'évidence que leurs agissements ont eu le plein consentement des autorités impériales. Après le départ d'Aziz bey, des officiers de l'armée turque ont continué d'arriver en Cyréna'ique: il s'y en trouve maintenant une centaine, dont les noms sont connus par les autorités royales. Tout récemment, au mois d'avril de cette année, 35 jeunes gens de Benghazi, qu'Enver Pacha avait conduits en décembre 1912, contre notre volonté, à Constantinople, où ils furent reçus à l'école militaire, ont été envoyés en Cyréna'ique, à notre insu. Une association secrète, • Gemaiet Hairée Islamié •, constituée sous la Présidence du prince héritier Yussuf Izzadin, par le Comité • Union et progrès • de Constantinople, organisa des actes de guerre contre les troupes italiennes. Malgré les déclarations contraires, il résulte avec certitude que la • guerre sainte • fut proclamée et excitée, en 1914, meme contre les italiens en Afrique.

Une mission d'officiers et de soldats tures chargée de porter des cadeaux aux chefs des Sénussi en révolte contre les autorités italiennes en Tripolitaine, vient d'etre capturée par les forces navales françaises.

Les relations de paix et d'amitié que le Gouvernement Royal avait cru sincèrement pouvoir ll'établir, par le Traité de Lausanne, avec le Gouvernement Impérial, par la faute de ce dernier, n'existent réellement pas, entre les deux pays. Et puisque toute réclamation diplomatique contre les violations du Traité a été constatée parfaitement inutile, puisque tout espoir dans un arrangement quelconque est maintenant déchu par ce fait que l'Empire Ottoman est allié en guerre avec les ennemis du Royaume, le Gouvernement Royal se voit obligé de pourvoir autrement à la sauvegarde des hauts intérets de l'Etat et à la défense de ses colonies, contre les menaces persistantes et contre les actes d'hostilité effective de la part du Gouvernement Ottoman.

D'ordre de S. M. le Roi, Son Auguste Souverain, le soussigné déclare par conséquent à Votre Altesse que l'Italie se considère, à dater de demain, en état de guerre contre la Turquie. Les passeports seront mis aujourd'hui méme à la disposition de l'Ambassadeur Impérial à Rome: le soussigné prie Votre Altesse de vouloir bien lui faire remettre les siens sans délai.

(l) -Ritrasmesso a Parigi, Londra, Pietrogrado e Sofia con t. gab. 2209 del 23 giugno, ore 16. (2) -Del 20 giugno: Essad aspetta istruzioni per inviare a Medua autorità e gendarmeria. (3) -Il telegramma venne inviato tramite il ministro a Sofia il quale fu invitato a comunicarlo a Garroni mediante persona di fiducia oppure, occorrendo, a mezzo del segretario della legazione.
242

IL MINISTRO A DURAZZO, ALIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4571/359. Durazzo, 22 giugno 1915, ore 8,30 (per. ore 6,40 del 23).

Oggi è pervenuto ad Essad telegramma in cui musulmani di Scutari rinnovano in termini vivaci loro opposizione contro abbandono Scutari ai cattolici che musulmani ritengono conseguenza del noto progetto di comprendere Medua e non Scutari nella zona da sottoporre al Governo di Durazzo. Questa protesta accompagnata da nuova domanda di forze militari a Scutari ha messo Essad in grave imbarazzo al punto che egli mi si mostra desideroso rinunziare occupazione Medua per evitare complicazioni ma di non sapere come regolarsi per disinteressarsi del tutto di Scutari senza mettere a soqquadro elemento musulmano sul quale in definitiva si deve fare assegnamento per costituire un Governo qualsiasi in Albania. Dopo lungo ragionamento Essad si è persuaso a non prendere nessuna determinazione in attesa delle decisioni del R. Governo ma mi ha pregato far presente a V. E.:

l) che musulmani mai ammetteranno a Scutari amministrazione con Bib Doda alla testa e che essi piuttosto sottomettersi si agiteranno come lo previde tentativo già fallito scorso febbraio per quanto appoggiato da Essad stesso di far nominare Bib Doda presidente di quella Commissione;

2) che Bib Doda, causa noto suo carattere, sarebbe più che mai odiato da quei musulmani ed anche da molti cristiani, al punto che dopo uccisione di Nicola Mirasci non osa più uscire di casa per timore vendetta;

3) che montenegrini mai staranno fermi finchè Bib Doda sarà a Scutari col suo ambiente causa non ultima dei noti incidenti di frontiera;

4) che miglior consiglio sarebbe tenere separata Scutari dalla montagna conservandole il suo carattere in prevalenza musulmano colla solita partecipazione di elementi cattolici e con governatore inviato e scelto dal Governo di Durazzo che saprebbe mantenervi sua autorità ora sopratutto che montenegrini disarmano malissori.

Salvo qualche perfezionamento (?) argomenti dei musulmani e di Essad non sono scevri, a mio avviso, di fondamento e meriterebbero essere presi in considerazione in vista nuove difficoltà che stanno per sorgere.

243

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.R.SP. 770/188. Pietrogrado, 22 giugno 1915, ore 23 (per. ore 8 del 23).

Sazonoff opina che risposta alla Bulgaria dovrebbe essere più determinata di quella del progetto inglese e formula il proprio nei termini seguenti:

• Sans pouvoir entrer dès aujourd'hui dans la définition exacte des futures Iimites de chacun des états qui auront contribué aux succès final de la guerre, les puissances, voulant autant que possible envisager les légitimes aspirations de chacune des nations intéressées, sont prètes à garantir à la Bulgarie la possession des territoires au sud de la ligne frontière prévue dans le paragraphe 3 de l'article 2 de l'annexe au traité serbe-bulgare de 1912. L'attribution de ces territoires à la Bulgarie aurait lieu dès que la Serbie serait mise en possession au minimum de la Bosnie Herzégovine ainsi que d'un débouché sur la mer Adriatique. Quant au désir du Gouvernement bulgare à ètre renseigné sur l'étendue de l'arrière-pays à attribuer à Kavala, les alliés déclarent qu'ils sont disposés d'y voir entrer les anciens Kazas de Drama et Serres. Par contre les alliés ne sauraient à l'heure actuelle donner aucune précision sur les compensations à accorder à la Grèce en Asie Mineure; ceci dépendant de l'appui que la Grèce apportera à la cause commune.

En ce qui concerne l'entente à conclure entre la Bulgarie et la Roumanie, celle-ci pourrait s'effectuer sur la base de la rétrocession de Dobritch et de Balcik à la Bulgarie. En accédant ainsi au désir du Gouvernement royal d'ètre plus amplement informé sur les avantages qu'il pourrait retirer s'il se rangeait aux còtés des alliés, ceux-ci à leur tour subordonnent rigoureusement la concession de ces avantages à l'entrée en campagne de l'armée bulgare le premier/quatorze juillet.

Les alliés se déclarent en mème temps dégagés de toute promesse formulée

jusqu'ici, si à l'échéance de ce terme la Bulgarie n'attaque pas la Turquie •. Comunico testo surriferito sapendo che esso non è stato telegrafato a Giers. Mio subordinato parere è pure sempre prima di assumere impegni per quanto

subordinati all'entrata in azione della Bulgaria, a data fissa, le potenze si sincerino delle reali intenzioni di Radoslavoff affinchè il documento non abbia a servire, se rivelato alla Turchia, ad indurre quest'ultima alla transazione che Sofia e Costantinopoli stanno negoziando (1).

(l) Ritrasmesso a Parigi e Londra con t. gab. r. sp. 614 del 25 giugno, ore 21,30.

244

IL MINISTRO A NISCH, SQUITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 823/40. Nisch, 22 giugno 1915, o1·e 19 (per. ore 7,15 del 24).

Mio telegramma gab. n. 39 (1).

Mi sono espresso stamane con Pachitch nel senso indicatomi da V. E. col telegramma Gab. n. 410/66 (2). Egli mi ha detto che il motivo per cui non si può stabilire una data precisa alla presa dell'offensiva serba è sempre lo stato del fiume Sava che non è ancora passabile con i mezzi di cui dispone la Serbia. Le acque però vanno diminuendo rapidamente e siccome tutto è pronto per il passaggio le truppe non tarderanno a mettersi in movimento. A questo punto gli ho chiesto se credeva bastassero per ciò otto o dieci giorni: mi ha risposto affermativamente. Poi ha proseguito dicendo che la marcia dell'esercito serbo dalla parte della Bosnia lasciando alla sua destra la Sava è stata riconosciuta inattuabile per mancanza di strade e di difficoltà del terreno che l'esporrebbe a gravissimo pericolo. Il nemico potrebbe attaccarlo continuamente appoggiato a punti fortificati molestarlo e forse anche tagliare fuori le comunicazioni mentre passando la Sava da qui e !asciandola alla sua sinistra nel procedere attraverso Sirmia e Slavonia esercito serbo non andrebbe incontro a simili ostacoli.

Avendo insistito presso Pachitch col maggior calore nel senso della entrata in azione al più presto possibile per le note ragioni egli mi ha assicurato nel modo più perentorio e formale che la Serbia non verrà meno alla sua parola e che marcia in avanti del suo esercito è questione di giorni.

Confida intanto che anche eserciti degli altri alleati saranno in grado operare contemporaneamente.

245

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

D. 32849/890. Roma, 22 giugno 1915.

Per opportuna notizia mi pregio comunicarle che con telegramma dell'll corrente il R. Ministro in Addis Abeba ha diretto al Ministero delle Colonie il telegramma che qui sotto riassumo, relativo alla situazione politica in Etiopia:

• Mi è ancora difficile definire quale impressione abbia prodotto in Abissinia la nostra partecipazione alla guerra europea, è innegabile però che nostra condotta ed azione essendo basate su rivendicazioni nazionali possano secondare e fomentare aspirazioni nazionalistiche dell'Abissinia.

Il Governo dell'Etiopia ha non pertanto mantenuto finora contegno assolutamente corretto e nulla, per ora, dà a vedere che esso pensi allontanarsi sua condotta neutrale, malgrado presenza elemento germanico ottomano che lavora attivamente intorno Ligg Jasu del quale sono note le simpatie per la Germania e

perchè la Serbia concentri le sue forze contro l'Austria. 12) Cfr. n. 216.

tendenza verso islamismo. La situazione interna dell'Abissinia è del resto tanto precaria e malcontento contro Ligg Jasu è così generale che difficilmente questi potrebbe assumere una qualsiasi azione offensiva contro una Potenza Europea. Nel momento poi la cosa sarebbe impossibile dato l'inizio della stagione delle piogge »,

(l) T. gab. 813/39 del 21 giugno, che non si pubblica: insistenze di Squitti con Jovannovié

246

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. S. 816/248. Londra, 23 giugno 1915, ore 1,09 (per. ore 7) (1).

Mio telegramma Gab. n. 245 (2).

Kitchener cui ho dato stamane comunicazione telegramma di V. E. n. 410 (3) mi ha pregato fargliene avere copia desiderando esaminare con dovuta attenzione osservazioni del nostro capo di stato maggiore prima di darmi una risposta. Fin dal novembre egli non ha cessato di insistere sulla necessità di stabilire coordinazione nelle operazioni militari degli alleati, ad evitare azioni isolate • spasmodiche •. Tutti si sono mostrati d'accordo con lui, ma, all'atto pratico nulla venne concretato. Coordinare una offensiva generale di tutti gli eserciti alleati a data fissa, gli appare difficile in questo momento specialmente in cui Russia, in seguito al grave scacco subìto, non si trova, e non si troverà a suo giudizio per molti mesi ancora in grado di pensare a prendere offensiva, per quanto alto sia rimasto morale esercito ed indomita volontà dei capi di ricominciare appena possibile in condizioni normali di armamento e munizionamento * con incrollabile proposito di andare fino in fondo* (4). I russi sono stati leggeri ed impreviggenti. Fin dal 3 aprile egli avvertì telegraficamente stato maggiore russo che i tedeschi preparavano fra qualche settimana uno sfor7o poderoso ed indicò precisamente punto in cui attacco effettivamente fu iniziato un mese dopo. Dei suoi avvertimenti nessun conto fu tenuto. Del pari durante tutto l'inverno egli si è attivamente adoperato per favorire acquisto armi e munizioni per russi a condizioni vantaggiosissime. Offerte furono sistematicamente declinate da quell'amministrazione militare. Infastidito ed allarmato egli diresse energiche lagnanze al gran duca che gli telegrafò dandogli carta bianca per acquisti illimitati. Si è così perduto tempo prezioso con noti risultati deplorevoli. Ora naturalmente occorrerà tempo prima della consegna vasti ordinativi. Quanto alla Serbia è evidente sua riluttanza ad entrare in azione. La piena dei fiumi non è che un pretesto, piena essendo ora cessata. Motivo vero è paura dei serbi di essere lasciati soli alle prese con i tedeschi appena mettono naso fuori di casa. A vincere esitazione serba potentemente contribuirebbe intervento dei rumeni sulla sincerità propositi dei quali egli, fino a prova contraria, fa qualche riserva. A suo parere insuccessi russi esercitano sugli stati balcanici perniciosa influenza che potrà essere attenuata soltanto dalle operazioni Dardanelli attivamente spinte con buona speranza di

successo. Nel risultato pratico attuale poderosa offensiva francese contro Arras, mi è sembrato maresciallo non mostrasse illimitata fiducia. Un giudizio mi ha detto non potrà darsi prima di tre settimane. Per ora risultati ottenuti sono di entità relativa.

L'esperienza ha dimostrato linee nemiche si possono con sforzi curvare ma il romperle è impresa oltremodo ardua, che può riuscire soltanto se si arriva, con lasciare grande iniziativa ai generali in prima linea a sorprendere il nemico impreparato. Invece finora offensive sono state sempre più o meno preannunziate e quando si è giunti a rompere una linea di trincee nemico aveva già avuto tempo di prepararne altre, raccogliendo numero considerevole di uomini e mitragliatrici. Dall'insieme linguaggio maresciallo mi è sembrato scorgere in massima sua preferenza per azioni difensive. Avendogli io difatti chiesto se non prevedeva, sistemate le cose in Galizia, una violenta azione tedesca con numero imponente di truppe trasportate da quel fronte, mi ha risposto che se l'aspettava fra tre o quattro settimane ma che essa non gli ispirava la menoma preoccupazione, per essere convinto che umanamente parlando, tedeschi non riusciranno mai a riportare, grazie ai preparativi fatti, sullo scacchiere occidentale, successi analoghi a quelli ottenuti sull'orientale. L'offensiva tedesca che costerà al nemico enormi sacrifizi e che a suo credere è destinata ad insuccesso completo, sarà per alleati vittoria anche più importante di un riuscito avvolgimento con relativa spesa. Altrettanto maresciallo ritiene avverrà come conseguenza sicura vigorosa azione nemico contro nostro fronte se sarà, come egli suppone, dopo aver profittato di queste tre o quattro settimane prima dell'arrivo dei grossi e veramente agguerriti nuclei austriaci e specialmente tedeschi, per occupare il maggior numero possibile terreno ed i punti strategici importanti, riusciremo a trincerarci in modo così solido, da impedire a qualunque costo avanzata nemico infliggendogli perdite terribili che verranno a scuotere morale, specie delle truppe austriache. Disastroso risultato avanzata contro nostro fronte ci permetterebbe poi di avanzare a nostra volta e di inseguire nemico, quando dopo disfatta inizierà precipitosa ritirata. Tale condudeva maresciallo è l'ammaestramento pratico che a lui sembra si possa trarre dall'esperienza di 10 mesi di questa guerra. Kitchener con la massima calma ed indifferenza ripeteva avere egli fin dal principio preveduto ed annunziato che la vittoria è sicura ma che non bisogna farsi illusioni di conseguirla presto, a meno di circostanze impreviste. Chiestogli se riteneva che Francia resisterebbe ad una seconda campagna invernale., ha risposto in mcjo categoricamente affermativo osservando Francia sa bene che gioca la sua esistenza, e del resto, anche volendolo, non potrebbe mai concludere pace separata. Maresciallo mi ha da ultimo manifestato profonda sua soddisfazione per fraternità d'armi italo-brita:mica con parole di dovuto elogio per R. esercito.

Profittando occasione ho con massimo vigore rinnovato insistenze per mitragliatrici. Ma purtroppo mi sono urtato contro maro di bronzo. Kitchener ha detto French si lamenta di essere a corto di 3.000 mitragliatrici. Egli ha chiesto a Vickers se poteva dare soddisfazione nostra domanda senza nuocere produzione per questo esercito, ne ha avuto risposta negativa.

In queste condizioni il maresciallo sostiene che opinione pubblica si ribellerebbe e ricomincerebbero più violente recriminazioni, se si sapesse che si sono esportate mitragliatrici di cui esercito inglese difetta. Identico rifiuto egli ha opposto ieri a Cambon venutogli, con l'appoggio del primo ministro, a chiedere 34 mitragliatrici a preghiera insistente di Millerand. Ad Asquith dichiarò maresciallo che solo dinanzi ad una deliberazione speciale del consiglio dei ministri egli si sarebbe inchinato, pur declinando ogni responsabilità. Chiestogli se, per aiutarlo a giustificare davanti al pubblico esportazione nostre mitragliatrici si potrebbe concordare qualche scambio, ha replicato non vedere che cosa noi potevamo dargli, ammesso di consentire alla nota domanda di cessione di fucili alla Russia nel qual caso egli, pur senza assumere impegno, avrebbe esaminato pos~ibilità di contentarci almeno in parte.

Al riguardo ha osservato cessione fucili imperiosamente necessari alla Russia potrebbe contribuire ad affrettare ripresa offensiva. Quando io ho osservato R. mini5tero della guerra non può assolutamente cedere fucili e munizioni, egli mi ha comunque pregato di rinnovare domanda.

(l) -La minuta conservata nell'archivio dell'ambasciata di Londra reca la data 22 giugno. (2) -Cfr. n. 234 (3) -Cfr. n. 216. (4) -Il passo fra asterischi manca nel telegramma conservato nell'archivio del Ministero ed è desunto dall'archivio dell'ambasciata di Londra.
247

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 817/189. Pietrogrado, 23 giugno 1915, ore 1,45 (per. ore 10,35).

Telegramma di V. E. Gab. n. 410 (1). Ho avuto una lunga conversazione con Sazonoff sulla disparità esistente nel modo di condurre la guerra fra il blocco austro-tedesco che è un organo compatto che può valorizzare appieno tutte le sue forze, concentrarle per turno nelle sue iniziative offensive e quasi moltiplicarle grazie alla loro mobilità e la coalizione degli alleati, la quale non ha sufficientemente coordinato fino ad ora le funzioni delle sue parti nè sopratutto ottenuto quella simultaneità nelle operazioni che è il migliore rimedio alla mobilità del nemico. Ho poi insistito sull'urgenza di una pronta comune determinazione anche in vista di ostacolare mietitura in Ungheria, fatto codesto di tale importanza da veramente e seriamente influire sulla durata della guerra, Ungheria essendo oggi unico grande granaio della Germania. Sazonoff mi ha risposto di condividere interamente il nostro modo di vedere e invocare egli pure unità e simultaneità di azione, ma si trovava nell'impossibilità di impegnarsi per una iniziativa offensiva. Sulla Russia, egli disse, gravita oggi il peso di formidabili forze austroungariche-germaniche, che noi saremo bensì in grado di respingere quando avremo migliorato il nostro munizionamento, ma che attualmente ci obbliga a ritirarci dalla Galizia e ad astenerci da inutili attacchi. Ma anche così non è di lieve momento il servizio che rendiamo agli alleati ove si pensi al numero di forze nemiche che manteniamo e manterremo impegnate lungi dagli altri scacchieri. L'ora della riscossa è soltanto indugiata; la nostra ripresa offensiva sarà di una imponenza e di una violenza senza riscontro nel passato: la nazione ha coscienza di ciò e sa attendere.

Ho osservato a Sazonoff che il ripiegamento dell'esercito russo in Galizia produceva negli stati balcanici impressione perniciosa e che quindi tanto più

dovevasi attendere dalla Russia un'azione pm energica per trarre la Serbia in campo e una abnegazione maggiore per accordare alla Romania quanto chiede pel suo intervento. Circa quest'ultimo punto mio interlocutore ha citato nota concessione a testimonianza sue disposizioni più che conciliative in vista dell'interesse generale e ha espresso speranze in un prossimo accordo. Quanto alla Serbia egli si è dichiarato pronto ad impiegare ogni mezzo persuasivo e compulsivo per deciderla a prendere immediatamente offensiva. Gli ho replicato che il tempo stringe e che sebbene Serbia abbia annunziata sua entrata in azione per domani si può sempre temere, dati i precedenti, che trovi pretesti di indugio per troncare i quali un nuovo energico passo della Russia a Belgrado non mancherebbe di effetto. Il ministro mi ha assicurato, aderendo al mio desiderio, che avrebbe telegrafato al signor Strandmann di ripetere le insistenze e fare comprendere a Pachitch i pericoli a cui Serbia si esporrebbe venendo meno ulteriormente agli assunti impegni.

Relativamente al munizionamento russo mi consta che ministro Krivoscein il quale ha compiuto recentemente ispezione alle officine produttrici di proiettili ha dichiarato oggi a Buchanan che entro due mesi Russia avrà quanto è necessario per riprendere offensiva e che a partire dal terzo ne avrà ad esuberanza. Krivoscein è certamente di tutti i ministri, compreso quello della guerra, il più qualificato per attendibili informazioni in proposito.

(l) Cfr. n. 216.

248

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4576/546. Pietrogrado, 23 giugno 1915, ore 13,35 (per. ore 16,15).

Telegramma di V. E. n. 2144 (1).

Sazonoff mi ha incaricato esprimere a V. E. sua sincera vivissima riconoscenza per consenso da Lei accordato a codesto ambasciatore di Russia di adoperarsi in favore degli slavi prigionieri di guerra in Italia.

249

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4578/547. Pietrogrado, 23 giugno 1915, ore 13,35 (per. ore 16,40).

Telegramma V. E. n. 2,110 (2).

Voce pubblicata dal Daily Chronicle e qui riprodotta e commentata da qualche giornale non ha trovato alcun credito in queste sfere ufficiali le quali dichiarano non avere alcun indizio di intenzione di pace da parte della Turchia. Si rileva

poi che se anche il paese desiderasse la pace Enver pascià e la Germania non lo permetterebbero e che soltanto una cospirazione militare che finora non è alle viste potrebbe rovesciare attuale governo. Quanto Russia essa non può desiderare una pace con la Turchia che non le assicuri raggiungimento sua meta suprema nella presente guerra che è il possesso Stretti ed è ovvio che una pace separata non sarebbe attualmente possibile.

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. n. 209.
250

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4584/336. Atene, 23 giugno 1915, ore 14,15 (per. ore 19,10).

Parecchi miei colleghi hanno veduto in questi giorni Venizelos il quale si mostra titubante nel ritornare al potere considerandosi come impegnato verso potenze Triplice Intesa per la uscita dalla neutralità e temendo che le mutate circostanze come sarebbero uscita dell'Italia dalla neutralità offerte fatte alla Bulgaria dalle quattro potenze alleate ecc. ecc. gli rendano impossibile adempimento dei propri impegni. Queste difficoltà di Venizelos oltre che nelle private conversazioni vengono trattate anche nella stampa ed alcuni giornali asseriscono che Venizelos stia trattando coi rappresentanti Triplice Intesa per svincolarsi dalle sue promesse. Questo ministro di Francia mi ha detto che egli non considera affatto Venizelos vincolato e che ad ogni modo suo ritorno al potere sarebbe vantaggioso in quanto toglierebbe Grecia dalle presenti influenze germaniche. A questo proposito si sono sparse in questi giorni notizie di nuove offerte austrotedesche alla Grecia comprendenti parte Epiro Dodecanneso e vasta regione Asia

Minore nonchè prestito 250.000.000. Sono notizie incerte ma non inverosimili e procurerò di appurare.

251

L'AMBASCIATO.RE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4582/249. Londra, 23 giugno 1915, ore 3,55 (per. ore 19,45).

Presentatomi e raccomandato da Steed è venuto stamane da me Francesco Kopezky, presidente di questo comitato czeco. Riferendosi a conversazioni recentemente avute con consigliere R. ambasciata Washington, egli mi ha pregato di chiedere a V. E. se e quale decisione sia stata presa in merito offerta predetto comitato relativa pubblicazione e distribuzione fra truppe czeche esercito austroungarico di foglietti eccitantili nell'interesse della causa nazionale a cogliere ogni occasione propizia per arrendersi a noi come si arresero ai serbi ed ai russi con promessa di ottimo e specialmente favorevole trattamento da parte nostra. Non entro in particolari maggiori che suppongo già riferiti alla E. V. da Washington e prego di mettermi in grado di dare una risposta al richiedente

lasciando a V. E. giudicare della convenienza di non disgustare Kopezky che Steed assicura essere persona seria onesta rappresentante comitato molto influente.

252

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A COSTANTINOPOLI, GARRONI, A LONDRA, IMPERIALI, A MADRID, BONIN LONGARE, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, E AI MINISTRI A BERNA, PAULUCCI DE' CALBOLI, A BUCAREST, FASCIOTTI, A BUENOS AYRES, COBIANCHI, A COPENAGHEN, SACERDOTI, A CRISTIANIA, MONTAGNA, A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR, A LISBONA, KOCK, A RIO DE JANEIRO, MERCATELLI, A SANTIAGO, DI MONTAGLIARI, A SOFIA, CUCCHI BOASSO, A STOCCOLMA, TOMMASINI, E PRESSO IL GOVERNO BELGA A LE HAVRE, CARIGNANI

T. 2214. Roma, 23 giugno 1915, ore 21.

In seguito alla nostra dichiarazione di guerra interrotta ogni comunicazione postale col territorio austro-ungarico fu da noi disposto perchè la corrispondenza della Santa Sede in partenza od in arrivo abbia libero e sollecito corso esente da ogni censura. Dalla amministrazione postale austriaca vengono invece respinti plichi e lettere provenienti da membri del Sacro Collegio e da autorità pontificie anche se contrassegnati col bollo della Segreteria di Stato. L'amministrazione postale del Regno declina pertanto qualunque responsabilità per gli impedimenti

o i ritardi che siffatte corrispondenze subiscono e il Governo del Re tiene sia noto ad ogni buon fine da qual parte derivano nella presente guerra eventuali intralci alle libere comunicazioni della Santa Sede.

Prego V. E. voler portare quanto precede sotto forma di nota verbale alla conoscenza di codesto Governo e curare che ne sia data pubblicità.

253

IL CONSOLE A SCUTARI, DE FACENDIS, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4597/297. Scutari, 23 giugno 1915, ore 11,30 (per. ore 1,20 del 24).

Parrebbe da diverse circostanze che questo console I. e R. avrebbe favorito occupazione montenegrini. Stamane infatti montagnoli sono stati persuasi cedere le armi e non fare resistenza; d'altra parte pare che si sia cercato provocare qualche incidente per dare pretesto alle truppe montenegrine di entrare in città. Parlando di ciò con collega di Francia questi mi diceva sembrargli la cosa spiegabile in quanto Austria perduta ormai ogni speranza sull'Albania preferirà ad Essad che significa presso a poco protettorato italiano occupazione montenegrina anche perchè cessione Albania agli slavi potrebbe tacitarli di altre pretese su territori austriaci (1).

15 -Documenti diplomatici-Serie V-Vol. IV

(l) Cfr. SoNNINO, Diario, vol. II, cit., pp. 162-163.

254

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI DE' CALBOLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4601/225. Berna, 23 giugno 1915, ore 9,25 (per. ore 1,30 del 24).

Commendator Dall'Abbadessa giunto iersera mi ha rimesso il dispaccio

n. 266 (l) del 20 corrente con le relative istruzioni per la costituzione ed il funzionamento della • Société de Surveillance économique •.

Ebbi già con i colleghi di Francia e d'Inghilterra e coi delegati tecnici dei due paesi varie conferenze nelle quali si convenne anzi tutto di modificare e raddolcire testo della convenzione che aveva prodotto cattiva impressione e non a torto su questo Governo. Senza istruzioni precise sino ad ieri sera non potei nelle conversazioni avute prima d'oggi a palazzo federale che tenere ... (2) generale, accennando principalmente allo spirito di amicizia e di fiducia che anima nostro Governo in questa pratica nella quale Governo svizzero non deve trovare alcun menomamento della sua dignità. In un'ultima udienza accordatami dal presidente, questi non nascosemi che l'attuale schema così diverso dal primo aveva sollevato sorpresa e dolore. Svizzera era trattata come uno stato tributario, e si giungeva sino a promettere che certe sue domande sarebbero state accolte purchè i motivi invocati • non fossero irragionevoli •. Il Motta ha insistito principalmente su due punti, sul controllo cioè che a suo avviso dovrebbe essere svizzero, perchè uno stato indipendente non può tollerare nemmeno in via transitoria un controllo straniero, e sul quantitativo che dovrebbe essere fissato dalla organizzazione svizzera e non imposto dall'estero. Egli spera che l'Italia non si mostrerà troppo severa e intransigente.

Prego informare di quanto precede ministero delle finanze.

255

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.R.SP.766/250. Londra, 23 giugno 1915, ore 10 (per. ore 3,35 del 24).

Telegramma di V. E. 600 r. sp. (3).

In via confidenziale Nicolson mi ha detto testè risultargli che Sazonoff ha ceduto tanto per Cernovitz quanto per la linea del Pruth avvicinantesi il più possibile alle domande di Bratiano. La questione del Banato dovrebbe formare oggetto di trattative dirette romeno-serbe con l'assistenza delle potenze.

{2) Gruppo indecifrato.
(l) -Non pubblicato. (3) -Del 21 giugno 1915 che trasmette a Londra il n. 212.
256

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, GARRONI (l)

T. 2226/17. Roma, 24 giugno 1915, ore 4.

Quest'Ambasciatore di Turchia mi aveva già inviato comunicazione identica a quella allegata suo rapporto 27 maggio n. 2845 (2).

Ho risposto che senza discutere misure prese da altri Governi dovevo constatare che finora navigazione neutri attraverso Canale non aveva sofferto alcuna illecita restrizione; che qualora Sublime Porta mettesse ad effetto disegni cui si riferisce detta comunicazione, l'articolo II della convenzione 1888 sarebbe effettivamente violato per la prima volta dall'inizio del conflitto con grave danno di interessi vitali dell'Italia nel Mediterraneo e Mar Rosso; che ci attendiamo quindi Governo turco si astenga da atti di ostilità sul Canale dei quali a nostro avviso esso dovrebbe essere ritenuto responsabile.

257

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI DE' CALBOLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4620/227. Berna, 24 giugno 1915, ore 12,50 (per. ore 14,50).

Telegramma di V. E. n. 2175 (3).

Presidente cui parlai della dimora presa a Rohrbach dal nostro ministro Lussemburgo e continuazione sua missione in via ufficiosa si disse lietissimo di così corroborare carattere terra d'asilo alla Svizzera ed equilibrio per così dire presenza Lugano diplomatici Santa Sede.

258

IL MINISTRO A DURAZZO, ALIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. CONFIDENZIALE 4626/362. Durazzo, 24 giugno 1915, ore 15,45 (per. ore 18,55).

Telegramma di V. E. n. 2188 (4).

Essad è sempre pronto ad assumere responsabilità occupazione Medua. Ben

inteso nell'ipotesi, per ora non probabile che montenegrini volessero impegnare

forze, Essad ritirerebbe gendarmeria rimettendosi nelle mani delle potenze. Egli

prega in ogni modo prendere immediata decisione tanto perchè ciò semplifica situazione di fronte Montenegro, quanto di fronte popolazione di Medua e dintorni che chiedono invio immediato gendarmi da Durazzo assicurando aver compiuto disarmo e di non sapere come regolarsi perchè vorrebbero consegnare armi ad Essad mentre montenegrini esigerebbero averle nelle loro proprie mani.

(l) -Il telegramma venne inviato tramite la legazione a Sofia. (2) -Non pubblicato. (3) -Del 22 giugno, che non si pubblica. (4) -Cfr. n. 241.
259

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI DE' CALBOLI

T. GAB. u. 428. Roma, 24 giugno 1915, ore 19,30.

Generale Cadorna telegrafa (l): « Con riferimento pratiche in corso con Governo svizzero per neutralizzare tratto frontiera presso Stelvio comunico seguente telegramma comando l • armata:

" Comando 3" corpo d'armata telegrafò che in obbedienza telegramma n. 481 codesto comando, sbarramento Valtellina astiensi dal battere austriaci che intensamente continuano lavori trinceramenti su linea Giogo-Pizzo Garibaldi. Riterrei tali lavori come atti offensivi pericolosi perchè possono consentire impiego artiglieria contro nostre posizioni. Occorre ottenere sospensione lavori o consentire tiro artiglieria sbarramento. Generale Brusati".

Prego V. E. rappresentare quanto sopra Governo svizzero, facendo presente che non attenendosi da parte detto Governo sospensione lavori ragioni militari imporranno tiro nostre artiglierie contro trinceramenti austriaci ».

Prego V. S. adoperarsi nel senso di quanto precede insistendo sulle imprescindibili necessità di guerra che giustificherebbero un nostro cannoneggiamento.

260

IL MINISTRO PRESSO IL GOVERNO BELGA A LE HAVRE, CARIGNANI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 462.8/6. Le Havre, 24 giugno 1915, ore 19,30 (per. ore 21).

Telegramma di V. E. n. 2214 (2). Ho rimesso al Governo belga nota verbale circa servizio corrispondenza della

S. Sede e ostacoli dell'amministrazione postale austriaca. Sarà subito data pubblicità.

(l) -Con t. gab. 826/816, pari data. (2) -Cfr. n. 252.
261

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 768/254. Londra, 24 giugno 1915, ore 10,50 (per. ore 1,50 del 25).

A proposito della risposta di Bratiano ho detto stamane a Crewe che dato interesse essenziale potenze alleate assicurarsi a qualunque costo intervento romeno, mi pareva allo stato delle cose consigliabile di non lasciare a Bratiano alcun pretesto per sottrarsi al formale impegno preso poco tempo dopo ed ho ricordato il noto dilemma fin da principio formulato a Nicolson.

Crewe trovando giusta la osservazione ha ri~evato che non conviene troppo sofisticare sul termine delle cinque settimane posto da Bratiano tenendo presente che tale termine non è al postutto eccessivo in vista degli indispensabili preparativi per entrare in campagna. Sulla questione della assegnazione alla Serbia della zona del Banato a nord di Belgrado egli non si è pronunziato. Mia impressione è tuttavia che qui si mantengono al riguardo le note vedute che avrei ragione di credere motivate sia da affidamenti già dati alla Serbia sia da una certa tal quale apprensione qui sorta per conseguenze eventuali della accentuata irritazione serba per l'iniziata conversazione con Sofia circa cessioni territoriali serbe in Macedonia.

262

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 771/253. Londra, 24 giugno 1915, ore 10,30 (per. ore 6 del 25).

Crewe mi diceva stamane che a lui e ad alcuni suoi colleghi del gabinetto sembrava che il dare a Sofia affidamento di vantaggi territoriali senza in pari tempo parlare francamente con Serbia e Grecia, destinate al postutto a farne le spese, sia poco leale e poco abHe. Questione eccessivamente delicata va trattata con mano molto leggera. Informazioni qui giunte recano che tanto ad Atene quanto a Belgrado le iniziate conversazioni con Sofia hanno prodotto vivissima irritazione. Occorre in modo assoluto calmarla altrimenti si va incontro a gravi complicazioni. In Serbia si rischia incoraggiare riluttanza a riprendere operazioni militari contro l'Austria e forse anche peggio. In Grecia si accrescono le difficoltà della posizione di Venizelos di cui si rende sempre più precario il ritorno al potere. Si apre inoltre la possibilità di un conflitto fra la Grecia e la Serbia coalizzate contro la Bulgaria di cui quadruplice non avrebbe nessun motivo di rallegrarsi. D'altra parte non si può escludere che la Grecia, considerandosi offesa ed ingiustamente sacrificata possa ad un momento dato gettarsi nelle braccia austro-tedesche. Tale eventualità costituirebbe una grave iattura per tutti ma più specialmente per l'Italia e l'Inghilterra alle quali non può sorridere la prospettiva di vedere i porti e le isole elleniche divenire base per i sommergibili

tedeschi. Per queste ragioni Crewe ed i suoi colleghi sembrano poco propensi a menzionare nella risposta alla Bulgaria Serres e Drama, come pure riluttanti appariscono a fissare i termini per l'entrata in azione della Bulgaria stante la convenienza da essi ravvisata di non formulare condizioni perentorie che, se respinte dalla Bulgaria, verrebbero praticamente a troncare le conversazioni le quali invece converrebbe tirare in lungo il più possibile, ad evitare che Bulgaria trovi dei giustificati pretesti per passare nel campo opposto.

Occorre pure tener presente che una volta condotta a buon termine l'operazione dei Dardanelli (scopo pel quale qui si è decisi a fare qualunque sacrificio) l'importanza dell'intervento bulgaro sarà sensibilmente diminuita e lo si potrà eventualmente ottenere a migliore mercato; a quanto mi è sembrato capire ai criteri summenzionati verrebbero più o meno ispirate le proposte che, ultimato l'esame intrapreso dal consiglio dei ministri, saranno sottomesse ai tre governi alleati. Anche Landsdowne col quale conferii ieri si mostrò penetrato della somma difficoltà di queste trattative balcaniche e della assoluta necessità di procedere con estrema delicatezza e cautela per non irritare Serbia e Grecia. Sull'argomento ho già sottoposto a V. E. col telegramma gab. n. 227 R.S. (l) mio parere subordinato che, dato svolgersi degli avvenimenti ed il subdolo ed anfibio contegno della Bulgaria non trovo motivo alcuno per modificare ... (2). Mi permetto solo di aggiungere che a non irritare in questo momento Serbia abbiamo interesse precipuo e più diretto noi appunto a cui importa molto indurla a non ritardare più oltre inizio operazioni militari in correlazione con le nostre.

A me risulta per via indiretta che questo ministro di Serbia non cela vivissimo risentimento suo Governo per contegno potenze. Ad un suo collega che me lo ha ripetuto egli ebbe a dire giorni sono che se potenze pensano soltanto a fare il comodo loro Serbia ispirerà sue decisioni unicamente alla tutela propri interessi.

Linguaggio di questo ministro di Serbia è del resto sostanzialmente in armonia con informazioni riferite nei telegrammi da Squittì. Evidentemente molti e poderosi sarebbero argomenti per ribattere ragionamenti dei serbi ma V. E. sa bene quanto malagevole per non dire impossibile sia discutere seriamente con i balcanici la cui mentalità è incapace di afferrare necessità delle transazioni e della convenienza di fare un sacrificio al presente per assicurarsi più lauti vantaggi in futuro.

263

IL MINISTRO A SOFIA, CUCCHI BOASSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4642/336. Sofia, 24 giugno 1915, ore 16,40 (per. ore 10,15 del 25).

Mio telegramma 109 (3).

Di ritorno da Berlino è qui giunto Halil bey presidente della camera ottomana. Ieri conferì con Radoslavoff. Dopo pranzo dato da Fethy bey al quale

erano invitate legazioni d'Austria-Ungheria e Germania, Halil partì iersera per Costantinopoli insieme a Koluceff.

Secondo giornali Halil ha dichiarato che dopo suoi colloqui coi dirigenti politica delle potenze centrali si è convinto necessità per la Turchia consolidare amichevoli rapporti con Bulgaria anche a costo degli indispensabili sacrifici.

(l) -Cfr. n. 131. (2) -Gruppo indecifrato. (3) -Non pubblicato.
264

IL MINISTRO A SOFIA, CUCCHI BOASSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 830/104. Sofia, 24 giugno 1915, ore 16,30 (per. ore 10,40 del 25).

Persona proveniente da Costantinopoli che credo degna di fede asserisce che accordo turco-bulgaro è già raggiunto. Colla linea Enos-Midia Turchia cederebbe completamente anche Adrianopoli e non sarebbe escluso che trattative conducessero anche a cessione alla Bulgaria di un punto sul mar di Marmara.

Stessa persona riferisce che Adrianopoli è completamente sguarnita di soldati che autorità turche asportano tutti i valori e oggetti d'arte e culto e che popolazione turca parte colle masserizie. In questi circoli politici alcuni mettono in relazione accordo turco-bulgaro col viaggio a Berlino di questo ministro di Germania (mio telegramma n. 328) (l) altri ripetono che suo viaggio a Berlino prelude mutamento titolare della legazione di Germania (2).

265

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. RR. 772/297. Bucarest, 24 giugno 1915, ore 16,10 (per. ore 11,10 del 25).

Mio telegramma gab. n. 258 (3).

Ho veduto or ora Bratianu il quale mi ha confermato quanto aveva detto a Poklewsky a cui darà domani risposta definitiva insistendo assolutamente per ottenere tutto il Banato ed offrendo di ricompensare le proprietà dei serbi che vorranno abbandonare quella regione.

Confermo che non si può contare che Bratianu ceda data la situazione militare dei russi e che quindi bisogna o rinunziare alla cooperazione della Romania, oppure concederle tutto quello che essa chiede. La soluzione peggiore sarebbe quella di tergiversare giacchè ci esporrebbe al pericolo di deciderci a far concessioni necessarie in un momento in cui si sia verificato insuccesso russo tale da

indurre Bratianu a non voler più entrare in azione. In questo momento in cui egli sembra deciso alla guerra sarebbe a mio avviso pericoloso (se si consideri necessario concorso romeno) dargli tempo di ripensarci su.

Le cinque ,settimane decorrerebbero dalla firma dell'accordo politico e non di quello militare come risulta dalla comunicazione di Diamandy a Sazonoff (telegramma di V. E. gab. n ...... (l) R. Sp.) dovuto ad un errore di cifra.

Bratianu chiede che il R. addetto militare maggiore Ferigo collabori con delegati militari speciali russi e con addetto militare inglese e francese alle trattative e firma della convenzione militare. Partecipazione del nostro addetto militare a tale atto non riguarderebbe naturalmente la cooperazione tra i nostri due eserciti e le forniture del materiale da guerra. Per tali forniture Bratianu chiederebbe seguenti formali impegni:

l o Consegna immediata del materiale già ordinato e già pronto; 2° Esecuzione e consegna nei termini stabiliti del rimanente materiale già ordinato;

3o Fornitura del restante materiale occorrente alla Romania secondo le

sue necessità e la possibilità di farvi fronte da parte dell'industria italiana dopo

provveduto ai bisogni del R. esercito.

Io credo designazione del maggiore Ferigo sia ottima e raccomandabile sotto ogni aspetto non potendosi trovare ufficiale che quanto lui unisca competenza tecnica, zelo e patriottismo alla perfetta conoscenza speciale dell'esercito romeno e del cui ... (1).

In fine Bratianu mi ha rinnovato ancora una volta preghiera di fargli conoscere se non condizioni precise ma almeno forma e clausole generiche del nostro accordo coll'Intesa ed il R. Governo vorrà considerare se, dopo tutto quello che è avvenuto, non sia almeno il caso di dare a Bratianu questa soddisfazione quando egli aderisca all'Intesa (2).

(l) -T. 4551/328 del 21 giugno, che non si pubblica. (2) -Ritrasmesso a Parigi, Londra, Pietrogrado e Bucarest con t. gab. 431 del 25 giugno, ore 21. (3) -T. gab. r. sp. 665/258 del 3 giugno, che non si pubblica.
266

L'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, GARRONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4959/467. Costantinopoli, 24 giugno 1915, ore 4,10 (per. ore 17 del 6 luglio).

Mio telegramma n. 463 (3).

Continui attacchi ai Dardanelli che finora sono stati respinti non hanno scosso quel senso di tranquillità assoluta che regna nei circoli governativi sulla sicurezza della capitale. Dopo la giornata del 18 marzo non si è qui manifestato nessun sintomo di quella preoccupazione che aveva invece nell'inverno scorso suggerito varie misure che sembravano preludere al trasferimento del Governo in Asia. Le buone notizie balcaniche e la presa di Leopoli hanno se possibile ancora di

ore 20.30.

più elevato morale: la fede nel successo finale è generale. Non conosco i comunicati degli alleati sulle operazioni ai Dardanelli, ma nel vedere professata una tale fiducia da parte anche di tutti i tecnici vi è da giudicare che presa di Costantinopoli non sia tanto palese come in altri ambienti si vuole far credere. Ripeto poi che sola sorgente di apprensione è la salute del sultano: oggi stesso egli deve subire una pericolosa operazione. Nel caso venisse a mancare, date le idee del principe Saflit Fikri (?) e simpatie dell'erede presuntivo, la sua successione potrebbe riservare qualche sorpresa.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. r. sp 617 del 25 giugno. (3) -Non pubblicato.
267

L'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 837/252. Parigi, 25 giugno 1915, ore 1,35 (per. ore 7,35).

Poincaré con molta cautela e riguardo mi ha accennato alla utilità della dichiarazione di guerra dell'Italia alla Turchia che, secondo lui, faciliterebbe il successo dell'impresa dei Dardanelli. Ho risposto evasivamente facendo cadere il discorso. Barrère che è venuto a trovarmi mi ha detto con molta precauzione oratoria che tutti qui gli avevano parlato della mancata dichiarazione di guerra tra Italia e Germania e della sfavorevole impressione che faceva. Barrère ha soggiunto che naturalmente nessuno osava tenerne parola a me, ma che egli credeva utile che io ne fossi informato.

Ha detto anche che ,sarebbe giunto il tempo di pubblicare la dichiarazione che fa seguito all'accordo di Londra, circa l'impegno preso dall'Italia colle altre potenze di non fare una pace separata. Anche a Barrère ho risposto in termini evasivi e il discorso non ha avuto seguito. Però devo dire a V. E. che allo stato delle cose attuali io sarei recisamente contrario tanto alla dichiarazione di guerra alla Germania quanto alla pubblicazione del patto addizionale di Londra.

La nostra dichiarazione di guerra alla Turchia, mentre non avrebbe alcun effetto per l'impresa dei Dardanelli sul cui successo, salvo il miracolo dell'intervento bulgaro, dove qui [non si fa] più nessun conto, danneggerebbe gli interessi dei numerosi italiani che sono Ìn Turchia.

Se più in là l'impresa dei Dardanelli presenterà seria probabilità di riuscire noi potremo riprendere in esame la cosa potendo convenirci di entrare a Costantinopoli con gli alleati. Ma prima no.

Quanto alla dichiarazione di guerra alla Germania essa mentre non aumenterebbe in nulla la nostra libertà d'azione bellica, darebbe diritto alla Germania di mandare truppe contro di noi, cosa che per noi non sarebbe indifferente vista la disfatta generale dei russi e lo stato stazionario delle operazioni militari sul fronte francese.

Noi contavamo sopratutto sopra una maggiore efficienza dell'esercito russo. Essendo questa venuta a mancare.. almeno per ora, e chissà per quanto tempo, e trovandoci noi così contro forze austriache molto maggiori di quelle che prevedevamo, non v'è ragione per attirare su noi anche le forze germaniche ed essere anche noi proprio quelli che sopporteremmo il maggior peso della guerra.

La Germania continuerà a dare all'Austria-Ungheria armi e munizioni, ma se non vuole dichiararci la guerra, come pare per ora non voglia, manderà altrove i suoi soldati. Inoltre la non avvenuta dichiarazione di guerra ha molto temperato le ire che da principio .in Germania si erano scatenate contro di noi. Bethmann Hollweg ha taciuto dopo la fiera risposta di Salandra e la stampa germanica ha moderato il suo tono. Ora noi non dobbiamo in nessun modo limitare la nostra azione militare e azione politica insieme agli alleati per riguardo alla Germania, ma se pur ciò facendo eviteremo uno scatenamento di odi che sopravviverebbero alla guerra, mi pare che noi non dovremmo· essere malcontenti.

Quanto alla pubblicazione dell'atto addizionale di Londra che secondo Barrère basterebbe a provocare la dichiarazione di guerra tra noi e la Germania, noi potremo sempre opporre ragioni dilatorie alla sua pubblicazione, visto che i russi i quali a termini dell'accordo di Londra, avrebbero dovuto mediante una continuata offensiva trattenere in Bucovina il grosso dell'esercito austro-ungarico invece hanno dovuto abbandonare il campo.

Io non parlerei così se il successo completo della Triplice Intesa sembrasse ora così sicuro come qualche tempo fa, ma invece ora la convinzione che possa finire con una pace rabberciata per mancanza di prevalenza decisiva delle due parti si fa più generale. Dacché ultimamente ho telegrafato in proposito a V. E. questa convinzione si è andata qui diffondendo e l'ho intesa manifestare da uomini politici importanti senza parlare dell'ambasciatore di Russia i quali persino davanti ai francesi parrà pericoloso di esprimere il dubbio che il Governo francese possa tornare a Bordeaux.

Ad ogni modo perché la situazione si chiarisca, indipendentemente da quello che faranno gli Stati Balcanici dei quali intrattengo V. E. in telegramma separato, è necessario che gli inglesi escano da una inazione che è qui severamente commentata e che la insufficienza delle artiglierie non basta a giustificare, che i francesi nei loro tentativi di offensiva ottengano risultati più soddisfacenti di quelli conseguiti davanti ad Arras, non proporzionati alla perdita di uomini subìta, e che interessa che i russi che costituiscono per tutti la grande incognita dimostrino coi fatti di poter riprendere una azione energica. Fino a che ciò non avvenga noi pur seguendo condizionatamente inflessibile risolutezza la via nella quale ci siamo messi non è necessario né opportuno che ci inoltriamo contemporaneamente per altre vie per dare agli alleati soddisfazioni morali senza vantaggi materiali loro e probabilmente con danno materiale nostro.

268

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 775/191. Pietrogrado, 25 giugno 1915, ore 2,30 (per. ore 12,50).

Diamandy ha comunicato oggi a Sazonoff risposta di Bratiami il quale accetta linea del Pruth in Bucovina e della Tisza nel Marmaros ma declina transazione proposta per il Banato che esige per intero facendone condizione sine qua non dell'accordo. Diamandy ha altresì chiarito che termine è di 5 settimane a partire dalla firma dell'accordo politico mentre accordo militare sarà da negoziare e concludere nel frattempo al quale uopo un delegato militare verrebbe qui spedito al più presto.

Sazonoff gli ha detto che dopo tutte le concessioni fatte si aspettava altra accoglienza a quella ben più lieve da lui domandata e non ha nascosto suoi dubbi circa effettive intenzioni di Bratianu di entrare in azione. Sazonoff ha poi insistito nello svolgere suo concetto circa dovere morale di non abbandonare la Serbia e in conclusione non ha dato a Diamandy alcuna risposta.

A mia volta ho rinnovato il tentativo di indurre Sazonoff a cedere sull'ultimo punto che ormai resta in contestazione sostenendo che entrata in azione della Romania era per la Serbia stessa maggior utilità che l'acquisto di una ristretta zona nel Banato, che Russia poteva considerarsi assolta da ogni obbligo dal momento ·Che. essa stessa cedeva per intel'essi suo1i, che Russia assumeva grave responsabilità verso se stessa, non meno che verso tutti gli alleati lasciando naufragare intervento romeno ,di cui era inutile contestare importanza, ·che infine l'opinione balcanica sarebbe tutta garantita dall'entrata in azione della Romania.

Sazonoff pur riconoscendo validità miei argomenti ha però loro opposto il suo dubbio risorgente circa reali intenzioni di Bratianu e si è limitato a rispondermi che attendeva altre informazioni del signor Poklewsky dopo delle quali si sarebbe pronunziato.

In analoghi termini e con pari calore mi sono espresso anche oggi coi miei colleghi di Inghilterra e Francia che credo ne siano rimasti personalmente persuasi per quanto abbiano evitato di dichiararlo. Buchanan ritiene però che bisognerebbe persuadere Serbia del suo interesse ad abbandonare ogni pretesa sul Banato. Ho osservato loro che invece di perdere tempo sarebbe assai miglior partito anche nell'interesse Serbia il troncare ogni indugio e eliminare l'ultimo ostacolo all'accordo colla Romania (1).

269

IL MINISTRO A NISCH, SQUITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 831/43. Nisch, 25 giugno 1915, ore 12 (per. ore 14).

Al ministero degli affari esteri qui si comincia a fare il seguente ragionamento.

Prima di mettere le nostre truppe in marcia contro l'Austria oltrepassando la frontiera per concorrere ad un attacco concentrico e contemporaneo al comune nemico, noi dobbiamo vedere avanzare con successo oltre gli italiani anche gli eserciti russi e franco-inglesi. In caso contrario le forze serbe si troverebbero a mal partito, isolate su territori austro-ungarici, mentre d'altro lato la Serbia, sguarnita di soldati, rimarrebbe facile preda dei suoi nemici. Intanto si vedono

i frances'i incapaci a forzare le linee tedesche sebbene indebolite ed i russi costretti ad dndietreggiare dalle loro posizioni in Galizia. Corre voce che Lemberg sia caduta. Si diffonde pertanto la credenza nei più che malgrado la dichiarazione ufficiale di Pachitch lo Stato Maggiore serbo non abbia intenzione di ordinare una prossima offensiva (1).

(l) Ritrasmesso a Parigi, Londra e Bucarest con t. gab. r. sp. 615, pari data, ore 21.

270

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 776/192. Pietrogrado, 25 giugno 1915, ore 2,30 (per. ore 18,25).

Con promemoria testè inviatomi, Sazonoff informa che accetta testo Delcassé per risposta alla Bulgaria e che vorrebbe introdurvi formula usata nel promemoria russo del 28 giugno per quanto riguarda vantaggi da assegnare alla Grecia in Asia Minore (2).

271

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A CETTIGNE, NEGROTTO CAMBIASO

T. GAB. 430. Roma, 25 giugno 1915, ore 21.

(Meno Cettigne) R. ministro a Cettigne telegrafa (3): « Sua Maestà mi ha oggi chiamato per dirmi che assicurazioni certe circa le vere intenzioni dell'Italia nella questione albanese lo avevano completamente tranquillizzato e che quindi le truppe del generale Vessovich verrebbero ritirate e che montenegrini non entrerebbero a Scutari salvo che in caso di provocazione.

Sua Maestà mi ha detto che tali assicurazioni gli erano pervenute da Pietrogrado e mi ha lasciato capire che aveva ricevuto una comunicazione analoga da Roma. Aggiunse che non avendo ormai più motivo di dubitare del riconoscimento ùei diritti del Montenegro su Scutari avrebbe seguito consiglio delle potenze sicuro come era che la politica italiana è favorevole al Montenegro.

Nel corso della conversazione Sua Maestà osservò che attitudine mia e del

R. console a Scutari durante i recenti avvenimenti gli era riuscita incomprensibile e mi pregò di provocare istruzioni per De Facendis perchè non si dimostrasse ostile al Montenegro.

Risposi che per mio conto aveva seguito istruzioni che V. E. mi ha date e ehe ritenevo che abbia agito egualmente De Facendis.

Ignorando completamente tenore assicurazioni cui accennò il re sarò grato a V. E. se vorrà darmi qualche schiarimento per mia norma di linguaggio e di azione •.

Ho risposto a Negrotto quanto segue: (Per tutti) Non ho avuto occasione di dare, circa la questione albanese, le assicurazioni cui sembrò accennare re Nicola nel colloquio con V. S.

(l) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. 433, pari data, ore 20. (2) -Ritrasmesso a Parigi e Londra con t. gab. r. sp. 616, pari data, ore 21. (3) -Con t. gab. 832/34 pari data.
272

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. R. SP. 620. Roma, 25 giugno 1915, ore 22.

Questo ambasciatore d'Inghilterra mi ha comunicato l'opinione di Crewe doversi avere molto riguardo alla irritazione crescente in Serbia e in Grecia per le offerte fatte dalle quattro Potenze a Sofia relativamente alla Macedonia e a Kavalla. Crewe propone per la risposta da darsi a Radoslavoff un testo che tiene molto conto di queste considerazioni di prudenza e tace di Drama e di Seres.

Risposi che riconoscevo esservi molte ragioni pro e contro il definire con maggior precisione le offerte alla Bulgaria. Che però mi sembrava forse eccessivamente blanda e anodina la risposta proposta da Crewe; risposta che lascerebbe il tempo che trova e non darebbe nessuna spinta alla Bulgaria verso l'azione. Riconoscevo però che di contro mi sembrava, per le ragioni che preoccupavano Crewe specialmente nei riguardi della Grecia, alquanto dura e soverchiamente esplicita la formula proposta da Sazonoff che rappresentava il polo opposto.

Data questa divergenza, e data la situazione attuale a Sofia, come risultava dai discorsi fatti da Radoslavoff ai giornalisti (vedi mio telegramma n. 2260) (1), parevami miglior consiglio soprassedere ancora qualche giorno a presentare una qualsiasi replica alla risposta fatta dalla Bulgaria al primo passo delle quattro Potenze, e ciò per non rendere da un lato più difficile ad Atene la situazione di Venizelos, e per non dare dall'altro al Governo bulgaro troppo buon giuoco per fare l'incanto al maggiore offerente nelle trattative che conduceva con gli Imperi centrali e col Turco, allo stesso tempo che con l'Intesa.

Con l'attendere qualche altro giorno si poteva meglio rendersi conto della situazione che si sarebbe maturata in Grecia in seguito alle elezioni, e se nel frattempo si fosse avverato (ciò che era pur possibile) che l'Italia dovesse rompere in guerra con la Turchia, ciò darebbe campo alle quattro Potenze di fare qualche nuovo passo con la probabilità di trovare condizioni psicologiche più favorevoli all'azione così a Sofia come a Atene.

Ciò non escludeva che intanto si ragionasse tanto a Nisch che a Atene della necessità di concessioni verso la Bulgaria e degli eventuali possibili compensi.

Rodd si mostrò abbastanza persuaso (2).

Quanto precede per norma di linguaggio di V. E. che vorrà intrattenerne codesto Governo e telegrafarmi.

(l) -Ritrasmissione del t. 4645/337, Sofia, 24 giugno, che non si pubblica: dichiarazioni di Radoslavov ai direttori dei giornali di Sofia. (2) -Il testo di questo telegramma è identico a quello dell'annotazione del 25 giugno in SoNNINO, Diario, vol. II, cit., pp. 163-164.
273

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 778/257. Londra, 25 giugno 1915, ore 10,40 (per. ore 2,40 del 26).

Stamane ministro di Romania è venuto a mostrarmi telegramma in cui Bratiana nel confermare sue pretese su tutto il Banato si esprime circa convenzione militare e data eventuale entrata in campagna in termini oscuri, ambigui, contraddittori.

Bratiano chiede altresì che si discuta nel massimo segreto ed unicamente con • persona responsabile •.

Con questa frase a parere di Mishù, Bratiano ha voluto manifestare suo rincrescimento per contatto troppo intimo di qualche ministro con personaggi dell'opposizione e fa in pari tempo ben sentire che egli solo è padrone della situazione. Telegramma mi ha lasciato sgradita impressione sembrandomi dal tenore del medesimo intravvedere cura minuziosa di Bratiano di preparare opportune scappatoie.

Impressione analoga ha riportato Cambon cui Mishù ha pure dato lettura predetto telegramma. Nicolson cui a preghiera di Mishù ho caldamente raccomandato di non fare difficoltà per la questione della fornitura munizioni mi ha ripetuto essere già stato dato in proposito soddisfacente affidamento. Circa il Banato non ha saputo dire nulla di nuovo.

274

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.4666/1180. Londra, 25 giugno 1915, ore 22,40 (per. ore 2,40 del 26).

Senza entrare in particolari mi limito segnalare impressione completamente sfavorevole qui prodotta dalla recente intervista Sommo Pontefice. Osservazione generale è che specie dopo risultato infelice precedente intervista con giornalisti tedeschi americani Sua Santità abbia perduto buona occasione di mantenere prudente silenzio.

275

IL MINISTRO A DURAZZO, ALIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4674/372. Durazzo, 25 giugno 1915, ore 21 (per. ore 10 del 26).

Essad si mostra vivamente impressionato dall'improvvisa avanzata montenegrini a Medua ed Alessio e teme che serbi e greci incoraggiati dall'esempio riservino nuove poco gradite sorprese. Egli non aspetta più rimedi se non da un'azione energica e non tardiva dell'Italia e forse degli alleati, osservando che

noi ci illuderemmo se credessimo di acquistare riconoscenza dai serbi e greci o dai montenegrini con lasciare fare e che anzi provvedimento efficace dissiperebbe malintesi molto meglio di qualunque altra cosa. Questo modo di vedere sembra non privo di fondamento se si pensa al felice risultato delle rimostranze di V. E. al governo serbo.

276

IL MINISTRO A DURAZZO, ALIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4683/368. Durazzo, 25 giugno 1915, ore 8,02 (per. ore 17,15 del 26).

Console Scutari mi telegrafa che montenegrini hanno occupato Medua e marciano su Alessio. Perciò Essad deve rinunciare all'invio di gendarmi che giungendo troppo tardi non potrebbero più opporsi efficacemente alla (occupazione)

montenegrina come Essad credeva possibile ancora pochi giorni fa senza incidenti. Però egli è disposto a seguire direttive che V. E. credesse dargli in proposito.

277

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. RR. 786/298. Bucarest, 25 giugno 1915, ore 21,30 (per. ore 22 del 26).

Mio telegramma Gab. n. 297 (1). Stamane ministro di Russia ha veduto Bratianu le cui dichiarazioni sono riprodotte nel seguente telegramma dei ministri dell'Intesa ai loro Governi:

• J'ai été heureux d'apprendre que le Gouvernement impérial est disposé a reconnaitre comme frontière future entre la Russie et la Roumanie le Pruth sur tout son parcours. Si, ainsi que je l'espère, l'entente se fait sur les autres points, la Roumanie réduira aussi ses revendications dans le Marmaros jusqu'au Thalweg de la Theiss, depuis ses sources.

Pour rectifier la pointe de la Galicie dans la future Roumanie, j'espère que la Russie admettra que les montagnes presque dénuées de population de cette pointe, reviennent à la Roumanie.

Je pense que les concessions importantes quant au Marmaros sont une raison de plus pour hater l'accord sur nos revendications dans le Banat où nous considérons essentiel d'obtenir les frontières de la Theiss et du Danube. Afin de faciliter cet accord nous avons déjà envisagé la possibilité de rétrocéder Dobric et Balcich à la Bulgarie et de réduire au strict minimum exigé pour la police les garnisons dans la région qui peut intéresser la défense de la capitale serbe, de meme que nous tous renonçons à établir dans ce territoire des travaux (?) militaires. Si l'on croit à Pétrograde que les serbes le désirent, nous accorderons des condi.tions favorables pour faciliter le rachat des terres aux serbes du Banat.

La ferme conviction que j'ai d'une proche entente rend plus importantes que jamais les conditions militaires qui devront etre examinées dans la convention militaire, mais ce qui se passe relativement aux fournitures pour l'armée tant en France qu'en Italie, contrairement aux stipulations précises des contrats, présente une telle gravité que cela m'impose le devoir impérieux d'insister sur la nécessité d'établir dès maintenant que l'on nous livrera sans retard sur le territoire roumain toutes les fournitures militaires dont les termes contractuels sont expirés dans le délai précis correspondant à la durée stricte des transports ».

Non posso fare a meno di trovare questa dichiarazione disleale, brusca, meno soddisfacente di quella di cui è cenno nel telegramma identico n. 288 (l) del 18 corrente e di quella fattami ieri. È inutile nascondersi che questo continuo mercanteggiare e le nuove esigenze che sorgono di giorno in giorno giustificano il dubbio che si è ripetutamente nutrito intorno alla buona fede ed al sincero desiderio del presidente del consiglio romeno d'entrare in guerra. Esse giustificano anche bontà del modus procedendi da me invano con tanta insistenza sostenuto di non far proposte di attendere che la Romania prendesse iniziativa delle conversazioni.

Ad ogni modo giacchè Intesa reputa di aver bisogno della Romania non rimane che da vedere se si possa accogliere ultime domande del signor Bratianu consistenti nella questione del Banato e nella questione del materiale da guerra: la prima era già nota negli stessi termini attuali. La seconda presenta speciali e nuove difficoltà, giacchè non si tratta come sembrava risultare dalla mia conversazione di fornire materiale già pronto ma addirittura tutto quello già ordinato e di cui è scaduta la data della consegna e non solo di fornirlo nel luogo di produzione ma anche di trasportarlo in Romania. Per quanto riguarda l'Italia occorrerebbe quindi stabilire:

l o quali sono le ordinazioni romene i cui termini di consegna sono già scaduti;

2° quali di queste sono già pronte e quando saranno pronte le rimanenti;

3o se ed in quanto tempo se ne possa eseguire trasporto in Romania.

Siccome sono da prevedersi nuove difficoltà in tutti gli impegni che Bratianu ci chiederà di assumere per la fornitura di materiale da guerra dopo l'entrata in azione della Romania, mi sembra non sia prudente di far calcolo di questo stato per un termine molto prossimo.

Bratianu si è mostrato in questa come in ogni altra occasione un uomo prettamente all'orientale, ma le potenze dal loro lato, rifiutando di far da principio, quando la situazione militare dei russi era migliore, tutti i sacrifici necessari e mostrando poi una impazienza che doveva confermare Bratianu nelle sue pretese, ne hanno secondato il gioco. Osservo infine che la nuova pretesa ad una rettifica di frontiera, contenuta nel secondo periodo del telegramma identico su riportato non sembra aver importanza, Bratianu non avendo insistito.

Sarebbe necessario per mia norma di linguaggio che questa R. Legazione venisse tenuta al corrente della situazione militare nei Dardanelli ed in Russia di cui Bratianu mi chiede notizie continuamente e che evidentemente influisce di giorno in giorno sulle sue determinazioni (2).

(l) Cfr. n. 265.

(l) -Non pubblicato. (2) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. r. sp. 626 del 27 giugno, ore 21.
278

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 6493/436. Londra, 25 giugno 1915.

Ho l'onore di rispondere al dispaccio di V. E. n. 29431/825 (Div. 3, Sez. 4) del 29 maggio ultimo scorso (1).

In conformità alle istruzioni contenute nel predetto dispaccio, avevo a suo tempo attirato l'attenzione di questo Governo sulla redazione di alcuni documenti emanati dal Senussi e diretti alle autorità anglo-egiziane.

Mi onoro trasmettere qui accluso a V. E. copia della risposta ora pervenutami in proposito dal Foreign Office; ne risulta confermato il ricevimento di quei documenti da parte delle autorità anglo-egiziane, le quali però -si aggiunge -hanno avuto cura di redigere le loro risposte in modo da evitare ogni implicito riconoscimento dei titoli che il Senussi intenderebbe arrogarsi.

ALLEGATO I

IMPERIALI A CREWE

N. 6186. Londra, 11 giugno 1915.

Il R. Ministero delle Colonie ha ricevuto le riproduzioni fotografiche e le traduzioni di alcuni documenti con intestazione del così detto • Governo Senussita •, nei quali documenti viene raccomandato alle autorità egiziane sulla frontiera della Cirenaica, e specialmente a quelle di Solum, di accogliere benevolmente certi individui qualificati come • sudditi del glorioso Governo senussita •. In altri consimili documenti il comandante delle navi guarda-coste del Governo egiziano è pregato di permettere loro l'imbarco sulle navi stesse.

Il Governo del re ha dato istruzioni al R. Ambasciatore in Londra di chiedere al Governo di Sua Maestà Britannica il quale senza dubbio apprezzerà la gravità del surriferito fatto, che voglia compiacersi di provvedere affinchè le autorità egiziane non diano seguito alcuno a quei documenti, evitando così che sia dato un implicito riconoscimento al così detto • Governo senussita •.

ALLEGATO li

CREWE A IMPERIALI

N. 81435/15 June, 23rd, 1915.

In reply to Your Excellency's Note of the 11th instant, N. 6186, relative to the use by the Sheikh Senoussi of. terminology indicating a claim to autonomous Government, I have the honour to state that His Majesty's High Commissioner for Egypt reports that recent communications from the Senoussi have in fact been so worded, but that care has been taken so to frame the replies returned as to avoid any implied recognition of such a claim or of the Sheikh's assumption of temporal authority.

16 -Documenti diplomatici-Serie V-Vol. IV

(l) Cfr. n. 532.

279

IL MINISTRO A CETTIGNE, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 836/35. Cettigne, 26 giugno 1915, ore 9,15 (per. ore 13).

Telegrammi di V. E. gab. n. 427 e 2239 (1). Che l'azione dei rappresentanti di Russia e di Francia è stata blanda sia intenzionalmente sia perchè ingannata, lo provano i fatti seguenti: l • che tutta la riva destra della Bojana compreso il Tarabosch e le testate

del ponte sono occupate dai montenegrini;

2" che pattuglie montenegrine continuano a percorrere la riva sinistra;

3" che truppe del generale Vessovich provenienti dal Nord anche se obbe

diranno agli ordini, si ritireranno parte sulla punta Wraca, non lungi dal Berdagnol, ossia posizioni che occupava l'esercito montenegrino durante l'assedio di Scutari nel 1913; 4" che contrariamente a categorici affidamenti di Plamenatz i montenegrini, a quanto mi telegrafa oggi De Facendis, hanno occupato Medua e marcerebbero su Alessio.

Tutto ciò prova all'evidenza un piano di conquista che non bastano a smentire le dichiarazioni del Plamenatz nè i pretesti di assicurare rifornimenti al Montenegro. Di fatto Scutari è in potere dei montenegrini. Mia azione è stata energica; continuo anche per dimostrare che non lasciavo giuocarmi dalle menzogne del ministro degli affari esteri, ma non trovando voluto appoggio nè collaborazione nei suddetti miei colleghi non ritengo opportuno, salvo ordini precisi di V. E., insistere nelle proteste che servono soltanto a gettare antipatie su noi. Ministro d'Inghilterra attende ancora istruzioni per agire coi colleghi (2).

280

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 2271. Roma, 26 giugno 1915, ore 16.

(Per tutti meno Atene) R. console a Janina telegrafa: • Da fonte sicura apprendo che per ordine di questo comando di corpo d'armata ed evidentemente in seguito ad istruzioni di Atene tutte le truppe greche distaccate ad Argirocastro e Delvino sono state concentrate a Premeti sembra per procedere occupazione Berat. Se circostanze lo permetteranno tale occupazione avverrà anche senza ricorrere formazione bande: essa può essere imminente. È certo che preparativi che si stanno facendo hanno scopo suddetto in quanto devesi supporre che i greci temano attacco albanese serbo od italiano. Tanto qui che a Santi Quaranta corre con sempre maggior insistenza la voce della occupazione di Berat da parte dei greci. A Premeti si può calcolare siano concentrati 3 battaglioni con artiglierie da montagna. Comunicato R. legazione.

(Per Atene) Telegramma n. 80 di Nuvolari.

(Per tutti) Prego di agire nel modo più opportuno presso codesto Governo per evitare avanzata greca su Berat che alienerebbe alla Grecia le simpatie dell'Italia. Ella potrà dichiarare nel modo più esplicito che per conto nostro non abbiamo alcuna intenzione di avanzare. Attendo di ,conoscere le risposte di codesto Governo.

(l) -Non pubblicati. (2) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. 438, pari data, ore 21,30.
281

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 784/259. Londra, 26 giugno 1915, ore 10,18 (per. ore 1,40 del27).

Ho chiesto oggi a lord Crewe quale era il suo pensiero a riguardo della recentissima dichiarazione di Bratianu, che della concessione intero Banato ha l'aria di fare una condizione sine qua non.

Mi ha risposto che non era ancora in grado di manifestarmi decisioni definitive dovendo prima parlarne in consiglio dei ministri. Come opinione personale che credeva però sarebbe condivisa da Grey e dagli altri suoi colleghi, poteva dirmi che il Governo britannico per quanto lo concerne, non consentirebbe a cedere davanti alla pretesa di Bratianu promettendo la nota parte del Banato a nord di Belgrado, se la Romania s'impegnasse ad entrare in campagna domani. Simile acquiescenza, dopo quanto è avvenuto e dopo il linguaggio tenuto alla Serbia, sarebbe semplicemente disonorevole.

L'insistenza di Bratianu su questa concessione relativamente secondaria dopo averla per il resto avuto v;inta su tutta la linea, fa sospettare a Sua Signoria che Bratianu non è sincero quando si dichiara deciso ad entrare in campagna, e che nel fondo del suo cuore egli mira a rinviare di qualche mese ancora l'intervento romeno in attesa si chiarisca meglio la situaz,ione militare dei russi. Ciò stante opina lnrd Crewe che non si possa escludere che Bratianu solleverebbe nuove difficoltà anche se ottenesse ora partita vinta circa l'intero Banato. Naturalmente se vi fosse modo di trovare una soluzione media che troncasse

divergenze tra Romania e Serbia egli ne sarebbe specialmente lieto. Risposta di lord Crewe viene a confermare l'impressione già da me più volte riferita a V. E.

282

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 2113/233. Beverly Farms, 26 giugno 1915 (per. il 21 luglio).

Come facevo prevedere nel telegramma n. 218 (gab.) (l) col quale ebbi l'onore di comunicare a V. E. le dimissioni del signor Bryan, è stato chiamato a succedergli nella carica di Segretario di Stato il signor Roberto Lansing, fin qui

primo dei tre assistenti del Dipartimento medesimo, cui è devoluto il titolo di consigliere (Counsellor). E come ho segnalato a V. E. nel successivo telegramma

n. 250 (gab.) (1), la nomina del Lansing, della quale dobbiamo aver motivo di compiacerci, è stata accolta con unanime insolito favore dal pubblico e dalla stampa americana. Essa costituisce, peraltro, un fatto nuovo. È costante tradizione, infatti, che la carica di Segretario di Stato venga affidata dal Presidente, se non proprio al leader del partito al potere, ad un personaggio, almeno, preminente nella vita pubblica del paese. In non pochi casi la carica medesima è stata ricoperta da ex-candidati alla presidenza della confederazione. Ora, sebbene il signor Lansing militasse nelle fila del partito democratico, egli si è sempre astenuto dall'immischiarsi nelle competizioni politiche. Politicamente sconosciuto, egli suonava bene da qualche mese soltanto alle altrui orecchie come funzionario abile e competente, versato nel giure internazionale. E di giure internazionale o di sufficiente preparazione diplomatica, le personalità politiche di prim'ordine insediatesi in passato al Dipartimento di Stato, hanno difettato quasi sempre. Ne difettava, in modo supremo, il signor Bryan, che ha fatto di sè pessima prova, tanto più tangibile nel momento attuale in cui s'impongono, qui come altrove vasti ed importanti problemi. Da ciò l'invocazione comune di vedere affidata la politica estera del paese a mani sicure e capaci. Il signor Wilson sarebbe stato imbarazzato di trovare fra le personalità preminenti del partito democratico chi desse affidamento ed ispirasse fiducia. Ed egli ha giustamente pensato che, accentrando la direzione della politica estera nelle mani proprie, un consigliere tecnico, abile e provato era quanto di meglio si potesse desiderare. Ha fatto perciò cadere la scelta sul Lansing, del quale conosce ed apprezza le doti.

Difettano forse nel nuovo Ministro degli Affari Esteri le qualità peculiari dell'uomo di Stato. Un autorevole membro del Gabinetto me lo confermava giorni addietro con queste testuali parole: « Lansing does not possess a creative immagination; he has a legal mind; he can deteet facts and apply principles , . Il quadro è fedele. Ma, nel suo genere, egli è uomo di provata abilità. Calmo, sereno, cortese, pieno di tatto, è riuscito ad accattivarsi il favore e la simpatia di ognuno. I suoi rapporti col corpo diplomatico sono dei più cordiali. È ancor giovane, avendo appena raggiunto i cinquantun'anni. Discende da un'antica famiglia dello Stato di New York. Laureatosi nel 1886, si diede all'avvocatura, specializzandosi in questioni di diritto internazionale. Fu per qualche tempo consulente legale delle Legazioni di Cina e del Messico e rappresentò gli Stati Uniti in parecchie commissioni arbitrali. Ha per moglie la figlia di un ex Segretario di Stato, il signor Foster, col quale convive, e che, sebbene vecchio d'anni, è reputato ancora uomo di sano criterio e di buon consiglio.

Per le ragioni addotte nel secondo dei menzionati miei telegrammi, la presenza del signor Lansing al Dipartimento di Stato deve riuscirei gradita. La cordialità dei rapporti che ho sempre curato di mantenere con lui m'ha permesso infatti di approfondirne i sentimenti ed i convincimenti personali.

(l) Cfr. n 127.

(l) T. gab. 4615/250, per. il 24 giugno, che non si pubblica.

283

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA

T. GAB. 445. Roma, 27 giugno 1915, ore 11.

Interessando moltissimo a questo ministero in relazione alle trattative di sua competenza, conoscere via via la situazione e gli apprezzamenti di carattere militare quali risultano a codesto comando dai suoi informatori, sarò grato a V. E. se vorrà disporre che mi venga comunicata man mano copia delle informazioni

che le pervengono dai vari fronti, specie, in questo momento, dalla R. missione militare in Russia.

284

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A CETTIGNE, NEGROTTO CAMBIASO

T. 2302. Roma, 27 giugno 1915, ore 15.

(Per tutti) Governo Francese mi ha fatto chiedere pel tramite di questa Ambasciata di Francia se R. Governo sarebbe disposto far pervenire soccorsi alimentari al Montenegro ove sembra gravi minaccia carestia. Riferendosi inoltre al desiderio di contrarre un prestito che sarebbe stato recentemente espresso dal Re Nicola (Per Cettigne) alla S. V. (Per Parigi, Londra, Pietrogrado) al R. Ministro a Cettigne (Per tutti) il Governo Francese manifestò pure opinione favorevole ad un anticipo di 10 milioni sotto forma di materiale da guerra. Ho risposto che R. Governo nulla farebbe per Montenegro finchè non siano ritirate truppe montenegrine dai territori albanesi. Ciò indipendentemente dalla

questione di merito sulla quale faccio ogni riserva. Quanto precede per sua opportuna notizia.

285

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, AI MINISTRI AD ATENE, DE BOSDARI, A BUCAREST, FASCIOTTI, A DURAZZO, ALIOTTI, A NISCH, SQUITTI, A SOFIA, CUCCHI BOASSO, E AL CONSOLE A SCUTARI, DE FACENDIS

T. GAB. 2304. Roma, 27 giugno 1915, ore 16.

(Meno Scutari) R. console Scutari telegrafa:

• Console montenegrino ha comunicato che d'ordine S. M. il re Nicola le truppe montenegrine entreranno oggi Scutari. Prego V. E. telegrafarmi d'urgenza eventuali istruzioni ».

Ho risposto al R. console Scutari: (Solo Scutari) Telegramma di V.S. n. 306. (Per tutti) V.S. si asterrà da qualunque atto che significhi adesione o appro

vazione del fatto compiuto dai montenegrini col loro ingresso a Scutari.

286

IL MINISTRO A DURAZZO, ALIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.POSTA 4772/378. Durazzo, 27 giugno 1915 (per. il 30).

Ormai sembra delinearsi il piano attuale dei serbi, quello cioè di sradicare subdolamente l'influenza di Essad pascià l'unico uomo capace di mettere un poco d'ordine nel paese per preparare poi di tacita intesa col Montenegro -in quanto loro riesca -l'occupazione delle agognate regioni. I primi segni di tale mutamento nella condotta dei serbi, sono stati segnalati con telegramma n. 377 (1). Ora il pascià mi ha fatto avvertire essere fondata la mia previa supposizione che i serbi ostacolerebbero l'insediamento dePe autorità inviate da Durazzo a Tirana, difatti il Comandante serbo ha iniziato l'ostruzionismo contro il Caimacan di Tirana che, nonostante i primi affidamenti, non è messo in grado di entrare in funzione. Il mutessarif di Elbassan non può raggiungere la sua destinazione e per paura di qualche incidente Essad lo trattiene." La notte scorsa, infine, essendosi saputo che i serbi avevano scarcerato uno dei capi ribelli, ritenuto fra i più pericolosi, invece di consegnarlo a queste autorità, come d'intesa, Essad fece vivaci rimproveri a questo rappresentante serbo dicendogli che non avrebbe tollerato un simile inganno e che ove i serbi non manterranno i loro impegni di mettere l'amministrazione di Tirana ed Elbassan nelle sue mani e poi evacuare, essi avrebbero incontrato la sua ostinata resistenza, aggiungendo che nella peggiore ipotesi, egli avrebbe abbandonato il paese, dopo aver protestato presso le potenze. Egli quindi invitò il signor Gavrilovitch a recarsi a Tirana la mattina all'alba per avere spiegazioni e garanzie dal ·colonnello Mishic che insieme a lui aveva promesso formalmente ritirare le sue truppe non appena disarmati e puniti i ribelli, mentre ora sembra voler insediare impiegati civili serbi, venuti al seguito del prefetto di Ocrida. Essad ha rinfacciato a Gavrilovitch di voler imitare la perfidia ellenica purtroppo non repressa, anzi premiata dalle potenze in Epiro. Egli allo stesso tempo ha fatto intendere di non volere diventare incosciente trastullo di coloro che da un lato gli impongono punire gli albanesi ribelli e da un altro cercano con perfida duplicità farlo passare quale tiranno agli occhi della popolazione in solido con l'Italia. Tornato da Tirana, Essad m'informa di avere avuto spiegazioni alquanto plausibili circa la liberazione dei prigionieri in presenza del ministro dell'interno serbo colà giunto per fare una gita. Il colonnello serbo gli avrebbe ripetuto che Tirana sarebbe evacuata e che gli impiegati di Durazzo avrebbero avuto facoltà di esercitare colà le loro funzioni. Di Elbassan invece, il colonnello avrebbe evitato di tener parola diversamente da ciò che egli finora aveva fatto;

questo cambiamento a riguardo di Elbassan può essere messo in 'relazione con le dichiarazioni fatte dal Governo serbo al barone Squitti.

È forse degno di nota a tal proposito che anche i montenegrini sembrano iniziare campagna contro Essad mentre ancora pochi giorni fa Re Nicola gli faceva sapere che Bib Doda era veramente il peggior nemico del Montenegro. Il Cav. De Facendis per parte sua, mi conferma che il comandante montenegrino ha ricevuto festosamente Bib Doda dandogli affidamenti ci!'ca la Mirdizia. Quale migliore prova della buona fede di Essad che non cambia bandiera al primo stormir di foglia come il capo mirdita ed a cui i serbo-montenegrini non potendo rinfacciare impegni di sorta vorrebbero far pagare la fedeltà all'Italia?

Taluni in questo piccolo ambiente diplomatico ritengono senza però nessuna ragione apparente che la Serbia ed il Montenegro non agiscono con tanta malafede e disinvoltura senza ritenersi spalleggiati dalla Russia e vogliono anche mettere questa loro condotta in correlazione colle voci di segrete intese slave con l'AustriaUngheria e la Germania. Altri, invece, come il rappresentante bulgaro credono che la Serbia ed il Montenegro cerchino sfruttare la situazione more solito senza scrupoli, sperando che le Potenze della Quadruplice lasceranno fare per non palesare discordie fra di loro e tenendosi pronti ad una ritirata senza vergogna a cui sono abituati ove il piano non riuscisse causa la ·resistenza dei Governi interessati.

Stimo superfluo aggiungere che non voglio annettere soverchia importanza a questo armeggio balcanico volubile ed infido che conviene però sorvegliare e conoscere a scanso di poco grate sorprese. È ormai noto come il lato debole di tutte le macchinazioni serbo-montenegrine o elleniche sia la possibilità di una intesa bulgaro-romena con gli alleati. Perciò il Signor Gavrilovitch più di una volta si lasciò sfuggire che il suo Governo ed egli medesimo, temono l'entrata in campagna della Bulgaria a fianco della Quadruplice. Ad ogni modo il pensiero del Governo di Pietrogrado certamente noto a V. E. gioverebbe a spiegare i moventi dei serbo-montenegrini e servirebbe di utile guida anche in Albania.

Sarei perciò grato a V. E. volermi far possibilmente conoscere quanto credesse opportuno in proposito.

(l) Non pubblicato.

287

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, SALANDRA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

(Carte Salandra, Lucera) (l)

L. P. Roma, 27 giugno 1915.

Ti scrivo dopo una notte insonne perchè tormentata dal dubbio se sia, o no, nell'interesse del paese la deliberazione di dichiarare subito guerra alla Turchia. I dubbi, che non ti avevo celati, mi sono cresciuti dall'attenta lettura dei telegrammi che mi hai mandati nella giornata di ieri e di una lettera di Cadorna ricevuta ier sera dopo il Consiglio. Te l'accludo originalmente con preghiera di restituirla. Richiamo la tua attenzione sui punti segnati in rosso.

Dai telegrammi, specialmente da quelli di Sofia, traggo la convinzione che la principale ragione da te addotta per la pronta dichiarazione di guerra alla

Turchia -la pressione sulla Bulgaria --non abbia alcuna probabilità di successo. La Bulgaria è evidentemente nelle mani della Germanra; e si gioca dell'Intesa. Nè la nostra dichiarazione, priva di effetti pratici, le farà mutare partito. Potrebbe forse precipitare le cose e indurre la Turchia a cederle Adrianopoli.

La lettera di Cadorna dimostra gravi apprensioni se non scoraggiamento di fronte alla situazione creata dalla ritirata dei Russi --situazione che non è in poter nostro di mutare, come Cadorna vorrebbe.

La Libia precipita e la dichiarazione di guerra alla Turchia toglierà quel poco di ritegno che hanno ancora Turchi e Tedeschi. La Germania potrebbe esserne indotta a venirci addosso più presto di quello che altrimenti non farebbe.

E, in quanto agli alleati, francamente non vedo che diritto abbiano a dolersi di noi, che siamo i soli che abbiamo mantenuto lealmente i patti, mentre essi, tanto nella convenzione finanziaria quanto nella militare, ci hanno dato il meno possibile, si potrebbe dire nulla.

Mentre tutti dovremmo adesso essere all'offensiva, all'offensiva non siamo che noi. Gli altri parlano freddamente di agosto o di settembre. E allora con che diritto possono chiedere che noi, noi soli, c'impegniamo subito, a fondo e da ogni parte?

Io non ho la coscienza che facciamo bene; e non vorrei aggiungere un altro rimorso a quello che -te lo confesso -mi tormenta l'anima di aver troppo precipitato gli impegni il 26 Aprile.

Gli alleati del resto non erano, non sono e non saranno per un pezzo in grado di fare a meno di noi. Nè noi pretendiamo altro se non di scegliere il nostro momento --per la Turchia come per la Germania.

Ricordo le tue ragioni; ma esse non bastano ad eliminare i dubbii che ti ho sommariamente esposti.

In conclusione ti prego di soprassedere e di non dare esec~zione per alcuni giorni alla deliberazione presa ier sera. Lasciami andare ad Udine, parlare con Cadorna, ed avere una impressione diretta dello stato delle cose lassù. Ritornerò non più tardi di giovedl; e forse avremo allora qualche altro elemento per una risoluzione definitiva.

Ti prego vivamente di assicurarmi che consenH alla mia preghiera (1).

(l) Ed. in B. VIGEZZI, I problemi deLla neutralitd ecc., p. 65.

288

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, SALANDRA

(Carte Salandra, Lucera)

L. P. Roma, 27 giugno 1915.

Non precipiterò nulla e aspetterò il Tuo ritorno. Ho però l'impressione che non scegliamo il miglior partito. A ogni modo ne riparleremo al Tuo ritorno. Cadorna chiede l'impossibile -non è con le sollecitazioni diplomatiche che si potrà indurre la Serbia ad attaccare, o la Russia a riprendere l'offensiva.

Quanto alle munizioni credo anche io che bisognerà ricorrere a misure radicali per accelerare la trasformazione delle fabbriche.

(l) Cfr. SoNNINO, Diario, vol. II, cit., pp. 165-166: traccia dell'esposizione da lui fatta al Consiglio dei Ministri circa l'opportunità della guerra alla Turchia.

289

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. s. 2312. Roma, 28 giugno 1915, ore 3.

Notizie concordi da fonte autorevole provano che sull'animo del Senussi la Turchia e la Germania vanno prendendo sopravvento a danno nostro e della Gran Bretagna. È impressione altresì del mio collega per le Colonie che prevalenza elemento turco-tedesco sulla volontà di Sidi Ahmed Scerif abbia a trascinare questi a tentare sorpresa basso Egitto. Codesto Governo dovrebbe oramai persuadersi esser giunto il momento per combinare tra Italia e Gran Bretagna una concorde azione non solo politica e di polizia ma anche occorrendo militare contro il Senussi. Invece mio collega per le Colonie nei colloqui avuti con Sir Renne! Rodd ha accertato mancare a questo conclusive istruzioni.

Voglia l'E. V. portare su questo problema tutta la sua diligente attenzione e adoperarsi che precise istruzioni nel senso suddetto siano inviate all'ambasciatore britannico, affinchè anche da parte nostra s'iniziino senza ritardo studi e provvedimenti per l'esecuzione pratica della desiderata intesa.

290

IL CONSOLE A SCUTARI, DE FACENDIS, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4721/312. Scutari, 28 giugno 1915, ore 10 (per. ore 13,30).

Montenegrini hanno abbassato bandiera albanese inalberando sul Konak ed edifici bandiera montenegrina. Generale Janco Vucotic è venuto come rappresentante di re Nicola ad innalzare bandiera montenegrina sulla fortezza di Scutari. Governatore militare generale Vechonilch ha tenuto discorso ai notabili dichiarando che ormai popolazione Scutari e dintorni assumeva sudditanza del Montenegro, che avrebbe salvaguardato ordine paese beni onore popolazione.

A Medua è stata abbassata bandiera albanese di Essad sostituendola con quella montenegrina. Cinquecento fucili consegnati dai malissori sono stati trasportati in Montenegro. Anche Alessio è stata oggi occupata da truppe montenegrine che vi hanno innalzata bandiera loro. Questa popolazione albanese rimasta inerte dinanzi minacciata repressione ha assistito silenziosamente ingresso truppe montenegrine.

291

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4729/346. Atene, 28 giugno 1915, ore 2,30 (per. ore 17,30).

Giornali di ieri sera e di stamane pubblicano seguente comunicato di questa legazione Inghilterra: • Ammiraglio Comandante delle flotte alleate telegrafa quanto segue: "Rifornimenti nell'Egeo dei turchi germanici si fanno a mezzo navi greche. Questa attitudine contraria alla neutralità tenuta da una parte del popolo greco avrà indubbiamente come conseguenza assai penosa perdite e difficoltà che pesano sugli armatori e negozianti anche onesti e ben disposti " •.

Stampa governativa si scaglia con violenza contro Inghilterra dicendo che essa a poco a poco invade la sovranità della Grecia e non rispetta più in nessun modo la neutralità di essa. Anche stampa venizelista critica comunicato e afferma che Governo britannico avrebbe dovuto prendersela col Governo ellenico e non già con la popolazione e con commercianti. Ho chiesto a questo ministro Inghilterra se avesse fatto pubblicare comunicato in parola in seguito istruzioni suo Governo. Mi ha risposto di no e che non ha fatto che riprodurre letteralmente ciò che gli era stato telegrafato dall'ammiraglio (1).

292

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. R. SP. 631. Roma, 28 giugno 1915, ore 20,30.

Sir Renne! Rodd mi ha detto che Grey (o per meglio dire lord Crewe) vorrebbe che per rassicurare le diffidenze della Serbia le si desse partecipazione di quanto fu convenuto a Londra relativamente a Spalato e Ragusa.

Mi diChiarai contrario per le ragioni già più volte esposte: in primo luogo i serbi sanno già benissimo la sostanza di quanto fu convenuto a Londra, e se una comunicazione formale si facesse ora, ne prenderebbero pretesto per condizionare qualunque loro movimento di avanzata contro l'Austria alla promessa che verranno loro dati la Croazia e magari Fiume, promessa che nessuno potrebbe dar lùro oggi in buona fede.

Inoltre questa propalazione dei Patti di Londra non farebbe che creare una agitazione in Italia, dove si inalbererebbero contro tutti i sostenitori della Dalmazia italiana, ecc. ecc. e che trovavo questo inutile. Tanto più che le ragioni per cui non si moveva la Serbia contro l'Austria erano ben note e evidenti: r il malumore per le promesse fatte alla Bulgaria riguardo alla Macedonia; 2° il vedere che la Russia, sta cedendo alla Romania riguardo alla parte del Banato abitata da serbi; 3o i suggerimenti indiretti della stessa Austria che

li ha spinti a creare il fatto compiuto in Albania; 4• e più di tutto il timore di vedere il loro esercito appena passata la Sava assalito da un grosso esercito austriaco e magari anche tedesco reduce dalla Galizia, dopo aver rintuzzato i russi.

L'a Russia avere essa sola H modo di conciliare la Romania e la Serbia riguardo alle questioni del Banato, ed era quello di offrire ai romeni un corrispettivo compenso in Bessarabia.

Narrai a Rodd dell'entrata dei montenegrini a Medua e a Scutari, in contrasto aperto con tutte le loro promesse. Dissi che speravo che l'Inghilterra s'unisse a noi nel non riconoscere sotto alcuna forma il fatto compiuto (1).

(l) Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado, con t. 2351 del 29 giugno.

293

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CONSOLE A SCUTARI, DE FACENDIS

T. GAB. u. 2329. Roma, 28 giugno 1915, ore 21.

Telegramma di V. S. n. 314 (2). Ella può far conoscere ai suoi colleghi della Intesa il pensiero contenuto nel mio telegramma n. 2304 (3).

294

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI DE' CALBOLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4734/242. Berna, 28 giugno 1915, ore 7,40 (per. ore 22,20).

Ho avuto oggi occasione di parlare al presidente della notizia proveniente da Roma e commentata dalla stampa cattolica svizzera della creazione cioè di una legazione elvetica presso il Vaticano. Il signor Motta mi ha dichiarato francamente essere vero che una piccola frazione del partito clericale avrebbe desiderato che la Svizzera seguisse esempio dei Paesi Bassi, ma che della creazione del nuovo posto diplomatico non era mai stata e non poteva essere assolutamente questione.

295

L'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB. R. SP. 785/253. Parigi, 28 giugno 1915, ore 20, 45 (per. ore 23,40).

Senza citare i numeri dì tutti i telegrammi trasmessi da V. E. circa Serbia, Romania e Bulgaria riassumo le mie impressioni concludendo per l'adozione di proposte chiare, bene coordinate fra loro e sopratutto corrispondenti alle esi

genze del momento senza le quali alla posizione militare in questo momento non buona della Triplice Intesa andrà a sovrapporsi un grave scacco diplomatico presso gli Stati Balcanici con conseguenze irrimediabili circa l'andamento della guerra e le condizioni di pace.

l o Bisogna riconoscere l'opportunità di proseguire le trattative con la Bulgaria insieme a quelle con la Romania e quindi mandare per le lunghe i negoziati con la Bulgaria, dando una risposta dilatoria ed inconcludente. Devesi tener presente che Re Ferdinando che sempre ha creduto alla vittoria finale della Germania è oggi più saldo in questa opinione e quindi comunica tutte le varie proposte dell'Intesa alla Germania da cui sono fatte note alla Grecia e da questa alla Serbia. Bisogna fermarsi se non si vuole provocare contro l'Intesa una generale sollevazione dell'opinione pubblica della Grecia e della Serbia. Tanto più che Bulgaria ad una nuova comunicazione dell'Intesa circa Macedonia e Kawalla domanderà che l'Intesa si obblighi a toglierle colla forza alla Serbia ed alla Grecia il giorno in cui queste si rifiutassero di consegnarle. Io ho molto insistito in altri tempi per l'accordo colla Bulgaria, ma tutte le cose hanno il loro tempo opportuno e questo per la Bulgaria si è lasciato passare. Specialmente interessata all'intervento della Bulgaria si è mostrata l'Inghilterra, preoccupata esclusivamente dallo scacco dell'impresa dei Dardanelli da essa voluta.

Ma oggi Turchia e Dardanelli passano in seconda linea di fronte alla sconfitta russa. È contro l'Austria-Ungheria che bisogna concentrare tutti gli sforzi. Questa mia opinione manifestata a Poincaré ha trovato in lui piena adesione.

2° Ammesso come postulato di non pensare più per il momento alla Bulgaria devesi invece concentrare tutti gli sforzi per ottenere l'intervento romeno senza perdere un momento di tempo e non continuando nel deplorevole sistema seguito sino ad ora con disastrosi risultati di non far le concessioni nel momento in cui avrebbero fatto raggiungere il fine proposto e di attendere a farle quando non bastavano e bisognava aggiungerne altre.

Il sistema russo di negar le concessioni alla Romania mentre era vittoriosa e di attendere a farle dopo di essere stata sconfitta non potrà mai essere abbastanza biasimato. Prima della caduta di Przemils la linea del Pruth avrebbe pienamente appagato la Romania. Dopo la presa di Lemberg ci vuole anche il Banato; colla Romania bisogna quindi capitolare su tutta la linea e senza indugio perchè è possibile che tra qualche giorno anche la capitolazione completa non serva più a nulla. Ciò può farsi in due modi. O cedendo alla Romania l'intero Banato ed in questo caso perchè la Serbia si rassegni al sacrificio occorrerà o dirle che l'Intesa ha aderito alle pretese della Romania sul Banato per non cedere a quelle della Bulgaria sulla Macedonia e quindi tra i due mali ha scelto quello che per la Serbia è il minore, ovvero quando l'Intesa non voglia fare dichiarazioni che possano pregiudicare la sua attitudine futura circa la Macedonia, comunicare alla Serbia segretamente quanto essa avrà in Dalmazia e prometterle in più la Croazia. Quando non si volesse far ciò ci sarebbe modo di contentare Serbia e Romania e cioè dire alla Romania che si accettano integralmente le sue

proposte offrendole soltanto uno scambio e cioè compensandola nella Bessarabia

con una concessione più importante di territorio uguale a quello che sarebbe

lasciato alla Serbia nel Banato.

Bisogna mettersi prontamente risolutamente in una di queste vie altrimenti continuerà la confusione e come risultato finale l'insuccesso. Una volta entrata in campo la Romania potrà con calma riprendersi in esame l'intesa colla Bulgaria tanto più che non è escluso che con un poco di pazienza si giunga anche ad un accordo con Venizelos. Mi parrebbe che V. E. potrebbe prendere una direttiva dando istruzioni conformi ai rappresentanti italiani presso Triplice Intesa.

(l) -Il testo di questo telegramma è identico a quello dell'annotazione del 28 giugno in SONNINO, Diario, VOl. Il, cit., pp. 166-167, (2) -Non pubblicato. (3) -Cfr. n. 285.
296

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. s. 4743/1196. . Londra, 28 giugno 1915, ore 10,48 (per. ore 2 del 29 ).

Telegramma V. E. 2312 (1).

Nicolson ha preso nota, e ha osservato non aver R. Governo ancora manifestato suo pensiero in merito proposta britannica contenuta nella nota del Foreign Office da me spedita in copia con rapporto 376 (2). Ha aggiunto che si sarebbe messo subito in comunicazione con Cairo riservandosi di telegrafare dopo Rennell Rodd.

297

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 790/261. Londra, 28 giugno 1915, ore 10,48 (per. ore 2,55 del 29).

Fui ricevuto stamane dal re cui consegnai msegne ordine SS. Annunziata. Ho già telegrafato direttamente a S. M. il re vivissimi ringraziamenti di questo sovrano pel delicato pensiero circa modalità consegna .

Sua Maestà mi ha letto telegramma del ministro d'Inghilterra a Bucarest (relativ o risposta Bratianu) ed ha con grande vigore insistito sulla necessità assoluta di dare soddisfazione alla Romania pur di assicurarne intervento.

Mi sono permesso di rilevare che difficoltà non sono state sollevate da noi che di tale intervento siamo stati fin da principio ardenti fautori.

Nicolson con cui ho nel pomeriggio in proposito conferito mi ha messo al corrente di una sua idea puramente personale, soltanto stamane manifestata a Crewe, il quale non si è pronunciato. A suo parere si potrebbe forse trovare una soluzione conciliativa nell'assegnare alla Serbia Semlino con un tratto di territorio e nell'introdurre nell'eventuale accordo colla Romania precise stipulazioni imponenti vincolo di non erigere fortificazioni nella parte Banato a nord Belgrado.

Prima però di concretare tale sua idea, per ora vaga ed incompleta, Nicolson ritiene indispensabile conoscere pensiero di Sazonoff in merito risposta di Bra

tianu e sulla sincerità ed intenzioni del quale apina egli essere prudente fare delle riserve.

Nicolson non si dissimula che anche attuazione predetta sua idea presenterebbe difficoltà in quanto dalla eventuale condiscendenza al sacrificio del Banato, trarrebbe nuovo argomento per giustificare sua intransigenza circa cessione territoriale in Macedonia.

A scanso di equivoci ripeto trattasi di semplice veduta personale confidenzialmente manifestatami e da non considerarsi come vera e propria proposta.

(l) -Cfr. n 289. (2) -Non pubblicato.
298

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 791/262. Londra, 28 giugno 1915, ore 10,48 (per. ore 2,55 del 29).

In recente colloquio Crewe in modo vago ed incidentale e Nicolson in termini più precisi hanno accennato alla grandissima utilità, che nell'interesse comune a calmare agitazione della Serbia rimettendola sul retto sentiero, presenterebbe una confidenziale ma precisa informazione dei lauti vantaggi ad essa assicurati dal nostro accordo coìl'Intesa. All'invito indiretto di rendermi di questi desiderata interprete presso V. E. io ho sempre risposto non credevo poterlo fare avendo rilevato da due telegrammi che a siffatta ... (l) ella era contraria.

Dell'argomento mi ha con la sua abituale libertà di linguaggio intrattenuto

S. M. il re osservando che se non si provvede a tener buona la Serbia interessando!~ a collaborare attivamente alla causa comune si corre il grave rischio di spingerla ad una pace separata con l'Austria. S. M. il re ha al riguardo rilevato che la Serbia, a differenza delle quattro grandi potenze dell'Intesa, non ha assunto alcun obbligo di non concludere pace per conto suo. Al sovrano ho dato risposta conforme a quella già data a Crewe ed a Nicolson.

299

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 850/260. Londra, 28 giugno 1915, ore 10,48 (per. ore 3 del 29).

Mio telegramma n. 258 Gab. r. sp. (2).

Nel colloquio di avantieri Crewe rilevando accenno contenuto nel telegramma

di V. E. circa una possibile nostra entrata in guerra con la Turchia disse testual

mente: • naturalmente noi non ci permettiamo di dare suggerimenti ma è super

fluo aggiungere che siffatta decisione del vostro Governo ci riuscirebbe assai

gradita ».

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -T. gab. r. sp. 782/258 del 26 giugno, che non si pubblica: proposta di Sonnino di sospendere la comunicazione alla Bulgaria.
300

IL MINISTRO A CETTIGNE, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 853/39. Cettigne, 28 giugno 1915, ore 15,30 (per. ore 4 del 29).

Il ministro di Francia avendo avuto ieri mattina istruzione di associarsi al passo identico giusta la formula proposta da Grey, abbiamo deciso di darvi corso, quantunque post factum, per non lasciare accreditare la voce messa in giro, da me riferita, che Francia e Russia fossero fautrici dell'azione montenegrina in Albania. Ministro degli affari esteri ha risposto che si riservava di esaminarla e di darvi risposta (1).

301

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 789/199. Pietrogrado, 28 giugno 1915, ore 22,10 (per. ore 9 del 29).

Sazonoff presso il quale ho rinnovato oggi in un lungo colloquio istante suggerimento di non insistere circa zona da attribuire alla Serbia e di appagare per intero domande di Bratianu circa Banato ha finito per dire che l'estrema concessione cui potrebbe arrivare sarebbe di dichiarare suo disinteressamento dalla questione (2).

302

IL CONSOLE A SCUTARI, DE FACENDIS, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4766/315. Scutari, 28 giugno 1915, ore 5,30 (per. il 29).

Lanino prega V. E. far pervenire a S. E. generale Porro Capo di Stato Maggiore seguente telegramma che egli decifrerà con cifrario Compagnia di Antivari:

• Situazione politica Cettigne gravissima. Siamo in paese nemico. Governo montenegrino è italofobo e austrofilo. Corte è divisa: Principessa Xenia ha in sua mano il potere, è austrofila; principe ereditario ha proposto scambio di idee con Roma per trovare punto di vista comune tra Montenegro e Italia. Non ha nascosto che senza ciò sarebbe costretto buttarsi in braccio ad altri; imminente pericolo perché trattative con Austria già avviate: prova ne sia grande parte truppa munizioni da guerra dal Lowcen e spedizione in Albania che non incontra nessuna resistenza, si dice per consiglio di quel console austriaco: altra prova è ostilità

che circonda nostro addetto navale a cui si rende impossibile svolgere suo compito giungendo a tal punto tagliargli unico filo col quale egli ha comunicazione con Cettigne dal suo posto di osservazione sul Lowcen. Partito austrofilo divulga voce allarme di impressionanti sconfitte italiane terra e mare. Proposta principe ereditario, se sincera farebbe sperare accordo con Austria non ancora definitivo. Comunque è urgente che Governo italiano si sinceri fino a qual punto esso possa fare assegnamento sul Montenegro oggi e per avvenire pure tenendo presente quale ·effetto potrebbe aver sulla guerra (per l'interno?) il distacco del Montenegro dagli alleati. Scrivole. Prego V. E. tener riservata fonte con ministero affari esteri e informare Volpi. -Lanino •.

(l) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. 453 del 29 giugno, ore 20,30. (2) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Bucarest con t. gab. r. sp. 632 del 29 giugno, ore 20,30.
303

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A DURAZZO, ALIOTTI, E AL CONSOLE A VALONA, LORI

T. GAB. 2333. Roma, 29 giugno 1915, ore 1,45.

(Per Valona) Suo telegramma n. 735 (1). R. Ministro in Durazzo telegrafa quanto segue:

(telegr. 4684/371 (2) da • Essad ha chiesto... » alle parole: • accolti ricorsi » ).

Per mantenersi corrente situazione Berat e anche per sorvegliarvi in certo qual modo condotta degli agenti di Essad nei riguardi popolazione locale, sarebbe forse opportuno inviare colà persona fiducia quale nostro informatore privato.

Pregola farmi proposte concrete al riguardo.

(Per Durazzo) Suo telegramma 371.

Di lei proposta riguardante Castoldi non è attuabile perchè potrebbe prestarsi interpretazione che noi ammettiamo ingerenza di Essad nelle cose di Valona, mentre noi non vogliamo assolutamente che ciò avvenga in alcuna forma nè diretta nè indiretta.

Riterrei utile avere in Berat, anzichè agente consolare, un informatore privato da scegliersi fra persone di fiducia del R. con:>ole in Valona. Ho incaricato Lori farmi qualche proposta concreta in proposito.

304

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A DURAZZO, ALIOTTI

T. GAB. 2343. Roma, 29 giugno 1915, ore 1,45.

Suo telegramma n. 375 (1).

Dei 200 gendarmi faccia Essad quanto crede meglio. Non desidero ingerirmi delle sue decisioni dopo ultimi avvenimenti e notizie che avvalorano sempre più sospetto suoi accordi coi serbi a nostra insaputa.

(l) -Non pubblicato. (2) -Del 24 giugno, in cui si chiedono istruzioni per rafforzare l'autorità di Essad.
305

IL MINISTRO A CETTIGNE, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 855/38. Scutari, 29 giugno 1915, ore 11,05 (per. ore 16,15).

Questo ministro di Serbia mi ha confermato che generale Jankovich dovrà dare le dimissioni perché azione montenegrina in Albania è avvenuta contro suo volere ed all'infuori di lui. Egli mi ha detto poi che stante relazioni sempre più difficili fra comando serbo e Governo montenegrino, sfiducia che ... (l) ispirano tali maneggi segreti a danno causa comune aveva proposto a Pachitch ritiro della missione militare e delle artiglierie serbe nonché sospensione dell'approvvigionamento allo scopo di mettere Montenegro in condizioni di dichiarare sue intenzioni, ma che Governo serbo è d'avviso di non precipitare le cose e di lasciare ad eventuali iniziative di grandi potenze.

Ormai nessuno dubita più che occupazione di Scutari non sia in stretta connessione con gli accordi di Budva recentissimi (mio telegramma n. 26) (2) nei quali Montenegro si sarebbe fra l'altro impegnato a continuare nella attuale inazione militare. Non è da escludere che siano state riprese le trattative segrete del gennaio 1913 per la cessione in certe eventualità all'Austria del Sangiaccato di Novi Bazar montenegrino e ciò allo scopo di garantirsi contro il minacciato assorbimento da parte della Serbia.

306

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. R. SP. 635. Roma, 29 giugno 1915, ore 20,40.

L'incaricato d'affari di Francia è venuto ad espormi alcune considerazioni del signor Delcassé, sulla opportunità di dare comunicazione alla Serbia dei patti di Londra in quanto la riguardavano, per confortarla delle concessioni che si facessero alla Romania nel Banato; egli ripeteva le stesse considerazioni già accennate ad. Imperiali da Crewe e da Nicholson, e riferitemi anche da Rodd.

Risposi ripetendo quanto già dissi ieri a Rodd (mio telegramma 631) (3),

intorno alle ragioni per cui mi dichiaravo contrario a qualunque simile comuni

cazione in questo momento. Aggiunsi che credevo poco alla entrata in azione

della Romania malgrado tutte le concessioni nel Banato. Essere essa intimidita

per effetto della ritirata dei russi, così come era intimidita la Serbia. L'unico stato

balcanico per cui lo scacco subito dai russi giuocava in senso opposto, ossia come

una spinta all'azione, anzichè come un freno, essere la Bulgaria; e perchè da un

lato non aveva da temere un prossimo attacco delle truppe austro-tedesche, avendo

tra esso e loro il paravento della Serbia, e perchè dall'altro per effetto di quello

scacco il servizio che poteva col suo intervento rendere alla Russia risultava

17 -Documenti diplomatici-Serie V-Vol. IV

molto maggiore. Quindi era sulla Bulgaria che bisognava concentrare gli sforzi (1).

(l) -Gruppi indecifrati. (2) -Non pubblicato. (3) -Cfr. n. 292.
307

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. R. SP. 634. Roma, 29 giugno 1915, ore 21.

Ho veduto oggi per la prima volta il signor Stancioff nuovo ministro di Bulgaria. Gli esposi le varie ragioni per cui ritenevo che la Bulgaria, volendo troppo precisare e cavillare sui compensi e sulle garanzie da attenersi dalle 4 potenze, rischiasse di perdere occasione unica per acquistare posizione di primo ordine rendendo grande servizio alle potenze stesse. In questo momento anche per effetto della incerta situazione interna in Grecia, riusciva molto difficile per le potenze di mettere i punti sugli i nel precisare gli impegni per l'avvenire, poichè avrebbero con ciò dato gioco al Governo di Gunaris contro Venizelos accrescendo le difficoltà per tutti. E intanto si perdeva un tempo prezioso. Stancioff accennò alla possibilità di garanzie magari segrete da darsi dalle potenze per una messa in possesso della Bulgaria nei territori promessi alla fine della guerra; egli riteneva che con questo si potrebbe ottenere la sua entrata in azione.

Gli risposi che credevo poco alla possibilità di veder mantenuti simili segreti, anche per l'esperienza del passato (2).

308

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 857/265. Londra, 29 giugno 1915, ore 10,16 (per. ore 3 del 30).

Telegramma di V. E. Gab. 450 (3).

Lord Crewe giudicava molto severamente procedere del Montenegro qualificandolo ad un tempo scorretto ed inabile. S. S. concordava pienamente con V. E. nel considerare come nulla e non avvenuta occupazione montenegrina, fermo restando principio del rispetto deliberazioni di Londra. In tal senso sarà telegrafato al rappresentante britannico a Cettigne.

Identico linguaggio S. S. tenne ieri a questo ministro Serbia venuto a dichiarare che il suo governo non edotto delle decisioni del Montenegro se ne lavava le mani.

(l) -Il testo di questo telegramma è identico a quello dell'annotazione del 29 giugno in SONNINO, Diario, vol. Il, cit., p. 168. (2) -Il testo di questo telegramma è identico a quello dell'annotazione del 29 giugno in SONNINO, Diario, vol. Il. Cit., pp. 167-168. (3) -Del 28 giugno, non pubblicato: intenzione italiana di non riconoscere l'occupazionemontenegrina di Scutari.
309

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 790/,264. Londra, 29 giugno 1915, ore 22,16 (per. ore 4,10 del 30).

Telegramma di V. E. Gab. n. 631 R. sp. (1).

Senza insistere nelle sue vedute lord Crewe mi diceva oggi capire ed apprezzare benissimo serietà motivi d'indole interna che spingono V. E. ad opporsi nota comunicazione alla Serbia. Quanto all'inizio operazioni militari serbe ha osservato

S. S. doversi pure tener presente interesse comune delle potenze alleate a che quell'esercito non sia schiacciato da forze superiori austro-tedesche, cosa che potrebbe facilmente verificarsi se in questo momento piuttosto critico esso procedesse avanzata contro Austria-Ungheria. L'eventualità non escludibile di una seria disfatta Serbia, avrebbe conseguenze gravissime in quanto permetterebbe al nemico di raggiungere Bulgaria a traverso territorio serbo.

310

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 797/266. Londra, 29 giugno 1915, ore 10,16 (per. ore 5 del 30).

Mio telegramma gab. n. 260 R. Sp. (2).

Oggi lord Crewe è ritornato, in termini più espliciti, sull'argomento della nostra entrata in guerra contro Turchia. Ha detto evidentemente contegno tenuto finora dal Governo del re verso Turchia essere basato su motivi serissimi da lui ignorati e sui quali non si permetteva certamente esprimere opinione alcuna. A lui soltanto importa che ella sappia (e mi ha pregato quindi di renderla edotta) che questo Governo apprezzerebbe molto eventuale nostra decisione in tal senso ritenendo che la nostra entrata in guerra contribuirebbe molto a chiarire situazione.

311

L'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, GARRONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. S. 912/476. Costantinopoli, 29 giugno 1915 (3).

Col mio telegramma n. 475 (4) ho informato V. E. come mi fosse regolarmente stato recapitato suo telegramma Gab. n. 601 (5): attendo ora per rimettere la nota il telegramma • convenzionale • che viste le irregolarità con cui viene

fatto il serv1z10 telegrafico anche per via indiretta riterrei necessario V. E. mi facesse pervenire pel maggior numero di vie possibili cioé Sofia, Bucarest, Washington e per maggior sicurezza anche per mezzo di corriere da Sofia o Dedeagatch.

Sul punto pertanto di porre termine qui alla nostra missione credo necessario e doveroso, a scanso di ogni responsabilità, di sottoporre alcune osservazioni sulla forma che al R. Governo è piaciuto adottare nel rompere le relazioni colla Turchia. Conscio delle grandi difficoltà del momento, dell'odio contro lo straniero in generale accumulato in questi mesi di guerra e di eccitazione nazionale, ho ripetutamente fatto presente a V. E. di non dare alla nostra rottura colla Turchia un carattere clamoroso che potesse attirare sopra di noi il risentimento generale: e ho ripetutamente insistito nel consigliare appello ad una solidarietà coi nostri nuovi alleati che era stata in tempi ben meno difficili invocata dalla Francia, Inghilterra, Belgio e Serbia.

Le violazioni del trattato di Losanna da parte della Turchia sono senza dubbio indiscutibili e rimontano a vecchia data ma non so se veramente fosse nel nostro interesse riassumere tutte le nostre lagnanze proprio ora quando si poteva giungere in altri modi allo stesso risultato. Tirare poi eventualmente in campo l'onnipotente del Comitato Unione e Progresso Enver bey che nell'esercito è un vero dittatore e perfino il principe ereditario che, a causa della màlattia del Sultano, può essere forse fra qualche giorno chiamato al trono non mi sembra il miglior mezzo per allontanare da queste nostre colonie le temute rappresaglie. E ciò tanto più se si ricorda l'esempio della Russia che in circostanze meno difficili e pur essendo stata vittima di più gravi offese ha creduto, rompendo rapporti colla Turchia, adottare forma assai più blanda.

(l) -Cfr. n. 292. (2) -Cfr. n. 299. (3) -Trasmesso da Sofia il 5 luglio, ore 13 e pervenuto alle 12 dell'B luglio. (4) -Non pubblicato. (5) -Cfr. n. 241.
312

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4786/563. Pietrogrado, 30 giugno 1915, ore 2,30 (per. ore 20,15).

Mi viene riferito da buona fonte che giorni or sono emissari austriaci fecero assaggio presso Pachitch per pace separata. Essi avrebbero sostenuto che Serbia poteva trovare ingrandimento territoriale e sbocco all'Adriatico occupando Albania senza soverchia difficoltà ed avrebbero assicurato conservazione Macedonia contro pretese bulgare. Pachitch avrebbe declinato proposte dichiarandosi vincolato con Triplice Intesa e avrebbe dichiarato quanto Macedonia che trattasi di 2ffari interni riguardanti esclusivamente Serbia e Romania. Buchanan cui ho riferito quanto precede mi ha detto constargli che Germania e Austria hanno offerto alla Bulgaria di assicurarle in Macedonia non solo zona non contrastata ma anche quella del trattato del 1912 (1).

(l) Ritrasmesso a Parigi, Londra, Sofia, Nisch e Bucarest con t. gab. 2393 del 2 luglio.

313

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. R. SP. 639. Roma, 30 giugno 1915, ore 21.

Ho veduto oggi questo ambasciatore di Russia.

Discorrendo dei Balcani, gli accennai il suggerimento di Stancioff, che le Potenze dovessero in qualche forma aperta o segreta dare alla Bulgaria qualche garanzia intorno alla sua messa in possesso, alla fine della guerra, dei territori promessile: senza di che non era sperabile calmarne le diffidenze.

Aggiunsi che conveniva ormai considerare nella sua cruda realtà la situazione balcanica, quale risulta dopo gli ultimi avvenimenti svoltisi in Galizia. La Romania non entrerà per ora in campo, malgrado qualunque concessione o allettamento che le si presenti, e la Serbia non manderà le sue truppe al di là del confine contro l'Austria-Ungheria. Questi due Stati temono troppo l'assalto degli Eserciti austro-germanici, fintantochè la Russia non sarà di nuovo in grado di riprendere l'offensiva.

La Bulgaria è tra gli Stati balcanici la sola che può considerare con serenità la ritirata dei russi dalla Galizia anche nella previsione di una sua entrata in azione a fianco della Quadruplice. Essa, a differenza della Serbia e della Romania non ha da temere come conseguenza della ritirata russa la minaccia di un rovesciare di truppe austro-germaniche a suo danno, ed ha egualmente modo di recare d'altra parte in questo momento alla Russia in primo luogo, e in genere alle Potenze dell'Intesa, un segnalato servizio con l'entrare in campo contro la Turchia facilitando grandemente l'impresa dei Dardanelli. In questo ·ha per la sua posizione geografica un vantaggio notevole di fronte alla Grecia la quale non può attaccare la Turchia per via di terra.

Muovendo contro la Turchia la Bulgaria, malgrado la poca cordialità delle sue relazioni con la Serbia, non resta seriamente esposta ad alcun assalto per parte di questa, impegnata com'è nella guerra contro l'Austria-Ungheria e desiderosa di assicurarsi nell'avvenire la Bosnia e l'accesso all'Adriatico.

Potrebbe la Bulgaria aver da temere qualche aggressione dalla Grecia, irritata dalla proclamazione delle aspirazioni bulgare su Cavala e la sua regione; ma a questo pericolo potrebbero facilmente riparare le Potenze dell'Intesa.

La Bulgaria sostanzialmente teme che a. guerra finita le promesse delle Potenze riguardo alla Macedonia e alla regione di Cavala restino lettera morta per effetto della ostinata opposizione della Serbia e della Grecia e della nessuna disposizione delle Potenze stesse di adoperare la forza per mettere a dovere l'una e l'altra. Essa teme di dovere a guerra finita trovarsi nel bivio o di muovere essa sola in campo contro la Serbia e la Grecia riunite per sloggiarle dalla Macedonia e dalla regione di Cavala e ciò con l'Esercito suo già esausto dalla lunga ed ardua campagna contro i turchi.. oppure di dover rinunciare all'acquisto di quelle provincie.

Questo timore la tormenta specialmente per quanto riguarda Cavala e la Grecia.

Occorre dunque che le potenze, ove vogliano seriamente procurarsi un concorso balcanico nella lotta, si risolvano a far convergere i loro sforzi verso la Bulgaria, affidandola sotto qualche forma intorno al futuro acquisto di Cavala, anche a rischio di sollevare i malumori e le proteste della Grecia; la quale intanto, per dare mostra della sua deferenza ai consigli delle potenze sta preparandosi a invadere un altro tratto dell'Albania e occupare Berat.

Giers disse di essere del mio avviso e che riteneva di doversi tentare di persuadere la Bulgaria, senza aggiungere nuovi affidamenti scritti, che le assicurazioni di interessamento già datele per l'acquisto di certi territori implicassero una garanzia di farglieli realmente ottenere (1).

314

IL CONSOLE A SCUTARI, DE FACENDIS, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4792/321. Scutari, 30 giugno 1915, ore 20 (per. ore 23,30).

Questo console Francia che si è mostrato sempre assai favorevole ad una occupazione montenegrina anche dopo le istruzioni del suo Governo pel mantenimento dello statu quo continua ora nel medesimo atteggiamento. Sebbene egli dica voler conformarsi alla linea di condotta mia e del collega Russia si studia mostrare cordialità, compiacimento verso montenegrini a Scutari; con ciò, in relazione a quanto si dice, pare faccia riscontro condotta della Legazione di Francia Cettigne. Ciò messo in rapporto con altri indizi farebbe supporre azione rappresentante francese inspirata allo scopo cattivarsi montenegrini ed albanesi per possibile accaparramento economico e commerciale a favore del capitale francese e forse in concorrenza delle nostre iniziative economiche in Montenegro e nostra penetrazione commerciale in Albania. Questione mi sembra degna di considerazione; ogni soluzione politica problema albanese non dovrebbe comunque pregiudicare nostri interessi economici prevalenti.

Telegrafato quanto precede legazione Cettigne.

315

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4790/181. Madrid, 30 giugno 1915, ore 19,20 (per. ore 24).

Mentre maggior parte della stampa madrilena osserva a nostro riguardo contegno corretto e in molti casi benevolo, alcuni giornali delle categorie menzionate mio telegramma gab. 11 (2) continuano violenta campagna non rifuggendo da calunnie ed ingiurie. Me ne sono vivamente e ripetutamente doluto con ministro di Stato e con presidente del consiglio che mi hanno espresso loro piena

SONNINO, Diario, vol. Il, cit., pp. 169-171. {2) Cfr. n. 226.

disapprovazione e promesso adoperare tutte le scarse armi che loro concede la legge. Crederei utilissimo a stimolo loro azione che V. E. in una conversazione con codesto ambasciatore di Spagna volesse pur accennare a quella campagna che irrita vivamente nostra colonia e potrebbe aver ripercussione nella nostra stampa. L'E. V. potrebbe citare eventualmente seguenti giornali A.B.C., Corriere spagnuolo, Debate, e soprattutto Tribuna.

(l) Il testo di questo telegramma è identico a quello dell'annotazione del 30 giugno in

316

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 801. Londra, 30 giugno 1915, ore 22,24 (per. ore 1,20 dell' 1 luglio).

In replica alle domande da me rivoltegli lord Crewe mi disse ieri che prima di concretare le sue vedute circa l'ultima comunicazione romena des~derava conoscere il pensiero di Sazonoff. S. S. mi parlò del suggerimento di Nicolson che, disse, meritava considerazione. Permaneva però sempre in lui il dubbio sulle sincere intenzioni di Bratiano.

Osservai che comunque, al punto in cui siamo giunti, non vedevo altra via di uscita all'infuori di quella di rassegnarsi ad appagare interamente i desiderata romeni. Solo in tal caso si riuscirebbe a mettere con le spalle al muro Bratiano il quale verrebbe allora a trovarsi in serio imbarazzo per giustificare davanti all'opinione pubblica romena l'eventuale sua persistenza nel mantenimento della neutralità non certo. favorevole alla realizzazione delle aspirazioni nazionali.

S. S. trovò queste osservazioni non prive di fondamento.

317

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

'J.'. GAB. R. SP. 864/270. Londra, 30 giugno 1915, ore 10,24 (per. ore 3 dell' 1 luglio).

Mio telegramma n. 248 (1).

Lord Crewe mi ha comunicato un pro-memoria segreto nel quale Kitchener risponde alle osservazioni del generale Cadorna: lo riassumo qui appresso:

• Kitchener pienamente convinto importanza di assicurare armonia cooperazione tra le forze alleate è pronto a fare il possibile per raggiungere lo scopo. Al conseguimento del desiderato risultato si oppongono ovvie difficoltà, sia a causa della distanza separante le operazioni eserciti alleati sia dell'impossibilità

di un convegno tra i comandanti per discutere personalmente. Assicurare la cooperazione fra cinque grandì gruppi componenti forze alleate presuppone che ciascun gruppo sia in possesso dell'iniziativa. Ma grazie alla sua posizione centrale il nemico può generalmente riunire forze per intraprendere offensiva in un teatro mentre, pur rimanendo sulla difensiva negli altri teatri, può presentare resistenza sufficiente ad impedire loro il conseguimento di risultati decisivi. Presentemente è in corso presso Arras una energica offensiva francese cui cooperano forze britanniche. D'altra parte l'esercito russo non ha potuto operare in offensiva dopo l'adesione italiana alla causa dell'Intesa per essersi trovato di fronte a superiori e meglio equipaggiate forze nemiche. È certo da rimpiangere che durante il passato mese l'autorità militare serba non ha avanzato; sembra che il ritardo sia dovuto all'insufficienza di munizioni nonchè alla piena dei fiumi. Conviene pure aggiungere che recenti informazioni qui giunte accennano all'agglomeramento di rilevanti forze tedesche alla frontiera serba, le quali è possibile abbiano rimpiazzato distaccamenti austro-ungarici avviati alla frontiera italiana. È tuttavia probabile che considerevole incremento delle forze nemiche fronteggianti le armate italiane sia dovuto più all'insuccesso russo che ad una mancanza da parte degli alleati dell'Italia di far il loro possibile per alleviare pressione nel

Trentino in Carnia ed a Gorizia dopo entrata in campagna dell'Italia.

Lord Kitchener è interamente d'accordo col generale Cadorna nel desiderare che operazioni contro Austria-Ungheria coincidano col periodo dei raccolti in Ungheria. Egli spera che eserciti italiano e serbo, ossia le forze operanti nelle regioni vicine a quelle in cui stanno per cominciare operazioni raccolto sul territorio nemico, si troveranno in grado di agire energicamente. Egli è in comunicazione al riguardo col rappresentante al quartier generale serbo. Egli ha inoltre ogni motivo di credere che l'offensiva attualmente in progresso nel nord della Francia continuerà a cagionare al nemico preoccupazioni durante questo periodo critico per l'Austria Ungheria e contribuirà pertanto sensibilmente al conseguimento del risultato contemplato dal Generale Cadorna. Ma durante lo svilupparsi della guerra di trincea che ha finora costituito il carattere della guerra, lord Kitchener è stato impressionato dal fatto che un'offensiva richiede lungo tempo per svilupparsi, e tale circostanza rende difficile per gli alleati l'assicurare che un'offensiva intrapresa da uno di loro possa avere il massimo effetto nell'interesse comune ad una data fissa.

In pari tempo lord Kitchener sarebbe molto lieto di sapere se ambasciatore d'Italia è in grado di formulare qualche proposta mirante a tradurre praticamente in atto vedute del generale Cadorna relativamente alla coordinazione degli sforzi degli alleati in questa guerra.

Devo aggiungere che nell'udienza accordatami da S. M. il re io insistetti

molto sull'importanza delle osservazioni del generale Cadorna e sulla necessità

nell'interesse comune di vederle prese nella massima e dovuta considerazione.

Sua Maestà mi rispose essere pienamente del mio parere.

(l) Cfr. n. 246.

318

L'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 862/263. Parigi, 1 luglio 1915, ore 0,30 (per. ore 2,40).

Persona che ha relazioni in altissime sfere tedesche mi ha detto constargli che l'Imperatore di Germania sarebbe disposto a fare la pace e mi ha enumerato le condizioni che sarebbero quelle stesse comunicate a Washington al presidente Stati Uniti riferite da Cellere nel telegramma di V. E. n. 312 (1), la stessa persona ha aggiunto che l'Imperatore di Germania pensa seriamente ad assegnare a Wilson una parte importante nella conclusione della pace.

L'Imperatore dopo sconfitta dei russi si ritiene sicuro che gli alleati non potranno più prendere il sopravvento, tuttavia egli è disposto condizioni di pace eque per evitare un'altra campagna d'inverno. Se dovesse affrontarla certamente le sue pretese aumenterebbero. Mentre nell'accennare alle proposte di pace è compreso tutto ciò che può riguardare la Germania si tace interamente circa l'Austria-Ungheria.

Riferisco ciò con tutta riserva benchè ritengo che la persona che mi ha parlato ha sorgenti di informazioni abbastanza sicure (2).

319

L'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.R.SP. 861/262. Parigi, 1 luglio 1915, ore 0,30 (per. ore 3,30).

Facendo seguito mio telegramma gab. n. 2,47 (3).

Delcassé a nome di Poincaré mi ha confermato la necessità della costituzione di un ufficio di coordinazione tra Stati Maggiori degli eserciti alleati e poichè tra cinque giorni verrà in Francia lord Kitchener per conferire col generale Joffre proporrebbe che il generale Cadorna mandasse Qui in sua vece il generale Porro per prendere parte al colloquio con lord Kitchener e Joffre e prendere accordi con loro per il coc.;·dinamento dell'azione militare. Prego darmi risposta telegrafica per comunicarla a Delcassé.

(l) -Non pubblicato. (2) -Ritrasmesso a Londra e Pietrogrado con t. gab. 463, pari data, ore 21. (3) -Cfr. n. 235.
320

L'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4803/571. Parigi, l luglio 1915, ore 13,50 (per. ore 16,15).

Telegramma di V. E. n. 2313 (1).

Delcassé mi ha assicurato che, tranne il concorso armato sul nostro territorio che noi stessi non domandiamo, per il resto, il residente generale della Tunisia ha avuto istruzioni di secondarci in tutti i modi possibili compreso quello di far comprendere alle popolazioni che la Francia disapprova la ribellione contro Italia, sua alleata e che quindi è decisa di impedire che sia dato aiuto ai ribelli. Quanto Ghat sono state chieste informazioni e appena ricevute mi saranno comunicate.

321

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4808/353. Atene, l luglio 1915, ore 2 (per. ore 16,15).

Gli ammiragli francese e inglese del corpo di spedizione contro i Dardanelli hanno pregato rispettive legazioni in Atene fare al Governo ellenico una nuova comunicazione circa contrabbando di guerra che secondo essi ammiragli continua sempre in più larga scala. Detta comunicazione dovrebbe essere fatta in senso piuttosto energico e minaccioso. Ministro di Francia e ministro di Inghilterra hanno domandato istruzioni rispettivi Governi. Prego V. E. telegrafarmi se posso associarmi all'eventuale passo che venisse deciso. Personalmente io credo all'assoluta inutilità di questo passo e mi sembra che sarebbe ormai tempo di fatti e non più di parole.

322

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 807/271. Londra, l luglio 1915, ore 23 (per. ore 3,10 del 2).

In conversazione privata ho raccolto voce di una idea che sarebbe venuta in mente non so se a Delcassé od a Sazonoff, e che consisterebbe nel garantire alla Serbia in compenso perdite territoriali in Macedonia possesso Croazia. Pur ignorando se tale idea verrà concretata e formulata in proposta, non credo meno doverne informare subito V. E. A mio remissivo parere una eventuale proposta in tal senso non meriterebbe nostro incoraggiamento: l o perchè mi pare contrario

ai nostri interessi di vedere circondato da un solo forte stato Serbo il nostro futuro territorio dalmato; 2o perchè col disporre fin da ora anche della Croazia Quadruplice si lega le mani precludendo ogni possibilità di eventuale intesa segreta con Ungheria, che, privata della Croazia Transilvania e Banato sarebbe così forzata a fare ad ogni costo e fino all'ultimo causa comune coll'Austria. In qualunque caso con questa nuova promessa alla Serbia si verrebbe a rendere anche più malagevole conclusione pace che forse potrebbe essere resa meno complicata se all'Ungheria indipendente od unita all'Austria venisse lasciata Croazia con sbocco sul mare.

Il disporre ora della Croazia mi parrebbe inoltre tanto meno prudente in questo momento in cui subdole tergiversazioni di Bratiano rendono verosimile sospensione sine die conversazioni con Bucarest e conseguente riacquistata libertà d'azione della Quadruplice. La quale in tal caso.. potrebbe giovarsi di tale situazione qualora le si presentasse propizia occasione di adescare Ungheria !asciandole oltre alla Croazia anche Transilvania e Banato.

(l) Non pubblicato.

323

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.s. 874/270. Londra, l luglio 1915, ore 23,07 (per. ore 3,45 del 2).

Questo R. console mi riferisce che locale polizia venne direttamente pregata dalla nostra direzione generale di sicurezza pubblica di esercitare attenta sorveglianza sul noto dottor Antonio Cippico fortemente sospetto di essere agente segreto austriaco. Credo ad ogni buon fine doverne informare V. E. Cippico conta partire per l'Italia il 4 o il 5 corrente. Venne da me giorni sono a lagnarsi con l'usata veemenza perchè propaganda italiana per Dalmazia a Londra è insufficiente a paralizzare quella attivissima dei jugoslavi e loro fautori inglesi i quali affermano di poter contare sull'appoggio di simpatia di Grey e Asquith. Insisteva quindi per essere da me presentato ad eminenti uomini politici fra i quali Lansdowne. Rifiutai per motivi già approvati da V. E. Dissi che ormai vera propaganda è fatta dai nostri valorosi soldati .che a vittoria conseguita avremo malgrado tutti i comitati del mondo quello che vogliamo e dobbiamo avere e che frattanto non mi pare serio nè dignitoso per gli italiani di stare a litigare con comitati sulla pelle di un orso non ancora ammazzato. Cippico malcontento si congedò dicendo che se fosse vera notizia pervenuta dall'Italia di un'eventuale assegnazione di Spalato e Ragusa ai jugoslavi nascerebbe il finimondo nel nostro paese. Ad ogni buon fine aggiungo che violenta esagerata austrofobia di Cippico aveva già due anni fa inspirato sul suo conto sospetti segnalatimi ai quali in mancanza di prove non credetti lecito prestar fede e che attribuii alla scarsa simpatia da lui goduta fra questi connazionali. Per mia norma in futuro sarei grato a V. E. farmi sapere a suo tempo se sospetti nostra polizia hanno trovato sicura conferma.

324

IL MINISTRO A CETTIGNE, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 877. Cettigne, l luglio 1915, ore 3,30 (per. ore 9 del 2).

Telegramma di V. E. Gab. n. 41.

Questo ministro affari esteri ci ha oggi rimesso risposta scritta al passo collettivo di cui al mio telegramma n. 39 (1).

Comunicazione è presso a poco del seguente tenore:

• Governo montenegrino si conformerà al saggio ed amichevole consiglio delle quattro potenze alleate di non ritirare le forze montenegrine dal fronte principale. Per le operazioni che esso ha dovuto compiere in Albania non solo non è stato costretto a servirsi delle forze impiegate contro l'Austria ma al contrario questa azione gli ha permesso di rinforzare tali truppe con un contingente che fino dal principio della guerra teneva sulla frontiera albanese. Il Governo montenegrino si impegna a non continuare più oltre la sua azione militare in Albania se fatti nuovi o nuovi motivi, che esso non può prevedere, non ve lo obbligassero; ma anche in questo caso non saranno adoperate le truppe del fronte principale , .

Le asserzioni contenute nei primi due capoversi sono false perchè il settore del Lovcen è stato completamente sguarnito nè [consta] che truppe che trovansi al fronte sieno state rinforzate.

Nella chiusa Governo montenegrino prevede già i pretesti a giustificazione di una azione più vasta in Albania. Mi risulta infatti in via confidenziale che Bib Doda abbia telefonato a Re Nicola di occupare Albania fino a Mati.

Il ministro di Serbia mi ha detto che il generale Jankovic prese oggi commiato dal Re Nicola. Alle istanze fattegli perchè rimanesse, rispose che era stato richiamato dal suo Governo. Per ora il rimanente della missione serba resta a Cettigne. Il Re fra l'altro ha dichiarato al generale che, lui vivente, le truppe montenegrine non sarebbero uscite da Scutari (2).

325

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. s. 875/417. ..... 2 luglio 1915, ore 7,50 (per. ore 8,45).

Risposta Gab. n. 460/7 (3).

Aderisco proposta Delcassé circa opportunità nostro intervento nella conferenza Joffre-Kitchener. Delego missione generale Porro. Partirà questa sera per Roma per presentarsi pomeriggio domani a V. E.

(l) -Cfr. n. 300. (2) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. 473 del 3 luglio, ore 13. (3) -Ritrasmissione del n. 319.
326

IL SOTTO CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, PORRO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.4835/1807. Italia, 2 luglio 1915, ore 10,45 (per. ore 11,15).

Truppe germaniche segnalate sulla fronte del settore Tirolo-Trentina ascenderebbero finora a circa 10 battaglioni che colle riserve di cui si suppone la presenza più indietro potrebbero costituire anche un corpo d'arPlata. Ad ogni modo non si tratterebbe di un corpo d'armata regolare costituito ma di formazione mista specialmente adatta alla guerra di montagna, più complementi di artiglieria campagna e da fortezza. Dette truppe germaniche sono collettivamente designate col nome • Deutsches Alpen Korps •. Queste notizie risultano dagli interrogatori di alcuni prigionieri germanici da noi fatti durante combattimento dei giorni 16, 17, 18 giugno e dai documenti trovati loro addosso e sono genericamente confermate da informazioni pervenute da altre fonti. Documenti citati furono già trasmessi al ministero della guerra con foglio n. 686 del 20 giugno. Il contingente germanico consta in maggior parte di elementi bavaresi con qualche annoverese ma non di mecklemburghesi.

327

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. R. SP. 647. Roma, 2 luglio 1915, ore 20.

(Per Londra) Telegramma di V. E. n. 271 r. sp. (1).

(Per Parigi e Pietrogrado) R. ambasciatore in Londra telegrafa: • In conversazioni private ecc. ecc. (come nel telegramma n. 807 /2.71) •. Ho risposto ad Imperiali quanto segue:

(Per tutti) Concordo con quanto espone V. E. circa inopportunità di garantire alla Serbia la Croazia secondo accennavo io stesso nel mio telegramma n. 631 (2). Sarà perciò opportuno che V. E. con la sua azione eviti che una tale idea divenga formale proposta.

(Per Parigi e Pietrogrado) Prego V. E. comportarsi in conformità alle istruzioni da me inviate al R. ambasciatore a Londra.

328

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB.R.SP.816/303. Bucarest, 2 luglio 1915, ore 9,30 (per. ore 10,15 del 4).

Mi risulta che uno dei principali capi dell'esercito romeno ha dichiarato ritenere il momento favorevole per l'entrata in azione della Romania a fianco dell'Intesa alla condizione però che essa coincida con una avanzata almeno par

ziale dell'esercito russo. Ciò mi conferma nella convinzione che all'infuori di ogni condizione d'ordine politico non si può contare sull'entrata in azione di questo stato se non si verifica anche o la presa dei Dardanelli oppure un altro fatto militare di primaria importanza oppure infine almeno una parziale avanzata russa. Notizie qui giunte da Pietrogrado lascerebbero invece credere probabile e non lontano l'abbandono di Varsavia e perdita di Riga (1).

(l) -Cfr. n. 322. (2) -Cfr. n. 292.
329

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. 2409. Roma, 3 luglio 1915, ore 9.

(Per Atene) Telegramma di V. E. n. 353 (2). (Meno Atene) R. ministro ad Atene telegrafa: • Gli ammiragli etc..... come

nel telegramma 4808/353 •. Ho risposto a Bosdari: (Per tutti) V. S. potrà associarsi alla comunicazione al Governo ellenico circa

contrabbando se essa verrà formulata oltre che da Francia ed Inghilterra anche da Russia.

330

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A CETTIGNE, NEGROTTO CAMBIASO

T. GAB. 476. Roma, 3 luglio 1915, ore 17,20.

(Meno Cettigne) R. ministro a Cettigne telegrafa (3):

• Sarò grato a V. E. telegrafarmi se debba riservare in una comunicazione ufficiale a questo Governo nostra piena libertà d'azione, o se invece debba attendere istruzioni che V. E. volesse darmi in seguito scambio di vedute coi Gabinetti».

Ho risposto a Negrotto:

(Per tutti) Per ora ritengo meglio soprassedere ad altre comunicazioni ufficiali a codesto Governo. Conviene inoltre che V. S. pur mantenendosi sul terreno di nessun riconoscimento del fatto compiuto della occupazione di Scutari e Medua, non forzi oltre misura la nota della disapprovazione con un linguaggio oltremodo aspro, evitando di spingere Montenegro nel campo avverso.

(l) Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. r. sp. 658 del 5 luglio, ore 13.

(2) Cfr n. 321.

(3) Con t. gab. 883/44, pari data, ore 0,10, per. ore 6,10.

331

L'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.R.SP.817/274. Parigi, 3 luglio 1915, ore 20 (per. ore 22).

Devesi all'azione slegata e poco preveggente dell'Inghilterra e della Russia e alle mosse poco abili dei ministri di Francia di Russia a Bucarest se questione dell'intervento romeno è stata sciupata e forse irreparabilmente compromessa. Importa ora che non si sciupi la questione delicatissima della Bulgaria e della Grecia e a noi interessa sommamente poichè il miraggio che gli Imperi centrali fanno balenare alla Grecia è una posizione predominante mediterranea a tutto danno dell'Italia. In Grecia tutte le speranze dell'Intesa sono riposte in Venizelos; pertanto fino al giorno della riunione del Parlamento greco bisogna evitare qualunque atto che possa diventare un'arma contro di lui in mano del Governo attuale. D'altra parte non si può trascurare la Bulgaria, la quale come l'E. V. giustamente ha osservato, se intervenisse, avrebbe meno della Romania da temere l'urto degli Imperi Centrali anche se vittoriosi. Occorre dunque fare in modo di non essere indotti a garantire precise concessioni alla Bulgaria a danno della Grecia e della Serbia senza la certezza assoluta che la Bulgaria dichiari la guerra alla Turchia.

Pertanto parmi utile continuare ancora a ritardare la risposta dell'Intesa alla Bulgaria. Quando si risponderà si dovrebbero invertire i termini del negoziato e fare alla Bulgaria non proposte ma domande. Oltre gli obblighi del segreto si dovrebbe chiedere alla Bulgaria: se è disposta a dichiarare la guerra alla Turchia e nell'affermativa per quale giorno preciso è disposta ad impegnarsi ad aprire le ostilità;

a quali garanzie e condizioni Bulgaria subordinerà tale impegno.

Dopo ciò non ci sarebbe che attendere la risposta.

Quanto alla Grecia se la riunione del Parlamento non porta al potere Venizelos non c'è più da sperare in essa e bisogna considerarla come ostile. Se invece Venizelos riprenderà il potere bisognerà mettersi d'accordo per concedergli quanto in Asia Minore ha chiesto in cambio di Kavalla nella lettera al Re che ha dato alla pubblicità.

È evidente che Venizelos essendosi così pubblicamente compromesso non potrebbe, anche volendolo, contentarsi di meno. Sarebbe bene quindi che le Potenze alleate si intendessero fin d'ora poichè ove non fossero disposte a contentare Venizelos non ci sarebbe più in nessun caso da contare sulla Grecia.

332

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4879/359. Atene, 3 luglio 1915, ore 21 (per. ore 3,25 del 4).

Telegrammi di V. E. n. 2271 (1), 2346, 2412 (2).

Ho dovuto tardare alcuni giorni a parlare a Zografos della avanzata greca verso Berat essendo stato egli malato. Oggi prendendo occasione dall'ultimo dei citati telegrammi gli ho domandato a che intento e su quale base al ministero degli affari esteri ellenico si permetteva fare insinuazioni sulle intenzioni dell'Italia. Tanto Zografos che Politis hanno negato aver fatto quelle insinuazioni a questo ministro di Russia ma evidentemente l'uno dei due mente perchè ricordo che qualche tempo fa ministro di Russia mi parlò della cosa. Avendo io detto che simili insinuazioni da chiunque siano state fatte dimostravano spirito di leggerezza e intrighi, Politis mi ha detto che intenzione italiana avanzare verso Berat si era potuta dedurre da un colloquio del segretario generale presso il ministero degli affari esteri con Coromillas, e da quest'ultimo riferito. Al che replicai che ciò mi pareva impossibile e che ad ogni modo io era autorizzato da V. E. a dichiarare nel modo più esplicito che simile nostra intenzione non esisteva. Quanto all'intenzione greca debbo dire che tanto Politis quanto Zografos furono molto meno espliciti delle altre volte. Suppongo che azione serba ad Elbassan e quella montenegrina a Scutari ed i sospetti verso Italia che nulla mai riuscirà dissipare abbiano messo Grecia in gran desiderio di agire. Tutti i giornali danno oggi notizia di disordini e stragi avvenute in territori di Berat e Musachia il che può essere un segno precursore della divisata occupazione greca. Giornale parla anche della occupazione da parte della Grecia dei villaggi a nord di Malie verso lago Ocrida. Si tratta evidentemente di quelli che già fecero oggetto di corrispondenza telegrafica tra

V. E. e me (miei telegrammi n. 291, 301) (3). Non ho potuto avere ancora nomi esatti di quei villaggi per rispondere al telegramma di V. E. 1997 (4).

333

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 894/273. Londra, 3 luglio 1915, ore 22,50 (per. ore 4,40 del 4).

Telegramma di V. E. 247 (5). Giorni fa Nicolson a proposito insuccesso russo mi diceva non sarebbe affatto sorpreso se uno di questi giorni imperatore basandosi sulla incontestabile per

..:}uanto temporanea situazione vittoriosa della Germania venisse fuori con qualche proposta di pace. Nel prevedere possibile condizione che alleati, Inghilterra in specie, non potrebbero sicuramente accettare, osservava Nicolson che un eventuale gesto pacifico dell'imperatore pur non essendo destinato a conseguire alcun risultato pratico sarebbe sempre incomodo per impressione simpatica che produrrebbe sui neutri ed in particolare sugli Stati Uniti del nord dell'America. Nicolson, come al solito, concludeva che successo finale non può essere dubbio ma ripeteva quanto non ha mai cessato di dire fino dal principio e cioè che per giungere alla vittoria occorre non farsi illusioni e con massima tenacia di proposito prepararsi a nuovi ampi sacrifici e ad una guerra lunga. Nello stesso senso si esprimeva meco S. M. re Giorgio. Nicolson al pari di tutti concordemente questi governanti annette importanza specialissima all'azione contro Dardanelli per la riuscita della quale non si indietreggerà davanti a nessun sacrificio.

Secondo mi fu narrato da Cambon Kitchener si mostra al riguardo abbastanza ottimista. Lansdowne parlandomi giorni sono della situazione in generale che diceva cagionargli momentaneamente seria preoccupazione e nell'esprimermi comunque sua piena fiducia per il futuro, mi narrava essere fondato motivo di sospetto che a Costantinopoli comincino a farsi strada sconforto irritazione contro dittatura tedesca ed aspirazioni di pace. Pur augurando che di queste disposizioni non si tardino a vedere più tangibili indizi, osservai che se le cose stessero realmente così, mi parrebbe il caso di esaminare seriamente convenienza di incoraggiare tale tendenza col far intravvedere ai turchi che in una pronta conclusione di una pace separata, essi troverebbero tangibile tornaconto conservando ad esempio il possesso della capitale. Smarrita invece ogni speranza è ovvio che ai turchi non rimarrebbe altra alternativa all'infuori dal continuare a legare le loro sorti a quelle degli imperi centrali lottando fino all'ultimo.

Lansdowne con la sua abituale riservatezza si strinse nelle spalle, mostrò in massima di riconoscere il fondamento della mia personale osservazione ma aggiunse temere molto che il fare condividere tali vedute a Pietrogrado presenterebbe enormi difficoltà.

(l) -Cfr. n. 280. (2) -Non pubblicati. (3) -Cfr. n. 150 e nota allo stesso. (4) -Non pubblicato. (5) -È il numero di protocollo particolare del t. gab. 463 di cui alla nota 2 a p. 191.
334

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB.R. SP.814/275. Londra, 3 Luglio 1915, ore 10,52 (per. ore 5,10 del 4).

Nicolson mi disse ieri che Delcassé ha presentato un nuovo progetto di risposta alla Bulgaria il quale salvo qualche modificazione di forma è stato approvato da Sazonoff. Sottosegretario di stato non aveva presente il testo di detta comunicazione che suppongo sarà già a notizia di V. E. e che a quanto mi disse si discosta sensibilmente dal progetto inglese, menzionando esplicitamente garanzie alla Bulgaria oltre che di Kavalla anche di Serres e Drama.

!8 -Documenti diplomatici-Serie V-Vol. IV

La proposta franco-russa forma attualmente oggetto di accurato esame di questo consiglio dei ministri. Nicolson aggiunse essere oramai i quattro Governi <:.lleati in pieno accordo sulla opportunità di concentrare gli sforzi sulla Bulgaria. Replicai sembrarmi indispensabile procedere in modo da assicurarsi ad ogni costo il successo. Importa in altri termini evitare che re Ferdinando, imitando l'esempio di Bratiano, cominci a tergiversare, strappi territori e nuove concessioni rinviando ad epoca indeterminata l'entrata in azione. A questa mia osservazione assentì Nicolson e fece cordiale eco Cambon presente, il quale rilevò pericolo principale da evitare è che Bulgaria voglia subito entrare in possesso dei territori assegnati, il che provocherebbe fatalmente un conflitto armato con Serbia e Grecia a tutto profitto del nemico.

335

L'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, GARRONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4952/485. Costantinopoli, 3 luglio 1915 (1).

Accoglienza fatta dalla popolazione armena che è stata di grandissima utilità agli invasori, tanto che si dice che è unicamente grazie loro concorso che russi hanno potuto prendere Van e marciare su Bitlis, ha causato nuove misure di rigore contro i circoli dirigenti armeni di Costantinopoli e contro quelle popolazioni. Vi sono state esecuzioni, deportazioni ed ora espropriazioni e trasferimenti in massa di armeni dai centri sospetti in regioni abitate da musulmani.

336

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 2427. Roma, 4 luglio 1915, ore 1,30.

Mi viene riferito che fra giorni sarà inaugurata in codesto Museo • Vittoria ed Alberto • un'esposizione artistica organizzata da elementi jugoslavi intesa a dimostrare che la Dalmazia non è italiana. Si afferma che il sottosegretario di Stato Lord Cecil presiederà all'inaugurazione.

Non vl è dubbio che simili manifestazioni destinate ad influenzare politicamente codesta opinione pubblica in senso contrario all'Italia sono dannose e inopportune. Per lo meno dovrebbe essere provveduto ad organizzare manifestazioni pubbliche dello stesso genere in senso favorevole alle aspirazioni italiane.

(l) Il telegramma venne trasmesso da Sofia il 5 luglio alle ore 12,30 e pervenne alle ore l del 6.

337

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4897/1112. Italia, 4 Luglio 1915, ore 16,25 (per. ore 16,35).

Telegramma n. 8670 (?).

Ho telegrafato al R. ministero della Guerra quanto segue:

• Poiché convenzione consolare 1868 esonera italiani in Svizzera e svizzeri in Italia da requisizioni senza prevedere eccezioni di tempo e luogo per caso di guerra in considerazione ragioni di ordine politico militare internazionale invocate da ministero Affari Esteri riterrei opportuno non applicare bando requisizione a cittadini svizzeri tanto più che vantaggi che si potrebbero ricavare non sono sensibili ».

338

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 2436. Roma, 4 luglio 1915, ore 19.

Suo telegramma n. 359 (1).

Giorni fa Coromillas disse al segretario generale che l'Italia tiene e non tiene a Berat; se ci tiene l'occuperebbe, se non l'occupa, è segno che non ci tiene. Il segretario generale rispose che il R. Governo annette massima importanza a Berat, non intende occuparla esso stesso, ma intende non sia occupata da altri. Il giòrno appresso segretario generale dichiarò a Coromillas a nome mio che una avanzata ellenica oltre il territorio già occupato avrebbe una profonda ripercussione nell'opinione pubblica italiana alla quale non potrebbe restare indifferente il R. Governo e che, ciò facendo, la Grecia si alienerebbe le simpatie del Governo italiano. Indi il segretario generale confermò a Coromillas il contenuto del mio telegramma a V. S. n. 2271 (2) vale a dire che non abbiamo alcuna intenzione di avanzare su Berat e gli spiegò che V. S. era stata autorizzata a ciò dichiarare a codesto Governo in seguito alle voci corse costà in contrario, le quali si vorrebbero prendere a pretesto di una avanzata greca.

È chiaro che Coromillas va cercando appigli per giustificare un fatto compiuto.

Voglia dichiarare a codesto Governo che nessun fatto nuovo è intervenuto dopo le esplicite rassicuranti dichiarazioni di Zografos contenute nel telegramma ùi V. S. n. 34; voglia ancora confermargli esplicitamente che non abbiamo alcun progetto di avanzare verso Berat; che l'opinione pubblica italiana è già eccitata abbastanza contro la Grecia per gli articoli sistematicamente ostili di codesta stampa; che una avanzata greca su Berat produrrebbe una pericolosa esplosione di mo:lcontento che metterebbe il R. Governo in posizione difficilissima; che per conseguenza dovremo considerare qualunque movimento simile come un atto poco amichevole.

(l) -Cfr. n. 332. (2) -Cfr. n. 280.
339

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA. IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. R. SP. 655. Roma, 4 luglio 1915, ore 20,30.

Questo ambasciatore di Russia mi ha detto Sazonoff accetterebbe il testo della risposta da darsi alla Bulgaria come formulato da Delcassé, proponendo soltanto le seguenti modificazioni, dei n. 2 e 3.

N. 2 -Elles déclarent que la possession de la Macédoine dans les limites fixées sera garantie à la Bulgarie à la fin de la guerre.

N. 3 -Les puissances alliées sont d'avis que l'arrière pays de Kavala doit comprendre Sérès et Drama pour assurer une jonction stable et effective entre ce port et les confins actuels de la Bulgarie.

Delcassé interpellato ha accettato questi emendamenti. Giers non sapeva a che punto fossero giunte in proposito le intese con Londra. Risposi che per parte mia non avevo difficoltà di accettare il nuovo testo

proposto, a condizione che prima di dare tali risposte alla Bulgaria si ottenesse da lei la precisa indicazione della data a cui sarebbe entrata in campagna quando l'accordo avvenisse sul resto.

340

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. R. SP. 656. Roma, 4 luglio 1915, ore 20,30.

Questo ambasciatore di Russia mi ha detto che Sazonoff proponeva agli alleati di fare al Montenegro una comunicazione nel senso seguente:

• Les puissances continuent à désapprouver l'envoi des forces monténégrines en Albanie, tandis que celles-ci devraient avoir pour objectif une action offensive contre l'Autriche. Elles ne reconnaissent pas l'occupation par le Monténégro des territoires albanais, occupation qui est en contradiction directe avec ,les conseils donnés par les puissances au Gouvernement du roi Nicolas. Le consul à Scutari a reçu l'ordre de se borner a l'expédition des affaires courantes et d'éviter d'entretenir des relations suivies avec les autorités monténégrines. La promesse du Monténégro de ne donner à l'occupation de Scutari qu'un caractère temporaire qui ne peut en aucune façon préjuger de son sort, dépendant exclusivement de la volonté des grandes puissances, est une promesse dont ces dernières ont pris acte, mais qui ne peut influer sur le jugement qu'elles porteront ultérieurement sur les agissements arbitraires des monténégrins. Ceux-ci pourront encourir un jugement moins sévère s'ils se soumettent complètement au commandant en chef s'ils ài.rigent leurs forces contre I'ennemi commun •.

Risposi che accettavo quanto alla sostanza della dichiarazione; ma che questa mi pareva un po' troppo dura ed aspra nella forma, e avrei consigliato di attenuare alcune espressioni.

Giers disse che non si trattava che di uno schema per mettersi d'accordo sul fondo.

341

IL CONSOLE A SCUTARI, DE FACENDIS, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4905/331. Scutari, 4 luglio 1915, ore 6,30 (per. ore 23,10).

Stamane sotto l'accusa di rifiuto ad accettare moneta montenegrina un ufficiale montenegrino accompagnato da poliziotti e soldati si è recato al negozio del suddito italiano Marubbi intimandogli recarsi con lui in polizia. Marubbi ha risposto che ciò non poteva senza intervento di questo consolato che egli ha fatto subito avvisare.

Recatomi personalmente sul posto ho dichiarato cortesemente all'ufficiale che secondo regime capitolare sempre in vigore, nessuna intimazione poteva essere fatta ad un suddito italiano se non a mezzo del R. consolato e che se torto vi era da parte Marubbi non avrei mancato di dare soddisfazione alle autorità montenegrlne. L'ufficiale mi ha risposto che egli doveva comunque eseguire ordine e che avrebbe tradotto il Marubbi anche con la forza, ed essendo ciò messo in atto, non ho potuto che protestare vivamente.

In seguito interrogatorio il Marubbi è stato dichiarato in arresto per tre ore per preteso disprezzo alla moneta montenegrina. Ho rimesso immediatamente protesta per iscritto al console montenegrino contro tale grave violazione di legge a d,mno suddito italiano ed a norma regime capitolare tuttora in vigore in Albania. Incidente destato penosa impressione nella popolazione e colonia per lo spirito chiara avversione all'elemento italiano da parte montenegrini, mostrandosi nelle parole ostili che usano continuamente contro noi, ma ora anche nei fatti, giacché se era discutibile addentellato fatto al Marubbi, è stata assolutamente illegale procedura seguita e arresto, considerando le stesse grandi Potenze, occupando Scutari, rispettarono capitolazioni e tribunale consolare.

Telegrafato quanto precede legazione Cettigne e Durazzo.

342

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, SALANDRA, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

(ACS, Carte Salandra)

T. RR. s. n. Roma, 5 luglio 1915, ore 11,30.

Ho letto con ritardo perchè assente al campo i suoi recenti telegrammi relativi alle conversazioni con le quali lord Crewe insisteva per sollecitare la nostra dichiarazione di guerra alla Turchia. Essi mi danno occasione ad esporle in via assolutamente personale e confidenziale la nostra situazione generale politica e militare. Le operazioni della guerra contro l'Austria procedono finora nel modo più soddisfacente. L'esercito ed i suoi capi dimostrano le più alte qualità. Ma l'impresa si rivela dura e lunga trattandosi dell'attacco di linee fortissime per natura e fortificate dal nemico con assidua cura profittando di tutte le esperienze della attuale guerra. Frattanto la situazione generale è peggiorata, come ella sa, in misura notevole per effetto della ritirata dei russi e del conseguente arresto del movimento verso l'Intesa degli stati balcanici. La stessa Serbia per malavoglia

o per paura di essere sopraffatta non attua l'offensiva alla quale si era impegnata. Sono così venute a mancare tutte le condizioni della convenzione militare da noi stipulata in seguito al patto di Londra; e noi che lo abbiamo eseguito con scrupolosa lealtà ci troviamo esposti al pericolo, che ho ragione di credere probabile, dl una potente controffensiva austro-tedesca ai nostri confini settentrionale ed orientale. Per resistere quindi al poderoso attacco fino a quando la Russia non potrà riprendere l'offensiva e che per conseguenza vi sia seria speranza dell'intervento .concreto di uno o più stati balcanici noi abbiamo bisogno di tutta la nostra forza militare disponibile ed i nostri alleati hanno l'obbligo di corrispondere alla nostra scrupolosa esecuzione dei patti aiutandoci per quanto è possibile specialmente nei rifornimenti delle armi delle munizioni e delle materie prime e delle macchine occorrenti a fabbricarle. Debbo finalmente soggiungerle con molto rincrescimento che la situazione in Libia è peggiorata rapidamente al segno di obbligarci a ritirare tutti i nostri presidi alla costa abbandonando completamente l'interno della colonia e che a creare tale situazione ha contribuito validamente il contegno dell'Inghilterra la quale ha lasciato alimentare in tutti i modi, anche dopo che divenimmo formalmente alleati, la rivolta senussita contro di noi per allontanarne il pericolo dall'Egitto. Tutto ciò rilevo non ad intento d'inutile recriminazione ma come constatazione di fatti innegabili.

Da quanto sopra è esposto debbono trarsi nel supremo interesse del nostro paese alcune ovvie conseguenze cioè: Primo che, pure ritenendo inevitabile e non lontano lo stato di guerra fra noi e la Turchia come fra noi e la Germania il momento di dichiararla deve essere lasciato a nostra libera scelta senza che da qualche eventuale ritardo possano sorgere negli alleati sospetti che sarebbero sotto ogni aspetto ingiustificati. Secondo che anche quando sia dichiarata la guerra alla Turchia non è da nutrire alcuna illusione circa la possibilità di una nostra partecipazione in qualsiasi forma alla impresa dei Dardanelli, almeno fino a quando le condizioni generali della guerra non siano mutate al segno di consentirci di detrarre una parte delle nostre forze dalla difesa del paese; mentre per ora tale prospettiva non è neanche lontanamente visibile. Terzo che dai nostri alleati ed in ispecie dall'Inghilterra abbiamo il diritto di richiedere una più sincera ed efficace cooperazione nella difesa della nostra colonia e nei nostri rifornimenti di armi e di munizioni, secondo le richieste che faranno gli organi competenti. A tale proposito non debbo tacerle la penosa impressione che ebbi dal reciso diniego di lord Kitchener di !asciarmi fornire le 230 mitragliatrici che pure rappresentavano non una concessione di favore ma l'esecuzione di una commissione data da molto tempo.

Ho voluto esporle quanto sopra non per darle istruzioni che sono riservate esclusivamente al ministro degli affari esteri col quale è superfluo dire io procedo in pieno accordo ma perchè ella abbia una impressione diretta del mio modo di vedere sulla grave situazione generale nel momento presente e sugli obblighi che ne derivano a chi ha la pesante responsabilità di dirigere la politica del paese e di fare tutto quello che si deve per arrivare ai risultati che tutti desideriamo.

343

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 823/1953. Italia, 5 luglio 1915, ore 15,10 (per. ore 16).

Informo V. E. che nostro addetto militare in Serbia comunica che addetto francese colà accreditato ha ricevuto incarico dal suo quartiere generale di insistere energicamente perchè Serbia prenda offensiva come da patto italo-russo firmato da Serbia. Addetto russo attende conferma e ancora istruzioni simili da suo Governo. Addetto Francia ha creduto durante attesa assumere informazioni. Da capo ufficio competente ha avuto risposta che Serbia non è stata consultata per conclusione ·concordata o stata firmata 'solo da Addetto Militare serbo a Pietrogrado per presa conoscenza.

344

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

'T. GAB. 4935/1213. Londra, 5 luglio 1915, ore 12,50 (per. ore 16,35).

Venerdì scorso lord Crewe ricevette deputazione jugo-slavi venuti ad esprimergli loro aspirazioni adriatiche mediante riunione ai fratelli serbi e montenegrini. In risposta S. S., dopo aver ricordato che Inghilterra ha ab antiquo favorito realizzazione aspirazioni basate su principii nazionalità e dichiarato che alla conclusione della guerra Jugo-Slavi possono fare affidamento sul favore Inghilterra per applicazione propugnati principii a seconda rettificazione futura carta Europa, aggiunse: • Dovete tuttavia perdonarmi se in modo ... (l) ed amichevole io aggiungo una parola di ammonimento al riguardo. Mai per quanto ho potuto dedurre dall'esame degli annali storici è avvenuto che una nazione potesse sia in conseguenza guerra, sia con l'aiuto di potenza alleata, vedere completamente realizzati i suoi desiderii di espansione e i suoi sogni di acquisti territoriali. Non è necessario chiederne il motivo. A volte ciò è avvenuto a cagione esistenza alla

frontiera di un lembo di popolazione che non si poteva dire appartenesse definitivamente all'una od all'altra delle razze interessate e noi non possiamo sperare che la storia non si ripeta alla fine presente guerra. In ogni caso, però, la deputazione può essere sicura che lo spirito slavo troverà grande opportunità di espansione con un futuro di incontestabile grandezza e prosperità in nuovo e più vasto campo •.

(l) Gruppo indecifrato.

345

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 905/59. Atene, 5 luglio 1915, ore 14 (per. ore 16,50).

Venizelos ha invitato gli ufficiali della nostra missione gendarmeria, coi quali ebbe sempre relazioni cordiali, a visitarlo. Essi hanno creduto opportuno rispondere all'invito e si sono recati alla villa Benaschi, dove Venizelos risiede, di sera, e con qualche precauzione per non dare nell'occhio. Difatti visita è rimasta ignorata. Venizelos ha parlato coi nostri ufficiali a lungo e con tutta franchezza. Secondo relazione fattami da uno di essi riassumo cose principali dette da Venizelos:

l o -Il Re gli ha fatto dire di stare tranquillo e sicuro perché quanto prima e non appena le sue condizioni di salute glielo permetteranno egli lo farà chiamare e gli confiderà la formazione di un Gabinetto.

2o -Venizelos nonostante attacchi e minacce anche personali non teme nulla per se stesso. Al generale Dusmani e ad altri ufficiali superiori che avevano manifestato la velleità di costituire una lega militare contro di lui il Re ha mandato a dire per mezzo del principe ereditario che si guardassero bene dal nuocergli in verun modo.

3° -Venizelos, caduto dal potere per la sua fedeltà alla politica della Triplice Intesa, resta fedele ad essa e proverà la sua fedeltà non appena tornato al potere.

4o -Parlando della Triplice Intesa Venizelos non ha accennato espressamente all'Italia né ha fatto comprendere se suoi sentimenti siano uguali verso l'una e l'altra.

5° -Ha detto che non appena giunto al potere avrebbe provveduto perché barone Schenck lasci senza indugio la Grecia. 6° -Del ministro Stratos ha detto che è un ladro e che egli lo deferirà alla giustizia. 7o -Sull'argomento speciale del servizio gendarmeria ha detto che attuale Governo, in occasione elezioni, aveva commesso illegalità e veri delitti. Egli rimetterà le cose a posto e punirà gli ufficiali che si sono prestati commettere soprusi (1).

(l) Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. 492 del 6 luglio, ore 19.

346

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, GARRONI, E AI MINISTRI A BUCAREST, FASCIOTTI, E A SOFIA, CUCCHI BOASSO

T. GAB. 490. Roma, 5 Luglio 1915, ore 21.

(Per Sofia e Bucarest) Per Garroni n. 15 -5 luglio.

(Per tutti) Prendo atto delle chiare delucidazioni fornite da V. E. col suo telegramma n. 478 (1), circa incidente di Adalia. Non mi è possibile prendere in considerazione suo desiderio di essere esonerato dalle funzioni di Ambasciatore. La presenza di V. E. è oggi assolutamente indispensabile a Costantinopoli.

347

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 830/210. Pietrogrado, 5 luglio 1915, ore 15,20 (per. ore 21).

Telegramma di V. E. gab. n. 647 (2).

Proposta Delcassé concepita nel senso che qualora Serbia rinunzi sue rivendicazioni sul Banato le Potenze si impegnano a facilitare unione fra Croazia e Serbia se voluta dagli interessati è stata formulata qui ieri da Paléologue. Sazonoff ignora quale accoglienza vi farà Inghilterra. Per parte mia non ho mancato esprimere opinione:

l o che in luogo di agevolare la soluzione della questione del Banato non si farebbe che complicarla con nuovi problemi; 2° che si rimetterebbe sul tappeto la questione dell'Adriatico non senza che se ne risentano accordi di Londra;

3o .che si rinunzierebbe ad una importante carta nel giuoco delle combinazioni possibili sia in una pace generale sia in una pace separata con l'Ungheria e con l'Austria-Ungheria;·

4o che scambio fra una zona nel distretto di Torontal e la Croazia non è affatto proporzionato;

5o che volontà della Croazia è ben lungi dall'essere provata e non deve essere giudicata alla stregua di quanto affermano i capi di una ristretta minoranza interessata.

Sazonoff ha bensì insistito dicendo che proposta francese era poco impegnativa per le Potenze e che d'altra parte non si saprebbe escogitare altro mezzo per equilibrare concessioni a Serbia e Romania, ma ha evitato entrare nel merito delle obiezioni mossegli ed è rimasto impressionato dalla mia affermazione che proposta francese non troverebbe buona accoglienza da parte di tutte le potenze (3).

{.3) Ritrasmesso insieme al n. 831/211 a Parigi e Londra con t. gab. r. sp. 669 del 6 luglio, ore 21 ,30.

(l) -T. gab. 906/478 del 1° luglio, che non si pubblica. (2) -Cfr. n. 327.
348

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 825/277. Londra, 5 luglio 1915, ore 10,41 (per. ore 1,35 del 6).

Telegramma di V. E. 647 R. Sp. (1).

Avantieri parlando con Nicolson alla presenza di Cambon accennai alla Croazia manifestando in modo molto chiaro mie vedute sulla somma inopportunità ed imprudenza di vincolarla disponendone. Cambon rispose che trattavasi di una semplice vaga idea non concretata nè formulata in proposta e che pertanto non era il caso di discuterne.

Risposta di Cambon e silenzio di Nicolson mi lascerebbero :!"itenere che per il momento almeno la cosa non dovrebbe avere seguito.

349

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 827/211. Pietrogrado, 5 luglio 1915, ore 22,45 (per. ore 7,40 del 6).

Ho motivo credere che la risposta inglese alla proposta Delcassé relativa rinuncia al Banato da parte della Serbia contro promessa facilitare sua unione con Croazia, sia stata del tutto evasiva.

350

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. U. 4954/395. Bucarest, 5 luglio 1915, ore 22,50 (per. ore 16,45 del 6).

Persona g;iunta da Budapest dice aver visto in quella stazione ferroviaria 400 vagoni da 15 tonnellate ciascuno contenenti sottomarini decomposti sorvegliati da sott'ufficiali germanici e diretti a Trieste o più probabilmente Pola. Sarebbe utile esercitare attiva ,sorveglianza. Prego comunicare quanto precede comando corpo Stato Maggiore dell'esercito e della marina.

(l) Cfr. n. 327.

351

IL MINISTRO A NISCH, SQUITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4978/205. Nisch, 5 luglio 1915 ore 18,30 (per. ore 9 del 7).

Telegramma di V. E. n. 2393 (1).

Mi consta in modo positivo che nessun emissario austriaco è qui venuto giorni or .sono a tastare il terreno con Pachiitch per una pace separata. È vero però che qualche settimana fa a Bucarest e ad Atene furono fatte proposte all'infuori degli organi governativi per essere trasmesse a Nisch da parte del Governo austro-ungarico allo scopo di addivenire ad una pace separata sulla base dello sbocco della Serbia all'Adriatico in Albania e del mantenimento dell'attuale possesso serbo in Macedonia.

Questo Governo ha fatto rispondere che mai ed a nessuna condizione si sarebbe distaccato dai suoi alleati per trattare una pace separata.

352

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4936/1214. Londra, 5 luglio 1915.

Telegramma di V. E. 2427 (2).

Circa quindici giorni fa venne aperta esposizione di opere scultorie Mestrowitch ·Che furono qualificate come serbe, solo Times nel riferire in un trafiletto i particolari inaugurazione rilevò essere scultore di origine dalmata e colse l'occasione per riaffermare che Dalmazia è slava e non italiana. Discorso lord Robert Cecil che inaugurò esposizione non contiene menoma allusione alla Dalmazia e all'Italia ed è interamente dedicato ammirazione civiltà slava in contrasto con scultura germanica.

Informato della .cosa a fatto compiuto non mancai di attirare in via amichevole attenzione di Nicolson ignaro di tutto sulla falsa interpretazione che sarebbe stata attribuita dal comitato jugo-slavo e dai suoi fautori inglesi a.lla presenza alla cerimonia di colui ed alla naturale .sgradita impressione che il fatto avrebbe cagionato sulla opinione pubblica in Italia in generale e sui dalmati italiani.

Dal mio telegramma 1213 (3) V. E. avrà rilevato la risposta data da Lord Crewe al comitato jugo-slavo. Tale risposta attraverso circollocuzione diplomatica non costituisce meno di una vera e propria doccia fredda che dovrebbe essere sufficiente a calmare agitazione fautori inglesi austrofili jugo-slavi [che] appartengono quasi tutti al comitato balcanico ed a quel gruppo di radicali dottrinarii britannici dedicanti loro attività a r.egolare le questioni del mondo intero mischiandosi di affari che non li concernono. Data autorità fra di essi goduta da

Trevelyan attualmente in Italia riterrei opportuno agire su lui magari per il tramite di Rodd per persuaderlo a far intendere a questi suoi amici che insistendo nella altrettanto inopportuna, quanto infruttuosa campagna, riusciranno unicamente ad alienare simpatie nostro paese verso il loro. In questo senso io gli parlai già con la massima franchezza.

(l) -È la ritrasmissione del n. 312. (2) -Cfr. n. 336. (3) -Cfr. n. 344.
353

IL SEGRETARIO GENERALE AGLI ESTERI, DE MARTINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

D. 35007. Roma, 5 luglio 1915.

Per opportuna norma dell'E. V. mi onoro di qui unito trasmetterle le copie delle note ,scambiate tra questa Ambasciata Imperiale Ottomana ed il R. Ministero, circa le Convenzione del 1888 pel Canale di Suez.

ALLEGATO

SONNINO A NABY BEY

N. 32447/24. Roma, 19 giugno 1915.

NOTE VERBALE

Le ministère royal des affaires étrangères a l'honneur d'accuser réception de la note n. 4743/36, en date du 11 de ce mois, par laquelle l'ambassade impériale ottomarre en se référant à l'infraction de quelques unes des dispositions de la convention de 1888 qui auraient été commises par le gouvernement britannique et par le gouvernement français, expose la nécessité impérieuse dans laquelle son gouvernement se trouve de prendre des mesures militaires en vue de la défense du territoire de l'empire et de diriger les hostilités sur le Canal de Suez méme.

En réponse à cette communication le ministère royal des affaires étrangères s'empresse d'avoir recours à l'obligeante entremise de l'ambassade impériale avec la prière de porter ce qui suit à la connaissance du gouvernement ottoman:

En principe, d'après l'avis du gouvernement royal l'infraction qu'une puissance ait commis de la disposition d'une convention internationale soit par la nécessité de la défense de ses intéréts particuliers, soit par la force des événements ne justifie point la violation de la méme convention de la part d'une autre puissance.

Dans le cas spécial, sans discuter si les mesures adoptées par le gouvernement britannique constituent ou pas une lésion de la convention du 29 octobre 1888, le gouvernement royal a constaté que dès l'ouverture des hostilités entre la Grande Bretagne et la France d'un còté, et la Turquie de l'autre, le canal maritime de Suez est resté jusqu'à présent ouvert à la navigation conformément à l'artide 4 de la dite convention. L'Italie jusqu'à ce moment n'a pas eu à se plaindre d'aucune atteinte à cette liberté. Mais cela ne pourrait pas se réaliser si le gouvernement ottoman portait sur cette voie maritime internationale l'effort de ses armées de manière à en entraver le libre usage (art. 11). Dans ce cas, il s'agirait d'une véritable et effective violation de l'accord, dans sa substance méme, et aucun motif ni prétexte ne pourraient étre reconnus par le gouvernement du Roi comme capables de justifier l'atteinte que par cela le gouvernement ottoman porterait aux intéréts vitaux de l'Italie dans la Méditerranée et dans ,la Mer Rouge.

Par conséquent le gouvernement du Roi aime à espérer que le gouvernement ottoman voudra bien s'abstenir de tout acte d'hostilité sur le Canal, contraire à la disposition de l'artide 11 et dont la responsabilité, d'après son avis, ne tomberait, le cas échéant, que sur le gouvernement ottoman.

354

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI DE' CALBOLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4957. Berna, 6 luglio 1915, ore 12,15 (per. ore 15).

Faccio seguito mio telegramma 242 (l) del 28 giugno.

Questo dipartimento .politico mi ha detto che ignora totalmente notizie comparse Corriere delLa Sera circa prossima missione diplomatica del Vaticano a Berna. Nessun passo fu più fatto qui dopo missione conte Santucci.

355

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A CETTIGNE, NEGROTTO CAMBIASO

T. GAB. 2467. Roma, 6 luglio 1915, ore 16.

R. Governo ha deciso che a partire dal 6 corrente il blocco dichiarato in data 26 e 28 maggio sarà esteso a tutte le zone del Mare Adriatico a nord della linea Otranto-Aspri Ruga e per conseguenza nelle zone ,suddette ai bastimenti mercantili di tutti gli Stati sarà vietato navigare.

Nel portare d'urgenza quanto precede alla conoscenza di codesto Governo la S. V. dovrà aggiungere che Governo del re ha espressamente riconosciuto alle navi che chiedono recarsi ai porti adriatici appartenenti o occupati dal Montenegro lo stesso trattamento dei bastimenti diretti a porti italiani. Saranno lasciate approdare a quei porti le navi con carico legittimamente e sicuramente destinato al Montenegro. Per la -constatazione di detta legittimità e sicurezza tutte le navi in navigazione per e dal Montenegro dovranno all'andata recarsi a Gallipoli e nel ritorno a Bari nei quali porti dopo la visita saranno dalle RR. autorità di Marina munite di salvacondotto e avranno le necessarie istruzioni.

Le navi non munite di salvacondotto saranno catturate per violazione di blocco.

Per facilitare ancor più movimento mercantile marittimo con codesti porti se Governo montenegrino vorrà a tempo avvisare V. S. arrivo e partenza bastimenti ai trasporti dei quali esso specialmente s'interessa noi faremo alle superiori autorità della R. Marina opportune comunicazioni per agevolare e affrettare rilascio salvacondotto.

Invio per posta testo del decreto luogotenenziale.

(l) Cfr. n 294.

356

IL CONSOLE A SCUTARI, DE FACENDIS, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 4955/336. Scutari, 6 Luglio 1915, ore 10,35 (per. ore 16,15).

Qual decano di questo corpo consolare ho invitato rappresentante colleghi per esaminare incidente Marubbi (1). È stato deciso indirizzare ai rispettivi Governi seguente telegramma identico: «Autorità montenegrine procedendo ieri a misure di polizia contro uno straniero suddito italiano non hanno rispettato procedura tradizionale derivante dal regime delle capitolazioni e nonostante proteste del console d'Italia che si trovava presente hanno dichiarato categoricamente che, in seguito all'occupazione, predetto regime non esisteva più. Considevando che capitolazioni sono rimaste in vigore anche all'epoca dell'occupazione internazionale e dato che i nostri Governi ci hanno invitato astenerci da tutto ciò che potrebbe costituire riconoscimento del fatto compiuto, i rappresentanti Quadruplice Intesa a Scutari hanno di comune accordo deciso segnalare questa violazione trattati vigenti ai rispettivi Governi pregando Governi loro dettare una comune linea di condotta da tenere

in casi analoghi. Ho comunicato quanto precede alle RR. legazioni Durazzo e Cettigne.

357

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4960/585. Pietrogrado, 6 luglio 1915, ore 14,55 (per. ore 19,15).

Giornali riportano senza alcun commento finora senso discorsi scambiati fra Trumbic presidente comitato jugo-slavo e lord Crewe. Da discorso di quest'ultimo citasi passaggio in cui con amichevole franchezza si fanno riserve circa realizzazione di tutte le aspirazioni manifestate dal comitato le quali, secondo Trumbic mirano all'unione in un solo stato di tutte le razze jugo-slave comprendenti serbi, croati e sloveni.

358

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. R. SP. 672. Roma, 6 luglio 1915, ore 21,30.

Sir Renne! Rodd mi ha detto che a parere di lord Crewe non conviene spingere troppo la Serbia ad attaccare gli austriaci al di là del suo confine, perchè si metterebbe in eccessivo pericolo il suo esercito, cui spetta una funzione impor

tantissima, quella cioè di impedire che gli austro-t,edeschi possano premere diret

tamente sulla Bulgaria per mettersi in contatto con la Turchia.

Risposi che era questione di misura; che non pretendevamo che i serbi arri

schiassero troppo il loro Esercito; ma occorreva premere su di essi rperchè invece

di volgersi contro l'Albania riunissero tutti i loro sforzi contro gli austro-un

gheresi.

Più urgente che contro i serbi parevami oggi un'azione comune del'le quattro

Potenze per esercitare una forte pressione sulla Grecia, perchè non si spingesse

verso Berat, come mostrava palesemente di voler fare.

Rodd tornò a parlare dell'influenza che una nostra dichiarazione di guerra

alla Turchia potrebbe esercitare sulla Bulgaria.

Risposi che io personalmente, com'egli già sapeva, ero favorevole all'affrettare la dichiarazione di guerra alla Turchia e magari anche alla Germania; ma che bisognava pur render,si conto delle esitanze dell'opinione pubblica, e che le diffidenze che a questo riguardo mostravano sopratutto i francesi e un poco anche gli inglesi verso di noi, erano non solo ingiustificate ma anche dannose. L'opinione pubblica in Italia em preoccupata, e non poteva non esserlo, dei pericoli che si andavano accavallando intorno a noi, per effetto della ritirata dei russi, delle esitanze dei serbi, e di tutta la situazione generale che si era di molto peggiorata da quando firmammo la Convenzione di Londra. L'Inghilterra invece di un vero prestito, come aveva promesso di fare, ha consentito poi soltanto un'apertura di credito, e siamo noi che dobbiamo esportare dell'oro invece di riceverne. Dopo averci fatto sperare larghi aiuti di provviste di armi e munizioni, ci negava ora le mitragHatrici già da tempo ordinate e pagate. L'opinione pubblica era preoccupata che un qualunque nostro passo che potesse precipitare il rovesciare degli austro-tedeschi su di noi magari di qualche settimana

o di qualche giorno, potesse esporre il paese ad un cimento terribile e superiore alle sue forze. E non era nell'interesse dell'Alleanza di veder schiacciare a uno a uno i singoli suoi componenti. Mentre in Libia la situazione si era gravemente peggiorata, vedevamo l'Inghilterra riluttante a entrare con noi in qualunque intesa di azione per mettere a posto il Senussi; essa anzi lo aveV'a aiutato e quasi spinto contro di noi per levarsi un pericolo di dosso.

Rodd disse che uno stato di guerra dichiarata fra l'Italia e la Turchia avrebbe reso più facile un accordo anglo-italiano contro il Senussi e i turchi che lo aiutavano; tanto più ora, che il pericolo di un attacco turco contro il Canale di Suez era di molto allontanato.

Risposi che lo incitavo a lavorare nel senso di un simile accordo angloitaliano per creare così un qualche incentivo ad una nostra dichiarazione di guèrra alla Turchia. Aggiunsi che tra le ragioni che gli oppositori metteV'ano innanzi per ritardare una dichiarazione di guerra, la prima era quella che si sarebbero facilitate le pretese degli 'alleati per una nostra partecipazione attiva all'impresa dei Dardanelli; partecipazione che realmente era impossibile, data la misura limitata delle nostre risorse di uomini e di materiale.

Rodd assicurò che nessuno pretendeva da noi una tale partecipazione (1).

(l) Cfr. n. 341.

(l) Il testo di questo. telegramma è identico a quello dell'annotazione del 6 luglio in SoNNINO, Diario, vol. Il, cit., pp. 171-173. Cfr. anche, ibid., le annotazioni del 24 maggio, 15, 26, 28 giugno e 7 luglio, pp. 156-157, 162, 165-167, 173.

359

IL CONSOLE A SCUTARI, DE FACENDIS, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 4976/346. Scutari, 6 luglio 1915, ore 20,30 (per. ore 24).

Stamane d'accordo con colleghi abbiamo inviato rispettivi dragomanni al Konak per ritirare archivio del consiglio consolare affinchèi non rimanesse in mani montenegrini. Generale Vechovich ha dichiarato dragomanni che non riconosceva loro qualità non essendo consoli in relazione con lui, e che qualora consoli

avessero voluto ritirare archivio avrebbero dovuto fargli richiesta ufficiale per iscritto. Ho telegrafato quanto precede alle RR. legazioni a Cettigne e Durazzo.

360

IL MINISTRO A NISCH, SQUITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

r. 4983/206. Nisch, 6 luglio 1915, ore 18,30 (per. ore 11 del 7).

Telegramma di V. E. n. 11756 (1). Nel riferirmi al mio telegramma n. 203 (l) colgo l'occasione per pregare di tener conto che i servizi pubblici in Serbia e specialmente il ministero degli affari esteri sono completamente disorganizzati e funzionano in modo saltuario ed imperfetto per non parlare che del ministero predetto. Esso non fu mai veramente esempio d'ordine e regolarità ma ora è affidato a due capi ed a tre subalterni, gli altri essendo morti di tifo esantematico o in guerra, e con questi 5 funzionari i quali lavorano poco e male, nessun affare si riesce a disbrigare. Fatto sta che le note diplomatiche di tutti i rappresentanti esteri rimangono regolarmente senza risposta, di qualunque soggetto trattino. A nulla valgono insistenze e sollecitazioni. Mi permetto segnalare alla E. V. quanto precede a scarico di mia responsabilità di ritardi, che sarebbero inesplicabili, nella trattazione di ogni faccenda col Go

verno serbo. La R. legazione attende invano evasione di circa trenta affari intavolati per iscritto nel corso di quest'ultimo mese.

361

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, SALANDRA

(Carte Salandra, Lucera)

L. P. Roma, 6 luglio 1915.

Ebbi la Tua di ieri al mio ritorno dal mare, e ho subito telegrafato a Cettinie

con la formula consigliata da Sua Maestà di cui ti ritorno il telegramma qui accluso.

Oggi essendo venuto alle 11 a trovarmi Rodd gli ho parlato molto francamente nello stesso senso del Tuo telegramma a Imperiali (1), che ho ricevuto più tardi. Ho accennato alle ·ingiustificate diffidenze inglesi e specialmente francesi, spiegandogli i motivi per cui l'opinione pubblica da noi esitava a fare il passo della dichiarazione di guerra alla Turchia e alla Germania -e tra questi motivi misi esplicitamente il timore di vederci poi chiedere una qualche partecipazione effettiva all'impresa dei Dardanelli, partecipazione che non ci era assolutamente possibile. Egli protestò che nessuno ce l'aveva ·Chiesta e che sapeva che la cosa restava esclusa. Mi lamentai del contegno degl'Inglesi riguardo al Senussi. Rodd rispose che con la dichiarazione nostra di guerra alla Turchia, .era reso più facile un accordo itala-inglese contro i turchi al servizio del Senussi. Gli replicai che egli doveva lavorare a questo, appunto per darci un incentivo alla nostra dichiarazione di guerra. Intanto mi sforzavo di portar via dall'Asia Minore qualche altro console e i nostri ·connazionali.

Mi lamentaJi con Rodd delle durezze del prestito che non era più un prestito ma solo una apertura di credito; e del rifiuto delle mitragliatrici.

E insistei sovrattutto sull'errore di dare a vedere che si diffidava di noi, in un momento come questo dove l'opinione pubblica era preoccupata dei pevicoli che si accumulavano intorno a noi, per la ritirata dei Russi, la paura dei Serbi, ecc. ecc.

Ho piacere che si combini qualcosa riguardo al Sottosegretario per le armi e le munizioni. Temo che il pericolo di scarsità di •armi (mortai, cannoni, ecc.) sia anche maggiore che non quello per le munizioni, necessitando le prime impianti maggiori e un tempo più lungo.

Fasciotti telegrafa che gli austro-tedeschi minacciano la Rumenia d:i un'aggressione in massa, dopo serviti i Russi, qualora essa non s'impegni alla neutralità, e non conceda, come pegno, il permesso di passaggio di armi e munizioni per la Turchia. Tutto questo è assoai probabile, e costituisce un nuovo pericolo. Vedo che conti tenere il Consiglio domani nel pomeriggio.

(l) Non pubblicato.

362

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A DURAZZO, ALIOTTI

T. GAB. 2479. Roma, 7 luglio 1915, ore 3,30.

Suo telegramma n. 345 (2).

V. S. farà comunicazione ad Essad nei seguenti termini: la costa albanese è stata compresa nel blocco dichiarato dal R. Governo italiano dal suo estremo confine nord sino alla punta Aspri Ruga mediante linea di sbarramento Otranto Aspri Ruga, al fine di impedire violazione della neutralità albanese. Saranno

19 -Documenti diplomatici-Serie V-Vol. IV

però in base al relativo decreto luogotenenziale lasciate approdare a detta costa le navi con carico legittimamente e sicuramente destinato all'Albania. Per la constatazione di detta sicurezza e legittimità, tutte le navi in navigazione per o dall'Albania dovranno nell'andata recarsi a Gallipoli e nel ritorno a Bari, nei quali porti, dopo la visita, saranno munite di salvacondotto e avranno le necessarie istruzioni. Le navi non munite di salvacondotto saranno catturate per violazione di blocco.

(l) -Cfr. n. 342. (2) -Non pubblicato.
363

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A CETTIGNE, NEGROTTO CAMBIASO

T. GAB. 2482. Roma, 7 luglio 1915, ore 6.

Circa incidente relativo R. suddito Marubbi segnalatole dal R. console in Scutari, prego V. S. far osservare a codesto Governo che operato dall'autorità montenegrina a Scutari è tanto più grave in quanto R. console l'aveva prevenuta della irregolarità sua azione. Non dubitiamo quindi che Governo montenegrino prenderà decisioni che del caso e provvederà anche a che simili incresciosi incidenti non abbiano a ripetersi per l'avvenire.

Questo ministero rimane intanto in attesa conoscere determinazioni Governo montenegrino.

364

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, SALANDRA

(ACS, Carte Salandra)

T. R. P. S. N. Londra, 7 luglio 1915, ore 10,30 (per. ore 21,45) (1).

Ringrazio l'E. V. per importante telegramma (2) del quale, col suo permesso, mi parrebbe opportuno io dessi, in via confidenziale, integrale comunicazione a Grey, che riprenderà fra giorni direzione suo dipartimento. Al riguardo attendo ordini di V. E. Non avrei alcun motivo di attribuire preoccupazioni di Lord Crewe a sospetti che sarebbero assurdi ed inammissibili in presenza formali impegni da noi assunti nell'accordo di Londra. Riterrei piuttosto insistenze dovute, sia ad impressione raccolta circa effetto morale nostra dichiarazione di guerm alla Turchia, sugli stati Balcani e magari su Turchia stessa, sia alla proverbiale predilezione britannica per situazione netta. Debbo in omaggio verità aggiungere, che ad una eventuale partecipazione nostra alle operazioni franco-inglesi ai Dardanelli, non mi fu mai fatto menomo accenno in via diretta od in via indiretta, palesP. o larvata. Giorni fa anzi in un pranzo in casa privata, avendo una

persona in base a notizie giornali, manifestato speranza in tale senso, un generale comandante risposegli: italiani hanno in questo momento altro difficile compito che stanno splendidamente assolvendo. Circa mitr,agliatrici, non so più a che santo votarmi, ne ho parlato, oltre a Kit.chener, al prlimo ministro, al ministro degli affari esteri e vi ho accennato persino nel colloquio col re.

lVI:i urto purtroppo ad enormi difficoltà che hanno sostrato politico, originate come sono, da dissensi tl'!a ministro della guerl'!a e generalissimo, da violenta campagna stampa e per conseguenza da paura di recriminazioni nei giornali e nel parlamento. Ritornerò tuttavia alla carica nel primo colloquio con Grey in base al telegramma di V. E. Oirca Senussi, sono in attesa conoscere osservazioni e contro-proposte nostre alle proposte inglesi.

(l) -Il telegramma fu minutato il 6 luglio. (2) -Cfr. n. 342.
365

L'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 840/285. Parigi, 7 luglio 1915, ore 22,05 (per. ore 0,50 dell' 8).

Delcassé 'avrebbe voluto accontentare la Serbia con assicurazioni che avrebbero avuto un valore relativo poichè queste ,sarebbero partite dal presupposto molto dubbio che la Croazia avesse espressamente chiesto di unirsi alla Serbia. In seguito alle considerazioni ch'io gli ho :!!atto in nome di V. E. ha riconosciuto che non è il caso di insistere. Vorrebbe però che ,si trovasse altro modo di contentare la Serbia la quale persiste a non marciare.

366

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

Londra, 7 luglio 1915, ore 22,30

T. GAB. R. SP. 837/280.

(per. ore 3,30 deW8).

Mio telegramma ,gabinetto n. 276 spedito per corriere (1).

Vengo ora informato in gran segreto che ieri ebbe luogo a Calais noto convegno cui parteciparono Asquith, Lord Crewe, Kitchener, French, Viviani, Delcassé, Millerand, Joffre e mi assicurano pure nostro generale Porro.

Sui risultati colloquio non ho ancora particolari.

(1) Non pubblicato.

367

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 842/279. Londra, 7 luglio 1915, ore 22,30 (per. ore 7,50 dell' 8).

È stato qui per quasi una settimana Vesnich ministro di Serbia a Parigi. Egli che durante la conferenza balcanica ,soleva essere JJiù che assiduo mio visitatore, questa volta non si fece vivo. Ha veduto però ,altri miei colleghi; in colloqui privatissimi con uno di essi, a proposito conversazione fra quadruplice e Bulgaria, egli pur riconoscendo personalmente che Serbia troverebbe tornaconto alla cessione territoriale della Macedonia in vista di lauti compensi assicuratile a guerra finita, ha aggiunto che tutto ciò non è capito dall'opinione pubblica la quale unanimemente concorde si opporrà con massima tenacia a qualunque cessione alla Bulgaria e che pertanto sarebbe vano e pericoloso da parte quadruplice farsi qualsiasi illusione in .proposito. Linguaggio Vesnich viene quindi a dare nuova autorevole conferma alle impressiomi del R. ministro a Belgrado. D'altra parte mi risulta che da qualche rappresentante della quadruplice a Sofia sono stati manifestati circa serietà intenzioni Bulgaria ad entrare realmente in campagna a fianco degli alleati, dubbii e reticenze sostanzialmente analoghi a quelli manifestati dal R. ministro a Sofia del quale sono note prudente avvedutezza e perfetta conoscenza di quell'ambiente.

Sui motivi che hanno determinato subitaneo congedo del ministro d'Inghilterra qui SI mantiene massimo riserbo. Nicolson mi disse che congedo era stato spiegato a quel diplomatico colla necessità di avere in questo momento a Sofia un rapvresEmtante che fosse più minutamente al corrente delle questioni interessanti la Rmsia.

Scelta O'Bearne che conosco personalmente pare felice.

368

L'AMBASCIATORE A TOKIO, GUICCIOLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 5011. Tokio, 7 luglio 1915, ore 11,20 (per. ore 8,45 dell' 8).

In queste altissime sfere governative discutesi segretamente eventualità alleanza Russia. Mi risulta Gran Bretagna non favorevole (l) .

(l) Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado con t. 2515 dell'B luglio.

369

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A CETTIGNE, NEGROTTO CAMBIASO

T GAB. 249G. Roma, 8 luglio 1915, ore 15.

(Per tutti meno Cettigne) Il 4 luglio il cittadino italiano Marubbi fu arrestato a Scutari contrariamente ai diritti capitolari. Il suo arresto ha formato oggetto di una deliberazione dei consoli a Scutari (l) che sarà stata comunicata a code5,to Governo.

A tale proposito informo V. E., per sua norma di linguaggio, che ho telegrafato al R. 1nmistro a Cettigne quanto segue:

(Per tutti) V. S. potrà prendere occasione dell'incidente Marubbi per far noto verbalmente a codesto Governo che noi non riconosciamo in alcun modo il fatto compiuto dell'occupazione di Scutari contrario al trattato di Londra.

370

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A CETTIGNE, NEGROTTO CAMBIASO

T. GAB. 2504. Roma, 8 luglio 1915, ore 15.

(Per Cettigne) Con riferimento comunicazione del R. console Scutari circa telegramma ideatico diretto dai consoli della Intesa ai rispettivi Governi in seguito incidente Marubbi, comunicale seguente telegramma che ho inviato ai RR. ambasciatori a Londra, Parigi e Pietrogrado:

(Per Parigi, Londra e Pietrogrado) In seguito arbitrario arresto di un sud

dito italiano operato a Scutari dai montenegrini, con voluta ed aperta violazione

Capitolazione, quei Consoli dell'Intesa convocati dal decano collega italiano,

hanno inviato ai rispettivi Governi telegramma identico nel quale protestano

contro violazione C;;pitolazione e trattati vigenti per parte autorità montenegrine

e chiedono istruzioni circa loro linea condotta.

(Per tutti) Ad evitare ulteriori incidenti, reputerei opportuno che da rap

presentanti Quadruplice Intesa a Cettigne fosse fatto passo identico presso Go

verno montenegrino per richiamarlo al rispetto delle norme di diritto interna

zionale quali furono stabilite nell'articolo 43 della IV Convenzione dell'Aja, al

rispetto cioè delle leggi vigenti nel paese per parte autorità corpo di occupazione.

V. E. vorrà esprimersi in tal senso con codesto Governo, pregandolo impartire opportvne istruzioni proprio rappresentante a Cettigne.

(Per Cettigne) V. S. si associerà passo di cui trattasi, non appena suoi colleghi dell'Intesa avranno ricevuto identiche istruzioni.

(l) Cfr. n. 363.

371

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 843/281. Londra, 8 luglio 1915, ore 16 (per. ore 19).

Riferendomi a precedenti colloqui dissi ieri a Nicholson che credevo necessario non dissimulargli penosa impressione cagionata a Roma e personale rincrescimento dello stesso presidente del consiglio per ostinato rifiuto mitragliatrici e per atteggiamento delle autorità anglo-egiziane nella questione del Senusso. Non ero incaricato di fare una comunicazione ufficiale, ma, per ovvie ragioni mi pareva imp~rioso dovere dirgli la verità senza reticenze. Rispose che avrebbe di ciò prevenuto lord Crewe. Aggiunse che questione Senuss.o formava oggetto di accurato studio nell'intento di facilitare accordo.

Circa mitragliatrici osservò che io non potevo ignorare che Kitchener è intratté1bile e non vuole sentire nessuno, per noti motivi militari e politici.

Risposi io che tutto ciò stava bene ma che d'altra parte mi pareva non meno evidente che il trattenere materiale già pagato e che ,avrebbe dovuto essere consegnato prima dello scoppio della guerra, costituiscé un atto ingiustificato verso chiunque. ed ancora più poi verso una nazione alleata.

Non intendevo quindi darmi per vinto e mi proponevo di attirare sul fatto la massima attenzione di Grey al suo prossimo ritorno.

372

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. R. SP. 681. Roma, 8 luglio 1915, ore 21.

Barrère mi ha detto Delcassé si sarebbe messo d'accordo con Crewe per proporre che non si dia per ora alla Bulgaria una risposta alle sue domande, ma invece la s'inviti a formulare essa le condizioni alle quali s'impegnerebbe a entrare in azione a una data determinata.

Risposi che non mi opponevo a tale proposta, ma osservavo che essa poteva far perdere molto tempo, nel caso che veramente la Bulgaria fosse disposta a entrare in campo. Di contro tale proposta poteva presentare il vantaggio di prendere tempo per vedere come si sistemavano le cose in Grecia, e di non urtare maggiormente la Serbia, nei riguardi della Macedonia, nel momento in cui le si dà motivi di irritazione col cedere tutto il Banato alla Romania.

Barrère disse che per la Serbia tanto Delcas.sé come Crewe erano propensi a darle l'assicurazione che le potenze non avevano obbiezioni a che la Croazia si unisse alla Serbia; ciò senza garantire nulla.

Risposi che a questo io era contrarissimo.

Consideravo come una imprudenza il chiudersi la possibilità per parte delle potenze di poter trattare eventualmente con l'Ungheria per distaccarla dai tedeschi nel giorno in cui la guerra volgesse favorevole ai russi e a noi, cioè contraria all'Austria. Osservavo inoltre che la Croazia implicava la questione di Fiume e che le assicurazioni a favore della Serbia desterebbero a questo proposito una incresciosa e dannosa agitazione in Italia.

Probabilmente la Romania non si muoverebbe malgrado le larghe concessioni fattele pel Banato, e intanto resterebbero irrevocabilmente le assicurazioni date alla Serbia riguardo alla Croazia.

373

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 844/282. Londra, 8 luglio 1915, ore 10,13 (per. ore 2 del 9).

Lord Crewe mi ha detto oggi che nel colloquio avuto lunedì a Calais, Delcassé e lui si sono trovati d'accordo nel riconoscere opportunità di non ritardare più oltre la risposta alla Romania.

Ecco sostanzialmente tenore della risposta suddetta giusto parere dei gabinetti Parigi Londra.

Se Romania s'impegna formalmente ad entrare in campagna entro cinque settimane dalla data firma accordo le potenze alleate aderiscono alle domande della Romania anche circa acquisto territori totalità Banato: Inghilterra e Francia s'impegnano altresì a fornire alla Romania nota quantità di armi e munizioni. Cessione intero Banato è subordinata alle tre condizioni seguenti:

l) La zona a nord non sarà fortificata. 2) Nella predetta zona non potranno tenersi importanti guarnigioni ma soltanto forze necessarie al mantenimento dell'ordine pubblico. 3) Serbi abitanti quella zona avranno facoltà riscattare in condizioni favorevoli loro proprietà nel Banato.

Lord Crewe ha osservato che al punto in cui è giunta conversazione non rimaneva altra via di uscita all'infuori di quella di darla vinta a Bratiano su tutta la linea per trovarsi finalmente in una posizione netta di fronte a lui prendendolo in parola.

Se poi Bratiano rifiuterà o cercherà nuovi sotterfugi per ritardare entrata in campagna, potenze sciolte da ogni impegno avranno sempre diritto di declinare ogni responsabilità qualora aspirazioni nazionali Romania rimangano insoddisfatte.

Come compenso alla Serbia per perdita di parte Banato le si garantirebbe possesso Semlino, con adeguata zona adiacente.

374

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 846/284. Londra, 8 luglio 1915, ore 22,13 (per. ore 2 del 9).

Telegramma di V. E. gab. n. 665 (1).

Lord Crewe mi ha detto oggi aver inviato al ministro d'Inghilterra a Cettigne istruzioni di intendersi con colleghi per fare al Governo montenegrino comunicazione sostanziale nel senso indicato da V. E. Egli condivide parere dell'E. V. sulla convenienza di non dare alla predetta comunicazione forma troppo dura ed aspra.

375

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 847/286. Londra, 8 luglio 1915, ore 10,13 (per. ore 2 del 9).

Lord Crewe mi ha detto oggi che nel recente colloquio di Calais non senza alquanta sorpresa ha constatato essere Delcassé divenuto ad un tratto assai scettico sulla sincerità intenzioni Bulgaria di entrare realmente in campagna a fianco degli alleati.

Governo britannico dopo matura considerazione ritiene preferibile prima di offrire concrete offerte definitive alla Bulgaria chiederle in via preliminare se è veramente decisa ad entrare in campo ad una data determinata.

In questo senso è stato e sarà telegrafato agli ambasciatori di parlare ai Governi alleati.

Ho osservato che prudente riserva suggerita dal Governo britannico mi pareva molto opportuna perchè rispondeva appunto alle vedute da V. E. manifestate a codesto ambasciatore di Russia. (Telegramma di V. E. Gab. n. 655 (2)).

376

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 925/285. Londra, 8 luglio 1915, ore 22,13 (per. ore 2 del 9).

Telegramma di V. E. n. 482 (3).

Condividendo vedute di V. E. lord Crewe mi ha detto che avrebbe impartito istruzioni al ministro d'Inghilterra ad Atene di rivolgere previa intesa con suoi colleghi ammonimento al Governo ellenico per indurlo a desistere da ogni avanzata in Albania.

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. n. 339. (3) -Del 4 luglio, non pubblicato.
377

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 5029/4036. Bucarest, 8 Luglio 1915, ore 10,30 (per. ore 11,30 del 9).

Notizie da Vienna di fonte bancaria danno che si è colà convinti essersi italiani avanzati più di quel che Governo austro-ungarico non voglia riconoscere; secondo stessa fonte condizioni finanziarie della Germania andrebbero indebolendosi gradualmente e la ripercussione sarebbe già gravemente risentita in Austria-Ungheria. Nei circoli bancari di Vienna si considererebbe che la guerra, se anche non venisse decisa in tal modo sul campo di battaglia, dovrebbe terminare a danno austro-tedeschi a causa della situazione finanziaria di questi ultimi. Riferisco a semplice titolo di cronaca che da qualche giorno qui corre voce di nuove trattative di pace fra Austria-Ungheria e Russia per iniziativa della prima e sulla base della cessione della Galizia.

378

L'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, SALANDRA

(ACS, Carte Salandra)

T. P. s. N. Parigi, 9 luglio 1915, ore l (per. ore 7).

Rispondo al telegramma riservatissimo di ieri (1).

Non sarebbe conforme al cerimoniale che tu telegrafassi direttamente al pr-esidente della repubblica. Riterrei procedimento più corretto che io, dopo avergli presentato le insegne dell'alta onorificenza gli dicessi che tu, come capo del Governo e cavaliere della SS. Annunziata, mi avevi incaricato di presentargli le tue felicitazioni. Quanto ai tentativi di crisi ministeriale qui non mi pare che per il momento possano riuscire. Clemenceau è sempre l'eterno malcontento che dice male di tutti, Caillaux è l'uomo senza scrupoli al quale ogni mezzo è buono, però non mi pare che trovino troppo seguito, benchè la posizione di Millerand sia alquanto scossa e la fama e popolarità di Joffre non sia più quella che gli procurò la vittoria della Marna. Non credo però che Joffre possa essere sostituito nel comando supremo, non escludo invece in modo assoluto che un incidente qualsiasi possa obbligare Millerand a ritirarsi. Stamane per esempio un deputato bene informato mi disse che è scoppiato un dissidio tra lui ed i due sottosegretari di stato dei quali egli vuole limitare troppo i poteri. Inoltre il tener riuniti in permanenza camera e senato che non hanno nulla da fare, crea pettegolezzi e intrighi e rende possibile incidenti che possono determinare all'improvviso una

nuova situazione politka. Aggiungasi che qui con un sistema che è una vera usurpazione del potere legislativo sul potere esecutivo, senato e camera sono divisi in numerose commissioni permanenti per gli esteri, marina, guerra, finanze ecc., che pretendono esercitare un controllo quotidiano e dettagliato sugli atti del potere esecutivo e chiamano i ministri a spiegazioni. Quindi le sedute di queste commissioni occasionano incidenti che possono creare crisi ministeriale.

Quanto alla massoneria certamente in condizioni normali non esiterebbe a minare un ministero dove ci sono uomini alieni da intransigenza settaria, ma non osa farlo adesso per timore di suscitare una violenta reazione. Ciò per la situazione politica. Quanto alla situazione militare io non posso che confermare la convinzione formata da molto tempo e più volte espressa, e cioè che non credo che i francesi potranno forzare le linee tedesche, nè i tedeschi linee francesi. Si continuerà quindi all'infinito in questa guerra di trincea che diverrà durissima se dovrà affrontarsi un secondo inverno. Su questo anzi non mancano tra francesi quelli che dubitano sia possibile una seconda campagna d'inverno nelle trincee. Un personaggio politico mi diceva che ciò sarà possibile se prima dell'inverno Joffre riuscirà a ritogliere ai tedeschi una buona parte del territorio occupato. Altrimenti l'impresa sarà molto ardua.

Dissi già che le sorti della guerra si deciderebbero non in Francia ma nei Carpazi. Persisto in tale opinione e credo che la vittoria completa dell'intesa potrà aversi soltanto se la Russia riuscirà impedire che austriaco-germanici occupino tutta la Polonia e potrà riprendere offensiva in Bucovina e penetrare in Ungneria. Diversamente, a meno che Bulgaria e Romania non intervengano, la guerra finirà per stanchezza con una pace rabberciata alla meglio.

(l) Non rinvenuto.

379

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 5039/591. Pietrogrado, 9 luglio 1915, ore 13,50 (per. ore 18).

Ruskoie Slovo commentando risposta di Crewe a Trumbic rileva che antagonismo fra serbi e croati mantenuto dalla politica austriaca non può sparire ad un tratto e che ove sorgesse uno stato jugo-slavo sarebbero a prevedere agitazioni e disordini provocati dall'ostilità fra razze bensì sorelle ma divise dalla fatalità della storia. Uno stato siffatto tormentato fin dall'inizio da lotte intestine non sarebbe più l'invocata barriera contro dilagare germanismo verso l'Egeo ma unicamente un terreno propizio agli appetiti teutonici. Perciò prima di decidere sorte dei croati e sloveni bisogna conoscere la loro volontà.

380

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, SALANDRA, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

(ACS, Carte Salandra)

T. 11515. Roma, 9 luglio 1915.

Rispondo al suo telegramma del 7 (1).

D'accordo con il ministro degli Affari Esteri non riterrei opportuna integrale lettura del mio telegramma (2) a Grey. Sarebbe forse troppo calcare la mano avendo ,già ·ella parlato nello stesso senso costà a Nicolson e Sonnino qui molto vivamente a Rodd. Inoltre Grey potrebbe credere che telegramma fosse fatto appunto per essergli letto. Invece dei concetti in esso esposti ella potrà tener conto nel momento opportuno in ~conversazioni con Grey attribuendomene l'origine se le parrà ·conveniente di adoperare anche il mio nome.

381

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 856/288. Londra, 9 luglio 1915, ore 10,06 (per. ore 3,30 del 10).

Lord Crewe mi diceva ieri essere rimasto molto soddisfatto risultato colloquio di Calais, accordo essendo raggiunto su tutti i capi saldi questioni politiche e militari dipendenti. Ciò mi è stato confermato anche testè da Cambon.

Da lui ho saputo ~che in generale si sono intesi per estensione fronte affidato truppe inglesi allo scopo dare maggiore libertà d'azione a quelle francesi. A tale soluzione si annetteva una grande importanza a Parigi in vista della cattiva impressione che nelle sfere militari ed anche politiche francesi produceva l'esiguità del fronte finora occupato dagli inglesi. Si è pure discusso sulla opportunità di intraprendere offensiva ovvero di continuare a mantenersi sulla difensiva. Generale J offre e Foch molto insistevano per un a fondo, ma hanno dovuto riconoscere la necessità di rinviarlo di un paio di mesi almeno per dare tempo agli inglesi di produrre quella quantità, magari pure eccessiva di munizioni, di cui vogliono poter disporre per assicurarsi successo.

Avendo io chiesto se nel frattempo vi era da temere una offensiva vigorosa tedesca, ha risposto Cambon se essa avvenisse gli alleati dovrebbero ringraziare provvidenza visto che umanamente parlando tutto lascia prevedere che i tedeschi andrebbero incontro ad un sicuro insuccesso.

Collega mi ha confermato pure quanto mi disse Lord Crewe ieri sull'incontro fra generale Porro con Kitchener e generalissimi anglo-francesi e rappresentante russo per stabilire base coordinazione generale da noi desiderata.

(l) -Cfr. n. 364. (2) -Cfr. n ..342.
382

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

1'. GAB. R. SP. 862/287. Londra, 9 luglio 1915, ore 13,06 (per. ore 3,50 del 10).

Nel corso della conversazione di ieri lord Crewe nell'intrattenermi delle vedute di questo Governo relativamente alle conversazioni con Sofia e Bucarest disse essergli negli ultimi tre giorni pervenute informazioni da cui parrebbe fondato argomento a sperare in maggiore arrendevolezza da parte della Serbia verso Bulgaria. In base a tali informazioni Serbia comincierebbe a rendersi conto della necessità di fare concessioni territoriali alla Bulgaria e non sarebbe persino aliena dal consentire a certe condizioni ad una immediata avanzata bulgara fino al Vardar. Serbia però subordinerebbe sua condiscendenza ad una esplicita dichiarazione da parte delle potenze circa totalità territori ai jugoslavi riservati a guerra finita. Serbi e jugoslavi si sentono umiliati e ne provano profonda irritazione per essere stati tenuti nell'oscurità delle decisioni prese sulla sorte delle regioni che direttamente li interessano mentre alla Romania ed alla Bulgaria furono fatte offerte chiare e precise. Per tutte queste considerazioni S. S., e con lui Delcassé continuano a giudicare oltremodo desiderabile il dare alla Serbia precisi affidamenti su tutti i futuri acquisti territoriali riservatile in seguito agli accordi intervenuti fra le potenze. Aggiunse che contrariamente a quanto si crede serbi e jugoslavi di tutto ciò non sanno nulla o quasi e si mostrano estremamente diffidenti. Lord Crewe al pari di V. E. opina non convenga di • earmark » Croazia e Fiume, ritiene però desiderabile si sappia che circa sorte loro, potenze si riservano decidere alla fine della guerra. Ciò secondo lui, unito alla rivelazione delle decisioni già prese circa il resto basterebbe a tranquillizzare i serbi ed i jugoslavi ed indurre Governo serbo ad entrare nell'ordine di idee delle potenze rassegnandosi a fare nota indispensabile concessione alla Bulgaria. Replicai, S. S. toccava un tasto molto delicato inquantochè V. E. in base a motivi di piena evidenza, ha già chiaramente mostrata sua contrarietà a suddetta rivelazione. A prescindere

da ogni considerazione osservai era pure da chiedersi se anche messi una buona

volta al corrente di quello che è stato loro riservato serbi e jugoslavi di cui è nota

avidità vorrebbero contentarsi o se non vi troverebbero motivi a nuove recrimina

zioni ed a nuove pretese che, data la manifesta impossibilità di soddisfarle, ser

virebbero poi di pretesto a rifiutare concessioni adeguate ad appagare la Bulgaria.

Aggiunsi che da quanto potevo arguire dalle informazioni in possesso mi sem

brava che in Serbia prevalgano attualmente verso Bulgaria tendenze non arren

devoU ma tendenze invece estremamente intransigenti. Ripetutomi che negli ul

timi giorni l'intransigenza accennava provvidenzialmente ad attenuarsi, disse

S. S. aver motivo di supporre, anche nell'ipotesi da me contemplata, che una certa pressione delle potenze sarebbe sufficiente a dissipare ogni malumore e persuadere Serbia ad entrare nella via additatale dalle potenze come la sola conforme ai suoi veri interessi. Lord Crewe, come mi aveva già detto, riconosceva pienamente valore motivi giustificanti riluttanza di V. E. sembrandogli tuttavia

che prospettiva, che ora cominciasi ad intravvedere di una possibile intesa serbobulgara, eventualità di capitale importanza nell'interesse causa comune, avrebbe potuto forse indurre V. E. a esaminare vedute già manifestate. Comunque egli concluse rinnovandomi viva preghiera di rendermi interprete presso V. E. pensiero e desiderio suo condiviso da Delcassé. Risposi che sulla probabilità di una pratica realizzazione sue rosee speranze io conservavo fino prova contraria i miei dubbi, per dovuta deferenza non potevo però certamente rifiutarmi a rendere, delle considerazioni da lui svolte, edotta V. E. cui mi sarei limitato a riferire particolari colloquio.

383

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 5059/1231. Londra, 9 luglio 1915, ore 10,06 (per. ore 3,50 del 10).

Telegramma di V. E. n. 2504 (1).

Nicolson non aveva ancora veduto alcun telegramma console Scutari. Ha preso nota e si riserva darmi risposta. Intanto essendo a quanto sembra raggiunta intesa per note comunicazioni più rigide e più comprensive da farsi a Cettigne, sono a chiedermi se effetto di quella comunicazione per se stessa implicante categorico rifiuto Potenze a qualsiasi modificazione diritto capitolare non sarebbe attenuato da un'ulteriore comunicazione che per essere basata sulle disposizioni conferenza dell'Aja potrebbe sembrare superflua mentre solleticando amor proprio montenegrino produrrebbe forse effetto contrario a quello cui mirasi.

384

IL CONSOLE A SCUTARI, DE FACENDIS, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 5061/353. Scutari, 9 luglio 1915, ore 18,30 (per. ore 5,25 del 10).

Mio telegramma 345 (2).

Ritornati ieri da Cettigne notabili che furono obbligati recarsi presentare omaggi a Re Nicola. Sovrano avrebbe loro detto che Scutari è necessaria al Montenegro come questo a Scutari; perciò albanesi della regione occupata dovevano ormai considerarsi suoi sudditi. Alush Loia è stato ben ricevuto né poteva essere altrimenti essendo il fido di Essad il quale dal suo ritorno Durazzo ha dichiarato sempre essersi impegnato a non opporsi all'occupazione montenegrina di Scutari. Ho telegrafato quanto precede alla R. legazione a Cettigne.

(1) -Cfr. n. 370. (2) -T. gab. 4975/345 del 6 luglio, che non si pubblica.
385

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, SALANDRA

(Carte Salandra, Lucera)

L. P. Roma, 9 luglio 1915.

Ricevo la Tua di ieri con la copia del telegramma (l) di Imperiali. Ho qual· che dubbio sulla convenienza di comunicare a Grey il testo della Tua lettera (2). Grey naturalmente supporrà che Tu l'hai scvitta perchè fosse mostrata, o per rlo meno che hai dato a Imperiali il permesso di mostrarla, checchè questi gli dica in contrario.

Imperiali ha già parlato della cosa a Nicolson (Vedi telegramma R. sp. 843) (3), e ne potrà riparlare con Grey. Rodd intanto avrà riferito naturalmente le osservazioni generali da me fattegli il 6 corrente nello stesso senso. Temo che il calcare troppo possa piuttosto contribuire ad aumentare che ad attenuare le diffidenze sui nostri proponimenti. Anche a Barrère parlai chiaro mercoledì scorso.

Certo è che le diffidenze degli alleati, così dei Governi come delle popolazioni, a nostro riguardo crescono ogni giorno, e questo loro stato d'animo non può giovare nè all'azione generale nè a noi in particolare. Onde vedo che almeno per la Turchia bisognerebbe venire presto alla decisione. Riguardo ai Dardanelli non ho lasciato alcun dubbio intorno alla impossibilità per noi di prendere parte all'impresa.

386

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 2530. Roma, 10 luglio 1915, ore 5.

Il R. ministro a Bucarest mi telegrafa:

• -Bratiano non fa difficoltà... (come nel telegramma n. 4644/354) • (4). Sottoposto il progetto del trasporto via Danubio fino a Prahovo all'esame àel R. -ministro a Nisch questi risponde: • -Mi sono indirizzato... Salonicco • (come nel telegramma n. 4979/203) (4).

Di fronte alle difficoltà materiali che da una parte o dall'altra noi troviamo sul cammino che dovrebbero percorrere quei prigionieri ella ben comprende e saprà farlo comprendere al signor Sazonoff come non sia per colpa nostra che nel momento presente debbasi rinunziare al trasferimento in Italia di tutti quei prigionieri.

Per i dovuti riguardi però verso l'augusto offerente si potrebbe cercare effettuare trasferimento di un centinaio degli ufficiali irredenti prigionieri i quali da Reni si recherebbero nelle condizioni poste da Bratiano a Salonicco dove si imbarcherebbero su nave italiana. A tale scopo ho già iniziate pratiche a Atene.

Prima però di prendere definitive decisioni prego V. E. farmi conoscere in proposito suo parere e a quale epoca quel limitato trasferimento potrebbe essere iniziato.

(l) -Cfr. n. 364. (2) -Cfr. n. 342. (3) -Cfr. n. 370. (4) -Non pubblicato.
387

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 859/224. Pietrogrado, 10 luglio 1915, ore 1,35 (per. ore 7,20).

Riferendomi miei telegrammi odierni ho l'onore di informare V. E. che Sazonoff ha accolto suggerimento di abbandonare intero Banato alla Romania. Ad ottenere questo risultato hanno contribuito in modo definitivo le comunicazioni oggi fattegli dagli ambasciatori di Francia e Inghilterra a tale riguardo. Sazonoff pone per cf"'ndizioni a questa rinuncia:

l • che Romania sia posta in mora di entrare in azione entro cinque settimane al mas5imo a partire dalla firma dell'accordo politico sicchè tutte le concessioni fattele finora siano annullate se allo spirare di detto termine essa non fosse in guerra col comune nemico;

2" che potenze dichiarino alla Serbia, giusta suggerimento di Delcassé che esse s'impegnano garantirle acquisto ·della Sirmia con Semlino e territori da delimitarsi fra Sava e Danubio nonchè a facilitare unione Serbia con Croazia salvo opposizione da parte popolazione Croazia;

3" che Romania osservi le tre restrizioni da essa stessa proposte alla sua sovranità nel Banato (di non costruire opere militari nella zona prospiciente Belgrado, non mantenervi che forze di polizia e acquistare proprietà serbi espatrianti).

Secondo e terzo punto dovrebbero essere sviluppati nel senso di limitare forze di polizia e di dare alla popolazione serba che non volesse espatriare garanzie per conservare sua nazionalità (1).

388

L'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.R.SP.934/296. Parigi, 10 luglio 1915, ore 14 (per. ore 17,25).

Generale Porro, giunto qui ieri mattina fece visita al presidente della repubblica, al presidente del consiglio, al ministro degli affari esteri, al ministro della guerra, conferì lungamente meco e stamane si è recato al quartiere generale francese. Domani si recherà al quartiere generale inglese e lunedì a quello belga. Martedì tornerà qui a conferire nuovamente con me e a sera ripartirà per l'Italia.

Nel colloquio tra il generale Porro ed il ministro della guerra è apparso un dissidio fondamentale. Millerand premuto dall'opinione pubblica francese e specialmente da quella parlamentare vorrebbe concertata una immediata offensiva inglese-francese-italiana e serba senza preoccuparsi della Russia sulla quale riconosce che per ora non si può contare.

Porro invece obietta che un'offensiva anglo-francese-italiana (poichè fino a questo momento non si può contare sull'offensiva della Serbia ancora malcontenta e riluttante) costerebbe sacrifici gravi senza grandi probabilità che siano compensati da un successo decisivo. Porro preferirebbe pertanto mantenere per ora una difensiva molestando il nemico con piccole parziali offensive e ciò fino a quando la Russia potrà riprendere una offensiva efficace, segnale di un'offensiva a fondo generale.

Millerand dice che si ha ancora troppi dubbi e incertezze su quanto potrà fare la Russia e quindi si rischia volendo aspettarla di esaurirsi in una troppo lunga attesa. Porro e Millerand si sono separati restando ciascuno nella propria opinione. Porro riparlerà dell'argomento dopo di aver discorso con Joffre e French.

Ho detto a Porro che visto l'interesse enorme che si avrebbe di sapere a che tenersi circa la Russia poichè l'incertezza al riguardo di essa tiene sospesi gli animi ed i progetti di azione, sarebbe desiderabile che si recasse egli stesso in Russia per rendersi conto sul posto dello stato delle cose e se non fosse il caso che egli lasciasse il nostro quartiere generale, fosse designato ad andare in Russia l'ufficiale superiore di maggior valore che noi abbiamo.

Ove S. E. il presidente del consiglio avesse a fare qualche comunicazione al riguardo pregherei farmela pervenire prima martedì poichè io ne terrei parola col generale Porro.

(l) Ritrasmesso a Parigi, Londra e Bucarest con t. gab. r. sp. 691, pari data, ore 21.

389

IL MINISTRO A NISCH, SQUITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 5071/211. Nisch, 10 luglio 1915, ore 14,55 (per. ore 20,15).

Mio telegramma n. 203 (1).

Governo serbo consente volentieri autorizzare passaggio su territorio serbo da Prahovo alla frontiera greca di 6000 prigionieri dovrà effettuarsi alle condizioni seguenti: 1o i prigioneri arriveranno a Prahovo a gruppi di un migliaio al giorno al massimo; 2° essi viaggeranno in ferrovia da Prahovo a Kniagovatz, a piedi da questa città a Nisch ed in ferrovia da Nisch a Salonicco; 3o l'arrivo a Prahovo di ciascun gruppo dovrà essere preavvisato almeno 48 ore prima. Nel comunicarmi quanto precede ministero affari esteri aggiunge che se fra i prigionieri se ne trovassero di origine serba croata slovena i quali desiderassero rimanere in Serbia, Governo serbo non potrà obbligarli a recarsi in Italia. Inoltre detto ministero prega questa R. legazione di voler fare i passi necessari perchè, a titolo di reciprocità, il R. Governo permetta esportazione del materiale da

guerra che è stato ordinato in Italia per l'esercito serbo.

(l) Non pubblicato.

390

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. R. SP. 694. Roma, 10 luglio 1915, ore 21.

Questo ambasciatore di Russia mi ha comunicato che Sazonoff propone una nuova aggiunta al testo Delcassé della dichiarazione da farsi dalle 4 potenze alla Bulgaria. Essa seguirebbe al n. 2, ed è così formulata: • Elles s'engagent en meme temps à ne pas reconnaitre l'acquisition par la Serbie de la BosnieHerzégovine et d'un débouché sur l'Adriatique avant que la Serbie n'ait cédé à la Bulgarie la partie de la Ma-cédoine définie ci-dessus •.

Risposi che per parte mia non avevo obbiezioni da fare e che la trovavo conciliabile con la proposta di lord Crewe (vedi tel. gab. 847 r. sp.) (l) che • prima di offrire concrete offerte definitive alla Bulgaria le si chiedesse in via preliminare se è veramente decisa ad entrare in campo ad una data determinata •; proposta che mi pareva utile ,ed opportuna (2).

391

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A CETTIGNE, NEGROTTO CAMBIASO

T. GAB. R. SP. 693. Roma, 10 luglio 1915, ore 22,40.

(Per tutti meno Pietrogrado) Il R. ambasciatore a Pietrogrado telegrafa quanto segue: • Sazonoff accoglie..... ecc. (come nel telegramma da Pietrogrado Gab. n. 849/218) • (3).

Ho risposto a Carlotti quanto segue:

(Per Pietrogrado) Telegramma di V.E. n. 218.

(Per tutti) Proporrei il seguente testo per la comunicazione a quattro da farsi a Cettigne: • Les puissances désapprouvent l'envoi des forces monténégrines en Albanie, tandis que celles-ci devaient avoir pour objectif une action offensive contre l'Autriche. Elles ne reconnaissent pas l'occupation par le Monténégro de territoire albanais, occupation qui est en contradiction directe avec les conseils donnés par les Puissances au Gouvernement du Roi Nicolas. Les Consuls à Scutari ont reçu l'ordre de se borner à l'expédition des affaires courantes et d'éviter d'entretenir des relations suivies avec les autorités monténégrines. La promesse du Monténégro de ne donner à l'occupation de Scutari qu'un caractère temporaire qui ne peut en aucune façon préjuger de son sort, dépendant exclusivement de 1a volonté des grandes puissances, est une promesse dont ces dernières ont pris acte,

20 -Documenti diplomatici-Serie V-Vol. IV

mais qui ne peut influer sur le jugement qu'elles porteront ultérieurement sur les agissements des monténégrins, qui devraient diriger sans délai leurs forces contre l'ennemi commun •.

Se Sazonoff accetta le lievi modificazioni da me apposte al suo testo e Francia e Inghilterra concordano, i quattro ministri a Cettigne potranno darne comunicazione ·senz'altro al Governo montenegrino.

Prego V. E. comunicarmi decisione di codesto Governo.

(l) -Cfr. n. 375 . (2) -n testo di questo telegramma è identico a quello den•annotazione del 10 luglio in SONNINO, Diario, vol. Il, cit., p. 175. (3) -Non pubblicato.
392

IL MINISTRO A SOFIA, CUCCHI BOASSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 936/122. Sofia, 10 luglio 1915, ore 20 (per. ore 6,55 dell' 11).

Questa legazione d'Inghilterra ha ricevuto notizia che Germania avrebbe presentato al Governo rumeno una specie di ultimatum per invitarlo a definire sua attitudine (1).

393

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.R.SP. 866/292. Londra, 10 luglio 1915, ore 22,40 (per. ore 18 dell' 11).

Mio telegramma gab. n. 287 r. sp. (2).

In conversazione puramente privata Nicolson mi disse ieri essere al pari di me rimasto sorpreso per informazioni qui giunte indicanti disposizioni più arrendevoli da parte Serbia verso Bulgaria. Senza fare nomi, ciò cui non si ·credeva autorizzato, mi confidò che informazioni originavano da persona seria autorevole che nulla ha da vedere con soliti agitati radicali inglesi del famoso comitato balcanico. Nicolson mi confessò tuttavia essersi chiesto se le indicate disposizioni più concilianti rispecchiavano esattamente pensiero Governo serbo ovvero se non rappresentavano piuttosto vedute personali della persona che le manifestava. Nicolson mi assicurò non trattavasi di Vesnic il quale ha tenuto a lui ed a lord Crewe il solito linguaggio intransigente. Ripetei a Nicolson quanto avevo detto la vigilia a lord Crewe e cioè che sulla arrendevolezza serba nella questione della Macedonia faccio fino a prova contraria ampie riserve. Replicò che nel fondo del suo cuore condivideva mio scetticismo, come in generale condivideva pure parere dei due colleghi alleati e mio che cioè sulla cooperazione dell'uno o degli altri balcanici scarso affidamento vi sia da fare al momento presente e che conviene

Nella copia conservata nell'archivio dell'ambasciata a Londra si legge • avrebbe intenzione presentare • invece di • avrebbe presentato •·

agire con massima cautela a Sofia dove come vero padrone della situazione era e resta re Ferdinando in astuzia maestro ed oggi tuttora ondeggiante perchè ancora sperante o credente nella supremazia germanica.

Nicolson accennò poi alla fine utilità da lui ravvisata al pari di lord Crewe delle note rivelazioni alla Serbia. Risposi che su questo punto dissentiva profondamente perchè in siffatte rivelazioni vedevo aperti non pochi inconvenienti mentre duravo fatica a scovarne vantaggi pratici. Colloquio avendo avuto carattere essenzialmente privato lo riferisco a V. E. per sua informazione personale.

(l) Ritrasmesso a Parigi, Londra, Pietrogrado e Bucarest con t. gab. 509 dell'll luglio, ore 20,30.

(2) Cfr. n. 382.

394

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, SALANDRA

(Carte Salandra, Lucera) (l)

L. P. Roma, 10 luglio 1915.

Ti ritorno la lettera del Prefetto di Como, e la copia del telegramma di Cadorna. La prima ci mette una pulce nell'orecchio con la sua interpretazione dei motivi della chiusura del confine Germanico-Svizzero.

Telegrafo a Paulucci in proposito.

Ti accludo una copia di quanto scrivo a Cavasola riguardo ad alcune restrizioni delle esportazioni che fa l'Inghilterra a nostro riguardo diversamente da quanto fa verso la Francia e la Russia. La spiegazione che è stata data a Londra di questa differenza è un altro indizio della diffidenza che sta crescendo a nostro riguardo. E lo stesso deve dirsi per quanto riguarda tutta la condotta degl'Inglesi di fronte ai nostri lamenti pel Senussi.

In sostanza essi dicono: se voi fate il comodaccio vostro nel non dichiarare la guerra alla Turchia e alla Germania, malgrado gli accordi di Londra che parlavano di pubblicazione della nostra adesione al patto di Settembre non appena si fosse entrati in guerra con l'Austria, non dovete trovare strano che noi facciamo il comodo nostro in tutto ciò che ci conviene.

E così impediscono il commercio nostro nel Mar Rosso con gli Arabi; così trattengono le esportazioni di lana in Italia, ammenochè garantiamo di non mandare nulla del genere in Germania e in Turchia, ecc., ecc.

Nei discorsi mostrano più tatto che i francesi, ma nei fatti non c'è differenza.

Questo stato di latente dissidio va crescendo ogni giorno, e può portare a conseguenze incresciose. Sta bene che noi possiamo anche lamentarci di loro, ma ciò non giova praticamente a cambiare la situazione. Nè potremmo mostrare oggi i denti sul serio, perchè abbiamo bisogno di loro quanto essi l'hanno di noi, ma con la differenza che essi sono parecchi e d'accordo tra loro; e che inoltre noi avendo infranto, sia pure giustificatamente, la Triplice alleanza, non potremmo oggi senza rovinarci moralmente avere nemmeno l'aria di voler mancare ai patti con l'Intesa.

Il Ministro di Svizzem ora ci domanda: • Quelle serait l'attitude du gouvernement italien vis-à-vis de l'importation de marchandise de l'Allemagne en Italie? ». Credo che non possiamo che fare il viso dell'arme a tale domanda, a meno di voler acuire ancora di più le diffidenze anglo-francesi a nostro riguardo. Già essi brontolano pel fatto che non vogliamo limitare l'importazione in Svizzera della seta.

Credo essere in dovere di farti notare tutto ciò, anche per spiegarti il perchè insisto nel parere che il ritardo della dichiarazione di guerra alla Turchia ci può esser cagione di danno assai maggiore di quello che possa provenire dalla dichiarazione stessa.

(l) Edita in B. VrGEzzr, I problemi della neutralità ecc., pp. 66-67.

395

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T.GAB.R.SP.698/351. Roma, 11 luglio 1915, ore 9 (1).

(Per tutti meno Parigi) Il R. ambasciatore a Parigi telegrafa quanto segue (2):

• Delcassé accennando alla possibilità di lasciare un giorno riunire alla Serbia la Croazia se questa lo volesse, non ha avuto in animo di far cosa a noi sgradita ma solo ha preso un poco impulsivamente la prima via che si è presentata per uscire da una situazione imbarazzante nella quale lo ha posto un discorso confidenzialissimo di Vesnic. Dichiarando di parlare come amico in via privata e confidenziale senza autorizzazione del suo Governo ha detto risultargli dalle informazioni che riceve dalla Serbia che se questa avrà l'assicurazione che le potenze alleate non continuano le trattative con la Romania e la Bulgaria sulla base di cessione del Banato e della Macedonia l'esercito serbo prenderà subito l'offensiva contro l'Austria-Ungheria, in caso diverso non sarà possibile indurlo a marciare poichè se queste trattative di cui in Serbia si conoscono i dettagli sono riuscite ostiche all'opinione pubblica, hanno specialmente irritato l'elemento militare. Io convengo pienamente con V. E. che noi non possiamo cedere sulla Croazia la quale nell'accordo di Londra è menzionata come un'entità separata dalla Serbia e dal Montenegro e quindi tale deve rimanere. Però io mi domando se non sia possibile senza sacrificar nessun reale nostro interesse far q11alche concessione in Albania.

Colà i greci arrivano a Berat, i montenegrini sono a Scutari, i serbi a Elbassan e Tirana. È vero che le potenze hanno dichiarato che il possesso di fatto non influirà sul regolamento definitivo alla fine della guerra ma si sa che tali riserve contro il fatto compiuto ed il possesso materiale hanno un valore molto relativo.

Basta ricordare la dichiarazione delle sei grandi potenze agli stati balcanici che inibiva loro qualunque ingrandimento se vittoriosi nella guerra contro Turchia. È molto probabile che Serbia Grecia e Montenegro vorranno tenere i territori occupati, o, per !asciarli, richiederanno altrove compensi impossibili. In

tal caso noi potremo contare sull'azione diplomatica di Francia, Inghilterra e Russia ma non sul loro concorso ad una materiale coercizione e quindi il risultato sarà che noi in tal caso dobbiamo assumerci soli tale coercizione ovvero contentarci di una transazione qualsiasi.

Ora visto che nell'interno dell'Albania noi non abbiamo interessi veri e che sul litorale il porto di Durazzo secondo tutti i tecnici è assolutamente inutilizzabile, non potremmo noi in date eventualità e sotto date condizioni lasciare Durazzo neutralizzato alla Serbia?

Rinunzieremo così alla creazione dell'Albania indipendente ma ci rifaremo estendendo in tutti i sensi l'hinterland di Valona. Non intendo con ciò fare una formale proposta, accenno ad una idea che V. E. nella sua saviezza potrà meditare quando non trovi una migliore via per dipanare l'imbrogliata matassa balcanica •.

Ho risposto a Tittoni quanto segue;

(Per tutti) Non ritengo opportuno pregiudicare ora la sorte definitiva di Durazzo e dell'Alblania. Saremo sempre a tempo a formarne materia di concessione e di dono. Ciò tanto più che non ho nessuna fiducia che esercito serbo attaccherà seriamente gli austro-ungarici fuori dal proprio confine, qualunque concessione venisse fatta al Governo serbo.

(l) -Sic, ma probabilmente deve trattarsi delle ore 21, come indicherebbe la posizione del telegramma nel registro. (2) -Con t. gab. r. sp. 860/293 del 9 luglio, ore 21, per. ore 2 del 10.
396

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI DE' CALBOLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 941/31. Berna, 11 luglio 1915, ore 2,20 (per. ore 16,40).

Telegramma di V. E. gab. n. 508/13 (1).

È perfettamente esatto che vanno sempre più accentuandosi i dissensi fra le varie nazionalità svizzere in relazione alla guerra. Credo che eccessivo rigore esercitato recentemente nei cantoni francesi ed italiani dall'autorità militare la quale ha spiccata simpatia germanica ne sia la precipua causa. Negli ultimi colloqui avuti al Palazzo federale ho dovuto constatare apprensione Governo che vede resi vani i suoi sforzi per una maggiore calma negli animi. Ma se situazione non è rosea essa non è neppure cosi allarmante come vorrebbero farlo credere giornali citati che non hanno alcun valore.

Qui a Berna dove si tengono gli occhi aperti non si ha fino ad oggi il menomo timore di una invasione germanica.

Tale è l'opinione dei principali uomini di stato coi quali sono in contatto quotidiano, e tale l'opinione di tutti i miei colleghi così dei paesi neutri come alleati. Che se la neutralità svizzera dovesse essere violata, ripeto quanto ebbi già a dire più volte nei miei telegrammi e rapporti, essere cioè mia assoluta convinzione che questo paese si difenderebbe con selvaggia energia contro lo straniero fino all'ultimo uomo.

(l) Del 10 luglio, che non si pubblica.

397

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. R. s P. 696. Roma, 11 luglio 1915, ore 18,30.

(Per tutti meno Pietrogrado) Il R. ambasciatore a Pietrogrado telegrafa quanto segue (l):

• Comunicazione che Poklewsky è autorizzato fare al Governo romeno dopo che Francia, Inghilterra e Italia avranno significato loro approvazione alla medesima è del seguente tenore:

Les puissances consentent abandonner à la Roumanie la Bukovine jusqu'au Pruth, le Marmarosch jusqu'à la Tisza et tout le Banat à condition:

re que la Roumanie entre en action contre l'Autriche-Hongrie dans le délai de cinq semaines à partir de la signature de l'accord politique;

2° que dès aujourd'hui la Roumanie s'oppose strictement à tout envoi de matériel de guerre en Turquie à travers son territoire;

3° que la Roumanie cède à la Bulgarie Dobrich et Baltich et

4° que dans le Banat Roumanie ne fortifie pas une zone à déterminer en face de Belgrade n'y entretenant troupes sauf forces de police et, tout en rémunerant les serbes qui voudraient s'expatrier, et assurant aux autres serbes toute liberté quant à leur langue et leur caractère national.

Si l'accord s'établit sur ces points princtpaux, les puissances sont pretes à répondre aux désirs exprimés par M. Bratianu par rapport aux fournitures de commandes militaires. En transmettant ce qui précède ministre de Russie est chargé d'ajouter que, donnant pleine satisfaction aux voeux du Gouvernement roumain les puissances ont le droit, en revanche, de s'attendre à une réponse prompte et positive qui permet de procéder sans retard a l'élaboration de l'accord et à sa signature. Toutes nouvelles tentatives d'atermoiement ne manqueraient pas, dans les conditions présentes d'éveiller des doutes quant à la sincérité de M. Bratianu et obligeraient les puissances à rétracter les concessions qu'elles sont pretes à fa.ire aujourd'hui •.

Ho :risposto a Cavlotti:

(Per tutti) Accetto quattro punti contenuti nella proposta russa per comunicazione da farsi a Bucarest. Accetto altresì periodo che si riferisce alle forniture militari, salvo per conto Italia, quanto ho detto in precedenti miei telegrammi su questo argomento e specie in quello n. 648 Gabinetto (2). Frasi successive della comunicazione mi sembra abbiano un carattere offensivo per Bratianu. Consiglierei sostituirvi indicazioni di un termine preciso, utile per la firma dell'accordo politico passato il quale rimarrebbe inteso che le concessioni promesse dalle potenze ritengonsi come non fatte.

(l) -Con t. gab. r. sp. 867/228, pari data, ore 1,02, per. ore 10. (2) -Del 2 luglio, non pubblicato.
398

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 5108/378. Atene, 11 luglio 1915, ore 3,10 (per. ore 19,35).

È giunto qui un rapporto del ministro di Grecia a Pietrogrado in cui questi riferisce che Sazonoff gli ha parlato in termini assai perentori e quasi violenti della necessità che la Grecia faccia concessioni territoriali alla Bulgaria.

Uguale linguaggio Sazonoff avrebbe tenuto al ministro di Serbia a Pietrogrado. Tali pressioni russe a favore della Bulgaria stupiscono qui tanto più in quanto rinnovati negoziati finanziari a Berlino e l'ormai concluso accordo bulgaro turco per la rettificazione frontiera dal lato della Mariza confermano sempre più opinione che Bulgaria sia definitivamente perduta per la causa della Triplice Intesa, seppure è vero che fondate illusioni in tal senso si siano mai potute seriamente nutrire.

399

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI

T. GAB. R. SP. 697. Roma, 11 luglio 1915, ore 21.

(Per Pietrogrado) Telegramma di V. E. n. 224 (1).

(Per gli altri) Seguito mio telegramma n. 691 (2).

(Per tutti) Non posso accettare per le ragioni da me antecedentemente svolte (miei telegrammi 631, 647, 681) (3) la proposta di Sazonoff di assicurare la Serbia che le potenze faciliteranno la sua unione con la Croazia. Persisto nel mio avviso che occorre tenere il problema della Croazia impregiudicato.

400

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. R. SP. 700. Roma, 11 luglio 1915, ore 21.

(Per Londra) Telegramma di V. E. n. 287 (4).

(Per gli altri) Seguito mio telegramma n. 701 (5).

(Per tutti) Confermo mio telegramma n. 697 (6) con cui mantengo il mio convincimento che non si debba vincolarsi con la Serbia per la Croazia. Osservo che le questioni interessanti l'Adriatico sono quelle che a ragione più appassionano l'opinione pubblica in Italia. Le rivelazioni che intorno ad esse si propongono di fare alla Serbia avrebbero oggi, in Italia, un effetto disastroso.

(l) -Cfr. n. 387. (2) -È la ritrasmissione del n. 387. (3) -Cfr. nn. 292, 327 e 372. (4) -Cfr. n. 382. (5) -È la ritrasmissione del n. 382. (6) -Cfr. n. 399.
401

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CONSOLE A SCUTARI, DE FACENDIS

T. GAB. 2557. Roma, 11 luglio 1915, ore 23.

Telegramma di V. S. n. 366 (1).

Visto recente contegno dì Bìb Doda intendiamo disinteressarci di lui.

402

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 940/2203. ... , 11 luglio 1915, ore 23,40 (per. ore l del 12).

Addetto militare Pietrogrado con suo telegramma di ieri, comunica che situazione esercito russo, sebbene sempre grave, si giudica più rassicurante.

Austro-tedeschi non hanno proseguito avanzata; ciò permetterà al comando russo riordinare e rifornire armate sud-occidentali e concentrare riserva, che sì costituisce con corpi d'armata tratti da fronte nord-occidentale.

403

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 942/293. Londra, 11 luglio 1915, ore 22,25 (per. ore 2 del 12).

Telegramma di V.E. n. 517 (2).

Io non ho presente nota lettera di Venizelos al re, ma mi pare dì ricordare che nella medesima o per lo meno nei commenti illustrati dì qualche giornale greco, nell'accennare ai confini della regione asiatica destinata a costituire eventuali compensi alla Grecia, si menzionavano territori compresi entro i limiti della zona già riservata all'Italia in base all'accordo fra il sindacato italiano e la Smirne Aìdin, accordo di cui fu preso atto dai due Governi citati ma che non si è voluto qui menzionare in altro documento noto a V. E.

A mio remissivo parere sarebbe opportuno a scanso dì equivoci chiarire bene

la cosa ed assodare a priori che o compensi futuri alla Grecia non potranno intac

care quella zona ovvero che qualora per facilitare intesa con Grecia noi si con

sentisse a fare qualche sacrificio nella zona già nostra, la Francia ed Inghilterra

s'impegnino a rivalerci col consentire a corrispondente estensione della futura

nostra zona di possesso o di influenza che sia, nella regione turca situata ad

oriente dell'attuale nostra zona di Adalia.

(l) -T. gab. 5092/366 del lO luglio, che non si pubblica: preghiera di Bib Doda al Governo italiano di interessarsi presso la Serbia per attenergli il permesso di soggiornare in Mirdizia. (2) -Non pubblicato.
404

IL MINISTRO A CETTIGNE, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 5124/120. Cettigne, 11 luglio 1915, ore 11.

Governo montenegrino ha inviato circolare alle legazioni estere nella quale, dopo di avere espresso proprio rincrescimento per la mancata consegna da parte autorità montenegrina degli archivi del consiglio consolare di Scutari ai dragomanni dei consolati della Intesa, assicura di avere impartito ordini al generale Vechovich di eseguire tale consegna.

405

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, SALANDRA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

(Carte Salandra, Lucera) (l)

L. P. Roma, 11 luglio 1915.

Tu sei una delle pochissime persone con cui mi spiaccia e mi turbi di discutere. Ma quando vi è di mezzo il paese, le cui condizioni ritengo assai più gravi di quelle che non sembrino, tu stesso non mi consiglieresti di consentire contro coscienza.

Con ciò non intendo escludere il valore delle ragioni che tu adduci per affrettare la dichiarazione di guerra alla Turchia. Ma i miei dubbi persistono perchè i vantaggi, che tu attendi dalla dichiarazione di guerra alla Turchia non si avranno se non dalla dichiarazione di guerra alla Germania. Ora è molto dubbio se proprio in questo momento ci ·convenga dichiarare la guerra alla Germania, e occorre pure trovare il modo perchè al paese non sembri una temerarietà ingiustificata.

Comunque, non debbo persuadermene io solo: la responsabilità è troppo grave; e le mie intime angosce sono già troppo penose. Debbono essere sentiti anche gli altri ministri, il cui consenso l'altra volta non fu che meramente formale.

Ho telegrafato perciò a Carcano di affrettare possibilmente il suo ritorno a Roma in guisa di tenere martedì un consiglio che sia dedicato a questo solo argomento.

Avendo già chiesto al Re di andare mercoledì al quartiere generale per accompagnarvi Barzilai che vuole giurare in sua mano, potrei portargli le risoluzioni del Consiglio (2).

E se vorrai venire tu pure ad Udine, sarebbe molto meglio; affinchè il Re senta una esposizione completa di tutti i punti di vista.

(l) -Edita in B. VIGEZZI, I problemi della neutralità, cit., p. 67. Tratta da una minuta. Dopo la fr.ase • Ma quando vi è di mezzo il paese » reca, cancellate, le parole • e nelle presenti condizioni gravissime • mutate poi in quelle che seguono nel testo qui riportato. (2) -Il Consiglio dei Ministri fu tenuto il pomeriggio del 14; la visita di Salandra al Comando Supremo e il colloquio con il Re avvennero il 16 luglio.
406

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI

T. GAB. 2560. Roma, 12 luglio 1915, ore 10,15.

D'accordo col presidente del consiglio prego V. E. invitare generale Porro a recarsi direttamente da Parigi a Roma prima di ritornare al quartiere generale per riferire al Governo sue impressioni raccolte nel suo viaggio in Francia.

407

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A SOFIA, CUCCHI BOASSO

T. GAB. R. SP. 708. Roma, 12 luglio 1915, ore 2.

(Per tutti meno Sofia) Ho telegrafato al R. ministro a Sofia quanto segue:

(Per tutti) Questo ambasciatore d'Inghilterra mi ha sottoposto il testo della comunicazione che lord Crewe proporrebbe che le Quattro Potenze facessero a Sofia. Esso è del tenore seguente:

• Le Potenze dell'Intesa riconoscono con piacere che il tono della risposta della Bulgaria alle loro proposte del 29 maggio è amichevole. Esse sono prontissime a dare le ulteriori spiegazioni in conformità della richiesta fatta dal Governo bulgaro. Prima di fare ciò tuttavia esse desidererebbero essere assicurate che ove tali spiegazioni fossero ritenute sufficienti dal Governo bulgaro potrebbero contare sulla immediata azione militare della Bulgaria contro la Turchia. È evidente che senza tale assicurazione si perderebbe inutilmente il tempo in ulteriori negoziati, per la stessa ragione le Potenze dell'Intesa fanno notare che sarebbe desiderabile che il Governo bulgaro dichiarasse quali sono le spiegazioni che esso considererebbe come soddisfacenti •.

Risposi che non mi opponevo anche al testo completo pur di arrivare ad una qualche intesa tra le quattro Potenze, ma che davo il consiglio di sopprimere l'ultimo periodo, poichè ogni invito al Governo bulgaro a formulare esso le proprie aspirazioni, l'avrebbe spinto a chiedere cose esagerate e impossibili a concedersi, come la immediata messa in possesso della Macedonia, et similia e una volta formulate tali domande eccessive era più difficile per esso ritirarsi e per le Potenze presentare le loro proposte.

Rodd mi disse poi che i Rappresentanti delle Potenze avrebbero potuto soggiungere a voce che esse erano decise di portare a buon fine, anche da sole, l'impresa dei Dardanelli, e che quando tale risultato fosse ottenuto non potevano più considerarsi come sussistenti le promesse fatte alla Bulgaria nella previsione di una sua cooperazione.

Risposi che per quanto riguardava il proposito di espugnare i Dardanelli, cio poteva dirsi soltanto dalle Poten.t:e che vi lavoravano effettivamente con le loro truppe; e che quindi per questa parte il Ministro italiano non avrebbe potuto fare tale dichiarazione. Che però sconsigliavo anche alle altre Potenze di fare tale dichiarazione in una forma tale che implicasse che fino all'espugnazione dei Dardanelli le promesse formulate alla Bulgaria dovessero considerarsi come sussistenti, imperocchè così si darebbe un incentivo alla Bulgaria di prendere tempo e di non decidersi ad entrare in campo se non alla vigilia della vittoria degli alleati. Meglio sarebbe indicare un termine, passato il quale, senza che il Governo bulgaro si fosse impegnato, le promesse dovevano considerarsi come non mai fatte.

V. S. è autorizzata ad unirsi ai suoi colleghi di Francia, di Inghilterra e di Russia in ,conformità di quanto precede (1).

408

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AI MINISTRI A BUCAREST, FASCIOTTI, E A NISCH, SQUITTI

T. GAB. R. SP. 704. Roma, 12 luglio 1915, ore 21,30.

(Per tutti meno Nisch) Ho telegrafato al R. ministro a Nisct. quanto segue:

(Per tutti) Questo ambasciatore d'Inghilterra mi ha sottoposto il testo della comunicazione da farsi alla Serbia per confortarla delle concessioni accordate alla Romania relativamente al Banato. Questo testo tradotto suona come segue:

• Gli alleati hanno attentamente esaminato quali sarebbero i passi migliori da farsi per prestare aiuto alla causa comune nell'Europa sud-orientale, e per mitigare anche la violenza di un possibile attacco contro la Serbia da parte degli austro-tedeschi.

Essi sono arrivati alla conclusione che il beneficio più grande sarebbe dato dall'attiva cooperazione della Romania nella guerra, e, data la sua vicinanza alla Serbia e ancor più la prima fratellanza d'armi che deve aver necessariamente creato con questa vincoli di unione, la Romania sarebbe in grado di recare alla Serbia l'aiuto più efficace e pronto nell'allontanare un possibile attacco degli austro-tedeschi.

Nel corso delle conversazioni che hanno avuto luogo tra gli alleati e il Governo romeno, è apparso chiaro che per la cooperazione della Romania, condizione essenziale era che questa ricevesse il Banato. Gli alleati sanno che la Serbia teme l'eventualità che la parte del Banato, dalla quale si potrebbe fare un attacco su Belgrado, possa cadere in altre mani che non siano serbe. Essi hanno attentamente considerato tutto ciò riconoscendone pienamente il valore, ma pensano che il Banato potrebbe senza pericolo essere ceduto alla Romania qualora Sirmia e Semlino vadano alla Serbia, e qualora la Romania assuma l'impegno di non erigere fortificazioni nella regione di cui si tratta e di non mantenervi forze

militari più di quelle occorrenti per le semplici misure di polizia. A queste condizioni la sicurezza di Belgrado sarebbe completa e la Serbia avrebbe l'effettivo possesso di un territorio che assicurerebbe alla sua capitale una protezione sufficiente. Gli alleati inoltre s'impegnerebbero di accordare ai serbi tutte le agevolezze che essi potessero desiderare per disporre delle loro terre nelle regioni cedute alla Romania • (1).

Ho risposto che non avevo alcuna obiezione da fare e che avrei dato conformi istruzioni a V. S.

(l) Il testo di questo telegramma è identico a quello dell'annotazione del 12 luglio in SONNINO, Diario, vol. II, cit., pp. 176-178.

409

IL MINISTRO A SOFIA, CUCCHI BOASSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.R. SP.877/123. Sofia, 12 luglio 1915, ore 9,30 (per. ore 1 del 13).

Telegramma di V. E. n. 623 (2).

In seguito arrivo a Sofia del nuovo rappresentante britannico (ministro plenipotenziario O'Beirne) i quattro rappresentanti dell'Intesa si sono riunti stamane alla legazione di Francia per uno scambio d'idee sulla situazione.

Abbiamo unanimemente riconosciuto attitudine poco favorevole dell'attuale Governo bulgaro confermato dallo stesso Narodni Prava (organo del presidente del consiglio dei ministri) che ultimamente ha pubblicato essere un insensato suicidio politico per la Bulgaria contribuire al trionfo dell'Intesa alla quale Bulgaria non dovrebbe unirsi nemmeno se si ottenesse subito Macedonia convenendole invece accordarsi con Turchia anche senza concessioni territoriali e stare cogli Imperi centrali.

Dinnanzi a questa attitudine si espresse l'avviso che se le quattro potenze ritengono necessario concorso Bulgaria all'impresa di Costantinopoli non possono contare di farla muovere che accordandole al più presto possesso effettivo Macedonia serba non contestata secondo trattato 1912.

Tale possesso potrebbe essere firmato per decreto pel momento in cui truppe bulgare fossero già impegnate a Ciatalgia. Se le quattro potenze decidendo in tal senso fissassero nella risposta al Governo bulgaro una data per l'entrata in campagna della Bulgaria, sarebbe forse utile avvertire il Governo bulgaro che la proposta dell'Intesa sarebbe in un termine brevissimo portata a conoscenza del pubblico per non lasciare tempo al Governo attuale di svalutarla.

Secondo il ministro di Francia ed il ministro di Russia ciò produrrebbe nel paese e sopratutto negli ambienti macedoni un tale movimento da obbligare il re ad accettare le proposte dell'Intesa ed a sbarazzarsi dei ministri avversi alla politica di collaborazione colle quattro potenze.

Per mio conto trovo che l'opinione dei miei colleghi di Francia e di Russia è forse un poco troppo ottimista.

(l) -II testo di questo telegramma è identico a quello dell'annotazione del 12 luglio in SoNNINO, Diario, vol. II, cit., pp. 175-176. (2) -È la ritrasmissione del n. 272.
410

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 873/295. Londra, 12 luglio 1915, ore 10,22 (per. ore 3 del 13) (1).

Telegramma di V. E. gab. 693 r. sp. (2). Lord Crewe mi ha detto che accettava testo proposto da V. E. per comunicazione Montenegro, e che avrebbe dato istruzioni in conseguenza al ministro britannico Cettigne.

411

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 874/296. Londra, 12 luglio 1915, ore 10,22 (per. ore 3 del13) (1).

Telegramma di V. E. r. sp. n. 696 (3).

Lord Crewe ritiene al pari di V. E. inutile ed offensiva per Bratiano ultima frase comunicazione proposta da Sazonoff. A lui sembra preferibile di non aggiungere alcun'altra frase risultando dal testo stessa comunicazione che concessioni sono subordinate alla condizione che Romania entrerà in campagna nel termine di cinque settimane a partire data firma accordo politico. Suggerimento di lord Crewe mi pare opportuno. Col menzionare difatti esplicitamente eventuale annullamento concessioni, si corre il rischio di porgere a Bratiano pretesto per considerarsi definitivamente libero da ogni impegno verso Intesa, e prestare favorevole orecchio agli allettamenti austro-germanici, facilitando per lo meno passaggio attraverso Romania armi munizioni per Turchia.

412

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 872/294. Londra, 12 luglio 1915, ore 10,22 (per. ore 3,05 del13) (1).

Telegramma di V. E. r. sp. n. 697 (4). i..ord Crewe mi ha confermato oggi vedute manifestatemi nell'ultimo colloquio circa convenienza di lasciare per ora impregiudicata questione Croazia.

(l) -Così nell'esemplare conservato nell'archivio del ministero. L'esemplare conservato nell'archivio dell'ambasciata di Londra reca invece la data 13 luglio. (2) -Cfr. n. 391. (3) -Cfr. n. 397. (4) -Cfr. n. 399.
413

IL MINISTRO A NISCH, SQUITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 947/52. Nisch, 12 luglio 1915, ore 22,30 (per. ore 9,50 del13).

Il favorevole andamento della nostra azione militare contro l'Austria non

desta qui quell'unanime sentimento di soddisfazione che si avrebbe ad aspettarsi.

Ciò è dovuto al singolare acciecamento di una grande maggioranza di questo

popolo immaturo ai concetti complessi della politica internazionale ed al senso

pratico della misura e della opportunità. Per i serbi i successi delle armi italiane

rappresentano un pericolo per il serbismo quando hanno oggi per campo paesi

sloveni come la Carnia ed il Goriziano e potranno avere domani Trieste !stria e

Dalmazia ritenute tutte patrimonio nazionale serbo.

Scambiando il desiderio col fatto compiuto i serbi vedono già quelle regioni liberate dal dominio austriaco per opera loro con l'aiuto russo e quindi le considerano fin da ora retaggio del serbismo. Il sogno è tramontato dall'avanzata italiana ed il malumore qui per questo è evidente.

In tale disposizione d'animo e con la preoccupazione di attaccare il nemico su due frontiere non pare probabile che l'esercito serbo si muova in nostro aiuto (1).

414

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, SALANDRA

(Carte Salandra, Lucera) (2)

L. P. Roma, 12 luglio 1915.

A riscontro della Tua di ieri (3) e perchè, precedentemente a qualunque discussione coi colleghi, Tu abbia dinanzi a te tutti gli elementi della questione, ti trascrivo il testo ultimo, quale fu firmato da Imperiali, dell'articolo 2 della convenzione del 26 aprile, e dei punti essenziali delle due dichiarazioni che vi si riferiscono.

L'articolo 2 (il primo riguarda le convenzioni militari da farsi): dice: • De son còté, l'Italie s'engage à employer Ia totalité de ses ressources à poursuivre la guerre en commun avec la France, la Grande-Bretagne et la Russie contre tous leurs ennemis •. Alla fine del memorandum italiano è detto: • Après avoir pris acte du mémorandum, ci-dessus, les représentants de la France, de la GrandeBretagne et de la Russie, dument autorisés à cet effet, ont conclu avec le représentant de l'Italie, également autorisé par son Gouvernement, l'accord suivant: • La

France, la Grande-Bretagne et la Russie donnent leur plein assentiment au mémorandum présenté par le Gouvernement Italien. Se référant aux articles l, 2 et 3 du mémorandum, qui prévoient la coopération militaire et navale des quatre Puissances, l'Italie déclare qu'elle entrera en campagne le plus tòt possible et dans un délai qui ne pourra excéder un mois à partir de la signature des présents •.

L'altra dichiarazione a parte, dice: « Après la déclaration de guerre par ou contre l'Italie, les quatre Pui,ssances signeront une nouvelle déclaration identique qui sera rendue publique à ce moment •, (cioè l'impegno di non concludere paci separate).

Mi giunge in questo momento la Tua di stamane (l); telegrafo subito a Tittoni per Porro (2).

Tornando alla Tua di ieri, Ti prego, se possibile.. di risparmiarmi il viaggio a Udine, perchè mi sento molto giù di fisico e temo un lungo strapazzo. Quanto al Consiglio sta bene per mercoledì o per quando vorrai.

(l) Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. 512 del 13 luglio, ore 21.

(2) Edita in B. VrGEzzr, I problemi della neutral-ità, cit., p. 68.

(3) Cfr. n. 405.

415

IL MINISTRO A PECHINO, SFORZA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 430/97. Pechino, 12 luglio 1915 (per. il 5 settembre).

Circolano nuovamente a Pechino voci di una restaurazione del titolo imperiale nella persona di Yuan-Sci-Kai. Simili dicerie si erano sparse già varie volte nella capitale, e per ultimo in occasione della funzione compiuta al Tempio del Cielo al solstizio d'inverno, avendovi il presidente compiuto riti e pronunziate preghiere che una tradizione millenaria riserva all'imperatore. Di questo riferii a V. E. col rapporto n. 249 del 29 dicembre u. s.

Le voci che circolano in questo momento sono basate su supposizioni e ipotesi intorno alla chiamata a Pechino, alla spicciolata, dei governatori militari delle provincie. Si vuole che tale chiamata sia dovuta alla necessità d'insegnare a quei governatori la parte che essi dovrebbero assumere nel futuro colpo di Stato.

L'espressione colpo di Stato è applicabile più alla sostanza dell'atto, che ora si medita -o si dice premeditata -che non alla sua forma, poichè è certo che l'abilità cinese nel salvare·le apparenze troverebbe campo di esplicarsi in questa trasformazione costituzionale, che si farebbe apparire come risultato di una specie dl plebiscito che si imporrebbe all'affettata riluttanza di Yuan e a sue inevitabili proteste di desiderio di riposo e di vita modesta.

Che i capi dell'esercito e delle provincie sian pronti a inscenare il plebiscito, sol che il loro patrono lo voglia, non v'ha dubbio. Ma altrettanto certo si è che Yuan ha già la pienezza del potere -più che gli imperatori qua non ebbero e che, anche nelle sue ambizioni, egli non conosce impazienze.

(l) -Non rinvenuta nelle Carte Salandra di Lucera. (2) -Cfr. n. 406.
416

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A CETTIGNE, NEGROTTO CAMBIASO

T. GAE. 2577. Roma, 13 luglio 1915, ore 2.

Mio telegramma n. 2504 (1). l) Il R. ambasciatore a Parigi telegrafa: • Istruzioni..... ecc. » (come nel telegramma n. 5080/597) (2). 2) Il R. ambasciatore a Pietrogrado telegrafa: « Sazonoff invia..... ecc. , (come nel telegramma da Pietrogrado n. 5085/394) (2).

Questo ambasciatore d'Inghilterra mi ha comunicato che il rappresentante britannico a Cettigne ha avuto istruzioni di unirsi ai colleghi d'Italia, Francia e Russia per fare al Governo montenegrino una comunicazione conforme alla nostra proposta circa il mantenimento delle capitolazioni a Scutari e negli altri territori albanesi occupati dai montenegrini.

Prego telegrafarmi appena sia stato eseguito passo di cui al mio telegramma

n. 2504 sopra menzionato.

417

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI DE' CALBOLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.RR. 946/34. Bema, 13 luglio 1915, ore 1,45 (per. ore 16,20).

Monsignor Marchetti già segretario nunziatura Monaco che è qui da tre giorni ha già fatto varie visite al presidente cui aveva scritto cardinale Gasparri in ordine progetto vagheggiato dal Santo Padre per internamento prigionieri in Svizzera. Signor Motta mi ha detto che questo progetto accettato dalla Francia ma osteggiato sino a ieri dalla Germania era adesso sulla buona strada grazie ai passi fatti direttamente dal Pontefice presso l'Imperatore Guglielmo.

Il Ministero germanico degli affari esteri aveva già accettato l'idea e restava solo da appianare qualche difficoltà con quello della guerra.

Nel corso del lungo colloquio che ebbi col presidente ho potuto convincermi che monsignor Marchetti non è venuto qui soltanto come successore del conte Santucci per l'affare degli internati e per regolare questione della corrispondenza della Santa Sede. Sua missione è ben più importante. Santo Padre perfettamente [sic] non vive, a quanto dice suo .inviato ufficioso, ·che per una idea ed è quella della pace, senza riuscire finora a trovare una forma pratica del suo pensiero. Lo spirito eminentemente religioso dell'attuale presidente ha indotto il Pontefice a

rivolgersi a lui perchè Svizzera unisca i suoi sforzi a quelli del capo della cattolicità allo stesso scopo.

Il signor Motta ammettendo meco che monsignor Marchetti gli abbia parlato della maggiore o minore probabilità di una pace, mi ha aggiunto che il capo del dipartimento politico signor Hoffmann gli aveva detto senza ambagi che il momento attuale sarebbe stato assai mal scelto.

Alle mie domande se si fosse tastato il terreno mi rispose che Germania e Austria-Ungheria non sarebbero aliene dall'entrata in trattative ma che Francia e Inghilterra non ne volevano assolutamente sapere.

Parlandomi delle probabili condizioni di pace egli mi aggiunse francamente (e cito questo particolare perchè mi sembra sintomo importante) che la Svizzera se avesse la parola domanderebbe il ripristino del Belgio.

Nel corso della conversazione il presidente mi ha fatto a proposito del nostro paese due interrogazioni: la prima se avremmo veduto di buon occhio l'intromissione del • potere spirituale della Santa Sede • e la seconda quale attitudine avrebbe assunto l'Italia davanti ad una proposta di pace. Lasciando cadere il primo punto risposi al secondo, a titolo privato e personale, essere io convinto che oggi qualsiasi proposta di pace sarebbe assolutamente respinta. Solo dopo un trionfo avremmo potuto ascoltarla.

Il presidente che trovò giustificate le mie osservazioni cambiò d'argomento dopo essersi solo augurato che gli sforzi dei pacifisti valgano a risparmiare una seconda campagna d'inverno.

Naturalmente il mio colloquio ebbe carattere estremamente confidenziale ed è a tale titolo che ne informo V. E.

(l) -Cfr. n. 370. (2) -Non pubblicato.
418

L'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.R.SP.882/301. Parigi, 13 Luglio 1915, ore 21 (per. ore 3 del 14).

Faccio seguito al mio telegramma Gabinetto n. 296 (1).

N e i colloqui che Porro ha avuto con J offre si è venuti ad una soluzione media tra le idee di Millerand e quelle di Porro. Si è concertata la prossima grande offensiva generale francese, inglese e italiana colla riserva, però, quanto all'Italia, che, se esercito italiano si troverà di fronte forze, potrà interrompere offensiva e mantenersi sulla difensiva.

J offre ha espresso a Porro la stessa idea manifestatami dal Presidente della Camera Deschanel, e che io ho riferito a V. E., e cioè che è necessario che francesi cerchino a qualunque costo di riconquistare tra estate e autunno almeno una parte del territorio occupato dai tedeschi, essendo necessario ciò per il morale delle truppe alle quali si dovrà chiedere di passare un secondo inverno nelle trincee.

21 -Documenti diplomatici-Sede V-Vol. IV

(l) Cfr. n. 388.

419

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.R.SP.884/301. Londra, 13 luglio 1915, ore 22,27 (per. ore 4,30 del14).

Nel consegnare ieri a lord Crewe promemoria riassumente informazioni di cui al ·telegramma di V. E. 672/330 (l) [colsi occasione] per insistere sulla necessità di affrettare il più presto possibile noto accordo dando così prova tangibile premura alleviare grosse difficoltà .suscitateci in Libia dal contegno delle autorità anglo-egiziane. Trattamento, a parlar franco, non è stato finora quello cui eravamo in diritto di attenderci, autorità predette o quanto meno loro agenti segreti avendo in pratica lasciato intendere al Senusso che poteva pure prendersela cogli italiani se lasciava in pace inglesi e francesi.

Sua Signoria mi disse essere Foreign Office in comunicazione attiva col commissario inglese al Cairo per concretare le basi dell'accordo con noi. Aggiunse che Senusso comunque a quest'ora non ignora relazioni di alleanza fra i nostri due paesi. Lord Crewe non ha motivo di credere verosimili intenzioni aggressive del Senusso contro l'Egitto. Obiettò poi che accordo non potrebbe implicare obbligo per il Governo egiziano di partire in guerra contro Senusso senza motivo. Risposi:

• Non vi chiediamo certamente di dichiarare la guerra al Senusso, domandiamo soltanto ed insistiamo perchè voi con ogni mezzo a vostra disposizione vi adoperiate sul serio ad impedire che egli continui a farla a noi vostri alleati •.

In conclusione attirai nuovamente seria attenzione di lord Crewe sulla necessità di venire presto ad una soluzione promettente risultati pratici e rispondente ai criteri generali già da noi manifestati.

Ciò agli scopi importanti già da me segnalati nel precedente colloquio.

420

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.R.SP.881/297. Londra, 13 luglio 1915, ore 22,04 (per. ore 4,55 del14).

Comunicai ieri a lord Crewe il telegramma di gabinetto 700 (2) riservato speciale facendogli osservare che risposta di lui era stata da me già preveduta. Sua Signoria disse nulla era più lontano dal suo pensiero che il creare imbarazzi al

R. Governo con misure destinate a produrre cattiva impressione in Italia. D'altra parte però rimaneva il fatto che la Serbia non cessa di manifestare risentimento ed irritazione per essere trattata dalle potenze a fianco alle quali combatte in condizioni di inferiorità rispetto agli altri stati balcanici verso i quali si largheggia in promesse ed offerte determinate, e precisamente la si tiene al buio delle decisioni prese circa questioni che vitalmente l'interessano.

Risposi che l'effetto pratico delle rivelazioni suggerite sarebbe che in Italia concessioni Adriatico verrebbero giudicate eccessive, in Serbia insufficienti, donde

discussioni, polemiche interne nei due paesi, acri recriminazioni italo-serbe, agitazioni jugoslave, e verosimile conseguente rifiuto della Serbia non solo di fare concessioni alla Bulgaria ma anche di avanzare contro comune nemico.

In complesso difficoltà imbarazzi per noi e di riflesso per alleati con vantaggio pratico nullo o per lo meno molto problematico. In queste condizioni io mi permettevo, in via privata e confidenziale di rivolgergli calda preghiera di non più insistere sulle rivelazioni alle quali V. E. ha non una ma mille valide ragioni per opporsi.

Medesimo linguaggio tenni pure a Nicolson che vidi successivamente. Egli pur non potendo contestare validità miei argomenti osservò che essendo Serbia offesa ed eccitata converrà pure che le potenze si decidano a rabbonirla parlandole francamente e spiegandole che sacrifici richiestile siano in misura assai più larga compensati più tardi con acquisti territoriali di gran lunga oltrepassanti sue più rosee speranze.

Risposi che a tranquillizzare la Serbia bastava fosse a sufficienza l'assicurarle Bosnia e Erzegovina nonchè in tesi generale un largo accesso all'Adriatico secondo fu fin dal principio opportunamente suggerito da V. E.

(l) -Cfr. n. 358. (2) -Cfr. n. 400.
421

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 880/299. Londra, 13 luglio 1915, ore 22,29 (per. ore 5 del 14).

Nè lord Crewe nè Nicolson hanno fatto meco ulteriore accenno di sorta alla nostra entrata in guerra contro Turchia. Ciò stante e dal momento che V. E. ha già discorso in proposito con Rodd, ho creduto preferibile di astenermi dal menzionare argomento nei miei ultimi colloquii con entrambi. Mia impressione è però che permanga inalterato qui premuroso desiderio già manifestato.

Condizioni vista di Grey sono migliorate, ma, secondo mi disse ieri lord Crewe, deve avervi molta cura, astenendosi dallo scrivere ed anche possibilmente dal leggere. Grey riprenderà giovedì prossimo direzione suo ministero. Qualora mi parli del noto argomento gli terrò linguaggio analogo a quello adoperato da

V. E. con Rodd ed in conformità pensiero direttamente manifestatomi dal presidente del consiglio.

422

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI DE' CALBOLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 956/35. Berna, 13 luglio 1915, ore 17,05 (per. ore 6 del14).

Faccio seguito al mio telegramma n. 34 di ieri (1). Ho avuto or ora visita dell'inviato ufficioso pontificio monsignor Marchetti. Mi ha detto essere venuto qui per definire nota questione dei prigionieri. Preve

dendo che le cose tirano in lungo egli per un sentimento di delicatezza non intendeva restare più a lungo a Berna ma sarebbe partito stasera stessa per Friburgo dove avrebbe fissato sua dimora. Parlandomi della pace monsignor Marchetti, pur negando di essere qua con uno speciale mandato ad hoc di Sua Santità, ha ammesso di aver parlato a lungo col presidente dell'idea fissa del Pontefice e del suo dolore di non riuscire a concretare in una forma pratica le sue aspirazioni. Nel ripetermi identica frase riferitami dal Motta, non vivere più il Papa che per questa idea, monsignore mi aggiunse sorridendo che poteva dirmi lo stesso del presidente. Ma che questi da uomo pratico era convinto dell'impossibilità poter oggi mettere in esecuzione un qualsiasi progetto, mancando punti d'appoggio per far operare la leva. Mio interlocutore mi rivolse pure la stessa domanda del presidente sull'accoglienza che avrebbe fatto oggi Italia a delle proposte di pace ed io gli ho risposto nello stesso senso che ieri al Motta.

(l) Cfr. n. 417.

423

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI DE' CALBOLI

T. GAB. 515. Roma, 14 luglio 1915, ore 21.

Telegrammi di V. S. nn. 34 e 35 (1). Informo ad ogni buon fine V. S. per sua norma di linguaggio che deve essere

esclusa in modo assoluto l'ammissione d'un rappresentante della Santa Sede ad un eventuale congresso al termine della guerra.

424

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 957/306. Londra, 14 luglio 1915, ore 12 (per. ore 5,05 del 15).

Mio telegramma n. 299 r. sp. (2).

Avant'ieri parlando con Crewe di vari affari commerciali gli dissi che da qualche autorevole connazionale qui residente era stata attirata attenzione mia su perdurante omissione dell'Italia, malgrado mutata situazione politica tra le nazioni, cui non si applicano divieti di esportazione e sulla sgradita impressione che, a quanto essi mi riferiscono tale omissione produce in Italia cagionando ostacoli e difficoltà continuate all'andamento regolare nostro commercio. Replicò Sua Signoria che omissione era una necessità imposta dalla ... (3) monetaria e unicamente dovuta al fatto materiale del non trovarci noi in istato di guerra contro la Turchia e la Germania e nella impossibilità di proibire esportazioni di merci in Turchia.

Egli ripetè però che in pratica omissione non implicava rifiuto esportazione per Italia ma semplice mantenimento statu quo obbligo di chiedere solito permesso.

Avendo io osservato che anche questi permessi non si ottengono facilmente e comunque si fanno spesso troppo aspettare egli rispose che stante possibilità esportazione nostre merci nei due stati nemici specialmente in Turchia, era naturale e giusto da parte del Governo britannico di bene accertare previamente che articoli esportati dall'Inghilterra non vadano poi per una via o per l'altra a finire in stati coi quali Inghilterra combatte così aspramente guerra. Tutte queste difficoltà, concluse, sparirebbero automaticamente il giorno • che pur dovrà venire • in cui Italia si troverà in condizioni perfettamente analoghe a quelle della Russia e della Francia cioè in guerra con Turchia e Germania.

Come V. E. rileverà la questione venne da Crewe esaminata sotto aspetto esclusivamente commerciale. In un successivo colloquio di natura affatto privata con Borghese, Crewe ripetutegli sulla questione commerciale le osservazioni a me espresse aggiunse anche qualche accenno di indole politica. Senza ben inteso in alcun modo manifestare apprezzamenti nè fare allusioni di sorta che suonassero sorpresa, premura o eccitamento egli si limitò ad osservare che tedeschi profittavano dell'attuale situazione nostra per esercitare influenza sugli stati balcanici. Nel dare loro ad intendere che Italia non osa dichiarare guerra alla Turchia per non provocare Germania, agenti tedeschi colgono l'occasione per incoraggiare quegli stati minori a seguire nostro esempio.

Vedute manifestate da Crewe e per giunta in una conversazione assolutamente privata non possono naturalmente formare oggetto di rilievo o di discussione. Non credo però meno opportuno di riferirle ad ogni buon fine a V. E. sembrandomi verosimile che le medesime rispecchino fedelmente pensiero Foreign Ojjìce.

t

A me però{dopo accenno di lord Crewe a suo tempo riferito a V. E. non una paro,la è stata più detta sul delicato argomento nè da lui nè da Nicholson per quanto occasione non sarebbe mancata per essersi negli ultimi colloqui spesso parlato della Turchia nei riguardi degli stati balcanici sia a proposito della Libia e del Senusso.

(l) -Cfr. nn. 417 e 422. (2) -Cfr. n. 421. (3) -Gruppo indecifrato.
425

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, GARRONI

T. GAB. 2609/62. Roma, 15 luglio 1915, ore 2,30.

Senni riferisce essere rimasti Palestina circa 200 frati francescani italiani. Propaganda Fide preferisce essi restino colà guardia Santuario ma fa pratiche presso Sublhne Porta per mezzo codesto delegato apostolico per assicurare loro libera partenza in caso ostilità italo-turche.

Comunico quanto precede per notizia e norma a V. E.

426

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 2610. Roma, 15 luglio 1915, ore 2,30.

R. agente diplomatico al Cairo informami che generale Maxwell avendo ricevuto istruzioni porre in campi di concentramento tutti i sudditi austro-ungarici residenti Egitto gli ha però detto che avrebbe da essi esonerato regnicoli di sentimenti italiani.

Prego V. E. porgere sentite grazie nostre codesto Governo per riguardi nostri confratelli irredenti.

427

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A DURAZZO, ALIOTTI

T. GAB. 2611. Roma, 15 luglio 1915, ore 2,30.

In merito suo telegramma n. 425 (l) osservo:

l) Con l'aver notificato costì che nonostante blocco coste albanesi lasceremo approdarvi navi con carichi sicuramente e legittimamente destinati Albania, si è dimostrata tutta insussistenza e malevolenza voci fatte spargere dai nostri nemici che blocco da noi dichiarato tendesse affamare Albania.

2) Ogni qualvolta ci si chiede autorizzazione per approdo coste albanesi di nave o veliero se ne dà preventivo avviso a V. S. Se Essad non crede o comunque ha ragioni per dichiarare che carico di straniera provenienza (naturalmente però di paese non nemico) per il quale si richiede autorizzazione, non è legittimamente destinato Albania e se, in cambio, egli dichiara preferire merce italiana questo ministero si regolerà in conseguenza rifiutando autorizzazione e provvedendo per l'invio di merci dall'Italia. Come per il caso dei velieri di cui nel telegramma del R. ministro in Atene, suddetta dichiarazione del Governo albanese

o per esso di Essad ci è necessaria per giustificare rifiuto autorizzazione presso Governo greco.

3) Per i trasporti dall'Italia, in seguito a lungo esame e studio di tutte le difficoltà che presenta la questione migliore mezzo appare sempre quello dei velieri, secondo le modalità e lo schema di cui in altro mio telegramma odierno.

Quanto a progetto Essad circa acquisto di un piroscafo ministero della marina fa notare che tale acquisto non può avvenire presso potenza belligerante perchè non sarebbe valido nel momento attuale trapasso di bandiera su di un piroscafo italiano. D'altra parte ministero marina è d'avviso che non si debba da noi favorire detto acquisto e il traffico cui il piroscafo sarebbe destinato, non avendo elementi sufficienti per escludere del tutto una possibile intesa fra Essad e Go

verno austriaco onde sorvegliare movimenti della nostra flotta per mezzo navi apparentemente impiegate a solo scopo rifornimenti albanesi. Quanto alla notifica blocco essa fu fatta qui in Roma alle legazioni estere e comunicata poi con circolare postale alle R. rappresentanze all'estero. Al suo telegramma circa notifica Governo albanese fu risposto appena ultimati necessari accordi con R. ministero marina circa notifica stessa.

(l) Del 12 luglio 1915, in cui Aliotti dà parere contrario a far eccezioni al blocco contro la Grecia.

428

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 5209/194. Madrid, 15 luglio 1915, ore 0,45 (per. ore 5,05).

Riferiscomi mio telegramma n. 192 (1).

Ho approfittato ricevimento ieri sera questo ministro di stato per associarmi miei colleghi di Francia e Inghilterra nel chiedere massima sorveglianza sopra contrabbando marino. Ministro di stato mi assicurò con molto calore che Governo spagnuolo voglia reprimere ogni illecito rifornimento come se Spagna stessa fosse minacciata. Non dubito sua sincerità bensì efficacia quella vigilanza vista configurazione coste, attività germanica e numerosa complicità che trova nella popolazione.

429

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI

T. GAB. R. SP. 715. Roma, 15 Luglio 1915, ore 22.

(Per tutti meno Pietrogrado) Il R. ambasciatore a Pietrogrado telegrafa (2):

• Anche qui ambasciatore di Francia ha esposto urgenza fare comunicazione alla Romania. Sazonoff però è ora d'avviso che convenga prima indagare se Bratianu sarebbe disposto a fissare il termine dell'entrata in azione Romania qualora le potenze si dichiarassero pronte a cedere a tutte le condizioni da lui poste finora. Nel promemoria testè inviatomi Sazonoff propone che qualora Gabinetti alleati condividano tale suo parere, il ministro di Russia a Bucarest potrebbe essere incaricato d'interrogare in proposito Bratianu. Ove questi s'impegnasse ad aprire ostilità contro Austria-Ungheria nel termine di cinque settimane, i rappresentanti delle quattro potenze potrebbero fare subito le convenute proposte. Se invece la risposta di Bratianu confermasse che per il momento l'entrata in azione della Romania non può essere ottenuta ad alcun patto, le potenze si concerterebbero sulle decisioni da prendersi ulteriormente. Sazonoff si è deciso a fare questa proposta in ,seguito ad una lettera di Poklevsky giuntagli oggi, ma

datata da parecchi giorni or sono, nella quale si espone il dubbio che pur facendo ogni concessione alla Romania questa non fisserà un termine per sua azione fino a che Russia non abbia ripreso seria offensiva ».

Ho risposto a Carlotti quanto segue:

(Per tutti) La mia unica obiezione alla nuova procedura proposta da Sazonoff è che per concertarsi tra le quattro potenze intorno ad essa si rischia di perdere almeno otto giorni prima di fare alcun passo comune a Bucarest. Per questa ragione preferirei che si mantenesse il preced~nte concerto intorno ai quattro punti (vedi miei telegrammi n. 707 e n. 709) (1). Ad ogni modo non mi oppongo alla nuova proposta di Sazonoff se viene accettata da tutti, e in questo senso telegrafo al R. ministro a Bucarest autorizzandolo di unirsi ai colleghi nell'uno o nell'altro passo si omnes. I possibili danni di ogni ritardo risultano abbastanza chiari dal mio telegramma n. 518 (2), dal quale appare che nonostante le assicurazioni in contrario la Turchia è munizionata a traverso la Romania.

(Solo per Bucarest) Prego V. S. di comportarsi in conformità di quanto precede.

(l) -Non pubblicato. (2) -Con t. gab. r. sp. 891/232 del 14 luglio, ore 21, per. ore 8 del 15.
430

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A SOFIA, CUCCHI BOASSO

T. GAB. 719. Roma, 15 luglio 1915, ore 22.

(Per tutti meno Sofia) Ho telegrafato al R. ministro a Sofia quanto segue:

(Per tutti) Questo ambasciatore d'Inghilterra mi ha comunicato il testo della dichiarazione da farsi al Governo bulgaro. Esso è identico a quello che ho comunicato alla S. V. col mio telegramma gab. n. 708 r. sp. (3) tranne l'ultimo periodo che è così concepito: • Per la stessa ragione le potenze dell'Intesa fanno noto che sarebbe desiderabile che il Governo bulgaro dichiarasse quali sono le spiegazioni (nei limiti generali delle offerte fatte dalle quattro potenze alleate) che esso considererebbe come soddisfacenti •.

Ho risposto a sir Rennell Rodd che per non perdere altro tempo accetto il testo coll'aggiunta riportata. Autorizzo V. S. a darne comunicazione al Governo bulgaro si omnes.

Sir Rennell Rodd mi ha poi comunicato il promemoria seguente: « La notizia che si fanno alacri preparativi da parte di numerose bande sulla frontiera serbobulgara, ha molto impensierito il Governo serbo. L'addetto militare austriaco a Sofia ha anche di recente visitato le regioni vicine alla frontiera e il generale bulgaro comandante la divisione di Rilo ha anch'egli, a quanto sembra, fatto colà un'ispezione.

Sir Edward Grey propone che, quando sarà fatta al Governo bulgaro la comunicazione della risposta che è stata concordata, il ministro inglese aggiunga

che le potenze alleate si attendono che il Governo bulgaro non permetterà alcuna incursione o alcun disordine nelle regioni che corrono lungo la frontiera serba. Sir Edward Grey domanda se il ministro degli affari esteri d'Italia è d'accordo

nel mandare istruzioni analoghe al proprio rappresentante a Sofia •.

Ho risposto a sir Rennell Rodd che non ho difficoltà ad accettare che si faccia una enunciazione in conformità a quanto precede, e in questo senso autorizzo V. E. a farla si omnes.

(l) -Non pubblicati. (2) -È la ritrasmissione del n. 73. (3) -Cfr. n. 407.
431

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 894/321. Bucarest, 15 luglio 1915, ore 21 (per. ore 3 del16).

Telegramma di V. E. Gab. 709 R. sp. (1). Comunicazione da farsi Bratianu è stata concretata coi miei colleghi nei termini seguenti:

• Les Puissances alliées sont d'accord pour assurer à la Roumanie les acquisitions de la Boukovine jusqu'au Pruth du territoire du Marmarech jusqu'à la Theiss et tout le Banat à ,condition que la Roumanie s'engage:

l -à entrer en guerre contre Autriche-Hongrie dans cinq semaines au plus tard après la signature de l'accord politique; 2 -à empecher dès à présent tout passage de matériel de guerre pour la

Turquie;

3 -à céder à la Bulgarie Dobrich et Bakhick;

4 -en ce qui ,concerne le Banat: à ne pas élever d'ouvrages militaires dans

la partie du Banat qui peut intéresser la défense de Belgrade... (2): " a non mantenervi le forze militari più di quelle occorrenti", au service de police, à indemniser les sel"'bes qui voudraient émigrer et à garantir à ceux qui préfèrent rester dans le pays le libre développement ainsi que la conservation de leur langue et de leur nationalité. Si les Puissances alliées tombent d'accord avec la Roumanie sur les points indiqués, elles se déclarent pretes à donner satisfaction aux demandes formulées par Monsieur Bratianu en ce qui concerne les fournitures militaires ».

Questo testo coincidendo quasi letteralmente con quello comunicato da Sazonoff al R. Ambasciatore a P1ietrogrado meno la parte esclusa da V. E. e dagli altri Ministri degli Affari Esteri dell'Intesa, mi considero autorizzato far comunicazione a Bratianu non appena la facciano anche i miei tre colleghi.

Ministro di Russia però ha ricevuto ordine di non fare comunicazione in parola a Bratianu se prima questi non gli dichiara esplicitamente di essere pronto ad entrare in azione a data fissa ove ottenga tutte le concessioni politiche da lui poste. Telegramma di Sazonoff a questo Ministro di Russia è ispirato a molta diffidenza per Bratianu.

(l) -Non pubblicato. (2) -Gruppo indecifrato.
432

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 5220/196. Madrid, 15 luglio 1915, ore 22,16 (per. ore 4,25 del 16).

L'indirizzo che ho comunicato all'E. V. col mio rapporto n. 124 (l) e che ha per iscopo di invitare il papa a venire in Spagna ove lasciasse Roma si va coprendo di firme e non vi è arte da cui rifuggano i promotori per accrescerne il numero. Si fanno firmare perfino i bambini ed è pertanto da prevedere un numero imponente di firmatari. Sarà una rassegna delle forze reazionarie che non dovrebbe piacere nemmeno al Governo spagnuolo, ma che è una conseguenza naturale della inopportuna iniziativa presa da re Alfonso.

433

IL MINISTRO A SOFIA, CUCCHI BOASSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 5227/380. Sofia, 16 luglio 1915, ore 3,40 (per. ore 18,45).

È commentato anche qui telegramma che secondo giornali romeni è transitato in chiaro per ufficio telegrafico ... (2) indirizzato da imperatore di Germania alla regina di Grecia che dice • Grazie a voi alla Bulgaria ed alla Romania il nostro trionfo è assicurato •.

434

IL MINISTRO A NISCH, SQUITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 5230/214. Nisch, 16 luglio 1915, ore 11 (per. ore 23,35).

Non avendo ancora ricevuto una risposta concludente da questo ministero affari esteri riguardo alla nomina dell'addetto militare serbo di cui al mio telegramma 204 (1), ho insistito vivamente per averla.

Mi riferisco mio telegramma 206 (3) che debbo rettificare nella sua ultima parte. Non si tratta di 30 ma di 130 note scritte da'Ila R. legazione in questi ultimi sei mesi al ministero affari esteri serbo rimaste senza risposta sopra un totale di 168 note indirizzategli.

(l) -Non pubblicato. (2) -Gruppo indecifrato. (3) -Cfr. n 360.
435

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

D. R. uu. 36966/936. Roma, 16 Luglio 1915.

Mi pregio di qui unito trasmettere a V. E. copia di una nota in data 4 corrente con la quale il collega delle Colonie risponde al suo rapporto n. 376 del 5 giugno u.s. (l) nonchè al memorandum direttole da Lord Crewe sulla .grave questione del Senussi.

A tale nota S. E. l'On. Martini ha fatto seguire il telegramma che pure unito trasmetto in copia richiamando specialmente l'attenzione dell'E. V. sull'affermazione relativa a Sidi Idris della quale ella potrà convenientemente valersi nell'esporre i nostri desideri ed il nostro punto di vista a codesto Governo.

Accludo pure le unite copie dei due rapporti n. 290 e 291 (2) direttimi dal

R. Agente Diplomatico in Cairo. Il primo contiene recenti ed interessanti notizie delle relazioni tra gli anglo-egiziani ed il Senussi. Inutile osservare che senza discutere l'assicurazione del Generale Maxwell e di Sir Cheetham che essi tendono • alla pace tra l'Italia ed il Senussi •, il risultato effettivo dell'azione da loro permessa è finora nel senso contrario di quello che essi dichiarano di proporsi.

Il secondo rapporto si riferisce all'azione inglese presso il Sayed Idris e si collega quindi al telegramma qui unito di S. E. l'On. Martini.

Infine attiro l'attenzione dell'E. V. anche sulle notizie pervenuteci di relazioni che si sarebbero stabilite tra il Senussi e lo Sceik Ali Dinar del Darfur. In proposito mi riferisco al telegramma n. 2598 (3) già direttole e mi riservo di fornirle le ulteriori notizie che mi giungeranno.

ALLEGATO

MARTIN! A SONNINO

N. RISERVATA 522. [Roma], 4 luglio 1915.

Ho la lettera n. 31996/342 del 16 giugno c. a. con la quale V. E. mi ha trasmesso il rapporto n. 5974/376 del 5 dello stesso mese del R. Ambasciatore in Londra, con !"allegata copia della nota a lui diretta da Lord Crewe il 2 giugno scorso, in risposta al memorandum consegnato dal marchese Imperiali a Sir Edward Grey, il 16 aprile 1915, circa l'azione del Senussi e la convenienza di accordi fra i due Governi, nei riguardi della Senussia.

Il quàle rapporto, con l'allegato, rendo, qui uniti alla E. V. Esaminerò, secondo V. E. mi chiede, questo documento, e prima di esso, il rapporto del R. Ambasciatore.

I

Il marchese Imperiali dice che la nota del Governo inglese non permette alcun dubbio ci1·ca il sincero desiderio del Governo stesso di procedere di pieno accordo col Governo del re. Se il R. Ambasciatore ha voluto riferirsi. alla ben nota mentalità

inglese e quindi alla intenzione di essere sinceri, non ho difficoltà a seguirlo nel suo convincimento, circa il desiderio di sincerità che anima il Governo di S. M. Britannica in questo momento. Ma, nel caso presente, il Governo inglese dimos,tra chiaramente di non essere persuaso che nella questione del Senussi il proprio interesse collimi con il nostro; per la qual cosa la sincerità del suo desiderio di procedere di accordo con noi, resta nel campo delle buone intenzioni.

Lo stesso R. Ambasciatore ci dice di non dimenticare come la Gran Bretagna, nella sua azione verso il Senussi, non possa trascurare i propri essenziali interessi.

Noi non abbiamo mai preteso che il Governo britannico trascurasse i propri interessi; ci siamo limitati a chiedere che non tenesse in non cale i nostri; specialmente ora che Italia e Inghilterra sono alleate.

La recente nota del • Foreign Office • è niente altro che la dimostrazione della preoccupazione e del fermo proposito dell'Inghilterra di curare i propri interessi; tenendosi, così, rigidamente nelle direttive costantemente seguite nei nostri riguardi dall'inizio della guerra itala-turca fino ad oggi.

Questo atteggiamento del Governo inglese nelle questioni del Senussi, fa strano contrasto con quello che abbiamo tenuto noi verso l'Inghilterra col rifiutare sistematicamente le molteplici proposte e offerte turche per la pacificazione della Cirenaica, offerte e proposte che sapevamo dirette contro l'Inghilterra.

Quali sono le ragioni di queste direttive? l) la prima è quella indicata dal marchese Imperiali. Essa sta nella complessa e difficile condizione della politica britannica nei paesi mussulmani; per cui l'atteggiamento benevolo verso la Senussia, rientra nella politica generale dell'Inghilterra, come la più grande delle potenze aventi possessi e influenze in paesi mussulmani e ciò anche senza volere arrivare all'idea che il Senussi e la Senussia entrino o possano entrare in prima linea nella risoluzione della grave questione del califfato arabo. Ma, oltre questa prima ragione che è senza dubbio la più evidente e la più confessabile, ve ne sono due altre, non meno importanti -una, di carattere permanente, è in relazione alla politica mediterranea; l'altra, occasionale, è in rapporto con il conflitto delle nazioni. 2) Prima di esporre questo secondo ordine di ragioni, credo opportuno ricordare che l'Inghilterra, molto tempo prima della nostra dichiarazione di guerra alla Turchia, propose al Governo italiano di procedere ad un accordo a tre, di carattere coloniale, fra Inghilterra, Francia e Italia per l'Africa settentrionale. Per ragioni che ignoro, la proposta inglese che era molto opportuna e utile per noi, non fu mai accolta; e fu gran danno, poichè della mancanza di esso accordo abbiamo sentito duramente il peso durante la guerra libica e più ancora nella presente grave situazione nella Libia che si è andata aggravando secondo le ben note previsioni, senza che da parte specialmente dell'Inghilterra e in seconda linea dalla Francia, si abbiano avuti quegli aiuti che pur esse potevano dare non appena scoppiato il conflitto internazionale. Ora non avendo l'Inghilterra potuto conchiudere l'accordo a cui molto teneva, è mia opinione che essa non ha visto di buon occhio il forte insediamento dell'Italia nell'Africa settentrionale, ed ha trovato nel Senussi un ottimo elemento per metterei nella condizione di dipendere in gran parte da essa per la pacificazione della Cirenaica. Di qui la utilità di un Senussi che goda grande autorità e prestigio in Libia, ma che sia in mano del Governo inglese. Seguendo questo concetto, l'Inghilterra ci ha dapprima impedito di aver ragione di Sidi Ahmed Scerif e di piegarlo a sottomettersi direttamente a noi; e ciò ha fatto, !asciandogli largamente aperta la via del confine egiziano mentre ha senza dubbio ostacolato l'azione delle missioni chediviali; e si è poi, attivamente adoperata per conferire autorità e prestigio a Sidi Ahmed, trattando con lui e con i membri della sua famiglia come fra potenza e potenza. II marchese Imperiali mostra di essere persuaso che la nota del • Foreign Office • elimini il timore che ,}'Inghilterra possa propendere verso la soddisfazione delle

aspirazioni al potere temporale intrattenute da Sidi Ahmed. Ma non si deve dimenticare che in paese mussulmano il potere religioso e quello politico si toccano fin quasi ad identificarsi; e che se ciò, nel caso speciale, può essere scevro di inconvenienti per il Governo britannico che ha il Senussi come confinante dell'Egitto, è però ora un pericolo per noi che lo abbiamo nel cuore della nostra colonia, nella quale anzi il Senussismo ha la sua culla; e dove Sidi Ahmed è ora cir,conda'to dal prestigio derivante dalla lunga, tenace azione militare sostenuta con vantaggio contro una grande potenza cristiana come l'Italia.

In conclusione, l'Inghilterra con il favorire, come apertamente dichiara di fare, l'affermazione e l'accr,escimento del potere religioso di Sidi Ahmed Scerif in Libia, mantiene nel fatto viva la fiaccola della ribellione senussita.

3) Scoppiato il conflitto europeo, proclamata la guerra santa, delineatasi la minaccia turca sul canale di Suez, intensificata l'azione turco-germanica diretta a sollevare la Senussia ed a lanciare il Senussi contro l'Egitto, l'Inghilterra non può che essersi sentita più che mai incoraggiata a persistere nell'indirizzo seguito nei riguardi della Senussia.

Quindi, atti di più solenne riconoscimento dell'autorità religiosa -che val quanto dire politica -del Senussi; quindi larghezza di aiuti di ogni genere, dopo una prima stretta di freni, mediante il divieto di esportazione dall'Egitto che valse a far capire al Senussi come qualsiasi velleità di ostilità contro l'Inghilterra avrebbe voluto dire la fame per i suoi seguaci combattenti e la necessità di arrendersi all'Italia a breve scadenza.

Contro questa concezione da parte del Governo britannico dei propri interessi, e la conseguente organica disposizione di direttive e di azioni, erano destinate a necessariamente infrangersi le proteste e le richieste italiane.

Messa allo stretto dalla logica delle nostre argomentazioni, l'Inghilterra ha soltanto curato la forma delle sue denegazioni e delle sue repulse; ed ha sprezzato anche la forma quando l'interesse britannico richiedeva di procedere senza riguardo.

Così abbiamo visto costretto all'inazione e poi a ritirarsi, il maggiore Bianco che si ottenne di stabilire a Solum; e da allora in poi costantemente respinte le nostre richieste di porre un nostro informatore a Solum; così abbiamo visto passare indisturbate attraverso il confine egiziano le carovane che tenevano viva la ribellione contro di noi; così abbiamo visto passare per l'Egitto, diretti in Cirenaica e Tripolitania, pericolosissimi agitatori come il Senatore El Baruni e Sceick Sof, (che è ora il principale capo della ribellione in Tripolitania) mandati dal Governo di Costantinopoli, sebbene in tempo e con viva insistenza il Governo italiano ne avesse chiesto l'allontanamento dall'Egitto; così abbiamo visto negare risolutamente dal Governo inglese la comune azione militare da noi proposta contro il Senussi e il blocco che noi abbiamo proposto di fare in comune della costa egiziana cirenaica da Solum a Tobruk; così abbiamo visto e tuttodì vediamo le autorità britanniche trattare come un potentato con un nostro nemico accampato in territorio italiano presso il confine dell'Egitto, senza darsi nessun pensiero del riguardo dovuto a noi, dei nostri interessi, delle nostre rimostranze.

A togliere le ultime illusioni viene la presente nota del • Foreign Office •, che ben può definirsi, nella presente e gravissima situazione nostra in Libia, uno strumento di egoismo.

Il

Ho voluto fare un quadro generale della situazione, ripetendo anche cose gm dette alla E. V., per lumeggiare meglio l'esame che qui appresso farò della nota britannica del 2 giugno scorso.

Quanto all'ansiosità dei Governi britannico e egiziano di cooperare con il Governo italiano per la pacificazione della Cirenaica e per lo stabilirsi di amichevoli relazioni fra l'Italia e il Senussi, mi riferisco nella prima parte di questa mia lettera.

Ho sopra accennato ai provvedimenti doganali emanati dal Governo egiziano, prima di proibizione e poi di permesso di esportazione.

Il « Foreign Office • si affretta ad assicurarci, cosa della quale eravamo, del resto, sicurissimi -che quei provvedimenti non furono adottati perchè servissero di mezzo di una mediazione britannica fra il Senussi ed il Governo italiano.

Ma sta in fatto che il primo ed il secondo ordine di provvedimenti, che il

• Foreign Office • vuole fare risalire ora a ragioni puramente economiche, hanno stranamente coinciso con le relazioni dapprima incerte e poi buone con il Senussi; la quale cosa fa ritenere che essi siano stati un mezzo di intimidazione dapprima ed un pegno di pacificazione fra l'Egitto ed il Senussi, poi; nonchè una minaccia continuamente pendente sul capo di quest'ultimo.

I rapporti e i telegrammi anche recentissimi del R. Agente al Cairo lo confermano crudamente.

Il • Foreign Office •, sebbene dia una sua propria ingegnosa versione delle recenti relazioni fra il Governo egiziano e il Senussi, non fa che confermare l'esattezza dei fatti da noi denunziati.

Resta, per tal modo, stabilito che un ribelle all'Italia, nemico giurato di questa, ha messo indisturbato le tende presso il confine egiziano, dove sotto gli occhi dell'Inghilterra alleata dell'Italia, è visitato, ossequiato, fatto segno ai maggiori onori delle autorità britanniche, con la acquiescenza delle quali, emana ordini, rilascia passaporti, distribuisce decorazioni in nome del Governo Senussita, riscuote imposte ed esercita ogni specie di atti di sovranità.

Gli indigeni della Cirenaica e dell'Egitto non possono che dare a questo fatto scandaloso, l'unica evidente interpretazione che esso comporta, che, cioè, l'Italia e l'Inghilterra non sono unite contro il pericolo che minaccia la prima in Cirenaica.

Il • Foreign Office • assicura, poi, che nulla è più lontano dai desideri e dalle intenzioni del Governo di S. M. Britannica quanto il proposito di acconsentire alle pretese di Sidi Ahmed circa l'indipendenza e l'autonomia. E qui la nota inglese afferma il proponimento di riconoscere nel Senussi soltanto un puro capo religioso, mettendo in rilievo le difficoltà e gli equivoci che potrebbero sorgere dall'attribuzione al Senussi stesso di un potere temporale.

Ho più sopra manifestato alla E. V. il mio modo di vedere a questo proposito e specialmente sul valore da attribursi alla distinzione fra potere religioso e potere tempOTale.

Gioverà a questo punto ricordare che il concetto di attribuire al Senussi una potestà temporale non è stato sempre così lontano dai propositi britannici, come ora il • Foreign Office • vorrebbe farci intendere.

Mi riferisco al telegramma espresso n. 2053 del l o marzo 1915, con il quale l'E. V. mi comunicò alcune proposte fatte nel febbraio u.s. dal signor Cheetham, segretario generale dell'Alto Comissario Britannico, al R. Agente Diplomatico in Cairo.

Rispondendo a V. E. con il mio telegramma-posta n. 406 del 10 marzo 1915, qualificai di assurda quella proposta; con la quale si mirava, appunto, alla creazione di un protettorato itala-britannico sul Senussi con il riconoscimento di un Governo senussita che avrebbe dovuto trattare con le potenze per il tramite comune.

Venendo all'esame delle proposte inglesi per giungere a qualche definitivo accordo con il Senussi, osservo che gli inglesi capovolgono le proposte nostre.

Proponevamo di trattare noi con il Senussi dopo un acco'rdo fra Italia e Inghilterra e quindi anche in nome di essa; e il • Foreign Office • propone, invece, che sia l'Inghilterra a chiedere al Senussi di trattare a richiesta dell'Italia; cosa che non ho bisogno di dimostrare altrimenti alla E. V., come sia pe'ricolosa e non decorosa.

Intanto, lasciando le cose languire nell'attesa di iniziare trattative diplomatiche dopo l'azione dei Dardanelli, gli inglesi hanno il tempo di concludere l'accordo con Sidi Idris dell'Assir; così avranno compiutamente in mano il Senussi, tagliandoci fuori anche dallo Yemen. È qui noto che per la prima volta il Governo britannico confessa ufficialmente che sta per intendersi con l'Idris dello Jemen. A questo proposito non ho che a riferirmi alla lunga corrispondenza scambiata fra i due Ministeri, esposizione di concetti che codesto credè di non accogliere.

III

Da quanto ho fin qui ·esposto chiaro resulta che la situazione nostra in Cirenaica è in gran parte nelle mani delì'Inghilterra, la quale è arbitra dei rifornimenti al Senussi; e che nulla noi possiamo fare che miri a resultati organici e definitivi senza esserci prima intesi con essa.

L'esperienza ci ha già dimostrato che l'azione militare, anche condotta con energia e con vantaggio, non è in nessun modo risolutiva; così che è certo che ancorchè fossimo in grado di condurre un'azione militare a fondo contro il Senussi, indipendentemente dall'Inghilterra -e V. E. sa che le presenti condizioni e le necessità militari della madre patria e della colonia Eritrea, nonostante la grave situazione della Tripolitania, non consentono di assegnare maggiori forze alla Libia -a nulla essa potrebbe approdare se non avessimo prima almeno conchiuso con l'Inghilterra intese per cui sia effettivamente e definitivamente preclusa al Senussi la via del confine orientale; e ciò non solo per le armi e per le munizioni come l'Inghilterra fa nell'interesse proprio, ma anche per i viv;eri.

È pertanto, mio avviso che, nel rispondere alla nota del • Foreign Office ., noi dobbiamo ancora una volta ricordare la presente situazione dei rapporti fra l'Italia e l'Inghilterra, che sono rapporti di alleanza; e far rilevare, quindi, l'effetto morale che produce negli indigeni della Libia e sulla opinione pubblica italiana il fatto che il Senussi trovasi alle porte dell'Egitto, con un piede in territorio italiano e l'altro in territorio egiziano, ricevendo visite, omaggi e doni da ufficiali e funzionari egiziani ed inglesi e nello stesso tempo combattendo a viso aperto l'Italia ed organizzando con l'appoggio dell'Inghilterra alleata dell'Italia un Governo senussita in territorio del quale l'Inghilterra ha esplicitamente riconosciuto la sovranità all'Italia.

Ciò premesso, e, ove, come pare, non sia possibile di indurre il Governo inglese ad un'azione-comune militare contro il Senussi a me pare che noi dovremmo per accostarci fin dove il nostro interesse ed il nostro decoro lo permettono ai desiderata britannici, proporre di trattare insieme, Italia e Inghilterra, sia con l'Idris dell'Assir sia con Sidi Ahmed Scerif. La ·garanzia dell'accordo deve essere reciproca, e il Senussi deve comprendere che se non conchiude con noi, non può rimanere amico dell'Inghilterra che è nostra alleata. L'Inghilterra, appunto, dev;e, in limine, far sapere al Senussi che tratteremo insieme, e che non è ammissibi1e che egli rimanga al confine egiziano essendo ribelle all'Italia alleata dell'Inghilterra.

Vero è che il • Foreign Office •, per dimostrare la necessità che le trattative con il Senussi siano condotte in primo luogo dal Governo di S. M. Britannica, ricorda che Sidi Ahmed è apertamente ostile all'Italia e che le sue pubbliche dichiarazioni ai propri seguaci rendono a lui stesso difficile il compito di trattare direttamente con il R. Governo.

Noi sappiamo benissimo che la fonte di queste osservazioni è il Governo egiziano, il quale, nella vivissima preoccupazione in cui si trova pe'I' l'incerto atteggiamento del Senussi, è recisamente contrario a tutto ciò che, potendo giovare a pacificarlo con l'Italia, possa toglierlo dallo stato di assoluta dipendenza in cui ora si trova rispetto all'Egitto per la vitale questione dei rifornimenti.

E poichè il parere del Governo locale pesa fortemente sulle determinazioni del Governo di Londra e noi, d'altra parte, siamo costretti dalla gravità della situazione in Libia a correre a ripari pronti e sicuramente efficaci, potremmo, in via subordinata, propore -per andare in qualche modo incontro al desiderio di Sir E. Grey, per incoraggiarlo a premere ancora sulle autorità anglo-egiziane -che sia in un primo tempo l'Inghilterra sola a dichiarare al Senussi che ·essa non può continuare ad avere buone relazioni con lui se egli continua le ostilità contro l'Italia e che è quindi necessario venire ad una intesa con l'Italia di cui potrebbero chiedersi le condizioni, salvo a continuare poi, come sopra ho esposto, insieme Italia e Inghilterra le trattative propriamente dette. Se queste trattative non approdassero, si dovrebbe provvedere con una azione comune militare o almeno alla chiusura della frontiera ai rifornimenti di ogni genere al Senussi.

Ho ragione di sperare che una siffatta proposta graduale metterebbe lo stesso Governo di Londra nella condizione di non urtare contro le ostinate opposizioni delle autorità egiziane; ove beninteso, si riesca a persuadere il Governo stesso della assurdità e della insostenibilità della situazione creatasi al confine cirenaico-egiziano; la quale è tale che non potrebbe più oltre protrarsi senza riverberarsi sfavorevolmente sull'insieme dei rapporti anglo-italiani.

Temperata per tal modo l'opposizione delle autorità egiziane, non dovrebbe riuscire difficile al Governo di Londra far intendere ad esso che un accordo come quello da noi proposto guarantirebbe l'Egitto dal Senussi meglio di qualsiasi isolata azione britannica; poichè è certo che il Senussi sarebbe messo nella impossibilità di cedere ad ogni incitamento turco-tedesco quando sapesse di avere di fronte Italia ed Inghilterra lealmente unite non solo nell'azione militare, ma anche -e ciò è quel che più conta -nel chiudere rigorosamente la via ad ogni specie di rifornimento.

IV

Persuaso che soltanto il convincimento nell'Inghilterra dell'esistenza di un suo interesse assoluto e predominante può indurla ad accostarsi alle nostre richieste, non ho saputo trovare soluzione migliore di quella sopra indicata; e confido che trattative condotte sulle dette basi, giovandosi nello stesso tempo delle occasioni di pressione che lo svolgimento della politica generale, in relazione .con la guerra e con la situazione internazionale, specialmente con l'interesse che mostra l'Inghilterra di volerei in guerra con la Turchia, possa offrirei, valgano a piegare l'Inghilterra ad una visione meno rigorosamente ·egoistica dell'interesse proprio.

Richiestone da V. E., ho detto tutto il mio pensiero.

Alla mia volta, per le responsabilità che a me direttamente incombono come ministro delle Colonie, specialmente nell'ora grave ed oscura che volge per le colonie libiche conquistate con tanti sacrifici e tanto sangue, chiamo sul grave argomento tutta l'attenzione della E. V., sicuro che vorrà considerare la questione della Libia, così intimamente collegata alla situazione politica mediterranea in generale, come meritevole di attirare a sè alla pari di ogni altra più grave questione, tutto l'interessamento del R. Governo.

ALLEGATO II

MARTIN! A SONNINO

T. 1278. Roma, 12 luglio 1915.

V. E. sa come sia facile prevedere che alla nostra dichiarazione di guerra alla Turchia seguirebbero un rincrudimento della ribellione già cosi gravemente estesa in Tripolitania, e forse lo scoppio di essa in Cirenaica, dove la presente calma non è che apparente e precaria.

Ed è strano che Francia ed Inghilterra non veggano nella condizione nostra da esse guardata con occhio indifferente (e potrebbe usarsi altra frase per quanto concerne il Governo anglo-egiziano) il pericolo di una ribellione che potrebbe divampare in tutta quanta l'Africa Settentrionale.

Leggo ora i telegrammi da Londra dell'8 e 9 corrente (l) dei quali ringrazio

V. E.; e mi affretto a dirle subito, francamente, che il Governo 'britannico studia da troppo lungo tempo una questione che, sebbene delicata, è, però, molto semplice, e che gli scrupoli nuovamente manifestati sui legami di parentela del Senussi con Sidi Idris dell'Assir, amico dell'Inghilterra, e la qualità di capo spirituale da riconoscere al Senussi, sono tali da non poter arrestare il Governo britannico sulla via da noi indicata. Sidi Idris è anche nostro amico, e sappiamo che egli vedrebbe favorevolmente la pacificazione in Cirenaica. E quindi, pare, che in Sidi Idris gli inglesi

potrebbero trovare non un ostacolo, ma un cooperatove nella loro azione presso il Senussi.

Quanto alla qualità di capo spirituale da riconoscere al Senussi, agli inglesi dovrebbe esser sufficiente, come a noi, di riconoscere la Confraternita dei Senussi e, se si voglia, la dipendenza religiosa dei capi zauia dal Senussi.

Su quanto precede ho creduto ancora opportuno intrattenere l'E. V. che ha impartito e impartirà al R. ambasciatore a Londra le opportune istruzioni.

(l) -Cfr. n. 100. (2) -Non pubblicati. (3) -Del 13 luglio 1915; dà istruzioni a Imperiali affinchè il Governo inglese induca il Sultano del Darfur a desistere da propositi ostili all'Italia.

(l) Cfr. n. 371. Il t. del 9 luglio non è pubblicato.

436

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 2640. Roma, 17 luglio 1915, ore 1,45.

Suo telegramma 584 (1).

Il R. ministro della guerra dichiara che i prigionieri austriaci di nazionalità italiana in Russia venendo in Italia in conformità dell'offerta di S. M. lo czar non soltanto non sarebbero obbligati a combattere contro la duplice monarchia ma non sarebbero neppure autorizzati a farlo.

437

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, GARRONI

T. GAB. 528/19. Roma, 17 luglio 1915, ore 20.

Telegrammi di V. E. 518 e 519 (2).

Confermo mio telegramma n. 521 Gab.Unetto (3). Una rottura che giustifichi la dichiarazione di guerra deve fondarsi sopra un argomento che pubblica opinione italiana comprenda e per cui si appassioni. Tale sarebbe il rifiuto della partenza dei nostri connazionali e dei Consoli, ancorchè questo rifiuto venga motivato da ragioni militari e di carattere generale.

Approvo contegno tenuto da V. E. tanto per la stampa quanto per rimorchiatore Mandello ma non conviene, pur protestando e minacciando in caso di rifiuto, giungere a rottura su tali incidenti minori.

Dato rifiuto sulla questione dei rimpatrii V. E. è autorizzata a protestare per iscritto, dando anche alla sua protesta forma di ultimatum. Riuscendo questo inutile, V. E. potrà presentare dichiarazione di guerra, aggiungendo magari sommariamente l'ultimo • grief • a quelli enumerati nel testo che Le fu trasmesso.

. La partenza di V. E. e la rottura delle relazioni diplomatiche non debbono però in nessun caso essere disgiunte dalla dichiarazione di guerra (4).

22 -Documenti diplomatici-Serie V-Vol. IV

(l) -Non pubblicato. (2) -Non. pubblicati. (3) -Non pubblicato: proteste di Garroni per il linguaggio usato dalla stampa turca contro il re, l'Italia e la rappresentanza italiana a Costantinopoli. (4) -Cfr. SoNNLVO, Diario, vol. Il, cit., pp. 178-180: traccia dell'esposizione da lui fatta al Consiglio dei Ministri del 14 luglio circa la dichiarazione di guerra alla Turchia e alla Germania.
438

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 901/3U. Londra, 17 luglio 1915, ore 21,47 (per. ore 2,35 del 18).

Telegramma di V. E. gabinetto n. 715 R. Sp. (1).

Grey concorda in massima con V. E. nel ritenere opportuno di affrettare il più possibile la comunicazione alla Romania. Egli trova naturalmente giusta l'idea di Sazonoff di premunirsi con previe indagini contro pericolo che Bratiano.. intascate offerte delle potenze, cominci a cavillare sulla data dell'entrata in campagna col recondito intento di rinviarla ad un'epoca assai più lontana alla quale forse essa non sarebbe più di alcuna utilità per gli alleati.

Grey trova che predette indagini possono essere eseguite rapidamente.

439

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 5277/426. Bucarest, 17luglio 1915, ore 9.30 (per. ore 10 del18).

Mi risulta confidenzialmente constare a questo ministero degli affari esteri che stato maggiore ellenico si manifesta in ogni occasione ostile agli eserciti dell'Intesa ed in particolare al R. esercito di cui nega successi. D'altra parte passano di qua frequenti telegrammi dell'imperatore di Germania alla regina di Grecia inneggianti ai successi austro-tedeschi.

440

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 976/27. Stoccolma, 18 luglio 1915, ore 20,45 (per. ore 9,30 del 19).

Hammarskjold ricevendo ieri in presenza del ministro degli affari esteri una commissione di pacifisti svedesi ha risposto che il Governo vuole mantenere neutralità ma non ad ogni costo, che oltre al caso di invasione straniera ce ne sono altri che potrebbero obbligare la Svezia ad uscire dalla neutralità, ma che sarebbe inopportuno citarli, che l'agitazione per la pace è altrettanto pericolosa quanto

quella per la guerra e che confida che anche gli svedesi i quali reagiscono contro l'eccitazione interna si opporrebbero eventualmente magari colla forza alle minaccie provenienti dall'estero e non esiterebbero ad arrischiare qualche cosa per la libertà ed i diritti della patria.

Queste parole appariscono anzitutto come una pressione sulla delegazione inglese che negozia il modus vivendi e che si è mostrata energicamente avversa alle pretese svedesi di commisurare il transito per la Russia sulle esportazioni per la Germania, dichiarando tale pretesa inconciliabile colla neutralità. Inoltre esse contengono una specie di sconfessione indiretta del ministro degli affari esteri il quale pochi giorni fa aveva esortato una commissione di donne svedesi che si era recata a ringraziarlo per la politica di neutralità del Governo ad opporsi alla propaganda della • piccola cricca interventista ».

La posizione di questo ministro degli affari esteri che personalmente è deciso fautore della neutralità appare un poco scossa, mentre sembra prendere sempre più sopravvento Hammarskjold il quale senza voler precisamente la guerra si presta maggiormente alle esigenze tedesche e nei negoziati coll'Inghilterra mira ad ottenere i mezzi per favorire in qualche modo i rifornimenti della Germania.

Questo pericoloso stato di cose sfugge per ora al grosso dell'opinione pubblica svedese che ha fiducia nel Gabinetto attuale. A mio avviso una attitudine troppo conciliante dell'Inghilterra continuerebbe a mantenere l'equivoco senza dare risultati pratici soddisfacenti, mentre un contegno più risoluto potrebbe spingere questo ministro affari esteri a far prevalere le sue idee o condurre ad una rottura dei negoziati in corso, ciò che determinerebbe forse le dimissioni del ministro degli affari esteri· ed aprirebbe gli occhi al popolo svedese il quale non sembra disposto lasciarsi trascinare alla guerra per conto della Germania (1).

(l) Cfr. n. 429.

441

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 5292/609. Pietrogrado, 18 luglio 1915, ore 20,35 (per. ore 11 del 19).

Telegramma di V. E. n. 2614 (2).

Notizie· da Sofia a questo ministero esteri fanno ritenere che nessun accordo sia stato finora concluso tra Bulgaria e Turchia le quali anzi sarebbero sotto influenza di sospetti e diffidenze reciproche. Turchi non avrebbero punto diminuito guarnigione ed armamenti Adrianopoli ed avrebbero minato ferrovia che si allac

cia coi tronchi bulgari.

(l) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. 529 del 19 luglio, ore 20. (2) -Del 15 luglio, non pubblicato, trasmette il t. 5182/375 da Sofia sui negoziati turcobulgari.
442

IL MINISTRO A CETTIGNE, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 980/57. Cettigne, 18 luglio 1915, ore 19,20 (per. ore 13,25 del 19).

Seguito mio telegramma n. 56 (1).

H re Nicola avendo persistito nel suo modo di vedere, Governo montenegrino ha respinto categoricamente la tesi sostenuta dalla Serbia circa il subordinamento delle forze montenegrine al comando serbo di ... (2) per le eventuali operazioni in Bosnia. Tale decisione doveva condurre necessariamente ad una crisi nelle relazioni tra la Serbia ed il Montenegro.

Mio collega Serbia dichiara che la questione doveva interessare le grandi potenze alleate giacchè Serbia potrà rispondere del felice risultato delle operazioni alla sola condizione di avere il controllo effettivo sull'esercito montenegrino (3).

443

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 5304/393. Atene, 19 Luglio 1915, ore 18 (per. ore 19).

Ho visitato oggi Gunaris per felicitarlo di aver assunto la reggenza del ministero degli affari esteri. Oltre alcuni discorsi puramente formali abbiamo parlato della situazione degli ellenici nella Turchia che ogni giorno si aggrava e che ha dato luogo ultimamente ad una viva polemica di stampa. Gunaris, uomo assai circospetto nella parola non ha voluto esplicitamente confermarmi che il Governo ellenico abbia rivolto al Governo ottomano una protesta per tale stato di cose. Mi risulta però d'altra parte che tale protesta esiste. Gunaris mi ha detto che già sulle sponde del mar di Marmara infinite famiglie greche sono state cacciate e maltrattate. Oggi persecuzione e cattivi trattamenti hanno luogo su grande scala nel vilayet di Aidin. Governo greco non può con indifferenza considerare il pericolo che ai 300 mila profughi che già hanno invaso il territorio ellenico se ne aggiunga ancora un numero considerevole. Egli non esclude però che da parte ellenica si possano essere verificati casi di spionaggio e di altri atti ostili contro la Turchia, e che in certi casi Turchia possa essere considerata agente per legittima difesa. Certo non sarà il Gabinetto attuale che condurrà questione dei maltrattamenti dei greci in Turchia ad un vero e proprio conflitto (4).

(l) -T. gab. 979/56 del 17 luglio, che non si pubblica. (2) -Gruppo indecifrato. (3) -Ritrasmesso a Parigi, Londra, Pietrogrado e Nisch con t. gab. 530 del 20 luglio, ore 18,30. (4) -Il tel. venne comunicato, per corriere, a Londra, con dispaccio 39247 del 24 luglio.
444

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 908/314. Londra, 19 luglio 1915, ore 9,45 (per. ore 2 del 20).

Nicolson mi ha detto solo ieri essere qui giunto telegramma identico dei ministri a Sofia di cui telegramma di V. E. gabinetto 713 R. Sp. (1).

È stato subito telegrafato ai tre ambasciatori per conoscere il pensiero Governi alleati. A Nicolson proposta di consentire immediato possesso effettivo della Macedonia sembra inaccettabile come quella che oltre al costituire un atto poco amichevole verso l'alleata Serbia, provocherebbe verosimilmente conflitto serbo-bulgaro. Ed in tal caso pare remissivamente a me lecito chiedere quale concorso effettivo potrebbero aspettarsi gli alleati da una Bulgaria impegnata in guerra contro Serbia cui non è da escludere possibilità che si unisca anche Grecia.

445

IL MINISTRO A CETTIGNE, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 5322/58. Cettigne, 19 luglio 1915, ore 19,40 (per. ore 2,15 del 20).

Telegramma di V. E. n. 2504 (2).

I miei colleghi della Intesa essendo muniti di istruzioni identiche alle mie, abbiamo oggi eseguito un passo collettivo a seconda telegramma suddetto. La nota verbale rimessa al ministero degli affari esteri riproduce nell'esordio l'incidente Marubbi quale è nella circostanza identica [sic] dei consoli a Scutari. Indi prosegue testualmente: « I rappresentanti delle quattro potenze, d'ordine dei rispettivi Governi protestano contro questa violazione dei vigenti trattati e richiamano il Governo montenegrino al rispetto delle norme di diritto internazionale quali furono stabilite dall'art. 43 della ... (3') conferenza internazionale al rispetto cioè delle leggi in vigore nel paese da parte delle autorità del corpo d'occupazione. Plamenaz nel prendere atto della comunicazione di cui si tratta ci dichiarò che vi avrebbe risposto subito in modo soddisfacente. Passo di cui al suo telegramma Gabinetto 693/6 (4), esso è tuttora in sospeso in attesa che giungano in generale opportune istruzioni al ministro di Francia.

(l) -Ritrasmette il n. 409. (2) -Cfr n. 370. (3) -Gruppi indecifrati. (4) -Cfr. n. 391.
446

IL MINISTRO A SOFIA, CUCCHI BOASSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 5326/391. Sofia, 19 luglio 1915, ore 16,30 (per. ore 5 del 20).

Mio telegramma n. 384 (1).

Principe Hohenlohe appena giunto in automobile reale si è recato da S. M. il re dove è rimasto a lungo. La sera ebbe luogo un pranzo alla Villa Reale di Vrana al quale furono invitati presidente del consiglio e Tontcheff (come è noto quest'ultimo passa per essere il più germanofilo dei ministri). Giornali sperano che principe il quale a Bucarest ebbe colloqui con Bratiano, deve aver avuto missione speciale e suppongono sia stato incaricato di esporre al re e Governo bulgaro punto di vista germanico nelle trattative turco-bulgare. Circoli politici bulgari attribuiscono a tale visita grande importanza. Principe partì ieri sera con treno speciale per Costantinopoli.

447

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 1502/351. Atene, 19 luglio 1915 (per. il 29).

Come ho telegrafato stamattina a V. E. (mio tel. n. 390) (1), S. M. il re Costantino ha accettato le. dimissioni del signor Zografos dalla carica di Ministro degli affari esteri esprimendogli i propri ringraziamenti per i preziosi servizi da lui resi al paese. Queste dimissioni erano attese da lungo tempo giacchè il Zografos fino dal primo giorno che assunse il potere andava ripetendo a chi lo voleva sentire che egli ci era venuto per forza e che non intendeva di restarci. Nel mio telegramma n. 169 confermando la più volte fatta previsione di queste dimissioni, mi feci anche eco della voce che allora correva che successore del signor Zografos sarebbe stato il signor Streit. Senonchè lo Streit sembra essersi in questi giorni singolarmente compromesso cogli austro-germanici e coi circoli più germanofili della corte, cosicchè è stato segno a vivacissimi attacchi da parte della stampa. È dunque ben spiegabile che il signor Gunaris uomo oltremodo prudente non abbia voluto fare una nomina alquanto compromettente, e che d'altra parte lo Streit stesso essendosi ormai dato ad una politica di dietroscena e, se la sincera stima che ho per l'uomo non mi vietasse la parola, pressochè d'intrigo, abbia preferito di conservare una situazione ufficiosa anzichè di mettersi soverchiamente in vista col riprendere il perduto portafoglio.

Del Zografos stesso quando egli venne al potere esposi a V. E. col mio telegramma gab. n. 26, i precedenti nonchè i sospetti che egli ben poteva in seguito

ad essi destare in noi. Debbo dire che all'esperienza lo ho trovato correttissimo e per nulla affatto desideroso di seguire quella politica di sfida alle grandi potenze e di infrazione ai trattati che naturalmente caratterizzò la sua opera nell'Epiro. In un gabinetto poi di germanofili e di neutralisti, egli era la personalità più portata a simpatie verso l'intesa, e colui che più efficacemente e più sinceramente aveva lavorato, nel primo periodo di esistenza del gabinetto attuale, per riprendere contatto con essa intesa e per preparare le condizioni favorevoli per una uscita della Grecia dalla neutralità.

Si vantava volentieri di essere stato il principale autore e sostenitore di quel progetto di attacco verso Costantinopoli attraverso la Bulgaria da parte dell'intesa unitamente alla Grecia, cui accennai nel mio rapporto n. 338. Si doleva vivamente che la Triplice Intesa non avesse voluto adottar quel progetto per l'infondato sospetto che la Grecia volesse a spese dell'intesa fare la sua guerricciola alla Bulgaria; e visto completamente fallire questo suo disegno si era adattato, pur commettendo a quanto egli asseriva un gravissimo errore politico, a sostenere quei vaghi progetti di partecipazione alla guerra della Grecia, coll'uso esclusivo della flotta, dei quali furono autori sir Thomas Cunningham ed il signor Guillemin secondo ebbi a suo tempo a riferire all'E. V.

Dell'Italia passato il periodo acuto della questione epirota, il Zografos sembrava nutrire buon concetto e desiderio di conservare con essa buoni rapporti. Negli ultimi giorni del suo potere deplorò e si adoperò efficacemente per fare cessare l'indegna campagna di stampa greca contro di noi.

Ma ormai credo che ciò che ha operato e pensato questo diplomatico e uomo politico d'occasione non abbia che un interesse retrospettivo e che, sia per le sue condizioni di salute, sia per una grande e profonda sfiducia di tutto e di tutti, il signor Zografos sia ormai un uomo del passato.

(l) Non pubblicato.

448

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI DE' CALBOLI

T. GAB. 2671. Roma, 20 Luglio 1915, ore 16.

Della Torre mi prega insistere presso cotesto Governo per attenergli facoltà telegrafare in dfra affermando che tale facoltà sarebbe concessa ai diplomatici accreditati presso la Santa Sede attualmente residenti Lugano. Dal suo telegramma n. 285 (l) risulta invece che detti diplomatici non possono corrispondere in cifra coi loro Governi. Qualora le cose siano realmente in questi termini prego comunicare Della Torre che non ritengo opportuno insistere presso Governo svizzero per attenergli una facoltà che sarebbe immediatamente invocata dai diplomatici presso la Santa Sede.

(l J T. 5122/285 dell'll luglio, che non si pubblica.

449

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, GARRONI

T. GAB. 535/20. Roma, 20 luglio 1915, ore 21,30.

Telegrammi di V. E. nn. 536, 537, 543 (1).

Rimane inteso che non verrà ostacolato imbarco nostri connazionali a Mersina. Non parmi che la risposta di Enver Bey per Alessandretta sia soddisfacente. Siccome da informazioni assunte il viaggio da Alessandretta a Mersina o a Beirut nelle attuali circostanze è, si può dire, impossibile, occorre che V. E. insista con ogni energia perchè siano inviati ordini categorici a Gema! Pascià e non semplici raccomandazioni per il libero imbarco dei connazionali ad Alessandretta. Circa gli italiani di Smirne ricordo V. E. mi ha riferito che la partenza via Vurla non sarebbe facile per gran parte di essi. Ciò impone l'obbligo di insistere perchè il loro imbarco avvenga nel porto stesso di Smirne. In questo senso ella vorrà esprimersi con inalterabile minacciosa fermezza con codesto Governo.

Gradirò essere informato del come procedono i rimpatri da Costantinopoli. A tale proposito, a richiesta della Vicaria Generale, prego V. E. facilitare la partenza di codeste Suore d'Ivrea ed avvertire Carletti che le Suore d'Ivrea residenti a Smirne debbono imbarcarsi con gli altri connazionali.

La frase che V. E. dovrà eventualmente aggiungere alla dichiarazione di guerra dovrà essere del seguente tenore: • Questa decisione è tanto più necessaria in quanto il Governo ottomano ha commesso in tempi recentissimi numerose patenti violazioni ai diritti, agli interessi ed alla stessa libertà dei cittadini italiani nell'Impero ottomano, senza che abbiano valso i richiami più energici presentati a tale proposito da parte del sottoscritto •.

Tale frase dovrà essere inserita dopo la fine del terzultimo periodo della dichiarazione di guerra e prima delle parole • D'ordre de Sa Majesté... ecc... •. Prego V. E. segnare ricevuta telegrafica.

450

IL MINISTRO A SOFIA, CUCCHI BOASSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 5338/394. Sofia, 20 luglio 1915, ore 20,30 (per. ore 1,10 del 21).

Mio telegramma 391 (2).

Hohenlohe durante sua permanenza Sofia ha visitato presidente del consiglio, ministro della guerra e capo di stato maggiore; al vice presidente della Camera ha espresso simpatia Germania popolo bulgaro. Organo partito democratico dice missione Hohenlohe è consimile a Bulow e che forse avrà medesimo esito negativo; principe tenta accontentare Romania a spese Austria-Ungheria e Bulgaria a spese Turchia.

(l) -T. 5321/5a6, 5324/537 e 5323/543 del 16 e 17 luglio, che non si pubblicano, relativi al rimpatrio degli italiani dalla Turchia. (2) -Cfr. n. 446.
451

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.R.SP. 913/326. Bucarest, 20 luglio 1915, ore 21,30 (per. ore 7,30 del 21).

Ministro di Russia ha posto stasera a Bratianu questione pregiudiziale di cui al mio telegramma Gab. s. n. ,321 (1). Bratianu ha chiesto 48 ore per consultare suoi colleghi « per non essere costretto a dare una risposta scoraggiante » (2).

452

IL MINISTRO A NISCH, SQUITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 5345/222. Nisch, 20 luglio 1915, ore 19 (per. ore 8,20 del 21).

Parlando con Jovanovic dell'Albania, egli mi ha detto spontaneamente che le truppe serbe non tarderanno a ritirarsi da Tirana e da Elbassan. Gli ho risposto che non vi credevo perchè altra volta le parole non corrisposero ai fatti. Serbia ha pensato poter disprezzare i consigli dell'Italia nella questione albanese. Forse ora comincia a sentirne il danno, ma questo è niente in confronto a quel che sentirà più tardi e così imparerà più tardi a sue spese come non sia senza pericolo tener in non cale i suggerimenti di veri e disinteressati amici. Il ministro accolse questa uscita con buona grazia e replicò tra quattro o cinque settimane avrò la prova della verità del suo asserto. Vedremo.

453

IL MINISTRO A CETTIGNE, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.R.SP.990/59. Podgoritza, 20 luglio 1915, ore 20,25 (per. ore 13,25 del 21).

S. M. il re Nicola mi ha intrattenuto oggi a lungo dei sospetti che sono stati sollevati durante gli ultimi tempi circa la politica montenegrina nei riguardi dell'Austria. Egli mi disse essere indignato e profondamente addolorato che la pubblica opinione in Italia abbia potuto accogliere siffatte voci messe in giro da malevoli e mi incaricò di smentirle nel modo più categorico. Avendo io osservato che forse l'Austria aveva soltanto tentato, siccome fece con la Serbia, di sondare terreno per una pace separata col Montenegro, S. M. negò pure una tale iniziativa aggiungendo che esercito montenegrino benchè costretto alla momen

tanea inazione per motivi d'ordine militare, anelava di riprendere la lotta contro il comune nemico.

Venendo a parlare dell'impresa di Scutari mi dichiarò essere stato messo egli pure di fronte al fatto compiuto e che sebbene le apparenze militino contro il ministro degli affari esteri, pure questi era in buona fede allorquando dava le note assicurazioni e le formali promesse ai rappresentanti esteri di non toccare a Scutari.

Risposi a S. M. il re che oramai era inutile ministro dovesse avere le responsabilità ma che rimaneva assodato che gli ulteriori avvenimenti non corrisposero mai alla parola data dal signor Plamenatz.

S. M. mi fece infine un breve cenno alla questione dell'unità del comando per la futura campagna in Bosnia, osservando come non sia compatibile con la dignità dell'esercito montenegrino la pretesa della Serbia di subordinarlo al comando di un suo generale meno anziano per giunta del generale in capo montenegrino Vucovic (1).

(l) -Cfr. n. 431. (2) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. r. sp. 732 del 21 luglio, ore 18.
454

IL MINISTRO A CETTIGNE, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 5359/130. Cettigne, 21 luglio 1915, ore 15 (per. ore 16,30).

Un comunicato ufficiale pubblicato oggi dà seguenti particolari circa la rivolta in Albania. La insurrezione di alcune tribù venne provocata da agenti esteri rifugiati in Mirdizia. Numero insorti ascendeva a tre mila circa con due mitragliatrici di marca tedesca. Dopo cinque giorni di lotta si sono completamente sottomessi e quasi tutti sono stati disarmati. Il comando essendo venuto in possesso di lettere compromettenti per diversi agenti austriaci e giovani turchi, 46 vennero deportati a Podgoritza in attesa di una inchiesta. Perdite montenegrine: diecina morti, 35 feriti e 2 scomparsi, una mitragliatrice presa. Al comando serbo invece risultano 50 soldati e 3 ufficiali uccisi, 47 soldati ed un ufficiale feriti e che situazione non è ancora del tutto tranquillizzata.

455

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AI MINISTRI AD ATENE, DE BOSDARI, A BUCAREST, FASCIOTTI, E A NISCH, SQUITTI

T. GAB. R. SP. 731. Roma, 21 luglio 1915, ore 18.

Questo ambasciatore d'Inghilterra mi lesse un telegramma di sir E. Grey al ministro britannico a Nisch, in cui tentava di mostrare al Governo serbo la convenienza per la Serbia di fare delle concessioni alla Bulgaria e alla Romania pur di assicurarsi il loro attivo appoggio durante la guerra.

Osservai che il ragionamento era giusto; ma che era vano pretendere che, dopo le dichiarazioni assolute fatte dai governanti serbi che • mai avrebbero ceduta la Macedonia fuor che per forza », essi stessi ora consentirebbero preventivamente ad una cessione volontaria.

Quanto alla opinione espressa ai rispettivi Governi dai quattro rappresentanti a Sofia degli alleati, non ritenevo che fosse pratico il concetto di una presa in consegna della Macedonia per parte delle quattro potenze. La Serbia non poteva consentirvi; nè si sarebbe potuto in alcun modo costringerla. E si metteva il dito in un brutto vespaio.

A modo mio dì vedere le quattro potenze dovevano non più discutere e mercanteggiare con i Governi balcanici, ma porre loro dinanzi come una cosa già fatalmente decisa quel determinato programma di reparto dei nuovi acquisti territoriali che avessero concertato tra loro: alla Serbia non si sarebbe concesso alcun ingrandimento se non a patto di rendere la Macedonia alla Bulgaria; alla Bulgaria si sarebbe notificato quanto sopra, e insieme le concessioni per Seres e Drama; a patto che entrasse nella guerra entro un certo termine, trascorso il quale tutto ciò veniva a cadere.

Soltanto così si poteva far giuocare a nostro favore le forze e i partiti interni; altrimenti ogni Governo balcanico poteva sperare sempre di guadagnar qualcosa di più col traccheggiare e col resistere.

(l) Ritrasmesso a Parigi. Londra e Pietrogrado con t. gab. 539 del 22 luglio, ore 20.30.

456

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.R.SP. 916/317. Londra, 21 luglio 1915, ore 10,03 (per. ore 2,50 del 22).

Mio telegramma gab. n. 314 (1).

Oggi Nicolson mi ha letto testo telegramma identico dei quattro ministri a Sofia. Dal medesimo ho rilevato una circostanza che non appariva dal telegramma di V. E. gab. n. 713 r. sp. (2) e cioè che ministri propongono come soluzione l'occupazione dei territori in litigio fino al Vardar da parte delle quattro potenze.

Nicolson mi ha detto che Grey e consiglio dei ministri stanno esaminando questione. Sazonoff è contrario all'occupazione bulgara perchè di natura a provocare conflitto armato con Serbia e non approva tale occupazione da parte delle quattro potenze perchè gli sembra presenti in pratica grosse difficoltà. Delcassé è pure contrario alla occupazione bulgara per i motivi su esposti e sulla seconda alternativa non si è espresso in modo molto chiaro. Nicolson ha aggiunto non aver ancora avuto conoscenza vedute di V. E. anche da me ignorate.

2ì3

(l) -Cfr. n. 444. (2) -È la ritrasmissione del n. 409.
457

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

r.GAB.R.SP.RR.918/328. Bucarest, 22 luglio 1915, ore 19,35 (per. ore 7 del 23).

Bratianu è venuto a vedermi stasera e nel corso della conversazione mi ha detto di essere molto imbarazzato a dare una risposta alla domanda rivoltagli dal ministro di Russia circa data dell'entrata in azione della Romania. Egli dice di non potere indicare un termine fisso perchè tale data dipende dalla convenzione militare.

• Come volete, egli ha osservato, che io entri in azione fra 5 settimane se a quell'epoca Russia si sarà ritirata a Kiew ed al di là di Varsavia e di Riga? Sarebbe esporre il mio paese all'invasione straniera e ad essere schiacciato senza vantaggio per alcuno. Io ho interesse ad entrare in azione non più tardi del 15 settembre per non essere costretto ad avventurarmi nei Carpazi quando saranno coperti di neve ma non posso stabilire un giorno fisso prima di essere sicuro che sarò sostenuto nella mia avanzata dalle tru-ppe alleate ".

Bratianu ad ogni modo ha affermato di essere deciso a entrare in azione entro quest'anno e di avere piena fiducia nel successo finale dell'Intesa.

Gli ho fatto osservare amichevolmente che così stando le cose se egli non fissava un termine, quale che esso fosse, mi pareva impossibile giungere ad un accordo e che ad ogni modo si renderebbe inevitabile altro ritardo, ormai nocivo altrettanto agli interessi dell'Intesa quanto a quelli della Romania stessa.

Come idea mia personale gli ho detto che avrebbe potuto almeno indicare il 15 settembre come ultimo termine per la dichiarazione di guerra della Romania aU?Austria-Ungheria, salvo stabilire che la data e le modalità dell'entrata in azione sarebbero fissate nella convenzione militare alla quale Bratianu desidera intervengano rappresentanti militari di tutti e quattro gli stati dell'Intesa e non solamente della Russia e Romania.

Domani Bratianu vedrà Poklewski per dargli risposta definitiva (1).

458

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.R.SP.RR.917/329. Bucarest, 22 luglio 1915, ore 21,40 (per. ore 7 del 23).

Bratianu è stato a chiedermi che cosa facciamo coi Dardanelli. Egli ritiene che la nostra astensione sarebbe un errore perchè sorte di Costantinopoli è già fissata in una convenzione che dubita ci sia stata comunicata. Dice anche che è

già stabilita divisione di quartieri a ciascuno dei quali presiederebbe un commissario di una potenza dell'Intesa e che in tal numero non è compresa l'Italia. Aggiunge che la Romania ha ogni interesse a vedere l'Italia intervenire negli stretti. Circa situazione Turchia egli conferma grande mancanza munizioni (1).

(l) Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. r. sp. 736 del 23 luglio, ore 21.

459

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.R.SP.919/247. Pietrogrado, 22 luglio 1915, ore 21,21

(per. ore 9,15 del 23).

Telegrammi di V. E. gab. n. 728 e 713 (2).

Sazonoff ha telegrafato al rappresentante imperiale a Sofia che, sia l'idea di ammettere Bulgaria in possesso della Macedonia serba, quanto quella di fare provvisoriamente occupare dalle potenze quelle provincie, sono del tutto da scartare (3).

460

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. R. SP. 737. Roma, 23 luglio 1915, ore 21.

Telegramma di V. E. gab. 4306 (4).

Il R. ambasciatore a Pietrogrado telegrafa quanto segue (5):

• Da qualche tempo a questa parte Sazonoff facendosi eco alla curiosità che qui si manifesta a proposito della non intervenuta dichiarazione di guerra fra l'Italia e la Turchia e fra l'Italia e la Germania mi va rivolgendo coperte domande sulle nostre intenzioni nonchè discreti accenni ai voti coi quali la Russia e gli altri alleati affrettano una nostra decisione al riguardo. Giusta sue informazioni la Germania sfrutterebbe le apparenze dei suoi rapporti con l'Italia particolarmente presso stati balcanici per ingenerarvi dubbi e accrescere loro riluttanza a partecipare alla guerra a fianco della Quadruplice Intesa. Ragioni anche queste che rendono desiderabile la nostra decisione.

Ho chiarito a Sazonoff che l'assenza della dichiarazione di guerra alla Germania ed alla Turchia corrisponde ad uno stato di cose, ossia all'attuale assenza di nostre operazioni militari contro di esse; che dichiarando lo stato di guerra con l'Austria ci attendevamo a vederla dichiarata con noi anche dalla Germania, ciò che del resto non è escluso, che quando pure lo dichiarassimo ciò avrebbe un valore meramente formale non dipendendo da noi in questo momento di trovarci in contatto con truppe germaniche, che se nostro compito presente è di battere gli austriaci ciò non può considerarsi come azione separata ma bensì come parte integrante delle operazioni che nei vari campi e contro vari nemici sono condotte dagli alleati per unico comune scopo, dal cui raggiungimento dipendeva loro avvenire, sicchè affidamento della nostra piena solidarietà cogli alleati risulta evidente a ciascuno dalla nostra lealtà come dal nostro interesse. Quanto agli stati balcanici ho osservato essere nel complicato giuoco della loro politica e nel transitorio insuccesso della Russia che vanno cercate le cagioni della loro condotta e non già nelle molteplici insinuazioni che la Germania e l'Austria vanno intessendo e per le quali troveranno abbondante argomento. Sazonoff ha posto fuori discussione che menomamente possa offuscarsi fiducia del Governo Imperiale nella pienezza della nostra solidarietà di alleati. Ha insistito sul fatto che egli dura grande pena a contenere impazienti ed a rispondere in modo soddisfacente alle numerose persone di ogni classe e partito che l'assediano di domande sul nostro indugio a dichiarare la guerra alla Germania e alla Turchia. Ieri poi mi ha comunicato che alla riapertura della Duma, il primo agosto (nuovo stile) dovrà fare pure una esposizione di politica estera e che di fronte alle interpellanze annunziate su quell'argomento egli si trova in non lieve imbarazzo per formulare esaurienti dichiarazioni. Egli se ne mostra tanto più preoccupato in quanto teme che suo inevitabile riserbo in proposito possa... (l) sul parlamento e sull'opinione pubblica le impressioni piene di speranza e simpatia destate dalla nostra entrata in azione e forse dare corso a leggende che sarebbe opportuno di troncare sul nascere. Egli crede doveroso richiamare benevola attenzione del R. Governo non tanto sulla delicata sua posizione personale quanto sul comune interesse di prevenire ogni pericolosa deviazione dell'opinione pubblica e vorrebbe frattanto ottenere dalla cortesia di V. E. indicazioni che l'autorizzino ad un linguaggio esplicito e convincente dinanzi alla Duma.

Ho risposto a Sazonoff che egli dispone di elementi sufficienti ed il suo già formato apprezzamento per usare quel linguaggio e rassicurare i dubbiosi ma che ad ogni modo avrei fatto parte a V. E. delle sue preoccupazioni •.

Nell'intento di dissipare ingiuste diffidenze ed impazienze nostro riguardo dei Governi inglese francese e russo per le ritardate dichiarazioni di guerra colla Turchia e colla Germania, sembrami consigliabile procedere alla firma della seconda dichiarazione che fu convenuta il 26 aprile relativamente all'obbligo comune di non accettazione di qualunque pace separata, dichiarazione che, a differenza della prima, verrebbe poi resa pubblica.

Prego V. E. di scandagliare, come d'iniziativa sua propria, codesto Governo e ambasciatori Francia e Russia se sarebbero disposti addivenire senz'altro a tale firma, e di telegrafarmi.

(l) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. r. sp. 734 del 23 luglio, ore 20. (2) -Ritrasmissioni dei nn. 409 e 444. (3) -Ritrasmesso a Parigi, Londra, Sofia, Belgrado e Bucarest con t. gab. r. sp. 735 del 23 luglio, ore 21. (4) -Cfr. n. 424. (5) -Con t. gab. r. sp 912/244 del 19 luglio, ore 21,10, per. ore 10,25 del 20.

(l) Gruppo indecifrato.

461

IL MINISTRO A CETTIGNE, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 5417/61. Cettigne, 23 luglio 1915, ore 17 (per. ore 22,10).

Questo ministero degli affari esteri ha comunicato oggi al ministro d'Inghilterra, quale decano, la risposta del Governo montenegrino al passo collettivo di cui al mio telegramma n: 58 (1). Premesso che le autorità montenegrine avevano considerato l'atto del R. suddito Marubbi non soltanto come offesa, ma anche come provocazione, che appena prodottosi l'incidente il Governo montenegrino spiacente aveva impartiti ordini di rispettare nei riguardi dei sudditi di paesi amici ed alleati in Scutari e nelle regioni ultimamente occupate la procedura capitolare, prosegue testualmente così: • Il Governo civile di Scutari ha di già ricevuto istruzioni di emettere un proclama nel senso di tale dichiarazione del Governo montenegrino. Il ministro degli affari esteri in nome del R. Governo assume l'impegno che le leggi in vigore nel paese occupato saranno rispettate da tutte le autorità montenegrine •.

462

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. R. SP. 738. Roma, 23 luglio 1915, ore 22,55.

Mio telegramma gab. 731 (2).

Questo ambasciatore d'Inghilterra mi ha comunicato che sir Edward Grey concorda con parte delle osservazioni da me esposte riguardo alla comunicazione da farsi a Sofia, sir Edward Grey la sintetizza in questo modo: Noi desideriamo di ottenere un permanente assestamento nei Balcani; ci impegniamo che la condizione subordinatamente alla quale la Serbia otterrà quella estensione territoriale che siamo preparati a riconoscerle, sia che la Bulgaria ottenga la porzione di Macedonia che venne già indicata; che noi premeremo per la cessione di Kavalla e del suo hinterland alla Bulgaria, quando possano essere assicurati i vantaggi corrispettivi alla Grecia; che la Bulgaria acquisterà la linea Enos-Mida in Tracia e che sarà aiutata con denaro e munizioni purchè essa si unisca a noi entro un determinato limite di tempo.

Sir Edward Grey inoltre è d'avviso che sarebbe possibile di distogliere dalle forze alleate nei Dardanelli circa un migliaio di uomini i quali nel giorno in cui la Bulgaria entrasse in campo contro la Turchia, potrebbe eseguire una formale occupazione del territorio sino al Vardar. La Bulgaria potrebbe anche essere informata che se la Serbia obbiettasse a che le truppe bulgare occupassero in Macedonia la linea sino al Vardar, nello stesso tempo in cui esse marciassero contro la Turchia, noi saremmo pronti a convenire col Governo serbo di farne occupazione formale per mezzo delle forze dei suoi alleati. Se la Bulgaria accet

terà queste proposte occorrerà fissare un tempo definito per la sua entrata in campagna. Ogni proposta decadrebbe se essa mancasse di farlo.

Sir Edward Grey non crede che nella presente posizione militare la Serbia e la Grecia rifiuterebbero di accettare tale situazione, se queste proposte agevolassero l'entrata in campagna della Bulgaria. Dovranno poi farsi comunicazioni ad ambedue queste potenze. Sir Edward Grey chiede se io concordo nelle viste summenzionate. Se si raggiunge un accordo egli pensa che le comunicazioni debbano farsi al più presto e non vede ragione di attendere fino a che possa aversi il concorso di Guenadieff.

Temo che proposta Grey per questa parte sia poco attuabile. Non credo che una occupazione durante la guerra del territorio macedone fino al Vardar sarebbe consentita oggi dalla Serbia, e potrebbe essere pericoloso il proporgliela, mentre d'altro lato senza il suo consenso non si potrebbe farne l'offerta alla Bulgaria. Opinione espressa da Sazonoff (vedi mio telegramma n. 735) (l) sarebbe contraria alla proposta Grey.

(l) -Cfr. n. 445. (2) -Cfr. n. 455.
463

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.R.SP.920/319. Londra, 23 Luglio 1915, ore 10,57 (per. ore 2,35 del 24).

Telegramma di V. E. gabinetto 7·31 (2).

Grey mi ha oggi parlato di un telegramma inviato a Rodd relativamente alla comunicazione alla Bulgaria. In sostanza le vedute di Grey concordano con quelle di V. E. circa il modo ed i termini della comunicazione. Quanto alla occupazione puramente formale della Macedonia fino al Vardar a lui pare che essa potrebbe essere senza inconvenienti effettuata da un migliaio di soldati presi dall'esercito operante ai Dardanelli, qualora ben inteso Serbia si opponesse alla occupazione immediata da parte delle truppe bulgare.

Grey ha aggiunto che questo ministro di Serbia sembra propenso ad appoggiare tale soluzione presso suo Governo e non si mostrerebbe alieno nemmeno dal patrocinare una soluzione che lasciasse ai bulgari anche Monastir ben inteso a guerra ultimata.

464

IL DIRETTORE GENERALE DEL FONDO PER IL CULTO, MONTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

N. 46. Roma, 23 Luglio 1915.

Il Capo di Gabinetto di V. E. con sua lettera del 7 corrente n. 5 mi ha comunicato le copie di due telegrammi (26 giugno e 6 luglio c. a.) (3) della R. legazione a Berna riguardanti la pretesa istituzione di una Legazione Elvetica presso la Santa Sede.

Tale diceria, com'è noto, non ha verun fondamento nella realtà. Avrà probabilmente dato credito ad essa la nomina di Mons. Francesco Marchetti, Uditore della Nunziatura di Baviera, a rappresentante della Santa Sede in Svizzera per l'effettuazione dell'ultima proposta pontificia circa l'ospitalizzazione dei feriti in guerra; nomina che, come V. E. non ignorerà fu voluta dallo stesso Presidente della Repubblica Elvetica sig. Motta.

Giova notare altresì che Mons. Marchetti non ha veste di nunzio, ma è semplicemente un agente o deLegato della S. Sede, con l'incarico di eseguire le pratiche necessarie per l'esecuzione dell'accennata proposta pontificia.

(l) -Ritrasmissione del n. 459. (2) -Cfr. n 455. (3) -Il primo non si pubblica, per il secondo cfr. n. 354.
465

L'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, SALANDRA

(ACS, Carte Salandra)

T. s. P. s. N. Parigi, 24 Luglio 1915, ore 13,40 (per. ore 18).

Ier l'altro dopo conferito con Sonnino mi mancò tempo informarti prima di partire del risultato del colloquio, e però mi affretto telegrafarti.

Sonnino accolse subito favorevolmente idea che ti manifestai circa accordi coll'Inghilterra e Senussi e mi pregò mandargli tutti i documenti sulla posizione fatta dalla Francia al sultano Marocco per studiarla. Meno favorevole fu accoglienza Sonnino alle gravi obiezioni che io opposi al suo proposito di dichiarare guerra alla Turchia ed agli apprezzamenti che feci circa gravi conseguenze che potrebbero risultare a nostro danno data somma incertezza della situazione politica presente. Egli non contestò mie ragioni nè pericoli da me temuti ma si trincerò dietro obblighi che secondo lui risultano dall'accordo di Londra e che Barrère gli ricorda con frequenza divenuta ormai indiscreta e importuna. A me fu facile replicare che dal momento che Russia e Inghilterra chiedono prorogare di due mesi impegno offensiva preso formalmente con noi era giusto che anche noi rinviassimo a due mesi assunzione di qualsiasi nuovo impegno oneroso. La conversazione finì senza che Sonnino restasse persuaso e ne ebbi la riprova da un giornalista che mi disse che ufficio stampa del ministero esteri aveva dato istruzioni a tutti i giornali di preparare opinione pubblica alla guerra contro la Turchia.

Io mi permetto richiamare tua attenzione sulle parole del colonnello Reping

ton sulla situazione militare russa:

« La situazione appare incerta e gli eventi prossimi avranno grande interesse

per tutti gli alleati •.

Ora mi pare che la più elementare prudenza impone di attendere prima di

variare in qualunque modo nostra attitudine verso Turchia e Germania. Troppo

gravi sarebbero diversamente rischi che faremmo correre all'Italia.

Scusami se ti ho parlato con tanta franchezza.

23 -Documenti diplomatici-Serie V-Vol. IV

466

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI

T. GAB. R. SP. 740. Roma, 24 luglio 1915, ore 18,35.

Telegramma di V. E. Gab. n. 314 (1).

Avverto ad ogni buon fine V. E. che le comunicazioni che le quattro potenze

dovevano fare al Governo montenegrino erano due.

l) La prima si riferisce all'occupazione di Scutari, da parte del Montenegro,

ed è una comunicazione a quattro, d'ordine generale, il testo della quale è conte

nuto nel mio telegramma Gabinetto r. sp. n. 693/357 (2).

2) La seconda si riferisce all'incidente Marubbi, ed è una dichiarazione spe

cifica circa il mantenimento delle Capitolazioni a Scutari. Ad essa si riferisce il

mio telegramma 2504 (3). Questa dichiarazione è già stata fatta dalle quattro

Potenze il 19 luglio.

Dubitando che sia sorto qualche equivoco, prego V. E. voler verificare come

stiano le cose ed eventualmente adoperarsi colla massima sollecitudine presso co

desto Governo affinchè dia istruzioni al proprio rappresentante in Cettigne di

associarsi alla comunicazione di cui al mio anzidetto telegramma Gabinetto Riser

vato Speciale 693/357, che risulta essere già accettata dalla Russia e dall'Inghil

terra e per la quale Negrotto telegrafa che il Ministro di Francia manca tuttora

di istruzioni. Gradirò riscontro telegrafico.

467

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI DE' CALBOLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 5433. Berna, 24 luglio 1915, ore 16,35 (per. ore 20,15).

In un colloquio che ebbi ieri col presidente, conversazione si aggirò sopratutto sulle difficoltà della situazione svizzera e sui recenti dissapori tra autorità civile e militare.

Il signor Motta mi ripetè le solite dichiarazioni sulla neutralità dicendosi più che mai discusso [sic] nè Austria-Ungheria nè Germania avrebbero tentato la benchè minima cosa contro la Svizzera. Sulla chiusura della frontiera germanica si erano fatte le più erronee e fantastiche ipotesi sulle quali egli credeva

le comunicazioni concordate con le altre potenze dell'Intesa.

inutile dilungarsi. Tale questione lo lasciava completamente tranquillo mentre lo preoccupava invece il conflitto che in alcuni cantoni era giunto allo stato acuto tra le due autorità, conflitto certamente doloroso ma spiegabile dato i • fumi del potere • che avevano purtroppo ... (l) perdere giusta misura ai militari. Avendogli io detto pessima impressione che mi avevano fatto ultime gesta di parzialità compiute dal generalissimo di far proibire cioè nelle stazioni vendita libri antitedeschi • J'accuse • invocando la sua qualità di direttore dei trasporti; nel quale gesto mi pareva vedere chiaro [il proposito] dell'autorità militare di prendere come suol dirsi la mano; il Motta mi rispose confessando che tutto il Consiglio Federale ne era rimasto sfavorevolmente impressionato ma che simile invasione del potere militare sul civile non si sarebbe più ripetuta. Egli per calmare poi gli animi specialmente nel Ticino si sarebbe recato Bellinzona nel prossimo mese per parlare ai concittadini linguaggio della calma e della moderazione (2).

(l) T. gab. r. sp. 921/314 del 23 luglio, che non si pubblica: Tittoni comunica che il Governo francese ha dato istruzioni al suo rappresentante di fare al Governo montenegrino

(2) -Cfr. n. 891. (3) -Cfr. n. 370.
468

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. R. SP. 741. Roma, 24 Luglio 1915, ere 21.

Mio telegramma n. 738 (3). Mi sono espresso oggi con questo ambasciatore d'Inghilterra nel modo seguente:

La proposta di sir Edward Grey relativamente all'occupazione provvisoria della Macedonia fino al Vardar per parte delle potenze non sembravami pratica per la grande difficoltà di ottenere il consenso preventivo della Serbia, consenso senza di cui non era possibile nè prudente sottoporre il progetto alla Bulgaria nemmeno condizionatamente. L'opinione di Sazonoff sembrava pure escludere tale proposta. Le ragioni esposte da Grey in un suo telegramma a Pietrogrado comunicatomi da Rodd perchè la Russia persuadesse la Serbia del suo interesse a prestarsi a tale combinazione, erano logiche e vere; ma dubitavo che giungessero a convincere Pachich.

Ora però Imperiali (per Londra V. E.) avermi telegrafato che il ministro serbo a Londra riteneva possibile l'accettazione della proposta per parte del suo Governo.

Riassumendo non avevo obiezioni a che Grey da solo oppure Sazonoff da solo scandagliassero le disposizioni di Nisch al riguardo; e quando il terreno si riscontrasse propizio si potrebbe farvi seguire un passo ufficiale a quattro, per poi farne la proposta a Sofia.

Rodd sembrava acconsentire. Mi disse che avrebbe riferito al suo Governo.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Cfr. SoNNINO, Diario, vol. II. cit., annotazioni del 23 e 27 luglio sulla questione del diritto di • libero transito • rivendicato dalla Svizzera, pp. 182-184. (3) -Cfr. n. 462.
469

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI

T. GAB. R. SP. 742. Roma, 24 luglio 1915, ore 21.

(Per Bucarest) Telegramma di V. S. n. 330.

(Meno Bucarest) Il R. ministro a Bucarest telegrafa quanto segue:

• -Ecco risposta data stasera dal signor Bratianu al ministro di Russia: • -Nous sommes heureux d'apprendre que la Russie et ses alliés seraient disposés à se mettre d'accord avec nos revendications telles que nous les avons formulées le 12/25 Juin. Nous sommes disposés à conclure sur cette base un accord politique terminant toute discussion sur ce sujet. Bien entendu par cet accord nous nous obligerions à une coopération militaire et nous prendrions cet engagement dans l'acte réglant les frontières de la future Roumanie. En ce qui concerne la date de l'entrée en action et à fin d'éviter un malentendu je rappelle que déjà dans notre conversation du 5/18 juin fut nettement indiqué que cette date découlerait des conditions militaires dans lesquelles devrait se produire notre action et j'ajoutais qu'elles impliquaient aussi une entente avec les alliés en ce qui concerne les fournitures et les opérations militaires. Cependant quoique de France on ait laissé partir quelques unes de nos fournitures le retard dans la Iivraison de nos munitions malgré les stipulations préoises des contracts est tel que cette question conserve le mème caractère de gravité.

D'autre part la situation sur le théàtre de la guerre a été modifiée depuis le commencement de Juin. Peut-on dire que la coopération de notre armée avec les armées voisines se ferait aujourd'hui dans des conditions identiques à celles d'il y a 5 semaines? S'il était reconnu que notre armée pouvait aujourd'hui se trouver pendant sa mobilisation mème vis-à-vis des forces ennemies auxquelles leur situation actuelle permetterait de se retourner en masse contre nous, on voudra bien reconnaitre que notre devoir est d'éviter une situation périlleuse pour nous et dénuée d'utilité pour le but général. Le désastre auquel nous nous serions exposés serait sans aucun profit pour personne. N'y-a-t-il dane imprudence singulière à fixer dès aujourd'hui un terme pour notre entrée en action?

Nous devons tous désirer qu'elle se produise avec le plus d'efficacité possible pour le but à atteindre. Je ne doute pas que les Gouvernements alliés ne soient aussi désireux que nous mèmes de voir écarter un insuccès préjudiciable à tous. Ils reconnaitront dane l'impossibilité où nous sommes de préciser aujourd'hui un terme fixe pour notre entrée en action. Nous acceptons par l'entente politique conclue avec les puissances alliées l'obligation de coopérer avec nos armées, mais les circonstances ne peuvent ne pas excercer une influence prépondérante sur la mise en exécution de nos projets. Nous sommes convaincus qu'il est nécessaire que l'examen des conditions militaires détermine dans la convention militaire mème les circonstances qui décideraient de la date de notre intervention, ainsi que les modalités de la coopération militaire •.

A proposito di quanto precede:

(Per tutti) Vedendo oggi sir Rennell Rodd gli ho detto che per quanto la risposta di Bratianu circa l'entrata in azione della Romania apparisse vaga e sibillina riguardo alla data e alle modalità della cooperazione militare, parevami che meritasse il conto concludere un qualche accordo politico che determinasse nettamente l'adesione della Romania all'aggruppamento dell'Intesa, eliminando esplicitamente ogni possibilità di fornitura o passaggio di munizioni per la Turchia e cessioni di cereali agli imperi centrali. Sarebbe tanto di guadagnato, in attesa che a suo tempo si possa assicurare qualcosa di più dal punto di vista dell'azione militare.

470

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 923/320. Londra, 24 luglio 1915, ore 22,20

(per. ore 2 del 25).

Telegramma di V. E. gab. n. 737 R. Sp. (1).

Se V. E. ritiene venuto il momento di firmare nota dichiarazione avrei ogni motivo di ritenere, dopo quanto ho già riferito, che eventuali miei scandagli personali non solo non incontrerebbero difficoltà ma troverebbero premurosa favorevolissima acquiescenza. Silenzio scrupoloso serbato da Grey al riguardo è da me attribuito unicamente ad un sentimento di naturale delicatezza. Qualora poi per motivi da me ignorati ritenesse opportuno predetto scandaglio personale le sarei grato di telegrafarmelo ed io vi procederò d'urgenza. Per giustificare in qualche modo mia entrata in materia su delicata questione potrei accennare al desiderio espresso da Sazonoff a Carlotti. Ma non voglio ciò fare senza averne ricevuto prima autorizzazione di V. E. da cui attenderò ordini.

471

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 927/331. Bucarest, 24, luglio 1915, ore 9

(per. ore 7,50 del 25).

Mio telegramma gab. n. 330 (2).

Data tarda ora mi sono limitato a telegrafare ieri sera risposta Bratianu senza commenti. Osservo oggi che essa r.on fa che confermare tutte le mie previsioni ed è in contraddizione col telegramma identico riprodotto nel mio telegramma 286 (3).

Comunicazione di ieri era stata approvata in consiglio dei ministri ed il suo contenuto dimostra in quale imbarazzante situazione si sia trovato chi l'ha redatta

il) Cfr. n. 460. 12) Riportato nel n. 469.

quando ha dovuto cercare giustificare come che sia un simile mutamento nel contegno del Governo rumeno. Se non per quando la situazione militare dell'Intesa in generale e della Russia in particolare sia notevolmente migliorata, a me sembra che se si vuole considerare la situazione con calma, l'unica cosa da farsi è di attenersi per il momento all'accordo russo-romeno del l o ottobre 1914 che ci assicuri contro compenso moderato ed equo, neutralità della Romania, salvo riprendere trattative con quest'ultima quando truppe alleate saranno in grado sostenere validamente azione dell'esercito romeno.

Qualsiasi altro tentativo sarà prematuro e quindi implicherà per l'Intesa sacrifici morali e materiali assolutamente inutili (1).

(3) Cfr. n. 212.

472

L'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 929/317. Parigi, 25 luglio 1915, ore 16,05 (per ore 18,45).

Telegramma di V. E. gab. n. 374 R. Sp. (2). Discorrendo con Delcassé ho fatto cadere la conversazione sulla questione di Costantinopoli e degli Stretti. Delcassé ammette che ci siano state conversazioni generiche ma nega l'esistenza di un accordo speciale.

Egli dice l'Inghilterra è interessata più di tutti ad assicurarsi mediante serie garanzie della libertà degli Stretti e ove Francia Italia e Romania si uniscano per appoggiare a suo tempo le domande inglesi provvederanno con ciò nel miglior modo possibile ai loro interessi (3).

473

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, SALANDRA

(Carte Salandra, Lucera)

L. P. Roma, 25 luglio 1915.

Ti ritorno i due telegrammi del Gran Comando. Non mi pare che ci sia ragione di scoraggiarsi -il cimento è grosso, ma per ora il contegno dell'esercito è superiore a quanto si poteva aspettare.

Ho ridotto e attenuato il telegramma a Garroni riguardo a Mersina, !imi

tandomi a chiedere spiegazioni. Era questa però una buona occasione per uscire

almeno da questo lato da una situazione che diventa ogni giorno più falsa. La

Francia comincia a sospendere la consegna degli affusti.

Telegrafo a Imperiali, secondo il Tuo desiderio, di attendere nuove istruzioni per la firma della 2,• dichiarazione.

Credo che dovremo cominciare fin da ora a formare quel secondo esercito di riserva a cui accennò l'altro giorno in Consiglio lo Zupelli. E bisogna essere da ora in là inesorabili nel non permettere alle nostre fabbriche la fabbricazione e l'esportazione di materiali di guerra nemmeno per gli alleati, anche se si tratta di cose di cui noi non facciamo uso; altrimenti le fabbriche confezionano quelle invece di lavorare per il nostro armamento. Daneo mi raccontava stamane di permessi dati per invio in Francia di campioni di mitragliatrici diverse dalle no:stre.

(l) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. r. sp. 744 del 25 luglio. ore 17,30. (2) -Numero probabilmente errato. (3) -Ritrasmesso a Londra, Pietrogrado e Bucarest con t. gab. r. sp. 747 del 26 luglio, ore 18.
474

IL MINISTRO A CETTIGNE, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 5472/133. Cettigne, 26 Luglio 1915, ore 3 (per. ore 9,30).

Municipio di Cettigne mediante pubblico avviso informa che in seguito divieto esportazione del R. Governo nessuna merce potrà venire in Montenegro dall'Italia. Notizia ha suscitato vivo malcontento contro noi fra la popolazione che attribuisce a tale misura carattere di rappresaglia per Scutari. Al ministero affari esteri ho fatto osservare inopportunità di siffatta comunicazione nella forma in cui ha avuto luogo, aggiungendo che se scopo, come sembra, è quello di esercitare una pressione, per parte mia prevedevo un risultato opposto. Il direttore generale del ministero affari esteri in assenza del ministro convenne meco della inopportunità della comunicazione pur negando che avesse altro scopo all'infuori di informare commercianti locali della necessità di rivolgersi altrove per acquisti.

475

IL MINISTRO A CETTIGNE, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1010/63. Cettigne, 26 luglio 1915, ore 17,15 (per. ore 21,30).

Mi riferisco telegramma n. 62 (1).

Questo ministro di Serbia mi ha detto che la risposta del Governo montenegrino nella questione dell'unità del comando è stata negativa. Il rifiuto è stato motivato:

l • con l'organizzazione speciale dell'esercito montenegrino sulla base delle tribù vigenti in Montenegro;

2" con la deficienza della disciplina e della preparazione militare ciò che non permette di affidare il comando diretto delle truppe ad uno straniero senza esporsi anche gravi inconvenienti;

go col rifiuto del generale Vucotic a mettersi agli ordini del generale serbo e con l'impossibilità di surrogarlo con altro generale capace.

Mio collega di Serbia è propenso a ritenere che il Montenegro cerca con pretesti di non compromettere la sua libertà di azione. D'altra parte egli insiste nel dichiarare che la Serbia non vuole nè può assumersi la responsabilità circa esito delle operazioni se non ha nelle sue mani anche il generale incaricato della esecuzione del piano strategico, giacchè esperienza ha dimostrato non essere sufficiente che ufficiali serbi facciano parte del comando supremo. Egli è pertanto d'avviso che ove Montenegro persista nel suo rifiuto.. Serbia dovrebbe richiamare tutti gli ufficiali per non lasciar sussistere credenza che essa esercita effettivo controllo sull'esercito montenegrino (1).

(l) Non pubblicato.

476

IL MINISTRO A DURAZZO, ALIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 5501/458. Durazzo, 26 luglio 1915, ore 21,30 (per. ore 7,40 del 27).

Telegramma di V. E. n. 2764 (2).

Un telegramma da Otranto ad Essad avverte che è stata impedita dalle autorità partenza velieri per Bari. Qualora venisse a conoscenza popolazione notizia della sospensione di tutte le partenze per l'Albania, ne conseguirebbe un tal movimento contro noi. che nessuno potrebbe garantirne conseguenze a nostro danno. Nessuno potrebbe capire come per un contrabbando del valore di poco più di 300 lire (qui si ha notizia solo del contrabbando di cui suo telegramma 2599) si possa non solo punire colpevoli. ciò che ognuno trova giusto, bensì anche affamare una popolazione miseranda sollevandone gli spiriti ribelli, ancora non del tutto repressi, contro un Governo amico dell'Italia. Essad stesso nonostante tutta la sua buona volontà non saprebbe come giustificarsi agli occhi del pubblico mentre i nostri avversari cercano comprometterlo causa la sua abdicazione a nostro riguardo. Intanto, cedendo alle istanze generali, Essad vuole far ricorso ufficiale al R. Governo e ieri mi ha diretto una nota chiedendo in nome della civiltà che maggiori facilitazioni siano cor..cesse al commercio facendo poi verbalmente capire in via confidenziale amichevole che ove difficoltà crescessero non saprebbe come continuare rispondere della situazione di fronte ai serbi ed agli stessi albanesi. Giova notare che i prezzi esorbitanti sempre crescenti e la mancanza totale di certe merci indispensabili, rappresenteranno ogni giorno più un maggior incoraggiamento al contrabbando che si esercita alle frontiere serba e greca contrariamente agli interessi dell'Italia e dell'Albania. Ove mai i velieri appositamente inviati via Gallipoli a Bari per cercare merci da tempo contrattate col permesso del R. Governo e colla garanzia di Essad venissero definitivamente fermati, la cosa produrrebbe nefasta impressione di cui serbi e greci saprebbero

agevolmente trarre profitto. In vista di questo grave stato di cose prego V. E. caldamente voglia prendere d'urgenza in seria considerazione questa importantissima questione allo scopo di ottenere dal ministero della marina solleciti, adeguati, radicali provvedimenti, conformemente riserva contenuta nel telegramma di V. E. Essad mi diceva in proposito che ove ciò convenisse alla R. marina si potrebbe anche inviare merci Valona col piroscafo • Epiro » per trasbordarle su piccolo rimorèhiatore o veliero, proponendo comprare tale vaporino e prendere a suo carico tutte le spese ed altri rischi garantendo che le merci non cadrebbero mai nelle mani del nemico.

(l) -Ritrasmesso a Parigi, Londra, Pietrogrado e Nisch con t. gab. 555 del 27 luglio. ore 17. (2) -Non pubblicato.
477

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 934/324. Londra, 26 luglio 1915, ore 10,24 (per. ore 9 del 27 ).

Telegramma di V. E. n. 741 R. Sp. (1).

Stamane Cambon mi ha letto un telegramma in cui Delcassé significava al ministro di Francia a Sofia che attende co:1clusione accordo con Romania prima di fare nota comunicazione alla Bulgaria. Grey interrogato al riguardo mi ha detto avere pregato Cambon di rappresentare a Delcassé la necessità da lui ravvisata di non rinviare comunicazione alla Bulgaria. Grey ha aggiunto che tanto O'Bearn quanto Chirel (il noto ex-direttore politica estera del Times persona molto autorevole ed il cui parere merita particolare attenzione) gli hanno fatto sapere che la preconizzata soluzione dell'occupazione provvisoria Macedonia eserciterebbe un'influenza considerevole sulle decisioni di Sofia dove sembra che intesa vada di giorno in giorno perdendo terreno causa ritardo a dare nota risposta. Avendo io chiesto se egli aveva fondato motivo di contare sull'acquiescenza della Serbia, ha replicato Grey che consenso della Serbia in un modo o nell'altro deve essere ottenuto, soluzione potendo avere conseguenze di cui la Serbia per la prima è destinata a beneficarsi largamente.

478

IL MINISTRO A SOFIA, CUCCHI BOASSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 935/131. Sofia, 26 Luglio 1915, ore 11,50 (per. ore 9,20 del 27).

Notizie confidenziali pervenute a Sofia circa condizioni esercito russo mancante munizioni e probabilmente immil:ente caduta di Varsavia producono enorme impressione in questi circoli dirigenti e credo mio dovere esporre mio avviso all'E. V. che la possibilità di decidere Bulgaria ad una azione in favore della Quadruplice Intesa diventa sempre più problematica; anche le più larghe offerte se giungessero troppo tardi non produrrebbero forse effetto desiderato.

Il re ed il Governo bulgaro che hanno tenuto una attitudine riservata verso l'Intesa non nascondendo la loro fiducia nel successo finale tedesco trovano sempre più un ambiente favorevole nell'opinione pubblica per far accettare la loro politica.

In complesso tutti, Governo ed opposizione, ritengono che il nodo della situazione sia a Costantinopoli (come avevo già avuto occasione segnalare nel mio tel. Gab. n. 101) (l) ma bisogna riconoscere che in questo momento l'Intesa non può avere grande speranza nel concorso bulgaro per scioglierlo (2).

(l) Cfr. n. 468.

479

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 55,23/626. Pietrogrado, 26 luglio 1915, ore 21,30 (per. ore 6 del 28).

Telegramma V. E. 2752 (3).

Mi è stato riferito da buona fonte che il 22 corrente Bulgaria ha firmato accordo con Turchia giusto il quale ferrovia e territori da essa delimitati a ponente, compreso quartiere di Adrianopoli trovantesi sulla destra della Maritza, passerebbero alla Bulgaria. Giusta essa fonte nessun impegno assoluto sarebbe stato assunto dal Gabinetto di Sofia per conservazione neutralità ( 4).

480

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 940/251. Pietrogrado, 26 luglio 1915, ore 21,30 (per. ore 11,20 del 28).

Telegrammi di V. E. Gabinetto nn. 738, 739 e 741 (5).

Constami che Sazonoff per non ritardare azione Potenze non si oppone ad appoggiare a Sofia Nisch e Atene passi suggeriti da Grey, in caso ben prevedibile di difficoltà da parte della Grecia egli richiama attenzione Potenze sopra un'altra forma che potrebbesi dare alla garanzia richiesta dai bulgari. Le Potenze si impegnerebbero ad interdire alla Serbia l'accesso all'Adriatico fino al momento in cui essa avrebbe ceduto alla Bulgaria la parte di Macedonia riconosciutale nel 1912. Secondo Sazonoff, una volta aperti i Dardanelli, gli alleati disporrebbero di forze sufficienti per occupare Spalato e Ragusa che non rimetterebbero alla Serbia se non dopo che essa avesse dato seguito alla cessione suddetta. Il litorale intermedio fra quelle due città potrebbe venir bloccato.

Sazonoff a quanto ho motivo ritenere, ha telegrafato oggi a Londra quanto precede in risposta alla Nota di Grey che è quella comunicata all'E. V. da Rodd (telegramma V. E. n. 738). Egli avrebbe però insistito nell'affermare che suo suggerimento ha carattere sussidiario e non lo avanza che per il caso in cui progetto della linea del Vardar incontrasse recisa opposizione della Serbia e Grecia.

(l) -Cfr. n. 198. (2) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. r. sp. 750 del 27 luglio, ore 20. (3) -Non pubblicato. (4) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Sofia con t. 2811 del 29 luglio. (5) -Cfr. nn. 462 e 468. II t. gab. 739 non è pubblicato.
481

IL PRESIDENTE DEL GOVERNO ALBANESE, ESSAD, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 5514. Durazzo, 27 luglio 1915, ore 2,30 (per. ore 19,30).

Conformandomi istruzioni impartitemi da codesto R. Governo per mezzo questa legazione Italia ho tentato di formare una società tra ceto commerciale

invitandola mandare veliero • Cavallo Marino • per caricare merci Corfù essendone impossibile rifornimento in Italia. Conformemente norme stabilite codesta

R. marina, detto veliero recossi Corfù ove dopo aver imbarcato merce per più di 300.000 franchi ritornò via Gallipoli per venire Durazzo. Ora con somma mia meraviglia osservo che detto veliero attualmente a Gallipoli non può tornare Durazzo perchè impeditone da codesta autorità. Oltre ciò conformemente istruzioni codesto Governo, inviai via Gallipoli altri tre velieri per caricare granone e farina Bari. Detti tre velieri dopo subito visita Gallipoli, dovrebbero recarsi a Bar~ per ultimare caricazione merce. Codeste autorità non permettono né loro andata Bari, neppure loro ritorno vuoti Durazzo e trovansi tuttora Otranto. Il popolo albanese il quale sempre augura bene Italia e specialmente io che sempre ho nutrito e nutro massima simpatia e fedeltà Governo italiano ci sentiamo massima strettezza e difficoltà causa tale trattamento ingiusto mentre trattasi di un paese non solamente neutro, ma anche amico sincero all'Italia. Perciò prego vivamente V. E. intervenire sollecito detti velieri per non !asciarmi compromesso verso questa popolazione albanese sprovvista di viveri e tutto necessario sua vita oltre a ciò anche mia gente. Segretario Ismail Effendi, serve e balia mia signora da più un mese trovansi Bari attesa poter imbarcare per Durazzo avendone assoluto bisogno. Perciò prego intervenire loro ritorno Durazzo procurando loro mezzi oppure permettendo libero transito detti miei velieri.

482

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 937/325. Londra, 27 luglio 1915, ore 3,24 (per. ore 19,50).

Telegramma di V. E. gab. n. 734 R. Sp. (1).

Stante attuale nostra situazione verso la Turchia ho creduto opportuno per motivi, che confido V. E. apprezzerà, astenermi in questi ultimi giorni dal rivo!

gere domande precise sulle decisioni od intenzioni di questo Governo circa sorte futura di Costantinopoli. Non posseggo quindi elementi per pronunziarmi in merito alla esistenza o meno di una ·Convenzione menzionata da Bratianu.

Dall'insieme delle osservazioni raccolte e già riferite a V. E. in colloqui accademici con Lansdowne ed altre personalità non vedoci motivo per modificare impressione già da tempo sottopostale nel senso che, esista o meno la convenzione, qui, per quanto forse a malincuore, non si sia meno oramai rassegnati in principio alla prospettiva dei russi a Costantinopoli. Della quale, una volta caduta, mi sembrerebbe plausibile occupazione mista delle truppe alleate con relativa divisione di quartieri in attesa del momento della pace e del conseguente regolamento finale. Dopo gli enormi sacrifici che la cecità e la testardaggine turca hanno imposto agli alleati mantenimento dominio ottomano a Costantinopoli, non mi apparirebbe probabile. Ed eliminati i turchi dominazione russa è l'unica che si possa ragionevolmente prevedere. In vista degli interessi primordiali britannici alla questione degli Stretti è da presumere che la eventuale acquiescenza inglese sarebbe sempre subordinata a sicure garanzie per la libertà di navigazione negli stretti. Ricordo al riguardo quanto ebbe a dire mesi fa Cambon sulla necessità imprescindibile, qualora Costantinopoli cessasse di essere turca, di una nuova convenzione per gli Stretti.

In merito all'osservazione di Bratianu relativa all'azione nostra, problema delicato e complesso involgente essenzialmente interessi italiani presenti e futuri, alla migliore soluzione del quale è certo dedicata la vigile attenzione di V. E., non mi permetto, non interrogato, esprimere alcun parere.

(l) Ritrasmissione del n. 458.

483

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 5521/327. Londra, 27 luglio 1915, ore 10.21 (per. ore 3 del 28).

Ieri parlai di nuovo a Grey della questione del Senusso. Ricapitolati i gravami precedentemente esposti e ripetute note osservazioni, conclusi che il contegno delle autorità anglo-egiziane inesplicabile sempre verso una nazione amica, diventava addirittura intollerabile di fronte ad un'alleata: che il Ministro delle Colonie era giustamente spiacente ed irritato, e che una soluzioi'le conforme alle nostre più che legittime domande si impone oramai nell'interesse delle relazioni tra i due paesi. Il non essere io riuscito.. dopo sei mesi di sforzi incessanti a co!lvincere di tutto ciò il Governo britannico, mi cagionava sconforto ed amarezza che, in vista delle nostre cordialissime relazioni personali non credevo dovergli dissimulare. Grey mi disse non arrivava a spiegarsi ritardo risposta di Mac Mahon al quale avrebbe nuovamente e immediatamente telegrafato. Aggiunse intendeva occuparsi personalmente della questione. In un colloquio odierno sono ritornato alla carica rincarando la dose con Nicholson, il quale mi ha assicurato che Grey telegrafò ieri stesso al Cairo.

Per quanto concerne l'esecuzione delle istruzioni impartitemi da V. E. col doc. n. 936, vedrei due vie da seguire: l'' rispondere particolareggiatamente alla comunicazione di Lord Crev•e in data del 2 giugno, ribattendone gli argomenti in base alle giuste osservazioni del Ministro delle Colonie; 2" limitarsi a comunicare in un pro-memoria le proposte formulate da S. E. aggiungendo verbalmente le osservazioni d'indole generale che del resto mi pare di avere ripetute a sazietà, e nel colloquio di ieri ed in quelli precedenti con Lord Crewe e con Grey, anche prima di avere preso visione dell'ultima nota del Ministro delle Colonie, secondo risulta dai miei telegrammi. Per ovvie considerazioni di opportunità io propenderei per la seconda alternativa, sembrandomi desiderabile evitare in questo momento a base di note e contronote agrodolci una discussione lunga, sgradita non di natura a facilitare intesa.

Vi sarebbe pure una terza alternativa: attendere cioè prima di formulare nostre proposte quella comunicazione che dopo tante mie vivaci insistenze, Grey dovrà pure farmi in seguito scambio di vedute con Mac Mahon. Stante influenza che modus procedendi può avere sull'esito dei miei passi, mi è sembrato doveroso, prima di iniziarli sottoporre all'E. V. le varie alternative suindicate, con preghiera di volermi favorire opportune istruzioni.

484

IL MINISTRO A SOFIA, CUCCHI BOASSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. S. 939/132. Sofia, 27 Luglio 1915, ore 22130 (per. ore 6,30 del 28).

Situazione politica in Bulgaria deve ritenersi mutata perchè non si può più considerare che esista alternativa o dell'entrata in azione della Bulgaria a fianco dell'Intesa o del mantenimento della neutralità, ma invece occorre prendere in esame l'altra alternativa o della entrata in azione della Bulgaria a favore dell'Intesa oppure entrata in azione della Bulgaria in favore delle potenze centrali.

Questa nuova situazione è determinata oltre che dagli avvenimenti militari in Polonia e forse anche ai Dardanelli, dal prolungato silenzio delle 4 potenze alla nota bulgara del 14 giugno, silenzio che certamente ha formato argomento di rapporti dei rappresentanti bulgari a Roma Londra Parigi e Pietrogrado e che ha determinato qui convinzione che la Bulgaria non ha da fare assegnamento sull'Intesa.

Governo bulgaro appoggiato in ciò dall'opinione pubblica si rende conto che si avvicina giorno in cui deve decidersi a prendere posizione per salvaguardare suoi interessi che sono di due ordini: l" politico, per risolvere nel modo migliore questione nazionale che si compendia nella occupazione Macedonia; 2" economico, per risolvere la questione vitale della esportazione cereali del presente raccolto. Esportazione che può avvenire per due sole vie o quella di Dedeagatch o quella per la Romania e la Serbia entrambe insufficienti attualmente allo sfogo della produzione bulgara.

Per risolvere questione politica eventualmente colle armi (secondo le notizie del ministro di Francia) tutti gli studi per un'azione militare in Macedonia sarebbero già fatti ed un sintomo allarmante di propositi bellicosi sarebbe voce corsa

di grandi manovre che avrebbero luogo alla fine di settembre nella regione Nevrokop.

Per risolvere questione economica della esportazione che appassiona tutta la popolazione si è portati a considerare con favore annunciata marcia austro-tedesca nella vallata del Timoc che apre un facile e diretto sbocco per la esportazione bulgara in Ungheria Austria e Germania. Tanto più che si crede ad uno sforzo militare austro tedesco su questo punto poichè aumenta qui ogni giorno più la convinzione che la Germania deve fare tutto il possibile per conseguire congiungimento con Turchia onde salvare ad ogni costo Costantinopoli.

Ormai è unanime qui convincimento che finito il lavoro del raccolto cioè in settembre Bulgaria prenderà una determinazione.

Per vincere quindi attivissima azione spiegata dalle potenze centrali occorrerebbe agire al più presto per cercare di ottenere il concorso della Bulgaria. I miei colleghi di Francia Inghilterra e Russia telegrafano oggi in termini analoghi ai loro rispettivi Governi (1).

485

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1022/254. Pietrogrado, 27 luglio 1915, ore 21,21 (per. ore 22,30 del 29).

Telegramma di V. E. n. 734 (2).

Conversazioni fra Russia e Inghilterra circa futura sorte di Costantinopoli, del Bosforo, dei Dardanelli e delle coste del Mar di Marmara ebbero luogo a quanto mi è dato supporre nel novembre scorso.

Risultato di esse è mantenuto strettamente segreto. Notizie da me raccolte sull'argomento si trovano anzi nei miei telegrammi 1065 del 30 dicembre, 21 del 27 gennaio, 140 dell'll febbraio e 41 del 26 febbraio e forse in altri che mi sfuggono.

Quanto alla Romania constami che esiste già un suo sommario accordo colla Russia in base alla quale quest'ultima impegnasi nel futuro regolamento della questione degli Stretti di tenere in considerazione salvaguardia interessi • economici • romeni.

486

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, SALANDRA

(Carte Salandra, Lucera)

L. P. Roma, 27 luglio 1915.

Grazie pei telegrammi che Ti ritorno. Non è chiaro perchè già ora, dopo tutti i dati riferiti della guerra, abbiano a mancare le munizioni di medio calibro. Tittoni telegrafa (v. gabinetto 1006) (3) che si potrebbero, da ora in poi, avere

munizioni dalla Svizzera, che finora mandava in Francia. Sarebbe bene premere sulla Guerra perchè tentassero anche questo mezzo. Alla Guerra, per le armi come pei grani, pare sempre di aver già fatto anche troppo appena hanno fatto un piccolo passo, e vi è sempre una grande riluttanza a tentare vie nuove.

Una fornitura in grosso dalla Svizzera gioverebbe anche a farci degli amici laggiù.

Pianta torna alle 4 da me. Farà le solite minaccie coperte.

Garroni seguita a destreggiarsi per evitare ogni rottura. Tu sai come la penso al riguardo.

P. S. -Ti accludo la lettere che ricevo da Nora Pecori, mia nipote, che mi dice di pregarti, quando scrivi a Tuo figlio, di dirgli una parola a favore del giovane soldato Vieri Pecori (figlio maggiore di mia nipote), che milita a quanto pare sotto i suoi ordini.

Vieri Pecori è un ottimo giovane, che ha voluto andare volontario, perchè era esentato per un difetto che ha a un piede. È studente alla scuola di applicazione di Torino. Grazie.

(1) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado con t. gab. r. sp. 758 del 29 luglio, ore 18. (2) -Ritrasmissione del n. 458. (3) -Del 26 luglio, che non si pubblica.
487

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 558. Roma, 28 luglio 1915, ore 18.

Avverto ad ogni buon fine V. E. che generale Hamilton avendo richiesto presenza di un ufficiale italiano al quartiere generale inglese ai Dardanelli che potesse servirgli quale ausilio specialmente per rapporti con italiani che trovansi colà, è stato disposto per invio dell'addetto militare al Cairo capitano Vitale, il quale partirà al più presto. È stato anche significato al capitano Vitale, per sua norma di linguaggio, che è da escludere il nostro concorso all'impresa dei Dardanelli.

Circa gli interessi italiani per Costantinopoli e per gli stretti stimo opportuno che presentandosene l'occasione V. E. indaghi le intenzioni ed eventualmente gli riferisca circa i propositi degli alleati.

Gradirò intanto conoscere per tale riguardo l'apprezzato parere di V. E. (suo telegramma 325) (1).

488

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 5539/403. Atene, 28 luglio 1915, ore 17 (per. ora 21,55).

Notizia accordo turco-bulgaro la cui conclusione era del resto preveduta qui (mio telegramma n. 378) (2.) è stata ricevuta qui per mazzo di un comunicato di Bourchier al Times ma al ministero degli affari esteri si assicura non averne

conoscenza ufficiale. Non si dubita però della verità della cosa e si deride affermazione di Bourchier che alla importantissima concessione territoriale fatta dalla Turchia non risponde nessun impegno politico della Bulgaria. Nell'opinione dei giudici più competenti questo accordo non è che un episodio della costante politica che la porta e più la porterà in avvenire a collaborare coll'Austria-Ungheria e colla Germania e che renderà vano ogni sforzo dell'Intesa di attirarla a sè.

(l) -Cfr. n. 482. (2) -Cfr. n. 398.
489

L'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. R. 3664/923. Parigi, 28 luglio 1915.

Questo Ministro di Grecia si è più volte lamentato meco che la Triplice Intesa non abbia mai dato alcuna risposta alle proposte presentate fin dall'aprile scorso dal Governo greco. Ora riparlandomene me ne ha dato il testo preciso che trascrivo a V. E. • Engagement forme! de la part des Puissances d'assurer à la Grèce le bénéfice de la pleine solidarité avec ses alliés c'est-à-dire de lui garantir durant la guerre et une certaine période qui en suivrait le terme, l'intégrité de son territoire continental et insulaire y compris l'Epire du Nord. Aussi longtemps que la Bulgarie resterait dans la neutralité, la sphère d'action de l'armée ne pourrait etre placée hors de la Turquie d'Europe. Dans une convention spéciale dont les termes seraient fixés d'un commun accord par les Etats-Majors des forces militaires et navales les Puissances prendraient l'engagement d'employer pour les opérations dont l'objectif serait la dissolution de l'Empire ottoman un nombre de troupes suffisant pour qu'avec l'ensemble des forces grecques l'on puisse non seulement faire face à l'armée ottomane mais, en cas de besoin, aussi à l'armée bulgare. Cette mesure paraissait nécessaire à l'Etat-Major Grec qui avait acquis la conviction que la Bulgarie guettait le moment où la Grèce serait occupée dans une guerre contre la Turquie pour occuper les provinces Macédoniennes convoitées. L'étendue des concessions territoriales en Asie Mineure comprenant le vilayet d'Aidin et une partie des vilayets avoisinants serait fixée d'une manière précise.

Des garanties d'un ordre moral seraient accordées au Patriarcat oécuménique et à l'élément grec de Constantinople »,

490

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, TITTONI, E AL MINISTRO A BERNA, PAULUCCIDE'CALBOLI

T. GAB. 562. Roma, 29 luglio 1915, ore 20.

Mio telegramma n. 2758 (1). Questo Ambasciatore di Francia mi comunicò ieri alcune istruzioni inviate da Delcassé all'Ambasciatore francese a Berna sulla questione del Trust. Delcassé

opina che piuttosto che cedere alle pretese svizzere pel libero transito a traverso Francia e Italia delle merci che alla Svizzera servono come mezzo di scambio con la Germania e l'Austria, merci che alimentano le risorse dei nostri nemici per continuare la guerra, convenga lasciar cadere le trattative del Trust, sia pure con forma non irritante, e riservarsi mediante concerto tra noi di lasciar esportare

o transitare effettivamente quelle sole quantità di prodotti che necessitano pel consumo interno svizzero.

Risposi che questo procedimento poteva presentare vari pericoli, e che opinavo non doversi troppo tirare la corda, per non eccitare il sentimento nazionalista e ultra suscettibile degli svizzeri. Narrai la mia conversazione con Pianta (vedi mio telegramma 2727) (l); l'Inghilterra poteva in queste trattative, con profitto di tutti addossarsi una parte più rigorista e minacciosa perchè essa non aveva nulla da temere da eventuali ostilità svizzere, mentre la Francia e assai più l'Italia come suoi confinanti si trovavano in una situazione più delicata. La Svizzera poteva eccitando il sentimento popolare con supposte offese alla sua indipendenza politica o economica minacciarci seriamente non solo colla forza delle sue armi, ma più ancora col consentire al transito eventuale delle truppe germaniche. Sul confine nostro con l'Elvezia ci trovavamo assolutamente sguarniti. Conveniva non spingere le cose all'estremo e quando si trattasse soltanto di lasciar transitare quantità limitate e da predeterminarsi di alcune merci che possano servire alla Svizzera anche di mezzo di scambio con gli Imperi ritenevo che fosse opportuno transigere. Gli svizzeri avrebbero probabilmente consentito a limitare le loro esigenze e per le facilitazioni che potremmo fornir loro di provvedersi da altre fonti, in parte se non in tutto, dei prodotti necessari alle loro industrie che oggi importano dagli Imperi come il carbone, gli zuccheri, e l'ematite, sia per il timore che un rifiuto dell'Inghilterra a permettere l'arrivo a Genova delle merci desiderate come riso e mais, toglierebbe ogni valore ad una libertà anche sconfinata di transito a traverso l'Italia.

Quanto precede per opportuna norma di linguaggio di V. E. (2).

(l) Numero errato.

491

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. R. SP. 761. Roma, 29 luglio 1915, ore 21,30.

Questo ambasciatore d'I.nghilterra mi ha comunicato ieri quanto segue:

Il signor Delcassé avendo espresso l'opinione che le comunicazioni da farsi alla Bulgaria e alla Serbia dovrebbero essere sospese fino a che non sia stata firmata la convenzione colla Romania, Grey ha mandato le seguenti istruzioni all'ambasciatore britannico a Parigi: • Risulta dalle nostre informazioni che abbiamo perso molto terreno a Sofia per non aver risposto al Governo bulgaro dopo

24 -Documenti dipLomatici-Serie V-Vol. IV

avere ricevuto la sua nota del 14 giugno. Gli austriaci e i tedeschi traggono

vantaggio dall'indugio per prospettarlo come prova che noi non siamo veri amici

della Bulgaria, col risultato che i nostri amici a Sofia sono scoraggiati. Grey perciò

confida che non vi sarà ulteriore indugio e che quando Delcassé esitasse ancora,

non vorrà però sollevare obiezioni alle istruzioni che Grey desse al ministro

britannico a Sofia affinchè questi parlasse al Governo bulgaro nel senso desi

derato •.

Ho risposto che per mio conto concordavo nelle idee di sir Edward Grey,

vista l'urgenza di dare una risposta a Sofia.

Sir Rennell Rodd mi ha comunicato poi quanto segue:

,, Relativamente alla comunicazior::.e del Governo serbo e alla proposta che

solo una delle quattro potenze faccia delle aperture non ufficiali alla Serbia, Grey

è d'avviso che questa comunicazione dovrebbe essere fatta in modo che essa

risultasse appoggiata da tutti gli alleati, benchè egli accetti che la faccia la Russia

a nome di tutti. Sondare prima la Serbia produrrebbe un maggiore indugio, in

dugio che può essere dannoso. Se una tale comunicazione sarà fatta si dovrà far

ben sentire al Governo serbo che il rifiutare la richiesta degli alleati impliche

rebbe un rischio riflettente tutto il corso della guerra e che noi presumiamo nel

farla il suo consenso •.

Risposi che in questo punto differivo da Grey perchè ero convinto che la Serbia si sarebbe recisamente rifiutata a qualunque occupazione provvisoria della linea del Vardar per parte delle quattro potenze; Pasic si era già troppo compromesso in questo senso e non poteva dare alcun consenso preventivo, quand'anche fosse disposto a rassegnarsi a guerra finita ai fatti compiuti e alla cessione della Macedonia per poter acquistare altri maggiori territori. Dato un rifiuto esplicito della Serbia ad un passo collettivo delle quattro potenze queste non avrebbero più avuta alcuna via di uscita; salvo quella impraticabile di addivenire con la forza ad occupazione provvisoria; nè avrebbero potuto più fare alcun passo utile a Sofia, poichè la Bulgaria cui non si sarebbe potuto celare il passo fatto a Nisch, avrebbe avuto in mano un'arma potente per esigere maggiori garanzie e non contentarsi ormai più dei 4 punti sui quali le quattro potenze si erano già accordate.

Del resto risultavami (vedi mio telegramma n. 753) (l) che la Russia aveva già dato assicurazioni a Nisch che non consentirebbe ad una proposta di occupazione provvisoria della Macedonia.

D'altra parte obiettavo pure fortemente al suggerimento di Sazonoff (vedi mio telegramma n. 755) (2) relativo al passo da farsi a Nisch riguardo ai porti da cedersi. eventualmente alla Serbia nell'Adriatico. In primis era facile parlare di conquiste di Spalato e di Ragusa per parte delle flotte alleate; ma nel fatto la cosa sarebbe impraticabile, anche dopo sfondati i Dardanelli. Ma il pericolo vero era che il passo suggerito da Sazonoff agirebbe immediatamente come una forte spinta sulla Serbia per occupare Durazzo, avanzando da Tirana che già occupa, e ciò per liberarsi da ogni pressione delle potenze ed assicurarsi un pegno per

non essere obbligata a cedere la Macedonia. Con ciò la situazione generale sarebbe

notevolmente peggiorata, e si verrebbe a scuotere tutte le basi della convenzione

di Londra. Nè sarebbe prudente mettersi in condizioni da dover aprire le ostilità

contro la Serbia o spingerla alla disperazione di fronte alle lusinghe austro

tedesche per una pace separata.

In mezzo a tutto questo imbroglio non vedevo altro partito utile da prendere

che quello di fare al più presto a Sofia quelle tali profferte sulle. quali non accor

revano i preventivi consensi e permessi dei terzi stati, cioè di comunicare subito

semplicemente i quattro punti già concertati ed aspettare poi gli eventi. Con ciò

si otteneva di mantenere viva la conversazione colla Bulgaria, e dietro le con

troproposte di questa ci si poteva meglio regolare. Se la Bulgaria esigesse espli

citamente l'occupazione provvisoria per parte delle quattro potenze della linea del

\Tardar, saremmo sempre a tempo di presentare la propo3ta alla Serbia come

iniziata dalla Bulgaria e quindi con forma meno irritante di quella che non si

potesse ora.

Lo stesso discorso feci pure ieri stesso a Barrère (1).

(l) -Non pubblicato. (2) -Il testo di questo telegramma è identico a quello dell'annotazione del 28 luglio in SONNINO, Diario, vol. Il, cit., pp. 184-185. (l) -In data 27 luglio 1915, che richiama • la prima vera impostazione • data alla questione bulgara nel t. r. sp. n. 731 del 21 luglio. Cfr. n. 455. (2) -Ritrasmissione del n. 475.
492

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AI MINISTRI A NISCH, SQUITTI, E A SOFIA, CUCCHI BOASSO

T. GAB. R. SP. 762. Roma, 29 luglio 1915, ore 21,30.

Questo ambasciatore d'Inghilterra mi ha comunicato quanto segue:

" Sir Edward Grey ha dato istruzioni al ministro britannico a Nisch di fare al più presto al Governo serbo, appena i suoi colleghi dell'Intesa abbiano eguali istruzioni, la comunicazione seguente:

" Si è raggiunto uno stadio criti-co della guerra in cui è necessario che ogni sforzo ed ogni sacrificio da parte di ogni alleato sia condotto ad una favorevole conclusione. La Serbia vorrà senza dubbio riconoscere che in questa guerra gli alleati fecero enormi sacrifici per mantenere, tra l'altro, la indipendenza della Serbia ed hanno solennemente promesso che quando la guerra sarà favorevolmente terminata la Serbia sarà com9ensata nel modo più generoso e vedrà realizzate molte delle sue aspirazioni politiche ed economiche in modo ampio e pieno. La Serbia per suo conto deve intendere che essa pure deve fare dei sacrifici per facilitare il compito gigantesco che sta innanzi a lei ed ai suoi alleati i quali stanno tutti combattendo per una causa comune e per il raggiungimento di uno scopo comune. Essa deve comprendere che la cooperazione della Bulgaria è un importantissimo fattore nella grande lotta, e in vista di possibili eventi che potrebbero interessare direttamente la Serbia in un prossimo avvenire, è essenziale che la Serbia sia preparata ad un concorso per ottenere, con tutto ciò che è 1n suo potere, questa cooperazione. Gli alleati hanno pochi dubbi che la cooperazione bulgara potrebbe attenersi se la Serbia consentisse di concedere alla Bulgaria o agli alleati la zona non contestata, e se, come prova del suo desiderio

di offrire tutto quanto essa può nell'interesse della causa comune, la Serbia volesse altresì consentire, nel giorno in cui la Bulgaria entrerà in campo con gli alleati, la occupazione a questi ultimi, per la durata della guerra, dei territori ad oriente del Vardar, che gli alleati, dopo che la Serbia avesse ricevuto tutti gli acquisti equamente spettantile, cederebbero alla loro volta alla Bulgaria con l'altra parte della zona non contestata. L'occupazione da parte. degli alleati garantirebbe alla Serbia, in quelle regioni, durante la guerra, sicurezza perfetta da ogni attacco o disturbo di bande; onde la Serbia potrebbe rivolgere tutte le sue energie al proseguimento della guerra contro l'Austria. Gli alleati non suggerirebbero questi sacrifici alla Serbia, che ha combattuto così valorosamente, se essi non fossero assolutamente convinti che le esigenze della situazione lo richiedono; ed essi sono certi di poter confidare che la Serbia apprezzerà le necessità della situazione e sarà pronta a fare il suo meglio a tale riguardo.

In ogni caso rimarrà conservato un confine comune tra Serbia e Grecia.

Questa grande guerra ebbe le sue origini in un attentato per annullare l'esistenza della Serbia e nella determinazione della Russia di non abbandonarla in questa situazione disperata. La sua esistenza fu salvata per intervento della Russia e dei suoi alleati, al costo di gravi sacl'ifici, dal fato da cui essa era minacciata ".

Anche senza attendere la risposta del Governo serbo alla suddetta comunicazione, Sir Edward Grey vorrebbe poi che le quattro potenze incaricassero intanto i loro rappresentanti a Sofia di redigere e presentare, al più presto possibile, a,l Governo bulgaro una ·comunicazione nelle linee seguenti: " Le potenze desiderano di vedere regolata permanentemente la situazione nei Balcani. Esse s'impegnano a che la condizione perchè la Serbia riceva il territorio che le potenze sono preparate a riconoscerle sia quella che la Bulgaria ottenga la cessione della parte della Macedonia che è stata indicata. Quando la Bulgaria prenda il campo contro la Turchia le potenze stabiliranno con la Serbia che le forze alleate occupino un'area fino al Vardar, come garanzia che il territorio sarà consegnato, a suo tempo, alla Bulgaria. La Bulgaria naturalmente s'impegnerà a impedire nel frattempo la formazione di bande in Macedonia che creino disturbi. Nella situazione presente è manifestamente impossibile definire anche approssimativamente gli acquisti di territorio che potranno essere fatti dalla Grecia in Asia Minore ed è necessariamente l'estensione di questi acquisti che dovrà determinare la misura dell'hinterland di Kavalla di cui potremo ottenere la cessione dalla Grecia. Ma la Bulgaria deve aver fiducia nella intenzione delle potenze di dare un significato ragionevolmente esteso al termine di hinterland. La Bulgaria riceverà in Tracia la linea Enos-Midia e assistenza per ottenere munizioni e danari, purchè si unisca alle potenze entro un tempo determinato. Se il Governo bulgaro insistesse per ottenere informazioni circa i compensi da darsi alla Grecia e alla Serbia, la risposta sarebbe quella che è impossibile nel momento attuale definire gli esatti limiti territoriali; ma che i compensi sarebbero adeguati alle concessioni fatte alla Bulgaria "•.

Secondo mi ha riferito Rodd, Sazonoff ha accettato queste proposte di Grey, rinunciando alle proprie. Grey mi domandava l'adesione dell'Italia. Ho risposto all'ambasciatore d'Inghilterra che convenivo pienamente con Grey intorno alla estrema importanza di non dilazionare ulteriormente la risposta

delle potenze alla Bulgaria e che, per questa considerazione, ero anche disposto, nonostante i miei dubbi personali, a dare istruzioni ai RR. rappresentanti a Nisch e a Sofia di uniformare la loro azione a quella degli altri si omnes. Non gli nascondevo però i miei dubbi intorno alla possibilità di indurre la Serbia a lasciare occupare pacificamente dalle potenze, sia pure in via provvisoria, il tratto macedone sino al Vardar; un rifiuto netto e sdegnoso della Serbia ci metterebbe nella impossibilità di mantenere poi l'impegno che prenderemmo verso la Bulgaria colla nostra dichiarazione a Sofia; onde poi un nuovo gTief della Bulgaria verso le potenze. Altro pericolo da tenere in vista esser quello che la Serbia avesse ad impermalirsi fino al punto da prestar orecchio alle lusinghe austriache per una pace separata; con conseguente libertà di transito concessa alle truppe e alle armi austro-tedesche (1).

(Per Sofia e Nisch) Autorizzo ad ogni modo V. S. a fare si omnes la comunicazione summenzionata che riguarda cotesto Governo.

(Per Parigi, Londra e Pietrogrado) Ho telegrafato ai RR. ministri a Sofia e a Nisch di fare in ogni modo si omnes le comunicazioni di cui si tratta al Governo serbo e bulgaro.

(l) Il te6to di questo telegramma è identico a quello dell'annotazione del 29 luglio in SoNNINO, Diario, vol. II, cit., pp. 185-188.

493

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, GARRONI

T. 2821/98. Roma, 29 luglio 1915, ore 24.

R. agente diplomatico Cairo comunica quanto segue:

• Un negoziante indigeno giunto da Alessandria d'Egitto Solum riferisce gran senusso ha ricevuto due lettere di Enver pascià; prima lo invita esser pronto ogni evenienza dovendo Italia dichiarare prossimamente guerra alla Turchia confida simpatia e lealtà gran senusso verso Turchia; seconda lettera diretta gran senusso ma rivolta tutti capi tribù, Enver pascià esorta patriottismo fedeli e confida tutti faranno proprio dovere e ogni sforzo perchè Libia cacci italiani e torni sotto supremazia Turchia. Promette invio grandi quantità munizioni ».

494

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, TITTONI

T. 2824. Roma, 29 luglio 1915, ore 24.

Ministro colonie segnala persistere traffico armi e munizioni per Libia fatto da velieri greci aventi loro base isola Creta ed a Pireo. Prego segnalare notizia codesto Governo perchè ne avvisi comandante sua flotta Mediterraneo orientale per sorveglianza.

Identico telegramma all'ambasciata a Parigi (Londra).

(l) Il testo di questo telegramma è identico a quello dell'annotazione del 29 luglio in SONNINO, Diario, vol. Il, cit., pp. 188-190.

495

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI (1), AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 950/328. Londra, 29 luglio 1915, ore 9,25 (per. ore 0,30 del 30).

Telegramma di V. E. gabinetto n. 749 R. Sp. (2).

Grey mi ha detto oggi che Sazonoff continua a sollevare difficoltà contro conclusione accordo con Romania sembrandogli che potenze finiscano per cedere in tutto contro magro corrispettivo. Ho osservato che Sazonoff non si rende forse abbastanza [conto] di una circostanza più evidente e cioè che a questi chiari di luna il riuscire grazie al concorso della Romania ad ostacolare sul serio il rifornimento armi e munizioni per Turchia facilitando successo azione Dardanelli costituisce vantaggio non spregevole. Ciò a prescindere da altre due considerazioni: l) che concluso accordo politico, Romania viene a legare la sua sorte a quella degli alleati e pertanto può vedersi costretta ad entrare in azione anche prima di quanto vorrebbe; 2) che dopo il gran parlare che da mesi si sta facendo di negoziati in corso con l'uno e l'altro dei balcanici, sarebbe anche dal punto di vista dell'effetto morale, oltremodo desiderabile che diplomazia alleati finisca per ottenere un successo qualsiasi anche se non immediato completo e pagato a caro prezzo. Grey ha risposto che condivideva mie vedute e che Buchanan si sta alacremente adoperando per persuadere Sazonoff. Le esitazioni del quale -mi sia lecito per una volta rilevare a titolo legittimo sfogo -sono tanto più esasperanti in quanto è alla sua ostinazione mista a soverchia impulsività, che si deve in prima linea se si è lasciato passare momento psicologico in cui accordo avrebbe potuto stipularsi a condizioni più vantaggiose per gli alleati. L'ultimo telegramma di Fasciotti mi sembra venuto in buon punto per distruggere la leggenda dell'affidamento che alcuni ministri della Triplice Intesa s'illudevano di poter fare su Take Jonescu, Filippescu e compagni per forzare la mano a Bratiano che, come ebbe ad avvertirmi a suo tempo Mishù, era e rimane padrone situazione.

496

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 953/330. Londra. 29 luglio 1915, ore 9,25 (per. ore 2 del 30).

Grey mi ha detto oggi che preoccupato come è per le informazioni pervenutegli da Sofia sul danno sempre più serio che alla causa degli alleati di giorno in giorno arreca prolungato ritardo risposta alla comunicazione di quel Governo aveva prescritto ai tre ambasciatori di proporre ai Governi alleati di fissare il 20 agosto prossimo come data comunicazione responsiva nei noti termini e note alternative. Avendo io osservato che l'incognita del problema rimaneva sempre

l'entrata in azione.

la dubbia acquiescenza della Serbia Grey ha formulato seguente dilemma: o la Bulgaria soddisfatta accetta di entrare in azione a fianco quadruplice ovvero rifiuta. Se rifiuta le cose rimarranno come sono e la Serbia non avrà motivo alcuno di doglianze. Se invece accetta potenze avranno buon giuoco per esercitare salutare pressione a Belgrado strapparle comunque sua acquiescenza dimostrandole che l'adesione della Bulgaria alla quadruplice salva la Serbia dal pericolo più grave e più imminente che attualmente la minaccia cioè l'invasione vittoriosa del suo territorio da parte forze austro-tedesche aspiranti a congiungersi con quelle turche attraverso territorio bulgaro.

(l) -Il telegramma, per un evidente errore del decifratore, porta la firma di Fasciotti. (2) -Ritrasmissione di un telegramma da Pietrogrado del 25 luglio: Delcassé inclina ad accettare la proposta di Bratianu di stipulare un accordo politico senza fissare la data del
497

L'INCARICATO D'AFFARI A BERNA, DURAZZO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 5566/352. Berna, 29luglio 1915, ore 2,45 (per. ore 2,45 del 30).

Bund di questa sera, rileva con mal celata acrimonia, corrispondenza da Lugano al Corriere della Sera del· 28 corrente, che commenta in modo piuttosto simpatico campagna intrapresa dal consigliere nazionale Bossi in favore italianità Ticino.

Mi permetto far presente a V. E. somma opportunità che negli attuali momenti nostra stampa eviti per quanto è possibile commentare o anche semplicemente accennare a stato spirito popolazione questione (?) economica eventuali polemiche dibattute (?) a questo riguardo.

498

L'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, GARRONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 5622/596. Costantinopoli, 29 luglio 1915 (1).

Da informazioni di ottima fonte risulterebbe che austro-tedeschi calcolano di riversare quanto prima 200 mila uomini contro Serbia per schiacciarla ed aprirsi un passaggio su costa, traversando Bulgaria, prima che Dardanelli siano forzati. Bulgaria, che ritengo consenziente, fingerebbe subire pressione e sarebbe compensata con Macedonia serba (2).

499

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1021/2930. Italia, 30 luglio 1915, ore 12,10 (per. ore 12,55).

Continua a verificarsi sulla fronte da noi attaccata sul basso Isonzo l'arrivo di nuove forze nemiche fresche da frontiera serba. Anzi posso affermare che le quindici brigate da montagna già in quello scacchiere più grande parte del

settimo corpo sono contro di noi. V. E. conosce azione fino ad ora spiegata per spingere Stato Maggiore Serbia ad operare in maniera da trattenere almeno parte delle forze nemiche austro-ungariche. Condotta Serbia fino ad ora non è stata affatto tale da conseguire qualche risultato in questo senso. Soggiungo che anche da ordinarie relazioni con Stato Maggiore Serbia per scambio notizie circa ordini di battaglia del nemico non risulta quello spirito di fiduciosa cooperazione tanto necessaria attuali circostanze.

Nostro addetto militare in Russia segnala nuove pressioni sulla Serbia dallo Stato Maggiore russo ma comunica anche suoi dubbi circa loro efficacia. Ritengo pertanto indispensabile ed urgente interessi alleati compiere nuove più energiche pressioni per ottenere almeno che Stato Maggiore Serbia se assolutamente non può intraprendere grandi operazioni compia attive dimostrazioni facendogli aperte dichiarazioni che della sua condotta dovrà tenersi stretto conto dagli alleati qualunque possa essere la piega assunta dagli avvenimenti. Visto l'attuale stato di cose faccio anche formale proposta a V. E. perchè Governo serbo sia invitato a destinare urgentemente un addetto militare accreditato presso il

R. Governo da inviare presso questo Quartiere generale allo scopo facilitare nostre relazioni e di dare modo al R. Governo e al Comando dell'Esercito Italiano di maggiormente e direttamente influire nell'accordo desiderato.

(l) -Il telegramma fu trasmesso da Sofia il 31 luglio alle ore 23 e pervenne alle ore 12,50 del l o agosto. (2) -Ritrasmesso a Parigi, Londra, Pietrogrado, Nisch e Sofia con t. 2855 del 2 agosto.
500

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 2827. Roma, 30 luglio 1915, ore 16.

Allo stato delle cose sembrami miglior consiglio attenersi al terzo dei modus vivendi procedendi prospettati da V. E. nel suo telegramma gabinetto 327 (l): attendere cioè risposta di Grey. Qualora questa tardasse l'E. V. è pregata verso il 3 o 4 della prossima settimana riparlargli della questione che al R. Governo sta sommamente a cuore rimettendogli quella memoria scritta riassuntiva delle osservazioni del R. ministro delle Colonie che ella non ha creduto finora di dovere presentare per ragioni che hanno loro peso ma che forse sarebbe stato più oppor

tuno aver già consegnato. Gradirò a s~o tempo riassunto telegrafico del suo colloquio.

501

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 5586/629. Pietrogrado, 30 luglio 1915, ore 1,45 (per. ore l del 31 ).

Mi viene confermato da buona fonte che se Venizelos fosse richiamato al potere manterrebbe suo programma interventista pur abbandonando suo primitivo progetto di cessione territoriale alla Bulgaria. Non si esclude che egli faccia

propria con qualche modificazione proposta dell'attuale Governo giusta la quale esso avrebbe concorso con la sua flotta ... (l) navale in Grecia purchè Intesa avesse assicurato integrità territoriale ellenica fino a dopo conclusa pace.

(l) Cfr. n. 483.

502

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 956/331. Londra, 30 luglio 1915, ore 10,30 (per. ore 8,15 del 31).

Telegramma di V. E. n. 762 R. Sp. (2).

Nicolson mi ha detto essere stato ieri l'altro telegrafato ai tre ambasciatori per proporre qualche lieve modificazione alla comunicazione alla Bulgaria. Circa acquiescenza serbi sulla quale gli ho manifestato nuovamente qualche dubbio ha osservato dover al postutto i serbi tener presente che oltre al pericolo dell'invasione austro-tedesca essi sono esposti a quello forse anche più imminente di un attacco della Bulgaria la quale fallita la soluzione della occupazione temporanea delle potenze non esiterà verosimilmente occupare Macedonia con le proprie truppe.

Questa considerazione molto grave dovrebbe a parere di Nicolson esercitare salutare influenza sulle decisioni Serbia inducendola a maggiore arrendevolezza.

Nicolson continua piuttosto a chiedere come faranno le potenze a vincere la prevedibile tenace opposizione greca alla cessione di Kavalla e relativo esteso hinterland. Gli ho risposto che me lo chiedevo anch'io ma che per il momento quello che più di tutto mi occupava era divinazione del contegno definitivo Bulgaria verso alleati.

503

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. P. 957/332. Londra, 30 luglio 1915, ore 10,30 (per. ore 8,15 del 31 ).

Kitchener mi ha rivolto stamane vivissimi rallegramenti per progressivo vittorioso svolgimento delle nostre operazioni militari, per illuminata direzione dei capi, per il valore truppe, per la perfetta organizzazione dei servizi ausiliari.

Ha deplorato le nostre grosse perdite di ufficiali osservando essere questa purtroppo jattura comune a tutti gli eserciti all'inizio campagna.

In termini che mi hanno profondamente commosso maresciallo ha parlato dell'esempio mirando che sta dando al mondo intero il nostro augusto sovrano che con tanto eroismo condivide quotidiani pericoli dei suoi soldati.

La personalità eminentissima del nostro re, ha aggiunto è uno dei pm Importanti • points » dell'alleanza dal punto di vista politico non meno che da quello

militare e bisogna fare fervidi voti per la incolumità di un personaggio così prezioso non solo per l'Italia ma per alleati tutti.

Maresciallo m'ha detto poi che non arrivava a spiegarsi contegno verso noi della Germania, la quale quando abbiamo presi prigionieri suoi soldati mandati in prima linea li ha ritirati in seconda e terza linea tenendoli in riserva per aiutare austriaci nei momenti critici.

Di questo inesplicabile atteggiamento mi ha pregato insistentemente fargli conoscere motivo osservando che soluzione di tale enigma lo interessa assai non solo politicamente ma anche militarmente importandogli conoscere se finora mancata ufficiale dichiarazione di guerra a noi sia da attribuirsi a momentanea deficienza di truppe ovvero all'intento di salvare ingenti capitali tedeschi investiti in Italia.

Ho avuto impressione che interesse maresciallo fosse ispirato non solo dal contegno Germania verso noi ma anche da quello nostro verso Germania e che al riguardo avesse forse sperato ottenere da me qualche spiegazione. Comunque gli ho risposto che contegno Germania sembrava anche a me enigmatico ma non ero in grado indovinarne motivo nè possedevo al riguardo alcuna informazione

o elemento di giudizio; al che, ha replicato, gli avrei fatto cosa grata informando. Discorso cadde poscia sui russi. Kitchener con l'usata calma ha detto essere ovvio prevedere caduta Varsavia

a scadenza più o meno breve. Di tale eventualità.. non certo consolante per l'effetto sul pubblico, egli considerando stretto militare in nessun modo si preoccupa nè vi ravvisa cagione alcuna per scuotere menomamente la sua radicata fiducia nel successo finale degli alleati. Preferisce caduta in mani tedesche non solo di Varsavia ma anche delle fortezze e di tutta Polonia all'accerchiamento con conseguente resa o distruzione di un solo corpo d'armata russo.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Cfr. n. 492.
504

IL MINISTRO A CETTIGNE, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.R.SP.963/65. Cettigne, 30 luglio 1915, ore 15,15 (per. ore 8 del 31 ).

Il ministro di Francia avendo finalmente ricevuto le istruzioni, abbiamo eseguito il passo collettivo di cui al suo telegramma Gab. n. 693 (1). Il testo della dichiarazione letta e rilasciata in forma di nota verbale al ministro affari esteri è quello proposto da V. E. Il ministro di Francia aveva cercato di introdurvi alcune modificazioni più che altro di forma, ma mi ci sono opposto. Tuttavia per mantenere l'accordo ed evitare un nuovo ritardo ho acconsentito che la frase relations s--uivies fosse modificata in reìations officielles sia perchè tale espressione era usata nelle istruzioni dei miei colleghi, sia perchè il suo significato mi è sembrato più preciso e meglio rispondente allo scopo.

Il signor Plamenaz si è riservato rispondere fra qualche giorno dicendosi lieto di avere così l'opportunità di chiarire la situazione (2).

(l) -Cfr. n. 391. (2) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. r. sp. 776 del 1° agosto, ore 21.
505

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AI MINISTRI AD ATENE, DE BOSDARI, A NISCH, SQUITTI, E A SOFIA, CUCCHI BOASSO

T. GAB. R. SP. 768. Roma, 31 luglio 1915, ore 18.

(Meno Sofia) Ho telegrafato al R. ministro a Sofia quanto segue:

(Per tutti) A modifica di quanto ho telegrafato col mio r. sp. 762 (1), questo ambasciatore di Inghilterra mi ha informato che sir Edward Grey ha inviato istruzioni al ministro britannico a Sofia di fare al Governo bulgaro una comunicazione nel senso del testo che segue. In tale testo è omesso l'accenno alla occupazione della Macedonia, perchè in tal modo Grey spera ottenere l'accordo di tutti gli alleati. Ma Grey è talmente convinto della necessità di agire di urgenza a Sofia che egli ha telegrafato al ministro britannico di fare la comunicazione di cui si tratta anche da solo. Tale comunicazione dovrebbe avvenire, secondo il desiderio di sir Edward Grey il 3 agosto e non prima. Segue il testo della comunicazione:

« Fermo desiderio del Governo di Sua Maestà è di vedere permanentemente regolata la situazione nei Balcani ed a questo fine viene fatta al Governo bulgaro la seguente definitiva dichiarazione.

Il Governo di Sua Maestà garantisce alla Bulgaria il possesso della zona non contestata in Macedonia dichiarando che ogni suo riconoscimento di estensione territoriale della Serbia come risultato della guerra dipenderà assolutamente dalla condizione che la Serbia ceda alla Bulgaria la zona non contestata della Macedonia, quale è indicata nella carta annessa al trattato serbo-bulgaro del 1912. Il Governo di Sua Maestà ritiene che questa dichiarazione dà alla Bulgaria una definita garanzia pel futuro possesso di questa zona.

Per ciò che riguarda Kavalla è nel momento attuale manifestamente impossibile definire anche approssimativamente gli acquisti territoriali che possono attenersi dalla Grecia in Asia Minore. Ora è la estensione di tali acquisti che deve necessariamente governare la questione dell'ampiezza dell'hinterland di Kavalla per la cui cessione alla Bulgaria il Governo di Sua Maestà possa fare pressione sulla Grecia. La Bulgaria però può avere fiducia che il Governo di Sua Maestà darà una interpretazione ragionevolmente ampia all'espressione " hin-terland", e il Governo di Sua Maest:l prende impegno che il riconoscimento per parte sua di ogni estensione territoriale della Grecia in Asia Minore, come risultato della guerra, dipenderà assolutamente dalla condizione che la Grecia ceda alla Bulgaria Kavalla ed un hinterland proporzionato ai propri acquisti altrove.

Fu già garantito alla Bulgaria l'immediato possesso della Tracia fino alla linea Enos-Midia.

Il Governo di Sua Maestà fa questa comunicazione allo scopo di rendere noto al Governo bulgaro che il tempo trascorso prima di rispondere alle domande fatte dal Governo bulgaro non implica in alcun modo il desiderio o l'intenzione di recedere dalle proposte fatte alla Bulgaria in data 29 marzo o di lasciare inde

finita alcuna di tali proposte. Il Governo di Sua Maestà fece delle proposte che ritiene giuste e le mantiene sempre e crede che il metodo di garanzia offerto ora al Governo bulgaro, basato sopra il diniego di riconoscere ogni estensione di territorio alla Grecia e alla Serbia se non vi corrispondano le cessioni dei territori garantiti alla Bulgaria, sia un pegno della sua buona fede e della sua capacità di mantenere le promesse.

Se il Governo bulgaro accetta queste proposte il Governo di Sua Maestà domanderà che si stabilisca un accordo definitivo circa la data della dichiarazione di guerra contro la Turchia e circa le forze che la Bulgaria metterà in campo a questo scopo contro la Turchia. Ove venisse a mancare l'entrata in azione della Bulgaria alla data e nei modi stabiliti si riterrerebbero le offerte qui fatte come decadute per mutuo consenso. Nel frattempo, e nel caso di accettazione, il Governo di Sua Maestà chiederà al Governo bulgaro l'impegno di prendere ogni valido provvedimento per impedire il passaggio alla Turchia di munizioni da guerra e di ogni altro rifornimento •.

V. S. è autorizzata ad unirsi al ministro inglese nel fare tale comunicazione, con quelle modificazioni di forma che possano parerle opportune e siano concordate coi colleghi.

(l) Cfr. n. 492.

506

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AI MINISTRI AD ATENE, DE BOSDARI, A NISCH, SQUITTI, E A SOFIA, CUCCHI BOASSO

T. GAB. R. SP. 769. Roma, 31 luglio 1915, ore 18.

(Per tutti meno Nisch) Ho telegrafato al R. ministro a Nisch quanto segue:

(Per tutti) A modifica del testo che ho comunicato a V. S. •Col mio telegramma n. 762 (l) questo ambasciatore d'Inghilterra mi ha comunicato una nuova redazione di dichiarazione da farsi al Governo serbo. Come V. S. osserverà non vi è più fatto cenno della occupazione temporanea della Macedonia da parte degli alleati. Ho proposto a sir Edward Grey di sopprimere ·l'ultima frase del documento. Tale ·comunicazione non dovrà però aver luogo prima del 3 agosto, ma dovrà eventualmente essere fatta in quel giorno. Segue H testo della comunicazione:

• Si è giunti ora ad un periodo critico della guerra ed è necessario ogni sforzo e ogni sacrificio da parte di ciascun alleato se si vuole che la guerra giunga ad una favorevole conclusione. La Serbia vorrà senza dubbio riconoscere che gli alleati, nell'intraprendere la guerra fecero enormi sacrifici per mantenere, tra

(lì Cfr. n. 492.

altro, l'indipendenza della Serbia. La Serbia dal canto suo deve intendere che essa deve fare dei sacrifici per facilitare il compito gigantesco che sta innanzi a lei ed ai suoi alleati, i quali tutti combattono per una causa per il compimento di uno scopo comune. La Serbia deve riconoscere che la cooperazione della Bulgaria è un fattore importantissimo nella grande lotta e che vi è un reale pericolo che la Bulgaria possa, se non le vengono assicurati notevoli compensi, non solamente astenersi dal cooperare, ma anzi intraprendere una azione che potrebbe mettere in serio pericolo la situazione generale danneggiando la posizione della stessa Serbia. Gli alleati, mentre apprezzano altamente la valorosa condotta e la sincera lealtà della Serbia, si sentono costretti di chiederle di voler concedere, al termine della guerra, la zona non contestata della Macedonia alla Bulgaria, se quest'ultima accorda l'immediata effettiva cooperazione delle sue armi. Gli alleati <;;ono pronti a prendere impegno che la Serbia riceverà, alla conclusione della guerra, ampii compensi che realizzeranno e soddisferanno le sue più importanti aspirazioni politiche ed economiche. Ma la Serbia deve pure comprendere che se si ottenesse la cooperazione della Bulgaria alle condizioni che gli alleati intendono offrirle, e cioè che la Bulgaria alla conclusione della pace entri in possesso della zona incontestata e riceva compensi in Tracia ed altrove, gli alleati non potrebbero attuare le proprie intenzioni di procurare alla Serbia larghi ed ampi acquisti atti a soddisfare i suoi desideri nazionali se non a condizione che la Serbia non sollevi difficoltà alcuna a che la Bulgaria ottenga i compensi in questione. In ogni caso sarà mantenuto un tratto di confine comune tra Grecia e Serbia •.

Segue la frase di cui ho proposto a Grey la soppressione: • Naturalmente se la Bulgaria non interviene nella guerra queste proposte cadranno e gli alleati saranno liberi da ogni obbligo verso di lei •.

V. S. è autorizzata a fare al Governo serbo una eguale comunicazione, salvo l'ultimo periodo di cui ho proposto a Grey la soppressione. V. S. potrà pure introdurvi quelle modificazioni di forma che le sembrino opportune e siano concordate coi colleghi.

507

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 2837. Roma, 31 luglio 1915, ore 18.

R. agente diplomatico in Cairo comunica seguente informazione dichiarandola di fonte molto attendibile:

• Sembra Sidi Ahmed Scerif abbia formalmente promesso Governo egiziano di non lasciare che turchi ed arabi attacchino territorio egiziano a condizione che Governo egiziano apra a lui ed ai suoi, senza restrizioni, la via per passaggio viveri e tutto ciò che loro occorre, per terra e per mare, senza sottoporre approvvigionamenti a qualsiasi visita. Governo egiziano avrebbe accettato questo patto •.

508

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAE.R. SP.960/333. Londra, 31 luglio 1915, ore 9,40 (per. ore 2,35 dell' 1 agosto).

Telegramma di V. E. n. 765 r. sp. (1).

Nicolscn mi ha detto testè proposta Sazonoff circa Spalato e Ragusa dover oramai considerarsi come eliminata. V. E. avrà a questo momento ricevuto da Rodd notizia delle modificazioni inglesi di cui al mio telegramma 331 Gab. r. sp. (2).

Secondo mi ha detto Nicolson la più importante di tali modificazioni consisterebbe nel tenere per il momento in riserva la proposta concernente occupazione temporanea Macedonia da parte truppe alleate.

Ministro di Bulgaria venuto ieri a vedermi lasciava intravedere impazienza e rincrescimento per prolungato ritardo risposta alleati. Senza scendere in alcun particolare risposi che ritenevo che risposta non dovrebbe oramai tardare.

509

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.R. SP.RR.969/338. Bucarest, 31 luglio 1915, ore 20,30 (per. ore 18 dell' l agosto).

Ministro delle Finanze è venuto a vedermi stamane e mi ha dichiarato ancora una volta in modo esplicito e preciso che non si può assolutamente parlare di una data fissa per l'entrata in azione della Romania. Compito della Romania non è nè può essere quello di salvare la Russia (al quale compito, oltre tutto, le sue forze sarebbero impari) ma solo quello di concorrere colla Russia quando potrà essere in grado di intraprendere una seria avanzata. Egli ha aggiunto che la Romania avrebbe commesso un grave errore se si fosse impegnata nella guerra quando i russi erano sui Carpazi, giacchè sarebbe stata poi travolta nella ritirata russa per mancanza di munizioni, e che anche dopo Bratianu ha avuto torto dl indicare un termine fisso che egli sapeva di non poter mantenere. Per contro ministro delle finanze conferma ritenere equo che si lasci alla Serbia parte sud del distretto di Torontal di faccia a Belgrado.

Circa esportazione cereali ministro delle finanze mi h<>. detto che il Governo romeno non può fare a meno di permetterla di nuovo. Ha però confermato che in nessun caso tollererà transito materiale da guerra così per Turchia come per Bulgaria. Esportazione petrolio è stata proibita anche per Bulgaria (3).

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. n. 502. (3) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. r. sp. 781 del 2 agosto, ore 21,30.
510

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. R. SP. 780. Roma, l agosto 1915, ore 22,30.

Questo ambasciatore d'Inghilterra mi ha comunicato il seguente telegramma di sir Edward Grey:

• Allo scopo di assicurare la cooperazione della Bulgaria sir Edward Grey è convinto non esser dubbio che noi dobbiamo offrirle, quando essa entrerà in campo contro la Turchia, una occupazione della Macedonia fino a Vardar, almeno da parte degli alleati e ciò nel momento più prossimo possibile dopo la comunicazione che stiamo per fare a Sofia. Ambedue i Governi italiano e russo hanno annuito a che tale offerta debba farsi. Sir Edward Grey l'avrebbe fatta anzi subito se non fosse stato convinto che questa offerta debba essere preceduta da una comunicazione al Governo serbo molto più definita di quella che venne proposta fin qui.

Allo scopo di assicurare l'alleanza della Bulgaria senza correre il rischio di alienarsi definitivamente la Serbia, l'unica procedura che ora offre prospettiva di successo è quella di dare una precisa garanzia al signor Pasic circa i territori che la Serbia otterrà come risultato di una favorevole conclusione della guerra. Sir Edward Grey pertanto desidera di offrire, in cambio dell'occupazione della linea del Vardar sia per parte della Bulgaria sia per parte degli alleati, e per la susseguente cessione di tutto il territorio incontestato, la precisa garanzia che quando la guerra sarà giunta a una conclusione vittoriosa, la Serbia, il Montenegro e la Croazia otterranno, perchè sia diviso tra loro, l'intero territorio trovantesi ad ovest e a sud della linea della Drava e del Danubio, estendentesi ad ovest sino ad Agram incluso, ed a sud fino alla frontiera della Dalmazia con parte della costa Adriatica inclusevi Fiume, Spalato, Ragusa, Cattaro, San Giovanni di Medua ed i loro hinterlands, con la riserva che noi potremmo avere da stipulare circa la neutralizzazione di parte o dell'intera costa dell'Albania e della Dalmazia che viene in tal modo ad essere garantita alla Scrbia. Inoltre che subordinatamente al desiderio del popolo croato quando esso sia stato definitivamente espresso, noi prenderemo impegno di facilitare l'unione della Croazia con la Serbia. Sir Edward Grey vorrebbe altresì, come pegno della nostra buona fede, invitare la Serbia a divenire parte nell'alleanza firmata il 5 settembre.

Sir Edward Grey si rende conto delle obiezioni già opposte dal Barone Sonnino ad una comunicazione di questo genere, ma egli sente l'obbligo di fare un appello personale a lui perchè voglia riconsiderare queste obiezioni. Egli si è già personalmente impegnato con la Serbia perchè questa ottenga la Bosnia e l'Erzegovina ed un largo accesso nell'Adriatico in Dalmazia. Questo impegno non può addivenire meno impegnativo da un atteggiamento di riserva circa la esatta definizione di quei territori; questo atteggiamento può soltanto diminuire l'effetto di un tale impegno nella pubblica opinione in Serbia. Il Barone Sonnino sembra abbia apprensioni circa l'effetto che si produrrebbe nell'opinione pubblica

in Italia se egli aderisse ai punti sopradetti. D'altra parte egli apprezzerà senza dubbio il grande valore che l'adesione dell'Italia ad un tale definito impegno con la Serbia porterà all'Italia 'Stessa, guadagnandole le popolazioni slave che essa è destinata presto a dominare. L'opposizione in questa materia renderebbe odiosa la posizione dell'Italia. Il nostro compito nei Balcani è stato reso più difficile dalle sue rivendicazioni che le sono state riconosciute in Istria e Dalmazia e le condizioni che sono così sorte ci espongono a combinazioni che possono condurre ad un eventuale insuccesso nei Dardanelli e a tutte le conseguenze che un simile insuccesso può implicare.

Si ritiene in Serbia che gli slavi dovranno cedere all'Italia più di quello che non sia il caso. Se quindi ora rifiutandosi di rimuovere in Serbia apprensioni, che sono infondate, le nostre diffi·coltà sono aumentate ed H successo nella guerra è compromesso, l'Italia incorrerebbe in una grave responsabilità, senza praticamente ottenere per sè un maggiore vantaggio di quello di mantenere un atteggiamento diplomatico di non compromissione.

Sir Edward Grey apprezza il punto di vista sul quale il Barone Sonnino ha in precedenti occasioni richiamata la sua attenzione e che concerne la possibilità di una pace separata con l'Ungheria. Ma questa possibilità è divenuta così remota come una conseguenza delle nostre discussioni con la Serbia, che egli non può pensare che sia saggio di compromettere la possibilità di una azione diplomatica decisiva per volersi tenere liberi da ogni parte.

Per dare al signor Pasic la possibilità di riacquistare sull'Esercito e sul popolo serbo quella influenza che egli ha così largamente perduto, in seguito al modo persistente in cui egli è stato tenuto all'oscuro dagli alleati, noi dobbiamo avere forti armi in mano.

Le apprensioni del popolo serbo non sono irragionevoli perchè se nel primo lampo della vittoria il popolo italiano è riluttante a riconoscere le domande della Serbia, come potrebbe esso essere maggiormente disposto a riconoscerle dopo che la guerra lo avrà reso pienamente consapevole dei grandi sacrifici che avrà fatto.

Sir R. Rodd ha ricevuto istruzioni di fare un appello nei termini più forti al Ministro degli Affari Esteri ed al Presidente del Consiglio perchè diano il loro consenso ad una comunicazione da farsi da Sir Edward Grey al Signor Pasic colla quale egli si rende garante che gli alleati spiegheranno l'azione sopradetta •.

Risposi a Sir Rennell Rodd che la mia prima impressione era decisamente contraria.

Sir Edward Grey facendo in questa nota un passo al di là di quanto risultava dagli accordi della Convenzione di Londra trattava della Croazia come se fosse uno Stato indipendente e già costituito, pregiudicando con ciò l'assetto da darsi, nel momento della pace generale, così alla Croazia come a Fiume, in relazione con l'Ungheria o con l'Austria-Ungheria, le cui popolazioni non potranno essere addirittura annichHite e che pure agogneranno ad un accesso al mare.

Con ciò si ·creano maggiori e non necessarie difficoltà alla definitiva sistemazione dell'Istria, su cui l'Italia ha diritto in forza della Convenzione di Londra.

Con la proposta così com'è formulata da Sir Edward Grey si compromette allo stesso tempo, per quanto si riferisce all'adesione delle Potenze, la questione delicata e spinosa della unione della Croazia (compresa Fiume) con la Serbia,

rendendo così notevolmente più ardua la conclusione prevedibile della pace generale.

Si parla pure, nella Nota di Grey, della neutralizzazione della costa dalmata da cedersi alla Serbia come di cosa incerta "that we may have to stipulate ., mentre nella Convenzione di Londra l'Accordo su questo punto è chiaro e preciso. Inoltre si accenna a una parte della costa dell'Albania come garantita o da garantirsi alla Serbia, mentre nulla vi è di corrispondente nei Patti di Londra.

Tutto ciò mi sembrava contrario allo spirito se non alla lettera di quanto venne convenuto a Londra il 26 aprile; e non mi pareva d'altra parte equa nè fair l'argomentazione di Grey che vuoi far pesare artificiosamente sul Governo italiano la responsabilità delle sorti dell'impresa dei Dardanelli. Ritenevo per parte mia vana la speranza che Pasic potesse, dopo essersi le tante volte compromesso con dichiarazioni recise in senso contrario, dare un consenso preventivo all'occupazione, sia pure provvisoria, della Macedonia, con promessa di finale concessione alla Bulgaria. Egli potrà al momento della pace scegliere questo come un male minore e come mezzo per godere di altri maggiori compensi, ma nulla di più.

Avrei ripensato a tutto ciò ed avrei consultato al suo ritorno il Presidente del Consiglio, assentatosi oggi da Roma per 48 ore.

Intanto non vedevo ragione per cui non si dovessero fare a Sofia, Belgrado e ad Atene le dichiarazioni già proposte da Grey per la data del 3 agosto: esse r>.on pregiudicavano nulla e servivano a mantenere aperta la conversazione colla Bulgaria, che si lamentava con ragione e si impermaliva ogni giorno più per il ritardo delle quattro potenze a rispondere (1).

511

L'AMBASCIATORE A TOKIO, GUICCIOLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 315/38. Tokio, l agosto 1915 (per. il 21 settembre).

Mi riferisco al mio telegramma odierno (2).

Le previsioni politiche al pari delle metereologiche sono molto difficili in

questo paese dove tutto procede in forma tifonica.

È firmata la convenzione colla Cina, la Camera è chiusa, siamo in piena

estate, i pubblici uffici non funzionano più dopo il mezzodì, eppure scoppia una

crisi ministeriale! Perchè? Coloro che guardano al Giappone da !ungi debbono

meravigliarsene, molto meno però coloro che lo vedono da vicino.

Poichè qui non vi sono tradizioni di vita pubblica, nè programmi di Governo,

nè veri partiti politici, le crisi, anche quando hanno ragioni più profonde, sono

all'ultima ora determinate da interessi e rivalità di persone o di clan e prendono

la forma di un intrigo o di un pettegolezzo.

25 -Documenti diplomatici-Serie V-Vol. IV

Questa volta si tratta di una campagna spietata del partito di opposizione vinto nelle ultime elezioni, contro il ministro dell'Interno, accusato innanzi all'opinione pubblica e perfino ai tribunali di corruzione, non solo di elettori, ma

di deputati.

Apriti cielo! • Il grande scandalo , si legge stampato in tutti i giornali a caratteri cubitali, in testa ad articoli violentissimi nei quali appare la santa indignazione della virtù offesa. Eppure tutta questa è una commedia, perchè il ministro Oura non ha fatto nè più nè meno di quanto fecero i suoi predecessori e faranno i suoi successori. Un membro dell'alta Camera a cui ne parlavo conveniva meco in questo apprezzamento, ma aggiungeva: • Queste cose bisogna farle

bene e in modo da non essere scoperti •.

Siccome il ministro Oura per essere più libero di difendersi (dice lui) ha presentato le sue dimissioni, sembrava naturale tutto potesse risolversi in una crisi parziale, ma le cose non procedettero altrimenti perchè colla solita duplicità orientale mentre si aveva l'aria di minacciare il ministro dell'Interno si aveva di mira quello degli Affari Esteri.

In molte crisi politiche di questo paese cherchez la Chine! Come scrissi nei miei ultimi rapporti, cinque erano i gruppi di richieste che sotto forma quasi comminatoria il Giappone voleva imporre alla Cina, ma

• anguis latebat » nel quinto, col quale si feriva gravemente l'indipendenza politica ed economica di quel paese e si violava la famosa teoria della por.ta aperta.

Il quinto gruppo era stato imposto da quella potente congrega di affaristi avidi e senza scrupoli che tiene in mano le fila della politica locale. Ma durante i negoziati si manifestò gagliarda l'opposizione del Governo britannico a cui fecero coro americani e francesi. La colonia inglèse in Cina che ha sempre detestato apertamente colà i giapponesi e che vide gravemente compromessi i suoi interessi nella valle del Yangtze e in tutto il mezzogiorno levò alte grida e trovò nel Parlamento e nei suoi rappresentanti diplomatici autorevoli sostenitori. Dinnanzi a così formidabile opposizione questo ministro degli Affari Esteri credette prudente fare un passo indietro, rimandando a tempi migliori l'attuazione delle domande del famoso gruppo quinto. Si potè così venire ad un pacifico accordo. Era savio agire in tal guisa, ma naturalmente molti interessi già impegnati, molti affari più o meno loschi che si volevano imbastire rimasero paralizzati ed allora si cercò con ogni mezzo di provocare una crisi e sopratutto di togliere di mezzo il barone Kato accusato di soverchia pieghevolezza verso l'Inghilterra.

L'accusa fu tanto più efficace in quanto le simpatie per l'alleanza inglese sono

molto diminuite, per varie cause.

In primo luogo per la rivalità d'interessi in Cina dove i coloni inglesi non

nascondono i loro sentimenti anti-giapponesi, in secondo luogo perchè l'alleanza

inglese era stata fondata a scopo di comune difesa contro la Russia, scopo che

più non esiste poièhè la comune nemica è ora divenuta la comune alleata, in terzo

luogo perchè le vicende della guerra hanno scemata fra i giapponesi la fiducia

nella efficacia militare dell'Inghilterra.

Mentre l'opinione pubblica giapponese si fa più fredda verso l'Inghilterra e meno fiduciosa nella vittoria finale degli alleati, cresce l'ammirazione per la Germania.

I giapponesi, come tutti i popoli che si trovano ad un certo limitato grado di

civiltà, ammirano e temono soltanto la forza.

Che i tedeschi rispettino i patti internazionali, le regole cavalleresche della

guerra, le leggi dell'umanità, ai giapponesi importa proprio nulla. Gli incendi e i

saccheggi non li scandalizzano. Se potessero, si comporterebbero esattamente nello

stesso modo, tanto più ora che troverebbero una giustificazione negli esempi oc

cidentali.

Dove i giapponesi si ingannano, perchè conoscono poco la mentalità dei

popoli stranieri gli è nel credere che a furia di riverenze, di sorrisi e di articoli

laudativi nei giornali, riesciranno a calmare il furore teutonico per la presa di

Tsing-Tao e il desiderio della rivincita.

(l) -Cfr. SONNINO, Diario, vol. II, cit., pp. 190-194, che riporta il testo inglese del telegramma di Grey e la risposta di Sonnino (con lievi modifiche ~ormali). (2) -Non pubblicato.
512

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A NISCH, SQUITTI

T. GAB. R. SP. 782. Roma, 2 agosto 1915, ore 14,15.

Il consigliere dell'ambasciata di Francia mi ha detto che Delcassé proponeva di sostituire nella comunicazione da farsi domani 3 agosto a Belgrado, al periodo proposto da sir Edward Grey ove si parla in modo più generico dei compensi che le Potenze si propongono di dare alla Serbia, a condizione che si presti ad agevolare la questione della Macedonia, la frase seguente:

« Les Alliés sont prets à s'engager à ce que la Serbie reçoive à la conclusion de la paix dans la mer Adriatique, en Bosnie Herzégovine et ailleurs les amples compensations qui lui ont été réservées et qui réaliseront et satisferont pleinement ses aspirations politiques et économiques les plus importantes ».

Delcassé vorrebbe che io telegrafassi d'urgenza al R. Rappresentante Belgrado perchè muti il testo in questo senso.

Risposi che si correva il pericolo, con nuove modificazioni ed istruzioni di ritardare nuovamente il passo collettivo da farsi dalle Potenze, passo che già aveva tardato troppo. Che considerando che la dicitura proposta da Grey e già riferita a Belgrado era più larga, non vi era gran male a cominciare da quella; salvo tornarci sopra per meglio precisarla se se ne riconoscesse poi l'opportunità, che in questo argomento degli acquisti da promettere alla Serbia si andava incontro a molti pericoli a voler precisar troppo; che quelle parole: et ailleurs, dopo parlato della Bosnia-Erzegovina e dell'accesso all'Adriatico potevano essere pericolose rappresentando esse quasi un invito al Governo serbo di chiedere fin da ora più precise assicurazioni anche a questo riguardo.

Billy disse che: et aiHeurs poteva anche riferirsi alla questione di Semlino.

Riassumendo ho conchiuso che per ora mi pareva miglior partito anche per non perdere altro tempo di lasciar fare la comunicazione a Belgrado del testo già proposto da Grey salvo tornarvi sopra più tardi, se necessario (1).

(l) n testo di questo telegramma è identico a quello dell'annotazione del 2 agosto in SONNINO, Diario, vol. II, cit., pp. 194-195.

513

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.R.SP.976/337. Londra, 2 agosto 1915, ore 9,38 (per. ore 1,10 del 3).

Senza addentrarsi in una esposizione particolareggiata dei motivi Grey ha oggi di passata accennato alla proposta di cui al suo tel. 780 r. sp. (1).

Ho risposto che io non avevo ricevuto da V. E. alcun ordine di intrattenerlo della questione ma poichè egli me ne parlava mi permettevo a titolo semplicemente personale di raccomandargli, per quanto sapevo e potevo, di non insistere su di una proposta cui V. E. si oppone per motivi di primaria importanza nell'interesse non solo dell'Italia ma anche di tutti gli alleati ai quali pure starà a cuore di non legarsi le mani con che possono rendere veramente impossibile la conclusione quando che sia della pace.

Al riguardo ho ricordato a Grey tutti gli argomenti già da me diffusamente esposti a lord Crewe per venire alla conclusione che i gravissimi inconvenienti delle escogitate dichiarazioni alla Serbia di gran lunga eccederanno i vantaggi, del resto assai problematici, che dalle medesime qui si vuole sperare.

Ha replicato Grey che egli per il momento lasciava questione in sospeso in attesa della risposta definitiva annunziata da V. E. a Rodd. Intanto l'essenziale è di non tardare la concordata comunicazione. Quando Bulgaria avrà risposto si esaminerà la miglior via da seguire.

514

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, · AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.R.SP.972/267. Pietrogrado, 2 agosto 1915, ore 2,20 (per. ore 6,10 del 3).

Constami che Inghilterra ha in bel modo declinato proposta Sazonoff relativa occupazione Spalato e Ragusa e che Francia si è astenuta finora pronunciarsi in proposito.

Per mia parte non ho mancato di lasciare comprendere a Sazonoff che Italia non la accetterebbe (2).

(l) -Cfr. n. 510. (2) -Ritrasmesso a Parigi e Londra con t. gab. r. sp. 784 del 3 agosto, ore 2'1.
515

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 5653/1294. Londra, 2 agosto 1915, ore 2,48 (per. ore 6,40 del 3).

Grey mi ha fatto chiamare oggi e mi ha pregato di prendere visione di un memorandum che riassumo: Governo di S. M. ha accuratamente esaminata situazione creata dalla prolungata resistenza del Senussi all'occupazione italiana in Cirenaica.

In deferenza Governo italiano, Grey ha prescritto all'alto Commissario in Egitto di inviare messaggio al Senussi per rilevare alleanza itala-britannica e spingere Senussi a concludere pace. Governo britannico è anche pronto, se ciò è desiderato dal Governo italiano, a suggerire uno scambio di prigionieri col Senussi.

Circa el Baruni, di cui si è lamentata presenza presso il Senussi, Grey ricorda che egli fu arrestato dal Senussi ad istigazione inglese; da informazioni pervenute in data 29 corr. risulta Baruni ancora trovarsi in stretta segregazione al campo Senussi.

Grey è in grado di assicurare che Governo britannico non ha fornito al Senussi nè cannoni nè automobili. Si stanno eseguendo indagini circa presunto ordinativo tende. Al riguardo però è da tener presente intenzione Senussi passare estate attendato affine d'impedire ai suoi seguaci di dare molestie. Pertanto Seick potrebbe aver bisogno di tende. Ciò è tanto più probabile se si riflette che tende non sono adibite dagli arabi per scopi militari.

Fino a che una sorveglianza effettiva non sarà esercitata sulla costa cirenaica rifornimenti continueranno a giungere al Senussi dalla costa.

In conclusione Grey assicura Governo britannico e quello egiziano sono desiderosi di vedere ordine e tranquillità ristabilite in Cirenaica. Essi fanno, e continueranno a fare, quanto è in loro potere· per promuovere pace da parte Senussi e dissuaderlo dall'ostilità contro l'Italia.

Verbalmente Grey ha aggiunto dover tenere presente che sino a quando operazioni Dardanelli non saranno terminate, Inghilterra non travasi assolutamente in grado romperla col Senussi senza rischio di compromettere gravemente conseguimento di quell'importantissimo scopo.

Ho risposto prendevo atto delle buone intenzioni del Governo britannico, ma dovevo in pari tempo francamente aggiungere che la risposta datami mi appariva vaga e nullamente esauriente, in quanto non vi trovavo le basi di quell'azione concorde che in vista attuali rapporti di alleanza fra i due Governi, s'impone in modo assoluto nell'interesse relazioni presenti e future italo-inglesi. Quello che a noi sta a cuore sommamente e che ci aspettiamo dal Governo britannico è di vedere posto fine alla situazione intollerabile attualmente esistente. E qui poichè avevo meco la nota del Ministero delle Colonie ho tradotto a Grey il passaggio in cui detta situazione è esposta nella sua cruda realtà. Ho aggiunto quello che urge al momento presente è che Italia ed Inghilterra parlino insieme al Senussi secondo propone S. E. Martini, ed ho accennato ad Idris, col quale l'Italia è in buone relazioni di amicizia. Ho concluso gli avrei prossimamente rimesso un

,

pro-memoria esponente sulla questione veduta del Governo del re. Grey ha risposto lo avrebbe esaminato col dovuto interesse, osservando non gli dispiaceva in massima l'idea di servirsi d'Idris. Mi ha da ultimo detto che, per dimostrare tangibilmente suo interesse a favorevole soluzione della questione aveva, dietro suggerimento Mac Mahon prescritto al colonnello Hunter grandemente esperto in materia, di recarsi subito a Roma per discutere direttamente col R. Governo. Ad ogni buon fine avverto che nel pro-memoria che rimetterò a Grey io mi proporrei fare menzione soltanto della prima proposta del Ministro delle Colonie quella cioè che Italia ed Inghilterra trattino insieme sia con l'Idris sia con il Senussi. La seconda alternativa cioè l'incarico all'Inghilterra di cominciare da sola le trattative si potrebbe tenere in riserva per servirsene a tempo opportuno qualora l'intesa sulla prima presentasse difficoltà.

Se poi V. E. ritiene preferibile comunicare fin da ora le due alternative le sarò grato di telegrafarmelo d'urgenza. Attendo al riguardo suoi ordini.

516

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. RR. 5660/341. Bucarest, 2 agosto 1915, ore 10,20 (per. ore 9 del 3).

Vengo informato dai miei colleghi dell'intesa che il R. Governo ha consentito di partecipare insieme agli altri tre Governi alleati all'acquisto di circa la metà del raccolto di grano della Romania per un importo totale di circa 500 milioni di franchi. Pur confermando i miei telegrammi gab. 335, 336, 338 (l) debbo far osservare che come ha avvertito questo ministro delle finanze tale acquisto costituirebbe una inutile spesa se il Governo rumeno non proibisse esportazione di tutti i cereali od almeno del grano. Se infatti non esistesse tale proibizione Governi alleati dovrebbero entrare in concorrenza con l'Austria-Ungheria e la Germania per l'acquisto del raccolto, il che vorrebbe dire pagare il vagone di grano da cinque a seimila franchi anzichè da milleottocento a duemila ducenta franchi che sarebbe il prezzo normale. Siccome poi nessuno potrebbe impedire agli austro-tedeschi di comperare ed esportare essi arriverebbero sempre ad esportare quanto loro occorre ed il solo risultato sarebbe di fare aumentare il prezzo a beneficio dei produttori. Bisogna inoltre che il divieto d'esportazione non si limiti al presente raccolto ma si estenda anche a quello che rimane del raccolto passato e che è già stato comperato dagli austro-tedeschi e rappresenta parecchie decine di migliaia di vagoni. Occorre poi tenere presente che se divieto d'esportazione si limita al grano, austro-tedeschi si rifarebbero sul granturco e sugli altri cereali che sono ugualmente commestibili e quindi sacrificio fatto dall'intesa non sarebbe compensato da un equivalente vantaggio.

Infine avverto che la quantità massima di grano che la intesa potrebbe a sua volta esportare sarebbe di cinquanta o 60 vagoni giornalieri di fronte ai due milioni almeno che essa ne verrebbe ad acquistare.

Esportazione massima invece da parte degli imperi centrali potrebbe aggirarsi ai trecento vagoni giornalieri al massimo.

D'altra parte presenza in Romania di così ingente quantità di grano di proprietà dell'intesa richiederebbe immense spese di custodia e di assicurazione e potrebbe anche costituire un incentivo ad una invasione austro-tedesca (1).

(l) Non si pubblicano primi due, per il terzo cfr. n. 509.

517

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. R. SP. 787. Roma, 3 agosto 1915, ore 21.

Mio telegramma gab. n. 780 R. Sp. (2).

Ho diretto a questo ambasciatore d'Inghilterra la seguente Nota:

• Appena tornato stamane in Roma il Presidente del Consiglio ho conferito con lui intorno al memoriale consegnatomi da V. E., domenica scorsa, relativo alle comunicazioni che Sir Edward Grey proporrebbe si facessero collettivamente alla Serbia.

Per quanto vivo sia il nostro desiderio di compiacere a Sir Edward Grey, contribuendo nella misura del possibile ad agevolare l'adesione della Serbia alla vagheggiata occupazione provvisoria della Macedonia per parte delle Potenze come mezzo per ottenere la cooperazione della Bulgaria nella guerra contro la Turchia, non potremmo assolutamente aderire ad una qualsiasi comunicazione collettiva a Belgrado che sotto una qualunque forma o in qualsivoglia misura tendesse a pregiudicare la soluzione finale da darsi alle questioni interessanti Fiume e la Croazia oltre quanto è stipulato nella Convenzione di Londra e implicasse fin da ora l'adesione delle Potenze verso l'una piuttosto che l'altra sistemazione di quei territori.

L'unica concessione che potremmo fare, per quanto prevedibilmente con

nostro danno perchè sarà fonte di non lievi imbarazzi al R. Governo indispo

nendo in un momento delicato come questo una importante frazione dell'opi

nione pubblica italiana, anzi quella frazione rappresentata dal partito nazio

nalista che oggi sostiene con più calore la causa della guerra, è di ammettere che

in via riservata si dia notizia alla Serbia che le quattro potenze sono disposte

a concederle come futuro accesso al mare (condizionatamente alla sua odierna

condiscendenza riguardo alla zona incontestata della Macedonia) un tratto di

costa dalmata che comprenda i porti di Spalato e di Ragusa, con riserva della neutralizzazione del primo dei due, purchè anche questa concessione venga su

...Non essendo le notizie date dai rappresentanti dell'intesa a Fasciotti, delle quali è parola nella prima parte del telegramma da Bucarest, conformi alle mie succitate dichiarazioni all'ambasciata di Francia, prego V. E. di domandare qualche schiarimento a codesto Governo, richiamandone l'attenzione sulle osservazioni riferite dal nostro ministro a Bu

carest».

bordinata alla condizione dell'evacuazione per parte dei serbi così di Elbassan come di Tirana e dei territori dell'Albania centrale e musulmana ».

Essendo venuto da me subito dopo Sir Rennell Rodd egli suggeriva che la comunicazione nei termini indicati nella suddetta nota, avrebbe potuto farsi in via riservata a Pasic da Sir Edward Grey, come cosa di sua iniziativa e per la cui approvazione per parte delle altre tre Potenze rispondesse personalmente lui.

Risposi che approvavo molto questa idea.

Rodd mi chiese in che senso si doveva intendere l'accenno fatto nella mia nota alla necessità dell'evacuazione di Elbassan e Tirana per parte della Serbia -se intendevo che essa dovesse imporsi come cosa da farsi subito; il che importerebbe una corrispondente intimazione da doversi fare al Montenegro per Scutari. -Risposi che no; che la promessa di Spalato e Ragusa come accesso al mare da concedersi alla Serbia doveva apparire come una cosa concertata magari ora dalle Potenze e condizionata al contegno remissivo della Serbia nella questione della Macedonia, ben inteso che quando tale promessa si realizzasse la Serbia dovrebbe lasciare interamente libera l'Albania centrale, sgombrando Elbassan e Tirana (1).

(l) Il telegramma venne comunicato a Londra, Parigi e Pietrogrado, con t. 2395, del 4 agosto, preceduto e seguito dalle seguenti parole: « Il Governo francese ci ha proposto di acqui~tare in comune coi Governi dell'intesa una parte di orzo, granoturco e grano rumeno per ev1tare che quei cereali pervengano agli imperi centrali. Sottoposta questione al ministero competente informai ambasciata francese che ministeri stessi stavano intendendosi, senza dare risposta definitiva. Ricevo dal R. ministro in Bucarest seguente telegramma:

(2) Cfr. n. 510.

518

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A NISCH, SQUITTI

T. GAB. R. SP. 788. Roma, 3 agosto 1915, ore 21.

Mio telegramma 782 (2).

(Meno Nisch) Ho telegrafato al R. ministro a Nisch quanto segue:

(Per tutti) • Questa ambasciata di Francia mi ha comunicato che Delcassé in vista della mia obiezione, proponeva di sostituire alla parola et ailleurs le parole et en Syrmie. Ho risposto che con questa modifica accettavo il testo della frase suggerita da Delcassé e riportata nel mio telegramma summenzionato. V. E. è autorizzata ad agire in conseguenza •.

519

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.R.SP.982/63. Atene, 3 agosto 1915, ore 20,45 (per. ore 23,30) (3).

Fatta a Gunaris comunicazione secondo testo modificato da V. E. Ne abbiamo lasciato copia. Ministro di Russia ha ricevuto istruzioni all'ultimo momento per unirsi a noi. Gunaris chiesto se attendevamo risposta da lui. Gli abbiamo risposto

che poteva regolarsi come credeva. Egli ha soggiunto che consulterebbe il Re ed i colleghi e quindi deciderebbe se e come risponderei.

Personalmente trovava inaccettabili le nostre idee basandosi la politica dell'attuale Gabinetto ellenico sull'integrità territoriale né potendo egli ammettere che degli eventuali acquisti greci nell'Asia minore dovessero per forza escludere il possesso di Kavalla.

(l) -Il testo di questo telegramma è identico a quello dell'annotazione del 3 agosto in SONNINO, Diario, vol. Il, cit., pp. 195-197. (2) -Cfr. n. 512. (3) -Nel registro il telegramma, inserito fra quelli del 3 agosto, porta, per evidente errore, la data 5 agosto. Fu ritrasmesso a Parigi, Londra, Pietrogrado, Nisch e Sofia con t. gab. r. sp.790 del 4 agosto, ore 21.
520

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB.R. SP. 981/338. Londra, 3 agosto 1915, ore 20,59 (per. ore 2,35 del 4).

In risposta a domanda da me rivoltagli Nicolson mi ha detto oggi che a Pietrogrado si sta preparando un testo per l'accordo con la Romania. Ho osservato sembrarmi desiderabile affrettare il più possibile stipulazione definitiva per non lasciare a Bratiano alcuna occasione di sfuggirei. Ha replicato si proponeva conferire più tardi con Grey e esaminare convenienza di proporre una qualche comunicazione collettiva a Bucarest allo scopo far constatare avvenuta intesa di massima in attesa della stipulazione dell'atto formale.

521

IL MINISTRO A SOFIA, CUCCHI BOASSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 980/421. Sofia, ....., ore 23,40 (per. ore 8,30 del 4 agosto 1915).

Telegramma di V. E. n. 768/34 (1).

Oggi martedì alle ore 18 i miei colleghi di Inghilterra, Francia, Russia ed io abbiamo presentato al presidente del consiglio dei ministri identica comunicazione conforme al testo di cui al telegramma precitato (2).

522

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. RR. 984/342. Bucarest, 3 agosto 1915, ore 21,20 (per. ore 9 del 4).

Da un telegramma ricevuto da questo mio collega di Russia, risulta in modo indiretto che Sazonoff si avvia verso la completa acquiescenza alle domande romene.

Al punto in cui siamo per la dignità delle potenze alleate sarebbe da desiderare che, dal momento che si è decisi a concludere accordo, lo si faccia subito senza esporsi a nuovi umilianti rifiuti ponendo condizioni destinate a priori ad essere respinte da Bratianu. Intesa avrebbe dovuto agire altrimenti in passato colla Romania e non saremmo ridotti a questi estremi. Se prescindendo da quello che si è fatto precedentemente si fossero almeno accettate condizioni di Bratianu 40 giorni fa (mio telegramma gab. n. 296) (l) secondo i miei pressanti suggerimenti adesso Romania sarebbe già in guerra al nostro fianco.

Ora sarebbe necessario che le trattative per l'accordo militare venissero iniziate senza indugio appena firmato accordo politico per non rimanere coi soli e gravi oneri di quest'ultimo e senza alcun vantaggio pratico (2).

(l) -Cfr. n. 505. (2) -Ritrasmesso a Parigi, Londra, Pietrogrado, Nisch e Atene con t. gab. r. sp. 794 del 4 agosto, ore 21.
523

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 5688. Atene. 4 agosto 1915, ore 6,10 (per. ore 21,15).

Filippopoli KeTl pubblica essere imminente dimostrazione navale e sbarco truppe alleate a Salonicco. Attribuisce alì'Italia tale iniziativa e la mette in relazione colla missione segreta di un inviato italiano a Salonicco colà recatosi per incarico del Governo italiano ed a scopo di spionaggio per preparare lo sbarco. Chiede una inchiesta. Evidentemente giornale allude a Foà che è partito avant'ieri per Salonicco.

524

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1045. ....., 4 agosto 1915, ore 20,40 (per. ore 22,30).

Generale Nava comunica che sera 2 agosto truppe IX Corpo d'Armata contrattaccate su regione Tofana da numerose truppe nemiche catturarono un ufficiale quarantadue gregari germanici appartenenti Alpen Corp. Tale corpo risulta costituito con elementi regolari dell'esercito germanico in maggioranza bavaresi e wtirtemberghesi.

(l) -Non pubblicato. (2) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado con t. gab. r. sp. 795 del 4 agosto, ore 20.
525

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, SALANDRA, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

(ACS, Carte Salandra)

T. s. N. Roma, 5 agosto 1915, ore 18.

(Per Pietrogrado) Ho telegrafato al marchese Imperiali quanto segue:

(Per Parigi) Ho àiretto ad Imperiali il telegramma che ti trascrivo:

(Per tutti) Dai telegrammi che mi comunica il ministro degli esteri rilevo il complicato lavoro diplomatico che si va esplicando verso Rumania, Bulgaria e Serbia e non intendo in alcun modo turbarlo rimettendomi alle istruzioni che

V. E. riceverà dal barone Sonnino. Tuttavia, come vedute d'insieme, non posso astenermi dal manifestarle la mia profonda sfiducia nei suoi risultati. Mi pare certo che la Rumenia non si impegnerà, se pure s'impegnerà, se non a termine indefinito, il che equivale e non impegnarsi sul serio. Mi pare altrettanto certo che per ora la Bulgaria tenda a legarsi, se non si è già legata, piuttosto con gli imperi centrali che non con la quadruplice intesa. E non è improbabile che essa approfitti del momento favorevole per invadere la Macedonia, specialmente se gli austro-tedeschi aggrediranno la Serbia. Non escludendo altre cause minori, fra cui degna di nota la procedura lenta slegata ed esitar..te della quadruplice intesa, la quale si balocca a discutere di formale più o meno vane, mentre gli avversari procedono con rapidità con unità di volere e con larghezza di mezzi, questo stato di cose dipende sopratutto dalla ritirata dei russi, della quale sarebbe vano dissimularsi la grande ripercussione su tutto l'andamento della guerra.

Prego perciò V. E. di indagare se codesto Governo si renda conto della reale

gravità della situazione senza cullarsi in illusioni circa un eventuale prossimo

concorso di neutri e contempli la eventualità assai probabilissima che la guerra

debba essere continuata fino alla primavera ventura con le sole forze attualmente

disponibili delle quattro potenze alleate. In tale ipotesi a noi premerebbe cono

scere se Inghilterra e Francia credano possibile proseguire con probabilità diesito

favorevole l'impresa dei Dardanelli nella quale si sono troppo facilmente impe

gnate e per la quale è da escludere, come V. E. sa, ogni nostro concorso. Poichè

tutte le nostre forze sono impegnate nell'ardua offensiva che siamo ormai i soli

a continuare e che dovrà necessariamente mutarsi in difensiva se gli austro-tede

schi saranno in grado prima dell'inverno di distaccare dal fronte orientale forze

importanti e di inviarle contro di noi.

Sarebbe insomma assai opportuno rendersi conto quanto più possibile esatto

dei disegni di codesto Governo nelle prospettate ipotesi le quali, per quanto pes

simistiche, V. E. deve riconoscere probabilissime se non sicure.

(Per Parigi) L'ho comunicato a Carlotti aggiungendovi quanto segue:

(Per Parigi e Pietrogrado) Prego V. E. di considerare così la situazione nel suo complesso e di darmi su di essa la sua impressione sintetica, nonchè, per quanto possibile, quella di codesto Governo, indicandomi senza farsi illusioni l'epoca per la quale V. E. crede che realmente l'offensiva russa possa essere ri

presa con sufficienza non soltanto di uomini ma sopratutto di quadri di armi e di munizioni.

(Per Parigi) Prego finalmente anche te di considerare la situazione nel suo complesso e di manifestarmi la tua impressione nonchè, per quanto possibile, quella di Delcassé e di cotesto Governo, che spero non si faccia illusioni sul risultato concreto, almeno fi~o alla primavera ventura, delle pratiche in corso. Ammettendo come pare probabile, che nelle Fiandre nessuno dei due avversari riesca per un tempo indefinito in una efficace offensiva contro l'altro, resta a vedere se nei Dardanelli gli anglo-francesi sperano in realtà conseguire qualche successo decisivo e su quali elementi positivi fondino tale loro speranza, oppure se intendano anche colà proseguire indefinitamente nello statu quo.

Ti sarò grato di una risposta che non occorre immediata ma mi premerebbe avere possibilmente completa.

526

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 1070/347. Bucarest, 5 agosto 1915, ore 15 (per. ore 21,05).

Ministro di Russia ha comunicato in mia presenza a Bratianu che gli alleati accettano tutte le sue domande contro il noto impegno di impedire il contrabbando di materiali di guerra per la Turchia. Malgrado insistenze di Poklewsky per procedere immediatamente alla conclusione dell'accordo Bratianu si è limitato a dire che darà una risposta fra qualche giorno dopo avere consultato Consiglio dei Ministri (1).

527

L'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 5723/668. Parigi, 5 agosto 1915, ore 20,35 (per. ore 23,15).

Ho esposto a Delcassé le giuste considerazioni di cui al suo telegramma 2895 (2).

Mi ha risposto di convenire in esse e di inviarmi (?) sollecita risposta ritenuto che acquisto di cereali alla Romania dovesse essere fatto sotto espressa condizione del rigoroso divieto di esportazione di tutti cereali dal giorno in cui l'accordo fosse avvenuto.

(l) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. 606 del 7 agosto. (2) -Del 4 agosto 1915, concernente l'acquisto di cereali dal Governo romeno.
528

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 5724/1300. Londra, 5 agosto 1915, ore 21,55 (per. ore 1,15 del 6).

Telegramma di V. E. 2895 (1).

Direttore dipartimento commerciale Foreign Office mi ha detto questo Governo insistendo molto riluttante all'acquisto grano rumeno.

In seguito insistenze francesi ha chiesto nuovamente informazioni al ministro britannico a Bucarest mentre attende che Parigi spieghi argomento da opporre alle note obiezioni.

Nel segnalare per parte mia osservazioni di Fasciotti ho aggiunto R. Governo non aveva preso alcuna decisione in merito questione tuttora sottoposta esame dipartimento competente.

529

IL MINISTRO A SOFIA, CUCCHI BOASSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 5729/424. Sofia, 5 agosto 1915, ore 17,30 (per. ore 1,15 del 6).

Telegramma di V. E. n. 2855 (2).

Notizia data dall'Ambasciatore a Costantinopoli si ricollega alle minacciose assicurazioni date qui fino dal giugno scorso (miei telegrammi gab. 98, tel. n. 309 e gab. n. 110 (3) e nostro comando Corpo S. M. avrà avuto certamente notizia di tale piano anche da altra fonte. Come ho ripetutamente segnalato la questione del congiungimento tra austro-tedeschi e turchi sopra Serbia ... (4) e attraverso Bulgaria è stata qui dibattuta e sopratutto è ora dopo l'avanzata austro-tedesca in Polonia. Oggi stesso organo di Malinoff scrive: • è chiaro che la Germania si adoperi con tutti i mezzi per aprirsi un varco verso la Turchia per fornirla di munizioni. Ecco perchè tedeschi fanno pressione su Romania e suggerimenti tedeschi la intimidiscono. Pare che Romania abbia tacitamente acconsentito. In pari tempo tedeschi hanno concentrato 70.000 uomini al confine serbo in vicinanza quello romeno per intimidire quegli stati ma se non potranno fare altrimenti proveranno con la forza aprirsi strada per Turchia.

(l) -Cfr. nota 2 a p. 322. (2) -Ritrasmissione del n. 498. (3) -Non pubblicati. (4) -Gruppo indecifrato.
530

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. SP. 1058/339. Londra, 5 agosto 1915, ore 9,55 (per. ore 2,30 del 6).

Telegramma di V. E. 795 r. sp. (1).

Nicolson mi ha letto testè telegramma ,in cui Rodd riferisce V. E. attendeva stamane ordini di S. M. il Re circa noto telegramma al principe reggente di Serbia. Suppongo quindi eliminato a quest'ora ogni dubbio circa proposta formale attesa da V. E.

531

IL MINISTRO A NISCH, SQUITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1060/65. Belgrado, 5 agosto 1915, ore 20,30 (per. ore 2,45 del 6).

Pachich è andato a vedere stamane il ministro di Russia e gli ha detto che prima di esaminare la nota identica consegnatagli ieri dai rappresentanti della Quadruplice Alleanza, e di prendere una decisione al riguardo, Governo serbo ha bisogno dei seguenti indispensabili schiarimenti: l o Quali sarebbero con precisione i compensi che le Potenze sarebbero disposte accordare alla Serlbia in cambio del sacrificio che le chiedevano? Come preciso è il domandato sacrificio precisi e determinati debbono essere pure i compensi; 2o Mantenimento del trattato 1912 è considerato dalle Potenze come sine qua non oppure come suscettibile di modificazioni?; 3o Che cosa intendono le Potenze per frontiera comune tra la Serbia e la Grecia? Quale sarebbe l'estensione di questa frontiera e dove sarebbe stabilita? Pachich vorrebbe una risposta d'urgenza poichè il passo di ieri comincia ad essere propalato e se la questione divenisse in Serbia di pubblica ragione essa non potrebbe più essere discussa e dec:isa con la calma che comporta.

Nel comunicarmi quanto precede Principe Trubeskoi mi ha confidato che questo Ministro Affari Esteri ha impressione che Pachich non sarebbe alieno dal trovare per quanto sta in lui una base di accordo con le Potenze le quali dovrebbero perciò facilitargli il compito (2).

(l) -È la ritrasmissione del n. 522. (2) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. 598 del 6 agosto, ore 21.
532

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1066/341. Londra, 5 agosto 1915, ore 9,55 (per. ore 2,45 del 6).

Telegramma V. E. gab. n. 558 (1).

Le preoccupazioni che confesso da qualche tempo mi assalgono circa conseguenza di una assenza di qualsiasi forza militare navale italiana al momento della caduta di Costantinopoli sono ispirate dai seguenti motivi:

l o situazione generale dell'Italia quale grande potenza eminentemente mediterranea; 2° interessi diretti politici economici morali tradizionali Italia nell'impero ottomano;

3° nostra posizione di potenza avente oramai numero considerevole di sudditi musulmani presso i quali o per ignoranza o per intrighi nemici mancanza di qualsiasi partecipazione nostra allo storico avvenimento potrebbe prestarsi ad essere travisata od interpretata come debolezza. Donde grave lesione al nostro prestigio ed incitamento a resistenza alle nostre autorità in Libia;

4° prospettiva discussione futura con Inghilterra Francia per determinare entità delle nostre esigenze in Asia Minore in base ai noti accordi.

Per quanto noi naturalmente saremo in conformità dei detti accordi costretti presto o tardi ad entrare fatalmente in guerra con Turchia è da prevedere che al momento della discussione potenze alleate, Francia più dell'Inghilterra, interessate nella questione, potrebbero essere indotte a cavillare sulla • congruità » della nostra parte giustificandosi con un raffronto tra la nostra totale inazione contro la Turchia ed i sacrifici indubbiamente gravissimi in sangue e denaro da esse sostenuti; queste difficoltà sarebbero prevedibilmente aggravate qualora la nostra dichiarazione di guerra alla Turchia avesse luogo o dopo o immediatamente prima della caduta di Costantinopoli.

Io esprimo qui semplici congetture non possedendo elemento alcuno che mi permetta di affermare che difficoltà anzidette dovranno ad ogni modo sorgere. Il prevederle però mi pare sempre prudente allo scopo poterle possibilmente evitare in vista pure dell'incontestabile nostro interesse di eliminare nei limiti del possibile cause di futuri attriti con la Francia, con la quale è lecito presumere nostra convenienza a guerra terminata di mantenere cordiali rapporti almeno durante periodo più o meno lungo precedente al momento in cui, attutiti i presenti odi, e modificatasi gradatamente situazione generale, ridiverrà possibile per noi dare maggiore elasticità alle direttive della nostra politica estera.

Per quanto concerne specialmente Inghilterra mi sembra ovvio che un aiuto diretto da noi prestatole permetterebbe a questo Governo di spiegare in caso di divergenze itala-francesi una azione a favore dei nostri interessi di gran lunga maggiore di quella semplicemente conciliativa a cui !imitasi tuttora finchè perdurano condizioni presenti.

Queste osservazioni che mi permetto sottoporre in obbedienza agli ordini ricevuti da V. E. per quanto ispirate soltanto dalla più scrupolosa egoistica valutazione dei nostri interessi sono beninteso subordinate sempre alle esigenze militari dirimenti in modo assoluto.

Circa sorte futura di Costantinopoli al passaggio di essa in mani russe, dato che vi si rassegnino Inghilterra e Francia, non mi parrebbe potremmo opporci noi che per giunta non piccolo tornaconto troveremo a consolidare in futuro cordiali rapporti con esse.

Nostra eventuale azione ciò stante dovrà pertanto limitarsi a fare, come suggeriva Delcassé a Tittoni, causa comune con Francia e Inghilterra per assicurare ampie garanzie e libertà navigazione stretti.

(l) Cfr. n. 487.

533

IL MINISTRO A NISCH, SQUITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1059/66. Nisch, 5 agosto 1915, ore 20,30 (per. ore 8,40 del 6).

I ministri di Russia e di Inghilterra hanno ricevuto istruzioni di unirsi ai colleghi della Quadruplice Intesa per fare giungere al principe ereditario reggente lettere dei rispettivi Sovrani con le quali si raccomanda a S. A. R. di appoggiare il passo delle quattro Potenze presso il Governo serbo. Ministro di Francia nulla ancora ha ricevuto al riguardo da Parigi. Avendo domandato al Ministro di Russia perchè, a suo avviso, non si sia fatto appello al Re Pietro in questa occasione, evitando così di pregiudicare la posizione del Principe Ereditario, egli mi ha risposto di non saperlo ed ha aggiunto di voler telegrafare a Pietrogrado per farne la proposta. Re Pietro ha maggiore autorità e, sebbene allontanatosi dagli affari dello Stato per causa di malattia, non ha abdicato. S. M. ,inoltre non rischia gran che se si aliena il partito militare mentre il Principe Alessandro attirandosi le

ire di quel potente partito, certamente contrario alla cessione della Macedonia alla Bulgaria, rimane esposto ai più gravi pericoli.

534

L'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, GARRONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. U. 1076/623. Costantinopoli, 5 agosto 1915, ore 16

(per. ore 19 del 7). Mio telegramma 618 (1). Con Nota rimessami alle ore 14 e 20 di oggi firma Gran Visir, Sublime Porta

dichiara che non ha mai avuto intenzione di ostacolare con necessarie misure di carattere militare sudditi del Governo italiano col quale mantiene le migliori relazioni. Aggiunge che si è sempre sforzata nella misura del compatibile colle

esigenze militari di facilitare partenza neutri e appunto per questo già aveva provveduto per apertura porto Beirut alla navigazione neutra e alla facoltà di partenza anche dal porto Sigadg nel caso ,che fosse impossibile imbarcarsi da Vurla.

Dichiara che queste misure sono state estese anche ai porti di Mersina, Alessandretta, Caiffa e Giaffa donde sudditi neutrali potranno imbarcarsi immediatamente anche per tutt'altro porto della Anatolia e Palestina.

Governo ottomano consente che navi neutre sulla domanda dei rispettivi rappresentanti possano imbarcare quelli fra i loro sudditi che vogliono partire. Conclude che ordini sono stati dati alle autorità locali dell'interno perchè accordino tutte le facilitazioni a-i sudditi di paesi neutri che vogliano raggiungere il litorale.

La Nota risponde così favorevolmente punto per punto alle domande presentate col mio ultimatum. Rimane perciò sospesa dichiarazione di guerra; potendosi verificare infrazioni alle date assicurazioni prego V. E. telegrafarmi se nel caso non dubbio possa io agire direttamente per la dichiarazione di guerra ora sospesa.

Solo che, in questo caso, mi parrebbe conveniente invertire termini della dichiarazione di guerra: partire cioè dall'ultimatum presentato e dalle assicurazioni formali ricevute, non adempiute poi, e far seguire tutta quella parte che concerne la Libia.

(l) Non pubblicato.

535

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 7705/545. Londra, 5 agosto 1915.

Con riferimento al mio telegramma n. 1294 (l) del 2 corrente, ho l'onore di trasmettere qui accluso a V. E. copia del Promemoria consegnatomi da Sir Edward Grey in occasione del colloquio che ho avuto con lui quel giorno, e che ha formato oggetto del mio telegramma sopra citato.

P. S. Il promemoria circa la questione del Senussi che dovrà, a sensi della recente corrispondenza telegrafica coll'E. V., essere da me presentato al Foreign Office, è già pronto, e sono soltanto in attesa, per consegnarlo, di ricevere le istruzioni invocate collo stesso mio telegramma n. 1294.

ALLEGATO

MEMORANDUM

Foreign Office, August 2nd 1915.

His Majesty's Government have given the most careful consideration to the

situation wich has arisen owing to the continued resistance of the Sheikh Senoussi

to the Italian occupation of Cyrenaica.

In deference to the wishes of the Italian Government, Sir Edward Grey has

instructed His Majesty's High Commissioner for Egypt to convey a message to the

Senoussi pointing out that Great Britain and Italy are now Allies and urging the

26 -Documenti diplomatici-Serie V-Vol. IV

Sheikh to conclude peace. His Majesty's Government are also prepared, if the Italian Government so desire, to suggest an exchange of prisoners with the Sheikh.

As regards Suleiman el Baruni, of whose presence with the Senoussi complaint has been made, Sir Edward Grey would remind the Marquis Imperiali that it was at the instigation of His Majesty's Government that the Senoussi arrested this man, and information, which has reached them as late as the 29th ultimo, shows that he is kept in close confinement in the camp of the Senoussi.

In connexion with the poinis raised in the Italian Ambassador's memorandum No. 7607 of the 29th ultimo, Sir Edward Grey is in a position to give an assurance to His Excellency that His Majesty's Government have not provided the Senoussi with either guns or automobiles: and they are causing enquiries to be made regarding the arder for tents which the Sheikh is .alleged to bave placed in Egypt. In this connexion it should be explained that the Senoussi, is desirous of spending the summer in camp to prevent his subordinates from giving trouble, and the Sheikh may therefore require tents for his summer camp. This is the more probable when it is remembered that tents are noth used by the Arabs for military purposes.

It is inevitable that until an effective patrol is exercised over the coast of Cyrenaica supplies will continue to reach the Sheikh by this coast.

In conclusion Sir Edward Grey would assure His Excellency that His Majesty's Government and the Egyptian Government are most anxious to see arder and tranquillity reestablished in Cyrenaica, and that they are doing, and will continue to do, ali in their power to promote peace on the part of the Senoussi and to discourage his hostility to the Italian Government.

(l) Cfr. n. 515.

536

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1067/65. Atene, 6 agosto 1915, ore 2,10 (per. ore 19).

Faccio seguito al mio telegramma gab. n. 63 (1).

Stampa unanime condanna in termini violenti il nostro passo di martedì. Ne invio a V. E. per posta un ampio estratto. Anche discorsi che si odono sono di tono piuttosto efficace e la più parte dei greci asseriscono che l'Intesa si è alienata ultime simpatie che le restavano qui e che alla Grecia non resta ormai che seguire esempio della Bulgaria appoggiandosi completamente sulla Germania che non le ha chiesto nulla e che le promette molto compreso un aiuto finanziario. Da altre parti si afferma generalmente che la Bulgaria rifiuterà proposte dell'Intesa che data smodata ambizione bulgara, saranno colà considerate come inadeguate e per di più destituite da qualsiasi garanzia visto che in Bulgaria, come del resto anche qui, si considera sicuro trionfo finale delle armi austrotedesche. Quanto alla Serbia è qui noto che essa risponderà con un categorico rifiuto.

Dalle informazioni da me assunte sembrerebbe positivo che il Governo ellenico risponderà quanto prima alla nostra comunicazione in tono di protesta contro nostra intenzione di smembrare territorio ellenico. Sopratutto sembra che nella risposta si porrà in rilievo la parola • pressione • contenuta nella nostra comunicazione e su cui appoggiò specialmente Elliot nel nostro colloquio con Gunaris (mio rapporto 378) (2).

Risposta greca ricorderà, a quanto pare, formale promessa fatta da Grey e da Delcassé in occasione delle prime aperture alla Grecia per la cessione di Kavalla, che si trattava di consigli amichevoli e che mai nessuna violenza sarebbe stata esercitata contro la Grecia. E si asserisce che il Re Costantino è stato pressocchè contento della nostra comunicazione ed ha detto fra i suoi famigliari che essa veniva a confermare previsione da lui sempre fatta sulle cattive intenzioni delle potenze dell'Entente contro la Grecia (1).

(l) -T. gab. r. sp. 982/63 del 5 agosto, non pubblicato. (2) -Non pubblicato.
537

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 603. Roma, 6 agosto 1915, ore 21.

Mio telegramma n. 787 r. sp. (2).

Sir Rennell Rodd mi ha detto che Grey mi ringraziava dell'adesione data

a che, facendo egli un passo quasi personale e riservato, comunicasse alla Serbia

che le potenze, condizionatamente alla sua arrendevolezza per la Macedonia e

ben inteso che si ritirasse dall'Albania, promettevano la cessione di Spalato e

di Ragusa. Grey però, osservando che era viva la diffidenza dei Serbi di fronte

alle supposte aspirazioni dell'Italia, chiedeva il mio consenso a che potesse comu

nicare alla Serbia, astrazione fatta della Croazia e di Fiume e del litorale a nord

di Spalato, la sostanza di tutto il resto della nota all'art. 5 della convenzione di

Londra, in quanto considera Cattaro, Medua e Durazzo.

Risposi che ciò mi pareva pericoloso per vari riguardi. Bisognava pure tener conto della tensione attuale delle relazioni tra Serbia e Montenegro, e qualunque comunicazione di quel genere avrebbe dovuto farsi pure al Montenegro se si faceva alla Serbia, vistoché Cattaro e Medua competevano preferibilmente al Montenegro.

In genere non vedevo il vantaggio di comunicare alla Serbia la sostanza della convenzione di Londra, oltre quanto potesse riguardare gli accessi al mare riservatile tanto più che oggi tutto questo doveva essere condizionato alla sua arrendevolezza per l'occupazione provvisoria della Macedonia.

Il massimo che potevo consentire era che Grey, quando fosse assolutamente necessario per rassicurare le diffidenze serbe, potesse dare, come di suo, un'assicurazione personale negativa che l'Italia non aveva nessuna mira di occupazioni ulteriori oltre Valona sull'altra sponda dell'Adriatico al di sotto di Ragusa.

Sconsigliavo pure il patteggiare con la Serbia una adesione, con obbligazione reciproca, alla dichiarazione comune vietante paci separate -perché poteva venire il giorno in cui la Serbia (oggi, per di più, ancora inconscia dei patti riguardanti il Banato) facesse scontare alle potenze questo impegno con l'accampare pretese esageratissime per consentire alla pace generale (3).

(l) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. 604 del 7 agosto, ore 20. (2) -Cfr. n. 517. (3) -Il testo di questo telegramma è identico a quello dell'annotazione del 6 agosto in SoNNil'OO, Diario, vol. II, cit., pp. 197-198, che è preceduta da questa frase: • Sir Rennell Rodd. La proposta dei messaggi sovrani al principe reggente di Serbia fu iniziata dall'Inghilterra,suggerendo essa allo zar di rivolgersi lui al principe stesso. Lo zar però rispose che l'avrebbe fatto a condizione che allo stesso tempo analoghi messaggi partissero dagli altri tre capi di Stato alleati ».
538

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA

T. RR. 2915. Roma, 6 agosto 1915, ore 21.

Riguardo al prof. Rodolfo Foà, attualmente a Salonicco per incarico di codesto ufficio d'informazioni, ricevo dalla direzione generale della P.S. seguente telegramma: • Da persona ragguardevole è stato testé riferito al Comando Supremo del R. esercito che tal Foà Rodolfo, già insegnante nelle scuole di Salonicco ed ora dimorante in Roma sia capace tradire nostro paese per avidità danaro essendo oberato di debiti cambiari » e mi si pregava voler far conoscere quanto eventualmente consti a questo ministero sul conto dell'individuo e suo indirizzo a Roma. Ho risposto che Foà trovasi presentemente Salonicco per incarico avuto dall'ufficio informazioni presso codesto comando il quale ha creduto valersi della competenza sua nelle questioni balcaniche per aver notizie sul vero stato d'animo di quelle popolazioni e di quei Governi. Ho aggiunto che Foà da tempo datosi al giornalismo specialmente balcanico ha lasciato servizio delle RR. scuole all'estero. Risulta trovarsi in tristissime condizioni finanziarie, per il che unito a naturale disposizione è portato a accettare incarichi che a questo ministero non consta finora abbiano oltrepassato sua

professione di giornalista e tanto meno abbiano fatto di lui un traditore. Tuttavia ho consigliato e consiglio usare verso di lui massima prudenza e circospezione.

539

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A NISCH, SQUITTI

T. GAB. 597. Roma, 6 agosto 1915, ore 23.

(Per tutti meno Nisch) Il R. ministro a Nisch telegrafa quanto segue:

• Ministri di Russia e di Inghilterra hanno ricevuto istruzioni di unirsi ai loro colleghi della quadruplice Intesa per presentare al principe reggente lettere dei rispettivi sovrani con le quali si raccomanda a S.A.R. di appoggiare il passo delle quattro potenze presso il Governo serbo. Ministro di Francia nulla ancora ha ricevuto al riguardo da Parigi. Io nemmeno da V. E. A vendo chiesto al ministro di Russia perchè a suo avviso non si sia fatto appello al re Pietro in questa occasione evitando così di pregiudicare la posizione del principe ereditario egli mi ha risposto di non saperlo ed ha aggiunto di volere telegrafare a Pietrogrado per farne la proposta. Re Pietro ha maggiore autorità e sebbene allontantosi dagli affari dello stato per cause di salute non ha abdicato. S. M. inoltre non rischia gran che se si aliena il partito militare mentre il principe Alessandro attirandosi le ire di quel potente partito certamente contrario alla cessione della Macedonia alla Bulgaria rimane esposto ai più gravi pericoli •.

Ho risposto a Squittì quanto segue:

(Per Nisch) Telegramma di V. S. n. 66 (1).

(Per tutti) Benchè non abbiamo ancora ricevuto intorno ·a ciò esplicita richiesta formale, ci consta che sovrani d'Inghilterra e di Russia si proponevano dirigere al principe ereditario di Serbia insieme a S. M. il Re ed al presidente della repubblica francese, un messaggio di cui ci è noto il testo. Per il caso i suoi colleghi facciano la comunicazione suaccennata, V. S. è autorizzata a consegnare, con identica procedura il messaggio seguente di S. M. il re:

• Pendant que l'armée italienne, avec une progression constante, brise les défenses formidables que notre ennemi commun avait prédisposées le moment est arrivé pour la Serbie de démontrer au monde entier que la sagesse politique des peuples forts n'est pas disjointe de la valeur militaire dont elle a donné d'éclatants témoignages. L'expérience indiscutable d'une longue période d'années, comprouvée par les événements récents, démontre d'une manière inéluctable que seulement par une victoire décisive contre nos adversaires communs il sera possible d'assurer stablement l'indépendance politique et économique de la Serbie, en méme temps que la dignité de Votre maison et de Votre peuple.

Seulement la défaite de nos adversaires pourra permettre aux serbes de s'ouvrir un accès à la mer Adriatique et de libérer leurs frères opprimés et gémissants sous le joug de l'étranger.

Mais pour rejoindre ce but dans un temps rapproché il est nécessaire que des facteurs nouveaux s'ajoutent aux forces militaires actuelles des alliés.

J'ai confiance que Votre Altesse et le vaillant peuple serbe voudront bien consentir aux sacrifices que les alliés jugeront nécessaires en vue de s'assurer la coopération d'autres états. Par cette coopération nous nous promettons de rapprocher le terme de cette guerre et d'amener ce terrible confiit à une heureu.se solution de paix et de justice.

Je fais appel à la sagesse et à l'esprit d'abnégation du peuple serbe. Les sentiments d'amitié de l'Italie envers la Serbie sont connus de longue date. Ainsi que Votre Altesse a relevé des documents qui ont été récemment publiés, l'indépendance politique et économique de la Serbie a formé méme avant notre entrée en guerre, une des bases de l'action politique italienne dans les Balcans. Mon gouvernement et la nation italienne visent avec confiance à un avenir d'étroite amitié avec la Serbie et nous souhaitons une coopération féconde et sincère des deux peuples dans la vaie du commerce, du progrès commun, et de la civilisation •.

Prego V. S. di telegrafarmi se i suoi colleghi ritengono dover rimettere a suo tempo il messaggio su riferito anche sotto forma di lettera originale.

In seguito a quanto ella osserva nel telegramma cui rispondo mi riservo di comunicarle se messaggio dovrà essere rimesso a S. M. il re Pietro invece che al principe reale.

(Per tutti meno Nisch) Riconosco giusta la osservazione di Squittì. Rimango in attesa di conoscere che cosa pensa codesto Governo sulla alta destinazione del messaggio.

(l) Cfr. n. 533.

540

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1080/278. Pietrogrado, 6 agosto 1915, ore 22,53 (per. ore 16,10 del 7 ).

Telegramma di V. E. Gabinetto 793 (1). II 28 luglio Re d'Inghilterra per tramite suo Ambasciatore Pietroburgo propose allo Czar di inviare telegramma nel noto senso a Reggente di Serbia.

Sua Maestà Imperiale rispose che avrebbe accolto quella proposta se anche Re d'Inghilterra e il Presidente della Repubblica francese avessero rivolto essi pure analogo appello al Principe Alessandro.

Il 30 luglio lo Czar comunicava al Re d'Inghilterra il testo del messaggio che avrebbe diretto al Principe Reggente e nella stessa data quel messaggio era telegrafato al Ministro di Russia a Belgrado con istruzione di rassegnarlo al Principe Reggente quando gli altri tre Ministri fossero muniti di ordini eguali.

A questo Ministero degli Affari Esteri si considera quindi la proposta come di iniziativa inglese.

Buchanan mi ha interessato a pregare V. E. di sollecitare invio messaggio del nostro Augusto Sovrano. Gli ho risposto che avevo informato V. E. di ogni cosa ma che non ho veste nè incarico alcuno per sottoporre proposta al R. Governo.

Ministro di Russia a Belgrado ha oggi telegrafato parere che il messaggio sia indirizzato al Re anzichè al Reggente visto che abdicazione di Sua Maestà essendo prossima si risparmierebbe al successore di iniziare suo regno con un atto impopolare quale sarebbe quello di adesione alla richiesta di cedere la Macedonia.

541

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 5750/309. Beverly Farms, 6 agosto 1915 (per. il 7).

Il Segretario di Stato ha convocato ieri gli ambasciatori Argentina, Brasile, Cile e tre ministri più anziani potenze rappresentanti il panamericanismo, Uruguay, Bolivia e Guatemala, chiedendo loro valido appoggio per uno sbarco favore messicani. Esaminata situazione ed escluso intervento armato, fu convenuto concentrare sforzi per un riavvicinamento varie fazioni allo scopo raggiungere intesa per formazione di un Governo che avesse immediato riconoscimento Governi rappresentati all'adunanza. Fu deciso eliminare candidatura alla presidenza repubblica degli attuali capi fazione. Non fu neanche menzionata ipotesi azione collettiva.

Segretario di Stato ha motivato suo invito adducendo autorevole conoscenza situazione, specialmente carattere nazione messicana, da parte dei convenuH. Uno degli ambasciatori intervenuti nel darmi confidenzialmente questa notizia, mi si è mostrato soddisfatto iniziativa e propositi questo Governo lusinghieri per amor proprio America latina. Le riunioni continuano ».

(l) Non pubblicato.

542

IL MINISTRO A NISCH, SQUITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 1210/111. Nisch, 6 agosto 1915.

Con riferimento al mio telegramma dell'altro giorno che aveva l'oggetto in margine indicato (1), mi onoro trasmettere qui unita alla E. V. la nota identica presentata dai Ministri d'Inghilterra, di Russia, di Francia e da me al Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri serbo signor Pachitch, per chiedere il consenso della Serbia a cedere al termine della presente guerra, la zona incontestata in Macedonia alla Bulgaria, a patto che questa ultima accordi la cooperazione effettiva ed immediata delle sue armi.

Nel ricevere la comunicazione, che è stata fatta da ciascuno di noi quattro separatamente l'uno dall'altro, il sig. Pachitch si è riservato rispondere.

ALLEGATO

Nisch, le 22 juillet/4 aout 1915.

La guerre est arnvee à une phase critique où le devoir impérieux de chacun des Alliés ,est de faire tous les efforts et tous les sacrifìces nécessaires pour qu'elle puisse etre menée jusqu'au succès.

La Serbie voudra sans doute reconnaìtre qu'en conduisant cette guerre les Alliés ont fait des sacrifices énormes pour maintenir, ,entl'e autres choses, la conservation de la Serbie comme état indépendant. Elle doit comprendre qu'il faut aussi que de son còté elle fasse des sacrifices afin de faciliter la tache gigantesque qu'elle a encore devant elle, ainsi que ses alliés, qui combattent ensemble pour une cause commune et pour l'accomplissement d'un but commun.

La coopération de la Bulgarie est, la Serbie devra le comprendre, un facteur très important dans cette grande lutte et il y a un réel danger que la Bulgarie, à moins qu'elle ne soit assurée de compensations considérables, puisse non seulement s'abstenir de coopérer, mais méme entreprendre telle action qui mettrait la situation générale sérieusement en péril et rendrait dangereuse la position de la Serbie ellememe. Tout en appréciant hautement la conduite vaillante et la loyauté sincère de la Serbie, les Alliés se sentent obligés de demander à la Serbie de consentir à céder à la conclusion de la guerre la zone non contestée en Macédoine, à la Bulgarie si cette dernière accorde la coopération effective immédiate de ses armes. Les Alliés sont prets à s'engager à ce que la Serbie reçoive à la conclusion de la paix dans la Mer Adriatique, en Bosnie Herzégovine et ailleurs les amples compensations qui lui ont été déjà réservées et réaliseront et sati~feront pleinement ses aspirations politiques et économiques les plus importantes. Mais la Serbie doit aussi com

prendre que, une fois que la coopération bulgare sera assurée à des conditions que les Alliés ont l'intention de porter à la connaissance de la Bulgarie, à savoir que la Bulgarie sera en possession de la zone non contestée et recevra aussi des compensations en Thrace et ailleurs à la conclusion de la guerre, les Alliés ne pourraient réaliser leur intention de faire obtenir à la Serbie des acquisitions larges, amples, et donnant satisfaction au désir national qu'à la condition que la Serbie ne soulevera aucune difficulté aux compensations en question.

Dans tous les cas une frontière commune sera maintenue entre la Grèce et la Serbie.

(l) Nota identica presentata alla Serbia.

543

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1079/308. Beverly Farms ..... (per. ore 11,40 del 7 agosto 1915).

Telegramma di V. E. Gabinetto 557/24 (1). Condizioni proposte dai banchieri di Chicago sono inaccettabili anche perchè annullano il beneficio del deposito dell'oro in Italia. Quanto a Morgan, dopo laboriose trattative mi comunica definitivamente quanto segue :

« Premesso che condizioni del mercato americano sono sfavorevolissime e che il pubblico rifugge ormai di acquistare titoli di paesi belligeranti (Francia ha dovuto garantire una sua recente emissione buoni del Tesoro con deposito di titoli americani ed a stesso mezzo si accinge a ricorrere l'Inghilterra) Morgan, esclusa la possibilità qualsiasi apertura credito senza garanzia di deposito di titoli americani ovvero oro, suggerisce una emissione di speciali buoni del Tesoro italiani in titoli da 20 dollari e multipli, pagabili a 12 mesi, in dollari negli Stati Uniti ed in lire in Italia ad una rata di cambio fisso da convenirsi, esente da tassa presente o futura. Emissione da farsi alla pari garantita da un deposito qui di obbligazioni ferroviarie o titoli italiani a lunga scadenza per un ammontare superiore del 50 per cento (valore di borsa) a quello dell'emissione. Per allettare il pubblico l'interesse dovrebbe però superare il cinque e mezzo per cento pagato dalla Francia e raggiungere sei per cento pagabile a mezzo coupons semestrali. Operazione mirerebbe anzitutto offrire al numeroso elemento italiano qui residente un titolo a breve scadenza ed a interesse elevato che seduca come impiego temporaneo. Esso potrebbe assumere inoltre maggiore estensione se

R. Governo consentisse rimborsare buoni in Italia anche prima della scadenza (a partire da una data da fissarsi) e li accettasse come contanti in versamento alle Casse postali di Risparmio, pagando in entrambi i casi gli interessi proporzionali già maturati. Morgan facendo speciale assegnamento sul potere di assorbimento dell'elemento italiano ritiene che una prima emissione di quindici milioni verrebbe coperta facilmente e potrebbe essere seguita a breve scadenza da una seconda di eguale ammontare.

Preparazione e distribuzione verrebbe assunta da un Sindacato sotto la direzione di Morgan. Delle spese occorrenti valutate da Morgan a circa due per cento della emissione verrebbe chiesto rimborso al R. Governo mentre al Sindacato

spetterebbe commissione uno per cento sui buoni venduti. Per spese commissione e interesse R. Governo pagherebbe dunque 9 per cento ma Morgan ritiene che data la situazione finanziaria e le circostanze dell'emissione alla pari non sarebbero possibili condiz-ioni migliori. Egli rileva poi che concedendo rimborso prima della scadenza in Italia R. Governo realizzerebbe vantaggio di pagare in lire italiane ad una rata fissa di cambio almeno parte dei dollari avuti qui.

Non sono in grado di pronunziarmi sulla convenienza o meno per il R. Governo di accettare questa proposta nè sulla sua eventuale riuscita. Dalle mie lunghe e laboriose trattative ho tratto però convincimento che sarebbe vano sperare diverse o migliori condizioni da chicchessia, ogni iniziativa del genere su questo mercato affluendo inevitabilmente presso Morgan.

Signor Davison suo socio che ha condotto anteriormente negoziati coi Governi inglese francese e russo mi ha detto che mesi fa condizioni sarebbero state migliori ma che del resto tanto allora quanto adesso Italia avrebbe trovato profitto procurandosi a Londra forte credito sterline sul quale trarrebbe da qui. A tale possibilità io avevo accennato nel mio telegramma Gabinetto n. 224 nel quale citavo anche la combinazione fatta dai Governi dell'Intesa per i loro acquisti negli Stati Uniti. So che miei Colleghi di Francia e Inghilterra sono molto soddisfatti dell'avere rispettivi Governi concentrati detti acquisti nelle mani di Morgan. Addetto Militare e Navale e rappresentanti dei Governi francese e inglese hanno i loro uffici nella sede stessa di Morgan donde partono le ordinazioni e dove essi esercitano necessario controllo. La commissione percepita da Morgan sembra poca cosa se si pensa che su contratto già stipulato prima della combinazione egli ha saputo ottenere a favore detti Governi riduzione per circa 30 milioni di dollari.

(l) Del 28 luglio, non pubblicato: richiesta di maggiori dettagli sull'operazione finanziaria proposta dal gruppo bancario di Chicago.

544

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, GARRONI

T. GAB. 608/30. Roma, 7 agosto 1915, ore 14.

Se si verificheranno infrazioni alle date assicurazioni autorizzo V. E. ad agire direttamente per la dichiarazione di guerra invertendo termini della dichiarazione stessa secondo proposta contenuta nel telegramma di V. E. n. 623 (1).

545

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1081/66. Atene, 7 agosto 1915, ore 8,14 (per. ore 18,30).

Faccio seguito al mio telegramma Gab. n. 6,5 (2). Continuano nella stampa articoli violenti contro il nostro passo. Giungono da ogni parte proteste dei deputati macedoni dichiaranti deliberato proposito dei

paesi di restare uniti alla Grecia. Si preparano comizi di protesta. Iersera in uno dei principali teatri fu fatta entusiastica dimostrazione a favore della Germania. Mi si assicura che Venizelos è stato profondamente afflitto e turbato del passo giacchè tutti gli rimproverano di esser esso stato giuocato sul suo secondo memorandum da lui imprudentemente pubblicato (1).

(l) -Cfr. n. 534. (2) -Cfr. n. 536.
546

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. U. 1084/347. Londra, 7 agosto 1915, ore 21,05 (per. ore 1,10 dell' 8).

Telegramma di V. E. n. 597 (2).

Nicolson mi ha detto aver Grey telegrafato al ministro d'Inghilterra non avere alcuna difficoltà a che messaggio sia comunicato al re Pietro anzichè al principe reggente. Del pari non è necessaria l'assoluta identità nei termini dei vari messaggi reali purchè sostanza ne sia uguale. Quello che a questo Governo preme veramente è che comunicazione avvenga senza ritardo.

547

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.RR. 1090/348. Bucarest, 7 agosto 1915, ore 9,40 (per. ore 10 dell' 8).

Si sta firmando un accordo romeno-austro-tedesco con cui tre paesi S'i impegnano lasciar passare merci a destinazione di uno di essi od in transito ad eccezione del materiale da guerra e di quello che può servire ad uso militare e navale. Revoca divieto d'esportaz,ione del grano è imminente. Divieto esportazione petrolio in Bulgaria di cui al mio telegramma Gab. n. 344 (3) è definitivo (4).

548

IL MINISTRO A NISCH, SQUITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1095/89. Nisch, 7 agosto 1915, ore 21,55 (per. ore 13,30 dell' 8).

I miei colleghi di Russia di Francia e di Inghilterra si sono accordat,i su pro

posta del primo di telegrafare ai rispettivi Governi pressapoco quanto segue:

« Ad aumentare le probabilità di un consenso dei serbi alla domanda di cedere

Macedonia alla Bulgaria ed a colpire la loro immaginazione occorrerebbe:

l o dissipare il loro dubbio che la frontiera comune tra la Serbia e la Grecia

possa essere un corridoio tra la Bulgaria e l'Albania che non presenterebbe alcuna

sicurezza e far comprendere invece che si tratterebbe di una spartizione dell'Al

bania tra la Grecia e la Serbia con Durazzo come sbocco sul mare per questa ultima potenza; 2• dichiarare che la Serbia avrebbe tutta la Bosnia ed Erzegovina col litorale che le è stato riservato; 3• dichiarare che la Serbia avrebbe la Croazia col relativo litorale se croati vi consentissero;

4• dichiarare che la Serbia avrà la Slavonia, la Sirmia e Barka;

5• riservare i diritti della Serbia sul Banato nel caso in cui Romania prendesse parte alla guerra o, in caso contrario, ottenere garanzie dalla Romania per la difesa strategica di Belgrado. Credo ,che il rappresentante russo abbia preso l'idea da Pasic (1).

(l) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado con t. gab. 611, pari data, ore 21. (2) -Cfr. n. 539. (3) -T. gab. r. 1053/344 del 4 agosto, non pubblicato. (4) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. 616 dell'8 agosto.
549

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A NISCH, SQUITTI

T. GAB. 615. Roma, 8 agosto 1915, ore 17.

(Per Londra) Telegramma di V. E. n. 347 (2).

(Per Nisch) Mio telegramma n. 587 (3).

(Per tutti meno Londra) Il R. ambasciatore telegrafa quanto segue: • Nicolson..... • (come nel telegramma n. 1084/347). (Per tutti meno Nisch) Ho telegrafato al R. ministro a Nisch quanto segue: (Per tutti) Presi gli ordini di Sua Maestà autorizzo V. S. a fare si omnes la

comunicazione del messaggio del nostro augusto sovrano al re Pietro anzichè al principe reggente.

550

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1098/68. Atene, 8 agosto 1915, ore 1,30 (per. ore 17,45).

Telegramma di V. E. Gab. n. 593 (4).

Mi sembra che giustificazione giuridica addotta da Nicolson per occupazione Mitilene da parte inglese sia alquanto sofistica, giacchè riconoscimento della Turchia all'attribuzione delle isole alla Grecia era stato già preventivamente ottenuto allorquando la Turchia consentì deferire alle sei grandi potenze soluzione di quella questione.

Per me non vi ha dubbio che l'Inghilterra abbia a più riprese violato la neutralità della Grecia e che sia pronta a rifarlo ove sia necessario. Resta per noi a vedersi se ciò sia un cattivo esempio da fuggire o uno buono da seguire (5).

(l) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. 625 del 9 agosto, ore 17. (2) -Cfr. n. 546. (3) -Numero probabilmente errato. Il t. gab. 587 è diretto al generale Porro. (4) -Non pubblicato. (5) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado con t. gab. 624 del 9 agosto, ore 13.
551

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 622. Roma, 8 agosto 1915, ore 21.

Mio telegramma n. 598 (1). Ho diretto a questo Ambasciatore d'Inghilterra una lettera in cui gli faccio la comunicazione seguente: Facendo seguito alla nostra conversazione di sabato scorso Le riassumo le mie impressioni riguardo alla risposta da darsi dalle quattro Potenze alle tre domande di Pasic. l" Domanda : Determinazione dei compensi.

Alla precisa condizione che si lasci assolutamente impregiudicata ogni questione che riguardi, alla fine della guerra, l'aggiudicazione della Croazia e di Fiume non mi oppongo a che si abbia ad informare il Presidente Pasic che le quattro Potenze si sono accordate per garantire alla Serbia, quando essa si mostri

arrendevole nella questione della Macedonia, la costa dal Capo Planka al nord fino a 10 chilometri al disotto di Ragusa vecchia al sud, comprendente i porti di Spalato e di Ragusa, più le isole di Zirone grande e piccola, Bua, Solta, Brazza, Iaclian e Calamotta, avvertendo allo stesso tempo che resterà neutralizzata la costa dal Capo Planka fino alla radice meridionale della penisola di Sabbioncello. Beninteso la Serbia dovrà sgombrare le città e i territori attualmente occupati in Albania (Elbassan, Tirana, ecc.).

Si potrà, ove risulti necessario, aggiungere la notizia che la costa al sud di Ragusa vecchia, pure da neutralizzarsi fino al fiume Vojussa (salvo il territorio ed i diritti attualmente posseduti dal Montenegro), resta dservata al Montenegro stesso e all'Albania Centrale indipendente.

Pel resto non ho obbiezioni da fare a che si assicuri inoltre alla Serbia il possesso della Bosnia-Erzegovina e di un tratto da determinarsi nella Sirmia, come hinte1·land a Semlino.

2" Domanda: Trattato del 1912.

Per quanto ha tratto ai territori da cedersi alla fine della guerra dalla Serbia alla Bulgaria, le quattro Potenze debbono, per quanto le riguarda, mantenere ferme le linee del trattato del 1912, salvo accordi diversi tra i due stati, purchè tali accordi non alterino la situazione nei riguardi dei terzi.

3" Domanda: Confine tra Grecia e Serbia.

Le 4 potenze assicurano un confine comune tra Serbia e Grecia a occidente del confine futuro macedone tra Serbia e Bulgaria; ma esse non possono oggi precisarne la estensione (2).

Mi propongo dare notizia di questa mia lettera agli ambasciatol'i di Francia e di Russia. Quanto precede per norma di linguaggio di V. E.

(l) -Ritrasmissione del n. 531. (2) -La lettera è pubblicata in SONNINO, Diario, vol. II, cit., appendice n. 3, pp. 361-362.
552

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 5791/312. Beverly Farms, ..... (per. ore 23,50 dell' 8 agosto 1915).

Dipartimento di stato mi ha comunicato con nota verbale, per mia informazione, copia del telegramma di istruzioni dirette 3 corrente a Page rispetto al nostro blocco della costa albanese aggiungendo avere invitato codesto ambasciatore far presente altresì a V. E. gravità che questo Governo annetterebbe alla conferma di indebite restrizioni da parte nostra ai suoi diritti di neutro sui mari. Il fatto che la bandiera mercantHe americana nell'Adriatico è sostanzialmente nulla farebbe supporre in questo Governo proposito sollevare più che altro una questione di principio senza escludere però che esso agisca in conseguenza di qualche pressione interna che austriaci e tedeschi avrebbero saputo come in parecchi altri casi subdoli, stimolare. Richiamo poi ad ogni buon fine all'attenzione di V. E. mio telegramma n. 209 (l) dal quale appare che anzichè protestare contro nostro blocco a sua volta lo riconosceva allora implicitamente chiedendo per le navi americane dirette in Albania permesso attraversare la linea subordinatamente alle necessarie misure di ispezione e controllo. Mando a V. E. relativa corrispondenza scambiata col dipartimento politico.

553

L'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1103/336. Parigi, 8 agosto 1915, ore 21,10 (per. ore 0,25 del 9).

Telegramma di V. E. 598 (2).

Anche Delcassé è d'avviso che bisogna facilitare il compito a Pachitch nel migliore modo possibile.

Egli opina che alla sua prima domanda bisogna rispondere indicando come compenso: la Sirmia, con Semlino, la Bosnia la Dalmazia tra Ragusa e Capo !stria. Alla seconda domanda, che il confine della Macedonia deve essere quello del

trattato del 1912,. Alla terza che si lascia all'Italia di indicare in Albania il migliore e più ampio confine fra la Grecia e la Serbia (3).

554

L'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, GARRONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. u. 5870/646. Costantinopoli, 8 agosto 1915 (4).

Telegrafai 3 corrente col n. 618 (l) per informare V. E. della presentazione c ultimatum •, il 5 agosto n. 623 (5) per riferire che Governo ottomano, avendo accettato tutte le nostre domande, mi occorreva approvazione mie proposte pel

caso inadempimento. Non avendo avuto alcuna risposta affermativa e dubitando

che V. E. non abbia ricevuto miei telegrammi, rinnovo, per via Bucarest, con

clusione del mio telegramma 623. Chiedevo se potevo ritenermi autorizzato alla

dichiarazione di guerra nel caso inadempimento da parte Governo ottomano, e

proponevo, in questo caso, di invertire termini dichiarazione di guerra, proce

dendo cioè dall'ultimatum, dall'accettazione e dall'eventuale inadempimento suc

cessivo, per arrivare poi alla parte che riguarda Libia perchè, se questa precede,

potrà supporsi che • ultimatum » fosse pretesto, causa.

Gradirei sollecite istruzioni perchè temo che dichiarazioni fatte non abbiano

ad essere mantenute Sublime Porta.

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. p. 338, nota. (3) -Ritrasmesso a Londra e Pietrogrado con t. gab. 632 del 9 agosto, ore 21,30. (4) -Trasmesso da Bucarest 1'11 agosto e pervenuto il 12. (5) -Cfr. n. 534.
555

L'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. s. 3891!982. Parigi, 8 agosto 1915.

Mi riferisco al telegramma di V. E. Gabinetto n. 606 (1).

Sazonow, dopo aver fatto sapere una settimana fa a Delcassé che accettava le domande di Bratiano, ha lasciato passare un tempo prezioso con nuove esitazioni e tergiversazioni e solo ieri si è deciso a fare la comunicaz,ione a Bucarest giungendo come il solito in ritardo ed ottenendo l'umiliazione del rifiuto di Bratiano di dare una immediata risposta.

La Russia ha arrecato grave pregiudizio ai suoi alleati. Coi suoi ritardi e le sue difficoltà ha completamente paralizzato l'azione diplomatica dell'Intesa nei Balcani. Coi suoi primi successi militari, cui ha seguito la ritirata generale, ha creato nei suoi alleati speranze che si sono dissipate ed ha impedito loro di aver fin da principio una idea chiara della situazione.

Quanto all'Inghilterra ufficiali superiori francesi con cui ho parlato mi hanno ripetuto le lagnanze sulla inefficacia dell'aiuto inglese in Francia. Non hanno più ufficiali pratici, hanno un'artiglieria che non sa adoperare il bellissimo materiale di cui dispone, non avanzano nè vogliono avanzare e solo son buoni a farsi uccidere sulle loro posizioni. Un ufficiale super,iore francese ha detto ieri che il Governo inglese aveva fatto sapere segretamente al Governo francese che nel mese di agosto a cagione delle numerose feste la produzione delle munizioni sarà molto inferiore a quella prevista. Il detto ufficiale riferì la cosa con parola tremante per lo sdegno.

556

L'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, SALANDRA

(ACS, Carte Salandra)

L. P. Parigi, 8 agosto 1915.

Il tuo telegramma senza numero del 3 corrente (2) pone con molta chiarezza nei suoi veri e precisi termini il problema della guerra attuale. Dal giorno in cui tu hai telegrafato, quanto è avvenuto in Grecia, Serbia, Bulgaria e Romania non

può che averti confermato nella profonda sfiducia che tu avevi nei risultati dell'azione dell'Intesa. La Russia dopo aver fatto saper qui che accettava tutte le proposte di Bratiano ha tardato, senza saper perchè, una intera settimana a fare la comunicazione a Bucarest in guisa che quando questa è giunta colà è stata accolta, invece che con compiacimento, con una risposta dilatoria. L'Inghilterra poi ha voluto a qualunque costo fare le note dichiarazioni ad Atene e Nisch il cui effetto è stato disastroso per l'Intesa. Se almeno avesse atteso l'accordo con la Bulgaria il vantaggio di aver assicurato il concorso di quest'ultima avrebbe largamente compensato il malumore greco. Invece ora ci siamo messi contro la Grecia e non siamo sicuri di avere con noi la Bulgaria.

Non rimangono quindi all'Intesa che due problematiche speranze: il successo dell'impresa dei Dardanelli e la ripresa dell'offensiva russa. Tu giustamente desideri sapere che cosa ne pensano i Governi francese, russo ed inglese poichè in verità è lecito domandarsi, se non hanno la certezza dell'avverarsi di tali eventi, su che cosa basino mai le loro ripetute energiche dichiaraz,ioni di guerra ad oltranza con piena fiducia nella vittoria finale.

Mi riservo parlare di questo importante argomento a lungo ed a fondo col capo dello Stato e con alcuni degli uomini politici più importanti e dei pubblicisti più competenti. Vedrò quindi Poincaré, Barthou, Clemenceau, Jean Dupuy, Joseph Reinach, René Pinon e Jean Herbette e mi riservo di comunicarti il risultato dei miei colloqui.

Intanto ho parlato a lungo con Delcassé. Egli appartiene alla categoria abbastanza numerosa dei fatalisti che sostengono la prosecuzione della guerra fino alla vittor,ia finale senza curarsi d'indagare seriamente le possibilità, i mezzi, i sacrifici. Delcassé ha cercato da principio di rispondere in termini vaghi e generici, ma messo alle strette dalla mia serrata argomentazione, ha dovuto finire per dire che spera nel successo dell'impresa dei Dardanelli dove ora col generale Sarrail andrà un rinforzo di 100 mila uomini; che spera che i russi potranno rifornirsi di munizioni e riprendere l'offensiva; e che spera che anche gli inglesi potranno tra qualche tempo dare un aiuto efficace all'offensiva francese. Però all'infuori della speranza Delcassé non è stato in grado di espormi fatti concreti che possano offrire ad essa una base sicura.

Quanto alla mia impressione sul complesso della situazione a me manca qualunque elemento serio per giudicare se è possibile che i Dardanelli sieno forzati e la Russia sia in grado di riprendere l'offensiva e quindi, a meno che Imperiali e Carlotti non si pongano in grado di dare, dopo conferito cogli uomini di stato inglesi e russi, maggiori lumi, io, vista la convinzione che mi sono formata qui anche mediante le mie visite sul teatro della guerra, che nè francesi nè tedeschi saranno in grado di forzare le linee nemiche, devo concludere che per ora tutto fa prevedere la continuazione della guerra sulla base del prolungamento indefinito dello statu quo. Naturalmente pochi sono ogg•i rimasti a credere che la Germania possa essere affamata o non possa più fabbricare munizioni per mancanza di metalli.

Se Carlotti ed Imperiali ti daranno elementi che potranno modificare queste mie previsioni ti sarò grato se vorrai comunicarmeli a titolo personale e segreto poichè io sono grandemente ansioso di conoscere tutto ciò che potrà contribuire a farmi vedere la situazione a traverso un prisma più roseo.

Con riserva di ulteriori comunicazioni...

(l) -Ritrasmissione del n. 526. (2) -Cfr. n. 525.
557

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 639. Roma, 9 agosto 1915, ore 16,50.

Ringrazio V. E. per il suo telegramma n. 341 (1).

Pur tenendo presente tutto quanto Ella mi espone circa la situazione futura di Costantinopoli e della Turchia, in relazione alla posizione mediterranea dell'Italia, credo opportuno comunicarle anche con riferimento al suo telegramma

n. 345 (2), che la nostra attuale situazione militare e finanziaria ci impone nel modo più assoluto l'obbligo di non distrarre alcuna forza dal nostro più prossimo <!ampo d'azione. È quindi necessario che in ,codesti circoli non si crei e non sia alimentato un movimento diretto a far credere il contrario (3).

558

L'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1112/337. Parigi, 9 agosto 1915, ore 16,35 (per. ore 19).

Riferendomi alle conversazioni che ebbi l'onore di avere in Roma con V. E. a proposito progettata dichiarazione di guerra dell'Italia alla Turchia e alla Germania devo far presente a V. E. che nè il Presidente della Repubblica nè alcuno dei membri Governo francese che vedo sovente ha fatto con me dopo mio ritorno minima allusione. A tale l'iguardo ho potuto constatare che in essi è inalterata la deferenza per me, la fiducia nel Governo italiano, la riconoscenza per la vigorosa offensiva dell'Italia. Però se di tale argomento non fu mai oggetto nei miei colloqui cogli uomini di Governo ho cercato io stesso che su di esso cadesse il discorso quando ho avuto occasione di intrattenermi con uomini politici e pubblicisti.

Devo riferire a V. E. che tutti pur dicendo che una dichiarazione di guerra alla Turchia e alla Germania riuscirebbe certamente gradita ai francesi, hanno riconosciuto che ciò non potrà domandarsi all'Italia se non quando impresa dei Dardanelli presenterà probabilità di riuscita che ancora non ha e se non quando Russia, Inghilterra e Francia potranno insieme prendere una offensiva generale, seria, continuata ed efficace.

Se da principio si attendeva dichiarazione di guerra alla Turchia e alla Germania nessuno l'attende ora mentre russi sono in ritirata, gli inglesi e francesi nell'inazione e mentre la diplomazia dell'Intesa è tenuta in scacco negli Stati Balcanici dalla diplomazia degli Imperi Centrali.

Ciò francesi sentono e comprendono benissimo.

(l) -Cfr. n. 532. (2) -Non pubblicato. (3) -L'ambasciatore di Russia a Roma, Giers, nell'informare Sazonov delle voci circa un invio di truppe italiane in Asia Minore, scriveva in data 15/28 agosto 1915 (t. 333): c Non posseggo altri dati positivi sulle intenzioni italiane, ma seguirò tale questione senza fare domande al ministro [Sonnino] per non suggerirgli un'idea la cui realizzazione non è desiderabile... » Die Europaischen Niichte und die Tiirkei wiihren des Weltkrieges. Konstantinopel und die Meerengen, II Band., dos. 144, p. 233.
559

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 626. Roma, 9 agosto 1915, ore 19,50.

Mio telegramma n. 622 (1). Ho comunicato a questo ambasciatore di Russia, sotto forma di memorandum, quanto scrissi ieri a sir Rennell Rodd intorno alla risposta da darsi alla Serbia dalle quattro potenze. Giers mi riferì del colloquio avuto da Trubeskoi con Pasic, e dell'opinione di Pasic, intorno a quanto converrebbe offrire alla Serbia per indurla a cedere riguardo alla Macedonia (mio tel. 625) (2). Giers chiese se potevo consentire a che si offrisse, oltre la Sirmia, la regione di Bascha; e accennò pure alla Slavonia. Risposi che in primo luogo per tutto quanto era fissato oppure lasciato pensatamente in sospeso dalla convenzione di Londra che per molti riguardi rappre

sentava una transazione tra interessi diversi alla quale si era giunti dopo lunghe e difficili discussioni, e che costituiva la base della nostra comune cooperazione, il

R. Governo non era assolutamente disposto a nulla mutare o aggiungere; consentendo unicamente in considerazione delle difficoltà della situazione a rinunziare, di fronte alla Serbia e per quanto riguardava la sola Serbia, al suo diritto a che le disposizioni della convenzione restassero segrete. Che Delcassé aveva in prima parlato di promettere alla Serbia compensi nella Sirmia (mio telegramma

n. 782) (3) ·Che Sazonoff aveva ora proposto l'offerta dell'intera regione dri Sirmia e in più anche della Baschka; e che oggi vedevo aggiungere anche la Slavonia. Che io non ero oggi disposto a prendere tutti questi impegni, di fronte alla sola questione della Macedonia, e non ne vedevo la necessità, poichè oggi non si trattava di stabilire quale dovesse essere l'estensione massima della Serbia a guerra finita e vinta; ma soltanto di determinare la misura dei compensi minimi da promettersi e garantirsi dalle potenze alla Serbia quando si mostrasse arrendevole nella questione della Macedonia ( 4).

560

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1114/349. Londra, 9 agosto 1915, ore 9,34 (per. ore 2,45 del 10).

Telegramma di V. E. Gab. n. 611 (5).

Segnalavo oggi a Grey notizia pessima impressione prodotta in Grecia dalla recente comunicazione Quadruplice. Ha detto non essere a lui ancora giunta notizia in tal senso. Comunque, ha aggiunto, occorrerà lasciarla • svaporare •.

27 -Documenti diplomatici-Serie V-Vol. IV

Gli risultava invece che a Nisch comunicazione non era giunta punto gradita, e di ciò mostrava rammarico. A parere suo per convincere Serbia occorre poterle presentare concorso Bulgaria non come ipotesi ma come fatto concreto. E pertanto gli sembra si debba insistere perchè Radoslavoff, che a quanto gli è stato riferito ha manifestato compiacimento per comunicazione fattagli, cominci per notificare la sua decisione di aderire alla Quadruplice se sue condizioni accettate In questo senso approssimativo avrebbe telegrafato a O'Bearne.

Ho osservato che a mio modesto parere argomento principale da adoperare presso Serbia è che al punto in cui siamo giunti, se essa continua a mostrarsi intransigente, Bulgaria un bel giorno invaderà lo stesso la Macedonia ed in tal caso Serbia perderà quella provincia senza avere più diritto di pretendere che alleati le assicurino nel regolamento finale realizzazione delle sue note aspirazioni.

Grey ha detto poi di non ritenere probabile pace separata Serbia che dalla medesima non trarrebbe alcun vantaggio nemmeno per salvare Macedonia di cui Bulgaria s'impadronirebbe lo stesso.

(l) -Cfr. n. 551. (2) -Ritrasmissione del n. 548. (3) -Cfr. n. 512. (4) -Il testo di questo telegramma è identico a quello dell'annotazione del 9 agosto in SONNINO, Diario, VOl. Il, cit., pp. 198-199. (5) -Ritrasmissione del n. 545.
561

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1111/348. Londra, 9 agosto 1915, ore 21,34 (per. ore 6,15 del 10).

Telegramma di V. E. Gabinetto n. 320.

Grey mi ha detto ogg,i sembrargli che Romania esiti a vincolarsi con un formale accordo politico perchè teme aggressioni austro-tedeschi. Importa quindi a suo avviso non rendere insostenibile la posizione di Bratiano obbligandolo a dimettersi. Intenzione di Grey sarebbe di proporre che alleati dichiarino a Bucarest che convenzione politica nonchè convenzione militare saranno stipulate a suo tempo e che per il momento tutto quello che gli alleati domandano alla Romania è di non permettere assolutamente passaggio di armi e munizioni per la Turchia.

562

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1118/356. Bucarest, 9 agosto 1915, ore 15,40

(per. ore 7 del 10). Mio telegramma Gabinetto n. 347 (1). Conclusione dell'accordo è stata sottoposta a quattro Consigli di ministri

all'ultimo dei quali, che ha avuto luogo ieri e che è stato particolarmente burrascoso, sono intervenuti il Presidente della Camera e le principali personalità del partito liberale come Vintila Bratianu fratello del Presidente del Consiglio e Stelian. Quest'ulHmo ha attaccato Presidente del Consiglio senza alcun ri

guardo dicendogli che egli aveva tergiversato quando era il momento di conclu

dere e vuole concludere quando è invece il caso di soprassedere. Interventi

sono stati tutti senza alcuna eccezione di questo avviso ed hanno dichiarato

che Bratianu si era troppo avanzato coll'Intesa, che si doveva rispondere alle

proposte di essa che il Governo romeno era sempre nelle medesime favorevoli

disposizioni verso Quadruplice ma non poteva nelle circostanze attuali assumere

alcun impegno scritto.

Bratianu ha invano tentato far presente che egli aveva assunto degli impegni e che non poteva rifiutarsi di firmare dal momento che le Potenze avevano accolto le sue domande. Invano egli ha offerto di dimettersi cedendo Presidenza del Consiglio al Presidente della Camera ... (1). Intervenuti hanno osservato che mentre non si poteva esporre paese ad una invasione austro-tedesca concludendo ora accordo coll'Intesa, non si poteva neppure provocare in questo momento una crisi ministeriale che dato contegno tenuto da Bratianu antecedentemente avrebbe significato deciso cambiamento di politica. Riunione si è sciolta nell'intesa che colleghi avrebbero visto il Re e che prossima riunione si sarebbe tenuta domani.

Conclusione di tutto ciò è che l'Intesa ha accettato condizioni gravose col solo risultato di esporsi all'affronto di un rifiuto e di una situazione che disfatta russa rendevano e rendono di giorno in giorno più difficili (2).

(l) Non pubblicato.

563

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, SALANDRA

(ACS, Carte Salandra)

T. s. N. Londra, 9 agosto 1915, ore 9,34 (per. ore 9,10 del 10).

V. E. avrà rilevato dalla mia corrispondenza telegrafica, che nel risultato pratiche negoziati con Bulgaria, per le difficoltà di conciliarne esigenze con cecità serbe, malvolere Grecia, fiducia mia è stata sempre relativa. D'altra parte però conviene riconoscere che il tentarlo era una necessità assoluta; il mantenere verso Bulgaria contegno assente, passiva indifferenza, avrebbe, da parte quadruplice, costituito grave errore, facilitando riuscita intrighi attivissimi nostri nemici.

V. E. ha poi mille ragioni nel deplorare gravi difetti procedura lenta ed imperfettamente coordinata della diplomazia quadruplice.

Sono due mesi che su questo difetto non ho cessato attrarre attenzione di Grey. Conseguenze perniciose sistema, le abbiamo toccate con mano nel mediocre risultato del negoziato, del resto nemmeno ancora concluso, con Romania. Quel negoziato è stato compromesso non per colpa nostra, che vedemmo chiaro fin da principio, ma per le tergiversazioni ed impulsività di Sazonoff, e motivato, in linea secondar,ia, per le esitazioni di questo Governo, motivate in parte da delicatezza eccessiva di Grey verso Russia, cui ha voluto sempre lasciare parte dirigente nella trattazione affari Balcani, ed in parte anche dalla esagerata sen

timentalità Governo ed opinione pubblica inglese verso Serbia. Dall'insieme linguaggio finora tenutomi da Grey e da altri eminenti ministri, deduco che pel momento almeno, sul concorso bulgaro, di altri neutri, alla impresa Dardanelli, non si fa qui affidamento. Impressione predominante è invece che sul contegno Bulgaria, influenza non trascurata, sarebbe esercitata da un successo definitivo contro Turchia. Si è pertanto deciso andare fino in fondo e col massimo fervore, si sono fatti, per operazioni combinate esercito flotta, preparativi importanti. Ciò mi viene assicurato anche dagli addetti militari. Operazioni su vasta scala saranno prossimamente iniziate. Sulla efficacia dei preparativi e sulle probabilità risultato più o meno risolutivo operazioni militari non ho, naturalmente, competenza pronunciarmi. Ovunque però constato fiducia stretti potranno essere forzati prima metà ottobre, limite massimo fissato dalle condizioni mare. Eventualità insuccesso, non essendo finora contemplata da alcuno, riterrei avventato avventurarmi oggi in previsioni sulle ulteriori decisioni questo Governo, qualora, per somma disgrazia, risultati deludessero fiducia generale. Al nostro eventuale concorso operazioni contro Turchia nessuna allusione diretta od indiretta mi fu finora fatta da chicchessia. Ed io ho ritenuto preferibile non prendere iniziativa conversazioni sul delicato argomento. Da accenni giornali, in questi ultimi giorni, è lecito tuttavia intravvedere quanto concorso italiano è desiderato, e quanto sarebbe apprezzato. Su questo assai complesso problema ho già, in obbedienza agli ordini ministro esteri, sottoposto remissivo parere, subordinato ben inteso, supreme derimenti esigenze militari. Confido avere così risposto nel modo per me più esauriente, interrogazioni rivoltemi da V. E. Mi permetterò riferirle ulteriormente qualora acquistassi in prosieguo motivi modificare conclusioni sottopostele.

(l) -Gruppi indecifrati. (2) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. 642 del 10 agosto, ore 21,30.
564

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, SALANDRA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

(Carte Salandra, Lucera)

L. P. Frascati, 9 agosto 1915.

Il telegramma che ti accludo e che è inutile rimandarmi, posto a raffronto

con un altro d'Imperiali che lessi pure ieri e che svolgeva le ragioni (certo non

prive d'importanza) di non essere noi assenti da una eventuale presa di Costanti

nopoli, mi fa temere che, nonostante le nostre dichiarazioni ripetute, si generi in

Inghilterra, senza che Imperiali la contraddica, l'illusione di una nostra parteci

pazione all'impresa dei Dardanelli.

Vedi quindi se non sia il caso di ricordare ad Imperiali che le Sue conside

razioni sono degne di atter1.zione ma che quello che non si può non si può. Ora

noi forze da distaccare per obbiettivi secondarii, per quanto importanti, non

abbiamo nè avremo prossimamente. Intendo dire forze militari e finanziarie

queste anche meno di quelle. Poichè non so ancora come risolveremo il problema

dell'alimentazione finanziaria della guerra lunga. A questo sarà bene che pensi

tu pure per riparlarne non appena ritornerà Canova che comincia a scoraggiarsi.

Per le sole munizioni ed armi pare accorrano due miliardi.

565

IL MINISTRO A CETTIGNE, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1119/66. Cettigne, 10 agosto 1915, ore 6 (per. ore 8,30).

La notizia del passo fatto dalle potenze presso Governo serbo per la cessione di una parte della Macedonia alla Bulgaria ha prodotto qui viva impressione e risentimento nei circoli serbofili.

I partigiani della indipendenza e la Corte ostentano pure indignazione, e simpatia verso la Serbia, ma vi è da dubitare di loro per le note rivalità politiche e dinastiche. Nel fondo qui non devono dispiacere nuove complicazioni che distogliendo attenzione dal Montenegro gli permettono di continuare nella inazione militare dalla quale non sembra abbia alcuna intenzione di dipartirsi (1).

566

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 1129/350. Londra, 10 agosto 1915, ore 22 (per. ore 6 dell' 11).

Oggi nel gabinetto di Nicholson ho trovato Benkerdorfl'. Conversazione essendo caduta su operazioni Dardanelli e su probabile dirimente influenza su decisioni Bulgaria, collega 'in tono assai semi ironico semi scherzoso perfettamente ammissibile stante intimità nostre relazioni personali mi ha chiesto: • a proposito e voi quando dichiarate la guerra alla Turchia? ». A tale domanda ha fatto eco anche Nicholson il quale ha accennato alle pubblicazioni nostri giornali circa accentuata tensione relazioni itala-turche. Ho risposto avevo letto le informazioni dei giornali ma nulla di più sapevo. Mi pareva tuttavia ovvio supporre che prima di prendere qualsiasi decisione R. Governo pensi a provvedere all'efficace tutela vita, interessi nostri connazionali sparsi nell'impero e debba pure tener conto della situazione nostra in Libia resa anche più grave dalla perdurante ostilità del senusso sulla quale, ho aggiunto rivolgendomi a Nicholson, ho avuto in questi ultimi tempi frequenti occasioni di attirare vostra attenzione.

Una domanda analoga a quella odierna di Benkerdorfi mi fu rivolta ieri da un pubblicista che scrive in vari giornali e riviste occupandosi specialmente di questioni orientali e che ha accesso presso vari ministri ed uomini politici, dal linguaggio per quanto cauto o circospetto da lui adoperato, trassi impressione che la questione delle attuali relazioni nostre con Turchia e Germania comincia ora ad attirare attenzione e formare oggetto di commenti e discussioni nei circoli politici e giornalistici. Anche i miei collaboratori mi hanno riferito domande sull'argomento loro rivolte in conversazioni private.

Riferisco quanto precede per semplice dovere d'informazione.

(l) Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. 643, pari data, ore 21,30.

567

IL CONSOLE A SCUTARI, DE FACENDIS, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 5849/403. Scutari, 10 agosto 1915, ore 18,10 (per. ore 8 dell'11).

Bib Doda al quale autorità avevano finora impedito allontanarsi da Scutari dietro invito di Re Nicola è partito per Cettigne stamani. Partendo mi ha detto suo pensiero è di uscire dall'Albania e poter raggiungere per una via qualsiasi l'Italia ove intenderebbe vivere tranquillamente. Telegrafo quanto precede R. legazione a Cettigne e Durazzo.

568

L'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, SALANDRA

(ACS, Carte Salandra)

T. P. 2. Parigi, 10 agosto 1915, ore 21,05 (per. ore 8,30 dell' 11).

Faccio seguito mia lettera dell'8 (l) colla quale rispondevo al telegramma del 3 (2) e che corriere di gabinetto deve averti recato stamane.

Ho conferito a lungo con Barthou, René, Pinon e Joseph e poichè mi hanno detto pressappoco le stesse cose, posso darti un unico sunto dei loro discorsi: Primo, mi hanno espresso ammirazione e riconoscenza per Italia; sono stati molto severi per Russia ed hanno avuto parole acerbe per la sua diplomazia. Secondo. Quanto alla situazione militare e alla possibilità di una ripresa offensiva russa, hanno detto non essere in grado di fare alcuna previsione, mancando qualsiasi elemento di giudizio. Isvolsky, il consigliere dell'ambasciata e addetti militari russi non dicono nulla di concreto e preciso, e mostrano saperne quanto loro. Terzo. Sono stati meno severi per Inghilterra che ha dato un valido aiuto alla Francia col denaro e colla padronanza dei mari che ha consentito illimitata libertà approvvigionamento. Non bisogna pretendere dall'Inghilterra ciò che non può dare. Esercito volontario inglese è buono per guerra coloniale, ma val poco per guerra odierna europea. Non ha ufficiali, non ha artiglieria, non sa muovere all'attacco. Se Inghilterra dispone di altri uomini, piuttosto che mandarli dove servono poco, è meglio li mandi ai Dardanelli. Quarto. Hanno espresso incrollabile fiducia nell'esercito francese, dal quale attendono liberazione territorio occupato dal nemico. Tale fiducia è fondata sulle visite che essi hanno fatto ai soldati nelle trincee, sui propositi raccolti dalle loro bocche. Morale dell'esercito è elevatisimo sul fronte. È anche elevato, benchè non nello stesso grado, tra i soldati addetti ai servizi ausiliari nell'interno della Francia e lontani dal nemico. Offensiva di Arras, mirabilmente concepita, fu sul punto di riuscire completamente, e se fosse riuscita, sacrifici di uomini che richiese, sarebbero stati proporzionati ai risultati ottenuti. Altre offensive che si preparano, e nelle quali si eviteranno

alcuni errori di esecuzione di quella di Arras, potranno riuscire. Quinto. Senza attendere la lontana ed incerta offensiva russa, vorrebbero che alla presa di Varsavia, si rispondesse colla presa di Costantinopoli, intensificando azione nei Dardanelli. Approvano perciò l'invio colà del generale Serrail con un rinforzo di 100 mila uomini. Pinon avrebbe voluto lo sbarco ad Enos di 200 mila uomini. Con ciò si sarebbe attaccato Costantinopoli dalla parte più facile, dalla Tracia, e si sarebbe quindi al confine bulgaro prima dei tedeschi. Lo sbarco ad Enos sarebbe stato il miglior mezzo per indurre la Bulgaria a marciare. Ho parlato dell'idea di Pinon a Delcassé, ma questi ha obbiettato difficoltà materiali, ed ha mostrato per essa scarso interesse. Sesto. Sono tutti d'accordo nel dire che bisogna trascurare la Grecia ed avere a qualunque costo la Bulgaria. Danno immensa importanza li! quello che farà la Bulgaria se marcerà coll'Intesa, la fiducia che questi ha nella vittoria finale, sarà pienamente giustificata, perchè da un lato l'intervento Bulgaria assicurerà la presa di Costantinopoli, e dall'altro determinerà fatalmente l'intervento romeno, se invece la Bulgaria marcerà cogli imperi centrali, la situazione per l'intesa diverrà difficile e la guerra potrà prolungarsi molto. La partita che si giuoca in questo momento finanz•iariamente Sofia è drammatica e decisiva. A questo proposito Reinach, che è amico personale di re Ferdinando e ha conservato molte amicizie in Bulgaria, mi ha detto aver ricevuto ieri la visita di Bassouroff, che ha una buona posizione in Bulgaria. Questi gli ha detto che Bulgaria può attendere a occupare Cavalla, Dram e. Monastir dopo la guerra, ma ha bisogno che intesa, oltre alla formale promessa, dia ad essa un

segno tangibile, quale sarebbe la presenza di mille uomini francesi e inglesi nella regione da occupare. Tale idea corrisponde a quella che un diplomatico bulgaro ha espresso nel JournaL de Genève di ieri l'altro. Bassouroff che è stato a Bucarest, dice che se Bulgaria marcerà coll'Intesa, ciò deciderà anche Rumania. Settimo. Ho interrogato anche alcuni deputati, che non hanno molta autorità, ma sono al corrente di tutto ciò che si dice alla camera dei deputati nelle conversazioni durante le sedute e nei corridoi. Essi mi hanno detto che parlando in generale, tutti esprimono proponimento di guerra ad oltranza e fiducia nella vittoria finale. Però, quando si viene a parlare delle singole questioni, negli apprezzamenti circa Russia, Inghilterra e stati balcanici, prevale la nota pessimista. Continuerò le mie conversazioni e ti comunicherò tutto ciò che può conferire a chiarire ed affrettare attuale situazione.

(l) -Cfr. n. 556. (2) -Cfr. n. 525.
569

L'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, SALANDRA

(ACS, Carte Salandra)

T. s. N. Parigi, 11 agosto 1915, ore 0,15 (per. ore 8,40).

Mi permetto richiamare vivamente e in modo specialissimo la tua attenzione sul mio telegramma n. 345 (l) che ho diretto questa sera a Sonnino e che certamente ti comunicherà. Siamo in un momento in cui qualunque tuo/nostro atto è

gravido di responsabilità e di conseguenze, e io ho creduto mio dovere prospettarle tutte.

(l) Cfr. n. 573.

570

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 653. Roma, 11 agosto 1915, ore 22,30.

Questo ambasciatore d'Inghilterra mi ha comunicato un progetto di risposta a Nisch formulato da sir Edward Grey. Esso è del seguente tenore:

• In risposta ai tre punti circa i quali il primo ministro serbo ha chiesto informazioni al ministro russo a Nisch, le quattro potenze desiderano dare le seguenti spiegazioni e garanzie:

l) In caso di una guerra vittoriosa sono riservati alla Serbia i territori seguenti: Bosnia ed Erzegovina, Slavonia, Sirmia fino alla linea della Drava e del Danubio con Semlino e Baschka; la costa dell'Adriatico dal capo Planka fino a un punto a dieci chilometri a sud di Ragusa vecchia con le isole di Zirona grande e piccola, Bua, Salta, Brazzà, Jaclian e Calamotta e la penisola di Sabbioncello. La costa, da questo punto fino al fiume Drin, è riservata ad un accordo tra Serbia e Montenegro al momento della pace finale. La costa dell'Albania, dal fiume Drin fino alla Vojussa, con l'Albania centrale, è riservata, perché se ne disponga, alla pace finale, con il solo onere di fissare una comune frontiera tra la Grecia e la Serbia ad ovest del territorio macedone che sarebbe ceduto alla Bulgaria. La futura sorte della Croazia, dalla baia di Volosca fino alla frontiera della Dalmazia, inclusa Fiume, è riservata, senza pregiudizio di decisione alla pace finale.

I distretti slavi nel Banato sud-occidentale saranno riservati, per disporne al momento della pace, nel caso che la Romania non entri in guerra dal lato degli alleati.

2) Per quanto concerne le quattro potenze esse sono obbligate di aderire alla linea della Macedonia definita dal paragrafo IV dell'art. 2 dell'annesso segreto al trattato del 1912, e modificazioni non potrebbero esservi apportate se non per mezzo di diretti negoziati fra Bulgaria e Serbia e col mutuo consenso.

3) Le potenze non possono oggi definire la frontiera tra la Grecia e la Serbia in Albania. La decisione circa la ubicazione di questa frontiera sarà lasciata alla Grecia e alla Serbia. Le potenze si riserveranno solamente il diritto di determinarne il limite occidentale. Le potenze desiderano render noto altresì che esse rinunciano per conto loro ad ogni pretesa sui territori indicati al paragrafo l 0 Però esse si riservano il diritto di stipulare per la neutralizzazione di

porzioni della costa tra capo Planka e la Vojussa. Il porto di Ragusa non occorrerà però che sia neutralizzato ».

Ho risposto facendo a sir Rennell Rodd le obiezioni seguenti:

In primo luogo condizionerei esplicitamente ogni futuro acquisto da consentirsi alla Serbia alla sua cedevolezza nella questione della Macedonia.

l o Per il primo punto osservavo non trattarsi ora di definire la estensione e le frontiere di una possibile grande Serbia del futuro, ma di determinare invece a quanto potessero ascendere i compensi di cui in cambio delle cessioni serbe nella Macedonia, le potenze erano disposte a garantirle l'acquisto e il possesso. Tali garanzie non si potevano assumere senonché attenendosi stretti alle disposizioni della convenzione di Londra, la quale riservava pure espressamente alcuni territorii come da assegnarsi ai terzi. Per il resto, cioé per le regioni che non venivano contemplate dalla lettera o dallo spirito della convenzione di Londra, non era oggi il caso né di enumerarle come comprese nelle garanzie suddette né di escluderle nel senso di vietarne il possesso eventuale alla Serbia al termine della guerra. Altro è il non escludere la possibilità dell'acquisto ed altro il garantire l'acquisto stesso. Se le potenze uscissero da queste basi entrerebbero in una discussione senza fine tra loro, discussione in gran parte campata in aria, perché le vicende della guerra sono ancora troppo incerte e complesse per poter determinare oggi tutte le condizioni della futura pace, e non conviene creare a noi stessi nuovi vincoli e nuove difficoltà. Per queste ragioni obiettavo all'includere, tra i compensi garantiti, la Slavonia, che ora compariva per la prima volta nella nota delle proposte avanzate dall'una o dall'altra potenza. Così pure parevami contrario ai patti di Londra che si lasciasse aperta la discussione se dovesse la Serbia partecipare nel reparto della costa da Ragusa vecchia in giù, essendo invece tale costa ivi riservata al Montenegro e all'Albania; oppure l'altra questione se o meno dovesse neutralizzarsi la costa da Sabbioncello in su, questioni tutte già bene definite nella convenzione.

Non si poteva nemmeno tacere dell'obbligo della Serbia di sgombrare l'Albania centrale. La formula suggerita nella mia ultima lettera a Rodd (mio telegramma

n. 622) (l) parevami la sola conforme alla convenzione di Londra, convenzione i cui patti, giova il ripeterlo, costituivano la ragione della nostra partecipazione alla guerra e la base della nostra comune cooperazione.

In ultimo non mi pareva opportuno enunciare la previsione che la Rumania non partecipasse alla guerra per intavolare una discussione intorno ai distretti slavi del Banato.

2) Per il secondo punto mi pareva doversi aggiungere la condizione che gli accordi tra Serbia e Bulgaria non modificassero nei riguardi dei terzi la situazione quale era stata definita dai trattati del 1912.

3) Per il terzo punto non potevo convenire nella frase che dalla Grecia e dalla Serbia debba dipendere la ubicazione della comune frontiera. Questa ubicazione è sufficientemente definita da quanto è detto al n. l. Farmi preferibile il testo da me proposto.

Sopprimerei infine l'ultimo periodo per le ragioni da me già dette al punto l) riguardo alla neutralizzazione (2).

571

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1145/356. Londra, 11 agosto 1915, ore 9,10 (per. ore 5 del 12).

Telegramma di V. E. n. 639 (3).

Commenti del Daily ChTonicle e di altri giornali nonchè uno posteriore del ManchesteT Guardian furono originati in parte dalla notizia telegrafata a Parigi circa arrivo campo inglese Capitano Vitale ed in parte dagli articoli di giornali

nostri sulle relazioni tese italo-turche. Ad evitare, giusta ordini di V. E. l'accreditarsi qui di erronee supposizioni circa nostra eventuale partecipazione impresa Dardanelli potrei servirmi di Tyrrell che, rientrato in servizio, non ha ancora per ragioni di salute ripreso pesanti funzioni di Capo di Gabinetto ed attende attualmente ad una specie supervisione sulla stampa. Qualunque mia apertura in tal senso sarebbe però certo da lui riferita a Grey col quale V. E. sa non ho creduto finora opportuno prendere l'iniziativa di una franca ma forse prematura conversazione sulle nostre intenzioni determinate da imperiose necessità indicatemi da V. E. Per ciò fare mi pare prudente attendere che V. E. me ne dia l'ordine e mi ponga eventualmente in grado di mettere al corrente Grey delle decisioni definitive del R. Governo a riguardo dichiarazione di guerra alla Turchia e magari anche alla Germania in base noto accordo. Sembrami tuttavia ovvio che motivazione della nostra dichiarazione di guerra alla Turchia è destinata ad esercitare notevole influenza sulle impressioni di questa opinione pubblica a proposito della nostra astensione operazioni militari. Astensione si spiegherebbe facilmente se dichiarazione di guerra fosse naturale conseguenza di accordi con la Triplice Intesa e del fatto dell'essere Intesa (?) alleata nostra e forse anche in Italia se noi dichiarassimo guerra per offese da essa arrecate ad interessi diretti nostri. Incoraggiato dalla benevolenza dimostratami da

V. E. mi sono permesso per quello che possono valere sottometterle queste osservazioni per quanto esse oltrepassino campo mia competenza. Comunque prima di dipartirmi assoluta riserva assunta sul delicato argomento attendo che V. E. me ne dia autorizzazione. Quale sulla questione sia pensiero recondito di Grey e quali impressioni sue e dei colleghi, mi riesce impossibile dire o congetturare stante silenzio assoluto da lui finora serbato verso di me in proposito.

(l) -Cfr. n. 551. (2) -Testo inglese del progetto di Grey e testo identico della risposta di Sonnino in SONNINO, Diario, vol. Il, cit., pp. 200-202. (3) -Cfr. n. 557.
572

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1152/355. Londra, 11 agosto 1915, ore 9,10 (per. ore 15 del 12).

Telegramma di V. E. Gab. 625 (l) e 626 (2).

Discorrendo ieri in via accademica con Nicolson dei vari negoziati in corso gli ho detto a titolo opinione personale che continuando di questo passo finiremo per offrire tutta l'Ungheria alla Serbia, che forse chiederà di più. Dopo il vero · • massacro • del negoziato con la Romania aggiunsi, era da augurarsi non si massacrasse anche questo con la Serbia, risultato deplorevole cui si andrà fatalmente incontro se si lascia adito a Pachitch di affacciare esigenze sempre maggiori.

Replicò Nicolson che l'obbiettivo essenziale da conseguire in questo momento è di indurre la Serbia con equi compensi a rassegnarsi alla cessione della Macedonia alla Bulgaria.

Osservai che i compensi assicurati alla Serbia, ora poi che V. E. ha con tanta buona grazia condisceso alle note rivelazioni, non solo sono equi ma oltrepassano

di gran lunga le sue più rosee aspirazioni. Se ci fermiamo a quei compensi Pachitch, che non è certamente uno sciocco, finirà per capirne l'importanza e non si vorrà esporre a !asciarseli sfuggire. Se invece cominciamo a !asciargli rintravvedere possibilità di avere di più, è chiaro che lo incoraggeremo a elevare le sue pretese e Dio sa dove esse si arresteranno.

Replicò Nicolson che difficoltà sta appunto nel far capire ai serbi quelli che sono i loro veri interessi.

Del resto, egli concluse, non è ancora il caso di entrare in discussione, convenendo attendere prima la risposta della Bulgaria ed esaminare intanto con calma il modo migliore di giungere ad una soluzione soddisfacente dell'intricato problema.

Osservò che V. E. era stata assai gentile nel consentire nell'interesse comune alle precitate rivelazioni.

Ho risposto che la migliore anzi unica via per giungere ad una soluzione equa e pratica è quella di prendere per base di ogni discussione la giustissima osservazione fatta da V. E. a Giers e cioè che al momento presente si tratta soltanto di determinare la misura dei compensi alla Serbia quale corrispettivo della sua arrendevolezza nella questione della Macedonia.

Ciò premesso non posso esimermi dal manifestare a V. E. sentimento di sorpresa provato per il fatto assai strano che nell'esame di una questione di interesse comune, è vero, ma alla quale l'Italia ha interessi diretti ben maggiori di quelli dell'Inghilterra e della Francia, i tre ministri alleati, presa o meno l'imbeccata da Pachitch, abbiano creduto poter accordarsi su proposte identiche ai rispettivi Governi senza partecipazione del collega italiano.

Su questo caso anormale io ero sul punto di attirare attenzione di Nicolson, ma, tutto ben considerato, ho creduto preferibile di rinunciarvi pensando che se

V. E. condivide la mia sgradita impressione non le mancherà il modo di manifestarla a codesti ambasciatori alleati e che una sua parola avrebbe peso ben maggiore delle osservazioni mie.

Se però V. E. crede che io non debba lasciar passare la cosa inosservata, le sarò grato di volermelo significare.

(l) -Ritrasmissione del n. 548. (2) -Cfr. n. 559.
573

L'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1134/345. Parigi, 11 agosto 1915, ore 0,15.

Telegramma di V. E. Gabinetto 537 (1), 622 (2), 626 (3).

Veramente può dirsi che siamo ora giunti al punto culminante della situa

zione poichè è molto probabile che dal successo o dall'insuccesso diplomatico

dell'Intesa nei Balcani dipenderà la vittoria finale. Ed anche ammettendo che,

fallendo l'accordo colla Bulgaria, dopo fallito quello colla Romania, non perciò

soltanto sarà assicurata la vittoria tedesca, rimane pur sempre certo che nella migliore ipotesi conseguenza dello scacco balcanico dell'Intesa sarà il prolungarsi all'infinito di questa guerra, nella quale prima dell'esaurimento degli uomini si avrà quello delle risorse finanziarie che noi abbiamo in minor misura degli altri Stati. Io non sono in grado di dire se è nel vero Vesnitch che afferma impossibile in ogni modo ogni accordo fra Serbia e Bulgaria (mio telegramma Gabinetto n. 343) (l) o Izwolsky il quale crede sicuro questo accordo se noi facciamo alla Serbia apprezzabili concessioni in Albania (mio telegramma Gabinetto

n. 334) (1). Ma parmi che noi non possiamo assumere questa responsabilità ed in caso di insuccesso dell'accordo essere tormentati dal dubbio che mostrandoci più transigenti avremmo potuto assicurarlo. Beninteso io anche in questo caso comprenderei la nostra resistenza se fossero in giuoco importanti e reali interessi italiani e quindi trovo giuste le dichiarazioni categoriche di V. E. circa la Croazia e Fiume che a noi interessa non siano attribuite alla Serbia. Non riesco invece a vedere quale interesse noi abbiamo in Albania all'infuori del litorale. In condizioni normali preferirei certamente continuare a sostenere la tesi dell'Albania autonoma benchè le avventure del Principe Wied e di Essad Pascià abbiano piuttosto dato ragione a coloro che sostenevano che l'Albania autonoma era una creazione arHficiale mancante di base. Ma oggi nella straordinaria e difficile situazione in cui siamo dobbiamo pensare che se non ci assicuriamo l'intervento bulgaro molto probabilmente non avremmo nè Trieste nè l'Istria nè la parte di Dalmazia che l'accordo di Londra ci ha riconosciuto. A dire il vero, in una situazione così drammatica come l'attuale hanno quasi sapore di comicità le dispute di coloro che si contendono territori che nella situazione attuale è dubbio che possano avere. Io quindi, in questo momento cosl solenne, mi permetto richiamare tutta la attenzione di V. E. sulla opportunità di mostrarci meno intransigenti verso la Serbia nella questione albanese. Innanzi tutto ritengo che non dovremmo chiedere nuove dichiarazioni per Elbassan e Tirana. La Serbia quando le ha occupate ci ha dichiarato ufficialmente che il possesso di :fatto non doveva pregiudicare la questione di dir·itto che sarebbe stata risoluta dopo la guerra. Noi abbiamo preso atto di questa dichiarazione e quindi, quando sarà il momento potremo prevalercene se ci converrà farlo. Ma perchè oggi alla Serbia chiedere una nuova dichiarazione per lo sgombero di Elbassan e Tirana la quale avrà per effetto di irritarla o di impedire ad essa l'accettazione dell'accordo bulgaro ovvero di renderlo ad essa più ostico? La preoccupazione della Serbia che cedendo alla Bulgaria la Macedonia fino allago di Ocrida le sue comunicazioni con la Grecia verrebbero ad essere ridotte ad un budello strettissimo in territorio montuoso e selvaggio dove non ci sono strade ed è difficile costruirle mi sembra legittima e credo necessario ·che noi senza ferire nessuno nostro legittimo interesse (poichè non bisogna confondere i nostri interessi con pretese di taluni che in Italia come in altri paesi hanno in fatto di politica estera un solo programma, prendere a qualunque costo senza curarsi se ciò che si prende serva a qualche cosa) possiamo ben dare alla Serbia delle assicurazioni soddisfacenti in proposito. Aggiungo infine che facendo concessioni in Albania noi

avremmo un maggiore diritto a pretendere dalla Russia quella di Rodosto di cui ho intrattenuto V. E. nei miei telegrammi di Gabinetto n. 33'8, 340 (1). Ho parlato a V. E. con la maggior franchezza perchè in questo momento l'ho creduto per me strettamente doveroso.

(l) -Ritrasmissione del t. gab. r. sp. 653/260 da Bucarest: la Romania conferma il suo desiderio di collaborare con l'Intesa. (2) -Cfr. n. 551. (3) -Cfr. n. 559.

(l) Non pubblicato.

574

IL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. R. 5899/61. Addis Abeba, 11 agosto 1915 (2).

Governo russo per mezzo suo rappresentante ad Addis Abeba ha chiesto al Governo etiopico di potere riacquistare fucili russi esistenti Abissinia e segnalatamente 20.000 fucili acquistati dal Governo francese al Giappone dopo la guerra russo-giapponese; Governo etiopico ha finora rifiutato. Ciò malgrado e per quanto questo rappresentante russo abbia fatto rilevare al suo Governo che caso più favorevole si potrebbero solo raccapezzare in Abissinia poche migliaia fucili quasi tutti in pessimo stato, il Governo russo persiste nella sua domanda. Credo opportuno far rimarcare a mia volta a V. E. deplorevole effetto prodotto Abissinia domanda Governo russo generando convinzione che Russia sia alla fine ogni riserva militare aumentando contraccolpo prestigio della potenza militare Germania Austria Ungheria confermato dai recenti successi in Russia » (3).

575

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 658. Roma, 12 agosto 1915, ore 13.

Mio telegramma n. 653 (4).

Questo Ambasciatore di Francia mi ha detto che Delcassé sarebbe disposto

ad accettare il testo proposto da Grey per la risposta a Pasic.

Ripetei a Barrère le obiezioni a questo testo da me esposte ieri a Sir Rennell

Rodd. Aggiunsi che essendo molto dubbio che si potesse persuadere la Serbia

anche con le più larghe promesse a cedere fin da ora nella questione della Mace

donia, si dovrebbe pure prendere in considerazione se non conveniva maggior

mente [premere] sulla Bulgaria, assumendo di fronte a lei esplicitamente la ga

ranzia che alla fine del1a guerra avrebbe la zona incontestata della Macedonia,

e dall'altro offrendole come incentivo all'azione qualcosa di più oltre la linea

Enos-Midia; per esempio Rodosto.

Quanto precede per norma di linguaggio di V. E. con codesto Governo (5).

(l) -Non pubblicati. (2) -Il telegramma venne trasmesso da Asmara il 12 agosto alle ore 17,05 e pervenne alle ore 4,05 del 13. (3) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado con t. 3028 del 13 agosto. (4) -Cfr. n. 570. (5) -Il testo di questo telegramma è identico a quello dell'annotazione del 12 agosto in SoNNINO, Diario, vol. II, cit., pp. 202-203, ove pure annota di aver ripetuto le stesse considerazioni a Giers (cfr. qui n. 580).
576

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1151/284. Pietrogrado, 12 agosto 1915, ore 15,05 (per. ore 16,50).

Telegramma di V. E. 637 (1).

Sazonoff ha ricevuto da Poklewski comunicazione analoga circa questione del grano romeno. Egli ha espresso a Buchanan e a Paléologue opinione che progettato acquisto dovrebbe sospendersi e che invece si dovrebbe comprare rac

colto bulgaro (2).

577

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.RR.ll60/359. Londra, 12 agosto 1915, ore 10,20 (per. ore 8 del13).

Per lei solo. Ieri sera mia moglie ed io fummo invitati a pranzo da questo sovrano a Windsor nella più stretta intimità.

S. M. il re Giorgio s'intrattenne a discorrere meco quasi tutta la serata. Col prossimo corriere invierò resoconto particolareggiato della conversazione. Per oggi mi limito a riferire che il re come primo argomento mi ha chiesto con manifesta accentuata premura quando noi dichiareremo guerra alla Turchia osservando che il fatto avrebbe per l'alleanza precipua importanza, non per l'effettiva cooperazione militare non bene stabilitaci ma per l'effetto morale.

Alla precisa domanda ho dato risposta vaga e generica impostami dall'ignoranza in cui sono delle intenzioni precise Governo di Sua Maestà. Però ho colto l'occasione per accennare in modo esplicito alle imperiose necessità che ci precludono in modo assoluto possibilità di distrarre forze dal nostro fronte.

578

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 5918/655. Pietrogrado, 12 agosto 1915, ore 21,05 (per. ore 18,10 del 13).

Sazonoff al quale ho domandato quale fosse intrinseco significato delle parole da lui pronunciate alla Duma circa • alleanza ancora più stretta » tra Russia e Giappone mi ha risposto che opinione pubblica di entrambi i paesi si è ormai

pronunziata in favore iritimo e stabile legame tra i due Governi ma che non esistono attualmente né sono alle viste negoziati per un trattato alleanza. Russia ha potuto ritirare tutte le sue forze dall'estremo Oriente grazie all'atteggiamento del Giappone, che ha fornito in misura considerevole artiglierie fucili e munizioni, ma non vi fu mai questione di invio uomini atteso che Russia non può averne bisogno. Sazonoff mi ha lasciato comprendere che contenuto principale dell'eventuale futuro patto russo-giapponese sarà garanzia reciproca in estremo oriente che elimini ogni possibilità di contrasto fra le aspirazioni giapponesi e i diritti acquisiti della Russia. Motono si è meco espresso in non dissimili termini ed ha espresso opinione che parole del barone Hayaschi, che hanno dato argomento all'articolo del Temps del 29 luglio, siano state travisate non potendo esservi questione attualmente di prossima conclusione di trattato d'alleanza russogiapponese né di garanzie per i Dardanelli da parte Giappone. Per parte mia non posso che riconfermare impressioni da me formulate nel mio telegramma del 17 marzo e che posso riassumere nei seguenti punti: l o alleanza russo-giapponese sarà subordinata ai futuri rapporti russo-inglesi; 2° suo contenuto principale non potrà essere che reciproca garanzia per il Giappone di sviluppare suoi piani in Cina e per la Russia di realizzare pacificamente i propri in Mongolia e in Manciuria; 3o Russia abbisogna per questo scopo di non trovarsi in contrasto col Giappone dovendo conservare mano libera per l'Occidente ove oggi è per parecchio tempo richiamata attività militare e politica; 4° Giappone ha bisogno di sempre più intimi legami con l'occidente non solo per affermare e svolgere la propria egemonia sull'estremo Oriente ma anche per paralizzare eventuali minaccie degli Stati Uniti (1).

(l) -Non pubblicato. (2) -Ritrasmesso a Londra e Parigi, con t. 3046 del 14 agosto.
579

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, E A PARIGI, TITTONI

T. 3019. Roma, 13 agosto 1915, ore 5.

Governo dell'Eritrea ha informato ministero delle colonie che le voci di una probabile azione dell'Etiopia contro l'Eritrea troverebbero una base nelle strette relazioni esistenti tra negus Micael e il ministro di Germania. Telegrafo al

R. ministro in Addis Abeba per metterlo sull'avviso dei possibili intrighi di quel ministro germanico ed autorizzalo ad informarne i suoi colleghi di Francia e d'Inghilterra per la necessaria controazione da opporsi secondo lo spirito e la lettera dell'articolo 10 dell'accordo a tre del 13 dicembre 1906.

Prego V. E. di informare codesto Governo e telegrafarmi quali notizie sull'atteggiamento del Governo abissino siano costì pervenute.

(l) Comunicato a Londra con D. r. 43826 del 20 agosto.

580

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 665. Roma, 13 agosto 1915, ore 7,30.

Ho veduto ieri questo ambasciatore di Russia. Dopo ripetutegli le obiezioni al testo proposto da Grey per la risposta a Pasic (mio telegramma n. 653) (1), gli esposi mia opinione che, nella previsione che non bastasse la sola moltiplicazione delle promesse per indurre la Serbia a consentire preventivamente alla cessione della Macedonia al termine della guerra, e tampoco alla sua occupazione provvisoria per parte delle quattro potenze, conveniva agire maggiormente fin da ora presso la Bulgaria, il cui desiderato intervento nella guerra era lo scopo vero di tutta questa nostra azione a Nisch. Ritenevo doversi dalle quattro potenze, indipendentemente da ogni attuale consenso della Serbia, assumere fin da ora presso la Bulgaria per il termine della guerra la esplicita garanzia del possesso della zona incontestata della Macedonia. Ciò avrebbe potuto probabilmente bastare a indurre la Bulgaria all'azione, ma quando ciò non fosse si potrebbe anche esaminare se non convenga offrirle oltre linea Enos-Midia anche acquisto di Rodosto sul Mar di Marmara. Giers mostrassi favorevole al concetto della garanzia del possesso per Mace

donia; ma contrario all'idea dell'eventuale offerta di Rodosto, dicendo questo porto necessario per difesa di Costantinopoli.

581

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1180/74. Atene, 13 agosto 1915, ore 13,40 (per. ore 17,40).

Trasmetto oggi per posta risposta del Governo ellenico al nostro passo giuntami ieri sera. Essa è lunga e verbosa. Ricorda passi antecedenti e le promesse date da Crewe e da Delcassé che la cessione di Kavalla alla Bulgaria non avrebbe avuto mai luogo che col pieno consenso della Grecia e col compenso di vastissimi territori in Asia Minore; e rileva che in contraddizione con quelle promesse Potenze esprimono ora la loro intenzio~e di " fare pressione , sulla Grecia in caso di un suo rifiuto. Grecia non può ammettere che il piano delle Potenze le sia vantaggioso ed utile. Liberazione dei territori abitati dai greci è per la Grecia un diritto per adempimento del quale essa non ha da pagare alcun prezzo. Finisce protestando contro l'" attentato , che quattro Grandi Potenze vo

gliono portare all'indipendenza ed integrità territoriale della Grecia contrariamente ad ogni principio di nazionalità.

(l) Cfr. n. 570.

582

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, GARRONI, AL MINISTRO A SOFIA, CUCCHI BOASSO, E AL CONSOLE A DEDEAGATCH, BRENNA

T. GAB. 661. Roma, 13 agosto 1915, ore 21,30.

(Meno Costantinopoli) Per Garroni n ...... 12 agosto 1915.

(Per tutti) Come V. E. avrà rilevato dai miei telegrammi n. 644 e 651 (1), indipendentemente dal concorso delle navi da guerra americane, sono state da noi prese le opportune disposizioni relative al rimpatrio dei riservisti ed eventualmente di altri connazionali di Smirne e dell'Asia Minore, a mezzo di due piroscafi italiani che saranno il 17 corrente a Rodi in attesa di ordini. Tali ordini potranno pervenire alle suddette navi Cagliari e Tolemaide anche direttamente da V. E., che giudicherà quale siano il migliore itinerario ed i migliori luoghi d'imbarco. Una volta determinati i punti d'imbarco, occorrerà: diffidare esplicitamente i nostri connazionali che il R. Governo non intende assumere alcuna responsabilità a loro riguardo, se essi non vorranno profittare di questo mezzo di rimpatrio loro offerto, che potrebbe essere probabilmente l'ultimo.

Circa la dichiarazione di guerra alla Turchia mi riferisco alle mie precedenti istruzioni V. E. potrà presentarla in quella forma che le circostanze faranno risultare più opportuna. Ella è autorizzata ad inserire le aggiunte di cui nel suo telegramma n. 615 (2). Ad evitare equivoci, pregola comunicarmi telegraficamente sin d'ora, per la via di Sofia e di Dedeagatch, il testo definitivo delle dichiarazioni stesse, nella loro forma alternativa, e ciò perchè io possa farne in tempo identica comunicazione a questo Ambasciatore di Turchia ed alle RR. Rappresentanze all'estero.

V. E. vorrà tenere presente: l o che, come Le ho già telegrafato, la guerra tra Italia e Turchia è inevitabile e non può essere lontana; 2" che, considerato che la questione dei rimpatri dei nostri connazionali si avvia ad una imminente soluzione desideriamo lasciare il meno possibile di ostaggi in mano alla Turchia; 3o che la dichiarazione di guerra corrisponde a sostanziali e ripetuti atti di ostilità e torti della Turchia verso di noi ma che allo stesso tempo conviene che apparisca ove possibile giustificata da qualche fatto determinato al momento della sua presentazione.

Per i particolari dell'esecuzione lascio a V. E. in conformità di quanto precede, la necessaria latitudine di giudizio e di azione, indispensabile nelle presenti circostanze in cui il Governo ottomano ha reso nulla, dal 23 maggio in poi, ogni rapida e normale corrispondenza tra il R. Governo e la sua rappresentanza a Costantinopoli. Così per quanto riguarda la domanda contenuta nel suo telegramma 651 (2) e cioè circa l'impedito rimpatrio di Vincenzo Boccafusca, mancandomi precisi particolari, che sarebbe forse intempestivo attendere, debbo

28 -Documenti diplomatici-Serie V-Vol. IV

lasciar giudice V. E. se l'atto di Gemal Pascià possa considerarsi, nella forma, infrazione alle solenni dichiarazioni del Governo ottomano di tale gravità, di fronte al nostro uLtimatum, da giustificare il casus belli in conformità delle disposizioni del mio telegramma n. 608 (1).

(l) -Non pubblicati. (2) -Non pubblicato.
583

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A NISCH, SQUITTI

T. GAB. 670. Roma, 13 agosto 1915, ore 21,30.

Questo ambasciatore d'Inghilterra mi ha comunicato le modificazioni proposte da Grey al suo primo testo della risposta da farsi a Pasic. Egli proponeva quindi il nuovo testo seguente.

• In risposta ai tre punti circa i quali il primo ministro serbo ha chiesto informazioni al ministro russo a Nisch, le quattro potenze desiderano dare le seguenti spiegazioni e garanzie:

l) Sotto condizione che la Serbia acceda alle viste delle potenze circa la

Macedonia, i seguenti territori sono riservati alla Serbia in caso di una guerra

vittoriosa:

Bosnia ed Erzegovina e Sirmia fino alla linea della Drava e del Danubio con Semlino e Baschka; la costa dell'Adriatico dal capo Planka fino a un punto a 10 chilometri a sud di Ragusa vecchia, con le isole di Zirona grande e piccola Bua, Solta, Brazzà, Iaclan e Calamotta con penisola di Sabbioncello.

Se la sorte futura della Slavonia è nelle mani degli alleati alla fine della guerra essa sarà assegnata alla Serbia. La costa della penisola di Sabbioncello sino al fiume Drin è similmente riservata, ma per quanto riguarda questa costa le ragioni del Montenegro saranno tenute in considerazione al momento della pace, e un assetto intorno ad esse non potrà essere fatto fino a quel tempo. La costa del fiume Drin fino alla Vojussa è riservata per uno stato indipendente dell'Albania centrale. La futura sorte della Croazia con la costa della baia di Volosca alla frontiera della Dalmazia inclusa Fiume resta riservata ed impregiudicata sino al momento della pace finale.

La costa dal capo Planka fino alla estremità meridionale di Sabbioncello e la costa da un punto situato a 10 chilometri a sud del promontorio (punta) di Ragusa vecchia fino alla Vojussa saranno neutralizzate con le isole summenzionate eccettuato ciò che concerne i territori già in possesso del Montenegro.

2) Per quanto concerne le quattro potenze esse sono obbligate di attenersi alla linea della Macedonia definita dal paragrafo IV dell'articolo II dell'annesso segreto al trattato del 1912 e modificazioni non potrebbero essere apportate a questa linea se non per mezzo di diretti negoziati fra Bulgaria e Serbia e col mutuo consenso.

3) La frontiera fra la Grecia e la Serbia avrà inizio dal futuro confine tra la Serbia e la Bulgaria in Macedonia, ma le potenze non possono fin d'ora definirne la estensione.

Le potenze desiderano render noto altresì che esse rinunciano per conto loro ad ogni pretesa sui territori cui è cenno al punto 1).

Ho risposto a sir Rennell Rodd, che ero disposto tirando via sulle questioni minori, per desiderio di venir presto ad un accordo, ad accettare l'insieme del nuovo testo, subordinatamente però alle seguenti modificazioni: che si sopprimesse l'intero periodo • Se la sorte della Slavonia... fino alle parole " essa: sarà assegnata alla Serbia ", e nel periodo immediatamente susseguente si sopprimesse la parola " similmente ". Questo secondo periodo quindi suonerebbe così: " La costa da questo punto fino al fiume Drin resta riservata, ma per quanto riguarda questa costa... ecc. " •.

Mi opponevo in via assoluta che con qualunque frase ambigua si compromettesse la piena libertà di azione delle potenze riguardo alle sorti della Slavonia, e consigliavo fortemente di non fare alcuna menzione di tale regione per non prov-ocare nuove esigenze della Serbia. Se proprio s'insisteva dagli alleati a volerne fare menzione potevo solo consentire che il periodo che parla della Croazia, e che comincia con le parole: • L'avvenire della Croazia... ecc. » dicesse invece: ' L'avvenire della Slavonia e della Croazia... » con quel che segue.

(l) Cfr. n. 544.

584

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1184/291. Pietrogrado, 13 agosto 1915, ore 21,20 (per. ore 11,10 del 14).

Sazonoff mi ha detto che Governo italiano renderebbe segnalato indimenticabile servizio alla Russia se potesse cederle almeno una parte del milione di fucili • Wetterly » di cui esso dispone e una certa quantità di cartuccie. Russia --egli ha soggiunto -continua a fabbricare fucili ma non può preparare d'urgenza numero adeguato al bisogno nè le ordinazioni ingenti fatte all'estero possono giungere in tempo utile visto che fra questo mese e il prossimo entreranno in servizio più di un milione e seicento mila reclute e benemerenza Italia verso Russia e verso Alleati sarebbe grandissima, all'altezza cioè del comune interesse di aiutare la Russia nel suo attuale formidabile compito.

Ho fatto osservare a Sazonoff che ignorando io la misura del nostro bisogno di fucili non potevo arbitrarmi di raccomandare al R. Governo cessione di cui si tratta.

Ma Sazonoff ha insistito calorosamente perchè interpretassi nel miglior mod-J presso V. E. istanza del Governo russo che aveva già fatto significare per mezzo di Giers.

Quale che sia per essere la decisione del R. Governo, sarei grato a V. E. se volesse pormi in grado di rispondere a Sazonoff.

585

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 5937/440. Atene, 14 agosto 1915, ore 14 (per. ore 16,30).

Telegramma di V. E. n. 3032 (1).

Come risulta dai miei telegrammi nn. 246 e 250 (2) del 27 e 28 maggio, notizia del blocco giunse qui per mezzo di un telegramma Stefani. Io non ebbi mai da V. E. istruzioni ufficiali di comunicarlo. Senonchè sollevata dal Governo ellenico questione dell'estensione del blocco (come risulta dai telegrammi stessi)

V. E. mi ha dato ·istruzione contenuta nel telegramma n. 1677 del 29 maggio (3). Avendo io comunicato a questo Governo quanto in esso telegramma era contenuto ne derivò la corrispondenza da me trasmessa con mio rapporto 293 (l) del 5 giugno. Dalla nota di questo ministero degli affari esteri in data 2 giugno n. 5307 (l) risulta questo Governo considera che il blocco italiano gli sia stato notificato il 30 maggio. Credo ad ogni buon fine ed effetto R. Governo possa invocare come probante quest'ultimo documento, ma ripeto che questa legazione non potè fare una notificazione vera e propria di blocco per mancanza istruzioni al riguardo.

586

L'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, SALANDRA

(ACS, Carte Salandra)

T. P. s. n. Parigi, 14 agosto 1915, ore 14 (per. ore 19,20).

Continuo le mie indagini sulla situazione conferendo cogli uomini più autorevoli. Ernesto Judet direttore dell'Eclair è un conservatore. Non esercita influenza apprezzabile sul governo nè sulla opinione pubblica. È però uomo colto, serio e per solito bene informato, ha molte relazioni in Svizzera e mi ha detto constargli che i capi dell'esercito svizzero credono alla vittoria finale della Germania. Ad alcune banche francesi è giunta dagli Stati Uniti l'informazione che anche colà la resa di Varsavia ha fatto grande impressione e si comincia a credere alla vittoria germanica. Judet vorrebbe la pace. Dice anzi francamente che ne parlerà nel suo giornale appena potrà farlo senza essere chiamato traditore, ciò che certamente gli avverrebbe se lo facesse ora. Però vede le grandi difficoltà di trovare le basi possibili per una pace. La mentalità tedesca crede possibile spartire il Belgio con la Francia e non comprende che sarebbe più facile per la Francia subire per forza l'annessione di tutto il Belgio alla Germania che rendersi complice di una spartizione che la disonorerebbe.

Pichon rimpiange le favorevoli occasioni perdute dalla Intesa e vorrebbe intensificata azione per accordo fra Bulgaria e Serbia e concentrati tutti gli sforzi militari verso Cos·tantinopoli.

Dice giustamente che solo dopo che si avrà il risultato di quella adesione incondizionata e di quei sforzi, si potrà ... (l) la situazione buona e far previsioni più sicure. In tutti gli ambienti cresce l'ammirazione per l'Italia perchè ha dichiarato la guerra; sapendo di affrontare rischi e sacrifici non lievi. Da più di uno è sentita esprimere l'opinione che se l'Italia non avesse dichiarato la guerra prima della sconfitta russa e del peggioramento situazione balcani, dopo avrebbe atteso a farlo, visto che le probabilità sono per il prolungamento guerra e che questione finanziaria assume una enorme importanza, ho conferito con economisti e finanzieri autorevoli tra i quali Pallain ... (l) di Francia, Levy membro dell'Istituto autore articolo sull'Italia Economica nella Revue des Deux Mondes del 15 luglio e Jean Dupuy proprietario Petit Parisien ex ministro e vice presidente del senato nel quale gode di grande meritata autorità e influenza. Le loro opinioni sono concordi.

La difficoltà gravissima per la Germania e Austria, meno grave per la intesa, ma pur sempre grave anche per essa, è quella dell'oro.

Ai pagamenti interni gli stati, dopo esaurite le riserve tratte dal risparmio nazionale, possono far fronte con l'aumento della circolazione cartacea. È certamente un mezzo non lodevole l'abuso del quale prepara un triste avvenire di gravi perturbazioni in tutta l'organizzazione finanziaria ed economica di un paese, ma intanto permette di andare avanti e di continuare a far la guerra, invece per i pagamenti all'estero necessari oro o la divisa estera che ne è l'equivalente. Germania e Austria, malgrado il blocco commerciale della intesa, si approvvigionano ancora abbastanza largamente all'estero attraverso gli stati neutri Svezia, Norvegia, Danimarca, Olanda, Svizzera e Rumania.

È da prevedere che in un tempo non lungo, la mancanza di oro renderà impossibile agli imperi centrali l'approvvigionamento all'estero. Ma tale difficoltà esiste anche per l'Intesa. In grado minore per la Francia in grado maggiore per Italia. Non esiste per ora per Inghilterra che anzi, dato il saggio elevato a cui si mantiene la sterlina, può venire efficacemente in aiuto alla Francia e Italia. Già Francia e Italia depositando oro poterono ottenere anticipazioni da Inghilterra: Francia per quattro volte e Italia per sei volte l'ammontare dell'oro depositato. Tanto Francia come Italia avranno bisogno di ripetere tale operazione, specialmente Italia la quale non ha nemmeno la risorsa alla quale Francia ha ricorso, con successo, di raccogliere l'oro che in grande quantità qui si trova presso privati e che tutti con premura, sono accorsi a cambiare alle succursali della Banca di Francia.

All'uopo sulla borghesia ha avuto molta efficacia propaganda della stampa nelle classi operaie, quella dei socialisti e, nelle popolazioni rurali, quella del clero che ha rivolto le sue esortazioni anche dal pergamo, infiammato di zelo patriottico. È indispensabile dunque che Francia e Inghilterra aiutino finanziariamente Italia. All'uopo ho diretto a S. E. Sonnino il seguente telegramma: • Sono informato che alla fine del mese corrente si riuniranno a Boulogne i ministri delle finanze

d1 InghiLterra, Francia e Russia per calcolare gli oneri e le risorse di ciascun stato col prolungarsi della guerra e concretare i mezzi di reciproca assistenza finanziaria. Farmi che Italia, avendo bisogno di tale assistenza, non possa mancare alla riunione.

Riterrei quindi opportuno che V. E. sentito S. E. il presidente del consiglio e S. E. Carcano, incaricasse Imperiali, Carlotti e me, di notificare intervento del ministro del tesoro italiano alla riunione di Boulogne ».

(l) -Non pubblicato. (2) -Non pubblicati. (3) -Cfr. n. 45.

(l) Gruppo indecifrato.

587

IL CONSOLE A GIBILTERRA, ROCCA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. RH. 5953/21. Gibilterra, 14 agosto 1915, ore 13,15 (per. ore 20).

Apprendo da buona fonte che il Governo tedesco fa ogni genere di sforzi per far scoppiare una sollevazione generale dei musulmani in tutta l'Africa del

nord dal Marocco all'Egitto. Complotto farebbe capo ambasciata tedesca Madrid, la quale dirige numerosi intermediari coste Spagna e Africa.

588

IL CONSOLE A GIBILTERRA, ROCCA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 5954/23. Gibilterra, 14 agosto 1915, ore 16,40 (per. ore 21,40).

Facendo seguito al mio telegramma riservatissimo 21 (l) sono informato che l'insurrezione generale dovrebbe scoppiare fra tre settimane.

589

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI

T. GAB. 680. Roma, 14 agosto 1915, ore 22.

(Per t!ltii meno Bucarest) Ho telegrafato al R. ministro a Bucarest quanto segue: (Per tutti) Giers mi ha detto che Sazonoff accetta la proposta di Grey .sulle dichiarazioni da farsi presso Bratianu relativamente alla proroga della firma dell'accordo politico. Essa conterrebbe la frase che le Potenze • contano che la Romania avendo in vista la conclusione di un tale accordo continuerà

intanto a impedire il transito a traverso il proprio territorio delle munizioni da guerra e di tutto ciò che possa servire alla fabbricazione delle munizioni stesse ».

Tale dichiarazione dovrebbe farsi secondo Sazonoff soltanto dopo la risposta di Bratianu alla prima comunicazione delle Potenze. I quattro rappresentanti dovreobero fare la dichiarazione distintamente benchè negli stessi termini generali, c ciò per non legare in precedenza le Potenze riguardo alle condizioni speciali del futuro accordo.

Risposi che avevo già espressa la mia approvazione della dichiarazione come proposta da Grey. Che consigliavo ora, pel raggiungimento dello stesso scopo politico cui mirava h proposta stessa, di non rimandarla a dopo la risposta di Bratianu. Altrimenti non si toglieva Bratianu dall'imbarazzo attuale, perchè per fare la detb risposta alla prima comunicazione egli rischiava o di comprometterne la direWv« generale o di dover compromettere la propria situazione politica. E per evitare questo imbarazzo probabilmente avrebbe tardato assai a comunicarci tule risposta.

Meglio ~::ra che le Potenze facessero subito di loro spontanea iniziativa la dichiarazione n(;l :senso generale ormai già accettato dai quattro Governi « prendendo atto • dcJle dichiarazioni già fatte da Bratianu e che poteva magari ripetere, intorno al divieto di ogni transito di munizioni (1).

Autorizzo sin d'ora V. S. ad agire eventualmente si omnes nel senso di quanto prec~de.

(l) Cfr. n. 587.

590

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI, E Al MINl::;TRI AD ATENE, DE BOSDARI, A BUCAREST, FASCIOTTI, A NISCH, SQUITTI, E A SOFIA, CUCCHI BOASSO

T. GAB. 681. Roma, 14 agosto 1915, ore 22.

(Per tutti meno Nisch, Sofia, Atene, Buoarest).

Ho telegrafato alle RR. legazioni a Nisch, Sofia, Atene quanto segue:

(Per tutti) Questo ambasciatore d'Inghilterra mi ha informato che Sir Edward Grey ha diretto ai rappresentanti britannici ad Atene, Sofia e Nisch una comunicazione del tenore seguente: « Nella stampa germanica cominciano ad apparire indizi che la Germania tenda ad una diretta congiunzione con Costantinopoli. Fino ad ora il risultato

netto della Guerra europea fu quello di ridurre l'Austria-Ungheria a vassalla della Germania. Ciò è un gran passo verso la realizzazione della politica germanica, che può avere un ulteriore seguito coll'estendere il territorio austriaco a .spese della Serbia e della Grecia. Ma la realizzazione completa di questa politica, il consolidamento della posizione ed influenza germanica in Turchia, può essere eventualmente raggiunto solo annullando od assoggettando tutti gli Stati Balcanici, impedendo il loro sviluppo e non permettendo alcuna barriera indipendente tra Berlino e Costantinopoli. Sembrerebbe perciò essenziale, nel loro stesso iuteTesse che essi trasmutassero i loro dissensi in accordi. V. S. vorrà esprimersi in questo senso presso codesto Governo, chiedendogli di esaminare accuratamente

queste comunicazioni dei rappresentanti degli alleati. È possibile che se potranno

venir tolte dalla fronte orientale truppe austro-tedesche, queste saranno usate

per raggiungere gli scopi germanici nei Balcani piuttosto che essere inviate in

Gccidente dove non possono avere speranza di successi •.

Autorizzo V. S. ad esprimersi con codesto Governo in conformità dei concetti

che precedono.

591.

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. S. 1201/364. Londra, 14 agosto 1915, ore 9,30 (per. ore 1,50 del 15).

Nel corso del colloquio di mercoledì sera, il re Giorgio mi disse non aveva capito quale interesse potevamo avere noi a mantenere un piccolo stato mussulmano nell'Albania centrale. Risposi quella regione essere abitata nucleo compatto ed omogeneo di mussulmani profondamente affezionati alle loro tradizioni nazionali e religiose, ed insofferenti di qualsiasi dominazione straniera. Una spartizione pertanto di quella regione tra Serbia e Grecia avrebbe avuto per unica conseguenza di generare incessanti, sanguinose lotte, perpetuando così quelle condizioni di anarchia che hanno finora cagionato noie e fastidi e preoccupazioni incessanti e di cui noi, aventi nell'Adriatico interess1i • predominanti • non avremmo mai potuto tollerare la continuazione. Di questi argomenti, riconobbe fondamento il re il quale però, in conclusione, osservò essere un vero peccato di conservare una piccola oasi mussulmana in Albania, quando siccome vi ha luogo di prevedere è venuta l'ora dell'esodo definitivo dall'Europa dei turchi destinati ad essere ricacciati in Asia.

Rilevo quest'ultima osservazione di S. M. perchè essa tende a confermare duplice impressione a varie riprese riferita a V. E. e cioè che l'Inghilterra sia oramai rassegnata al passaggio di Costantinopoli in altre mani che verosimilmente non potranno esser che russe, ma che in pari tempo desideri la conservazione dominio ottomano nelle provincie asiatiche.

(l) Il testo di questo telegramma è identico a quello dell'annotazione del 14 agosto in SoNNINO, Diario, vol. II, cit., pp. 205-206.

592

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 5950/442. Atene, 14 agosto 1915, ore 20 (per. ore 2,15 del15).

Telegramma di V. E. n. 3004 (1). Le varie persone cui ho chiesto sono unanimi nel ritenere prive di fonda

mento notizie che il Governo ellenico spinga Serbia ad una pace separata con l'Austria-Ungheria.

(l) Non pubblicato.

593

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI DE' CALBOLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1205/47. Berna, 14 agosto 1915, ore 5,10 (per. ore 21 del 15).

Presidente Motta mi parlò ieri dell'attuale situazione politica ritornando al suo tema favorito della pace. Mi disse che consiglio federale non si nascondeva le gravissime difficoltà di fare adesso i passi necessari presso belligeranti. Germania Austria-Ungheria e forse anche la Russia non avrebbero veduto tentativo della Svizzera di mal occhio, mentre invece Francia, Inghilterra e probabilmente pure l'Italia l'avrebbero considerata come un atto ostile in questo momento. Egli aveva parlato dell'argomento coll'inviato pontificio il quale compiuta quasi missione relativa ai prigionieri di guerra rimaneva qui per studiare in qual modo poteva praticamente esplicare il desiderio vlvissimo del papa di porgere per primo il ramoscello d'olivo. Sullo stesso argomento ebbi pure ieri un colloquio con monsignor Marchetti che mi confermò non essere egli riuscito sino ad ora a dare forma ad alcun progetto. Mi risulta pure che noto Erzberger venne recentemente a Friburgo e a Zurigo e per il tramite di certa Maria Grebner nata Antoldi dimorante Zurigo fece pervenire al Governo francese invito di inviare un suo emissario in Svizzera per abboccarsi con lui. Della pace mi intrattenne pure Morgari il quale mi accennò a tutti gli sforzi inutili fatti fin qui dal gruppo del· l'Internazionale che si è staccato dal Bureau Centra!.

Socialisti pacifisti ebbero già varie adunanze qui e ne avranno una nuova il 5 settembre dove si spera troveranno pure delegati francesi e tedeschi. Neanche on. Morgari non fa soverchio affidamento su questo tentativo che avrà solo probabilità di riuscita quando sia cominciato periodo dell'esaurimento (1).

594

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 5975/317. Beverly Farms, 14 agosto 1915 (per. ore 15,15 del 16).

Come risultato della riunione segnalata a V. E. col mio telegramma 309 (2) è partita ieri da Washington una comunicazione scritta diretta ai capi politici e militari delle varie fazioni messicane. La comunicazione fu firmata da questo Segretario di Stato e dai 6 rappresentanti sud-americani partecipanti alle dette riunioni. Essa contiene un invito ai capi fazione di raccogliersi in conferenza nel territorio messicano per addivenire nomina di un Governo provvisorio che indica le elezioni generali in base alla costituzione. I firmatari offrono la propria cooperazione anche per agevolare la Conferenza. Nella comunicazione redatta in termini quanto mai circospetti è sopratutto palese il proposito non ferire suscettibilità messicana e togliere all'invito ogni più lontano carattere coercitivo. Vi si

lascia intendere che i firmatari sud-americani più che in nome rispettivo Governo agiscono di propria iniziativa. Vi si afferma ad ogni modo che pure essendo unanimi nell'appello essi agiscono individualmente ed indipendentemente.

(l) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. 698 del 16 agosto, ore 20. (2) -Cfr. n. 541.
595

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AI MINISTRI AD ATENE, DE BOSDARI, A NISCH, SQUITTI, E A SOFIA, CUCCHI BOASSO

T. GAB. 694. Roma, 15 agosto 1915, ore 21,30.

Coromylas mi ha comunicato ieri la risposta della Grecia alle dichiarazioni fatte dalle potenze in data 3 agosto (1).

Non riproduco il testo che suppongo noto a V. E.

Ho detto al signor Coromylas che la intonazione generale della risposta ellenica mi faceva l'impressione di essere così sbagliata da doverla ascrivere ad un malinteso sulla natura della comunicazione fatta ad Atene dalle quattro Potenze.

Non vi era nessun pensiero di imposizione violenta nelle espressioni usate riguardo al promesso intervento delle Potenze presso la Grecia e la Serbia in favore delle aspirazioni bulgare, e non si trattava che di quella « pressione • che poteva risultare dal fatto di subordinare le nuove offerte di larghi vantaggi territoriali alla condizione della arrendevolezza dei due Stati nei punti richiesti. In tutto ciò non vi era motivo alcuno per la Grecia di protestare contro supposte offese contro la sua indipendenza et simiLia.

Le Potenze facendo un passo presso la Bulgaria per indurla ad entrare in

guerra contro la Turchia e a rimandare per ora ogni realizzazione delle sue aspi

razioni altrove, erano in dovere per lealtà di comunicare alla Serbia e alla Grecia

quanto poteva concernerle nelle dichiarazioni fatte a Sofia.

Lo scopo di tutto ciò era evidente, quello di sostituire all'attuale stato di

divisione e mutua gelosia tra gli Stati balcanici una condizione di armonia e

di reciproci accordi.

Un accordo durevole tra gli Stati balcanici non poteva mai raggiungersi

senonchè a patto di mutue transazioni e concessioni, contemperando i sommi

interessi della nazionalità con le necessità militari ed economiche.

Anche nelle guerre intraprese per scopi essenzialmente nazionalisti, come

quella del Piemonte nel 1859, guerra che iniziò praticamente la unificazione e

l'indipendenza degli italiani, si era pur dovuto procedere ugualmente con tem

peramenti e concessioni: bastava ricordare la cessione di Nizza pattuita da

Cavour (2).

(l) -Cfr. n. 581. (2) -Riproduce il testo dell'annotazione del 14 agosto in SoNNINO, Diario, vol. II, cit., pp. 206-207 ove figura però la seguente aggiunta: « Senza un accordo tra gli Stati balcanici nessuno di essi avrebbe potuto raggiungere qualsiasi aspirazione, perchè se questa guerra riusciva favorevole agli Imperi Centrali si renderebbe impossibile ogni ingrandimento sia della Grecia, sia della Bulgaria in Macedonia o in Tracia, sia della Serbia in Bosnia -Erzegovina, ecc. ecc. Il trionfo degli Imperi Centrali segnerebbe pure quello della Turchia •.
596

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A NISCH, SQUITTI

T. GAB. 684. Roma, 15 agosto 1915, ore 23.

(Per tutti meno Nisch) Ho telegrafato al R. ministro a Nisch quanto segue: (Per tutti) Giers mi comunicò ieri seguenti proposte di Sazonoff per risposta alla Serbia intorno ai compensi per concessioni chiestele in Macedonia: « Gli alleati offrono aìla Serbia in cambio dei sacrifici che le vengono richiesti i seguenti compensi:

l) la Bosnia Erzegovina;

2.) la Slavonia, la Sirmia con Semlino e Batschka;

3) la costa dalmata dal capo Planka sino a un punto stabilito a dieci chilometri al sud di Ragusa vecchia colle isole di Zirona grande e Zirona piccola, Bua, Solta, Brazzà, Jaclin e Calamotta e la penisola di Sabbioncello. La costa che da capo Planka arriva sino alla frontiera attuale del Montenegro dovrà essere neutralizzata ad eccezione del porto di Ragusa. La costa dal punto più sopra indicato sino al fiume Drin sarà riservata alla Serbia e al Montenegro. Essi se la divideranno tra di loro dopo la conclusione della pace. La parte di questa costa ·così acquistata sarà neutralizzata;

4) all'ovest della frontiera serbo-bulgara un territorio in Albania il più largo possibile, potrà collegare la Serbia alla Grecia. I serbi e i greci saranno autorizzati a fissare essi stessi la frontiera comune, ma gli alleati si riservano il diritto di determinare all'ovest il punto terminale di questa frontiera;

5) la parte del Banato abitata dagli slavi, nel caso che la Romania non

sl decidesse a mettersi da parte degli alleati nella crisi attuale. Gli alleati sono

dolenti di non poter modificare i limiti della parte della Macedonia che in base

al trattato del 1912 domandano alla Serbia di cedere alla Bulgaria».

Risposi che non potevo assolutamente, per le ragioni già più volte accennate,

accettare i seguenti punti:

al n. 2 che si compromettesse la questione della Slavonia;

al n. 3 comma 2o che si lasciasse credere alla Serbia di poter avere alcuna

parte della costa al sud di Ragusa vecchia;

al n. 4 mi opponevo dove parlavasi della frontiera greco-serba all'espres

sione " il più largo possibile » dando essa un concetto errato.

Facevo pure altre obiezioni come quella che si tacesse delle sorti dell'Albania

centrale indipendente. Trovavo non opportuno il n. 5.

Aggiunsi di aver già dichiarato a sir Rennell Rodd che accettavo l'ultimo testo

proposto da Grey, condizionatamente alle due soppressioni di cui nel mio tele

gramma di gab. n. 670 (l); testo che mi pareva preferibile per molti riguardi.

V. S. è autorizzata ad agire, eventualmente, in conformità di quanto precede.

(l) Cfr. n. 583.

597

L'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1209/355. Parigi, 15 agosto 1915, ore 20,10 (per. ore 23,50).

Telegramma di V. E. Gabinetto n. 677 (1).

Carlotti fa la stessa proposta alla quale io ho già accennato da qualche tempo e che quando Stancioff era qui fu anche oggetto di molte conversazioni con lui perchè egli considerava l'acquisto di Rodosto molto importante per Bulgaria.

Tale proposta ho rinnovato (mio telegramma n. 338) (l) dopo aver parlato con Delcassé che si riservò di darmi una risposta che non mi è stata ancora data.

Risposta data da Giers a V. E. era prevista. La cupidigia russa è lenta e paziente ma non ha limiti. La Russia vuole Costantinopoli e tutti gli stretti e Delcassé teme prendere o associarsi a iniziativa che possa dispiacere a Pietrogrado. Molti uomini politici e pubblicisti francesi lamentano l'eccessiva remissività di Delcassé verso la Russia. Mi consta anzi a questo proposito che quando uscì il famoso articolo del Temps in favore dell'attribuzione alla Russia di Costantinopoli e di tutti gli Stretti, alla Camera si manifestò qualche emozione e alcuni uomini politici chiesero al Quai d'Orsay se l'articolo era di ispirazione ufficiosa. Fu loro risposto che Governo francese non avendo ancora discusso con Inghilterra e Russia circa Costantinopoli e gli Stretti era estraneo a quella pubblicazione che era stata concertata da Izvolsky col Direttore del Temps.

Poscia un senatore autorevole si recò da Poincaré per dirgli che l'interesse francese avrebbe consigliato a conservare nel centro dell'Asia Minore uno Stato musulmano che avesse anche le sponde asiatiche del Mar di Marmara perchè la libertà degli Stretti alla quale anche la Francia è interessata si avrebbe soltanto se Russia non fosse sola a possederla.

Poincaré rispose al suo interlocutore che divideva pienamente le sue idee. Il concetto che in caso di spartizione della Turchia si dovrebbe conservare nel centro dell'Asia Minore uno Stato musulmano che avesse una parte della sponda asiatica degli Stretti fu già espresso qualche mese fa da Cambon a Imperiali.

Intanto ora noi potremmo sollevando la questione di Rodosto facilitare l'accordo colla Bulgaria e premunirei contro il predominio esclusivo Russia negli Stretti che certamente sarebbe contrario ai nostri interessi (2).

598

IL MINISTRO A NISCH, SQUITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. u. 1204176. Nisch, 15 agosto 1915, ore 9 (per. ore 6,30 del16).

Ministri di Russia, Inghilterra e Francia ai quali non mi sono potuto associare per mancanza di istruzioni hanno fatto questa sera a Pachitch seguente comunicazione firmata in nome loro Governi:

l) In risposta agli schiarimenti domandati da S. E. il Presidente del Consiglio in seguito al passo fatto il 4 agosto dai rappresentanti delle Potenze alleate il Governo..... desidera dare le spiegazioni e garanzie seguenti:

2) A condizione che la Serbia adotti le vedute delle Potenze relativamente alla Macedonia, i territori seguenti sono riservati alla Serbia in caso di una guerra vittoriosa:

3) La Bosnia Erzegovina, la Sirmia fino alla linea della Drava e del Danubio, compreso Semlino e Bacska e la costa dell'Adriatico dal Capo Planka fino ad un punto situato a 10 chilometri al sud di Ragusa Vecchia con isole di Grande Zirone, Piccolo Zirone, Bua, Salta, Brazzà, Jaclan e Calamatta e la penisola di Sabbioncello.

Se l'avvenire della Slavonia sarà nelle mani degli alleati alla fine della guerra, essa sarà attribuita alla Serbia.

4) La costa dalla punta situata a 10 chilometri al Sud di Ragusa vecchia fino al Drin è ugualmente riservata, ma riguardo a questa cosa le pretese del Montenegro saranno prese in considerazione alla conclusione della Pace ed una decisione al riguardo di essa non potrà aver luogo prima:

5) La costa dal Drin fino Voiussa è riservata ad uno Stato indipendente dell'Albania Centrale:

6) La sorte della Croazia con la costa dalla baia di Volosca fino frontiera della Dalmazia, compresa Fiume, è riservata, senza pregiudizio, per essere decisa alla conclusione della pace:

7) La costa dal capo Planka fino all'estremità Sud di Sabbioncello e la costa da un punto situato a 10 chilometri al Sud della punta di Ragusa Vecchia fino alla Voiussa saranno neutralizzate come le isole sopra menzionate eccezione fatta dei territori già in possesso del Montenegro.

(l) -Non pubblicato. (2) -Ritrasmesso a Londra e Pietrogrado con t. gab. 699 del 16 agosto, ore 21.
599

IL MINISTRO A CETTIGNE, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 5974/150. Cettigne, 15 agosto 1915, ore 2,14 (per. ore 10,35 del 16).

Da qualche giorno travasi qui Bib Dada venuto, secondo la versione ufficiale, a desiderio appunto di S. M. il Re. Mi risulta anche per dichiarazione a me ed al collega di Inghilterra che egli ha invitato i montenegrini ad occupare Alessio per porre termine agli attacchi di Essad e per impedire una nuova guerra di religione. A me disse considerare occupazione come un male necessario che potrebbe però essere evitato ove l'Italia persuadesse Essad a rimanere tranquillo. Si dichiara dispiacente che la sua recente condotta fosse stata da noi interpretata malamente aggiungendo che intende al più presto recarsi a vivere in Italia perchè dell'Albania non voleva più udire parlare. È probabile che Bid Dada sia stato indotto a far la detta proposta per entrare maggiormente in grazia di questo Governo allo scopo spillare denaro non conoscendo d'altra parte le ragioni che nel momento attuale renderebbero difficile una ulteriore avanzata montenegrina in Albania.

600

IL MINISTRO A SOFIA, CUCCHI BOASSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 6032/441. Sofia, 15 agosto 1915, ore 19,30 (per. re 10 del 18).

Giornale presidente consiglio accennando linguaggio ambiguo opposizione invocante intesa balcanica dice questa sarà possibile soltanto se aspirazioni bulgare verranno soddisfatte da serbi e greci. Giornale del ministro dei lavori pubblici, noto austrofilo, scrive che se Intesa non saprà fare valere sua volontà dinanzi risposta arrogante della Grecia, prestigio della Quadruplice nei Balcani sarà finito ed essa non potrà contare sulla cooperazione degli stati balcanici poichè questi nulla possono attendere da Intesa. Giornale di Malinoff scrive che essendo ormai nota richiesta minima bulgara, Radoslavoff deve dire sua ultima parola all'Intesa e cessare di mercanteggiare, tanto più che attualmente Intesa pare aver bisogno concorso bulgaro, che in futuro potrebbe non aver stesso valore. Giornale socialista riformista si scaglia contro austro-tedeschi che favoriti da legami dinastici, intrigano :r.:.ei Balcani e segnala pericolo che il Governo bulgaro respinga proposte

Intesa. Giornale socialista sindacalista invoca federazione balcanica onde opporsi ai conquistatori del settentrione e dell'occidente.

601

L'AGENTE DIPLOMATICO E CONSOLE GENERALE AL CAIRO, SERRA, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

R. 1977/362. Bulkeley, 15 agosto 1915.

La situazione ad Amseat, località presso Sollum, ove come è noto, è stato piantato il campo senussita, ha richiamato in questi ultimi tempi la mia vivissima attenzione per cui ho intensificato il servizio d'informazioni. Innumerevoli sono stati i rapporti ed i telegrammi che ho diretto su tale argomento al Ministero delle Colonie, i quali certamente saranno stati comunicati all'E. V., tuttavia per meglio chiarire la situazione dell'Egitto e delle autorità inglesi di fronte al senussismo, credo opportuno iniziare con questo una serie di rapporti espositivi su questo importante argomento. Sidi Ahmed El Scerif è arrivato all'apogeo della sua megalomania. Egli si crede un vero sovrano, manda ambasciatori, ha guardie, soldati e cannoni; possiede automobili, luce elettrica, telegrafo senza fili, molti fonografi; riceve messaggi dai sultani d'Egitto, dalla Turchia e molto probabilmente dall'imperatore di Germania; tratta colle autorità inglesi, e cosa più strana di tutte, ha avuto finora denaro abbastanza per pagare tutto ciò. Per un lungo periodo dunque costui sarà intrattabile, sebbene nel fondo del suo cuore forse la nazione che stimerà sarà l'Italia, la sola che non si è abbassata di fronte a lui. Però quelli che gli stanno d'attorno n un condi vidono il suo ottimismo perchè

questo stato di cose ha cominciato anche a corrodere la compagine della famiglia senussita.

I fratelli Idris e Rida si vedono troppo messi da parte quando sarebbe tempo che cessasse questo potere di Sidi Ahmed che doveva essere una semplice reggenza, d'altra parte la scissione fra i due figli di Sidi el Mahdi ed i cugini si accentua essendo aumentata l'antipatia di questi due per Sidi Hilal e Sidi SaifEddin. Il primo di questi ha urtato la suscettibilità dei cugini per il lusso che vuol ostentare, ed il secondo perchè posa a capo guerriero ed a gran generale moderno.

D'altra parte Sidi Ahmed, come arriva a tutti i capi religiosi che prendono troppo a cuore il potere temporale, ha perduto l'affetto e la stima di parecchi Akhuan, i quali vedono che tutti i loro sforzi e loro sacrifici di sangue servono soltanto ad impinguare le tasche di Sidi Ahmed e che in ogni modo non· è questo il mezzo di raggiungere l'indipendenza perchè o coll'Italia o coll'Inghilterra o colla Germania questi intrighi porteranno sempre alla potenza degli stranieri in Cirenaica.

La situazione di Sidi Ahmed dal lato internazionale è molto complicata. Egli ha al campo quaranta ufficiali turchi al comando di Noury bey e 47 sottoufficiali. Pare che vi siano pure due o tre ufficiali tedeschi, messaggi vanno e vengono da Costantinopoli con lettere e denaro. Naturalmente tutti costoro incitano Sidi Ahmed ad attaccare la frontiera egiziana; non perchè sperino nel trionfo delle loro armi, ma per la sicurezza che il Governo inglese per qualunque difesa che voglia organizzare deve immobilizzare una trentina di migliaia di uomini.

Ma Sidi Ahmed finora non ha voluto udire da questo orecchio; esso ha tutto da guadagnare in questo bilanciare fra le due tendenze e d'altra parte ove la lotta coll'Inghilterra s'ingaggi egli capisce che può essere schiacciato in un'azione cbmbinata fra l'Italia e l'Inghilterra.

D'altra parte il Governo inglese, come è naturale, cerca di tenerselo amico perchè in questo momento non se la sente di ricorrere a mezzi violenti. L'alto commissariato considera il Gran Senussi come un capo religioso che non può a nessun costo inimicarsi, senza mettere a repentaglio la tranquillità dell'Egitto in un momento così delicato. Però se il Governo britannico chiude gli occhi su molte cose e manda in doni a Sidi Ahmed oggetti di innocente uso, esso si è in questi ultimi tempi astenuto dal fornire al Senussi armi o denari.

Il Gran Senussi è stato tranquillo fino a che ha ricevuto da Costantinopoli tutto quello che voleva (pare che in totale abbia ricevuto un milione e ottocento mila franchi dai turco-tedeschi). Appena però quella sorgente si è esaurita, ha assunto un contegno meno remissivo verso l'Inghilterra.

È noto che Sidi Ahmed ha nominato suo rappresentante per l'Egitto, Sidi Mohamed el Idrissi di Luxor.

Ora, qualche settimana fa perchè un messaggero del Senussi fu perquisito e spogliato di 580 talleri di Maria Teresa, da parte delle autorità anglo-egiziane, il Senussi fece dichiarare da Sidi Mohamed el Idrissi al generale Maxwell che avrebbe rotto ogni rapporto con esso e che non rispondeva di nulla. Fu giuocoforza per il comando inglese dichiarare che c'era stato un equivoco e restituire il denaro. Sidi Ahmed, visto che la « maniera forte » portava i suoi frutti ha fatto sapere al generale che egli soffriva troppo il caldo ad Amseat e che con i suoi ucmini andava ad abitare il forte turco di Sollum. Questa volta il generale ha dovuto rispondere che era molto dolente, ma che non poteva dare un forte sul territorio egiziano perchè ciò sarebbe dispiaciuto all'Italia che è alleata dell'In

ghilterra. Non so come Sidi Ahmed abbia accettato tale risposta.

L'atteggiamento di Sidi Ahmed verso le autorità britanniche, anche quando

vuole forzar loro la mano, non include mai minaccie nè sfide. Soltanto Sidi Ahmed

dichiara che vuoi partire per Giarabub, ciò significa che egli è pronto a lasciare

il campo di Amseat in mano ai turchi i quali immediatamente si getterebbero

sulle truppe anglo-egiziane.

602

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A NISCH, SQUITTI

T. GAB. 697. Roma, 16 agosto 1915, ore 12,15.

(Per Nisch) Telegramma di V. S. n. 76 (1).

(Per tutti meno Nisch) Il R. ministro a Nisch telegrafa quanto segue: • Mi

nistro di Russia..... • (come nel telegramma n. 76).

Ho telegrafato a Squittì:

(Per tutti) Prego V. S. fare a Pasic la comunicazione indicata nel suo tele

gramma cui rispondo che corrisponde a quella contenuta nel mio telegramma

n. 670 (2). Essa dovrà essere fatta nella stessa forma con cui venne presentata dai suoi colleghi di Francia, Inghilterra e Russia, sopprimendo però il periodo • Se l'avvenire della Slavonia sarà nelle mani degli alleati alla fine della guerra essa sarà attribuita alla Serbia •, e sopprimendo, nel periodo susseguente, la parola

• ugualmente •.

(Per tutti meno Nisch) Prego V. E. far sentire a codesto Governo tutta la nostra sorpresa che mentre duravano le trattative per un accordo esso abbia dato istruzioni al suo rappresentante a Nisch di agire anche senza il nostro consenso, includendo nella dichiarazione alcune espressioni sulle quali verteva appunto la discussione, come la frase relativa alla Slavonia da noi esclusa, e quella attribuente alla Serbia qualche diritto sulla costa al sud di Ragusa vecchia.

603

IL MINISTRO A NISCH, SQUITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. u. 1215/77. Nisch, 16 agosto 1915, ore 3,40 (per. ore 2,30 del 17).

Ho ricevuto stamane alle nove i telegrammi di V. E. Gabinetto 670 (2) e 685 (3) urgente e mi riferisco mio telegramma 76 (l) dal quale risulta che nel testo della comunicazione identica fatta ieri sera a Pachitch dai miei colleghi inglese francese e russo non è stato tenuto conto delle modificazioni volute da V. E.

Perciò continuo ad astenermi da ogni comunicazione a questo Governo in attesa di sue istruzioni. La comunicazione del testo di cui sopra è stata accolta da Pachitch con viva sorpresa e profondo dolore. I tre colleghi che ho veduto testè separatamente l'un dall'altro mi hanno detto concordemente che il Presidente del Consiglio di natura così calma e fredda è divenuto eccitatissimo e quasi convulso alla lettura di quel documento ed ha detto nel primo impeto queste precise parole • Il nostro consenso a ciò che da voi si chiedeva era molto difficile ma ora è del tutto impossibile. Non vi sarà più Serbia piuttosto che accettare simili condizioni "· Due cose specialmente lo avrebbero molto penosamente colpito • La creazione di uno Stato indipendente d'Albania centrale e la neutralizzazione della costa dalmata riservata alla Serbia "· Assumerò nuove informazioni nel corso della giornata sulle disposizioni del Governo serbo in seguito a più maturo esame della grave situazione.

(l) -Cfr. n. 598. (2) -Cfr. n. 583. (3) -Non pubblicato.
604

IL MINISTRO A NISCH, SQUITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1214/78. Nisch, 16 agosto 1915, ore 20,10 (per. ore 8 del 17).

Pachitch è partito ieri sera, dopo nota comunicazione, a conferire col Re e col Principe Reggente. Il Governo tiene ancora segreto contenuto di tale comunicazione, ma domani ne saranno informati i Capi partito della Skupsctina che si è riunita stamane e fra poco sarà presa una risoluzione. Ho veduto Jovanovic il quale mi ha detto che la Serbia, in presenza della volontà espressa dagli alleati non ha che due .partiti da prendere: o sacrificarsi con le armi in mano o concludere una pace separata con l'Austria-Ungheria. Accettare puramente e semplice-_ mente quello che le si chiede è impossibile. Egli ha soggiunto essere dolente che il crudele e ingiusto trattamento che le viene inflitto provenga dall'Italia, essendo evidente che siamo stati noi ad esigere la creazione di uno Stato indipendente d'Albania e neutralizzazione della costa dalmata per premunirei contro un immaginario pericolo serbo nell'Adriatico. Oggi la vera nemica della Serbia sarebbe l'Italia.

Non ho mancato di rispondere con calma a questo sfogo sottoponendogli vari argomenti che mi sono sembrati adatti a combattere l'apprezzamento del mio interlocutore. Primo fra essi è stato un breve riassunto di quanto l'Italia ha fatto pel bene della Serbia.

29 -Documenti diplomatici-Serie V-Vol. IV

605

IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI, BORSARELLI, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

D. 43826. Roma, 16 agosto 1915.

Mi pregio comunicare alla E. V., per sua opportuna conoscenza il seguente telegramma del R. ministro ad Atene, in data del 16 corrente:

• Stamane, secondo quanto era già stato deciso, si aprì la Camera. Fu sollevata la questione della partecipazione al voto dei deputati dell'Epiro settentrionale e fu decisa in senso negativo. Anche Venizelos si dichiarò contrario. Venutosi poi alle elezioni del Presidente, il candidato venizelista fu eletto con 182 voti, il candidato governativo ne riportò 93, il candidato di un altro gruppo 7 e 24 schede bianche. Conosciutosi il risultato dell'elezione, Gounaris dichiarò che il Gabinetto oggi stesso avrebbe presentato le sue dimissioni e pregò il Presidente di sospendere i lavori parlamentari fino alla soluzione della crisi •.

606

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A NISCH, SQUITTI

T. GAB. uu. 705. Roma, 17 agosto 1915, ore 12,30.

(Per Nisch) Telegrammi di V. S. n. 77 e 78 (1).

(Per tutti meno Nisch) Il R. ministro a Nisch telegrafa: ..... (come nei telegrammi n. 77 e 78 da Nisch). Ho telegrafato a Squittì quanto segue: (Per tutti) Vista impressione sfavorevole prodotta costà da comunicazione

fatta dai suoi colleghi di Russia Francia e Inghilterra pregola sospendere comunicazione di cui al mio telegramma n. 697 (2).

607

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A CETTIGNE, NEGROTTO CAMBIASO

T. R. 3076. Roma, 17 agosto 1915, ore 15.

Suo telegramma n. 150 (3). Ci risulta che Essad non ha alcuna intenzione di impadronirsi di Alessio e di provocare conflitti tra musulmani e cristiani. Pregola smentire opportunamente

presso codesto Governo disegni attribuiti ad Essad da Bib Doba per suoi fini personali, per controbilanciare azione di quest'ultimo diretta a provocare occupazione Alessio da parte montenegrini. Occorre però che azione della S. V. sia tale da non far nascere impressione che noi si agisca per conto o nell'interesse di Essad.

(l) -Cfr. nn. 603 e 604. (2) -Cfr. n. 602. (3) -Cfr. n. 599.
608

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 6004/450. Atene, 17 agosto 1915, ore 20 (per. ore 23).

Incarico formare nuovo Gabinetto è stato dato a Venizelos il quale ha chiesto quattro o cinque giorni di tempo.

609

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1218/366. Londra, 17 agosto 1915, ore 9 (per. ore l del18).

Telegramma di V. E. Gab. n. 697 (1).

Mi sono testè espresso con Grey nei termini prescrittimi da V. E. aggiungendo per conto mio che l'avvenuto mi cagionava tanto maggiore sorpresa e rincrescimento in quanto poneva in raffronto procedura sommaria dei tre ministri a Nisch coll'estrema condiscendenza mostrata da V. E. nel consentire rivelazione. Per queste mie lagnanze Grey è rimasto molto sorpreso e dispiaciuto. Egli mi ha pregato di dire a V. E. che omissione nella nota delle varianti non è stata • intenzionale » e deve essere stata conseguenza di una svista, dovuta sia alla confusione tra i vari emendamenti presentati all'ultimo, tra cui uno di Sazonoff e nemmeno inserito, sia alla grande fretta della comunicazione che era assolutamente indispensabile venisse fatta prima della riunione della Skuptchina. Grey mi ha informato poi della cattiva accoglienza fatta da Pachitch il quale ha detto che non si sarebbe mai aspettato una risposta simile. Ciò non astante Grey è d'avviso che occorre ad ogni costo trovare il modo di dare soddisfazione alle domande della Bulgaria che se non ottiene Macedonia mediante accordo con Quadruplice si rivolgerà dall'altra parte e gli austro-tedeschi riusciranno nell'intento loro di dare la mano ai turchi. Grey ha concluso avrebbe telegrafato a Rodd di intrattenere

V. E. di tutto quanto precede informandola del linguaggio che per conto suo si propone di tenere a Pachitch per cercare di persuaderlo.

(l) Cfr. n. 602.

610

IL MINISTRO A NISCH, SQUITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1219/79. Nisch, 17 agosto 1915, ore 21 (per. ore 1,30 del 18).

Telegramma di V. E. Gabinetto n. 697/91 (1).

Seguendo la medesima procedura dei miei Colleghi francese, inglese e russo ho comunicato oggi stesso a Pachitch, con nota verbale, testo indicato nel detto telegramma, omettendo la frase relativa alla Slavonia e la parola • ugualmente ".

Pachitch era molto abbattuto e mi ha detto semplicemente non essere ancora possibile prevedere il partito cui si appiglierà la Serbia.

611

IL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 6068/63. Addis Abeba, 17 agosto 1915 (2).

Rispondo suo tel. 3015 (3).

Voci riguardanti pretese strette relazioni fra Negus Micael e questo ministro di Germania sono puramente fantastiche perchè essi non si conoscono nemmeno. È vero invece che questo ministro tedesco valendosi presenza in Dessié di Ligg Jasu, del quale inviato (?) nota ammirazione in tutta Germania, sta fa,cendo ogni sorta ,intrighi e press,ìoni per tur,bare relazioni fra Italia e Etiopia coadiuvato in ciò da questo console generale turco che valesi delle simpatie e tendenze islamismo di Ligg Jasu.

Malgrado ciò e malgrado le informazioni allarmanti provenienti tutte dal Tigré e che troverebbero [conferma] anche in certo atteggiamento ed atti dello stesso (come il recente invio al suo paese di Fitaurarisci) io sono tuttora convinto che nè Ligg Jasu nè Negus Micael hanno veramente l'intenzione che ad essi si attribuisce di aggredire Evitrea, ad ogni modo non sarebbe facile ad essi di tradurla in atto poichè le condizioni morali e materiali dell'Abissinia non sono certo favorevoli a simili piani.

Posso ad ogni modo assicurare V. E. che vigilo ed agisco in modo sventare gli eventuali intrighi tedeschi d'accordo con i colleghi francese e inglese.

(l) -Cfr. n. 602. (2) -Il telegr::mma venne trasmesso da Asmara il 20 agosto alle ore 10 e pervenne alle ore 20,45. (3) -Non pubblicato, ma cfr. n. 579.
612

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 3088. Roma, 18 agosto 1915, ore 16.

Tel. di V. E. 1294 (1).

D'accordo col Ministero delle Colonie prego V. E. di rimettere a codesto Governo pro-memoria in cui senza ricapitolare gravami precedentemente esposti circa contegno autorità anglo-egiziana verso il Senussi, che formarono oggetto della sua conversazione con Grey del 26 luglio ultimo scorso, sia fatta soltanto menzione della proposta che Italia e Inghilterra trattino insieme tanto con Idriss che col Senussi.

Quahto all'accentramento della questione a Roma converrà rimandare ogni decisione a quando sarà arrivato qui il colonnello Hunter.

613

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 712. Roma, 18 agosto 1915, ore 21.

A Sir Rennell Rodd, veduto oggi, ho manifestato la mia spiacevole sorpresa della comunicazione fatta il 15 corrente a Nisch dai tre alleati del testo di risposta redatto da Grey, senza togliervi le èspressioni alle quali mi ero opposto. Dissi che il R. rappresentante aveva ieri fatta la comunicazione sopprimendo appunto il periodo relativo alla Slavonia e la parola • egualmente • che a quel periodo si riferiva nella frase successiva.

Rodd disse che la cosa dev'essere dipesa da ritardi di trasmissione telegrafica, combinati con l'urgenza di dare a Nisch una qualche risposta entro il 15. Grey mi comunicava ora le spiegazioni che, per conto suo esclusivamente personale, aveva creduto dover :far aggiungere l'indomani presso Pasic per calmarne l'irritazione. Il ministro inglese aveva avuto istruzione di osservare a Pasic che la Serbia avrebbe torto di lamentarsi delle offerte :fattele; che per la Croazia tutto era riservato nell'avvenire; che forse si sarebbe potuto un giorno :far di Fiume una città libera; che la Serbia aveva ogni interesse di collaborare strenuamente per la vittoria dell'Intesa.

Osservai che per quanto Grey aveva detto riguardo alla Croazia non potevo davvero dare la mia approvazione; che seguitavo a ritenere sbagliatissimo il metodo fin qui seguito, con l'aggiungere volta per vol·ta una nuova promessa a quelle già :fatte. Con ciò si spingeva soltanto l'altra .parte ad aumentare le sue esigenze; che non potevo più seguire gli alleati su questa via che consisteva sostanzialmente nel :far cedere successivamente all'Italia i vari interessi che le erano stati assi

curati dalla convenzione di Londra; che era stato uno sbaglio anche il comunicare alla Serbia quanto la riguardava in quella convenzione; ma che in ogni modo il

R. Governo non poteva in alcun modo consentire ad alterare oggi quanto era stato ivi stabilito.

Visto che lo scopo di tutto ciò era di spingere all'azione la Bulgaria, era su questa che bisognava premere direttamente, senza perdere inutilmente energie e tempo a persuadere la Serbia e la Grecia a fare dichiarazioni preventive di consentimento ai parziali sacrifici che venivano loro richiesti; serbi e greci avrebbero accettato a suo tempo i fatti compiuti perchè non avevano che da guadagnarci.

Dovevamo invece fare collettivamente una netta e solenne dichiarazione a Sofia che le 4 potenze garantivano alla Bulgaria il possesso della Macedonia (come nel trattato del 1912) al termine della guerra. Di ciò facevo proposta formale agli alleati. Tale dichiarazione esplicita di garanzia non era ancora stata fatta, e la Bulgaria era giustificata nell'esigerla. Se questo non fosse bastato si poteva poi tra di noi discutere la questione se convenisse aggiungere alla linea Enos-Midia la promessa di qualche altro territorio. Intanto dovevamo lasciare senza altre nuove risposte o dichiarazioni così la Serbia come la Grecia, senza dire o fare nulla che potesse irritarle, ma senza inutili tentativi di attirarle con la moltiplicazione delle offerte e delle promesse.

Oramai tutti gli stati balcanici erano informati delle condizioni dell'assetto generale che alle potenze pareva equo e giusto per contemperare con vantaggio comune le diverse loro aspirazioni e necessità. Si lasciasse pel resto che il giuoco dei partiti interni spingesse i vari Governi ad accettare volenterosi o a rassegnarsi a tale assetto.

Ho parlato oggi stesso nel medesimo senso agli ambasciatori di Francia e di Russia. Barrère era venuto a suggerire a nome di Delcassé che si cercasse di placare la Serbia con l'aggiungere Durazzo alle offerte fattele, proposta che rigettai in modo assoluto, per le ragioni già da me svolte al Rodd, e perchè non ammettevo che si discutesse ora di modificazioni da farsi ai patti di Londra (1).

Prego V. E. parlare con codesto Governo in conformità di quanto precede.

(l) Cfr. n. 515.

614

L'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1233/360. Parigi, 18 agosto 1915, ore 20,15 (per. ore 22,50).

Avendo stamane Echo de Paris pubblicato articolo di Herbette che concludeva doversi concedere la Croazia alla Serbia, ho mandato a chiamare Herbette e gli ho dimostrato quanto fosse imprudente eccitare la Serbia a chiedere cose che non potrà avere. Egli mi ha perfettamente compreso e mi ha promesso che non tornerà più sull'argomento. Quindi mi sono recato da Delcassé e l'ho pregato di avvertire la censura di non lasciare passare simili articoli i quali non possono che rendere più difficile soluzione della questione serbo-bulgara.

Ho trovato Delcassé molto preoccupato e ansioso di avere notizie da Belgrado. Egli considera che l'intervento bulgaro contro la Turchia può solo in questo momento bilanciare l'effetto dell'avanzata austro-tedesca in Russia, mentre la offensiva inglese e la ripresa dell'offensiva russa, sulla quale egli tuttora fa assegnamento, sono in ogni modo troppo lontane. Egli ha convenuto con me che l'attitudine della Serbia era ingiustifìcata ed ingiustifìcabile visto che essa andrebbe ad acquistare un territorio immensamente più grande di quello che perderebbe e del quale essa non è in grado di conquistare colle sue forze nemmeno una minima parte. Tutto quello che può fare colle sue forze è difendere quello che ha e tutto ciò che acquisterà lo dovrà esclusivamente alla vittoria dell'Intesa.

Delcassé, pur sperando che la Serbia addiverrà a consigli più ragionevoli, spera che V. E. si presterà ad un miglioramento della frontiera greco-serba che, a parere di Delcassé, è l'unico punto nel quale le domande serbe si appoggiano su validi [argomenti].

Dal giorno della dichiarazione di guerra mai ho veduto Delcassé ansioso e nervoso come oggi.

(l) II testo di questo telegramma è identico a quello dell'annotazione del 18 agosto in SoNNINO, Diario, vol. II, cit., pp. 207-209.

615

IL MINISTRO A NISCH, SQUITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1225. Nisch, 18 agosto 1915, ore 13 (per. ore 23).

Mi giunge in questo momento ore 9 telegramma urgente di V. E. Gab.

705/94 (1), ma io aveva già fatta a Pachitch nota comunicazione nel pomeriggio

di ieri non appena ricevuto telegramma di V. E. Gabinetto n. 697 (2).

Mi sono affrettato a farlo subito perchè l'astensione dell'Italia in questo

momento grave per la Serbia cominCiava ad essere intesa qui come indizio di

disaccordo fra le 4 Potenze alleate e del poco conto in cui Russia, Inghilterra,

Francia terrebbero il nostro parere ed il nostro concorso.

Mi rincresce che il contrordine di V. E. sia arrivato troppo tardi mettendomi

così nella impossibilità materiale di eseguirlo.

616

L'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, GARRONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 6036/677. Dedeagatch, 18 agosto 1915, ore 9,30 (per. ore 23,10).

Persecuzioni contro armeni si sono accentuate in provincia. Misure di rigore sono state adottate in questi ultimi giorni anche nel bacino del mar di Marmara e persino nella stessa capitale.

Causa delle persecuzioni sono simpatie che popolazione armena con eccessiva fiducia in loro alacre successo ha dimostrato alle armate russe. Queste simpatie sono il frutto di una paziente e ben predisposta azione di propaganda già da me segnalata in lunghi rapporti; per essere stata però mal coordinata ad una azione di esecuzione, armeni sono oggi abbandonati a loro stessi e minacciati nella loro esistenza nazionale.

(l) -Cfr. n. 606. (2) -Cfr. n. 602.
617

IL MINISTRO A NISCH, SQUITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1231/81. Nisch, 18 agosto 1915, ore 12,20 (per. ore l del 19).

Ieri dopo Pachitch ho veduto anche Jovanovic il quale, facendosi eco del comune sentimento del ministero mi ha detto che l'Italia d'ora innanzi non potrà più essere considerata come amica della Serbia, perchè ha preso di fronte a questa il posto dell'Austria. I nostri interessi, ha soggiunto, sono divergenti e perciò nè cooperazione militare nè alcun altro atto di solidarietà è più possibile fra noi.

Profittando della famigliarità che ho con lui, gli ho risposto che questo era il linguaggio della collera, sempre cattiva consigliera, e che mi riservavo persuaderlo in altro momento quanto erroneo fosse il suo dire. Temo intanto che la stampa, che per cura assidua e non facile della R. legazione è stata indotta a smettere la campagna che aveva intrapresa contro l'Italia per la Dalmazia, riprenda con rinnovata virulenza gli attacchi contro di noi e questa volta senza riparo (1).

618

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.RR. 1226/34. Stoccolma, 18 agosto 1915, ore 20,40 (per. ore 1,20 del 19).

Questo ministro di Russia mi ha detto in via strettamente confidenziale che circa tre settimane fa Germania avrebbe fatto per via indiretta alla Russia proposta di pace separata offrendo Galizia orientale in cambio di una parte della Polonia e Costantinopoli per avere libertà d'azione in Egitto. Tale proposta sarebbe stata naturalmente respinta (2).

(l) -Ritrasmesso a Londra. Parigi e Pietrogrado con t. gab. 714 del 19 agosto, ore 11,25. (2) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado con t. gab. 715 del 19 agosto, ore 18.
619

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.RR. 1232/367. Londra, 18 agosto 1915, ore 9,30 (per. ore 3,40 del 19).

Dopo il discorso fattomi ieri da Grey, le allusioni anteriori di lord Crewe, e la domanda sintomatica del re non mi pare possa sussistere dubbio alcuno sul pensiero presumibilmente condiviso anche dagli altri alleati.

Sulla convenienza di assecondare o meno tale desiderio, nonchè sulla scelta del modo e momento di farlo sarebbe somma presunzione da parte mia di esprimere parere, trattandosi di questione sulla quale solo il Governo di S. M. possiede l'insieme degli elementi necessari per prendere la decisione che crederà più e meglio conforme agli interessi supremi del paese.

Quale comunque che detta decisione sia per essere, vorrei soltanto permettermi di attirare attenzione di V. E. sulla opportunità da me subordinatamente ravvisata di non lasciare senza risposta l'accenno fattomi ieri da Grey al delicato argomento, e di profittare della occasione per venire ad una franca ed amichevole spiegazione sulla situazione generale e sui nostri intendimenti in relazione con gli impegni assunti nell'accordo dell'aprile.

Il mantenere più oltre silenzio e riserva potrebbe forse alla lunga porci in una posizione imbarazzante e con l'accreditare impressioni false ed ingiustificate, provocare ad un momento dato una qualche più esplicita interrogazione che per quanto certo rivoltaci con tatto ed in via amichevole, non mi parrebbe meno nostro interesse e dignità di prevenire, prendendo noi iniziativa del discorso.

Una spiegazione mi parrebbe desiderabile pure per chiarificare alquanto atmosfera in cui sembrami siasi in questi ultimi giorni alquanto sviluppata inutile elettricità. Da un lato io ho formulato vivaci lagnanze per il fermo del

• Bulgaria • mentre Foreign Office ed ammiragliato sostengono invece misura legale giustificatissima e soluzione dell'incidente perfettamente amichevole e riguardosa verso di noi. D'altra parte qui si dolgono non meno acerbamente di noi, pretendendo che grazie a noi ed alla Grecia, la Turchia viene rifornita di articoli aventi potenziale valore militare.

Ieri mi si lasciava persino intravvedere possibilità di un ritorno su decisione che tanto lavoro mi ha costato circa equiparazione Italia agli altri paesi alleati, malgrado nostra diversa situazione di fronte Germania e Turchia. Vi è poi da risolvere importante questione lana, circa la quale scorgo da un telegramma ricevuto ieri dall'ufficio competente del ministero perdurante insanabile divergenza tra le vedute nostre che non intendiamo proibire esportazioni in Turchia e paesi finitimi e quelle inglesi recisamente contrarie a concedere esportazione tale loro prodotto, senza positiva garanzia che esso pel tramite nostro, e per via diretta

o indiretta, non andrà a finire nelle mani dei loro nemici tedeschi, austriaci e turchi.

Mi sono permesso sottoporre con usata franchezza questo suggerimento che mi apparirebbe giustificato in vista della nostra situazione presente di alleati, e dato l'indiscutibile interesse nostro di gittare ora il buon seme relazioni intime salde e durature itala-britanniche sulla base di importanti scopi e interessi comuni politici ed economici e nell'intento di raccogliere in futuro tangibili e pratici risultati.

620

IL MINISTRO A SOFIA, CUCCHI BOASSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 6034/439. Sofia, 18 agosto 1915, ore 7,30 (per. ore 10,25 del 19).

Mio telegramma n. 438 (1).

Colonia armena ha indirizzato a me ed ai miei colleghi alleati telegramma per trasmettermi seguente risoluzione: • Colonia armena di Sofia piange distruzione degli armeni in Turchia, che avviene ora impunemente sotto gli occhi di tutta l'umanità civile. Malgrado catastrofe scuota Europa, malgrado grandi e piccole potenze siano occupate dalle loro disgrazie nazionali, dichiarano che una grande responsabilità cade su di esse dinanzi la storia per indifferenza che mostrano verso i fatti spaventevoli che si passano in Armenia. Crediamo che tale indifferenza è il più grande stimolo ai governanti irresponsabili di Costantinopoli nel loro sogno di giustiziare un popolo civile. Leviamo la nostra voce dinanzi nazioni civili del mondo supplicando salvare almeno frammenti del nostro popolo martire, mostrando così che coscienza e sentimento responsabilità morale esiste ancora •.

621

L'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1250/365. Parigi, 19 agosto 1915, ore 13,40 (per. ore 17).

Più volte Delcassé ripetendomi quanto mi disse Poincaré e io riferii a V. E., si è lamentato della lentezza dell'azione diplomatica dell'Intesa e degli equivoci cui aveva dato luogo. Tanto Poincaré quanto Delcassé desidererebbero che fosse concentrata a Parigi dove sotto la Presidenza di Delcassé potrebbero riunirsi gli Ambasciatori alleati. Delcassé non può fare la proposta per sè stesso e non vuole farla senza designazione del luogo di riunione perchè non abbia a designarsi Londra che già fu centro di simile riunione. Se Italia credesse saggiare il terreno a Londra e a Pietrogrado indicando Parig<i, qui se ne sarebbe lieti.

(l) Non pubblicato.

622

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 6039/231. San Sebastiano, 19 agosto 1915, ore 14,50 (per. ore 19,10).

Telegramma di V. E. 3067 (1).

Informazioni analoghe a quelle inviate dal R. console di Gibilterra sono giunte a queste ambasciate di Francia e d'Inghilterra che però non ne sembrano molto preoccupate. È indubitato che si trovano in Spagna numerosi tedeschi che si vanno sempre più organizzando in modo che corse perfino voce che preparino un colpo di mano frontiera Pirenei o Portogallo. Più verosimile è invece mirino provocare moto insurrezionale nel Marocco. Ho creduto opportuno parlarne ieri con ministro di stato il quale mi disse confidenzialmente che credeva i tedeschi capaci di simili imprese che però erano attentamente sorvegliati tanto in Spagna che nella zona spagnuola del Marocco e nulla gli risultava di quanto io gli riferivo.

Per conto mio osservo che i tedeschi possono sempre contare su molte complicità anche delle autorità locali spesso germanofile. Ministro mi disse essere sua ferma intenzione non permettere intrighi di quel genere. Accenno al caso di Mulay Hafid tosto allontanato da Barcellona appena fu sospetto di connivenza con agenti tedeschi. Mi prega di segnalargli tutti i fatti riconosciuti che venissero a mia notizia. Crederei opportuno chiedere R. console Gibilterra qualche maggior particolare intorno notizie trasmesse.

623

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1252/373. Londra, 19 agosto 1915, ore 10,30 (per. ore .20,30).

Telegramma di V. E. n. 705 gab. (2).

La risposta di Pachich a Squitti e le osservazioni di Jovanovich mi sembra costituiscono la migliore e più tangibile dimostrazione della saggia e chiaroveggente riluttanza di V. E. alle note rivelazioni. Per il momento unico pratico risultato raggiunto dalla famosa comunicazione è stato quello di polarizzare contro di noi animosità della Serbia, con la quale .sono pel presente e sopratutto pel futuro evidenti nostri interessi politici ed economici di mantenere e consolidare cordiali relazioni. Data questa sHuazione mettendo a raffronto da un lato le pesanti e verosimilmente spiacevoli responsabilità politiche, finanziarie, militari che con la costituzione del futuro stato Albania centrale sotto il nostro protettorato finiremo per accollarci, i vantaggi reali che da quella soluzione potremo trarre, con l'incontestabile duplice nostro interesse ad ottenere il concorso della Bulgaria, ad evitare una per noi non certo giovevole tensione acuta nelle relazioni italo-serbe, sarei a domandarmi se non apparirebbe consigliabile sottoporre l'in

sieme del problema ad un accurato esame, bene pesandone il pro ed il contro. Qualora da questo esame risultasse che, dal punto di vista esclusivo dei nostri interessi presenti e futuri il rinunziare alla costituzione del regno di Albania, sia più giovevole che l'insistervi, si potrebbe procedere ad un secondo esame, quello, cioè del momento più indicato per manifestare agli alleati tale eventu.1le modificazione nostre vedute, e delle condizioni alle quali saremmo eventualmente disposti a rinunziare totalmente o parzialmente ai diritti acquisiti in base agli accordi dell'aprile.

Per il caso in cui queste considerazioni che mi permetto di sottoporre per quel che possono valere inspirandomi pure alle osservazioni di Tittoni ed ai criteri di tempo e di opportunità enunciati da V. E. (telegr. di V. E. gab. 698 r. ~>peciale) (1), incontrassero favore presso di lei, mi parrebbe che la eventuale concessione circa Albania indipendente a doppio titolo di grazioso favore alla Serbia e di facilitazione raggiungimento scopo comune alleati, non potrebbe essere da noi messa avanti che nel solo caso in cui fosse in modo ineccepibile accertato che ottenuta concessione predetta Serbia, senza ulteriori tergiversazioni consentirà in modo definitivo ed integrale a tutte le domande delle potenze. In altri termini occorrerebbe impedire che Pachich seguendo le orme di Bratiano, ottenuta causa vinta su quel punto dichiarato da essa essenziale, affacciasse poi ulteriori pretese.

Circa le condizioni cui converrebbe eventualmente subordinare tale nostra importantissima concessione che si dovrebbe comunque far cadere dall'alto, mi permetterei indicare:

l) Neutralizzazione di Durazzo e della costa adiacente. 2) Consenso corrispettivo della Russia al passaggio di Rodosto alla Buigaria.

3) Affidamento formale dell'Inghilterra e della Francia di tener conto del grave sacrifizio da noi fatto al momento della discussione sulla spartizione rispettive zone d'influenza in Asia Minore, nonchè sull'altra relativa alle rettificazioni confini rispettive colonie.

4) Se la si ritenesse desiderabile una maggiore estensione dell'hinterland di Valona.

(l) -Non pubblicato. ma cfr. nn. 587 e 588. (2) -Cfr. n. 606.
624

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1248/369. Londra. 19 agosto 1915, ore 7,20 (per. ore 0,30 del 20).

Telegramma di V. E. gab. n. 712 (2). La saggezza e la opportunità ed il senso pratico delle osservazioni fatte da

V. E. a sir Rennell Rodd saltano agli occhi. Nello stesso senso avevo modestamente parlato anch'io a Grey cercando di dimostrargli il grave errore che si commetterebbe ostinandosi dopo i nefasti risultati dei negoziati con la Romania con perseverare nel medesimo falsissimo sistema di accrescere offerte ad ogni difficoltà frapposta dalla Serbia. Sir E. Grey rispose aver egli già incaricato sir

Rennell Rodd di intrattenere V. E. di quanto aveva telegrafato a Nisch. Ad un vago accenno da lui fatto alle note assicurazioni personalmente date circa Croazia dissi a Grey esserne dolente perchè sicuramente esse sarebbero spiaciute a V. E. Grey, che andava di fretta, senza entrare in merito disse di aver motivo di credere che le sue vedute non si discostavano molto da quelle di V. E., cui del resto Rodd avrebbe dato esaurienti spiegazioni. Risposi che poichè questione si trattava a voce io non aveva qualità per interloquire e ad evitare confusioni mi sarei astenuto dal riferire in proposito. Ritenevo tuttavia non ingannarmi affermando che circa Croazia V. E. manterrebbe inalterate le vedute fin dal principio manifestate, nel senso di risoluta opposizione a pregiudicare questione con affidamento alla Serbia o a chicchessia.

(l) -Cfr. n. 395. (2) -Cfr. n. 613.
625

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1244/370. Londra, 19 agosto 1915, ore 10,30 (per. ore 2,50 del 20).

Anche qui è giunta informazione di cui telegramma di V. E. n. 711 (1).

Grey mi ha detto ritenerla semplicemente tendenziosa sembrandogli che il sottosegretario di stato germanico o ignora i veri piani dello stato maggiore, o se li conosce non li avrebbe certo rivelati al Governo di Grecia. Ha poi ripetuto risultare a questo Stato Maggiore che truppe tedesche cominciano ad essere sfinite, talchè sembra poco probabile Germania pensi a privarsi totalmente del contingente austriaco.

626

L'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, GARRONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. S. 1253/1964/4. Dedeagatch, 19 agosto 1915, ore 22,30 (per. ore 4 del 20).

Telegramma di V. E. 700/40 (2).

Trascrivo qui appresso a V. E. testo della dichiarazione di guerra che colla nota aggiunta inversione e modificazioni consegnerò a Gran Vizir venerdì 20 agosto a mezzogiorno:

Monseigneur, Votre Altesse est à connaissance des difficultés de toute nature soulevées par les Autorités impériales de l'intérieur et du litoral au départ des sujets italiens, qui désiraient rentrer dans leur pays. Ces difficultés ont formé l'objet de nombreuses démarches verbales et écrites demeurées sans résultat. C'est ainsi que, sur l'ordre de mon Gouvernement, je me suis vu obligé

de diriger à Votre Altesse la Note ultimatum du 3 courant. Votre Altesse a bien voulu y répondre par la Note du 5 courant par laquelle Elle m'informait que le Gouvernement Impérial, se rendant compte du bien fondé de nos demandes, avait pris une série de mesures, qui auraient raffermé une solution favorable de toute cette question. C'est seulement le 7 Aout que des ordres ont été donnés par les autorités locales: ces mèmes ordres étaient rapportés le 9 en ce qui concerne les ports de la Syrie et de la Palestine en ordonnant aux navires qui auraient transporté des sujets neutres de prendre aussi avant tout à leur bard des israélites sujets des états belligérants dont l'expulsion du territoire de l'Empire avait été décidée. Les engagements formels du Gouvernement Impérial

qui avaient été pris sans aucune condition étaient réduits à néant par cette limitation car il était à connaissance des autorités ottomanes que de grandes difficultés s'opposaient au rapatriement des personnes sus-mentionnées. Cest ainsi que le navire américain Caesar partait de Beyrouth en n'emportant qu'une famille italienne qui était munie d'une autorisation spéciale du Commandant de la quatrième armée. Pour ce mème motif les navires américains Chester et Desmoines qui se tenaient pnets à partir afin de rapatrier des sujets, ne purent effectuer leur voyage. D'autre part les ressortissants italiens résidents à Smyrne étaient empèchés de partir par la vaie de Sigacig, car les autorités locales subordonnaient leur départ au payement du Temettu et d'autres impòts dont le Gouvernement du Roi n'a jamais reconnu la légalité.

Votre Altesse voudra bien reconnaitre que ces faits ne sont pas conformes aux engagements que d'une façon si formelle Elle avait pris au nom du Gouvernement Impérial par sa Note du 5 courant. Vu l'inanité de toutes les démarches faites par cette Ambassade avec une longanimité vraiment extraordinaire, vu que tous les moyens de persuasion qui étaient à sa portée ont été dévirés, le Gouvernement de Sa Majesté croit indispensable de mettre un terme à des négociations qui ne seraient plus compatibles avec sa dignité. Cette résolution est également justifiée et rendue nécessaire par d'autres faits que, d'ordre de mon Gouvernement, j'ai l'honneur d'exposer ci-après: dès la signature du Traité de paix de Lausanne, le 12 octobre 1912, des violations du dit traité ont pris naissance, de la part du Gouvernement Impérial, ces violations ont continués sans relàche jusqu'à présent. Aucune mesure ne fut sérieusement adoptée par le Gouvernement Impérial, en vue de la cessation immédiate des ostilités, selon ses engagements solennels; le dit Gouvernement n'a rien fait non plus en vue de la libération des prisonniers de guerre italiens. Les militaires tures restés en Tripolitaine et en Cyrénai:que, continuant à faire usage du drapeau ottoman, conservant leurs fusils et leurs canons.. ont été maintenus sous le commandement des mèmes officiers qu'auparavant. Enver bey a dirigé en Lybie les hostilités contre l'armée italienne jusqu'à la fin du mais de novembre 1912; Aziz bey ne quitta le pays, avec 800 soldats de troupes régulières, qu'au mais de juin 1913; le traitement que l'un ~t l'autre ont reçu à leur retour en Turquie prouve à l'évidence que leurs agissements ont eu le plein consentement des autorités impériales. Après le départ d'Aziz bey, des officiers de l'armée turque ont continué d'arrivcer en Cyrénai:que: il s'y en trouve maintenant une centaine, dont les noms sont connus par les autorités royales. Tout récemment au mais d'avril de cette année, trente cinq jeunes gens de Bengasi, qu'Enver Pacha, contre leur

volonté, ava'it conduits en décembre 1912 à Constantinople où ils furent reçus à l'école militaire, ·ont été renvoyés en Cyrénai:que à notre insu. Malgré les déclarations contraires, il résulte avec certitude que la • guerre sainte • fut proclamée et exc1tée aussi contre les italiens en Afrique. Une mission d'officiers et de soldats tures chargés de porter des cadeaux aux chefs des Senussis en révolte contre les autorités Italiennes en Tripolitaine, vient d'ètre capturée par les forces navales françaises. Il résulte en outre au Gouvernement de Sa Majesté qu'Enver Pacha a dernièrement envoyé au Scheik des Senussis deux •lettres dans lesquelles en faisant appel à ses senNments de fidélité et de sympathie envers la Turquie H l'invitait à se tenir prèt pour l'éventualité d'une guerre contre l'Italie. La deuxième de ces lettres était adres·sée au Scheik des Senussis mais était en réalité destinée à tous les chefs des tribus de la Lybie, promettait l'envoi de grandes quantités de munitions et les excitait à la révolte contre les autorités ltaliennes. Il est enfin parvenu tout récemment à la population soumise de la l'égion de Gouba une lettre scellée par le Scheik des Senussis mais portant le timbre du Gouvernement ottoman, par laquelle ordre était donné aux •chefs tribus de défectionner en les menaçant en cas contraire de la déstruction de

tous leurs biens.

Les relations de paix et d'amitié que le Gouvernement de Sa Majesté avait sincèrement cru de pouvoir rétablir par le Traité de Lausanne, avec le Gouvernement Impérial par la faute de ce dernier, n'existent réellement pas entre les deux pays. Et puisque toute action diplomatique contre les violations du Traité a été constatée inutile, puisque le Gouvernement Impérial, malgré tous les avertissements, s'obstine à commettre de nombreuses et évidentes violations des droits, des intérèts, voir mème de la liberté des sujets italiens en Turquie, le Gouvernement Royal se voit obligé de pourvoir autrement à la sauvegarde des hauts intérèts de l'Etat et à la défense de ses colonies, contre les menaces persistantes et contre les actes d'hostilité effective du Gouvernement ottoman. D'ordre de Sa Majesté le Roi son Auguste Souverain le soussigné déclare par conséquent à Votre Altesse que l'ltalie se considère, à dater de demain, en état de guerre contre la Turquie.

Les passeports seront mis à la disposition de l'Ambassadeur de Turquie à

Rome. Le soussigné prie Votre Altesse de vouloir bien lui faire remettre les

siens sans délai •.

(l) -Non pubblicato: notizia data dal sottosegretario di stato germanico al ministro di Grecia a Berlino che le truppe austriache della Polonia sarebbero tutte riversate contro l'Italia. (2) -Del 16 agosto, non pubblicato: autorizzazione a presentare la dichiarazione di guerra.
627

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1249/371. Londra, 19 agosto 1915, ore 9,30 (per. ore 6 del 20).

Seguito mio telegramma odierno 369 (1). Ho detto oggi a Grey che dal telegramma di Rodd doveva aver rilevato che io non mi ero ingannato nelle previsioni manifestategli avantieri sulle vedute di

V. E. circa l'errato inàirizzo di questo negoziato con la Serbia. Egli ha risposto

che condivideva oramai avviso di V. E., non convenire cioè di fare alla Serbia ulteriori concessioni.

Circa la proposta di V. E. relativa alle garanzie da darsi senz'altro alla Bulgaria, ha osservato che quello che vuole la Bulgaria è di avere la Macedonia senza combattere. Per conseguenza una garanzia data a Sofia senza il consenso della Serbia eserciterebbe influenza molto relativa sulle decisioni del Governo

' bulgaro. Occorre quindi ad ogni costo strappare tale consenso alla Serbia, alla quale gli alleati debbono lasciare chiaramente intendere che se si arriva grazie alla sua arrendevolezza a concludere una unione balcanica, la Serbia potrà assicurarsi un brillante avvenire con la realizzazione delle sue aspirazioni in base ai larghissimi compensi assicuratile dalle potenze alleate. In tal caso difatti austrotedeschi sapendo di trovarsi di fronte a forze riunite serbo bulgare ci penserebbero due volte prima di dar seguito ai loro progetti di arrivare a Costantinopoli a traverso i Balcani. Se imece il progetto di una unione balcanica fallisse la Serbia sarà esposta al pericolo d'invasione e così perderà la stessa Macedonia, vedrà svanire tutte le sue speranze circa Bosnia ed Erzegovina, Sirmia ecc. e correrà il rischio di scomparire addirittura. In questo senso egli ha parlato per un'ora a questo ministro di Serbia cercando di aprirgli gli occhi alla realtà della grave situazione del suo paese. Grey ha soggiunto un'altra osservazione che si applica non solo alla Serbia ma anche alla Romania. Le potenze alleate, egli ha detto, non si sono impegnate ora ad occupare la Bosnia ed Erzegovina il Banato e le altre terre agognate dai balcanici. Per conseguenza se per avventura sorgesse ad un dato momento possibilità di pace che pur non assolutamente trionfale permettesse alle quattro potenze di veder tutelati i loro vari diretti interessi in giuoco, i balcanici non dovrebbero aspettarsi a che le potenze stesse continuassero la guerra solo perchè le aspiraziOni balcaniche non vennero in tutto o in parte realizzate. Questa osservazione ha aggiunto Grey, non è stata da lui in modo così esplicito rivolta al ministro dl Serbia al quale si è limitato a !asciarla intravvedere in linea generale.

(l) Cfr. n. 624.

628

L'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. 4171/1047. Parigi, 19 agosto 1915.

È venuto a farmi visita il signor Ernest Judet, direttore dell'Ec!air, che si è recato espressamente in Inghilterra per rendersi conto delle impressioni ed opinioni colà prevalenti circa la guerra, interrogando uomini politici, giornalisti ed uomini di affari. Egli mi ha detto che ha trovato una contraddizione patente tra le preoccupazioni finanziarie che non pochi gli hanno manifestato ed il proposito che ha trovato in moltissimi del prolungamento della guerra per anni ed anni se occorra. La fiducia nella vittoria finale dell'Inghilterra nei più riposa non su ragionamenti concreti ma sulla tradizione storica per la quale l'Inghilterra, attraverso

insuccessi, ha sempre raggiunto, dopo un tempo più o meno lungo, la vittoria finale. Ha inteso dire da moltissimi che non c'è da farsi illusione di vincere i tedeschi in battaglia campale e che la guerra di trincea sulla frontiera francobelga continuerà per un pezzo senza risultati veramente decisivi da nessuna parte. Si fa invece assegnamento sull'esaurimento di danaro e di riserve di uomini da parte della Germania, visto che il numero d'uomini messo annualmente fuori di combattimento è di gran lunga superiore al contingente massimo che la Germania può ricavare dalla chiamata di una classe. Non si fa il conto però del numero di anni dopo il quale tale esaurimento dovrebbe obbligare la Germania a chiedere la pace nè della posizione in cui intanto andrebbero a trovarsi gli altri stati belligeranti. In generale si ha maggiore fiducia nel risultato dell'impresa dei Dardanelli sia perchè si pensa che gli interessi della Bulgaria dovranno trarla verso l'Intesa sia perchè si prevede che i turchi dovranno fra non molto scarseggiare di munizioni.

L'arruolamento dei volontari ha avuto luogo in proporzioni stridenti tra le diverse classi e regioni. In generale la borghesia non ha corrisposto. Meglio ha corrisposto il popolo e l'aristocrazia. In Irlanda sono accorsi sotto le armi in numero notevole i protestanti, pochissimi i cattolici.

Il movimento per la coscrizione, che il partito conservatore va accentuando cercando di profittare della situazione attuale, non ha per iscopo la presente guerra. Anche senza la coscrizione l'Inghilterra ha avuto un numero d'uomini sufficiente ed anzi superiore alle armi e munizioni che ad essi poteva fornire. Quello che manca all'Inghilterra sono i quadri e questi la coscrizione potrà prepararli per una futura guerra, ma per la presente è troppo tardi anche se essa dovesse prolungarsi per qualche anno.

Il partito conservatore vuole un esercito regolare numeroso sembrandogli questo indispensabile per la tutela dell'ordine pubblico. Infatti, spente le tradizioni classiche del Tradeunionismo, gli scioperi inglesi, guidati da violenti demagoghi, hanno dato luogo ad eccessi violenti contro le cose e le persone, quali finora non si erano mai visti nè in Inghilterra nè in nessun altro paese. L'accordo dei partiti, come in Francia, è nell'apparenza più saldo che nella realtà.

629

L'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. RR. 4177/1051. Parigi, 19 agosto 1915.

Oggi conversando con Vesnitch gli ho dimostrato i grandi vantaggi che la Serbia conseguirebbe accettando la proposta dell'Intesa, la quale offre ad essa territori ai quali mai aveva aspirato come la Slavonia ed il Sirmio. Ad ogni modo l'accettazione incondizionata delle proposte è per la Serbia una necessità assoluta. Essa con le sue forze non è in grado di conquistare la benchè minima parte dei territori che le sono offerti. Soltanto la vittoria della Intesa potrà assicurarli ad essa. È necessario quindi che la Serbia faccia il sacrificio che le viene richiesto e che è largamente compensato. Nella stessa posizione si trovò il Piemonte quando non potendo battere l'Austria con le sue sole forze dovette per ottenere il concorso francese consentire al sacrificio che le fu richiesto dalla Francia.

30 -Documenti diplomatici-Serie V-Vol. IV

Ho invitato Vesnitch a leggere e meditare la seduta del Parlamento nella quale Cavour difese il suo operato e ad additarla come esempio a Patchic. Vesnitch ha riconosciuto la giustezza di quanto gli ho detto e tanto per l'attitudine che egli spiega ora come Ministro di Serbia quanto per quella che potrebbe spiegare in altre eventualità mi ha pienamente confermato quanto io già riferii a V. E. col mio telegramma segreto n. 357 (1).

630

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A MADRID, BONIN LONGARE, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, E AI MINISTRI AD ATENE, DE BOSDARI, A NISCH, SQUITTI, A BERNA, PAULUCCI DE' CALBOLI, A BUCAREST, FASCIOTTI, A CETTIGNE, NEGROTTO CAMBIASO, A COPENAGHEN, SACERDOTI, A CRISTIANIA, MONTAGNA, A SOFIA, CUCCHI BOASSO, A STOCCOLMA, TOMMASINI, E PRESSO IL GOVERNO BELGA A LE HAVRE, CARIGNANI

T. GAB. 719. Roma, 20 agosto 1915, ore 13.

Sin dal primo momento della firma del Trattato di pace di Losanna (18 ottobre 1912) il Governo ottomano ebbe a violare il Trattato stesso. Tali violazioni hanno continuato senza tregue sino ad ora. Il Governo Imperiale non adottò mai seriamente misura alcuna perchè si addivenisse in Libia alla cessazione immediata delle ostilità secondo gliane facevano obbligo i suoi patti; nulla fece il Governo stesso per la liberazione dei prigionieri di guerra italiani. I militari ottomani rimasti in Tripolitania ed in Cirenaica furono mantenuti sotto il Comando degli stessi ufficiali, continuando ad usare la bandiera ottomana, conservando i loro fucili ed i loro cannoni. Enver bey diresse in Libia le ostilità contro l'esercito italiano sino alla fine del novembre 1912; Aziz bey lasciò quella regione con 800 soldati di truppe regolari soltanto nel giugno 1913; il trattamento che l'uno e l'altro ricevettero, rientrando in Turchia, prova all'evidenza che i loro atti ebbero il pieno assenso delle Autorità imperiali. Dopo la partenza di Aziz bey continuarono ad arrivare in Cirenaica ufficiali dell'esercito turco; ve ne sono ora oltre un centinaio dei quali il R. Governo conosce i nomi. Nell'aprile di quest'anno, 35 giovani bengasini che Enver Pascià aveva condotto, nel dicembre del 1912, contro il loro volere, a Costantinopoli, dove furono ammessi a quella Scuola militare, furono rinviati in Cirenaica a nostra insaputa. Nonostante contrarie dichiarazioni risulta con certezza che la guerra Santa nel 1914 venne proclamata anche contro gli italiani in Africa. Una missione di ufficiali e di soldati turchi incaricata di portar doni ai Capi senussiti in rivolta contro le Autorità italiane in Libia venne recentemente catturata da forze navali francesi.

Le relazioni di pace ed amicizia che il R. Governo aveva creduto poter stabilire dopo il Trattato di Losanna con il Governo turco, non esistono, per colpa

di quest'ultimo, tra i due Paesi. Così poichè fu constatato essere perfettamente inutile ogni reclamo diplomatico contro le violazioni del Trattato, al R. Governo non restava che provvedere altrimenti alla salvaguardia degli alti interessi dello Stato ed alla difesa delle sue Colonie contro le minaccie persistenti e contro gli effettivi atti di ostilità da parte del Governo ottomano.

Una decisione in questo senso si è resa tanto più necessaria ed urgente in quanto il Governo ottomano ha commesso in tempi recentissimi patenti violazioni ai diritti agli interessi ed alla stessa libertà dei cittadini italiani nell'Impero, senza che abbiano valso i richiami più e:1ergici presentati a tale proposito dal

R. Ambasciatore a Costantinopoli.

Di fronte alle tergiversazioni del Governo ottomano per quanto riguardava in ispecie la libera uscita dei cittadini italiani dall'Asia Minore, questi richiami dovettero assumere negli ultimi giorni la forma di ultimatum. Il 3 agog,to, il

R. Ambasciatore a Costantinopoli, per ordine del Governo di Sua Maestà, di

resse al Gran Visir una nota contenente 1e quattro domande seguenti:

l) che gli italiani potessero liberamente partire da Beirut;

2) che gli italiani di Smirne, essendo impraticabile il porto di Vurla, fossero lasciati partire per la via di Sigacig; 3) che il Governo ottomano lasciasse imbarcare liberamente gli italiani da Mersina Alessandretta Caiffa e Giaffa;

4) che le autorità locali dell'interno desistessero dall'opposizione alla partenza dei RR. sudditi che si dirigono al litorale e procurassero invece di facilitare loro il viaggio.

Il 5 agosto, innanzi che scadesse il termine di 48 ore poste dal nostro ultimatum, il Governo ottomano, con nota a firma del Gran Visir, accoglieva punto per punto le nostre domande.

In seguito a tale solenne dichiarazione il R. Governo provvide a spedire due navi a Rodi con istruzioni di attendervi ordini per andare ad imbarcare i cittadini italiani che da tempo erano rimasti in attesa di rimpatrio nei predetti porti dell'Asia Minore.

Ora, da notizie pervenute dalle autorità consolari americane cui è stata affidata in varie residenze la tutela degli i·nteressi itaHani, è ·risultato invece che a Beirut l'autorità militare revocò il 9 corrente il permesso di partenza accordato poco innanzi. Eguale revoca avvenne a Mersina. Venne dichiarato altresì che le Autorità militari avrebbero fatto impedimento all'imbarco degli altri nostri connazionali nella Siria.

Di fronte a queste infrazioni patenti alle promesse categoriche fatte dal Governo ottomano in seguito al nostro ultimatum, il R. Governo ha spedito ordine al R. Ambasciatore a Costantinopoli di presentare dichiarazione di guerra alla Turchia.

Essa dovrebbe essere presentata oggi a mezzogiorno. Appena io le mando ulteriori istruzioni o appena Ella sappia positivamente per notizie giunte costà che la dichiarazione di guerra abbia avuto effettivamente luogo prego V. E. comunicare quanto precede a codesto Governo.

Questa alternativa è necessaria dato il disservizio telegrafico esistente da mesi tra Italia e Turchia per colpa del Governo ottomano. Fino a che una delle due eventualità suddette non si verifichi prego considerare questo telegramma come strettamente riservato alla sua persona.

(l) Non pubblicato.

631

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1268/376. Londra, 20 agosto 1915, ore 9,50 (per. ore 1,15 del 21).

Del telegramma di V. E. n. 714 (l) ho dato testè conoscenza a Nicolson facendo rilevare l'ingiustizia e l'ingratitudine della Serbia dopo tutto quello che noi abbiamo fatto per essa e osservando, per mio conto, che le assurde lagnanze serbe forniscono una novella dimostrazione della inopportunità sostenuta da V. E. delle note rivelazioni. Nel deplorare meco una volta di più l'incapacità manifestata dalla mentalità serba di rendersi conto dei veri interessi nazionali, Nicolson ha aggiunto che linguaggio tenuto da Grey a questo ministro di Serbia, nel senso da me riferito ieri, fu molto preciso e vibrato. Sulle decisioni però del Governo serbo non si posseggono ancora qui indicazioni.

632

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1270/374. Bucarest, 20 agosto 1915, ore 15,30 (per. ore 7,15 del 21).

Bratianu mi ha parlato della situazione interna. Mi ha detto che Marghilonan è in procinto pronunziarsi recisamente in favore dei tedeschi.

In complesso Bratianu non è molto preoccupato della situazione interna, credo non dobbiamo esserlo neppure noi. Preoccupazioni dell'Inghilterra a tale riguardo sono eccessive e dipendono, come lo riconobbe lo stesso Chirol, da scarsa conoscenza dell'Oriente europeo in generale e della Romania in particolare della quale Inghilterra ed i suoi agenti si erano finora disinteressati (2).

633

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1267/376. Bucarest, 20 agosto 1915, ore 10 (per. ore 8 del 21).

Bratianu mi ha detto che sta cercando formula della risposta da dare al ministro dì Russia circa noto accordo ma che crede finirà per adottare l'una o l'altra delle seguenti: accordo verrà firmato al momento dell'entrata in azione e frattanto Romania proibirà transito armi e munizioni per la Turchia e considera

acquisite le frontiere da essa chieste e assicurati rifornimento dagli altri Governi. Mi ha detto che più che opposizione del Re che Bratianu avrebbe potuto superare senza troppe difficoltà, la paura di indiscrezioni del genere di quelle avvenute quando noi c1 Impegnammo coll'Intesa ha distolto Governo romeno da firmare ora accordo (1).

(l) -Ritrasmissione del n. 617. (2) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado, con t. gab. 727 del 21 agosto.
634

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1274/81. Atene, 20 agosto 1915, ore 17,30 (per. ore 22,10 del 21).

Tutti i giornali parlando di negoziati che avrebbero luogo in questi giorni fra Venizelos e potenze dell'Entente per assicurare alla Grecia quel concorso finanziario di cui essa ha assoluto bisogno né avendo avuto io conoscenza alcuna della cosa ho chiesto oggi ad Elliot di darmi notizie al riguardo.

Elliot mi ha detto che Venizelos, esponendogli tutte le gravi difficoltà finanziarie in cui si trovava il paese e che lo rendono perplesso ad accettare potere a meno che fosse riuscito a trovare mezzi sicuri per avviarle, gli aveva chiesto fargli conoscere se Inghilterra sarebbe stata disposta aiutare finanziariamente Grecia.

Tale domanda sarebbe stata indirizzata da Venizelos esclusivamente al ministro d'Inghilterra e a nessun altro rappresentante dell'Intesa. Elliot pastosi in rapporto col suo Governo ha ieri sera recato a Venizelos risposta, la quale era segnata come segreta. Inghilterra promette suo appoggio finanziario a certe condizioni che Elliot non ha voluto dire ma che forse V. E. potrà sapere direttamente da Londra. Risposta inglese però aggiunge che la cosa non potrà farsi immediatamente per non eccitare sospetti in Bulgaria con cui Intesa negozia tuttora intervento nella guerra. Sembra che Venizelos si sia contentato di questa risposta e la consideri come sufficiente per la formazione del proprio gabinetto (2).

635

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI

T. GAB. 728. Roma, 21 agosto 1915, ore 13.

Per varie considerazioni rilevate d'accordo col Presidente del Consiglio e Ministro del Tesoro non appare opportuno intervento del Governo italiano al Convegno di Boulogne che è un seguito di altro convegno speciale tra Governo francese, inglese e russo.

(l) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. 724 del 21 agosto, ore 21. (2) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. 735 del 22 agosto, ore 18.
636

IL REGGENTE L'AGENZIA DIPLOMATICA A TANGERI, LAGO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 6089/48. Tangeri, 21 agosto 1915, ore 17,05 (per. ore 24).

Il ritiro della R. missione italiana in Fez è stato concordato tra il generale Lyautey e me alle condizioni desiderate da V. E. e cioè: l) consegna immediata della fabbrica d'armi senza formalità nè d'ordine amministrativo nè d'ordine tecnico e scarico di ogni responsabilità per la R. missione italiana; 2) i membri della R. missione italiana riceveranno i loro stipendi fino al 19 giugno 1916 data della scadenza della convenzione; 3) la residenza generale dichiara che le domande indennità per gli italiani danneggiati nei torbidi di Fez e di Marakesc sono esaminate con le disposizioni più benevole e che si preoccupa di dare ad esse il più rapidamente possibile una equa definizione. Oltre a ciò ho domandato ai membri della R. missione italiana sia concessa una indennità di buona uscita suggerendo il criterio di un mese di stipendio per ogni anno trascorso al servizio del Magzen. Il generale Lyautey ha finito per ammettere in principio la mia domanda, purchè l'ammontare della indennità non superi la somma di un semestre degli stipendi dell'intera missione. Dovendo però tale somma essere prelevata sui fondi ancora disponibili del prestito marocchino ha riservato il consenso del suo Governo. In seguito a tale accordo è stato redatto un verbale di immediata consegno della fabbrica d'armi e di scarico di responsabilità e ne è stato telegrafato il testo da me al cav. Campini, dal generale Lyautey al comandante regione di Fez con l'invito ad entrambi di conformarsi ad esso e firmarlo senza modificazioni e riserve. Sono infatti pervenute le risposte del cav. Campini e del colonnello. Quest'ultimo nella sua risposta si limita ad informare essere la consegna avvenuta regoJarmente ed essere stato il verbale firmato. Ìl cav. Campini aggiunge di aver

fatto riserve verbali. La portata di tali riserve non è bene comprensibile e mi occupo ora di chiarirla.

637

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1282/380. Bucarest, 21 agosto 1915, ore 21,30 (per. ore 11 del 22).

Ecco risposta data stasera da Bratianu al ministro di Russia: « Je suis heureux de constater l'accord définitif avec la Russie et ses alliés sur Ics frontières futures de notre pays en vue d'une coopération militaire et par conséquent jusqu'à l'établissement des conventions y relatives, la Roumanie ainsi qu'elle l'a fait jusqu'ici continuera à empècher le passage des munitions de guerre c n Turquie ». Bratianu ha aggiunto considerarsi moralmente legato all'Intesa. Questa risposta è stata telegrafata testualmente ai ministri di Romania presso potenze dell'entente.

A mio avviso non ci si potrà attendere nelle circostanze attuali a nulla di meglio.

638

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1283/381. Bucarest, 21 agosto 1915, ore 21,30 (per. ore 11,25 del 22).

Stamane ministro di Bulgaria è stato ricevuto da Bratianu a cui ha chiesto notizie situazione. Bratianu nel rispondergli ha colto quest'occasione per dirgli che tanto Romania quanto Bulgaria si sono mantenute finora neutrali e che reputerebbe contrario alle amichevoli dichiarazioni sempre fattegli dal Gabinetto di Sofia se Bulgaria uscisse dalla neutralità. Ha aggiunto che avendo sempre sostenuto necessità cooperazione Stati Balcanici non condivide preoccupazione di un conflitto balcanico che venisse ad aggiungersi alla guerra europea. Notizie giunte a Bratianu da Sofia lo preoccupano vivamente: egli considera come pessimo sintomo sostituzione Generale Fitceff al Ministero della Guerra con una figura secondo ordine che non sarà se non cieco istrumento nelle mani del Re. Notizie anche più gravi ha ricevuto in questo momento ministro d'Inghilterra dal suo collega di Sofia il quale giudica da un momento all'altro attacco bulgaro contro la Serbia e reputa solamente immediato consenso di quest'ultima alle cessioni territoriali di Macedonia potrebbe impedirlo. Dichiarazioni Bratianu a Radeff sono certamente quanto presidente del consiglio poteva fare di più nell'interesse Intesa. Data però eccezionale gravità situazione è mio dovere ripetere che R. Governo si esporrebbe ad una delusione se si attendesse nelle circostanze attuali a qualche cosa di più positivo nel caso di un conflitto serbo-bulgaro o di un attacco austro-tedesco contro Serbia. Governo ed opinione pubblica sono impressionatissimi dalla caduta Novo Georgvoski cogli 85 mila prigionieri russi che affermano avervi fatto i tedeschi, venuta a pochi giorni di distanza dalla caduta Varsavia e Kowno. Bratianu sa che sono state prese alla frontiera austro-ungarica tutte le misure necessarie per l'eventuale invasione territorio romeno. Al punto in cui sono le cose è inutile che Intesa chieda agli Stati Balcanici

(ed a Romania in prima linea) sacrifici per lei. Solo un intervento armato in Grecia od in Bulgaria può oramai risolvere situazione Balcani.

639

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 6092/1375. Londra, 21 agosto 1915, ore 22,44 (per. ore 12,45 del 22).

Telegramma di V. E. 3019 (1). Foreign Office mi ha informato essere stato telegrafato al ministro d'Inghil

terra in Addis Abeba di fare tutto ciò che è in suo potere per assistere il suo collega italiano nella contro azione agli intrighi di quel ministro di Germania.

(l) Cfr. n. 579.

640

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE

T. u. 3134. Roma, 22 agosto 1915, 10,30.

Mio telegramma 3121 (1). In eonformità di quanto V. E. mi significava con telegramma n. 196 (l)

pregola domandare ufficialmente a codesto Governo assumere tutela interessi italiani in Turchia.

641

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AI MINISTRI A BUCAREST, FASCIOTTI, E A SOFIA, CUCCHI BOASSO

T. GAB. 739. Roma, 22 agosto 1915, ore 21.

(Per Sofia) Ho telegrafato al R. ministro a Bucarest quanto segue: (Per Bucarest) Telegramma V. E. n. 372 (1). (Per tutti) Parlando con Bratianu V. S. potrebbe suggerirgli confidenzialmente di esercitare un'azione a Sofia anche personale presso il Re, per determinare un intervento contro Turchia per un alto interesse comune alla Bulgaria e alla Romania, che sarebbe il seguente. La Bulgaria astenendosi perde l'occasione sopratutto di pesare fortemente sulla sorte finale di Costantinopoli. Prendendo parte alla guerra in un momento come questo di gravi scacchi subiti dalla Russia, impotente per un lungo periodo a riprendere l'offensiva nel teatro nord-orientale della guerra, e a liberare il proprio territorio dall'invasione, impossibilitata di prestare un contributo qualsiasi all'impresa dei Dardanelli; in un momento in cui risulta palese la grande improbabilità se non la impossibilità degli inglesi e dei francesi a cavarsela da soli per l'aper·tura degli Stretti e la conquista di Costantinopoli, la Bulgaria ove riuscisse colla propria azione e anche coll'esempio trascinante dato agli altri Stati balcanici, a facilitare la vittoria dell'Intesa in Oriente, potrebbe ivi se non dominare la situazione, avere per lo meno una grande influenza per determinarla. Queste considerazioni non possono non valere anche sulle mente del Re per quanto restio a lanciarsi in nuove avventure. Riguardo alla Macedonia la mia azione è volta a persuadere gli alleati a fare a Sofia collettivamente una solenne dichiarazione che garantisca alla Bulgaria alla fine della guerra, quando essi ne escano vincitori, il possesso della Macedonia, come dal Trattato del 1912. Grey e Delcassé esitano dubitando che tale dichiarazione di garanzia basti a soddisfare per questo lato le esigenze bulgare;

ma a me pare che sarebbe comunque un passo utile, che dipende da noi e non dal beneplacito di terzi Stati e che darebbe armi in mano a favore dell'intervento

attivo ai partiti locali che propendono verso l'Intesa per trascinare l'opinione pubblica.

Se potessi avere qualche affidamento che una dichiarazione di garanzia potesse bastare al Governo bulgaro, mi farei forte di vincere le esitazioni degli alleati.

(Per Sofia) Quanto precede per notizia personale di V. S.

(l) Non pubblicato.

642

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 12188/302. Pietrogrado, 22 agosto 1915, ore 21,50 (per. ore 6 del 23).

Sazonoff al quale non ho mancato di dare ieri comunicazione del contenuto del telegramma di V. E. 712 (l) mi ha fatto conoscere stamane che di buon grado accètta proposta formulata dall'E. V. agli alleati di dichiarare collettivamente in forma esplicita e solenne alla Bulgaria che quattro potenze le garantiscono possesso della Macedonia al termine della guerra. Giers è stato già incaricato comunicarle quanto precede (2).

643

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 6128/463. Atene, 23 agosto 1915, ore 15 (per. ore 17,25).

La nostra dichiarazione di guerra alla Turchia viene ancora scarsamente commentata da questa stampa. È ,chiaro che la crisi ministeriale volge in altre direzioni attenzione pubblica.

Però non mancano già farsi insinuazioni nel senso che questa nuova mossa italiana ridonderà a danno nuovo dell'ellenismo e che annessione Dodecaneso ne sarà prima conseguenza.

644

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1297. Londra, 23 agosto 1915, ore 9,35 (per. ore 1,50 del 24).

Telegramma di V. E. Gabinetto n. 735 (3).

Nel confermarmi oggi che Venizelos ha fatto caldo appello per concorso finanziario Grey mi ha detto avergli fatto sapere che Governo britannico è disposto prendere in considerazione domanda a due condizioni: l o che Grecia si impegni formalmente ad impedire che isole dell'Egeo continuino a servire di base ai sot,to

marini tedeschi; 2° che non si chiuda in modo reciso e definitivo la porta a qualsiasi ulteriore discussione sulla questione di Kavalla.

Da Cambon ho saputo stamane che Venizelos si è rivolto pure a Parigi. Mio collega ritiene Governo francese non farà difficoltà essendo evidente interesse di non creare imbarazzi a Venizelos al quale, a parere di Cambon, occorre lasciare tempo necessario per preparare all'interno il terreno a future discussioni con Quadruplice sui noti argomenti.

(l) -Cfr. n. 613. (2) -,Ritrasmesso a Parigi, Londra, Sofia e Bucarest con t. gab. 743 del 23 agosto, ore 18,30. (3) -Ritrasmissione del n. 634.
645

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1296/377. Londra, 23 agosto 1915, ore 9,35 (per. ore 2 del 24).

A quanto mi diceva testè Grey recentemente notizie da Nisch indicherebbero disposizioni alquanto meno intransigenti da parte del Governo serbo che parrebbe ora contentarsi con maggiore equanimità della prospettiva di una temporanea occupazione internazionale della linea fino al Vardar. A titolo di consiglio strettamente personale Grey ha incaricato il ministro d'Inghilterra di dimostrare a Pachitch che predetta occupazione costituirebbe per la Serbia una garanzia che , regione non sarà occupata dalla Bulgaria durante la guerra e per la Bulgaria un tangibile affidamento che regione le sarà assegnata a guerra finita. Come contrappeso alle migliori notizie da Nisch informazioni da Sofia recano disposizioni meno favorevoli da parte della Bulgaria dove rovescio russo e specialmente caduta di Kowno hanno prodotto cattivo effetto. D'altra parte però sembra che anche in Bulgaria si comincia a capire che piano austro-tedesco mirante a congiungere loro forze con quelle turche non potrebbe realizzarsi senza grave pre,giudizio interessi di tutti i balcanici. Ad una mia osservazione sulla influenza non trascurabile che sulle decisioni bulgare potrebbe esercitare qualche offerta di ulteriori assegnazioni, ad esempio Rodosto, ha replicato Grey avere egli già ta,stato terreno a Pietrogrado e aver avuto una risposta molto vaga dalla quale intravvede che Sazonoff da quell'orecchio non vuole troppo sentire. Ho replicato che in vista importanza successo rappresentante interessi comuni mi pareva necessario che

ciascuno degli alleati vi contribuisca possibilmente per proprio conto ed ho qui ricordato estrema condiscendenza di cui V. E. ha dato prova.

646

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 6143/1377. Londra, 23 agosto 1915, ore 9,35 (per. ore 2,30 del 24).

Telegramma di V. E. n. 3088 (1).

Ho consegnato a Grey pro-memoria attirando tutta la sua attenzione sulla moderazione, opportunità e praticità nostre proposte. Mi ha risposto le avrebbe

esaminate con particolare interesse. Ha aggiunto colonnello Hunter attualmente indisposto a Cipro è stato nuovamente invitato affrettare arrivo a Roma.

Ho osservato che indipendentemente dalle conversazioni che avranno luogo a Roma col colonnello, noi si riteneva indicato mettere lui Grey, al corrente nostre vedute circa eventuale procedura trattative col Senusso. Le disposizioni del quale, secondo mi diceva stamane Cambon, non sembrerebbero in questo momento troppo amichevoli verso Inghilterra.

(l) Cfr. n. 612.

647

IL MINISTRO A NISCH, SQUITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1293/87. Nisch, 23 agosto 1915, ore 20,30 (per. ore 5,10 del 24).

Dopo animatissima discussione Skuptchina ha votato oggi fiducia al ministero con centoventiquattro contro ventiquattro. Ciò non va inteso nel senso che il ministero è autorizzato a dare alle quattro potenze la risposta che crede riguardo alla cessione di territori in Macedonia. Domani Pachitch coi suoi colleghi del Gabinetto andrà a conferire col Principe Reggente a Kraguievaz e poi darà probabilmente risposta alle ultime nostre comunicazioni. Fra gli stessi ministri non si è ancora stabilito accordo circa le condizioni da formularsi, ma pare, vi sia unanimità nel negare cessione della intera zona incontestata del trattato 1912. Si dice poi che il Re Pietro sia recisamente contrario all'accettazione di tutte le proposte fatte dalle potenze.

648

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 6149!378. Londra, 23 agosto 1915, ore 9,35 (per. ore 7 del 24).

Telegramma di V. E. gab. n. 719 (1).

Ho oggi comunicato a Grey testo telegramma circolare di V. E. relativo dichiarazione di guerra alla Turchia, rilasciandogliene copia. Nel prenderne visione Grey ha detto sembravagli inutile rilevare che decisione Governo di Sua Maestà giungevagli oltremodo gradita.

649

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 6153/332. Manchester Mass., ...... (per. ore 11,10 del 24 agosto 1915).

Mio telegramma n. 329 (2).

Segretario di Stato mi ha detto in conformità precedente intesa ambasciata americana Costantinopoli ha subito assunto protezione italiani, russi, montenegrini.

(l) -Cfr. n. 630. (2) -Non pubblicato.
650

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1308/382. Londra, 24 agosto 1915, ore 11,15 (per. ore 15,40).

Telegramma V. E. Gab. n. 73,3 (1). Hakki pascià come al solito non ha voluto perdere occasione di affermare cosa non vera.

Egli ha dimenticato e sorprende non glielo abbia ricordato Bratianu, le solenni impegnative dichiarazioni fatte alla Sublime Porta nell'agosto 1914 dai tre ambasciatori alleati, dichiarazioni che risultano dai documenti n. 17, 21 e 28 del libro bianco britannico.

Ricorderò al riguardo che nelle prime conversazioni avute meco proprio in quell'epoca circa ..... (2) Grey mi disse più volte esplicitamente che una delle sue sincere aspirazioni era di poter alla fine della guerra liquidare la questione d'Oriente in senso favorevole alla Turchia, integrità della quale stava tanto a cuore a questo Governo. E su questo punto importante vedute di Grey risultarono conformi a quelle del compianto marchese di San Giuliano.

Delle intenzioni di Grey, a prescindere dalle dichiarazioni risultanti dai documenti pubblicati, non può essere certo ignaro Hakki Pascià il quale, a farlo apposta, si trovava allora ancora a Londra e visitava quasi quotidianamente Foreign Office dove assai sovente l'ho incontrato io stesso.

Da quanto precede appare evidente che il mutamento radicale nelle disposizioni verso la Turchia è avvenuto dopo e non prima della sua uscita dalla neutralità, mantenendo lealmente la quale Turchia si sarebbe senza alcun sacrificio assicurato un nuovo periodo di vitalità e forse pure di prosperità.

651

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A SOFIA, CUCCHI BOASSO

T. GAB. 740. Roma. 24 agosto 1915, ore 18.

(Per Pietrogrado) Telegramma di V. E. n. 302 (3).

(Meno Pietrogrado) Mio telegramma n. 743 (4).

(Per tutti) Giers mi ha fatto la comunicazione prescrittagli da Sazonoff.

(Per tutti meno Sofia) Ho telegrafato al R. ministro a Sofia quanto segue:

(Per tutti) Prego tenersi a contatto coi suoi colleghi per concordare quando tutti abbiamo ricevuto opportune istruzioni, la solenne dichiarazione da farsi a codesto Governo circa la garanzia della Macedonia al termine della guerra.

(l) -Non pubblicato. (2) -Gruppi indecifrati. (3) -Cfr. n. 642. (4) -Ritrasmissione del n. 642.
652

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI

T. GAB. 753. Roma, 24 agosto 1915, ore 19.

(Per tutti meno Pietrogrado) Il R. ambasciatore a Pietrogrado telegrafa quanto segue (l):

• Sazonoff opina che risposta di Bratianu non richieda una ulteriore comunicazione da parte delle potenze, visto l'impegno da lui assunto di continuare ad impedire transito munizioni e materiali da guerra per la Turchia prima della convenzione, che era appunto l'unica richiesta che potenze intendevano rivolgergli.

Rilevo che, in ogni modo, per quanto in via ufficiosa, rappresentante francese e inglese ed ora anche l'italiano (telegramma di V. E. n. 734) (2) hanno già fatto a Bratianu la progettata rassicurante· comunicazione ».

(Per Pietrogrado) Telegramma di V. E. n. 307. (Per tutti) Ho risposto a Carlotti quanto segue:

• Concordo con. Sazonoff che risposta di Bratianu non richiede ulteriore comunicazione da parte delle Potenze •.

653

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AI MINISTRI A BUCAREST, FASCIOTTI, A NISCH, SQUITTI, E A SOFIA, CUCCHI BOASSO

T. GAB. 754. Roma, 24 agosto 1915, ore 20,30.

(Per tutti meno Nisch) Ho telegrafato al R. ministro a Nisch quanto ,segue:

(Per tutti) Questo ambasciatore d'Inghilterra mi ha comunicato che 'sir Edward Grey si propone d'inviare istruzioni al ministro britannico a Belgrado affinchè egli informi per iscritto il signor Pasic che se la Serbia consente alla occupazione della Macedonia fino al Vardar per parte degli alleati, e se questa concessione, unita all'assenso serbo ad una eventuale cessione di territorio fino alla frontiera del 1912, ottiene la cooperazione della Bulgaria, tale occupazione avrà luogo e servirà « durante la guerra • come una duplice garanzia:

l) alla Serbia, che essa non sarà esposta ad un attacco o ad un'avanzata bulgara in Macedonia; 2) alla Bulgaria, che quando verrà il tempo della sua entrata in Macedonia questa le verrà consegnata senza opposizione.

Secondo notizia giunta a Londra, ministro russo avrebbe saputo dal signor Pasic che questi dava importanza al fatto che la domanda degli alleati per il permesso di occupare congiuntamente i territori in questione dovesse farsi sotto la forma di una domanda da alleato ad alleato, poichè, secondo la costituzione serba, la occupazione di qualsiasi parte del territorio nazionale richiede il consenso della Skupschina e non può venire consentita che ad un alleato.

Sir Edward Grey è di opinione che possa richiedersi alla Serbia, come alleata, di fare concessioni che le sono richieste.

Desiderando Grey conoscere che cosa io pensassi di quanto precede rispoiòi a Rodd che non avevo obiezioni a che venisse fatta a Belgrado la comunicazione e che avrei telegrafato istruzioni in questo senso a V. S.

Prego V. S. agire si omnes in conformità di quanto precede.

(l) -Con t. gab. 1304/307, pari data, ore 2,15, per. ore 10,30. (2) -Non pubblicato.
654

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AI MINISTRI AD ATENE, DE BOSDARI, A SOFIA, CUCCHI BOASSO, E ALL'AGENTE DIPLOMATICO E CONSOLE GENERALE AL CAIRO, SERRA

T. 3r63. Roma, 24 agosto 1915, ore 21.

(Per tutti) Informo S. V. per sua opportuna conoscenza che da mattina mercoledì 25 corrente squadra francese bloccherà tutta la costa ottomana da parallelo Samos al confine egiziano.

(Per Atene e Cairo) Prego comunicare consolati dipendenti interessati.

(Per Sofia) Prego comunicare Dedeagatch.

655

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.RR. 1310/383. Londra, 24 agosto 1915, ore 11,15 (per. ore 3,50 del 25).

Telegramma di V. E. Gab. n. 699 (l).

Dissi ieri a Grey che, avvenuta oramai la nostra dichiarazio!le di guerra alla Turchia, ritenevo lecito intrattenerlo di una questione cui per motivi di delicatezza io non avevo creduto accennare finora. Gli chiesi quindi se e quali intese sono corse tra Inghilterra e la Russia sulla sorte futura di Costantinopoli e la connessa questione degli Stretti. Rispose Grey che non era in grado di farmi al riguardo dichiarazioni formali sembrandogli doveroso interrogare prima Pietrogrado e Parigi. Pur parlandomi a titolo confidenziale e personale me ne disse però abbastanza da farmi considerare esatte le impressioni da me a varie riprese riferite a V. E. nel senso che Russia deve aver avuto causa vinta: ricordate le

dichiarazioni già fatte alla Camera, disse Grey, interessi britannici non essere ora più in contrasto con le note tradizionali aspirazioni russe le quali a lui sembrano legittime, piena libertà di movimento a traverso gli Stretti costituendo per l'Impero interessi primordiali. Ammesso questo punto fondamentale appare non meno giusto che Russia sia posta in condizioni di impedire che altri possa in avvenire chiuderle la porta che essa ha durato tanta fatica ad aprire. Osservò pure Grey che realizzazione delle predette aspirazioni rapprèsenterà al postutto unico vantaggio positivo che Russia sarà per trarre dagli enormi sacrifici sostenuti per assicurare trionfo causa comune degli alleati e che pertanto ogni opposizione sarebbe stata un atto di ingiustizia e di ingratitudine.

(l) Ritrasmissione del n. 597.

656

IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI INGLESE, BUNSEN, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

N. 117137/15. Londra, 24 agosto 1915.

With reference to our recent conversations in regard to the Senoussi, I have the honour to inform Your Excellency that I bave arranged that colone! Hunter, who has intimate knowledge of this question, should proceed to Rome to assist His Majesty's Ambassador in discussing the present situation with the Italian Government.

Colone! Hunter sails from Alexandria to Genoa on the Dutch Steamer

• Rembrandt • on August 2'5th, and will proceed thence to Rome.

657

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 6174/335. Manchester Mass ... (per. ore 8,20 del 25 agosto 1915).

Mio telegramma Gab. 325 (1).

Sui propositi di questo Governo, in seguito all'affondamento dell' • Arabic •, segretario di stato mantiene il più assoluto riserbo. Tali propositi non sono del resto ancora maturati. La parola d'ordine delle sfere autorizzate continua ad essere che si attende tuttora piena conoscenza delle circostanze che accompagnarono l'affondamento. In realtà, di fronte alla più imbarazzante delle situazioni, Governo cerca di orientarsi attraverso opinione pubblica. Se questa fosse interamente rispecchiata dai grandi giornali, non si vedrebbe ormai altra soluzione per gli Stati Uniti che una rottura con la Germania. A questa conclusione propugnata violentemente dagli uni, ritenuta fatale e accolta con rassegnazione dagli altri, pervengono infatti i fogli maggiori. Ma il pacifismo ad CÌtranza di intere regioni i cui interessi e i cui sentimenti divergono da quelli di altre, e la visione

della grave responsabilità di una rottura mentre il paese è impreparato, premono sulle deliberazioni di Wilson. Conviene dunque attendere. Di certo mai come adesso ha..... (l) sullo spirito ameì:icano preoccupazione che suole precedere imminenza di una crisi.

(l) T. gab. 6082/325, per. il 21 agosto, non pubblicato.

658

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI DE' CALBOLI

T. 3173. Roma, 25 agosto 1915, ore 15.

Il signor De Pianta mi ha detto che il Governo svizzero chiede se non accetteremmo di trattare con l'Austria-Ungheria per lo scambio dei sudditi nemici rispettivamente internati.

Risposi che noi non avevamo internati senonchè i maschi dai 18 ai 50 anni, e ciò in seguito alla notizia che ciò faceva l'Austria-Ungheria per i nostri concittadini, dopo avere essa rifiutato i patti molto più larghi che le avevamo proposto. Che per gli uomini al di sotto dei 18 anni e al di sopra dei 50, e per le donne in genere non avevamo decretato nessun internamento, essi restavano soggetti alle misure di polizia, ed erano soltanto esclusi dai territori specialmente indicati come ad esempio: le zone di guerra. Veniva loro consentito uscire dal Regno, se lo desideravano, per la via di Svizzera. Anche gli uomini dai 18 ai 50 anni non erano internati in campi di concentramento, ma vivevano liberi nei comuni della Sardegna da loro prescelti.

Non era quindi il caso di parlare di trattative di scambi per gli internati.

Se l'Austria-Ungheria intendeva liberare tutti i nostri concittadini da lei internati, avrei, avvisatone, potuto dare una risposta sul lasciare noi liberi tutti i suoi sudditi che desiderassero tornare in patria. Che però mi rifiutavo fin da ora nettamente a qualsiasi trattativa sulla base di scambiare un determinato numero di persone contro un numero eguale dall'altra parte. O si lasciavano liberi tutti in genere, salvo responsabilità particolari a questo o quell'individuo, oppure nessuno (2).

659

L'AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI, GARRONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1316. Dedeagatch, 25 agosto 1915, ore 12,30 (per. ore 20).

Dichiarazione di guerra fu da me consegnata al Gran Vizir 20 agosto a mezzogiorno e ne diedi immediatamente notizia a V. E. con telegramma cifrato. Sera stessa telegrafai che la nostra partenza era stata fissata per sabato. Prevedendo che telegrammi fossero trattenuti avevo in precedenza disposto di informare R. legazione a Sofia dell'avvenuta consegna con telegramma convenzionale ma evidentemente anche questo è stato trattenuto.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Il testo di questo telegramma è identico a quello dell'annotazione del 25 agosto in SONNINO, Diario, vol. II, cit., pp. 211-212.
660

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 759. Roma, 25 agosto 1915, ore 20,30.

Secondo mi ha detto Giers, che ho veduto stamane, il Ministro russo a Belgrado informava:

l) che una occupazione immediata della Macedonia per parte delle quattro Potenze impedirebbe lo scoppiare delle ostilità tra Serbia e Bulgaria. Questa minaccerebbe di invadere la Macedonia pel 20 agosto vecchio stile (2 settembre);

2) che occorrerebbe ottenere dalla Romania che, come fece nel 1913, dichiarasse che si opporrebbe a chiunque iniziasse una lotta tra gli Stati balcanici, e

3) che l'occupazione provvisoria della Macedonia per parte delle Potenze garantirebbe le comunicazioni tra la Russia e gli alleati.

Sazonoff dava poi incarico a Giers di sentire riservatamente il nostro pensiero riguardo a un passo collettivo da farsi a Sofia col quale le potenze dichiarassero di tenere responsabile non il popolo bulgaro ma il Re di quanto si faceva ivi contro la Serbia e gli alleati.

Risposi che tutte queste notizie, compresa quella riferita a Grey dal ministro serbo a Londra di concentrazioni di truppe bulgare sul confine serbo, provenivano esclusivamente da Belgrado, dove si aveva ogni interesse di creare allarme sulle intenzioni bulgare e magari di creare attriti fra la Bulgaria e gli alleati. Evidentemente vi si stava montando una macchina, il cui funzionamento sarebbe risultato tutto a carico degli interessi italiani. A Belgrado, e lo dimostra anche l'ordine del giorno votato dalla Skupschina, ci si prepara a dare il consenso per l'occupazione della Macedonia, ma subordinandola a nuove condizioni di garanzia oltre quelle già consentite dalle potenze. Perciò si cercava di precipitare gli avvenimenti creando una situazione di tensione che non desse alle Potenze il tempo di discutere e ponderare le loro decisioni, e imponesse loro di premere sull'Italia perchè desistesse da tutte le sue riserve fatte in base alla Convenzione di Londra. Per ora non risultava a nessuno di noi che in Bulgaria vi fosse veramente il proposito di assalire la Macedonia e di rompere gli indugi.

Un passo quale lo suggeriva Sazonoff potrebbe precipitare gli eventi appa

rendo come una provocazione o una sfida alla Bulgaria, poichè una minaccia al

Re equivaleva ad una minaccia al Paese. Per arrivare a qualche cosa di simile

occorrerebbe avere la certezza che veramente la Bulgaria nutra propositi di una

azione ostile, e questa certezza mancava oggi del tutto, nè bastavano a darcela

le notizie provenienti da una sorgente interessata come Belgrado.

Giers riteneva che la Serbia desiderasse sapere più specialmente qualche

cosa di preciso riguardo alla estensione del futuro suo confine con la Grecia.

Risposi che a me nulla risultava intorno a questo. Tutto ciò del resto mi

confermava nell'idea della macchina che si voleva montare a Belgrado, per

compromettere, da un lato, sotto la forma dell'estensione del confine greco-serbo,

31 -Documenti diplomatici-Serie V-Vol. IV

sacrificando completamente l'Albania indipendente, e dall'altro con le promesse della futura unione serbo-sloveno-croata, tutte le questioni lasciate appositamente aperte o decise in modo diverso, nell'interesse dell'Italia, dalla Convenzione di Londra. Non potevo io prestarmi senz'altro a tale giuoco (1).

661

L'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1323/375. Parigi, 25 agosto 1915, ore 18,55 (per. ore 21,25).

Ho avuto una conversazione a lungo col ministro delle finanze Ribot. Egli dice che il problema del quale la gran massa del pubblico nei paesi belligeranti si preoccupa meno è il finanziario in previsione del prolungarsi della guerra. Il pubblico dice che a questo penseranno i ministri delle Finanze come se questi potessero fare dei miracoli. Invece il compito dei ministri delle Finanze diventa sempre più difficile.

Innanzi tutto Ribot mi ha parlato della questione dell'inasprimento del cambio verso gli Stati Uniti d'America che ha formato argomento del suo ultimo colloquio col ministro delle Finanze inglese.

Per attenuare il cambio non vi sono che due mezzi: o inviare oro agli Stati Uniti d'America o fare colà un prestito.

La situazione presente esige che si ricorra ad ambedue i mezzi. Il prestito è necessario non solo per diminuire il cambio dell'oro ma anche per non domandare esclusivamente all'interno tutti i mezzi che abbisognano per la guerra e che col tempo si potrebbe avere difficoltà a trovarli.

All'uopo partirà per l'America una deputazione dei capi dell'alta finanza inglese per trattare un grande prestito al quale parteciperebbero Inghilterra e Russia e di ciò si discorrerà ancora nella riunione tra i ministri dei tre paesi che doveva aver luogo a Boulogne sur Mer alla fine del mese e che invece avrà luogo a Londra tra il 10 e 15 settembre.

È evidente che se Italia deve fare un prestito agli Stati Uniti potrà farlo facilmente ed a migliori condizioni riunendolo al prestito anglo-russo-francese e designando un suo Rappresentante nella Delegazione inglese che si recherà in America.

Ribot mi ha chiesto poi se S. E. Carcano si sarebbe recato alla Conferenza di Londra.

Gli ho risposto che di questo io aveva informato ufficiosamente V. E. ma che non mi constava che V. E. ne avesse avuta comunicazione da alcuna delle tre Potenze AllE:·ate e che ignoravo altresì quali risoluzioni si proponeva prendere Governo italiano.

(l) Il testo di questo telegramma è identico a quello dell'annotazione del 15 agosto in SONNINO, Diario, vol. Il, cit., pp. 209-211.

662

IL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 6189/69. Addis Abeba, 25 agosto 1915 (l).

Riferendomi telegramma 61/11 corrente (2) Governo etiopico ha consentito cedere Governo russo 12 mila fucili russi dei quali solo poche migliaia sono utilizzabili.

663

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. 8018/602. Londra, 25 agosto 1915.

A seguito del mio telegramma n. 1377 (3) del 23 corrente, ho l'onore di trasmettere qui accluso a V. E. copia del promemoria da me consegnato a questo Segretario di Stato per gli Affari Esteri relativamente alla questione del Senussi.

Nel redigere tale promemoria mi sono astenuto, in obbedienza alle istruzioni dall'E. V. impartitemi col suo telegramma n. 3088 (4) del 18 corrente, dal ricapitolare i gqwami precedentemente esposti circa il contegno delle autorità angloegiziane, gravami che, come risulta dai miei telegrammi n. 1294 (5) del 2 corrente, e Gabinetto n. 368 (6) del 18 corrente, avevano formato oggetto non solo della mia conversazione del 26 luglio u.s. con Sir Edward Grey, ma anche di quelle SUCCéssive del 2 edel l 7 COrrente.

Mi sono valso per contro degli argomenti esposti da S. E. il Ministro delle Colonie nel telegramma comunicatomi in copia col dispaccio di V. E. n. 936 (Div. 3, Sez. 4) del 16 luglio ultimo scorso (7), per formulare la proposta che i Governi italiano ed inglese trattino, sia con Sidi Idris, sia col Senussi.

.ALLEGATO

PROMEMORIA

Londra, 20 agosto 1915.

Con riferimento alle conversazioni da lui avute a varie riprese con Sir Edward Grey a proposito della opportunità di un'azione comune dell'Inghilterra e dell'Italia di fronte all'agitazione senussita, il marchese Imperiali ha l'onore di portare a conoscenza del Segretario di Stato per gli Affari Esteri di Sua Maestà Britannica le proposte che il Governo del re ritiene atte a formare la base di tale azione:

Nella nota n. 65995, indirizzata dal marchese di Crewe al marchese Imperiali in data del 2 giugno ultimo scorso, Sua Signoria esaminava i passi pratici ai quali

si sarebbe potuto procedere per addivenire a qualche definitivo accordo col Senussi. Dopo aver rilevato l'attuale aperta ostilità di quest'ultimo di fronte all'Italia, Sua Signoria suggeriva, appunto per tale motivo, che gli eventuali negoziati fossero condotti, in prima istanza, dal Governo di Sua Maestà Britannica.

Il suggerimento di Sua Signoria implicherebbe una inversione delle primitive proposte italiane -proposte secondo le quali il Governo del re avrebbe trattato col Senussi dopo un previo accordo col Governo britannico, e quindi anche in nome di quest'ultimo.

Il R. Governo ritiene il modus procedendi dianzi accennato incompatibile con la dignità dell'Italia e pericoloso per i suoi interessi.

Ulteriormente poi -e cioè in un colloquio che il marchese Imperiali ebbe con Sua Signoria in data dell'8 luglio ultimo scorso-il marchese di Crewe accennò alla delicatezza della questione senussita, ed in ispecie alla parentela tra il Senussi e Sidi Idris, amico dell'Inghilterra.

A questo proposito il R. Governo osserva che le considerazioni nuovamente esposte circa i legami di parentela di Sidi Ahmed el Scerif con Sidi Idris dell'Assir non sembrano di natura da arrestare il Governo di Sua Maestà Britannica sulla via indicata nella proposta italiana: Sidi Idris è anche amico dell'Italia, ed è risaputo che egli vedrebbe favorevolmente la pacificazione in Cirenaica. Il R. Governo ritiene perciò che il Governo di Sua Maestà Britannica potrebbe trovare in lui, non un ostacolo, ma anzi un cooperatore nella sua azione presso il Senussi.

In conclusione il Governo del re, animato com'è dal sincero intendimento di accostarsi, nei limiti consentiti dall'interesse e dal decoro d~ll'Italia, ai desiderata del Governo di Sua Maestà Britannica, formula la presente sua proposta come appresso:

II Governo britannico e quello italiano trattino insieme, sia con l'Idris dell'Assir, sia con Sidi Ahmed el Scerif.

La garanzia dell'accordo sia reciproca; cosicchè il Senussi comprenda, che se non viene ad una intesa con l'Italia non può rimanere amico con l'Inghilterra che ne è l'alleata.

Che il Governo britannico si assuma, «in limine •, di far sapere al Senussi che le due potenze tratteranno insieme, e che non è ammissibile egli rimanga al confine egiziano essendo ribelle all'Italia alleata dell'Inghilterra.

Nel formulare tale proposta, il R. Governo è convinto che, in ultima analisi, un simile accordo garantirebbe l'Egitto dal pericolo senussita meglio di qualsiasi isolata azione britannica, poichè è certo che il Senussi sarebbe messo nell'impossibilità di cedere ad ogni incitamento turco-tedesco, quando sapesse di avere di fronte Inghilterra ed Italia, lealmente unite non solo per l'eventualità di una azione militare, ma anche -e cioè in quello che più conta -nel chiudere rigorosamente la via ad ogni specie di rifornimento.

II Governo dei re confida che il Governo di Sua Maestà Britannica vorrà rico

noscere Io spirito conciliante e la portata pratica della sopra enunciata proposta.

Essa non soltanto è ispirata dal desiderio di porre fine all'incresciosa situazione

creatasi al confine cirenaica-egiziano, ma mira eziandio alla tutela dei comuni inte

ressi dell'Inghilterra e dell'Italia di fronte al pericolo dell'agitazione panislamica

nel nord africano, col dare a quelle popolazioni una tangibile prova della saldezza

e dell'intimità dei vincoli di alleanza che uniscono i due Governi e le due nazioni.

In questo stesso senso un accordo stipulato nei termini proposti dal R. Governo

sarebbe certamente accolto con viva soddisfazione dall'opinione pubblica italiana,

sulla quale il protrarsi di divergenze di vedute tra i due Governi di fronte alla

questione senussita non mancherebbe di riverberarsi in modo sfavorevole.

(l) -n telegramma venne trasmesso da Asmara alle ore 18,55 e pervenne alle ore l del 26. (2) -Cfr. n. 574. (3) -Cfr. n. 646. (4) -Cfr. n. 612. (5) -Cfr. n. 515. (6) -Non pubblicato. (7) -Cfr. n. 435.
664

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 1882/408. Atene, 25 agosto 1915 (per. l' 1 settembre).

Come ho annunziato a V. E. col mio telegramma n. 465 in data di ieri (l) il nuovo Gabinetto di Venizelos ha nel pomeriggio di domenica prestato il giuramento di rito nelle mani del re Costantino. I suoi componenti sono esattamente quelli del Gabinetto che si dimise nello scorso marzo. I soli mutamenti di qualche importanza sono l'assunzione del Ministero della Guerra da parte del generale Danglis e la nomina del signor Cafandaris al Ministero delle Finanze. La prima cosa è giustificata dal ben legittimo desiderio di Venizelos di non avere a suo carico due Ministeri oltre la presidenza, ed inoltre credo che fosse divenuto politicamente necessario il dare un portafoglio a quel militare che tanto si distinse nell'organizzazione della rivolta dell'Epiro e della successiva occupazione militare di quella regione da parte della Grecia. Il Danglis è deputato di Janina e, come tale, rappresenterà in seno al Gabinetto l'intenzione di tenere viva la questione dell'annessione dell'Epiro settentrionale alla Grecia con quelle limitazioni e con quella prudenza che la saggezza di Venizelos non permetterà certo che si trascuri. Dal punto di vista militare il Danglis è senza dubbio uno dei migliori generali dell'esercito ellenico. Gli si attribuiscono sentimenti di rivalità, anzi di animosità, contro l'attuale capo dello stato maggiore generale Dusmanis; da alcuni si è giunto fino ad interpretare la sua nomina come intesa a demolire il Dusmanis che oltre il proprio compito tecnico esercita una non dubbia influenza politica sopratutto nei circoli di corte e sul re stesso. Ma da altra fonte si asserisce che al momento di prendere il potere il Danglis si sia rappacificato col Dusmanis, e la loro coesistenza non si esclude più come impossibile.

Del Cafandaris, nuovo Ministro delle Finanze, poco si sa e credo che sarà un ministro di poca iniziativa e idee personali e semplicemente un istrumento di quella politica finanziaria che il Venizelos sarà costretto a mettere in opera con ogni vigore per risanare le piaghe profonde del Tesoro ellenico. E evidentem.ente al momento presente ogni politica di prestiti esteriori si collega necessariamente coi più gravi problemi della situazione internazionale. Del resto la nomina del Cafandaris credo sia sopratutto dovuta al fatto che il Diomedes, antico ministro delle Finanze nel primo gabinetto Venizelos, è caduto nelle elezioni. Ora egli si ripresenterà in uno dei collegi di Venizelos e, se come è probabile, riuscirà, riprenderà certamente il suo antico posto pel quale del resto, al dire dei competenti, egli non ha dimostrato capacità nè attitudini speciali.

Degli altri membri del nuovo gabinetto non occorre dire nulla di speciale, essendo essi o già noti per mia corrispondenza anteriore o del tutto insignificanti.

Ciò che ha maggiormente caratterizzato la formazione di questo nuovo gabinetto è stata la riserva assoluta di Venizelos nel fare dichiarazioni e nel manifestare i propri intenti: riserva che caratterizzò ugualmente, come risulta da

tutti i miei rapporti, il periodo della crisi elettorale. Venizelos dopo avere parlato molto al momento delle sue dimissioni e sopratutto dopo avere scritto e pubblicato assai troppo, ha compreso, col suo fine intuito politico, che l'unico rimedio alla sua imprudenza si poteva trovare nel tempo e nel silenzio; egli è stato saggio nel non cercare di riparare l'irreparabile e col procurare di fare dimenticare il passato è ormai riuscito a creare una situazione nuova e per così dire vergine dalla quale egli si argomenterà di trarre nuovi svolgimenti a seconda delle circostanze mutate. In questi due giorni, dacchè egli è ritornato al potere, ha visto infinite persone, diplomatici, uomini politici, giornalisti, ecc., ma nessuno si può vantare di avere tratto da lui una frase od una parola che possa in guisa alcuna comprometterlo circa le sue intenzioni avvenire. Dicono che pur di formare il Gabinetto egli abbia accettato senza discussione tutte le condizioni postegli dal re, e che le principali tra tali condizioni siano il mantenimento assoluto della neutralità e della integrità del territorio greco. Ignoro, e nessuno può sapere, se tali voci siano nel vero, ma quantunque quelle due condizioni se accettate da Venizelos, rappresenterebbero la negazione di tutta la sua politica di questi ultimi tempi, pure io, conoscendo l'uomo, non posso considerare inverosimile che esso le abbia effettivamente accettate. Ciò mi fa venire in mente che il generale Dusmanis cui alcuni giorni or sono esprimevo l'idea che il Venizelos dovesse trovarsi in situazione assai imbarazzante, mi disse: « Venizelos non è mai imbarazzato, perchè

per ogni situazione ha sempre pronte almeno due o tre soluzioni •.

Domani si aprirà di nuovo la Camera per un breve periodo e si vedrà se le discussioni che avverranno siano per recare un po' più di luce. Vuolsi che il Gunaris tenterà di provocare una discussione di politica estera ma che il Venizelos riuscirà a contenerla in limiti strettissimi.

(l) Non pubblicato.

665

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. P. 1340/392. Londra, 26 agosto 1915, ore 11,05 (per. ore 15).

Grey cui oggi ho manifestato mia ammirazione per bellissima sua lettera mi ha detto che l'apprezzava molto venendo da me che fui suo zelante collaboratore nell'azione da lui purtroppo infruttuosamente svolta a favore del mantenimento pace. Ha aggiunto che asserzioni cancelliere gli erano sembrate troppo grossolane menzogne per essere lasciate senza una pronta ed esauriente risposta. Non ha escluso che al riaprirsi del parlamento egli abbia a ritornare sull'argomento in modo più particolareggiato. In questa occasione credo dover riferire a V. E. due fatti a me da un pezzo noti per essermi stati sotto il suggello del segreto confidati da fonte sicurissima: l o che Grey ha nelle sue mani una lettera in cui Lichnowsky al momento di partire gli scriveva che se si fosse riusciti a mantenere pace il merito principale sarebbe stato di Grey. Tale lettera con quella scrupolosa delicatezza che lo caratterizza Grey non ha mai voluto rendere pubblica. 2° che Lichnowsky in una lettera di commiato a persona del paese nemico a lui legata

da vincoli di stretta amicizia e parentela scrisse testualmente: < Questa guerra è un vero crimine contro l'umanità ».

Non ho bisogno di pregare V. E. di voler conservare gelosamente segrete queste informazioni che se ripetute potrebbero cagionare fastidi a Lichnowsky, mio antico e buon amico e che qui nessuno crede autore della menzognera dichiarazione attribuita dal cancelliere a Grey che cioè Inghilterra entrando in guerra avrebbe reso speciale servizio alla Germania.

666

IL MINISTRO A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 6202/248. L'Aja, 26 agosto 1915, ore 12,57 (per. ore 16,25).

Commentando nostro nuovo conflitto colla Turchia, stampa olandese riproduce in generale i giudizi dei giornali tedeschi facendoli suoi e provocando così una recrudescenza ostilità nostro riguardo in questa opinione pubblica. Qui si giudica sfavorevolmente questa nostra nuova dichiarazione di guerra; si dice che la nostra dichiarazione di guerra alla Turchia avrebbe dovuto avvenire prima e non ora; si dice poi, dichiarazione di guerra è stata motivata unicamente da considerazioni di interessi volendo Italia partecipare spartizione Turchia; si svaluta nostra eventuale azione e si dice che essa eserciterà ben poca influenza sulla condotta generale guerra; si attribuisce la decisione presa dall'Halia all'imposizione fattale dall'Inghilterra che tutto può sulla politica italiana e si prevede scatenamento contro noi guerra santa in Libia.

667

IL MINISTRO A NISCH, SQUITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1325/90. Nisch, 26 agosto 1915, ore 11,20 (per. ore 18).

La nostra dichiarazione di guerra alla Turchia ha diminuito il malumore dei

serbi verso noi. Ci rimproverano di volerli sacrificare in Dalmazia, di negare

loro l'unione nazionale con la Croazia e la Slavonia, nonchè escluderli dall'Al

bania, ma credono che ora l'Italia contribuirà con le sue truppe alle operazioni

contro Costantinopoli d'accordo con gli alleati. Da questo fatto nascerebbe la

conseguenza doppiamente favorevole per la Serbia di fiaccare la resistenza turca

ai Dardanelli e di rendere molto meno necessaria per non dire inutile la coopera

zione della Bulgaria a quella impresa. Questi due effetti dello sperato intervento

italiano hanno cacciato in seconda linea le recriminazioni contro noi per il mo

mento.

668

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AI MINISTRI A BUCAREST, FASCIOTTI, E A SOFIA, CUCCHI BOASSO

T. GAB. 768. Roma, 26 agosto 1915, ore 21.

(Per tutti) Mio telegramma n. 740 (1). (Meno Parigi e Londra) Ho telegrafato ai RR. ambasciatori a Londra e Parigi quanto segue:

(Per tutti) Prego telegraf;;trmi risposta codesto Governo alla proposta contenuta mio telegramma n. 712 (2) che Sazonoff ha già accolta. Nel momento attuale sembrami tanto più opportuna la dichiarazione esplicita circa garanzia Macedonia, che avrebbe, fra altro il vantaggio di mantenere viva la conversazione su questo soggetto tra il Governo bulgaro e l'Intesa.

669

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 6212/243. San Sebastiano, 26 agosto 1915, ore 11 (per. ore 21,40).

Gaéeta de Madrid pubblica dichiarazione neutralità guerra Italia Turchia.

670

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 6211/333. Manchester, ..... agosto 1915 (per. ore 24 del 26).

Neutralità degli Stati Uniti d'America del nord fra Italia e Turchia è stata proclamata ieri dal presidente.

671

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1327/389. Londra, 26 agosto 1915, ore 11,15 (per. ore 1,55 del 27).

Telegramma di V. E. Gab. 759 (3). Grey che ho veduto testè per un istante mi ha detto che la nota comunicazione collettiva suggerita da Sazonoff non eserciterebbe alcuna influenza sul con

tegno del Governo bulgaro e servirebbe solo ad indisporre maggiormente il re contro la Quadruplice.

Per tali motivi Grey non appena edotto della cosa si è affrettato a telegrafare a Buchanan ed a manifestare qui a Benkendorf e Cambon parere recisamente contrario.

(l) -Cfr. n. 651. (2) -Cfr. n. 613. (3) -Cfr. n. 660.
672

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1328/391. Londra, 26 agosto 1915, ore 11,05 (per. ore 1,55 del27).

Invio testo lettera di Grey (l) ai giornali in risposta alla nota asserzione del cancelliere dell'impero. Lettera non ha bisogno di speciali commenti. Per semplicità, lucidità, moderazione, scrupolosa veridicità si raccomanda da sè ad ogni persona onesta e imparziale, facendo radicale giustizia delle cavillose argomentazioni del cancelliere dell'impero.

673

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1332/390. Londra, 26 agosto 1915, ore 11,05 (per. ore 1,55 del 27).

Nicolson mi ha detto avantieri che qui non si è molto soddisfatti contegno Montenegro indicante tendenza a navigare piuttosto in acque austriache che in quelle degli alleati.

Per conseguenza non si intende continuare a provvedere ai bisogni di quel regno con fornitura armi e munizioni.

674

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1333/311. Pietrogrado, 26 agosto 1915, ore 13,43 (per. ore 8 del 27).

Telegramma di V. E. n. 754 (2).

Governo russo ha dato proprio consenso all'eventuale occupazione provvisoria della Macedonia fino al Vardar ma non intende prendervi parte con invio di proprii contingenti. Buchanan mi ha comunicato che a suo avviso accorrerebbero dai 10 ai 15.000 uomini che Inghilterra e Francia potrebbero mandare via Bulgaria. Egli non crede che truppe europee possano correre pericolo in Macedonia (3).

(l) -Non rinvenuta annessa. (2) -Cfr. n. 653. (3) -Ritrasmesso a Parigi e Londra con t. gab. 779 del 27 agosto.
675

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A SOFIA, CUCCHI BOASSO

T. GAB. 781. Roma, 27 agosto 1915, ore 17,30.

Sazonoff ha chiesto il nostro pensiero circa un passo collettivo da farsi a Sofia col quale le potenze dichiarassero di tener responsabile non il popolo bulgaro ma il Re di quanto si facesse ivi contro la Serbia e gli alleati.

Mi mostrai recisamente contrario ad un tale passo che potrebbe apparire come una provocazione ed ora Imperiali mi telegrafa che anche Grey vi è recisamente contrario.

Quanto precede per sua notizia e norma di condotta.

676

IL MINISTRO A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 6227/249. L'Aja, 27 agosto 1915, ore l (per. ore 17,30).

Giornale ufficiale contiene dichiarazione neutralità Governo olandese nel conflitto italo-turco.

677

IL MINISTRO A CRISTIANIA, MONTAGNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 6229/41. Cristiania, 27 agosto 1915, ore 15,50 (per. ore 19).

Con nota in data di ieri questo ministero degli affari esteri mi accusa ricevuta puramente e semplicemente della notificazione che gli feci il 22 corrente circa la nostra dichiarazione di guerra alla Turchia.

678

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1353/82. Atene, 27 agosto 1915, ore 2 (per. ore 19,55).

Sono stato ieri ricevuto in udienza particolare dal Re Costantino. L'ho feli

citato della riacquistata salute e difatti tranne qualche residuo di debolezza alle

gambe Sua Maestà sta veramente bene. Egli mi ha trattenuto in colloquio circa

tre quarti d'ora.

Mi ha detto che la vittoria tedesca era intera e schiacciante. Riceve ogni

giorno notizie radiotelegrafiche dal Kaio:er che non lasciano dubbi in propostto.

False assolutamente notizie russe di disfatte navali tedesche nel golfo di Riga.

Essersi trattato di piccola cosa in cui nessuna importante unità tedesca era stata distrutta.

Mi ha fatto intendere che ritiene certo che alla vittoria sul fronte russo ne sarebbero seguite altre su altri fronti e che non comprende come Italia si fosse immischiata in un così cattivo affare lasciando neutralità che le era tanto vantaggiosa. Egli per conto suo si applaude aver tenuto Grecia nella neutralità malgrado ogni pressione in contrario.

Recenti proposte della Quadruplice erano un tranello per la Grecia. Occupata Serbia dagli austro-tedeschi, alleata Bulgaria cogli Imperi Centrali e Turchia, Grecia sarebbe rimasta sola fronteggiare Austria-Ungheria, Germania e Turchia e sarebbe stata irremissibilmente schiacciata per far piacere agli inglesi che non riescono per quest'estate finire impresa Dardanelli.

Contro gli inglesi Sua Maestà non risparmiò invettive di sorta. Essi pretendono battersi per la neutralità del Belgio e poi occupano le isole greche da loro stessi alla Grecia cedute e garantite come neutre dalla loro firma. Arresto di ogni nave greca, dopo molte ricerche, non ha dato un solo caso serio di contrabbando. Accusano tedeschi spionaggio e del corrompimento stampa e poi hanno al Pireo oltre 50 spie. Pochi giorni fa Elliot offrì 75 mila franchi per comperare giornale Esperini. Violarono persino libertà individuale e senza motivo alcuno hanno detenuto per molto tempo signor Stuker segretario Principe Cristofore, svizzero di nazionalità.

In sostanza intedescamento del Re di cui mi si era molto parlato in questi ultimi tempi mi è parso in questo colloquio anche più forte di quanto avrei creduto.

Nei calcoli di politica internazionale credo debbasi valutare Re di Grecia

(come del resto tutti gli altri Sovrani balcanici) come un elemento assolutamente

a noi contrario.

Mi sono argomentato sopratutto per ciò che riguarda Italia di ribattere

ragioni di Sua Maestà ma non oso sperare che i miei discorsi abbiano su di esso

prodotto il minimo effetto giacchè si tratta di idee preconcette ed abbracciate

con chiari intenti di politica personale.

679

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 6246/681. Pietrogrado, 28 agosto 1915, ore 1,11 (per. ore 14,20).

Constami che parecchi deputati della Duma di parte liberale tengono riunioni nelle quali viene discussa opportunità chiedere riforme costituzionali e amministrative. Attualmente questioni sulle quali concentrasi interesse di quei deputati sono introduzione responsabilità ministeriale decentramento degli Zemetwo in favore municipi e riduzione in quei consigli ingerenza governativa, abolizione disposizioni restrittive per israelitl, limitazione facoltà censura, applicazione rigorosa delle misure di tutela contro germanismo, facoltà alle iniziative industriali e private per produzione munizioni e materiale da guerra e partecipazione membri della Duma al controllo della produzione di stato e delle ordinazioni. Partiti liberali in Russia sono insufficientemente preparati e organizzati e loro capi difettano di autorità, fermezza e spirito pratico, mentre gregari si mostrano incerti e timidi. Perciò programmi che espongono incaricati riunione sono spesso individuali e discussione non arriva a conclusione concreta e unanime risoluzione. Ma in ogni modo movimento liberale che si delinea in seno alla Duma (della quale sono pure note le origini e il mediocre valore come genuina rappresentanza popolo) è buon indice delle tendenze ancora mal definite, ma ognora più vivaci di questo paese verso un tenore di vita sociale e politico meglio corrispondente ai bisogni morali dei nostri tempi. Non è a meravigliarsi che elementi conservatori si adombrino e allarmino di queste rivelazioni dello spirito pubblico e cerchino con ogni mezzo di screditare aspirazioni liberali e impressioni coroaate con foschi presagi. Essi vedono di mal'occhio prolungarsi sessione della Duma e temono che questa valendosi del momento propizio induca il Governo a concessioni e si adoperano segretamente per pronto rinvio deputati alle loro case. Il Governo dal canto suo sebbene avverso ad un programma riformatore di grande stile comprende opportunità di allentare le redini e su alcuni dei postulati liberali si mostra misuratamente arrendevole, come per esempio nella ..... (1) degli israeliti, della censura e della partecipazione della Duma al controllo della mobilitazione industriale per la guerra, mentre per quanto concerne la chiusura dei lavori parlamentari esso è d'avviso che presenza deputati a Pietrogrado ben lungi dal destare apprensioni debba conservarsi quale mezzo di contatto tra Governo e paese, valvola di sicurezza in caso di effervescenza popolare e garanzia della solidarietà nazionale. Salvo dunque il sopravvenire di una situazione parlamentare diversa dall'attuale, il Governo non troncherà la sessione della Duma e facendo saviamente ragione a talune delle esigenze liberali, cercherà evitare il pericolo che questi si rifugino nell'ombra e nel segreto a somiglianza di quanto accadde in tempi nefasti per la Russia. Da tale indirizzo sono ispirati principalmente Krivoscim e Sazonoff il cui consiglio trova il più fiducioso ascolto da parte Zar, nonostante i molteplici tentativi che da altri si fanno per influire in contrario senso sull'animo del Sovrano. Resta soltanto a domandare fino quale segno potrà in avvenire bastare la prudenza e il tatto di cui fa prova l'attuale Governo.

680

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AI MINISTRI A BUCAREST, FASCIOTTI, A NISCH, SQUITTI, E A SOFIA, CUCCHI BOASSO

T. GAB. 792. Roma, 28 agosto 1915, ore 18.

Mio telegramma gab. n. 754 (2).

Sir Rennell Rodd mi ha detto che Grey riferendosi alla proposta già fatta giorni addietro, dietro consiglio del ministro inglese a Sofia (connivente forse il

primo ministro Pasic) vorrebbe che il passo da farsi ivi per conto collettivo e per iscritto dal rappresentante britannico fosse così formulato:

• Se la Serbia consente alla occupazione della Macedonia fino al Vardar per parte degli alleati, e se questa concessione unita all'assenso serbo ad una eventuale cessione di territorio fino alla frontiera del 1912, ottiene la cooperazione della Bulgaria, tale occupazione avrà luogo e servirà come una duplice garanzia:

l) alla Serbia, che essa non sarà esposta ad un attacco o ad una avanzata bulgara in Macedonia a meno che e finchè la Serbia non abbia definitivamente acquistato il compenso stipulato a suo favore dagli alleati;

2) alla Bulgaria, che quando verrà il tempo della sua entrata in Macedonia, questa le verrà consegnata senza opposizioni •. Insomma al testo di cui al mio telegramma gab. n. 754, si recherebbero le seguenti modificazioni:

a) alla fine del primo periodo si sopprimono le parole • durante la guerra •;

b) e alla fine del paragrafo primo si aggiungono le parole • a meno che e finchè la Serbia non abbia definitivamente acquistato il compenso stipulato a suo favore dagli alleati •.

Risposi che non avevo nulla da obiettare al primo emendamento cioè alla soppressione delle parole • durante la guerra •, ma che vedevo un equivoco nella frase che si voleva aggiungere col secondo emendamento: imperocchè le quattro potenze non erano state concordi nella enumerazione dei compensi promessi e, a differenza dell'Italia, le altre tre si erano _in certo modo impegnate per la Slavonia. Perciò non avrei potuto concordare tale formula.

Rodd suggerì di formulare l'aggiunta nel seguente modo: • a meno che e finchè il compenso (compensation) non sia stato definitivamente acquistato dalla Serbia •.

D1ssi che avrei potuto accettare questa formula (1).

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Cfr. n. 653.
681

IL MINISTRO A CRISTIANIA, MONTAGNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 6251/43. Cristiania, 28 agosto 1915, ore 15,25 (per. ore 18,10).

Accreditansi qui le voci circa un recente ultimo tentativo germanico attraverso la Svezia per indurre la Russia a fare una pace separata. Sembra che l'incarico sia stato assunto da un gruppo di finanzieri svedesi spinti da colleghi tedeschi con la presentazione di un memorandum a Sazonoff. Fra le proposte germaniche vi sarebbe la offerta alla Russia di un libero accesso al mare attraverso la penisola scandinava; offerta che presumibilmente avrebbe dovuto trovare la sua attuazione alle spese della Norvegia. Tutto ciò ha provocato in questi circoli politici imp1·essione e sospetti, parte calmati dal riferitosi rifiuto della Russia (2).

(l) -Il testo di questo telegramma è identico a quello dell'annotazione del 28 agosto in SoNNINO, Diario, vol. II, cit., pp. 212-213, ove figura però la seguente aggiunta: « Riferendogli quanto telegrafava Carlotti [cfr. n. 674] che Sazonov, pure approvando il concetto dell'occupazione provvisoria della Macedonia per parte delle potenze durante la guerra, escludeva però che all'occupazione partecipassero truppe russe, aggiunsi che potevo dire la stessa cosa anche riguardo alle truppe nostre. Rodd non mostrò di sorprendersene >. (2) -Ritrasmesso a Parigi, Londra ,Pietrogrado, Bucarest, Sofia e Nisch con t. gab. 3215 del 29 agosto, ore 15,30.
682

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AI MINISTRI A BUCAREST, FASCIOTTI, E A SOFIA, CUCCHI BOASSO

T. GAB. 791. Roma, 28 agosto 1915, ore 19,30.

(Solo 5ofia) Mio telegramma 768 (l) e telegramma di V. E. n. 164 (2). (Per Buearest) Mio telegramma n. 768. (Meno Parigi) Il R. ambasciatore a Parigi telegrafa (3):

• -Come V. E. è stata informata da Barrère alla proposta della solenne dichiarazione da farsi a Sofia· dalle quattro potenze per garantire alla Bulgaria il possesso della Macedonia (come nel trattato del 1912) alla fine della guerra, Delcassé obiettò che comunicazione fatta al Governo bulgaro il 5 agosto contempla già tale dichiarazione e che anzi il ministro d'Inghilterra era andato più in là annunziando che potenze dell'Intesa stavano trattando a Belgrado occupazione da parte di esse della parte della Macedonia da attribuirsi alla Bulgaria. Secondo pensiero di Delcassé tale ultima dichiarazione dava alla Bulgaria un maggiore affidamento e per conseguenza una nuova dichiarazione limitata a garantire il possesso della Macedonia al temine della guerra costituirebbe un passo indietro. V. E. avendo però osservato che se Governo bulgaro era edotto delle intenzioni delle quattro potenze, tali intenzioni non erano state comunicate in formula tale da costituire agli occhi del Governo di Sofia un solenne impegno per le potenze stesse, Delcassé ha proposto che rappresentanti dell'Intesa in Bulgaria fossero lasciati giudici dell'opportunità e formula da dare alla nuova comunicazione ed in questo senso ha già dato istruzioni al ministro di Francia •. - • -In assenza di Grey in consiglio dei ministri, ho veduto testè Nicolson. Mi ha detto che Grey ritiene preferibile attendere risposta serba la quale sembra imminente. Alla mia osservazione sul vantaggio della garanzia esplicita a tenere viva conversazione tra Bulgaria e l'Intesa ha replicato Nicolson che, per quanto sia pericoloso avventurarsi in profezie circa eventuali decisioni dei balcanici, non si intravvede per il momento almeno alcun sintomo rilevante intenzioni Bulgaria porre termine predetta conversazione. Motivi determinanti vedute di Grey furono riferit1i a V. E. col mio telegramma n. 377. » (5)

(Per tutti) Ho risposto ad Imperiali quanto segue:

« Ho riferito a sir Rennell Rodd osservazioni Nicolson non esservi alcun sintomo che Bulgaria volesse interrompere conversazioni con le potenze. Aggiunsi che ciò ricordavami un dispaccio di Macchio che nel maggio telegrafava Vienna, pochi giorni prima della dichiarazione di guerra, che non notava qui alcun segno che si desiderasse troncare la conversazione.

Un recente telegramma da Sofia (mio telegramma 786) (2) non poteva interpretarsi che come motivo del Governo bulgaro che conveniva far presto quel che

intendevamo fare se non volevamo trovare le cose già compromesse da altri impegni. Ritenevo quindi molto imprudente, in un momento in cui Germania ed Austria premevano da più lati con minacce e promesse su Bulgaria, il traccheggiare a darle alcuna garanzia positiva ed esplicita finchè non avessimo finito di metterei d'accordo con la Serbia.

Il dare ora alla Bulgaria la garanzia del possesso a guerra finita non impedisce che poi, quando divenga possibile, si abbia ad aggiungere in più la occupazione provvisoria.

(l) -Cfr. n. 668. (2) -Non pubblicato. (3) -Con t. gab. 1352/378 del 27 agosto, ore 21, per. ore l del 28. (4) -Con t. gab. 1349/393 del 27 agosto, ore 8,50, per. ore 23,45. (5) -Cfr. n. 645.
683

L'INCARICATO D'AFFARI A PARIGI, RUSPOLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 6272/731. Parigi, 29 agosto 1915, ore 13,40 (per. ore 17).

Notizie Sofia da quel ministro di Francia confermano conclusione negoziati turco-bulgari e intesa con imperi centrali per passaggio munizioni attraverso Bulgaria a destinazione Tur·chia a ·condizione che la metà di dette munizioni sia riservata al Governo bulgaro.

684

IL MINISTRO AD ADDIS ABEBA, COLLI DI FELIZZANO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 6329/72. Addis Abeba, 29 agosto 1915 (1).

Persona seria che in parecchie circostanze mi ha fornito preziose informazioni mi ha riferito che Negus Micael avrebbe convinto Ligg Jasu della necessità di intraprendere subito dopo la stagione delle pioggie un'azione risolutiva contro Rass Uold Ghiorghis per togliergli comando provincie alla sua dipendenza e unirle alla Corona del Negus Micael. Il programma di Negus Micael consisterebbe nel fare ordinare da Ligg Jasu subito dopo ..... (2) a Ras Uold Ghiorghis di presentarsi in Dessié e in caso rifiuto di muoversi immediatamente contro di lui con contingente del Uollo Galla e di Ras Sei ..... (2) e col contingente scioano. Sembra, però che i capi scioani edotti di tale ..... (2) abbiano già fatto sapere a Ras Uold Ghiorghis di non lasciare Gondar perchè in nessun caso muoverebbero contro di lui: sembra anche che Degiac Garasellassié sia a cognizione di qualche cosa e che d'accordo con Ras Uold Ghiorghis attenda gli avvenimenti suddetti contando sul favore che egli gode presso gran parte dei capi e popolazioni Tigré.

Non posso ancora garantire esattezza assoluta informazioni suddette, ma le ritengo in sostanza attendibili ed è fuori di dubbio che Negus Micael è più che

mai ostinato a togliere Ras Uold Ghiorghis dal suo comando per costituire un solo Regno con tutte le provincie settentrionali etiopiche ed è probabile che questo suo tentativo sarà quello che provocherà reazione da tanto tempo attesa da tutti i capi ormai intolleranti del dispotismo di Negus Micael. In relazione precedenti istruzioni che V. E. mi ha date per la nostra azione politica in Abissinia io non manco di coltivare questo malcontento, onde ..... (l) egemonia sempre crescente di Negus Micael che potrebbe effettivamente rappresentare per avvenire un pericolo per Eritrea.

È necessario intanto tener conto della situazione suddetta in relazione al mio telegramma 70 (2) sulla nostra azione economica in Gondar.

(l) -Il telegramma venne trasmesso da Asmara il 1° settembre alle ore 11,20 e pervenne alle ore 19,15. (2) -Gruppo indecifrato.
685

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.RR. 6300/40. Stoccolma, 30 agosto 1915, ore 21,53 (per. ore 3,20 del 31).

Principe russo Paolo Lieven, che era stato fatto prigioniero dai tedeschi con un treno della Croce Rossa a cui era addetto, è stato recentemente liberato all'infuori di ogni pratica ufficiale per le premure della granduchessa vedova di Baden e della Regina di Svezia con le quali qualche sua congiunta ha intime relazioni. Al momento di lasciare la Germania egli ha ricevuto visita del principe Massimiliano di Baden il quale lo ha pregato di consegnare alla Zarina Madre una lettera che sarebbe o della moglie principessa Maria Luisa o della suocera duchessa di Cumberland. Come è noto il fratello della principessa Maria Luisa ha sposato la figlia dell'Imperatore di Germania e la Zarina madre è sorella della duchessa di Cumberland. Anche questo passo potrebbe far parte degli sforzi tedeschi verso la pace. Prego V. E. tener segrete queste informazioni che debbo ad una confidenza personale.

686

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 8089/610. Londra, 30 agosto 1915.

Facendo seguito al mio telegramma odierno (2) ho l'onore di trasmettere qui unita all'E. V. copia della nota indirizzatami dal Foreign Office relativamente alle notizie trasmesse dal rappresentante britannico in Addis Abeba sulle intenzioni ostili all'Eritrea che si attribuiscono al Governo etiopico.

ALLEGATO

BUNSEN A IMPERIALI

N. 118301/15. Londra, 26 agosto 1915.

With reference to Your Excellency's recent request that His Majesty's Minister at Addis Abeba might be instructed to support his Italitan colleague in any maesures which might be necessary to counteract German intrigues in Abyssinia designed to promote an Abyssinian attack on Eritrea, I have the honour to inform you that I have now received a report from His Majesty's Minister on the subject.

Mr. Thesiger states that he considers the situation gives no cause for apprehension, and that there are no signs of Abyssinian hostility towards Eritrea.

(l) -Gruppi indecifrati. (2) -Non pubblicato.
687

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1382/324. Pietrogrado, 31 agosto 1915, ore 3,40 (per. ore 9,55).

Questo incaricato d'affari di Grecia mi ha detto che Germania e particolarmente Austria-Ungheria non cessano dall'additare al pubblico ellenico le regioni albanesi che confinano con l'alto Epiro e dal consigliarne l'occupazione ma che, se qualche organo della stampa ha abboccato a quel fallace invito la grandissima maggioranza del paese ed il Governo non nutrono aspirazioni su territorio abttato da popolazione allogena e non ravvisano nei consigli austro-tedeschi che intenzione di seminare zizzania tra Grecia e Italia. Caclamanos ha soggiunto che Grecia nulla avrebbe da perdere per l'esistenza di uno stato albanese garantitamente tranquillo che servirebbe di cuscinetto tra la Grecia occidentale e gli slavi (1).

688

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AI MINISTRI A BUCAREST, FASCIOTTI, E A SOFIA, CUCCHI BOASSO

T. GAB. 812. Roma, 31 agosto 1915, ore 21.

Miei telegrammi 792 (2) e 806 (3).

Questa ambasciata britannica mi ha comunicato che Grey non approvava la modifica proposta da Rodd e suggeriva che Inghilterra Francia e Russia facessero la comunicazione senza modifiche secondo sua prima proposta mentre Italia avrebbe potuto farla col testo modificato. A questo proposito ho telegrafato al

32 -Documenti diplomatici-Serie V-Vol. IV

R. ministro a Nisch quanto segue (l): « Sir Edward Grey non avendo accettato la modifica suggerita da Rodd, V. S. si asterrà dall'autorizzare che il collega britannico faccia, anche a nome dell'Italia, nè farà ella stessa la comunicazione di cui al mio telegramma suddetto.

Non essendo pienamente d'accordo sulla dizione di questa seconda dichiarazione da farsi a Nisch, noi preferiamo infatti, piuttosto che accentuare sempre più la differenza tra le comunicazioni nostre e quelle degli alleati, di aspettare la risposta serba che V. S. annunzia (suo telegramma n. 95) (2) imminente, se non è già stata fatta , .

(l) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Atene, con t. 809, pari data. (2) -Cfr. n. 680. (3) -Non pubblicato.
689

IL MINISTRO A NISCH, SQUITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 6308/244. Nisch, 31 agosto 1915, ore 12,40 (per. ore 22).

È giunta notizia telegrafica da Roma che autorevoli giornali italiani hanno pubblicato violenti articoli contro la Serbia e ciò ha naturalmente prodotta cattiva impressione. Se notizia fosse esatta, bisognerebbe attendersi levata di scudi contro di noi da tutta la stampa serba, tanto più che le pubblicazioni anti serbe segnalate dall'Italia sono in contrasto coi più lusinghieri elogi tributati in questi giorni alla Serbia da grandi organi della stampa parigina, quali Matin, Echo de Paris, JournaZ des Débats.

Temo che l'opera di questa legazione di cui mio telegramma n. 241 e rapporto del 27 corrente n. 96 (3), troverà ostacoli insormontabili qualora l'informazione venuta non si potrà smentire.

690

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1394/397. Londra, 31 agosto 1915, ore 9,05 (per. ore 24).

Riservato per lei solo.

Giorni sono Nicolson a proposito recenti recise dichiarazioni dell'imperatore di Russia a Cruppi e di Sazonoff alla stampa mi disse essere esse venute a buon punto a dissipare apprensioni sorte qui ed ancora più in Francia presso persone timorose e facilmente impressionabili nel senso di una possibile pace separata della Russia. Siffatta eventualità era stata da lui a priori esclusa in modo categorico per la fiducia assoluta riposta nella lealtà del Governo russo. Conoscendo ormai per esperienza di cinque ..... ( 4) accentuati preconcetti russofili di Nicolson

ho voluto, presso altre sorgenti egualmente serie, ma alquanto meno parziali per la Russia, indagare origine e fondamento predette apprensioni. Sotto il sigillo del segreto più assoluto mi è stato assicurato tre settimane fa apprensioni furono serie e giustificate. Da parte germanica vennero fatte aperture molto seducenti (si sarebbe lasciato intravedere persino possibilità intendersi per Costantinopoli). Aperture trovarono eco molto simpatica in alcuni circoli molto vicini al sovrano presso il quale si fecero sopratutto valere considerazioni dinastiche agitando spettro rivoluzione interna provocata dal sicuro ulteriore progresso invasione. Tale influenza sarebbe stata controbilanciata òa altre non meno poderose. Esse avrebbero lasciato esplicitamente intendere allo czar che non l'invasione nemica ma una pace in nostro favore anche relativamente vantaggiosa conclusa col nemico, avrebbe disonorato l'impero, distrutto prestigio militare e scatenato la rivoluzione con grave pericolo dinastico. Questo argomento ha avuto sopravvento ed ogni eventualità pace separata considerasi qui come definitivamente conclusa, decisione imperatore per guerra ad oltranza essendo più che mai salva. Da questo sforzo tedesco per concludere ad ogni costo la pace colla Russia mio interlocutore traeva nuovo motivo per ritenere esatte informazioni ottima fonte qui giunte nel senso già accennato da Grey e da me riferite. In base dette informazioni Germania comincerebbe ora ad incontrare difficoltà per riempire vuoti verificatisi nei suoi eserciti in seguito enormi perdite sofferte e mantenere ad un tempo nelle officine numero sufficiente uomini indispensabili per produzione adeguata armi e munizioni. Impressione qui prevalente è pertanto che Germania spinga ancora più avanzata in Russia nella speranza di un movimento popolare che costringa Governo a fare pace. Era questo del resto il programma fin dall'anno scorso annunziato a Tyrrell da Kiihlmann del quale a suo tempo riferii frase detta al momento di partire: « Colla Russia faremo pace quando vorremo ed all'occorrenza a spese dell'Austria ».

(l) -Con t. gab. 801 del 30 agosto. (2) -Non pubblicato. (3) -Non pubblicati: accordo di Squittì col direttore dell'ufficio stampa serbo per la pubblicazione di notizie provenienti dall'Italia. (4) -Gruppo indecifrato.
691

IL MINISTRO A NISCH, SQUITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1390/101. Nisch, 31 agosto 1915, ore 19 (per. ore 1,50 dell' 1 settembre).

Pachitch mi ha consegnato poco fa la risposta di S. M. il Re Pietro alla lettera speditagli da S. M. il Re (telegramma di V. E. Gab. n. 597) (1). Egli ha soggiunto che la risposta del Governo alle ultime comunicazioni ci sarà data domani.

Riproduco qui presso in italiano il testo letterale del messaggio reale:

« È con la più grande attenzione e con la più viva simpatia che noi seguiamo lo svolgimento delle operazioni del valoroso esercito di Vostra Maestà contro il nostro comune nemico che voleva imporre all'Europa la supremazia austrotedesca. Il popolo serbo abituato a lottare contro gli oppressori per la libertà e per la sua indipendenza è cosciente del pericolo se questa guerra venisse a terminare con la vittoria dell'Austria, ed a questo scopo esso ha fatto i più grandi

sacrifici che un popolo possa fare. È disposto a farne degli altri per la disfatta completa degli austro-tedeschi nella credenza che i grandi principii della libertà della vita indipendente e del libero sviluppo di tutti i popoli in Europa trionferanno sicuramente, principi proclamati all'inizio della guerra dai nostri potenti alleati. Da parte mia nelle presenti circostanze· non trascurerò nulla dei miei doveri di Sovrano costituzionale, ben sapendo che il Governo Reale esaminando le proposizioni concrete dei Governi alleati circa i nuovi sacrifici chiesti al popolo serbo si ispirerà agli stessi sentimenti della riconoscenza e della abnegazione e del dovere verso la patria serba e verso gli alleati che hanno fatto realmente maggiori sacrifici per lui. Comunicando quanto precede a Vostra Maestà tengo a ripetutamente assicurarla che noi ed il mio popolo siamo animati dallo stesso desiderio di vedere stringersi sempre più tra l'Italia e la Serbia i legami di intima amicizia basata sulla similitudine degli interessi » (1).

(l) Cfr. n 539.

692

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 6319/688. Pietrogrado, 31 agosto 1915, ore 21,22 (per. ore 11 dell' 1 settembre).

Sazonoff mi ha detto che consiglio dei ministri valendosi dell'articolo 158 dell'atto fondamentale dell'Impero che consente adozione provvedimenti eccezionali mediante semplice comunicazione al senato, ha autorizzato ministro dell'interno sopprimere provvisoriamente • zona di residenza obbligatoria • per israeliti, eccetto per le due capitali per il Turkestan e territori dei cosacchi. Questa misura è occasionata dalle numerose emigrazioni di israeliti fuggiaschi dalla Polonia.

È stato inoltre autorizzato ministro agricoltura commercio a ordinare alle scuole di commercio di ammettere senza limitazione alcuna i figli degli israeliti che hanno preso parte alla guerra, nonchè tutti i rifugiati israeliti che frequentavano le scuole commerciali nei governatorati attualmente occupati dal nemico.

Prima di tutto, sapendo che Sazonoff non è stato estraneo a tale saggia disposizione, lo ho sinceramente felicitato per buona impressione che produrrà all'estero questo primo passo verso abolizione delle restrizioni di libertà e diritto a cui per viete tradizioni sono sottoposti israeliti in Russia. Qualche giornale liberale che ha avuto sentore della preparazione di dette misure, la cui applicazione sarà probabilmente ordinata mediante circolare ministeriale, incoraggia ed €sorta Governo ad entrare risolutamente nella via della totale e stabile soppressione delle misure di eccezione per israeliti.

(l) Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. 816 dell'l settembre.

693

IL MINISTRO A DURAZZO, ALIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. POSTA 6571/530. Durazzo, 31 agosto 1915 (per. il 12 settembre).

Alush Agà Loja giunto da Cettigne, mi conferma le informazioni date da lui al R. console a Scutari circa il ricevimento avuto da Re Nicola (telegramma del cav. De Facendis in data 29 agosto) (1). Il Re gli avrebbe detto essere stata una cosa difficile per lui fare entrare le sue truppe a Scutari, ma che ora non si riuscirebbe a fargliele ritirare e che a questo effetto egli conterebbe sopra l'amicizia di due potenze. Alush Agà aggiunge che non gli sarebbe stato indicato quali fossero queste due potenze ma che evidentemente si alludeva alla Russia e alla Francia. Sempre secondo lo stesso informatore, il vecchio sovrano, ottimo conoscitore dei punti deboli della politica europea, senza dubbio cercherebbe al momento propizio di sfruttare il vantaggio del fatto compiuto, facendo agitare pure agli occhi dell'Europa il solito spauracchio di una complicazione tale, da mettere a repentaglio l'esistenza della dinastia e di procurare nuove complicazioni balcaniche, spauracchio che troverebbe ancora degli ingenui a credervi. Alush Loja è stato dal Re costretto moralmente a promettere di inviare alla corte di Cettigne il proprio figlio per esservi insignito del posto onorifico di aiutante di campo di Sua Maestà. Il Governo montenegrino cercherebbe con tali mezzi cattivare i capi musulmani di Scutari per proclamare poi essere il suo dominio loro accetto. I musulmani di Scutari sarebbero assai sconfortati dall'invasione montenegrina, ma incapaci, almeno per ora, di opporre qualsiasi resistenza, perchè disorganizzati e senza capi nè direttive: i cattolici si dimostrerebbero passivi. Bib Doba sparlerebbe ora dell'Italia ed avrebbe lasciato travedere vagamente desiderio di recarsi in Austria; il Montenegro gli impedirebbe però di lasciare Cettigne.

694

L'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1397/380. Parigi, 1 settembre 1915, ore 20,25 (per. ore 23,50).

Incaricato d'affari di Grecia a Costantinopoli, secondo che mi riferisce il Signor Romanos, ha telegrafato al suo Governo una conversazione avuta con persona che avrebbe assistito al Consiglio dei Ministri turco, secondo la quale accordo turco-bulgaro sarebbe stato concluso. Giusta termini di esso Bu~:5aria lascerebbe libero, attraverso il suo territorio, il passaggio delle munizioni a destinazione Turchia e si impegnerebbe a schierarsi a fianco degli Imperi centrali nel caso che Romania o Grecia entrassero in campagna a fianco dell'Intesa.

(l) Non pubblicato.

695

IL MINISTRO A NISCH, SQUITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1403-1403 bis/102. Nisch, l settembre 1915, ore 16,50 (per. ore l del 2).

Stamane Pachitch ha consegnato personalmente ai ministri di Russia, Inghilterra, Francia ed a me la prima parte dell'attesa risposta; la seconda contenente le condizioni alle quali si fa la cessione di territorio seguirà probabilmente oggi stesso.

Ecco la traduzione letterale di questa prima parte:

• Riferendosi alla nota del 22 agosto e senza entrare nell'apprezzamento della questione di sapere se il solo modo e l'unica via di ottenere la cooperazione della Bulgaria fossero quelli di concessioni che toccano così gravemente gli interessi vitali della Serbia e provocano una emozione così profonda fra tutto il popolo serbo, il Governo Reale dichiara quanto segue:

Il Governo serbo è cosciente della gravità della situazione sui differenti teatri della guerra, come pure del dovere imposto a ciascuno degli alleati di far tutti gli sforzi e tutti i sacrifici indispensabili per giungere all'esito favorevole della guerra. Perciò avendo maturamente riflettuto e considerato tutte le conseguenze possibili, il Governo Reale ha risoluto, non senza una lunga e penosa lotta e guidandosi quasi esclusivamente da considerazioni di riconoscenza verso la Russia ed i suoi Alleati, di accogliere il desiderio delle potenze alleate di fare un nuovo sacrificio, il più grande di tutti e di accettare in massima la linea proposta dalle Potenze alleate dell'antico Trattato serbo-bulgaro del 1912 colle restrizioni seguenti, che sono indispensabili e per le quali non potrebbe in nessun caso transigere :

l) La città di Skoplie con Ovce Polje sarà protetta contro eventual'i futuri attacchi della Bulgaria da una frontiera strategica-geografica da stabilirsi; 2) La città di Prilep, che è stata la culla dell'epopea serba e che tanti ricordi gloriosi legano alla Serbia, resterà nel territorio del Regno;

3) La frontiera comune serbo-greca promessa dalla Nota delle Potenze alleate, partirà dalla cresta del Peristeri e della Suha Planina, continuando verso l'ovest fino al punto che sarà ulteriormente fissato. In tale maniera la città di Bitolie resterebbe al di fuori del territorio serbo, ma una piccola parte della frontiera comune serbo-greca attuale sarebbe conservata ed il contatto del territorio bulgaro col territorio albanese sarebbe nell'interesse della sicurezza della Serbia, evitato.

La nuova frontiera distaccandosi dalla frontiera serbo-bulgara attuale comincerebbe all'Osogovska Planina.

Il tracciato partirebbe dal Rujen (quota 2225) e prenderebbe la direzione seguente: da Car Vrh (quota 2104) Kamenica-Cesma (quota 1882) Olahlar (quota 1570); poi seguirebbe la linea dello spartiacque tra fiume Zlotovskar e Kesangka rper il Raikaniskid fra éesnovice e Objacevo fino alla Bregalniza. Scenderebbe in seguito il corso della Bregalniza fino al suo confluente col Vardar poi seguirebbe il corso del Vardar fino al confluente della Cerna. Di là il tracciato rimonterebbe il fiume Cerna fino alla confluenza sulla sua riva sinistra del piccolo fiume Rijeka presso Raio poi si dirigerebbe per la linea dello spartiacque della Rijeka e del Cerna sulla (quota 880) Radebili, continuando per le quote 1250, 1674, 1506 donde per una linea conveniente attraverserebbe la pianura e rimonterebbe fino alla quota 709.

Il tracciato passerebbe in seguito per le quote 1450, 1166, 1895, 2290, 2227, 2091, 1988, 2094 e 1906 sino alla frontiera serbo-greca. (Consultare la carta dell'Istituto Geografico Militare pubblicata in Austria scala l: 200.000).

Il grave sacrificio, che il popolo serbo non potrà mai dimenticare, la Serbia l'offre anche per il trionfo delle Potenze alleate che hanno preso le armi tanto a nome del diritto e della libertà delle Nazioni deboli che per impedire la supremazia del germanesimo.

Cedendo una parte del suo proprio popolo e del suo territorio per il successo della causa comune, la Serbia sopporta un sacrificio che non ne uguaglia il sacrificio d'alcun altro alleato, ed è per questo che essa si considera in diritto di attendersi dalle Potenze alleate che realizzerebbe senza discussione gli altri suoi desideri nazionali.

Notizie esplicative.

Il Governo serbo non può lasciar passare questa occasione senza osservare

allo scopo di rettificare delle opinioni erronee che i territori che esso consente a

cedere, per desiderio delle Potenze alleate, sono territori serbi. Essi lo sono tanto

per i diritti provenienti dalla storia, dalle tradizioni del passato e dalle partico

larità etnografiche delle popolazioni slave che l'abitano che per i diritti che hanno

dato la guerra che l'ha liberata ed il sangue serbo che vi è stato profusamente

versato. Questi sono per il popolo serbo relativamente al carattere serbo di que

sta regione i diritti indiscutibili ed imprescrittibili.

Il trattato serbo-bulgaro del 1912 non esiste più poichè la Bulgaria lo ha

stracciato il 16 giugno 1913 col suo attacco subitaneo contro la Serbia. Il trat

tato di Bucarest del 1913 è il solo carattere internazionale su cui si basa la ripar

tizione attuale dei territori di Stato della Serbia e della Grecia della Bulgaria e

della Romania.

È un errore fondamentale il credere che la linea dell'antico trattato serbo

bulgaro del 1912 sia una linea etnografica. Essa non è una linea di divisione tra

i popoli serbo e bulgaro. Dall'una e dall'altra parte di questa linea vive lo stesso

popolo che parla la stessa lingua e che ha le stesse abitudini e le stesse tradizioni.

Il tracciato di questa linea è stato dettato da circostanze difficili e dalle impe

riose necessità di una difesa comune contro le intenzioni dell'Austria che tendeva

ad una manomissione della Serbia e della Macedonia con la creazione di una

grande Albania che avrebbe compreso i quattro antichi Vilayet di Kossovo, Scu

tari, Bitolie e Janina. Questa linea non è nè etnografica nè strategica nè geo

grafica e visti rapporti attuali della Serbia e della Bulgaria il suo ristabilimento è

impossibile e deve essere rettificato nel senso di sopra indicato. Bisogna aggiun

gere che quando con la linea dell'antico trattato del 1912 è stata divisa la Mace

donia tra la Serbia e la Bulgaria, ciò è stato fatto nella supposizione che la Serbia

riceverebbe inoltre il Vilayet di Scutari e che la Bulgaria riceverebbe il resto della Macedonia ma non la città di Adrianopoli e la Tracia, giacchè queste non entravano nella sfera delle domande.

Noi non abbiamo menzionato tutto quanto precede circa la linea del 1912 che avendo visto persistere nella Nota delle Potenze alleate del 22 agosto, l'erronea opinione che abbiamo rilevato al riguardo (Fine della nota esplicativa).

Il Governo serbo prendendo atto delle dichiarazioni delle Potenze alleate del 3 agosto promette loro che farà la cessione del territorio in parola con le restrizioni già indicate ed inoltre a condizione che siano adempiute tutte le clausole che seguono senza eccezione, in mancanza di che le concessioni promesse cadranno e saranno in avvenire nulle e non avvenute.

l) La Bulgaria sarà tenuta di attaccare con le sue forze nel più breve termine la Turchia e di dare de facto il suo aiuto per la conquista di Costantinopoli;

2) Il Governo serbo riceverà nel più breve termine oltre le promesse contenute nella Nota del 3 agosto una promessa formale delle Potenze alleate che la Croazia con la città di Rieka (Fiume) sarà riunita alla Serbia, che le regioni slovene saranno liberate ed avranno il diritto di disporre liberamente della loro sorte, e che sarà riunita alla Serbia la parte ovest del Banato che è assolutamente necessaria alla protezione della capitale e della vallata della Morava;

3) La Serbia sarà formalmente riconosciuta come alleata e come tale otterrà la garanzia della partecipazione attiva come pure voce deliberativa alla conclusione della pace o al congresso della pace che avrà luogo;

4) Alla Serbia sarà garantito alla fine della guerra un sussidio finanziario mensile di trentasei milioni di franchi senza le difficoltà ed i ritardi che hanno spesso impedito il Governo serbo di concludere a tempo le forniture e le commissioni di cui abbisogna.

5) La comunicazione col Mar Egeo essendo assolutamente necessaria alla Serbia visto le condizioni economiche e commerciali che sono finora esistite in Serbia, visto lo sviluppo del paese e visto gli speciali bisogni economici della parte sud-est della Serbia, ecc., è indispensabile che alla Serbia siano garantiti tutti i privilegi relativi all'uso delle strade ferrate di cui essa ha finora goduto per l'importazione e l'esportazione per ogni genere di mercanzie e di materiali da guerra.

6) Alla Serbia sarà garantito l'aiuto delle Potenze alleate in tutte le questioni concernenti la sua sicurezza, la sua indipendenza e la sua piena sovranità.

7) La cessione del territorio avrà luogo dopo che sarà stata previamente fissata la linea geografica strategica e sarà effettuata non appena la Serbia sarà entrata in possesso dei territori promessi, come pure di quelli sovra menzionati.

Il Governo serbo si riserba inoltre il diritto di regolare, prima della cessione del territorio, tutte le questioni che riferisconsi alla nazionalità, ai diritti di proprietà ed a legami d'ordine religioso e culturale con la Serbia di tutti gli abitanti dei territori ceduti che continueranno a risiedervi; come pure tutte le questioni relative alla conservazione dei monumenti storici serbi, chiese, monasteri, ecc.

Noi preghiamo le Potenze alleate di prendere su di loro la responsabilità coi doveri che l'accompagnano per tutte le conseguenze che potessero risultare dal fatto che la Serbia sulla domanda delle Potenze alleate avrebbe ceduto dei territori anche sulla riva destra del Vardar, contrariamente alle stipulazioni del trattato serbo-greco.

Nel fare le promesse e le dichiarazioni che precedono, il Governo serbo prega le Potenze alleate che il più gran segreto sia osservato al riguardo, poichè da questa condizione dipenderà il successo dell'azione intrapresa e sara,nno evitate tutte le gravi complicazioni interne che possono risultarne ».

Quanto precede mi è stato oggi comunicato da Pachitch, il quale mi ha detto anche che se le Potenze non riterranno la risposta soddisfacente egli intende presentare al Re le sue dimissioni.

Trasmetto per corriere testo francese (1).

696

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1398/398. Londra, l settembre 1915, ore 10,07 (per. ore 2 del 2).

Telegramma di V. E. Gabinetto 397 (2).

Grey confermava ieri con argomenti sostanzialmente analoghi a quelli addotti dal R. ambasciatore a Pietrogrado (telegramma di V. E. Gab. n. 782) (3) che ogni pericolo di pace separata russa deve considerarsi eliminato.

Oramai, diceva egli, più i tedeschi avanzano sul suolo russo meno probabile diviene realizzazione loro caldo desiderio di pace separata che il Governo russo non potrebbe nelle circostanze presenti concludere senza provocare una rivoluzione.

L'eventualità di una alleanza russo-germanica si sarebbe forse potuta contemplare con una Russia vittoriosa ma si deve escludere con una Russia vinta.

Avendo io confessato che tutto ciò non diminuiva preoccupazione e tristezza ispiratemi dalla incessante progressiva avanzata tedesca e sue conseguenze sulla situazione generale degli alleati, rispose Grey non condivideva siffatte preoccupazioni pur riconoscendo che situazione in questo momento non è lieta.

Secondo le notizie pervenute qui da ottima sorgente, presso le maggiori autorità tedesche si agitano attualmente due correnti: la prima per scopi sia politici che militari vorrebbe spingere sempre più avanzata sul territorio russo sempre nella speranza di costringere il Governo russo volente o nolente alla pace; la seconda propenderebbe invece per arrestare avanzata, stabilire fortemente linee di resistenza contro la futura offensiva russa e distrarre 7 od 800 mila uomini avviandoli al fronte occidentale per iniziare una poderosa offensiva.

Queste due eventualità erano da Grey contemplate con la calma e serenità abituale. Nel primo caso -osservava egli -i tedeschi incontreranno grosse difficoltà di clima e di terreno e vie e per assicurarsi una solida occupazione dei territori invasi non potranno distrarre nuclei veramente importanti delle loro truppe, il logorarsi delle quali che già si avverte, andrà sempre più crescendo. Nel secondo caso l'invio di 7 od 800 mila uomini sul fronte occidentale non do

vrebbe essere umanamente sufficiente per assicurarsi il successo di una eventuale offensiva contro franco-inglesi.

Chiesi qui se io poteva considerare esatto il calcolo da me fatto che cioè eserciti alleati sul fronte occidentale ascendono all'incirca tre milioni. Rispose tale calcolo peccava se mai per difetto e non per eccesso.

All'invio di rilevanti forze austro-tedesche contro i Balcani Grey presta fede molto relativa, sia per difficoltà di distrarre tante truppe su tre fronti sia perchè esperienza ha dimostrato che quando i tedeschi vogliono agire sul serio non annunziano a priori la loro intenzione.

Grey mi annunciò da ultimo un lieve progresso ai Dardanelli del quale era stato poco prima informato.

Circa quelle operazioni ho saputo da buona fonte che recentissimi combattimenti non hanno, causa gravissimi errori commessi da un generale in sottordine, dato risultato sul quale si contava mentre hanno cagionato perdite enormi, della entità vera di esse il pubblico non fu ancora messo al corrente. Numero dei soli uccisi mi venne riferito che ascende a 7 mila.

(l) -Cfr. R. r. 1379/128 del 5 settembre, non pubblicato. (2) -Sic nel registro, ma deve essere «mio telegramma gab. 397 » (cfr. n. 690). (3) -Non pubblicato.
697

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 6335/690. Pietrogmdo, l settembre 1915, ore 21,12 (per. ore 3 del 2).

Telegramma di V. E. 3220 (1).

Sazonoff ha egli pure ricevuto da più parti voci di un accordo turco-bulgaro

ma ciononostante egli non vi crede finora e suppone che Bulgaria lasci circolare

tale notizia per impressionare Quadruplice Intesa. Odierno Petrogradski Curier

dice trattative turco-bulgare sono semplicemente un'arma nelle mani del Go

verno di Sofia per sfruttare la situazione sia presso Quadruplice Intesa che presso

austro-tedeschi e Turchia, ma che appunto per ciò non se ne vedrà la conclusione.

Bulgaria non vuole guerreggiare, ma negoziare.

698

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1412. Comando Supremo, 2 settembre 1915, ore 17,20 (per. ore 19).

Avendo generale Joffre comandante in capo francese espresso desiderio visitare questo Comando Supremo S. M. il Re diede proprio consenso. Prevedesi arrivo Udine Generale Joffre possa avvenire domani sera 3 settembre trattenendosi qui probabilmente due giorni. Di quanto precede mi onoro dare doverosa confidenziale notizia a V. E. avvertendola che analoga comunicazione feci a

S. E. il Presidente del Consiglio.

(l) Ritrasmissione del n. 683.

699

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A SOFIA, CUCCHI BOASSO

T. GAB. 830. Roma, 2 settembre 1915, ore 21.

(Per Sofia) Telegramma S. V. gab. n. 167 (1). (Per tutti meno Sofia) Il 27 agosto ho telegrafato al R. ministro a Sofia quanto segue (2):

« Prego riferirmi se suoi colleghi abbiano ricevuto istruzioni circa dichiarazione solenne di garanzia da farsi costà circa Macedonia. Gradirò conoscere quale sia opinione personale di V. S. circa tale passo che avrebbe fra altro il vantaggio di potere essere fatto indipendentemente dalla risposta della Serbia e dalle conseguenti trattative con questa e quindi senza indugio ".

Il R. ministro a Sofia mi ha risposto quanto segue:

« Pomeriggio consultato colleghi dell'Intesa e stamane essendo riuniti fu constatato:

l o La nuova dichiarazione esplicita circa garanzia Macedonia è opportuna sopratutto pel fatto che dalle ultime notizie qui giunte risposta della Serbia non sarebbe completamente favorevole e quindi silenzio delle potenze dell'Entente a Sofia provocherebbe diminuzione loro prestigio e grande delusione tanto più che circoli governativi hanno accreditato voce che dinanzi resistenza serba Quadruplice sarebbe impotente mantenere dichiarazione fatta alla Bulgaria.

2° La nuova dichiarazione non tenendo conto delle difficoltà sollevate dalla Serbia sembra di natura da soddisfare popolo bulgaro. Nello stesso tempo la nuova dichiarazione non dovrebbe tuttavia fissare un termine per la risposta in quanto che potrebbe afferrarsi pretesto questo termine perentorio per rompere trattative. Invece i quattro rappresentanti potrebbero poi verbalmente insistere per avere risposta circa partecipazione della Bulgaria alla guerra contro la Turchia.

3o Nuova dichiarazione dovrebbe essere più accentuata di quella prece

dente che pure conteneva garanzia della Macedonia affinchè Governo bulgaro

non abbia impressione· che sia un indietreggiamento. Perciò sarebbe molto utile

includere accenno all'occupazione da parte alleati della riva sinistra Vardar (occu

pazione che sembra aver formato oggetto trattative fra l'Intesa e la Serbia).

Si è pure constatato che con questa nuova dichiarazione le quattro potenze

si impegnano di andare fino alle ultime conseguenze se la Serbia si mettesse

contro di loro: ma è da tener presente che l'impegno definitivo di garantire pos

sesso della zona incontestata della Macedonia alla Bulgaria nel caso che Bulgaria

attaccasse Turchia è già stato solennemente preso dalle quattro potenze alleate

colla loro nota del 29 maggio u.s. Inoltre si è osservato che la questione di obbli

gare eventualmente la Serbia colla forza alla cessione di tutta la zona incontestata

non si presenterà praticamente che dopo la caduta di Costantino~oli, fatto che sconvolgerà l'attuale situazione in Oriente e renderà, secondo ogni probabilità Serbia più arrendevole e la dovrebbe indurre a cedere dinanzi a una pressione morale.

Miei colleghi ed io abbiamo quindi redatto un progetto di nota che trasmettiamo oggi ai nostri Governi nel seguente testo francese:

" En se référant à leurs communications du 21 juillet-3 aout dernier et en vue de les compléter, les représentants des puissances alliées sont autorisés à déclarer que les quatre puissances garantissent à la Bulgarie la possession, à la fin de la guerre, de la zone dite non contestée de la Macédoine à la condition que la Bulgarie accorde la coopération de ses armées contre la Turquie ainsi qu'il a été prévu dans la note du 21 juillet-3 aout, et cela sans autre condition de quelque nature que ce soit. Les quatre puissances alliées déclarent en meme temps que leurs Gouvernements, s'étant mis d'accord à ce sujet avec le Gouvernement serbe, enverront des détachements de leurs troupes occuper, aussitòt après l'entrée en action de la Bulgarie contre la Turquie, les territoires macédoniens situées sur la rive gauche du Vardar et faisant partie de la zone non contestée. Ces territoires seront occupés et administrés par les puissances alliées jusqu'au jour où ils pourront etre remis à la Bulgarie ».

Personalmente ritengo che questo nuovo passo pei motivi indicati da V. E. nel suo telegramma gab. n. 770 può essere vantaggioso, ma data l'incertezza che regna sulle intenzioni del Governo bulgaro, il quale sembra volere aspettare di vedere da quale parte sarà una vittoria prima di decidersi, non so formulare previsioni sul suo pratico risultato.

Alla mia volta ho risposto a Cucchi quanto segue:

(Per tutti) V. S. mi espone sopra mia proposta (t. gab. n. 770) di dare solenne garanzia per parte delle potenze alla Bulgaria pel possesso Macedonia alla fine della guerra, apprezzamenti suoi e dei suoi colleghi partendo dal presupposto che le potenze abbiano concordata con la Serbia l'occupazione provvisoria del territorio in questione. Mia proposta invece mirava a fare precedere la dichiarazione solenne di garanzia a tale accordo con la Serbia facendone per ora astrazione, ciò appunto per evitare infinite difficoltà di lungaggini inevitabili per arrivare a concludere tale accordo e anche pel caso che quando non riuscisse di ottenere il consenso della Serbia per non poter soddisfare a eccessive sue pretese diventasse praticamente impossibile di attuare l'occupazione desiderata. Le potenze non hanno finora prestato nè il 21 luglio nè il 3 agosto (l) solenne garanzia alla Bulgaria pel pacifico possesso della Macedonia alla fine della guerra. Finchè la Serbia non consenta l'occupazione provvisoria le potenze non possono assumere l'impegno per essa di fronte alla Bulgaria, e non possono nemmeno fare la guerra alla Serbia alleata per attuarla violentemente, e d'altra parte non possono lasciarsi imporre qualunque patto dalla Serbia pur di ottenere il consenso. Per queste ragioni il testo da V. S. trasmessomi come concordato con i colleghi non mi pare per ora utilizzabile.

(l) -T. gab. 1,395/167 del 31 agosto, ore 1,30, per. ore 15 dell'l settembre. (2) -Con t. gab. 770.

(l) Sic. ma si tratta di un errore; si fa riferimento alla comunicazione alla Bulgaria del 21 luglio-3 agosto, citata sopra.

700

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA

T. 3264. Roma, 2 settembre 1915, ore 23.

L'ambasciatore degli Stati Uniti d'America mi ha ieri rinnovato le sue vive premure perché i corrispondenti dei vari giornali nord-americani da lui in addietro raccomandati possano essere autorizzati a visitare il nostro fronte, sia pure in una gita collettiva.

I giornalisti americani esclusi dalla gita avrebbero anche espresso il loro disappunto per il fatto che sia stato negato a rappresentanti di giornali ben disposti verso il nostro paese quanto era stato accordato alla signora Boissevain.

In questo momento poi ricevo il seguente telegramma del R. ambasciatore a Washington:

• -Ho potuto constatare che certe cortesie usate dal Governo di Francia ad alcuni corrispondenti di giornali americani poco benevoli alla nostra causa hanno giovato a convertirli. È fuor di dubbio che il lettore americano rimane più favorevolmente impressionato dallo scritto di un corrispondente di prestigio a lui noto che da bollettini e comunicati ufficiali, verso i quali si dimostra scettico. Ritengo utile che si faciliti in massima ai pubblicisti americani visitare il fronte: costoro si possono soddisfare come un bambino, e le nostre autorità militari saprebbero appagare il loro amor proprio e la loro curiosità con le necessarie precauzioni. Sapendo che è necessario guadagnar terreno a Chicago, raccomandai a V. -E. il signor Patterson comproprietario della Chicago TTibune, raccomandazione sulla quale mi permeHo insistere, tanto più se si concede al signor Mowrer di visitare il fronte. La raccomandazione di Page a favore di quest'ultimo dovrebbe garantirci contro sorprese ».

Nel pregare V. E. di voler provvedere in proposito informo che contemporaneamente dirigo analoga comunicazione a S. E. il presidente del consiglio.

701

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 6365/565. Bucarest, 2 settembre 1915, ore 15 (per. ore 5,45 del 3).

Direzione politica del giornale Universul, fondato dal nostro connazionale Luigi Cazzavillani, e che negli ultimi tempi aveva tenuto un contegno ostile all'Intesa, è stata assunta ora dall'illustre ex-ministro della guerra ed ex-capo dello stàto maggiore dell'esercito romeno Gregorio Crainiceano. L'incaricato della nuova direzione si è subito manifestato in senso favorevole all'Intesa e specialmente all'Italia, di cui nuovo direttore è sincero ed antico amico; oltre essere ammiratore della nostra attività militare e della strategia .del generale Cadorna. Stamane giornale pubblica un articolo di fondo intitolato • I beni altrui • in cui

prende lo spunto dall'articolo pubblicato dal deputato Torre nel Co1-riere della Sera del 23 agosto largamente riassunto da questa agenzia italiana per trattare della guerra attuale. " Ben dice deputato Torre, incomincia articolo, che altri e non l'Italia sono che hanno aspirato ai beni altrui e questi altri sono coloro che non hanno esitato a ricorrere a guerra ed a conflagrazioni per impedire libero svolgimento della coscienza nazionale delle popolazioni. Questa ricostituzione della verità fatta dal deputato italiano, interessa più di ogni altro noi romeni perchè anche a noi viene rivolta accusa di aspirare ai beni altrui. Così noi come gli italiani non vogliamo prender nulla per noi ma solamente rivendichiamo diritti e libertà in favore oppressi che appartengono alla nostra nazionalità. Ciò costituisce appunto la differenza radicale tra il buon diritto delle aspirazioni nostre ed ingiustizia delle aspirazioni altrui. Gli italiani e noi non aspiriamo conquista propriamente detta ma alla liberazione dei popoli •. Prego far commentare largamente in codesta stampa ponendo in rilievo eminente personalità del nuovo direttore politico che è membro influente del partito liberale attualmente al potere. Prego far telegrafare commenti esclusivamente all'agenzia italiana e in più del solito servizio ma non all'Epoca e all'AdveruL che hanno interessi divergenti da quelll dell'UniversuL

702

IL CONSOLE GENERALE A GIBILTERRA, ROCCA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 566/86. Gibilterra, 2 settembre 1915.

Da una autorevole personalità straniera ho avuto delle interessanti informazioni confidenziali circa i maneggi fatti dall'Imperatore e dal Governo di Germania presso il Re ed il Governo spagnolo per cercare di utilizzare il loro concorso ai fini d'espansione e di dominio tedesco nel Mediterraneo occidentale.

Il governo germanico avrebbe fatto conoscere a Madrid, sino dal principio delle ostilità, che, non appena conquistata Parigi, e le regioni strategicamente più atte ad assicurargli la libertà dei movimenti, grazie alla iniziata rapi~issima invasione del territorio francese, esso avrebbe fornito il governo spagnolo di potentissimi cannoni d'assedio di grande portata, trasportati per ferrovia. Grazie a tali formidabili artiglierie, che dovevano essere piazzate sulle montagne della Sierra Carbonera, sovrastante Algeciras, sarebbe stato agevole ridurre all'impotenza le opere fortificate di Gibilterra e la stessa squadra britannica, coll'eventuale concorso di truppe da sbarco tedesche.

In caso di favorevole successo, Gibilterra avrebbe dovuto essere occupata temporaneamente dalla Germania, alla quale, sempre temporaneamente, doveva pure essere concesso, in compenso del suo concorso alla presa di Gibilterra, di avere una base marittima nell'isola di Minorca. Alla fine della guerra, si prometteva che Gibilterra sarebbe tornata a far parte integrante della Spagna, dopo due secoli di occupazione inglese.

L'autorevole informatore non è stato in grado di dirmi quali accoglienze tali proposte avrebbero ricevuto a Madrid.

A tale riguardo, va tenuto presente che, durante la guerra ispano-americana, il Governo britannico, avendo avuto conoscenza d'un progetto di fortificare le alture della Sierra Carbonera per proteggersi contro un eventuale sbarco della flotta degli Stati Uniti, ebbe a far tenere presente alla Spagna che esso avrebbe considerato tale progetto come un atto di inimistà, ed il Governo di Madrid desistette da tale idea.

Sembra pure che larghi incoraggiamenti e promesse di aiuti militari e finanziari siano stati dati al Re di Spagna ed al suo Governo, qualora avesse voluto decidersi ad approfittare del conflitto europeo per cercare di annettersi il Portogallo ed occupare saldamente Tangeri.

Tali interessanti informazioni sono forse a conoscenza dell'E. V. per altra via, ma io stimo opportuno comunicarle, ad ogni buon fine all'E. V.

In mancanza della realizzazione di tali grandiosi progetti, il Governo germanico si adopera con tutti i mezzi per fare della Spagna un utile centro di spionaggio e di propaganda sulle vicine coste africane, come ebbi l'onore di far conoscere con recenti telegrammi; ed approfitta anche, a tal uopo, della presenza di numerosi sudditi tedeschi ed austro-ungarici, i quali ora si trovano nel territorio spagnuolo in numero non inferiore a 300 mila.

703

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 842. Roma, 3 settembre 1915, ore 21.

Questa ambasciata di Francia mi ha chiesto:

l o Se ero disposto a dare istruzioni al R. ministro a Belgrado per rivolgere domanda formale a Pasic « come alleato » circa l'occupazione della Macedonia fino al Vardar da truppe delle Potenze (vedi mio telegramma n. 754) (l);

2o Quale era il mio pensiero circa il progetto di nota a Radoslavoff concertato dai ministri delle quattro potenze a Sofia (mio telegramma n. 830) (2).

Ho fatto conoscere che oggi, data la risposta della Serbia, le due comunicazioni mi sembravano intempestive e oltrepassate, e che, per quanto riguarda la Bulgaria avevo esposto il mio pensiero per telegrafo ai RR. ambasciatori a Parigi Londra Pietrogrado, insistendo sul punto di vista, che propugnavo da tempo, circa la necessità di una dichiarazione esplicita e decisiva sulle concessioni territoriali da garantirle (mio telegramma n. 836) (3).

(l) -Cfr. n. 653. (2) -Cfr. n. 699. (3) -Cfr. n. 706.
704

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1428/406. Londra, 3 settembre 1915, ore 20,45 (per. ore 23).

Oggi Nicolson mi ha detto di non aver ancora avuto agio di conferire con lord Crewe occupato in consiglio dei ministri in merito alla risposta serba e che non era in grado di esprimere alcuna impressione su quel documento di cui aveva potuto prendere una visione soltanto superficiale. Dalla lettura da lui datami della terza parte ho notato fra le condizioni formulate quella dell'unione alla Serbia della Croazia, Fiume compresa, della messa in libertà delle nazionalità slovene, dell'assegnazione alla Serbia di una parte del Banato.

A titolo di osservazione puramente personale ho rilevato che alcune di quelle condizioni sembravano involgere molto da vicino importanti interessi italiani e toccare punti già definitivamente risoluti negli accordi di aprile. Non intendevo comunque manifestare apprezzamenti. Al riguardo V. E. farà con l'abituale nettezza e lucidità conoscere il suo pensiero. Una sola cosa desideravo rilevare e cioè che la risposta serba provocherà verosimilmente discussioni e che prima di aver raggiunto una intesa definitiva con la Serbia passerà del tempo e che pertanto mi parrebbe oltremodo desiderabile decidersi a fare senz'altro alla Bulgaria la dichiarazione solenne sulla quale V. E. molto opportunamente insiste, tenendo presente che il rinviarla più oltre potrebbe avere conseguenze molto sgradite.

Nicolson ha detto che ne avrebbe riferito a lord Crewe col quale mi riservo di parlare direttamente lunedì.

705

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A DURAZZO, ALIOTTI

T. 3267. Roma, 3 settembre 1915, ore 24.

Telegramma V. S. 531 (1).

Prego comunicare Essad che R. Governo prende atto sua rinuncia alla somma lire 50.000 corrispondenti sussidio seconda quindicina agosto, ed esprime suo compiacimento per sincerità e correttezza da Essad dimostrata in tale occasione. Circa destinazione detta somma R. Governo si riserva disporne secondo stimerà più opportuno.

Quanto ai rifornimenti, V. S. vorrà rassicurare Essad che per ora non può farsi più di quanto si è fatto, lasciando partire velieri Essad, permettendo viaggio

• Olga , organizzazioni servizio merci e posta da Gallipoli, facilitando ogni modo esportazioni generi necessari.

(l) Non pubblicato.

706

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 836. Roma, 3 settembre 1915.

La risposta serba, che non comunico a V. E. perchè immagino Ella potrà procurarsela facilmente da codesto Governo, mi suggerisce le seguenti considerazioni:

Il Governo serbo dà mostra di mancare del senso del tempo, trascurando l'elemento più essenziale della situazione presente balcanica, la necessità di far presto e di risoluzioni pronte e radicali.

Mentre la Bulgaria aspetta, di giorno in giorno, per decidere da qual parte schierarsi, di sapere se gli austro-tedeschi scenderanno più o meno presto in massa sul Danubio per sfondare il territorio serbo tra Orsova e il Timok, e ciò per poter essa calcolare se vi è il tempo necessario perchè il suo intervento a pro degli alleati possa dare il tracollo alla bilancia con la presa di Costantinopoli, la Serbia nella sua risposta alle Potenze mette serenamente sul telaio una serie di questioni nuove la cui soluzione richiederebbe mesi e mesi, e subordina ad esse il suo consenso alla cessione di qualsiasi parte della Macedonia, con che rende ora praticamente impossibile ogni occupazione provvisoria delle Potenze ed ogni loro sollecita pressione sulla Bulgaria per deciderla all'azione.

La risposta di Pasich : l) malgrado la risposta già avuta dalle potenze (quesito Pasic n. 2 -Vedi mio telegramma n. 598) (1), muta notevolmente le frontiere della zona incontestata del trattato 1912; mutamento che, viste le assicurazioni già date dalle potenze alla Bulgaria, richiederebbe tutto uno strascico di nuovi interminabili negoziati con questa;

2) impianta una nuova questione per la Croazia;

3) risolleva la questione del Banato Occidentale, nonostante gli impegni già presi dalle Potenze con la Romania;

4) intavola nuovi problemi di garanzie collettive delle Potenze pel futuro di fronte alla Serbia, senza però voler questa abdicare a qualsiasi diritto di completa libertà d'azione.

Tutto questo appare quasi infantile di fronte alla tragica gravità della situazione e alla imperiosa necessità di sollecite risoluzioni.

Sono profondamente convinto che l'unica risorsa che resti oggi alla Quadruplice per sventare le mene austro-germaniche rese tanto più pericolose per effetto della incoscienza del Governo serbo, è di fare prontamente offerte precise e decise alla Bulgaria garentendole solennemente il possesso della zona incontestata della Macedonia alla fine della guerra e ove occorra un accrescimento di confine

33 -Documenti diplomatici-Serie V-Vol. IV

oltre la linea Enos-Midia. Ogni passo in altro senso è illusorio, e la continuazione all'infinito della discussione a Belgrado con aumento di concessioni e promesse alla Serbia non serve ad alcun risuLtato pratico.

Prego intrattenere codesto Governo nel senso di quanto precede.

(l) Ritrasmissione del n. 531.

707

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1436/404. Bucarest, 3 settembre 1915, ore 10,20 (per. ore 16,10 del 4).

Mio telegramma Gab. 400 (1). Ho chiesto stamane a Bratianu che cosa intendesse fare nel caso di una invasione della Serbia da parte austro-tedeschi.

Egli ha premesso che dalle notizie raccolte dallo Stato Maggiore romeno fornite dal governo serbo non risulterebbe confermata presenza ad Orsova di grandi forze austro-tedesche.

Lo stesso governo serbo escluderebbe che vi si potessero riunire e far passare Danubio a forze sufficienti in meno due mesi; ciò fa sì che Bratianu non vedendo più pericolo d'un'invasione della Serbia così imminente è un poco più tranquillo e secondo il suo solito at,tende dal tempo una soluzione.

Io però non mi sono contentato di ciò ed ha replicato allora riconoscendo che con Serbia invasa da austro-tedeschi e forse anche dai bulgari Romania rimarrebbe assolutamente isolata, e si troverebbe in una situazione difficilissima. Ha però aggiunto non potere determinare quello che Romania farebbe in tale eventualità giacchè ciò dipenderebbe anche da un lato dalla situazione della Russia dall'altro dall'importanza delle forze che austro-tedeschi potrebbero portare in questo settore, giacchè non potrebbe esporsi ad essere schiacciata. Ho allora accennato alla possibilità di accordarsi colla Grecia per venire in aiuto alla Serbia ma Bratianu si è schernito esaminare questo o qualsiasi altro modo di intervento, ripetendo di non volersi esporre ed esservi tempo a pensare.

Mi ha parlato poi della situazione interna della Romania con una franchezza in lui insolita dicendo che egli è deciso marciare coll'Intesa e che è sicuro avere con sè il Re, partiti liberali e intero Paese. Non dubita quindi potere a suo tempo entrare in azione alla condizione però che ciò si verifichi quando situazione militare sia favorevole. Altrimenti egli sarebbe abbandonato da tutti.

In altri termini come ho telegrafato ripetutamente per entrata in azione della

Romania si richiede :

l) caduta dei Dardanelli per assicurare rifornimento;

2) arresto ritirata e ripresa azione militare da parte russi.

Degli altri fronti Bratianu non si preoccupa giacchè mi ha detto avere rice

vuto ottime notizie dall'Italia e dalla Francia.

Prego mantenere segreto su quanto precede.

(l) Non pubblicato.

708

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.R. 1441/339. Pietrogrado, 4 settembre 1915, ore 1,50 (per. ore 18,50).

Giusta confidenziale informazione di fonte giapponese le conversazioni anglorusse del novembre scorso sarebbero state poste a verbale senza conclusione di accordi.

In esse sarebbero stati considerati come punti di vista comuni: l) la facoltà per la Russia di detenere e fortificare il Bosforo; 2) la neutralizzazione di Costantinopoli e del territorio che le verrebbe aggregato; 3) lo smantellamento delle fortezze dei Dardanelli e l'inviolabile libertà di transito internazionale attraverso i medesimi.

709

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1445/335. Pietrogrado, 4 settembre 1915, ore 14,50 (per. ore 19,25).

Promemoria Sazonoff :

• Réponse Pachitch correspond pas à ce que les alliés étaient en droit d'espérer de l'esprit d'équité et clairvoyance du Gouvernement serbe. Sazonoff considère néanmoins dangereux d'entrer avec celui-ci en discussion au sujet des restrictions mises aux conditions posées par les alliés comme base de la reconstitution bloc balcanique. Ceci d'autant plus qu'il paraìtrait imprudent laisser Bulgarie plus longtemps en l'état de doute et ignorance qui semble l'énerver. Sazonoff opine donc pour déclaration à ce t effet à Radoslavoff: " Le Gouvernement serbe a répondu aux alliés en principe affirmativement. Les quelques points qui devront encore etre examinés par les alliés de concert avec la Serbie ne sauraient les empècher d'assumer dès à présent le devoir de garantir à la Bulgarie à l'issue de la guerre la zone dite non contestée de la Macédoine, à la condition que la Bulgarie accorde la coopération de ses armées contre la Turquie ainsi qu'il l'a été prévu dans la Note du 3 aout et sans autres conditions de quelque nature que

ce soit. Les Représentants des quatre Puissances déclarent en mème temps, que leurs Gouvernements, s'étant mis d'accord avec la Serbie enverront un détàchement de leurs troupes occuper aussitòt après entrée en action Bulgarie contre Turquie les territoires macédoines situés sur la rive gauche du Vardar et faisant partie de la zone non contestée. Les territoires seront occupés et administrés par les Puissances alliées jusqu'au jour où Hs pourront ètre remis à la Bulgarie •.

710

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTO>NI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A SOFIA, CUCCHI BOASSO

T. GAB. 846. Roma, 4 settembre 1915, ore 21.

(Meno Sofia) Mio telegramma n. 836 (1). Ho telegrafato al R. ministro a Sofia quanto segue: (Per tutti) Ho esposto ampiamente a questo ambasciatore di Russia venuto a vedermi stamane le mie impressioni sulla risposta serba e sulla necessità di agire prontamente a Sofia indipendentemente da qualunque prosecuzione di interminabili trattative a Belgrado e facendo a meno di ogni preventivo consenso della Serbia. Ogni indugio implica gravi pericoli. La situazione essere a Sofia molto pericolante se non già compromessa del tutto. Se le quattro Potenze non si decidevano oggi ad affrontare risolutamente le necessità della situazione, garantendo solennemente alla Bulgaria il possesso della Macedonia alla fine della guerra, e magari ove occorresse un allargamento del confine promesso in Tracia oltre la linea Enos-Midia, conveniva rinunziare addirittura ad ogni illusione di aiuti bulgari (forse anche romeni) durante la presente guerra, o prepararsi a tentare qualche altro giuoco. Le stesse cose esposi a Sir Rennell Rodd venuto a vedermi subito dopo Giers.

Rodd mi comunicò la seguente proposta di sir Edward Grey per una dichiarazione da farsi dalle quattro Potenze a Sofia:

• Le Potenze alleate sono ora pronte a garantire la cessione della Serbia alla Bulgaria di tanta parte della Macedonia quanta era compresa entro la zona incontestata del trattato serbo-bulgaro del 1912, non appena avranno portato la guerra a una conclusione vittoriosa.

Questa garanzia è però subordinata all'entrata in campagna della Bulgaria con gli alleati contro la Turchia senza indugio e in ogni caso prima del 20 settembre.

Le Potenze alleate sono pronte ad occupare il Distretto ad oriente del Vardar con truppe alleate •.

Risposi che riconoscevo pienamente la necessità di fare senza indugio la dichiarazione di garanzia alla Bulgaria della intera zona incontestata della Macedonia ed ero disposto ad accettare la formula proposta da Grey, ad eccezione dell'ultimo periodo, e ciò perchè con esso le Potenze avrebbero continuato nell'errore commesso fino ad ora di subordinare l'azione nostra sulla Bulgaria al preventivo beneplacito e consenso della Serbia. Non si poteva occupare violentemente la regione ad est del Vardar a dispetto della Serbia, e per averne il consenso dovevamo di nuovo andar incontro a lunghe discussioni e perditempi. Quanto al termine del 20 settembre parevami alquanto ristretto, e si potrebbe estenderlo almeno a tutto il mese corrente.

Rodd m'informò che già Grey aveva telegrafato al Ministro britannico a Belgrado perchè dicesse a Paslc che le Potenze dovevano considerare pondera

tamente le ragioni esposte nella risposta serba e che intanto presumevano che egli non avrebbe fatto opposizione alla occupazione militare provvisoria per parte loro del territorio a sinistra del Vardar. Grey sperava di poter avere una sollecita risposta di consenso o di rassegnazione, senza compromissione della discussione delle varie questioni messe innanzi nella risposta serba.

Replicai che io non lo speravo. Che probabilmente la Serbia avrebbe chiesto per prima cosa un qualche affidamento sulla risoluzione favorevole delle varie questioni da lei proposte, e che a ogni modo si sarebbe perduto tempo prezioso prima di fare il passo colletHvo a Sofia, mentre la situazione colà precipitava di giorno in giorno se non di ora in ora.

Nulla impediva che, quando veramente, o presto o tardi, la Serbia desse una risposta favorevole alla domanda sull'occupazione provvisoria, in quel giorno le Potenze aggiungessero alla comunicazione già fatta a Sofia una seconda per offrire questa ulteriore garanzia delle aspirazioni bulgare (1).

Autorizzo pertanto V. S. ad associarsi ai Colleghi alleati per fare a codesto Governo una dichiarazione che impHchi la solenne garanzia collettiva del possesso della zona incontestata della Macedonia secondo il trattato serbo-bulgaro del 1912, alla fine della guerra, a condizione dell'entrata in campagna della Bulgaria contro la Turchia entro il mese corrente.

Fino a nuove istruzioni escluso qualunque allusione o impegno di occupazione provvisoria per parte delle Potenze del territorio ad Oriente del Vardar. (Per Parigi Londra e Pietrogrado) Prego V. E. intrattenere codesto Governo nel senso di quanto precede e telegrafarmi.

(l) Clr. n. 706.

711

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1448/408. Buca1·est, 4 settembre 1915, ore 13,30 (per. ore 22).

In relazione al mio telegramma Gab. n. 366 (2) informo V. E. che ho affidato al corriere di Gabinetto che parte oggi una lettera di S. M. la Regina. Lettera è oltremodo cordiale ed affettuosa come V. E. rileverà dal seguente riassunto: La Regina Maria comincia col dire che scrive alla nostra Augusta Sovrana per dimostrare cognata che pensa a Lei conoscendo le emozioni per cui Sua Maestà deve passare in questi momenti. Dice poi di avere avuto notizia dei Nostri Sovrani da me, con cui ebbe una conversazione molto interessante. Ricorda quindi azione umanitaria della Nostra Augusta Sovrana, successi dell'esercito italiano ed in questo specialmente celebra contegno eroico di S. M. il Re. Regina di Romania accenna alla sua dolorosa situazione di famiglia con sorella e parenti nei due campi opposti e dà, infine, notizie della vita intima della Famiglia Reale romena.

Se mi fosse permesso di dare un suggerimento esprimerei parere che la Nostra Augusta Sovrana quando riceverà questa lettera si degnasse telegrafare

brevemente a S. M. la Regina di Romania pel tramite di questa R. legazione e quindi col primo corriere rispondesse in modo da mantenere viva la corrispondenza. Non oso suggerire che S. M. il Re scriva al Re di Romania ma se l'Augusto Sovrano credesse farlo.. recente indisposizione del Re Ferdinando di cui è cenno anche nella lettera della Regina Maria ne fornirebbe occasione.

Se S. M. il Re crede farlo io me ne riprometterei non poco vantaggio.

L'E. V. avrà rilevato non dalla mia sola corrispondenza (telegramma V. E.

n. 716 (l) che l'azione dell'Intesa sia stata insufficiente nei Balcani in generale ed in Romania e Bulgaria in particolare.

Uno degli elementi di questa insufficienza è stata la mancanza di contatto tra i Capi di Stati dell'Intesa ed i Sovrani di questi ultimi due Paesi. Se per quanto riguarda l'Italia e la Romania fosse possibile eliminare tale inconveniente nostri interessi se ne avvantaggerebbero. Io non mi illudo certamente di poter in tal modo supplire alla necessità di un cambiamento della situazione militare della Russia ma tendo a creare un ambiente tale da permetterei di trarre partito dalla prima occasione favorevole e specialmente dalla ripresa delle armi russe, neutralizzando effetto delle influenze dei principi tedeschi sul Re di Romania.

Già ho notato nel contegno di Bratianu a nostro riguardo in seguito ai più frequenti contatti che i telegrammi di V. E. mi hanno permesso tenere con lui, un cambiamento in senso favorevole a noi. La stessa azione noi potremmo esercitare sulla Famiglia Reale romena, tenendo presente che in questo paese -malgrado la debolezza di carattere del Re -influenza della Corte è, o può essere nei momenti decisivi, molto importante.

Ciò rinforzerebbe anche posizione di Bratianu in vista del momento in cui Romania dovesse decidersi entrare in azione al nostro fianco.

(l) -Dall'inizio a questo punto il testo del telegramma è identico a quello dell'annotazione del 4 settembre in SoNNINO , Diario, vol. II, cit., pp. 214-216. Cfr. anche ibid., pp. 216-217 l'annotazione del 6 settembre. (2) -Non pubblicato.
712

L'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1444/383. Parigi, 4 settembre 1915, ore 20,20 (per. ore 23,40).

Telegrammi di V. E. nn. 830 (2), 836 (3), 842 (4).

Ho conferito con Delcassé. Anche egli pensa che risposta serba sembra redatta apposta per perdere tempo sollevando questioni che importerebbero discussioni prima con gli Alleati e poi con Serbia stessa. È di opinione quindi che per il momento valga meglio non dare alcuna risposta. Vorrebbe però che ciò malgrado, si chiedesse subito a Pachitch l'autorizzazione, come alleato, per occupazione della Macedonia fino al Vardar, esigendo una risposta immediata affermativa o negativa che sia.

I Ministri delle Potenze a Belgrado nel chiedere tale risposta dovrebbero rifiutarsi a qualunque discussione circa il contenuto della nota serba ..... (5).

(1,1 Del 15 luglio 1915. ritrasmette alle ambasciate di Parigi e di Londra il t. 838/233 da Pietrogrado concernente la questione del Banato.

Immediatamente si dovrebbe fare la dichiarazione di garanzia alla Bulgaria della zona incontestata deìla Macedonia alla fine della guerra. Se Serbia acconsentirà occupazione fino Vardar questa sarà per Bulgaria la migliore prova dell'efficacia della garanzia delle Potenze.

Se Serbia non consentirà l'occupazione, Delcassé è d'avviso che per soddisfare pienamente Bulgaria, si debba dichiararle che conseguenza della garanzia stessa, nel ,caso che Serbia aUa fine della guerra si rifiutasse di evacuare Ma,cedonia, dovrebbe essere l'azione coattiva non soltanto diplomatica ma anche materiale delle Potenze.

(2) -Cfr. n. 699. (3) -Cfr. n. 706. (4) -Cfr. n. 703. (5) -Gruppo indecifrato.
713

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A SOFIA, CUCCHI BOASSO

T. GAB. 853. Roma, 5 settembre 1915, ore 20.

(Per Parigi) Telegramma di V. E. n. 383 (1).

(Per Pietrogrado) Telegramma di V. E. n. 335 (2).

(Per tutti meno Parigi) Il R. ambasciatore a Parigi telegrafa quanto segue:

• Ho conferito ecc...... • (come nel telegramma n. 383). (Per tutti meno Pietrogrado) Il R. ambasciatore a Pietrogrado telegrafa

quanto segue: • Promemoria Sazonoff..... ecc. • (come nel telegramma n. 335).

(Per tutti meno Sofia) Ho telegrafato al R. ministro a Sofia quanto segue:

(Per tutti) Convengo in massima nelle idee esposte da Delcassé con qualche leggero emendamento, e cioè: l) Nessuna risposta per ora alla nota serba; 2) Chiedere subito a Belgrado come alleati l'occupazione provvisoria fino

al Vardar, esigendo risposta immediata. A questo io aggiungerei che si dovrebbe definire un termine preciso di non oltre tre giorni per la risposta; subordino però la mia accettazione di questo passo a Belgrado alla accettazione per parte degli alleati della contemporanea dichiarazione a Sofia di cui al n. 4;

3) Le quattro potenze dovrebbero per ora rifiutarsi a qualunque discus

sione delle questioni sollevate dalla Serbia;

4) Contemporaneamente e senza aspettare la nuova risposta serba relativa

all'occupazione provvisoria, fare a Sofia la dichiarazione solenne di garanzia del

possesso bulgaro della zona incontestata per la fine della guerra, a condizione

dell'intervento bulgaro entro il settembre contro la Turchia, senza fare alcuna

menzione della nota serba e nemmeno della eventuale occupazione provvisoria;

5) Appena avuta la risposta serba, se questa sarà affermativa, fare un secondo passo a Sofia aggiungendo la promessa dell'occupazione provvisoria delle potenze fino al Vardar. Ciò nel supposto che tale occupazione apparisca in quel giorno alla Bulgaria come un vantaggio per lei anzichè come un atto che miri alla sola garanzia della Serbia.

(Per Sofia) Telegramma di V. S. n. 173 (1).

(Meno Sofia) Mio telegramma n. 852 (1).

(Per tutti) 6) Se la risposta serba è negativa o non viene data entro i tre giorni fare egualmente un secondo passo a Sofia, assumendo le potenze su di sè di fronte alla Bulgaria la ulteriore garanzia esplicita della pacifica sua mise en possession della zona incontestata al termine della guerra, e ciò anche manu militari ove occorra.

Non potrei egualmente convenire nella formula suggerita da Sazonoff, e per le seguenti ragioni:

l o e 2o periodo: riterrei errato il collegare in qualsiasi modo la dichiarazione di garanzia da farsi subito a Sofia con la nota serba, cioè con la risposta dataci da Pasic. Nella prima dichiarazione solenne a Sofia farei completa astrazione della risposta serba;

3o e 4° periodo: egualmente nella dichiarazione stessa non parlerei della occupazione provvisoria fino al Vardar, la quale indica il preventivo consenso della Serbia. Di questa potremo parlare più tardi dopo avuto tale assenso, se l'avremo; ma intanto urge come riconosce lo stesso Sazonoff dare un affidamento alla Bulgaria, mostrando che le Potenze sono decise a effettuare i loro propositi volente o nolente la Serbia.

Autorizzo V. E. ad agire presso Radoslavoff si omnes nel senso di quanto precede. (Meno Sofia) Prego V. E. intrattenere codesto Governo su quanto precede e telegrafarmi.

(l) -Cfr. n. 712. (2) -Cfr. n. 709.
714

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1454/339. Pietrogrado, 5 settembre 1915, ore 20,45 (per. ore 8,55 del 6).

Inghilterra ha proposto un suo testo di comunicazione alla Bulgaria col quale le potenze si dichiarano pronte garantire cessione zona incontestata alla fine vittoriosa della guerra ma a condizione che Bulgaria entri in azione contro Turchia non più tardi del 20 settembre. Si aggiunge che potenze sono pronte occupare militarmente territori ad oriente del Vardar.

Inghilterra ha parimenti proposto un suo testo di comunicazione alla Serbia col quale potenze pur compiacendosi con quel Governo della sua risposta di massima non nascondono loro disappunto per riserve introdottevi che tolgono possibilità dell'intervento bulgaro di cui si rileva importanza per comune interesse. Potenze insistono quindi sulla cessione integrale della zona incontestata. Esse consentono poi alla domanda della Serbia di essere riconosciuta come alleata ed al momento opportuno partecipare attivamente alla conclusione della pace.

Quanto alle altre condizioni poste da Pasic le potenze non possono concedere più di quanto gli hanno fatto conoscere.

Sazonoff mi comunica ora che consente ad autorizzare ministro di Russia in Sofia a fare a Radoslavoff la dichiarazione proposta da Grey. Egli mi informa altresì che accetta testo della comunicazione da farsi a Nisch proposto da Grey, ma crede necessario insistere innanzi tutto presso Pasic perchè Governo serbo autorizzi occupazione da parte contingenti internazionali Macedonia ad oriente del Vardar.

Egli aggiunge avere impartito istruzioni in tal senso a Troubeskoj (1).

(l) Non pubblicato.

715

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AI MINISTRI A NISCH, SQUITTI, E A SOFIA, CUCCHI BOASSO

T. GAB. 859. Roma, 6 settembre 1915, ore 21.

(Per tutti meno Nisch) Ho telegrafato al R. ministro a Nisch quanto segue:

(Per tutti) Conformemente alla posizione da me presa come dai miei telegrammi nn. 853 (2) e 858 (3), quando i colleghi della S. V. abbiano ricevuto istruzioni di fare la domanda di occupazione provvisoria fino al Vardar, autorizzala ad associarsi ad essi subordinatamente alle seguenti condizioni:

l) che in occasione di tale domanda non vengano affatto discusse le varie questioni sollevate nella Nota Pasic, e

2) che Le risulti da ulteriore telegramma mio, oppure in altro modo certo, che contemporaneamente a Sofia le Potenze fanno la dichiarazione di garanzia alla Bulgaria del possesso alla fine della guerra della zona incontestata della Macedonia.

716

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1461/409. Londra, 6 settembre 1915, ore 21,05 (per. ore 2,50 del 7).

Telegramma di V. E. n. 846 (4) e 853 (2).

Ho testè conferito con lord Crewe. Egli considera di importanza affatto secondaria il passo a Nisch, dove del resto ministro d'Inghilterra ha già parlato della occupazione temporanea, mentre condivide pienamente il pensiero di V. E. nel senso cioè che urge senza ritardo ulteriore fare la nota comunicazione a Sofia. Circa il testo di detta comunicazione ha rilevato V. E. avere già accettato la formula inglese, salvo l'ultimo periodo. In base agli argomenti svolti da V. E. a Rodd ho fatto con insistenza valere l'opportunità di non menzionare nella predetta comunicazione a Sofia l'occupazione temporanea della zona incontestata, essen

(l} Ritrasmesso a Parigi, Londra e Nisch con t. gnb. 857 del G settemb!"e.

dovi ampio tempo per farlo più tardi. Lord Crewe su questo punto non concorda nelle vedute di V. E. e mi ha pregato di rappresentarle in suo nome: l 0 ) che il menzionare l'occupazione temporanea nella prima comumcazione a Sofia avrebbe il grande vantaggio di accentuare sensibilmente agli occhi del pubblico bulgaro il valore della garanzia, dimostrando a quella diffidente mentalità orientale che gli impegni della Quadruplice non consistono in semplici promesse future, ma in atti presenti; 2°) che il rinviare ad una seconda comunicazione l'annunzio dell'occupazione temporanea potrebbe presentare grossi inconvenienti in quanto potrebbe darsi agio al Governo bulgaro di sollevare obiezioni contro la detta occupazione o magari forse pure di esigere che essa sia compiuta colle proprie truppe. In tal caso si andrebbe incontro al molto probabile pericolo del conflitto balcanico, pericolo grave cui l'occupazione temporanea sopratutto ovvia. Alla obiezione da me sollevata circa gli imbarazzi in cui si troverebbero le potenze qualora la Serbia rifiutasse il consenso all'occupazione provvisoria o chiedesse in compenso affidamenti sull'..... (l) occupazione provvisoria o..... (l) delle impossibili condizioni ..... (1), ha replicato Sua Signoria avere ogni motivo di credere che Serbia non si opporrà. Nel caso poi che la Serbia cercasse di cavillare e protrarre le discussioni, le potenze, senza prestarsi a tale giuoco, darebbero ordine alle truppe

di procedere senz'altro alla occupazione della zona non contestata.

(2) -Cfr. n. 713. (3) -Non pubblicato. (4) -Cfr. n. 710.
717

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AI MINISTRI A NISCH, SQUITTI, E A SOFIA, CUCCHI BOASSO

T. GAB. 865. Roma, 7 settembre 1915, ore 13,30.

(Per tutti meno Pietrogrado) Il R. ambasciatore a Pietrogrado telegrafa quanto segue: • Sazonoff..... ecc. (come nel telegramma da Pietrogrado Gabinetto

n. 341) (2). Ho risposto a Carlotti quanto segue: (Per Pietrogrado) Telegramma di V. E. n. 341. (Per tutti) Temo che proposta Sazonoff ci esponga al pericolo che si ripeta

quanto è avvenuto durante i negoziati con Romania cioè a una indefinita ulteriore trattativa sui termini in cui Bulgaria dovrà impegnarsi prima politicamente e poi militarmente.

A me pare miglior partito che le Potenze stabiliscano esse un primo termine assoluto che potrebbe estendersi a tre intere settimane, per l'impegno da prendersi dalla Bulgaria di dichiarare la guerra alla Tul'chia, salvo magari ammettere qualche breve ulteriore dilazione per l'effettiva entrata in campagna e passaggio del confine, potendo questa seconda fase dipendere dalle possibilità della mobilitazione e dei rifornimenti di materiale militare.

(l) -Gruppo indecifrato. (2) -Non pubblicato: proposta di Sazonov di chiedere a Radoslavov di fissare egli stesso una data molto vicina per entrata in azione della Bulgaria.
718

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AI MINISTRI A NISCH, SQUITTI, E A SOFIA, CUCCHI BOASSO

T. GAB. 866. Roma, 7 settembre 1915, ore 17.

(Meno Londra) Il R. ambasciatore a Londra telegrafa quanto segue: • Ho testè ·conferito ... • (telegramma n. 409) (1). Ho risposto ad Imperiali:

(Per Londra) Telegramma di V. E. n. 409.

(Per tutti) Non posso convenire nelle ragioni esposte da lord Crewe per far menzione dell'occupazione provvisoria nella prima dichiarazione di garanzia da farsi a Sofia.

l o -Vi è già oggi in Bulgaria corrente contro occupazione provvisoria la quale non coprirebbe del resto che territorio a sinistra del Vardar e non l'intera zona incontestata. L'impressione sfavorevole della offerta occupazione provvisoria annullerebbe tutto l'effetto benefico della solenne garanzia della zona incontestata fatta questa volta indipendentemen.te da ogni patteggiamento con Nisch e da ogni consenso serbo, il che data la mentalità bulgara è elemento importantissimo.

2° -Dato un rifiuto serbo all'occupazione provvisoria od un indefinito indugio a rispondere, le potenze difficilmente potrebbero riuscire ad invadere ora senz'altro, nonchè la zona inconte,stata, nemmeno la regione a sinistra del Vardar, oltrechè il solo tentativo di farlo spingerebbe nel campo nemico tanto la Grecia che la Serbia: e non facendolo rimarrebbero scornate agli occhi della Bulgaria verso cui si sarebbero impegnate.

719

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E Al MINISTRI A NISCH, SQUITTI, E A SOFIA, CUCCHI BOASSO

T. GAB. 868. Roma, 7 settembre 1915, ore 21.

Sir Rennell Rodd mi ha comunicato per iscritto alcune considerazioni di Sir

E. Grey, in cui ammette che si faccia subito la dichiarazione di garanzia a Sofia secondo il testo da lui proposto (vedi mio telegramma 846) (2), emendando il secondo paragrafo nel modo seguente:

• Questa garanzia è però subordinata a che la Bulgaria s'impegni entro due settimane dalla data della presente nota a entrare in campagna contro la Turchia senza indugio. Quando nessun impegno siffatto venisse assunto entro tale termine l'offerta contenuta nella presente nota sarà ritenuta come decaduta per mutuo consenso •.

Il passo a Belgrado per chiedere l'occupazione provvisoria fino al Vardar, secondo sir Edward Grey, dovrebbe farsi subito dopo e con la seguente formula proposta da Sazonoff :

• Le potenze debbono insistere perchè il Governo serbo autorizzi l'occupazione, per parte d'un contingente di truppe alleate, di quella porzione della Macedonia che rimane a oriente del Vardar •·

Io sono lieto che sir E. Grey convenga con me tanto nella necessità di fare subito la dichiarazione solenne di garanzia a Sofia indipendentemente da qualunque adesione della Serbia ad una eventuale domanda di occupazione provvisoria, quanto nella previsione di un probabile rifiuto della Serbia ad ogni richiesta consimile ed accetto per le ragioni svolte nel mio telegramma n. 865 (1), la nuova forma suggerita da Sir E. Grey pel paragrafo secondo della comunicazione da farsi a Sofia.

Persisto nel ritenere molto azzardato e pericoloso il mantenere fermo l'ultimo periodo della comunicazione stessa (mio telegramma 846) facente menzione della occupazione provvisoria, e ciò per le seguenti ragioni:

l) perchè dubito che l'offerta di occupazione provvisoria riesca pienamente gradita al Governo bulgaro;

2) perchè una volta assunto l'impegno, se poi la Serbia rifiutasse il suo consenso le Potenze si troverebbero molto imbarazzate ad attuare praticamente l'annunziato loro proposito. Inoltre la stessa dichiarazione fatta servirebbe di stimolo e di giustificazione alla Bulgaria di fronte alla opposizione della Serbia per farsi giustizia da sè invadendo il confine serbo per impadronirsi con la forza del territorio in questione;

3) l'occupazione fino al Vardar delle truppe alleate potrebbe forse apparire alla Bulgaria come un pegno e una maggiore garanzia per la realizzazione della pacifica sua messa in possesso alla fine della guerra dell'intera zona incontestata della Macedonia soltanto nel supposto di un accordo completo con la Serbia, ma Eon altrimenti.

Ad ogni modo ritengo mio dovere dichiarare fin da ora che l'Italia non potrebbe obbligarsi a partecipare ad una eventuale azione militare diretta alla occupazione violenta del territorio fino al Vardar contro la volontà della Serbia.

Se adunque le tre alleate insistono a voler assumere fin da ora tale impegno malgrado la previsione del rifiuto della Scrbia e col rischio di provocare quella collisione fra gli Stati Balcanici che si vorrebbe appunto evitare, lascio intera a loro la responsabilità della sua esecuzione pur consentendo a non far apparire oggi questo nostro dissenso nel passo da farsi a Sofia.

(l) -Cfr. n. 716. (2) -Cfr. n. 710.
720

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI DE' CALBOLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERL SONNINO

T. 6443/463. Berna, 7 settembre 1915, ore 12 (per. ore 5 dell' 8).

Riferendomi al telegramma 433 (2), in seguito a nuove insistenze del deputato Masarik, prego V. E. farmi conoscere se autorità militare concede invio del giornale L'Indipendenza Czeco-Slovacca ai prigionieri di guerra di razza czeca. l::J. caso affermativo Masarik desidererebbe sapere la località in cui si trovano.

(l) -Cfr. n. 717. (2) -Non pubblicato.
721

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

D. R. 46847/1056. Roma, 7 settembre 1915.

Con riferimento al mio telegramma n. 3113 (l) del 20 agosto u. s. ed alla

precedente corrispondenza sui pericoli di una sollevazione musulmana in tutta

l'Africa settentrionale, mi pregio trasmettere all'E. V. la qui unita copia di una

nota che sullo stesso argomento mi ha diretto il 2.S agosto S. E. il ministro delle

Colonie.

Condivido pienamente le apprensioni e le considerazioni del mio collega

delle Colonie e prego l'E. V. di volersi adoperare efficacemente presso codesto

Governo per ottenere che una sincera ed energica cooperazione nella repressione

dei rifornimenti valga a garantire la comune sicurezza ed a scongiurare un peri

colo di cui nell'interesse dell'Italia non meno che della Francia e dell'Inghilterra,

è doveroso ed urgente tenere il più serio cont.o.

.ALLEGATO

MARTIN! A SONNINO

N. r. 644. Roma, 28 agosto 1915.

V. E. col telegramma espresso n. 10644 (l) del 16 c. m. al quale ha fatto seguito col n. 10806 (l) del 20 corrente, mi ha comunicato una notizia molto verosimile del R. Console Generale a Gibilterra circa l'azione tedesca per provocare la sollevazione dei musulmani nell'Africa settentrionale. Il Governo d'Italia ha dichiarato la guerra alla Turchia, ciò che maggiormente rende netta la nostra posizione di fronte a Francia e ad Inghilterra nella questione della Libia.

Data la nostra situazione, di cui è inutile dissimulare la gravità, sia in Tripolitania che in Cirenaica, la difesa e l'offesa nostra contro i ribelli sta in massima parte nella possibilità di tagliare loro i rifornimenti.

Ora, purtroppo, dall'Egitto, come a V. E. è noto, il rifornimento alla Cirenaica costituisce il pactum sceleris fra Senussi ed Inghilterra; la quale, ripeto ancora, non contro di noi, ma nel suo interesse che, non si può negare, nella rpresente situazione internazionale dell'Italia è anche, in certo modo, interesse nostro, per scongiurare la sollevazione dell'Egitto e del Sudati, patteggia col Senussi, senza curarsi degli interessi della sua alleata.

Dalla Francia ripetute notizie del R. Console Generale a Tunisi, che V. E. conosce, recano che da Ben Gardane si va ormai organizzando il rifornimento dei ribelli, come nel tempo della guerra italo-turca, sebbene le r·elazioni fra Italia e Francia siano ora ben diverse.

Conferma di tali notizie ci giunge dal generale Ameglio con i telegrammi che ho comunicato alla E.V. con il mio espresso n.... (2) del ... (2). Lo scongiurato attacco di Deibat ha tutta l'apparenza, se non la realtà, di una transazione coi ribelli, che si risolve ai nostri danni.

Il nostro ripiegamento alla costa rende facile e sicuro il rifornimento ai ribelli, non avendo noi, oramai, più altra difesa al confine che l'amicizia della Francia e qualche fortunata crociera per il contrabbando per via di mare.

L'impossibilità di guardare la frontiera della Cirenaica ci rende impotenti ad impedire per conto nostro il contrabbando dell'Egitto senza l'aiuto dell'Inghilterra. Ora, nel momento stesso in cui i ribelli potevano e dovevano ragionevolmente temere di dover lottare contro il blocco delle tre potenze interessate nel nord

Africa ed alleate nella guerra europea, essi trovano un insperato soccorso nei rifornimenti che dall'oriente e dall'occidente della Libia vengono loro col permesso delle nostre alleate, generando nelle loro menti esaltate il convincimento di un intervento divino, o quello della poca efficacia della nostra alleanza nei riguardi delle nostre colonie libiche.

È difficile che essi possano darvi altra spiegazione.

È pure evidente che questa concezione, avvalorando fra le popolazioni musulmane il convincimento già diffuso che sia per suonare l'ora della grande riscossa dell'Islam preconizzata dal Corano, potrebbe, naturalmente, influire ad estendere oltre il confine della Libia il movimento insurrezionale. Ora, i Governi di Francia e d'Inghilterra dovrebbero considerare nel loro interesse come con l'applicazione di un blocco vigoroso, che impedisca in modo assoluto per terra e per mare ogni rifornimento, con un programma di sincera e fattiva cooperazione delle tre potenze, si potrebbe arrivare in breve ad aver ragione del Senussi e dei suoi seguaci, sopprimendo anche qualunque seria minaccia avvenire per l'Egitto e la Tunisia.

Se V. E. crede che queste considerazioni abbiano valore -ed a me pare che ne abbiano moltissimo -e se ella crede che la nostra alleanza in Europa con Francia ed Inghilterra riesca rinforzata dalla sua estensione alle Colonie, parmi che sia proprio questo ii momento culminante di rappresentare efficacemente ai due Governi alleati la situazione quale è, veduta non col miope occhio di autorità locali circoscritte agli interessi peculiari della loro regione, ma con un alto sentimento di solidarietà di difesa contro l'elemento islamico insorgente, il quale vedrebbe nella unione di tre forti e grandi potenze un monito ,ed una remora per arrestare la sua ribellione.

Sono convinto che quanto V. E., nella sua alta competenza e con gli elementi di natura internazionale che a me sfuggono, sarà per fare in questo senso, porterà un efficace contributo alla pacificazione delle nostre colonie libiche, credo con vantaggio per la nostra alleanza.

(l) -Non pubblicato. (2) -Manca.
722

IL MINISTRO A SOFIA, CUCCHI BOASSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 6449/476. Sofia, 8 settembre 1915, ore 11,20 (per. ore 12,10).

Ho ricevuto oggi, per posta, da parte comitato armeno, un memorandum accompagnato da seguente comunicazione: • Malgrado assicurazioni, Governo ottomano ha iniziato espulsioni degli armeni da Costantinopoli. Finora già espulsi 10 mila (?) di cui maggioranza è assassinata montagne di Ismaid.

Lista di 70 mila altri armeni è preparata. In nome Cristianesimo e umanità salvate ultimi resti di un popolo che si stermina e con intervento efficace arrestate martirio degli innocenti ".

723

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1476/411. Londra, 8 settembre 1915, ore 9,32 (per. ore 23,50).

Telegramma di V. E. nn. 866 ed 868 (1). In un colloquio durato mezz'ora mi sono adoperato del mio meglio e con ogni argomento a mia disposizione a persuadere lord Crewe della convenienza di ade

rire al punto di vista di V. E. rinviando ad ulteriore comunicazione la menzione dell'occupazione temporanea. Alla fine della lunga discussione S. S. mi ha detto che egli non contestava affatto il valore e l'importanza degli argomenti in favore della tesi propugnata da V. E., ma d'altra parte doveva osservare che esistono anche argomenti e di non trascurabile entità a favore dell'altra tesi.

Comunque egli si riservava di sottoporre questione ad un nuovo e più accurato esame. S. S. ha del resto osservato temere purtroppo che tutto questo rimanga accademico non nutrendo egli eccessiva fiducia in una risposta favorevole della Bulgaria quale che sia il testo della comunicazione che si sarà per farle.

Ho replicato che quando si tratta con i balcanici si naviga sempre nel mare delle incognite, nessuno essendo mai in grado di prevedere quello che saranno per dire. Comunque però dopo aver scrupolosamente fatto il calcolo delle probabilità ed a prescindere dal mio naturale dovere di sostenere sempre ed in ogni circostanza la tesi del mio Governo, io era in coscienza venuto alla conclusione che la soluzione caldeggiàta da V. E. era quella che più e meglio rispondeva alle varie esigenze della intricatissima questione.

Per tale motivo benchè V. E., avendo già manifestato suo pensiero a Rodd, non mi avesse dato alcun ordine di farlo, ho ritenuto doveroso ritornare alla carica per conto mio.

(l) Cfr. nn. 718 e 719.

724

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1477/44. Stoccolma, 8 settembre 1915, ore 20,25 (per. ore 4,15 del 9).

Questo ministro degli affari esteri mi ha detto di non aver veduto principe di Wedel durante il suo breve soggiorno qua ed ha escluso che questi abbia potuto interessare Re Gustavo a proposte di pace provenienti dalla Germania. In generale questo ministro degli affari esteri crede di poter affermare che la Germania in Svezia o per mezzo della Svezia non ha fatto ora nessun tentativo di pace sulla Russia (1).

725

L'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. 4636/1153. Parigi, 8 settembre 1915.

Gli avvenimenti che si sono succeduti durante il primo anno della guerra hqnno variamente influito sul giudizio dell'opinione pubblica francese circa i suoi maggiori uomini. Quello la cui popolarità è maggiormente declinata è il Presi

dente Poincaré. Il pubblico abituato ai suoi squarci di eloquenza è rimasto deluso

da varie sue manifestazioni oratorie. Il discorso su Rouget de l'Isle fu oggetto

di molte critiche ed il messaggio alle Camere per l'anniversario della dichiara

zione della guerra parve un documento mediocre che tutto al più avrebbe potuto

figurare come articolo di fondo in un giornale. Ad esso poi nocque il modo sco

lorito col quale fu letto dal Presidente del Consiglio Viviani che in quel giorno

era malato, ed il confronto col discorso pronunciato prima dal Presidente Descha

nel che apparve a tutti di gran lunga superiore. È strano come spesso picciole

cose producano grandi conseguenze. Alla popolarità di Poincaré ha nociuto anche

il costume di chauffeur che egli ha adottato quando si reca al fronte e che è

oggetto di motteggi e lazzi e tra i soldati che egli si reca a visitare e tra il pub

blico parigino che lo vede riprodotto dai cinematografi. Anche da vari repubbli

cani ardenti, ho inteso dire, citando l'esempio del nostro re, che è impossibile

che un Presidente di Repubblica non militare abbia il prestigio di un Monarca.

Di quanto è diminuita la popolarità di Poincaré di altrettanto è cresciuta quella di Deschanel. Le sue manifestazioni oratorie, sempre all'altezza del momento e del soggetto che tratta, hanno riscosso il plauso generale. Eloquente, abile, elegante, simpatico, versatissimo in tutte le questioni di politica internazionale, Deschanel è già da molti designato come successore di Poincaré alla Presidenza della Repubblica.

In un paese in cui il favore delle masse è come • il fiato ch'or vien quinci ed or vien quindi •, è prematuro far previsioni a troppo lunga scadenza. Certo è però che se oggi per una qualsiasi ragione Poincaré dovesse lasciare la Presidenza, Deschanel sarebbe eletto a grande maggioranza.

La debolezza della politica francese che ha lasciato passare il momento opportuno per trascinare nella lotta gli stati balcanici e non ha saputo influire a tempo sulla Russia e sull'Inghilterra, hanno un poco indebolito la posizione di Delcassé. Invece si tien conto del grande lavoro al quale Viviani si sottopone con scapito, apparente a tutti, della sua salute e si è fieri della nobile eloquenza con la quale interpreta degnamente il pensiero della Francia. Così si apprezza l'opera di Ribot che affronta le gravi difficoltà finanziarie con mirabile lucidezza di mente.

Millerand è molto discusso. Senza parlare dei socialisti e radicali-socialisti suoi nemici giurati, anche parecchi di coloro che gli erano favorevoli trovano che avrebbe potuto fare di più e meglio. Nei giudizi su Millerand influiscono le passioni politiche che l'Unian sacrée ha sopito ma non spento.

Un uomo che anche è salito alto nella pubblica stima è Barthou, che ha sopportato stoicamente il dolore della perdita dell'unico figlio, ucciso in guerra, che si è prodigato in tutte le opere per la guerra, e che ha parlato spesso con grande elevatezza di pensiero e di forma. A Pichon si tien conto della campagna che conduce nel Petit Journal e del suo lavoro incessante per porre su solide basi i rapporti franco-italiani. Clemenceau attira su di lui l'attenzione come Alcibiade. Si leggono i suoi articoli, si ripetono e commentano i frizzi mordaci delle sue conversazioni, ma lo si considera come un grande ingegno che diventa sempre più bizzarro ed al quale la via del potere non ha più probabilità essere schiusa. Grande autorità ha sempre .Jean Dupuy, Presidente del Sindacato della stampa parigina la cui opinione è considerata con grande deferenza specialmente fra i suoi colleghi del Senato.

Caillaux si tiene nell'ombra. Ha sempre amici fidati, ma ha nel pubblico giudici severi della sua mancanza di scrupoli. Inoltre l'avventura della moglie che

• tinse il mondo di sanguigno • è sempre per lui come una catena al piede.

Altri uomini di valore che ebbero più grande influenza e furono anche Presidenti del Consiglio, come Méline, Sarrien, Charles Dupuy, Bourgeois ed altri sono completamente dimenticati o quasi.

(l) Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. 876 del 9 settembre, ore 20.

726

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AI MINISTRI A NISCH, SQUITTI, E A SOFIA, CUCCHI BOASSO

T. GAB. 873. Roma, 9 settembre 1915, ore 13.

(Meno Parigi) Ho telegrafato al R. ambasciatore a Parigi quanto segue:

(Per tutti) Miei telegrammi Gab. n. 859 (l) e 860 (2).

Temo vi sia qualche malinteso nella mente di Delcassé riguardo al nostro punto di vista nella dichiarazione da farsi alla Serbia. Io non tengo affatto alla domanda di occupazione provvisoria del territorio fino al Vardar; anzi la credo inutile se non pericolosa; ma vista l'insistenza degli alleati mi ci rassegno a patto che la dichiarazione da farsi a Sofia di garanzia della zona incontestata della Macedonia venga fatta • simultaneamente • al passo a Belgrado e indipendentemente dal passo stesso e da ogni suo esito.

Prego V. E. precisare • subito » questo punto presso codesto ministro degli affari esteri.

727

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1489/345. Pietrogrado; 9 settembre 1915, ore 21,30 (per. ore 2 del 10).

Inghilterra ha proposto che in luogo di indicare data dell'entrata in campo Bulgaria si chieda semplicemente una risposta entro 15 giorni. Sazonoff vorrebbe eliminato ogni carattere ultimativo dalla comunicazione a Sofia e perciò non aderisce nè alla prima nè alla seconda proposta inglese e ammette tutto al più che si lasci in facoltà di Radoslavoff di determinare il termine dell'entrata in azione. Inghilterra insiste altresì per introdurre nella comunicazione a Sofia un accenno relativo alla occupazione internazionale in Macedonia, ma Sazonoff, come già lo telegrafai, condivide opinione di V. E. doversi omettere tale accenno (3).

34 -Documenti diplomatici-Serie V-Vol. IV

(l) -Cfr. n. 715. (2) -Non pubblicato. , (3) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Sofia con t. gab. 887 del 10 settembre, ore 20.
728

IL MINISTRO A TEHERAN, ARRIVABENE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. 309/107. Tedjriche, 9 settembre 1915 (per. il 4 ottobre).

Faccio seguito al mio rapporto n. 106 del 2 corr. mese (1). In questi ultimi giorni la situazione generale di questo paese è andata sensibilmente aggravandosi, nuove tribù persiane essendosi aggiunte a quelle parteggianti per Germania e Turchia. Ad Isfahan il console generale inglese è stato aggredito e ferito ed un indiano di scorta è stato ucciso e pure ferito gravemente è stato il vice-console inglese di Sciraz per parte dei così detti nazionalisti sobillati e stipendiati dagli agenti germanici. A Buscir continuano pure le ostilità tra le tribù del Fars e le truppe inglesi sbarcate e l'agitazione sembra gradualmente diffondersi alle provincie limitrofe di quella di Isfahan, centro dell'azione turco-germanica in Persia. Questo ministro d'Inghilterra, che ho visto testè.. si è meco mostrato preoccupato della situazione e mi ha detto di avere già autorizzato il console britannico in Isfahan di ritirarsi colla colonia inglese a metà strada tra Isfahan ed Ahwaz e di avere richiesto questo Governo di misure energiche per la protezione dei sudditi britannici. Un nuovo contingente di truppe russe è testè sbarcato ad Enzeli ed arriverà tra due giorni a Kasvin, ma non sembra che questo ministro di Russia sia disposto per ora ad accondiscendere alla richiesta del suo collega d'Inghilterra per l'invio di dette nuove truppe a Isfahan. Il nuovo rafforzamento della guarnigione russa di Kasvin contribuirà nondimeno a migliorare la situazione; ma mi consta che, dato che continuassero gli attentati contro i funzionari inglesi in Persia e che il personale stesso di questa Legazione fosse in pericolo, i ministri d'Inghilterra e di Russia si ritirerebbero colle colonie rispettive a Kasvin e farebbero marciare su Teheran parte delle truppe di Kasvin. Anche ad Hamadan, dove si sono ritirati i consoli inglesi e russo di Kermanscià, un agente germanico certo Weber ha assoldato un centinaio di • Mugiahed • rendendo così difficile ai consoli suddetti di continuare a rimanere in detta città. Atti di brigantaggio sono continuamente segnalati nelle varie provincie ed una spedizione punitiva inviata da questo Governo nel Luristan è stata attaccata da forze preponderanti ed annientata, tanto che di 400 gendarmi quasi 300 sono rimasti uccisi. Tra i membri del Gabinetto continua a prevalere un notevole dissenso, gli uni essendo decisi a ripristinare l'ordine nel paese, gli altri essendo contrari a misure di rigore; ma ormai il Governo ha perso ogni seria influenza sulle tribù e soltanto se si deciderà a disarmare i numerosi • Mugiahed • e gli agenti germanici e turchi potrà rendere meno precaria la situazione in Persia, dove è ormai provato che la vita stessa degli europei corre qualche pericolo.

Qui, come nella vicina Turchia.. l'elemento turbolento ha preso il sopravvento e le sorti del paese sono affidate più al caso che alla volontà dei governanti.

(l) Non pubblicato.

729

L'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1493/390. Parigi, 10 settembre 1915, ore 13,15 (per. ore 16,50).

Telegramma di V. E. gab. 873 (1).

Ho rivisto Delcassé. Il suo punto di vista è chiarissimo e interamente conforme a quello di V. E. Il ministro di Francia a Sofia ha istruzioni di fare al Governo bulgaro la dichiarazione di garanzia per la Macedonia nei termini più ampii e senza menzionare la occupazione fino al Vardar appena tutti gli altri tre colleghi alleati avranno ricevuto le istruzioni identiche. Delcassé mi ha confermato quanto Carlotti ha già telegrafato a V. E. e cioè che Sazonoff è pronto a far subito la dichiarazione a Sofia senza menzionare il Vardar. Solo Grey che è tornato a Londra esita ancora e vorrebbe che il suo ministro a Sofia l'assicurasse che l'omissione del Vardar non dispiacerà a Radoslavoff. Delcassé telegrafa a Cambon perchè persuada Grey a decidersi e non perder tempo prezioso.

Sarebbe opportuno che Imperiali agisse nello stesso senso (2).

730

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AI MINISTRI A NISCH, SQUITTI, E A SOFIA, CUCCHI BOASSO

T. GAB. 893. Roma, 10 settembre 1915, ore 17,45.

(Per tutti meno Sofia) Ho telegrafato al R. ministro a Sofia quanto segue:

(Per tutti) Sir Rennell Rodd mi ha detto che Sir Ed. Grey proporrebbe il seguente nuovo testo per la dichiarazione a Sofia:

l o Le potenze alleate sono ora pronte a garantire alla Bulgaria la cessione dalla Serbia di tanta parte della Macedonia quanta era compresa nella zona non contestata dal trattato serbo-bulgaro del 1912, appena avranno condotta la guerra ad una favorevole conclusione;

2° Questa garanzia è però subordinata a che la Bulgaria dichiari entro 15 giorni che, in vista dell'offerta ora fattale, essa è pronta a concludere una convenzione militare con le Potenze alleate per un'azione contro la Turchia entro un breve termine.

Se tale dichiarazione non verrà fatta entro il tempo su menzionato si considera l'offerta contenuta nella presente comunicazione come decaduta per mutuo consenso

Nel caso che vi fosse qualche abbiezione al paragrafo n. 2, Sir Edward Grey vi sostituirebbe la formula seguente:

• Le potenze alleate domandano, in ricambio, una assicurazione definita da parte della Bulgaria che essa è pronta ad entrare in guerra al loro lato contro la Turchia entro un breve termine •.

Inoltre sir Ed. Grey vorrebbe che i rappresentanti delle Potenze separatamente e con formule non identiche saggiassero le disposizioni del Governo bulgaro riguardo alla occupazione provvisoria del territorio fino al Vardar per parte degli alleati, dicendo essere questi disposti ad adoperarsi (to arrange) per tale occupazione.

Risposi che accettavo pienamente la formula proposta da Sir Ed. Grey per la solenne dichiarazione nella quale ero .lieto di vedere che si taceva affatto dell'occupazione provvisoria fino al Vardar; che nel caso che Sazonoff avesse difficoltà di accettare il secondo paragrafo, io pur preferendo la prima dizione, non mi opponevo a che si sostituisse l'altra formula suggerita da Grey in via subordinata pel paragrafo stesso e in cui non si parla di alcun termine preciso per la risposta bulgara. Che quanto alla occupazione provvisoria fino al Vardar io, per le ragioni già ripetutamente indicate, non avrei dato incarico al R. rappresentante a Sofia di fare alcuna comunicazione confidenziale al Governo bulgaro nel senso indicato, ma che non mi opponevo a che le Potenze alleate facessero a questo riguardo, ciascuna per conto suo e separatamente gli scandagli e le esibizioni che suggeriva Sir Ed. Grey.

Insistevo nel richiamare ancora una volta l'attenzione degli alleati sulla necessità di fare presto (1). Prego V. S. agire in conformità di quanto precede.

(l) -Cfr. n. 726. (2) -Ritra,smesso a Londra, Pietrogrado, Nisch e Sofia con t. gab. 892, pari data, ore 18.
731

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. s. 1500/413. Londra, 10 settembre 1915, ore 21,20 (per. ore 5,30 dell' 11).

Ho esaminato attentamente nota del ministero delle colonie annessa al dispaccio ministeriale n. 1046 (direzione generale affari politici), relativo alla questione dell'Arabia e dei luoghi santi musulmani. Osservazioni e raccomandazioni predetta nota, lascerebbero supporre non essere ministero delle colonie al corrente delle stipulazioni di cui all'art. 12 dell'accordo di aprile. Disposizioni predetto articolo rispondono appunto ai tre scopi, che al ministero delle colonie bene a ragione importa vedere assicurati a tutela degli interessi italiani nel Mar Rosso. Quando concordata costituzione del dominio musulmano • indipendente • su Arabia e luoghi santi musulmani, sarà divenuta un fatto compiuto, spetterà a noi provvedere ad assicurare in quel futuro stato pieno, libero svolgimento attività commerciale economica italiana. D'altra parte, base di ogni conversazione con

questo Governo, non potendo essere che accordo dell'aprile, a me pare che le due sole domande che si possano oggi rivolgere qui sarebbero eventualmente le seguenti:

l) considerare il Governo britannico le isole del Mar Rosso adiacenti alla costa araba, come appartenenti all'Arabia stessa e per conseguenza incluse nel futuro stato musulmano indipendente;

2) deve occupazione di Kamaran considerarsi come semplice occupazione di guerra e pertanto solamente temporanea, ovvero come permanente? Nella seconda ipotesi soltanto, noi potremmo formulare riserva a tutela nostri interessi essenziali al mantenimento equilibrio nel Mar Rosso. Formulare predette riserve potrebbe tuttavia, a mio remissivo parere, apparire poco consigliabile al momento presente: l" perchè non mi pare ci convenga mettere in qualsiasi modo in questione che tutte quelle isole vanno ai nostri occhi considerate come appartenenti all'Arabia, e per conseguenza sono destinate a seguirne la sorte col venire cioè incluse nel costituendo stato musulmano indipendente; 2° perchè riserve circa occupazione di Kamaran potrebbero essere interpretate come manifestazione di dubbi da parte nostra sulla lealtà e buona fede del Governo britannico nel mantenere il formale impegno di cui all'articolo 12 dell'accordo dell'aprile; 3o perchè accordo essendo sottoscritto pure dalla Francia e dalla Russia non potrebbe questo Governo entrare in ulteriore intesa separata con noi senza consenso degli altri due alleati. Per tutti questi motivi prima di iniziare con Grey prescritto scambio di idee rivolgendo domande e formulando riserve, mi è sembrato doveroso pregare V. E. favorirmi ulteriori più particolareggiate istruzioni per norma di linguaggio.

(l) Il testo di questo telegramma è identico a quello dell'annotazione del 10 settembre in SoNNINO, Diario, vol. II, cit.. pp. 217-218. La nota fu presentata a Sofia il 14 settembre con la variante proposta da Grey per il n. 2.

732

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 6527/712. Pietrogrado, ... (per. ore 9,50 dell' 11 settembre 1915).

Più di 300 deputati, ossia più di 3/5 della Duma, si sono costituiti in un blocco, che contiene le varie gradazioni di partiti dai cadetti al centro destra. Più che di blocco dovrebbesi parlare di coalizione, vista distanza che separa idee delle varie fazioni, ora unite dalle circostanze. Ciò si rivela anche dalle rinunzie che ciascuna di esse ha fatto nel concretare programma, il quale non rappresenta un indirizzo di partito, ma una raccolta di postulati in cui l'accordo è stato possibile. Questi sono: l) chiedere alla clemenza sovrana cessazione processi politici e religiosi non originati da crimini comuni; 2) ritorno esiliati per azioni di carattere politico e religioso; 3) fine persecuzioni confessionali; 4) autonomia Polonia; 5) iniziare soppressione restrizioni legali concernenti israeliti specialmente per zone residenza, accesso scuole e ammissione loro stampa; 6) politica pacificatrice nella questione finlandese; 7) revisione processo dei galiziani imprigionati; 8) riattivare consorzi professionali e cessazione persecuzioni contro rappresentanti operai nelle casse ospitaliere per sospetto appartenere partiti non legalizzati; ristabilire stampa operaia; 9) accordo fra Governo e parlamento per effettuazione: a) misure relative alla difesa, forniture militari, sistemazione sorte fuggiaschi nonchè b) verificare diritti classi rurali con le altre all'introduzione Zemstwos municipali e creazione Zemstwos nei paesi di estremo confine, ai progetti di legge sulle cooperative, sulla perpetuità disposizioni antialcooliche, sul miglioramento servizi telegrafici, sulla adozione del tribunale di ... (l) ecc. A questo programma, che si potrà giudicare solo dalla sua azione politica e che costituisce compromesso tra le varie fazioni ... (1), si sono associati anche parecchi membri del consiglio dell'impero. Suo valore più importante è per ora ispirazione liberale che ha indotto un così rilevante numero di uomini politici a solidarizzare loro attività.

733

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1507/415. Londra, 11 settembre 1915, ore 2,12 (per. ore 17,50).

Telegramma di V. E. Gabinetto 893 (2).

Nicolson mi ha testè manifestato compiacimento per pronta accettazione da parte di V. E. della ultima proposta di Grey. Egli si augura che non tarderà l'accettazione di Delcassé e Sazonoff e che così si riescirà una buona volta a fare a Sofia nota comunicazione sull'estrema urgenza della quale qui si condividono pienamente vedute di V. E. In merito poi all'altra proposta di Sazonoff di cui al telegramma di V. E. Gab. n. 886 (3), ha osservato Nicolson giungere anzitutto tardiva per l'occasione presente, doversene pertanto rinviare eventuale effettuazione ad occasione futura.

734

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI

T. GAB. 899. Roma, 11 settembre 1915, ore 21.

(Per Bucarest) Telegramma di V. S. n. 421 (4). Ho dato istruzioni al R. Ambasciatore a Londra di agire in conformità alla proposta di V. S. (Meno Bucarest e Londra) Ho telegrafato al R. Ambasciatore a Londra quanto segue: (Per tutti meno Bucarest) In relazione al mio telegramma n. 888 (5) prego

V. E. di far considerare nel miglior modo al Governo britannico se non convenga richiedere per accordare noto prestito alla Romania un impegno, se non per l'entrata in azione, almeno per la neutralità, in ogni caso formulato in maniera da non poter essere sconfessato dal Gabinetto che fosse eventualmente per succedere al Gabinetto Bratianu.

(l) -Gruppi indecifrati. (2) -Cfr. n. 730. (3) -Del 10 settembre 1915, in cui Sonnino consente che il testo definitivo delle propostealla Bulgaria venga elaborato a Londra. (4) -Non pubblicato. (5) -Non pubblicato. Si tratta della ritrasmissione del t. 1490/418, Bucarest 9 settembre: opinione di un ministro e di alcuni giornali romeni che un eventuale nuovo Governo romeno possa sconfessare gli impegni verso l'Intesa presi dal Gabinetto Bratianu.
735

L'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1506/391. Parigi, 11 settembre 1915, ore 20,10 (per. ore 23).

Telegramma di V. E. Gabinetto n. 891 (1). Già fin da quando cominciarono a sorgere seri dubbi su attitudine Bulgaria, qui da uomini politici da militari e da pubblicisti importanti si propugnò il progetto dello sbarco a Enos di un corpo di spedizione di 200 mila uomini che avrebbero dovuto marciare su Costantinopoli mentre nello stesso tempo sarebbe stata intensificata azione nei Dardanelli. Si disse che Generale Sarrail avesse subordinata sua accettazione del comando offertogli delle forze operanti nei Dardanelli all'invio della spedizione per Enos ma tale voce non fu poi confermata. Come ebbi già ad informare V. E. il Signor René Pinon pubblicista notissimo per la sua speciale competenza nelle questioni balcaniche, me ne parlò come di un mezzo che avrebbe efficacemente secondato le dichiarazioni che le Potenze dovevano far fare alla Bulgaria e che non si credeva avrebbero tanto tardato. Infatti non solo Bulgaria sarebbe stata impressionata da spiegamenti di forze fatte dall'Intesa alle frontiere ma il Re Ferdinando sarebbe stato lusingato dall'idea di entrare a Costantinopoli con i francesi e gli inglesi e senza i russi. Delcassé cui ne parlai non sembrò annettervi importanza. Oggi quando sarà conosciuto l'accordo turco-bulgaro, la spedizione per Enos apparirà come l'ul~ tima carta che all'Intesa ancora rimanga nel giuoco balcanico, data che vi sia la possibilità prepararla. Al colpo decisivo nei Dardanelli che dovrà impressionare il mondo annunziato nel suo discorso da Lord Robert Cecil si crede poco. Ormai il pubblico è

divenuto diffidentissimo sulle affermazioni provenienti dall'Inghilterra e dalla Russia e prima di credere vuole toccare con mano.

736

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1516/423. Bucarest, 11 settembre 1915, ore 21 (per. ore 8 del 12).

La questione dell'accordo romeno-germanico ha preso una piega non favorevole all'Intesa e tale da indisporre gravemente Governo britannico. Come ho a suo tempo riferito in un primo accordo Governo romeno si era impegnato lasciar transitare dalla Germania alla Bulgaria, Grecia e Turchia e viceversa un certo numero di articoli specificati in alcuni elenchi annessi all'accordo. Tra questi articoli non ve n'era alcuno costituente materiale da guerra ma ve ne erano diversi come il cotone, il magnesio, cromo, ecc. che servono per fabbricare

materiale da guerra. Accordo in questione era stato firmato da questo Ministro delle Finanze e dal Ministro di Germania il quale ultimo lo considerava perfetto mentre il primo reputava doversi ottenere ancora sanzione del Consiglio dei Ministri per divenire definitivo.

Ministro delle Finanze, messo sull'avviso da questo Ministro d'Inghilterra sugli inconvenienti di tale accordo e sulle esigenze a cui il Governo britannico subordinava concessione del nuovo prestito (mio telegramma n. 398 Gabinetto) (l) concluse un accordo colla Germania in forza del quale veniva autorizzato in generale transito per la Romania delle merci che non costituiscono materiale da guerra, nè possano servire alla fabbricazione di tale materiale.

Ambedue gli accordi furono approvati dal Consiglio dei Ministri; ma mentre Ministro delle Finanze considerava che questo secondo accordo modificasse il primo ed escludesse quindi dal transito articoli specificati nel primo e tali da poter servire alla fabbricazione materiale di guerra, Ministro di Germania a ragione crede che il primo accordo rimane interamente valido e che Governo romeno non può oramai più rifiutarsi autorizzare transito di tutti gli articoli in esso specificati.

Governo britannico informato di quanto precede ha mandato un telegramma fulminante al Ministro d'Inghilterra minacciando di non accordare più al Governo romeno prestito promessogli e di dar ordine squadra inglese che incrocia dinanzi Salonicco opporsi sbarco di tutte le merci destinate Romania. Ministro d'Inghilterra si è fatto interprete presso Bratianu di dette recriminazioni del suo Governo, attenuandole ed eliminandone con ragione parte relativa eventuale azione flotta inglese.

Bratianu ha risposto non poter rifiutare di applicare accordo concordato

col Governo germanico senza esporsi alle più gravi conseguenze. Egli ha sog

giunto che il Governo romeno avrebbe potuto scegliere una di queste tre vie:

prima schierarsi dalla parte Imperi Centrali e contro l'Intesa; seconda prendere

subito le armi a fianco Intesa e contro Imperi Centrali; terza tergiversare, dando

agli Imperi Centrali garanzia che Romania rimarrebbe permanentemente neutra

per poi approfittare della prima occasione allo scopo attaccare Imperi Centrali.

Egli non aveva voluto scegliere prima via; non aveva potuto scegliere seconda a

cagione situazione militare della Russia ed intendeva seguire la terza. Ciò però

gli sarebbe stato impossibile se lo si fosse forzato rompere accordo già concluso

colla Germania: agendo in tal modo egli si esporrebbe ad un attacco austro

tedesco nel momento peggiore così per la Romania come per l'Intesa. Bratianu

ha concluso pregando Ministro d'Inghilterra ottenere dal suo Governo che si

rinunciasse a tale pretesa e si accordasse alla Ròmania prestito promessole.

Mishu aveva fatto a Bratianu comunicazione analoga a quella fattagli da

Barclay.

Io non so davvero come commentare tutto questo imbroglio: è ancora molto

se sono riuscito a spiegarlo a V. E. Mi sembra solamente che esso costituisca

nuova prova dell'insufficienza diplomatica dell'Intesa, insufficienza tanto più de

plorevole quanto più è grave momento (2).

(l) Non pubblicato: ritrasmissione di tre telegrammi da Sofia.

(l) -Non pubblicato. (2) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado con t. gab. 908/458 del 13 settembre.
737

IL MINISTRO A DURAZZO, ALIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. POSTA 6644/553. Durazzo, 11 settembre 1915 (per. il 16).

Circa 1000 armati di Essad sono giunti a Kacinari nel cuore della Mirdizia. Crosci non tarderebbe a sottomettersi. Fra la Zadrina e la Mirdizia sarebbero stati tolti più di 3000 fucili ai Malissori. Vi furono, nei recenti scontri in Mirdizia, una ventina di morti e feriti fra i partigiani di Essad; si ignorano le perdite dei Mirditi.

Essad intenderebbe stabilire un mutessarif a Kacinari e un mudir a Calmetti, salvo difficoltà od impreviste esigenze tali da modificare i suoi propositi. Già si è cominciato a riscuotervi le imposte.

È stata accertata la presenza nelle montagne della Mirdizia di cinque austriaci che organizzavano spedizioni ed intrighi in Albania d'accordo con Bib-Doba, Marco Giorni e vari altri cosidetti capitani. Si tratterebbe di un colonnello capo della missione ora assai ammalato, di un tenente colonnello, di un maggiore e di due tenenti che ora cercherebbero invano fuggire travestiti verso la Grecia. Essad ha rifiutato di accordare un salvacondotto ad Hassan bey Prishtina che voleva sottomettersi e rifugiarsi in Grecia con 38 compagni. Ha chiesto invece i nomi di tutti i profughi per sapersi regolare meglio al loro riguardo. Mi si riferisce che il personale di questa legazione austro-ungarica sarebbe assai abbattuto e umiliato per la triste fine toccata alla missione militare suddetta ed alle spedizioni organizzate dalla medesima nella Malissia e nella Mirdizia, in seguito al rapido successo di Essad.

738

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.RR. 1522/346. Pietrogrado, 12 settembre 1915, ore 2,45 (per. ore 22).

Decisione di assumere diretto comando supremo dell'esercito è venuta maturandosi nell'animo dello Czar per condizione d'ordine interno. Andamento guerra ne fornì motivo occasionale e non vi furono estranei esempi dati dal Nostro Augusto Sovrano e dall'Imperatore di Germania. Nell'esercizio dei suoi pieni poteri Granduca generalissimo aveva esteso la sua autorità su tutta l'Amministrazione civile della « zona di guerra » e sul proprio operato in generale esimevasi dal rendere conto all'Imperatore. Nella politica verso i polacchi e verso i galiziani non aveva preso ispirazione che dalle proprie vedute. Anche in politica estera e particolarmente nella balcanica aveva spesso imposto il proprio parere. Tutto ciò aveva fornito pretesto a personaggi influenti presso lo Czar a rappresentargli il Granduca come animato da mire ambiziose, da spirito dittatorio, e

da smania di popolarità. Il prestigio del Granduca sull'esercito veniva poi esagerato da essi per influire sulle disposizioni del Sovrano e per indurlo ad assumere il diretto comando. Mi risulta che lo Czar non ha prestato facile orecchio a quanto sapeva d'insinuazione circa le mire del Granduca e della Granduchessa sua ispiratrice. Ma si è preoccupato della possibilità di un certo dualismo che la forza stessa delle circostanze avrebbe finito per creare tra il potere supremo e il potere delegato e del conseguente pericolo di antagonismo fra la Corte Imperiale e quella del Granduca che potesse dare luogo a fazioni politiche. Tale preoccupazione si è poi aggravata dacchè l'opinione pubblica nelle province ed in ispecie a Mosca non faceva mistero della sua diffidenza verso i circoli vicini all'Imperatrice reputati favorevoli alla pace mentre esaltava le tendenze radicalmente anti-germaniche della Corte Granducale strenuamente patrocinate dalla Granduchessa montenegrina. L'ardente anti-germanismo che ha preso in Russia proporzioni estesissime avrebbe potuto dare colore nazionale e numerosi aderenti ad un eventuale partito per il Granduca. L'opportunità di tagliare corto a simili voci per quanto infondate, diveniva evidente ed il porsi alla testa dell'esercito doveva apparire al Sovrano la più efficace sanzione delle sue ripetute affermazioni d'incrollabile volontà di condurre a fondo la guerra, nonchè il miglior modo di riprendere quell'autorità e quel prestigio che specialmente nelle circostanze

presenti si accompagnano all'esercizio del potere militare.

Quanto alle determinanti originate dalla guerra esse possono riassumersi nei seguenti gravami che nei circoli di Corte si muovono al Granduca e cioè: l) di avere esteso smisuratamente la fronte, occupando i Carpazi senza preparare retrostanti adeguate linee di difesa, in luogo di concentrare azione sulle truppe austriache disfatte e impadronirsi del passo di Cracovia che, rimanendo in mano del nemico, avrebbe a quest'ultimo servito di porto sicuro quando fosse ritornato alla riscossa; 2) di non aver poi prevenuto il ritorno dell'offensiva austro-tedesca che fu potuta preparare con tutto agio ed in proporzione straordinaria mentre l'esercito russo anzichè concentrarsi perdeva la propria efficienza in separati e mal definiti tentativi d'invasione dell'Ungheria; 3) di aver subito, talvolta senza necessità, l'iniziativa nemica in luogo di precorrerla ed in generale di avere scarsamente « manovrato • appagandosi di azioni dirette ed immediate.

Queste ed altre accuse, su cui del resto vi ha luogo a discutere, venivano

formulate contro il Granduca dai suoi nemici primo fra i quali è stato sempre

l'ex Ministro della Guerra Generale Sukumlinoff. Ma quelle recriminazioni ebbero

presa decisiva sull'Imperatore quando per l'aggravarsi della situazione militare si

nutrirono per qualche giorno le note esagerate apprensioni sulla sicurezza della

capitale e sulla ripercussione che l'eventuale abbandono di essa da parte della

Corte avrebbe avuto nel paese. Fu in quei giorni, a quanto mi venne confidenzial

mente riferito, che l'Imperatore stabilì definitivamente di assumere il Comando

diretto delle truppe e di recarsi al quartiere generale ove qualsivoglia avveni

mento lo avrebbe trovato al suo posto nell'attivo e pieno adempimento della sua

altissima missione. La sua risoluzione fu comunicata al Granduca in termini assai

cortesi e cordiali insieme coll'annunzio del cambiamento del Capo di Stato Mag

giore dal Generale Polivanoff Ministro della Guerra espressamente perciò mandato

a Moghiliev. Indi a poco Sua Maestà manifestò il suo proposito ai Ministri e fece dileguare l~ esitazioni di quelli tra loro che persistevano a sconsigliarlo. Sua Maestà dovette però riconoscere che stabilire il trasferimento al quartiere generale non sarebbe consentito dalle cure generali dello Stato e che la nomina di un reggente incontrerebbe difficoltà ed è accondisceso ad alternare il suo soggiorno tra Czarskojeselo e Moghiliev. Le prime impressioni prodotte nel pubblico dalla decisione dello Czar non sono state favorevoli. Anche nella stampa si è riscontrata una cErta freddezza. Due soli giornali il Noveje ed il Russkoeslovo hanno commentato le notizie ufficiali al riguardo, ma brevemente e senza l'entusiasmo delle grandi circostanze. In realtà, nonostante il lungo insuccesso, la popolarità del Granduca non essendo punto scemata, la disgrazia in cui egli sembrava caduto spiaceva a molti e consideravasi ingiustificata. Tuttavia a poco a poco si va ora formando nel pubblico un giudizio più obbiettivo sul passato ed un miglior apprezzamento del nuovo regime. Vi contribuisce la persuasione che lo Czar nel contatto immediato colle sue truppe che anelano alla rivincita rimarrà sempre più inaccessibile ad ogni idea di pace prematura.

739

IL MINISTRO A NISCH, SQUITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1532/107. Nisch, 13 settembre, ore 18 (per. ore 21,50).

Le ultime istruzioni ricevute dai miei colleghi di Francia e di Inghilterra modificano radicalmente le precedenti, riguardo alle comunicazioni da farsi a Governo serbo. Esse non sono nè esplicite nè precise nè identiche per i due Rappresentanti, ma hanno una comune sostanza che è la seguente: Dichiarare che la Serbia travasi nell'immediato pericolo di essere attaccata dalla Bulgaria, la quale attende per questo l'arrivo di truppe austro-tedesche al confine serbo. A scongiurare siffatto pericolo e garantire la sicurezza della Serbia dovrebbe proporsi al suo Governo di acconsentire senz'altro alla cessione della zona incontestata del 1912 alla Bulgaria ed alla occupazione provvisoria da parte degli alleati del territorio ad est del Vardar. Si lascerebbe poi intendere che la partecipazione della Bulgaria alla guerra contro la Turchia non sarebbe condizione detta cessione. Ministro di Russia non ha alcuna simile istruzione. Egli è autorizzato a dire che il Governo russo, riserbandosi prendere in benevola considerazione l'ultima Nota di Pachitch consiglia occupazione provvisoria internazionale. Le mie istruzioni non mi permettono associarmi a nessuno dei tre colleghi onde è che prego V. E. favorirmi qualche direzione fra così incerti e discordi criteri. Mi permetto intunto, profittando della licenza che l'E. V. benevolmente mi ha accordata, osservare che più si complica il tenore delle comunicazioni da farsi alla Serbia, e più si oscura il barlume di speranza di chi ha creduto alla possibilità di una adesione sincera di questo Governo ai desideri delle quattro potenze alleate.

740

IL CONSOLE GENERALE A MALTA, CARRARA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.RR. 1537/109. Malta, 14 settembre 1915, ore 3 (per. ore 6,25).

È qui giunto in questo pomeriggio da una sua breve crociera lungo la penisola di Gallipoli, l'ammiraglio Boué de la Peyrère col comandante Grassi. Entrambi mutarono sui luoghi radicalmente parere circa l'impresa dei Dardanelli.

Convenendo con quanto questo consolato riferiva al ministero della marina ed occasionalmente a codesto ministero nel primo semestre dell'anno in corso, ritengono ora imprescindibile per tutti gli alleati di andare a fondo nell'azione nel più breve tempo possibile con qualunque sacrificio pur di riuscire. Anche per essi il nodo gordiano della guerra è oggi ai Dardanelli ove, indugiando negli altri settori, opinano dovrebbero convergere gli sforzi di tutti gli alleati.

In tal senso l'ammiraglio La Peyrère e l'ex ministro della repubblica signor eruppi di ritorn~ anche egli dalla penisola di Gallipoli interesseranno il Governo francese ed in tal senso inglesi e francesi anelano s'interessi il R. Governo.

Quanto all'alto elemento militare britannico posso confermare all'E. V. che si mostra inchinevole, malgrado lesinante Governo della metropoli, a qualsiasi compenso pur di averci con sè, sempre col proposito e con la speranza di sostituirei ai francesi.

In fondo al dissimulato pensiero del predetto elemento verrebbe risolta col nostro eventuale intervento armato l'ostica questione dell'unicità effettiva del comando supremo che, sempre nel suo pensiero non potrà mai essere nè esclusivamente francese nè esclusivamente britannico ma potrebbe bensì essere esclusivamente italiano. Queste le prime impressioni.

In colloquio più tranquillo e meno breve dell'odierno cercherò di precisare

più minutamente.

741

IL MINISTRO A SOFIA, CUCCHI BOASSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 6587/488. Sofia, 14 settembre 1915, ore l (per. ore 7,35).

R. console in Dedeagatch mi comunica avere appreso che ad Aivalì di fronte Mitilene sarebbero concentrati 80 mila uomini per controbattere temuta spedizione italiana in Asia Minore. Enver pascià si recherebbe ispezionare dette truppe.

Prego comunicare quanto precede al comando del corpo di stato maggiore.

742

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 923. Roma, 14 settembre 1915, ore 17,45.

(Meno Londra) Ho telegrafato al R. ambasciatore a Londra quanto segue:

(Per tutti) Si moltiplicano gli indizi che Inghilterra e Francia intendono esercitare pressione sul R. Governo per indurlo a prender parte attiva all'impresa dei Dardanelli. Da alcune parti si chiede per lo meno una manifestazione nostra in questo senso, anche se ad essa non dovesse seguire una azione effettiva.

Occorre provvedere a tempo per stornare una campagna in questo senso.

H Comando Supremo esclude in modo assoiuto la possibilità di distrarre uomini ed armi e risorse occorrenti per una qualche spedizione nei Dardanelli dal campo nostro vero e imprescindibile di azione verso il confine austriaco. Non abbiamo perciò sufficienti mezzi militari e nemmeno finanziarii. Ogni manifestazione o finta di una spedizione simile mentre allarmerebbe giustamente l'opinione pubblica già preoccupata della gravità del cimento attuale per effetto della ritirata russa e della poco ridente situazione dell'Intesa nei Balcani, ci tirerebbe fatalmente in un ingranaggio per cui presto dalla finta si dovrebbe passare alla realtà.

Quanto precede per sua norma di linguaggio con codesto Governo quando ciò Le sembri opportuno, astenendosi però allo stesso tempo da ogni azione sulla stampa a questo riguardo.

743

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO A NISCH, SQUITTI

T. GAB. 922. Roma, 14 settembre 1915, ore 18.

(Meno Nisch) R. Ministro a Nisch telegrafa quanto segue: • Le ultime istruzioni... • (telegramma n. 107) (1).

Ho telegrafato al R. Ministro a Nisch quanto segue:

(Solo Nisch) Telegrammi di V. S. Gabinetto n. 107 e mio n. 914 (2).

(Per tutti) Per ora V. S. si mantenga riservata riguardo a qualunque comunicazione da farsi costì finchè non risultino assolutamente concordi le istruzioni delle quattro Potenze, e si astenga intanto nelle sue conversazioni con codesto Governo dall'alludere all'occupazione provvisoria fino al Vardar.

Le ìstruzioni diverse cui V. S. accenna come date ai tre, suoi colleghi mi sembrano riferirsi all'intonazione da dare ai loro discorsi con Pachitch piuttosto che a vere e proprie comunicazioni da farsi al Governo serbo.

(l) -Cfr. n. 739. (2) -Non pubblicato.
744

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1545/422. Londra, 14 settembre 1915, ore 21,05 (per. ore 2,35 del 15).

Telegramma di V. E. Gabinetto 908 (1).

Grey mi ha detto di aver prescritto che non si insista ulteriormente nella nota domanda rivolta alla Romania e le si conceda lo stesso il prestito purchè essa mantenga la condizione essenziale di non permettere cioè transito a destinazione della Turchia di materiale da guerra o di altri articoli che possano essere adibiti per fabbricazione di esso. Grey ha osservato che questa concessione si giustifica anche per il fatto che accordo romeno-germanico contempla soltanto transito di merci destinate alla Germania ed esportate dalla Bulgaria e dalla Grecia, la quantità delle quali non è al postutto considerevole. Per contro Grey esige che obbligo neutralità cui è subordinato concorso finanziario impegni non l'uno o l'altro Gabinetto ma il Governo romeno.

745

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1533/420. Londra, 14 settembre 1915, ore 21,45 (per. ore 4 del 15).

Telegramma di V. E. 899 (2). Nicolson mi ha detto che anche Barclay ha telegrafato nel senso indicato da

V. E. e che del resto era da presumere qui si sarebbe proceduto con gli occhi aperti. Nell'uscire da Nicolson ho incontrato Mishu. Egli mi ha detto che questo Governo ha sollevato ora difficoltà circa noto concorso finanziario in seguito ad accordo intervenuto tra Rumania e imperi centrali per libero transito sul territorio romeno di magnesio cromo e cotone provenienti da Bulgaria Grecia e destinati in Germania. In via strettamente confidenziale Mishu mi ha letto un telegramma di Bratiano il quale lo incarica di esprimere a questo Governo suo vivo rincrescimento per siffatte difficoltà. Osserva Bratiano che se Romania per assicurarsi concorso finanziario britannico ritornasse ora sulla precitata intesa con imperi centrali, Germania potrebbe trarne pretesto per invitare Romania a precisare sua posizione nel qual caso regno sarebbe esposto a gravi pericoli. Bratiano conclude che al momento presente Governo romeno non ha che tre politiche da seguire ciascuna delle quali trova fautori nell'opinione pubblica del regno: l o dichiarare senz'altro guerra agli imperi centrali; 2o abbandonare Intesa e riavvicinarsi agli imperi centrali; 3° rimanere legato all'Intesa con la riserva di entrare in azione a fianco ad essa al momento opportuno.

Questa terza alternativa prescelta da Bratiano e dai suoi colleghi diverrebbe impossibile se Inghilterra nega il suo concorso finanziario.

(l) -Ritrasmissione del n. 736. (2) -Cfr. n. 734.
746

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 6610/715. Pietrogrado, 14 settembre 1915, ore 22 (per. ore 6,25 del 15).

Governo, avendo incaricato quattro dei propri membri di conferire con capi del blocco parlamentare liberale in vista di addivenire con essi ad un accordo transazionale sul suo noto programma (mio telegramma n. 712) (l) fu constatato che ad ogni intesa opponevasi la pregiudiziale della sfiducia del blocco verso presidente del consiglio.

In seguito a ciò, Goremikin si è recato al quartier generale per prendere ordini da Sua Maestà. Egli è ritornato ieri e, a quanto si vocifera, Imperatore lo avrebbe autorizzato a chiudere lavori della Duma, per riaprirla all'epoca ordinaria in novembre.

Minoranza conservatrice approverebbe rinvio deputati alle loro case, opinando che loro discorsi dalla tribuna parlamentare mantengono in agitazione paese, che ha bisogno di calma, e che loro presenza Pietrogrado è d'inciampo al Governo per procedere rapidamente a misure di carattere urgente, reclamate dalle circostanze. Ma il blocco di cui fanno parte 315 deputati e grandissima maggioranza del pubblico, considererebbe come vera iattura sospensione lavori parlamentari, sia perchè sua partecipazione e controllo preparativi militari si manifestano efficaci e servono continuo contatto e solidarietà fra Governo e popolazione eminentemente desiderabili in questo momento, sia perchè programma del blocco è stato sostanzialmente bene accolto dal pubblico, ed il farlo naufragare, chiudendo parlamento sarebbe attribuito all'influsso di mene reazionarie.

In seno Governo stesso, correnti sono diverse, e parecchi ministri non sono favorevoli chiusura del parlamento.

La stampa è poi quasi unanime nell'esprimere voto che voce di chiusura non sia vera. Qualche giornale suppone che Goremikin l'abbia diffusa ad arte, per impressionare blocco, e renderlo più malleabile nelle sue esigenze. Nei circoli politici, non direttamente interessati, nella questione più oggettiva, si considera situazione ,con ansietà, prevedendosi che jn alcuni centri liberali, e particolarmente a Mosca, chiusura del parlamento provocherebbe grave malcontento e agitazione.

747

IL MINISTRO A SOFIA, CUCCHI BOASSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1542/186. Sofia, 14 settembre 1915, ore 14,30 (per. ore 7 del 15).

Telegramma di V. E. 893/198 (2).

Ministro di Russia avendo anch'esso accettato secondo paragrafo della formula proposta da Grey purchè all'espressione • Quindici giorni • venisse sostituita

quella • breve termine ", ministro d'Inghilterra Francia Russia ed io abbiamo rimesso questa mattina 14 settembre successivamente a Radoslavoff identica dichiarazione scritta del tenore seguente:

• Pour faire suite à leurs communications du 16-29 mai et 21 juillet -3 aout derniers, les représentants des Puissances alliées sont chargé de (faire) au Gouvernement Royal la déclaration suivante: les quatre Puissances sont prètes à garantir à la Bulgarie la cession par la Serbie aussitòt la guerre terminée, de la partie de la Macédoine qui était comprise par le traité Bulgare-Serbe de l'année 1912, dans la zone dite non contestée. Cette garantie est toutefois subordonnée à la déclaration de la part de la Bulgarie qu'elle est prete à conclure avec les Puissances alliées un arrangement militaire touchant son entrée en action contre la Turquie à una date rapprochée. Si aucune déclaration de ce genre n'est reçue dans un court délai, l'offr.e contenue dans la présente note sera considérée camme non avenue par consentement mutue! •.

Ministro d'Inghilterra ha fatto poi a Radoslavoff seguente comunicazione verbale:

• Dans la communication collective des Puissances alliées en date du 31 aout 13 septembre année courante il n'est pas fait mention de l'occupation par les alliés du territoire à l'est du Vardar pour la raison que d'après certaines indications cette occupation n'agréerait pas à la Bulgarie, mais si toutefois cette impression n'était pas fondée, les alliés seraient prets à prendre les dispositions nécessaires pour faire occuper cette région •.

In termini analoghi si sono espressi Ministro di Francia e Ministro di Russia.

Conformemente alle istruzioni avute io non ho fatto alcun accenno a tale argomento ma Radoslavoff non vi fece caso. Nella sua conversazione Radoslavoff fu molto cordiale disse rendersi conto perfettamente che Potenze alleate chiedessero una risposta sollecita ed aggiunse spontaneamente che risposta del Governo bulgaro dovrà essere data in pochi giorni. Dopo avermi detto che la nostra comunicazione sarebbe immediatamente sottoposta al Re per un attento esame si lasciò sfuggire seguente frase: • Il Re ha una grande paura della Russia •.

(l) -Cfr. n. 732. (2) -Cfr. n. 730.
748

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1548/9·3. Atene, 15 settembre 1915, ore 14,30 (per. ore 19).

Da conversazione tenuta da Venizelos con me e con alcuni miei colleghi risulterebbe che egli è tuttora disposto a spingere la Grecia ad una collaborazione coll'Intesa ma che non si sente in grado di persuadere il Re ad entrare in queHa via a meno che la diplomazia dell'Intesa non prepari una situazione politica che s'imponga al Re. Secondo Venizelos questa situazione potrebbe essere creata dall'adesione della Romania al già esistente accordo difensivo greco-serbo contro attacco bulgaro che avesse da verificarsi nel caso oramai qui ritenuto probabile di una entrata in campagna della Romania a fianco dell'Intesa. I miei colleghi Francia Russia telegrafano ai loro Governi suggerendo azione in questo senso.

Venizelos dice che al momento attuale egli non può tentare nulla colla Romania visto che due suoi tentativi con quello stato sono riusciti inutili. Gli ho detto che non avrei mancato di intrattenere V. E. ma che temevo che i Gabinetti dell'Intesa pendenti ancora i negoziati colla Bulgaria non si sarebbero sentiti in grado di mettersi in quest'altra via.

Parecchi giornali vengono parlando di questo possibile riavvicinamento grecoserbo-romeno che, come risulta da tutta la mia anteriore corrispondenza, sarebbe in piena armonia colla idea fondamentale della politica di Venizelos da lui non potuta mai essere integralmente messa ad esecuzione (1).

749

L'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1561/392. Parigi, 15 (2) settembre 1915, ore 20,25 (per. ore 23).

Telegramma di V. E. Gabinetto n. 92·3 (3).

Tranne in caso di richiesta da parte Inghilterra di associarsi a essa, Francia non farà pressione su R. Governo perchè prenda parte all'impresa dei Dardanelli. Ciò non esclude che possa esservi una azione personale di Barrère.

Ho visto in questi giorni Poincaré Vivlani e Delcassé e non mi hanno fatto il più lontano accenno alla cosa.

Molti giornalisti e uomini politici coi quali ho avuto occasione di conversare mi hanno detto di loro spontanea iniziativa che comprendevano benissimo che Generale Cadorna rifiutasse di assumere responsabilità di sguarnire frontiera austriaca dove presto saranno condotti contro di noi dall'Austria-Ungheria rinforzi di uomini e artiglieria. Alcuni hanno anche soggiunto che Francia e Inghilterra non potrebbero chiedere all'Italia l'intervento che in un solo caso e cioè quando potessero presentarle un piano che assicuri l'entrata a breve scadenza in Costantinopoli delle truppe franco-anglo-italiane. Però tutti dicono che da ciò siamo ancora lontani e in generale qui non è condivisa affatto la sicurezza che sembrano ostentare gli inglesi (4).

35 -Documenti diplomatici-Serie V-Vol. IV

(l) -Ritrasmesso a Parigi, Londra, Pietrogrado, Bucarest, Nisch e Sofia con t. gab. 932 del 16 settembre. (2) -Nel registro il telegramma porta, per evidente errore, la data 13 settembre. (3) -Cfr. n. 742. (4) -Ritrasmesso a Londra e Pietrogrado con t. gab. 939 del 16 settembre.
750

IL MINISTRO A NISCH, SQUITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1552/110. Nisch, 15 settembre 1915, ore 19 (per. ore 1,40 del 16).

Telegramma di V. E. n. 922 (l) e 158.

È precisamente come dice V. E. che istruzioni ricevute dai miei colleghi inglese e francese si riferiscono a conversazioni da tenersi in quel senso al Governo serbo, piuttosto che a vere e proprie comunicazioni.

Esse, però, saranno ritenute come tali da questo Governo, cioè come espressioni ufficiali del pensiero dei due Gabinetti di Londra e Parigi. Quanto al ministro di Russia egli si astiene, come me, da ogni forma di comunicazione, ed è in attesa di nuove istruzioni (2).

751

IL MINISTRO A NISCH, SQUITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1560/109. Nisch, 15 settembre 1915, ore 19 (per. ore 1,40 del 16).

Ho avuto stamane un lungo colloquio con Pachitch lasciando quasi sempre la parola a lui ed interloquendo io soltanto per alimentare la conversazione e portarla su vari argomenti. Eccone il riassunto:

• So, egli ha detto, che si tratta di proporre al Governo serbo la occupazione da parte dei nostri alleati della regione macedone ad est del Vardar. Per consentire a questa occupazione noi abbiamo bisogno di esaminare varie questioni preliminari dopo aver ottenuto l'assenso del Re del comando Superiore dell'Esercito e della Scupcina, necessari in base all'art. 199 della Costituzione del 1913. E prima ancora di questo ci occorre sapere se sono accettate nella loro integrità ed in ogni singola parte le condizioni e le riserve specificate nella nostra ultima nota per la ~essione di territorio che ci è stato domandato dalle quattro Potenze perchè noi non intendiamo recedere neanche di una virgola dal contenuto di quella nota. Qualsiasi modificazione che ci fosse richiesta sarebbe respinta dal ministero da ma presieduto. Un altro ministero farà quello che crederà.

Ci è noto il pericolo di un attacco bulgaro simultaneo o posteriore ad un attacco austro-tedesco. Difatti gli austro-tedeschi hanno deciso marciare contro di noi con otto corpi d'armata di cui quattro sono già concentrati in prossimità della frontiera serbo-romena ed i bulgari cominciano a molestarci con bande di comitagi. Grecia dovrà venire in nostro aiuto in base alla convenzione grecoserba e speriamo che verrà. Romania è esitante e non possiamo fare assegnamento

nel suo concorso. Ad ogni modo difficilmente esercito serbo sarà al caso di affrontare per respingerla una invasione austro-tedesca, appoggiata da un attacco di fianco della Bulgaria. Ma da una simile grave situazione non ci salverebbe affatto la remissività, che escludo del resto assolutamente, nella faccenda della cessione del territorio macedone e neanche la presenza in Macedonia di un piccolo contingente di truppe alleate perchè la Bulgaria è decisa a farci la guerra e quindi a non accogliere la combinazione patrocinata dalle Potenze. Ci potrebbe solamente salvare un intervento di parecchi corpi d'armata dei nostri alleati, se esso è impossibile si compia il destino , .

Era mia intenzione, avendo famigliarità con Pachitch, di tastare terreno per vedere se e quale formula si potesse trovare da riuscire accettabile alla Serbia per poi farne consapevole l'E. V., ma, viste le sue disposizioni, non ho creduto tentarne la prova.

Ho detto soltanto che se la Serbia si mostrasse arrendevole ai desideri dei suoi alleati ed il naufragio del negoziato seguisse unicamente per malvolere della Bulgaria, noi non sappiamo quale azione potrebbero intraprendere le quattro potenze a difesa e protezione efficace dell'alleata Serbia. Ho pregato Pachitch su ciò (1).

(l) -Cfr. n. 743. (2) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. 934 del 16 settembre.
752

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. PER CORRIERE 1637/423. Londra, 15 settembre 1915 (per. il 18).

Chiesi ieri a Grey, che non avevo veduto da 15 giorni, sua impressione sulla situazione generale. La riassumo:

• Non vi ha dubbio che disfatte toccate dai russi negli ultimi tre mesi hanno esercitato negli stati balcanici ripercussione lesiva interessi alleati. D'altra parte è da osservare dhe vittorie tedesche contro la Russia non hanno condotto al tanto sperato successo risolutivo della campagna. Gli austro-tedeschi hanno occupato bensì vasti territori, preso molte città, e non è detto che non ne prendano ancora altre. Ma gli eserciti russi sono sfuggiti alla distruzione mentre i territori sono ridotti un vero deserto e le città evacuate, alla lettera, vuotate. Anzichè una nazione umiliata avvilita implorante pace, i tedeschi si trovano dopo tanti sforzi di fronte ad un popolo, indomito e compatto, reclamante prosecuzione guerra fino alla vittoria. Il noto programma dell'imperatore può considerarsi come fallito ed il fallimento rende più amari enormi sacrifici sostenuti. A parere di questo stato maggiore, tedeschi per correre dietro alla chimera della pace con la Russia, si sono spinti più oltre di quanto prudenza avrebbe consigliato e si trovano ora in una situazione imbarazzante. L'inverno è vicino. Più oltre avanzare non è facile, causa note molteplici difficoltà logistiche, di clima ecc. Ritirarsi è difficile per considerazioni militari e politiche. Data incipiente deficienza di uomini già con

statata, non si vede troppo in complesso come potrebbero gli austro-tedeschi, nel breve periodo che ormai ci separa dall'inverno, distrarre dal fronte orientale quantità di truppe sufficienti per quello sforzo contro i franco-inglesi, gli italiani ed i serbi, sul quale pare contavano per arrivare alla pace alla fine di ottobre. Contro il fronte occidentale si ritiene qui poco probabile che i tedeschi vogliano intraprendere ora una vigorosa azione offensiva, la quale, data l'avanzata stagione ed i formidabili preparativi non dovrebbe presentare molte probabilità di successo. La campagna invernale, che l'imperatore intendeva evitare s'impone quindi in modo ineluttabile. Tutte le informazioni da fonte attendibilissima qui giunte recano che la guerra comincia a divenire gradatamente meno popolare in Germania, sia a causa del sempre crescente disagio economico, sia sopratutto per penosissima impressione provocata dalle fallite speranze in confronto con le immani perdite.

Non è il caso di esagerare l'importanza di tali informazioni, ma da esse è permesso trarre conseguenze che l'impopolarità della guerra in Germania sarà considerevolmente aumentata dopo la campagna invernale, mentre in condizioni militari e morali ben diverse si troveranno gli alleati al ritorno della primavera. In conclusione, Grey senza menomamente dissimularsi difficoltà nè concepire illusorie speranze in una pace di cui al momento presente non è dato scorgere il benchè menomo indizio contempla l'avvenire con la usata serenità e la più che mai ferma fiducia nel successo finale.

Una nota sostanzialmente identica ho constatato nel linguaggio meco tenuto in recenti conversazioni da Balfour e da Chamberlain.

(l) Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. 937 del 16 settembre, ore 17 ,40, con l'aggiunta del seguente periodo: « Prego V. E. intrattenere codesto ministro degli affari esteri sulle cose dette da Pasié a Squitti omettendo la risposta datagli dal R. ministro».

753

IL CONSOLE GENERALE A JANINA, NUVOLARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 6652/112. Janina, 16 settembre 1915, ore 14,20 (per. ore 19,30).

Il deputato nord-epirota di Delvino avvocato Mussina, ora ritornato da Atene, parlando con persona di mia fiducia ha detto che Venizelos, ricevendo i deputati dell'Epiro settentrionale, promise loro formalmente, impegnando anche la propria parola d'onore:

l) che il suddetto territorio rimarrà aggiudicato alla Grecia ed aggiunse:

2) che per ora non si poteva accogliere i deputati nord-epiroti alla camera greca sia in vista della situazione politica, sia per le proteste che tal fatto avrebbe sicuramente suscitato da parte dell'Italia;

3) nel caso in cui un simile avvenimento si avverasse si poteva ritenere come certo che l'Italia occuperebbe immediatamente Berat, togliendo così alla Grecia la possibilità di impadronirsene in seguito;

4) che il Governo di Gunaris commise un gravissimo errore non estendendo la occupazione greca a Berat nel momento in cui i montenegrini occupavano Scutari e i serbi Elbassan e Tirana. Le mire greche su Berat e la Musacchia esistono dunque sempre.

Come appare dalle suddette dichiarazioni anche Venizelos aspetta il momento propizio per attuarle. La situazione nell'alto Epiro è invariata; pel momento vi regna calma, la condizione dei musulmani è sempre triste: i proprietari musulmani sono stati spogliati dai contadini con la acquiescenza delle autorità di tutti i frutti dei loro beni immobili che non è loro permesso nemmeno di visitare.

Esiste sempre in questi ambienti ortodossi la consueta ostilità contro l'Italia, ora però meno palese, forse perchè il malanimo si è in parte sfogato. In generale la opinione pubblica anche in Epiro è per la conservazione della neutralità. Le condizioni economiche di tutti i distretti sono pessime: profondo è il disagio e il malcontento di ogni ceto della popolazione contro il Governo greco, cui si fa la responsabilità dell'attuale stato di cose che ha reso la vita difficilissima per le classi povere, dato l'altissimo costo di essa. Sia per questo disagio economico, sia per la convinzione diffusa in tutti, che l'alto Epiro resterà unito alla Grecia, non ha prodotto particolare impressione il fatto che i deputati nord-epiroti non sono stati accolti ora alla camera greca. Si è sicuri che questo succederà in un prossimo avvenire.

Comunicato quanto precede alla R. Legazione.

754

L'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 6658/769. Parigi, 16 settembre 1915, ore 20,30 (per. ore 23,45).

Dispaccio di V. E. in data del 7 corrente n. 46829 (1). Delcassé che già mi aveva promesso di dare istruzioni per impedire rifornimenti ai ribelli tripolini, mi assicura ora averle reiterate. Ne informo telegraficamente il R. console generale in Tunisi.

755

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 6661/277. S. Sebastiano, 16 settembre 1915, ore 18,40 (per. ore 0,10 del 17).

S. M. il Re di Spagna che mi ricevette stamane in udienza particolare ebbe parole di grande elogio per la nostra preparazione militare per la condotta della guerra e per il nostro comando in ,capo dicendomi che Joffre Cadorna e Hindenburg erano i tre soli comandanti d'esercito che nella presente guerra si erano rivelati grandi capitani.

(l) Non pubblicato.

756

IL MINISTRO A STOCCOLMA, TOMMASINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 1568/46. Stoccolma, 16 settembre 1915, ore 16 (per. ore 1,25 del 17).

Questo ministro di Turchia ha fatto dire al ministro d'Inghilterra per mezzo di quello del Giappone che egli vedeva molto in nero l'avvenire della sua patria perchè la vittoria della Quadruplice Intesa ne segnerebbe lo smembramento e quella degli Imperi centrali l'asservimento assoluto. Il solo mezzo per salvare qualche cosa sarebbe una pace immediata. Se il Governo britannico fosse disposto entrare in questo ordine di idee, questo Ministro di Turchia sarebbe anche pronto recarsi a Berlino per interessare alla cosa Hakki pascià con cui è intimamente legato.

Questo Ministro d'Inghilterra gli ha fatto rispondere che avrebbe informato telegraficamente il suo Governo della cosa ma che gli sembrava che in ogni modo stesse alla Turchia di fare proposte.

Visto il carattere timido e riservato di questo Ministro di Turchia tanto al mio collega d'Inghilterra che a me sembra poco probabile che egli abbia fatto tale passo di sua iniziativa (1).

757

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 6673/719. Pietrogrado, 17 settembre 1915, ore 2,40 (per. ore 10).

Ambasciatore di Spagna mi informa che S. M. Cattolica ha preso sotto sua protezione interessi turchi in Russia e pregami fargli conoscere data alla quale posso fargli consegna di quanto a detta protezione s'appartiene. Prego V. E. volermi a ciò autorizzare.

758

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1577/426. Londra, l 7 settembre 1915, ore 21 (per. ore 4,30 del 18).

Telegramma di V. E. 923 (2).

Nei vari ... (3) finora avuti con Grey, Nicolson, Lloyd George, Balfour e Chamberlain benchè si sia parlato sovente delle operazioni ai Dardanelli e della loro precipua importanza, nessun accenno palese o velato mi venne fatto ad un eventuale concorso militare. Anche la stampa, salvo allusioni al momento della

dichiarazione di guerra, si è in generale astenuta per ispirazione forse del Governo da esprimere apprezzamenti o previsioni sulle intenzioni del Governo di Sua Maestà al riguardo. Quali che possano essere pensiero e desiderata del Governo sta però il fatto indiretto venuto a mia notizia che nei circoli navali, militari e giornalistici del concorso italiano ai Dardanelli si parla e si discute continuamente come di una eventualità da tutti oltremodo desiderata. Per conto mio in presenza del riguardoso riserbo mostratomi dai personaggi responsabili, ho creduto opportuno assumere analogo contegno. Mi sono quindi astenuto dal fare qualsiasi menzione della ·impossibilità di un nostro concorso, non sembrandomi il caso di prendere l'iniziativa di dichiarazioni in prematura risposta ad una domanda non rivoltami. In tesi generale e soltanto a proposito dell'andamento delle nostre operazioni contro gli austriaci ho sovente -insistito sulle grosse difficoltà finora vittoriosamente superate, su quelle sempre maggiori da incontrare, sulla incertezza delle intenzioni del nemico e sulla conseguente imperiosa necessità, nell'interesse non solo nostro ma di tutti gli alleati, di trovarsi col massimo possibile numero di forze a far fronte ad ogni eventualità.

In tal riservato contegno mi proporrei, salvo ordini contrarii, di perdurare, salvo beninteso a valermi del noto argomento fornitomi dall'E. V. per replicare a domande che mi venissero eventualmente rivolte.

La grande preoccupazione qui generalmente prevalente a riguardo delle operazioni dei Dardanelli e la premura di vederle condotte a rapido vittorioso termine si spiegano benissimo. Va difatti tenuto presente che, a prescindere dal naturale desiderio di diminuire l'enorme sacrificio di sangue e danaro che l'impresa ha costato all'Inghilterra e dall'interesse speciale che essa annette a trionfare a qualunque costo per timore di infauste perniciose ripercussioni di uno scacco in India e Egitto, un rapido successo risolutivo eserciterebbe influenza veramente dirimente sull'andamento generale della guerra. Apertura degli stretti difatti mentre risolverebbe il difficilissimo problema dei rifornimenti russi di armi e munizioni produrrebbe immediato benefico effetto sui Balcanici arrestando o quanto meno seriamente complicando la realizzazione del noto piano austro-tedesco.

Sotto questo duplice punto di vista è qui opinione prevalente che un serio successo risolutivo ai Dardanelli costituirebbe a favore di tutti gli alleati uno degli avvenimenti più importanti della guerra, forse pure un primo passo verso la pace vittoriosa.

(l) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. 941 del 17 settembre. (2) -Cfr. n. 742. (3) -Gruppo indecifrato; probabilmente • colloqui ».
759

IL MINISTRO A SOFIA, CUCCHI BOASSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 158'0!189. Sofia, 18 settembre 1915, ore 1,30 (per. ore 9).

Nel consiglio dei ministri, nel quale Radoslavoff comunicò la dichiarazione delle potenze dell'Entente, Tontcheff ed il suo partigiano Bakalo proposero di respingere la nota; Pescheff partigiano di Radoslavoff combattè tale proposta sostenendo però neutralità. Radoslavoff invece, certamente perchè non aveva ancora ordini dal Re, mostrò grande riserbo mantenendosi vago e dicendo che bisogna riflettere prima di pronunciarsi.

Alcuni membri influenti dell'opposizione che conoscono il testo della nota per comunicazione avutane dai ministri d'Inghilterra e di Francia, sono in fondo soddisfatti rilevando che la presentazione della nota abbia rafforzato la loro tesi collimante con quella dell'Intesa.

Ciò, non astante che l'opposizione: l o non sappia spiegare silenzio della nota su Kavalla; 2° osservi che le Potenze non hanno chiaramente messo in rilievo pel grosso pubblico che le loro promesse sono indipendenti dalla volontà della Serbia; 3o non si faccia illusioni sulle decisioni dell'attuale Gabinetto; 4o sia tuttora convinta che questo non dichiarerà guerra alla Turchia.

A sollevare morale dell'opposizione ha non poco contribuito il risultato del movimento da essa iniziato e che in questi ultimi giorni si è andato diffondendo nel paese contro un eventuale colpo di testa suggerito al Governo dagli austroted€schi, movimento che se non ha paralizzato l'azione di questi ultimi, ha fatto almeno sentire al Governo di non avere dalla sua tutto il Paese.

A ciò, aggiungo che, a quanto si dice, firma dell'accordo turco-bulgaro è stata una volta rimandata, come pure che attuale Gabinetto sembra all'ultimo momento non abbia voluto concludere impegno definitivo cogli Imperi centrali, cosa che (a quanto mi risulta oggi), sarebbe stata imminente pochi giorni fa.

In seguito a tutto ciò il pubblico, come riferivo col mio telegramma n. 187 di ieri (1), nota una certa détente nella situazione.

A meno però di fatti di capitale importanza come grande successo dell'Intesa, non è da credere che l'attuale Governo bulgaro abbia tanta fiducia nel nostro successo finale da decidersi ad accettare le nostre proposte basate sull'entrata in azione contro la Turchia.

Ritengo però che la nota così come venne redatta abbia rialzato le azioni dell'Intesa, ciò non sarebbe di certo avvenuto se essa fosse stata redatta secondo ultime vedute della Russia (telegrammi di V. E. Gabinetto n. 913 e 927) (2) ed in questo è dato in conclusione sperare che avremo se non altro contribuito a rafforzare il principio o della neutralità coadiuvando attività manifestata dai partiti di opposizione e fra questi sopratutto dal numeroso e disciplinato partito agrario la cui azione non può essere trascurata nè dal Re nè dal Governo. Se risposta, come è da prevedersi non sarà favorevole l'Intesa riprendendo la sua libertà d'azione potrà agire indipendentemente dalla risposta, ciò che verrà qui considerato come un primo atto di energia da parte dell'Intesa. Siccome qui forma oggetto di vive discussioni anche l'ipotesi di una occupazione della zona orientale del Vardar da parte truppe dell'Intesa, occupazione che avrebbe un grande effetto morale come dimostrazione di forza da parte dell'Intesa, e siccome dal linguaggio di questo Ministro di Serbia mi è sembrato capire che Serbia desidererebbe questa occupazione.. così credo opportuno esporre all'E. V. alcune considerazioni intorno a tale argomento che mi portano a ritenere opportuna tale occupazione: l o oltre avere il carattere di un aiuto alla Serbia, nell'imminente pericolo di un'avanzata austro-tedesca, la detta occupazione mo

strerebbe ai bulgari che questione macedone è ormai passata nelle mani delle Potenze; 2° si darebbe una prova che Intesa è decisa a mettere in esecuzione i suoi deliberati, ciò che provocherebbe quasi certamente un revirement nei partiti contrari all'Intesa; ed è da prevedere che allora la stessa Bulgaria sarebbe portata a volere propria entrata in azione contro Turchia al fianco dell'Intesa per meritare la Macedonia; 3o con ogni probabilità gli austro-tedeschi non oserebbero allora fare progettata avanzata nei Balcani o ne avrebbero serii ostacoli; 4o interposizione fra i serbi e bulgari delle truppe dell'Intesa allontanerebbe pericolo di un conflitto fra i due Paesi; 5o si impedirebbe che venissero troncate del tutto le comunicazioni della Russia col Mediterraneo.

Sulle difficoltà che [presenta] tale occupazione oltre quella per il passaggio dell'Intesa attraverso territorio greco sembra si possa asserire che se occupazione è accettata dalla Serbia questa potrebbe indurre Governo greco a non ostacolarla, dato che è interesse anche della Grecia di evitare schiacciamento della Serbia.

Per queste ragioni ritengo che presenza di truppe di una o più Potenze alleate in Macedonia sarebbe forse un mezzo per modificare radicalmente atteggiamento della Bulgaria e quindi la situazione della penisola balcanica a favore dell'Intesa.

(l) -Non pubblicato. (2) -Non pubblicati.
760

IL CONSOLE GENERALE A MOSCA, GAZZURELLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 6707/2564. Mosca, 18 settembre 1915, ore 7,41 (per. ore 19).

Profonda è l'impressione ed il cordoglio per la chiusura del parlamento (Duma).

Prevedonsi gravissime conseguenze.

Intanto iersera è incominciato sciopero generale tramway in segno di protesta contro detta chiusura del parlamento; questa mattina seguono scioperi officine; grande fermento e panico generale.

761

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1583/95. Atene, 18 settembre 1915, ore 14,30 (per. ore 22,50).

Ministro di Grecia ha comunicato al suo Governo testo della nota rimessa 14 corrente al Governo bulgaro dalle potenze dell'Entente. Questo ministro di Serbia ne ha avuto conoscenza al ministero degli affari esteri ellenico e si è espresso in modo assai aspro sulla condotta delle potenze dell'Entente che nella

loro comunicazione alla Bulgaria hanno mostrato tenere in nessun conto riserve territoriali fatte dalla Serbia all'intento assicurarsi una efficace continuità territoriale colla Grecia.

Del resto tanto ministro di Serbia che Politis considerano essere tutto questo dei vani discorsi visto che non vi è nessun indizio che possa far credere che la Bulgaria accetti le lusinghe dell'Intesa. Ambedue asseriscono che sarà un gran sollievo in Grecia e Serbia giorno che si saprà che l'Intesa ha finito con questo illusorio negoziato in Bulgaria (1).

762

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 6722/361. Pietrogrado, 18 settembre 1915, ore 2,40 (per. ore 8,40 del 19).

Comandante circoscrizione militare Pietrogrado ha emanato bando per invitare operai a riprendere oggi lavori nelle fabbriche adibite ai bisogni di guerra, con minaccia di deferirli consiglio militare e destinarli alle operazioni sul fronte. Si ha motivo di credere che scioperi, avendo unicamente carattere di protesta ed essendo in aperto contrasto con dichiarato proposito popolo d'intensificare la guerra, avranno fine fra breve. Ma non per questo cesserà irritazione per proroga Duma.

È molto sintomatico a questo riguardo un articolo del Russkoje Slovo, di cui sono noti i contatti col ministero. Esso dice essere molto grave responsabilità assunta da Goremikin, • il quale ha tenuto in non cale desiderio unanime di tutto il paese e perfino opinione dei suoi colleghi del Gabinetto ». Proroga ha prodotto dice il giornale, • la più penosa impressione ma giova sperare che popolazione nel suo buonsenso e patriottismo trovi in se stessa la calma necessaria per non perdere di vista che in questi momenti l'essenziale è la resistenza da opporre al nemico sul fronte. L'agitazione e la sospensione del lavoro sarebbero i migliori alleati del nemico •. Articolo conclude elogiando opera feconda della Duma e dicendo che Governo, con o senza Goremikin, non potrà far a meno della collaborazione della rappresentanza nazionale.

Le relazioni fra blocco e Governo (salvo con Goremikin e Kwastow) non sono interrotte. Constami infatti che alcuni deputati del blocco, d'accordo con Sazonoff e col ministro dell'interno, si recano al congresso di Mosca col proposito di tranquillizzarvi gli spiriti. Constami altresì che ministro della Guerra è partito stamane per quartiere generale chiamatovi dall'Imperatore. Udienza accordata al generale Polivanow, che è molto popolare alla Duma produrrà buona impressione. Mi viene confermato da buona fonte che Imperatore ritornerà a Zarskojeselo fra breve, Suo contatto con ministri non potrà che aver benefici risultati.

Nei circoli politici più seri credesi che situazione potrebbe venire rimediata con allontanare Goremikin e far conoscere in via ufficiosa al blocco che Duma sarà riconvocata a novembre, ciò che del resto lo stesso Ukas di proroga non escludeva grazie alla clausola • salvo circostanze straordinarie », cui il termine di novembre era subordinato.

(l) Ritrasmesso a Parigi, Londra, Pietrogrado e Sofia col t. gab. 951 che porta la data, evidentemente errata, 18 settembre, ore 18.

763

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL COMANDANTE MILITARE DI RODI, CROCE

T. 3424. Roma, 19 settembre 1915, ore 2,30.

Provvedimento proposto suo telegramma 4856 (l) non sarebbe in armonia direttive generali politica che R. Governo intende seguire per non dar pretesto alla Turchia adottare misure rappresaglia e ritorsione a riguardo R. sudditi residenti nell'Impero ottomano. Esso inoltre parmi potrebbe urtare contro tradizioni ed usanze giuridico-religiose profondamente radicate nelle comunità mussulmane, ciò che sarebbe da evitare anche in considerazione del fatto che generalmente altre potenze che hanno esteso la loro dominazione definitiva o provvisoria su paesi con popolazione mussulmana, hanno sempre lasciato a questa, subordinatamente al diritto di superiore vigilanza da parte dello stato, una certa autonomia.

Se codesto cadì e codesto direttore amministrazione vakuf sono personalmente responsabili delle difficoltà cui ella accenna nel suo telegramma, si potrebbe esaminare se non sia il caso di sostituirli con funzionari più meritevoli di fiducia. Nel caso che cadì di Rodi non abbia percepito finora stipendio fisso, ma si sia rivalsa delle sue competenze riscuotendo una data tassa sull'importo delle liti sottomesse al suo giudizio, come è l'abitudine nelle provincie asiatiche ottomane, si potrebbe stabilire che da ora in poi egli percepirà uno stipendio fisso a carico del bilancio locale, ma che gli verrà corrisposto direttamente dalla nostra amministrazione. Questo sistema adottato dal Governo austro-ungarico in BosniaErzegovina e da noi seguito a Valona, offre il mezzo di esercitare un efficace controllo sull'operato del cadì.

Quanto all'amministrazione dei vakuf, il principio di una certa autonomia da lasciarsi alla comunità musulmana in tale materia non è incompatibile col nostro diritto di controllo dell'operato degli organi preposti a detta amministrazione. Tale controllo si potrebbe anche esercitare stabilendo, ad esempio il principio adottato dall'Austria in Bosnia-Erzegovina, che ogni nuova istituzione di vakuf per essere valida deve essere previamente sottoposta all'approvazione e conferma dell'autorità civile.

Questi sono semplici accenni del come si potrebbero forse eliminare, almeno in parte, gli inconvenienti da lei segnalati. Sarò lieto però di esaminare tutte quelle proposte concrete che la sua ben nota esperienza vorrà suggerirmi in proposito e che rispondano al doppio scopo di soddisfare alle esigenze locali e di essere in armonia alle direttive politiche consigliateci dalla situazione generale.

(l) T. 6693/4856 del 17 settembre: proposta di sopprimere il tribunale Scheri deferendone la competenza al tribunale civile e di abolire l'amministrazione turca dei beni vakuf.

764

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1592/97. Atene, 19 settembre 1915, ore 15 (per. ore 18,10).

Mio telegramma n. 93 (1).

Venizelos ha ieri sera tenuto parola del suo desiderio di riavvicinamento colla Romania per costituire una lega greco-serbo-romena atta tenere a bada Bulgaria.

Il Re lo avrebbe autorizzato in questo senso purchè si tenesse su terreno puramente balcanico e la lega non comportasse per la Grecia obbligo di pronunciarsi per un gruppo o l'altro dei grandi belligeranti.

Tutti i giornali continuano a parlare di questo progetto di Venizelos asserendosi da quelli d'opposizione che ogni pratica in proposito è riuscita vana (2).

765

IL MINISTRO A NISCH, SQUITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 6734. Nisch, 19 settembre 1915, ore 12,30 (per. ore 18,35).

Telegramma di V. E. 3398 (3).

Riguardo ai prigionieri di guerra di nazionalità slava, i quali, dopo aver preso la cittadinanza serba verrebbero consegnati alla Serbia in seguito a loro domanda, io non vedo difficoltà. Ma mi permetto esprimere avviso che, in tesi generale, bisognerebbe procedere caso per caso e non consegnare indistintamente tutti quei prigionieri di nazionalità slava che ne facessero [domanda] P perchè a nessuno degli italiani prigionieri di guerra in Serbia è stato concesso di recarsi in Italia, malgrado più vive e replicate istanze; 2° perchè il fatto della nazionalità slava non esclude che fra i prigionieri possano essere nostri nemici, ai quali non sarebbe nè prudente nè giusto accordare il favore della liberazione, di cui, anche venendo in Serbia, potrebbero poi servirsi, in un modo o nell'altro, ai nostri danni.

766

IL CONSOLE GENERALE A MOSCA, GAZZURELLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 6738/2572. Mosca, 19 settembre 1915, ore 12,50 (per. ore 20,20).

Faccio seguito al mio telegramma 2563 (3). Ieri continuarono scioperi officine estesi anche alla produzione materiali da guerra con circa sessantamila scioperanti su totale operai di Mosca 170 mila.

Il prefetto emanò energico proclama invitante alla calma e dichiarando lo sciopero tradimento alla patria.

Dagli operai fu inviata a Pietrogrado una petizione chiedente la riapertura della Camera e l'ordine che anche le guardie di P. S. siano inviate sul fronte al pari di tutti gli altri soldati.

Le notizie odierne lasciano supporre che domani il lavoro sarà ripreso nonostante che il fermento operaio sia grande. Eransi delineate due correnti, l'una voleva sciopero ad oltranza sino al conseguimento della riforma d'un ministero responsabile che desse nuova energia e vigore alla guerra: l'altra consigliava immediato ritorno alla calma temendo che simili tumulti facciano il buon gioco del Governo di Pietrogrado desiderante la pace, che tutti indistintamente giudicano somma viltà e completa rovina della nazione russa. In tutti è vivissima e profonda l'indignazione ed il cordoglio per la chiusura del parlamento costituente il più grave attentato alla libertà. Tanto nel popolo quanto nell'armata sommo è il malcontento contro la camarilla della Corte imperiale e apertamente se ne chiede l'allontanamento.

Evidentemente Mosca e provincia rappresentano in questo momento il centro del sentimento patriottico slavo, la parte migliore forte e sana della nazione contro la camarilla di Pietrogrado tedescofila e covo delle corruzioni amministrative.

Quand'anche domani la calma apparentemente sarà ritornata non bisognerà farsi illusioni giacchè il fuoco della rivoluzione sociale cova nel popolo sotto le ceneri e si preparano per l'attuale Governo e dinastia tempi foschi, come già riferii sino dal passato giugno.

Segue Rapporto.

(l) -Cfr. n. 748. (2) -Ritrasmesso a Parigi, Londra, Pietrogrado, Sofia, Nisch e Bucarest con t. gab. 958 del 20 settembre, ore 20. (3) -Non pubblicato.
767

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 6739/723. Pietrogrado, 19 settembre 1915, ore 13,40 (per. ore 20,30).

Fra i problemi sociali ed economici sorti in Russia in seguito alla guerra va segnalato quello dei fuggiaschi provenienti dalle regioni invase dal nemico. La maggioranza di essi è costituita dai polacchi fra cui molti israeliti. Seguono lituani lettoni piccoli russi e armeni del Caucaso, in totale circa 3.000.000 e mezzo d'anime. Quest'enorme immigrazione è solo in parte volontaria. Il maggior numero dei rifugiati ha dovuto abbandonare suolo natale o per ordine dell'autorità militare o perchè villaggi e campi sono stati distrutti e devastati, più che dai nemici dalle stesse truppe russe per • creare il deserto • come nel 1812. Si può pertanto immaginare in qual condizione di miseria quella popolazione si trovi ed anche quale pericolo essa costituisca per la pubblica igiene. Mosca che è sempre alla testa delle iniziative patriottiche ha per prima istituito organizzazioni di soccorso ai rifugiati e Duma ha approvato recentemente un progetto di legge che destina 25.000.000 di rubli per il loro mantenimento e crea un comitato parla

mentare di protezione e sorveglianza. Speciali norme vengono ora emanate dal Governo per accantonamento ded. profughi nelle varie città.

Mi viene riferito da buona fonte che al quartier generale si fa ora strada idea che trasferimento di masse di popolazione non fa ora che imbarazzare e rallentare movimenti truppe mentre d'altro canto applicazione dei sistemi della guerra napoleonica non ha oggi molta efficacia contro un nemico che dispone di ferrovie e solide basi di rifornimenti. A quanto credesi comando supremo non consentirà più gli spostamenti in grandi proporzioni di popolazione che accompagnavano finora i ripiegamenti russi.

In connessione con emigrazione dalla Polonia riferiBco senza poterla controllare la strana voce che Governo germanico stia per trasferire nelle regioni della Polonia russa abbandonata famiglie polacche della marca di Posen per sciogliere con questo mezzo che è possibile solo in tempo di guerra noto problema agrario di quelle provincie.

768

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1604/430. Londra, 20 settembre 1915, ore 8,55 (per. ore 0,15 del 21).

Telegramma di V. E. Gab. 937 (1).

A proposito della grande tirata di Pasic Grey ha osservato che la eventuale occupazione temporanea da parte potenze alleate mirerebbe appunto a proteggere la Serbia dalla temuta aggressione bulgara. Comunque, ha aggiunto, per il momento le potenze nulla hanno da dire a Nisch. Se Bulgaria accetta si farà opportuna comunicazione alla Serbia circa occupazione temporanea: se rifiuta potenze si limiteranno ad informare Nisch ed Atene che il loro progetto ha naufragato e la discussione sarà chiusa.

769

IL CONSOLE GENERALE A MOSCA, GAZZURELLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.6754/2578. Mosca, 20 settembre 1915, ore 20,10 (per. ore 1,10 del 21).

Faccio seguito al mio telegramma n. 2572 (2).

Gli scioperi continuano mentre ieri si aveva ragione di credere al sopravvento dei consigli del partito liberale il quale esige la calma per non fare il buon giuoco di Pietrogrado che si dichiarerebbe obbligato dalle rivoluzioni di piazza a chiedere la pace per reprimere poi ogni ulteriore libertà.

(l) -Cfr. p. 473, nota. (2) -Cfr. n. 766.
770

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.RR. 1608/445. Bucarest, 20 settembre 1915, ore 9 (per. ore 7,35 del 21).

Sono informato in via strettamente confidenziale che Duca di Mecklemburgo ha chiesto al Re di Romania di agire in conformità dei suoi sentimenti di buon tedesco e di licenziare Gabinetto Bratianu sostituendolo con un Gabinetto Carp Marghiloman. Re Ferdinando ha risposto che non poteva essere questione dei suoi sentimenti personali e che se a Berlino volevano rendersi conto esatto della situazione dovevano preoccuparsi solamente dei sentimenti della Romania che per necessità di cose erano divenuti anche i suoi.

Ha aggiunto essere eg\i un sovrano costituzionale in un paese a regime parlamentare nè intende allontanarsi in alcun caso dalle rette norme costituzionali ed avere Bratianu maggioranza parlamentare e consenso opinione pubblica mentre Carp è isolato e Marghiloman non è neppure a capo d'un partito ma solo d'una esigua frazione del partito estremo.

Questo contegno così risoluto del Re è dovuto in buona parte all'influenza della Regina Maria la quale è come è noto favorevole all'Intesa ed inoltre personalmente mal disposta verso il Duca di Mecklemburgo. Mi risulta infatti che la Regina Maria ha fatto leggere al Re Ferdinando, poco prima dell'arrivo del Duca Giovanni Alberto, una lettera della Granduchessa Vladimir di Russia, sorella di Sua Altezza e zia di Sua Maestà in cui il Duca veniva tacciato di intrigante.

Rinnovo viva raccomandazione mantenere assoluto segreto sulle notizie che io do circa questa famiglia reale, se non fosse altro, per non esaurirne sorgente.

Mi risulta a questo riguardo avere Giers telegrafato a Poklewsky di aver saputo alla Consulta che Re di Romania era intervenuto per impedire invasione della Serbia, e ciò mi ha procurato delle difficoltà.

771

IL MINISTRO A SOFIA, CUCCHI BOASSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1618/1915. Sofia, 21 settembre 1915, ore 1,20 (per. ore 20,50).

Tutte le notizie fino a questa sera concordano nel fissare per domani decreto mobilitazione per otto classi e che domattina stesso primo reggimento cavalleria partirebbe per la frontiera serba in rinforzo alle truppe di frontiera. Mi risulta in modo positivo che la mobilitazione ferroviaria fu ordinata dallo stesso Re Ferdinando e non fu discussa dal consiglio dei ministri. Si assicura generalissimo sarebbe il Principe Ereditario a cui verrebbero addetti i generali Boiagieff e Racio Petroff; generale Kutincieff verrebbe nominato Ministro della Guerra e

attuale Ministro della Guerra Generale Geoff sarebbe Capo di Stato Maggiore

esercito mobilitato.

Si annunzia per domani occupazione d'accordo con la Turchia linea ferro

viaria Adrianopoli-Egeo col tratto territorio turco adiacente, occupazione che

secondo alcuni sarebbe già in via di esecuzione.

Popolazione è dovunque molto inquieta, opposizione sembra disorientata dalle

disposizioni prese repentinamente dal Governo.

Miei colleghi dell'Intesa considerano situazione molto grave benchè Ministro

d'Inghilterra abbia espresso opinione che mobilitazione potrebbe farsi per trattare

a migliori condizioni coi due gruppi di potenze.

A me sembra che la esecuzione dell'accordo turco-bulgaro e mobilitazione

indicherebbero che Governo bulgaro si sarebbe oramai legato alle potenze Cen

trali come del resto tendono far credere articoli dei giornali tedeschi ed austriaci

oggi qui divulgati dall'Agenzia telegrafica bulgara.

Miei colleghi ed io siamo in ogni modo d'accordo nel considerare che le

misure più urgenti che le Potenze potrebbero prendere sarebbero:

l) Occupazione della Macedonia per parte truppe alleate;

2) Nel caso avvenga mobilitazione, dichiarazioni da parte rappresentanti

delle quattro Potenze che ogni attacco contro la Serbia sarà considerato dal

l'Intesa come casus belli e che dette Potenze sono pronte prendere misure

militari relative. È però anche da prendere in considerazione ipotesi che la Serbia

prevedendo attacco bulgaro preferisca prendere iniziativa ostilità contro Bulgaria

sperando metterla fuori causa prima avanzino austro-tedeschi.

Come miei colleghi chiedono istruzioni mi permetto sollecitarne d'urgenza dalla E. V. Nell'ipotesi di una rottura di relazioni che potrebbe anche essere suggerita dagli austro-tedeschi, prego V. E. farmi sapere anche come regolarmi sia per conservazione sia per distruzione archivio; in fatto di rappresentanti Stati non belligeranti risiedono a Sofia soltanto Ministro di Romania e di Grecia e l'Incaricato d'Affari Paesi Bassi.

Prego comunicare quanto precede al Comando Corpo Stato Maggiore (1).

772

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 6765/513. Atene, 21 settembre 1915, ore 18 (per. ore 22,40).

Parecchi giornali danno notizia di trasporti truppe italiane in Asia Minore che sarebbero avvenuti in questi giorni. Fanno malevoli commenti su questa nuova ambizione italiana.

(l) Ritrasmesso a Parigi, Londra, Pietrogrado, Nisch e Bucarest con t. gab. 975 del 22 settembre.

773

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR

T. 3438. Roma, 21 settembre 1915, ore 23.

Suoi telegrammi nn. 264 (l) e 273 (2). Governo francese ci ha comunicato che potenze alleate si proponevano fare costì un passo in comune per : l) attirare attenzione Governo olandese su violazione neutralità da parte dirigibili tedeschi;

2) domandare Governo olandese assicurare efficacemente rispetto sua neutralità, e ci ha chiesto se eravamo disposti associarci tale passo. Ho risposto declinando. Gradirò però V. S. mi tenga informato di quanto sarà fatto.

774

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 6773/1410. Londra, 21 settembre 1915, ore 10,10 (per. ore 1,10 del 22).

In omaggio istruzioni dispaccio V. E. n. 1062 consegnai ieri a Grey altro pro-memoria esprimendo nuove vivissime lagnanze per inesplicabile contegno autorità anglo-egiziane verso senussi. Per fatti da me denunciati Grey espresse sorpresa. Ripetè istruzioni da lui personalmente impartite al Cairo sono molto esplicite. Autorità britanniche debbono adoperare tutta la loro influenza per impedire senussi dia molestia all'Italia alleata dell'Inghilterra e fare invece quanto è possibile per persuaderlo a concludere presto pace con noi e evitare una rottura apertamente col senussi prima che siano terminate operazioni Dardanelli. Replicai che dall'insieme nostre informazioni ed in specie da quelle contenute nel pro-memoria consegnatogli, appare chiaramente che di siffatte istruzioni non tengono molto conto locali autorità inglesi il cui contegno indicherebbe tacita connivenza incoraggiamento al senusso, temperato soltanto dalla necessità di salvare apparenza. Rispose Grey non poteva ammettere che le cose stessero così: temeva più che mai nostra informazione non sia perfettamente esatta ed origini da fonte interessata a mettere male fra Italia e Inghilterra. Comunque avrebbe sottoposto notizie comunicategli a scrupolosa investigazione riservandosi di riferirmene risultato. Avendo io chiesto se colonnello Hunter era finalmente giunto a Roma, rispose Grey affermativamente aggiungendo avergli per il momento Rodd annunciato semplicemente arrivo di quell'ufficiale senz'altro particolare.

36 -Documenti diplomatici-Serie V-Vol. IV

(l) -Del 12 settembre, in cui il ministro all'Aja informa di sorvoli del territorto olandese da parte dei tedeschi. (2) -Del 21 settembre, in cui il ministro all'Aja informa che il ministro di Russia ha ricevuto ordine di associarsi ai passi che il ministro d'Inghilterra sarà incaricato di fare in conseguenza.
775

IL MINISTRO A NISCH, SQUITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1620/112. Nisch, 21 settembre 1915, ore 20,30 (per. ore 3,10 del 22).

Telegramma di V. E. gab. 935/161 (1).

Credo poter confermare all'E. V. le mie precedenti comunicazioni riguardo sospetto più volte e da varie parti espresso di una intesa fra la Serbia ed i due imperi centrali. Tale intesa non esiste e non fu mai qui contemplata da che io mi trovo a questo posto e non si farà finchè rimarrà al potere il partito radicale capitanato da Pasic.

Sarebbe nei voti del partito nazionalista di intendersi. Partito è rappresentato da pochi uomini politici e non ha molto seguito nel paese.

La calma con cui il Governo attende attacco austro-tedesco dipende dalla impressione che si ha che Germania non possa distrarre dagli altri fronti forze sufficienti a penetrare in Serbia paralizzando in pari tempo Romania e Grecia. Vi è però chi non giudica favorevole la posizione, e teme che l'intervento armato immediato degli austro-tedeschi nei Balcani, dato l'insieme della situazione, seguirà senza fallo. Esso dipende unicamente dalla loro potenza militare del momento che sembra diminuita poichè altrimenti essa si sarebbe già manifestata sopra un settore dove lo sforzo sarebbe coronato dai maggiori, più sicuri e strepitosi successi e tali da influire in modo decisivo sull'andamento generale della guerra (2).

776

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. POSTA 1773/433. Londra, 21 settembre 1915.

Recenti dichiarazioni di Asquith e Kitchener e conseguente acre e piuttosto disordinato dibattito nei Comuni hanno acuito controversia senza avviare vessata questione servizio obbligatorio verso fase risolutiva.

Motivi principali determinanti reticenze rimproverate al primo ministro sono:

l) divergenze di vedute nel Gabinetto;

2) opposizione in solido dell'Irlanda;

3) contegno ostile minaccioso delle Trade Unions non illuminate ma travagliate dalla virulenta campagna giornalistica pro e contro coscrizione.

l) Nel Gabinetto a quanto è dato intravedere prevalgono tre tendenze: a) quelli fautori della coscrizione immediata capitanati da lord Curzon e Lloyd George;

b) i soliti dottrinari liberali contrari per principio ed a qualunque costo,

minoranza molto combattiva ma non ugualmente autorevole ed influente;

c) coloro che pur essendo contrari in tesi generale si rassegnerebbero alla

coscrizione: essa in ultima analisi in modo assoluto apparirebbe unico mezzo per

assicurare vittoria.

Precipui esponenti di questa tendenza sembra siano Grey e Balfour, Lans

downe, ecc.

A favore della tesi milita ineluttabile necessità di provvedere sul serio a non

diminuire con esorbitanti distrazioni di operai dalle officine attività industriale

la quale invece importa mantenere nella massima intensità per non compromet

tere situazione economica generale del paese con seri danni per Inghilterra stessa

e per tutte le sue alleate, ai bisogni sempre maggiori delle quali non sarebbe

più possibile far fronte con necessaria efficacia.

Voci di crisi ministeriali appaiono per il momento almeno infondate. 2) Alle difficoltà cagionate dall'opposizione irlandese, si annette importanza alquanto minore: nella peggiore ipotesi si potrebbe girare difficoltà dichiarando coscrizione facoltativa per quella regione, come si è fatto per il « Registration act "· 3) Necessità urge invece in modo assoluto prima di procedere verso coscrizione calmare ad ogni costo grave agitazione « trade unions " provocata da tre cause principali: a) rivolta delle classi operaie contro imposizione della stampa e lord Northcliffe iniziatore violentissima campagna: b) diffidenza di dette classi che temono che coscrizione introdotta oggi a titolo temporaneo abbia a guerra finita a trasformarsi in misura permanente; c) non riducibile avversione delle classi operaie contro qualsiasi tentativo di militarizzazione industriale, tendenza questa, con perniciosa imprudenza caldeggiata dai fautori arrabbiati del servizio obbligatorio nella sua più lata estensione. Tale sembrami nelle sue grandi linee situazione presente, la quale spiega esitazione primo ministro visto e considerato che se approvazione della legge appare al postutto probabile da parte del parlamento, difficoltà serissime potrebbe incontrare sua prematura applicazione. Previsioni sulla soluzione della questione, parmi prematuro ed imprudente avventurarne. Ad un accenno da me fatto ieri, rispose Grey doversi questione considerare non tanto dall'aspetto politico quanto e sopratutto da quello di fatto. Finora -osservò -sistema volontario ha dato ottimi risultati. Inghilterra dispone ora di un esercito complessivamente superiore a tre milioni, tirato dal nulla, equipaggiato, armato, istruito. Se fosse stato introdotto un anno fa, risultato non sarebbe stato diverso. Finchè non sarà dimostrata impossibilità di raggiungere identico scopo col sistema volontario non si vedrebbe motivo di introdurre nuovo sistema visibilmente oppugnato da un così imponente sforzo dell'opinione pub

blica. In caso contrario prenderebbe a tempo provvedimenti necessari per conseguire a qualunque costo scopo primario essenziale ossia la fine vittoriosa della guerra.

Inghilterra comunque ha fatto in sangue e denaro sacrifici enormi ed ha in tutti i modi aiutato alleati checchè con discutibili sentimenti di giustizia si sia pensato e detto in altri paesi neutri e pure alleati. E questo con o senza coscrizione continuerà a fare fino all'ultimo.

Cambon al pari di me considera non essere il caso di formulare per ora apprezzamento conclusivo. Egli non si mostra punto preoccupato. Dice che gli inglesi attualmente in Francia superano il milione e vi è qui ancora largo margine di uomini per colmare i vuoti. Kitchener non è uomo da complimenti, quando avrà bisogno di nuove truppe e disporrà di mezzi adeguati per equipaggiarle ed armarle le chiederà ed in un modo o nell'altro finirà per ottenerle.

Informazioni di Cambon circa arruolamento volontario fino a due mesi fa di 20 mila uomini per settimana è sceso ora per qualche causa forse pure temporanea a 13 mila cioè al disotto, ma non è ancora detto che non abbia a risalire.

(l) -Non pubblicato. (2) -Ritrasmesso a Parigi, Londra, Pietrogrado, Bucarest e Sofia con t. gab. 977 del 22 settembre, ore 20.
777

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1619/102. Atene 22 settembre 1915; ore 0,30 (per. ore 4,55) (1).

Miei colleghi di Francia Inghilterra e Russia sono stati convocati stasera da Venizelos il quale ha comunicato loro nota identica giunta da Sofia (vedi mio telegramma gab. 100) (2) aggiungendo che risultava da ulteriori notizie che numerosi reparti di cavalleria erano già partiti per la frontiera serba. Venizelos ammette ancora possibilità che si tratti da parte della Bulgaria di un ballon d'essai ma considera situazione come assai grave. In giornata ha veduto il Re e il capo di stato maggiore. Opinione di entrambi è che la Serbia non potendo nelle attuali condizioni fornire i 150.000 uomini previsti dal trattato segreto pel caso di un'azione greco-serba contro la Bulgaria, Grecia si trova libera da ogni impegno. A persuadere il Re ed il capo di stato maggiore ad ordinare la mobilitazione greca pel caso in cui mobilitazione bulgara fosse confermata, Venizelos non vede che questo mezzo che cioè alleati mandino immediatamente 150.000 uomini di truppa (non truppe coloniali) in Serbia che costituirebbe contingente che manca a quel paese. A meno che nel frattempo Romania si decida mobilizzare perchè allora concorso degli alleati non sarebbe più necessario. Ha chiesto ai miei colleghi di telegrafare immediatamente a Parigi ed a Londra chiedendo se Francia ed Inghilterra sarebbero disposte a questo immediato aiuto. In caso affermativo egli confida poter indurre il Re ed il capo di stato maggiore a mobilizzare. Nel caso che nè col concorso degli alleati nè con quello della Romania nè in nessun altro modo sia possibile opporre alla mobilitazione bulgara una mobilitazione greca Venizelos ha fatto confidenzialmente comprendere ai miei colleghi che la sua permanenza al potere diverrebbe impossibile.

Quanto precede mi fu comunicato dai miei colleghi ed io lo trasmetto a V. E. per sua notizia.

Noto che non solo io non fui invitato alla riunione, ma che in tutta la conversazione Venizelos non accennò menomamente al desiderio che fossi informato della cosa, nè menzionò nemmeno incidentalmente l'Italia parlando solo ed esclusivamente di concorso francese ed inglese. Non è fuori di luogo dedurre da questa certo volontaria omissione che Venizelos non desideri in nessun modo vedere truppe italiane nei Balcani.

(l) -Il telegramma risulta pervenuto il 23 settembre. ma si tratta di un errore poichè fu ritrasmesso a Parigi, Londra, Pietrogrado e Bucarest con t. gab. 976 del 22 settembre. Anche nel registro è posto tra i telegrammi pervenuti il 22. (2) -Non pubblicato.
778

IL MINISTRO A SOFIA, CUCCHI BOASSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 6789/509. Sofìa, 22 settembre 1915, ore 2 (per. ore 13,20).

I giornali annunziano che oggi commissione bulgara e quella turca procedono alle formalità d'uso per la consegna territori ceduti dalla Turchia alla Bulgaria. Occupazione definitiva dovrebbe aver luogo 6 ottobre, giorno in cui anche la linea ferroviaria diverrà proprietà dello stato bulgaro, essendo già concluso il contratto colla società ferrovie orientali.

Secondo la dichiarazione di Radoslavoff ai suoi partigiani, nuova linea confine seguirebbe corso della Tundja,. passando fra Adrianopoli Karagatsch (stazione di Adrianopoli) e di là al mare, mantenendosi da uno e mezzo a due chilometri dalla riva sinistra della Maritza.: Enos rimarrebbe in territorio turco. Una commissione di uffidali tedeschi austriaci... (l) turchi e bulgari, incomincerebbe subito delimitazione nuovo confine.

779

IL MINISTRO A SOFIA, CUCCHI BOASSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1625/192. Sofia, 22 settembre 1915, ore 2 (per. ore 16,14).

Personaggio bulgaro che per ragioni della sua carica è al corrente idee del Governo si è espresso nei seguenti termini: • Mobilitazione sarà generale e avrà luogo probabilmente in questa settimana, apparentemente per trasformare in armata l'attuale neutralità, in realtà per marciare contro la Serbia quando questa sarà impegnata a fondo con austro-tedeschi. Momento dichiarazione di guerra alla Serbia sarà determinato dallo svolgimento operazioni militari austro-tedesche in quel paese. Sono state mandate forze alla frontiera serba, avendo serbi concentrato parte delle loro forze sulla frontiera bulgara sebbene Serbia sia minacciata al Nord da duecentocinquantamila austro-tedeschi. Generalissimo sarà il Re che delegherà comando Principe Ereditario.

Vi sono trattative con Grecia e Romania; non essendo possibile ottenere per ora cooperazione greca e forse neppure garanzia assoluta sulla sua attitudine, Bulgaria potrà impegnarsi con tutte le sue forze contro la Serbia; in quanto alla Romania più che dalle trattative in corso si è assicurata dal fatto che Romania stretta fra austro-tedeschi e bulgari sarà di fatto nelle mani degli Imperi centrali.

In quanto situazione politica ,interna della Bulgaria, sebbene Radoslavoff non abbia effettivamente maggioranza parlamentare, colla forza impone la sua politica. Opposizione s'inganna nel credere che i Bulgari si rifiuteranno marciare contro l'Intesa; se Russia osasse violare territorio bulgaro con sbarco costa Mar Nero, bulgari non esiterebbero marciare anche contro i russi.

Oggi è partita per la Tracia la commissione bulgara per procedere delimitazione frontiera con la Turchia; occupazione nuovi territori da parte truppe bulgare già inviate in Tracia procederà gradualmente e sarà compiuta 6 ottobre.

Oramai aspirazioni bulgare sul territorio turco sono sufficientemente soddisfatte e non vi è più ragione di fare guerra alla Turchia colla quale si è in ottimi rapporti.

Azione diplomatica dell'Intesa ha fallito chè debole e indecisa e non ha offerto quelle garanzie assolute dalle quali Bulgaria non può più prescindere dopo del 1913 quando grandi Potenze vennero meno ai loro impegni.

Successo definitivo oramai assicurato alla Germania poichè questa ha la forza dell'organizzazione e l'Intesa soltanto il numero. Russia sarà in breve costretta alla pace non solo per ragioni militari ma anche per la sua situazione interna: l'aggiornamento Duma eccitò i deputati a propagande pericolose i cui effetti sono già manifesti con gli scioperi avvenuti.

Bulgaria facendo guerra solo alla Serbia potrà mantenere relazioni coll'Intesa come è stato per l'Italia colla Turchia durante la guerra coll'Austria •.

(l) Gruppo indectfrato.

780

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, AI MINISTRI AD ATENE, DE BOSDARI, A BUCAREST, FASCIOTTI, A NISCH, SQUITTI, A SOFIA, CUCCHI BOASSO, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A PARIGI, RUSPOLI

T. GAB. 981. Roma, 22 settembre 1915, ore 18.

Il signor Barrère, che ho veduto stamane, a proposito dei fatti di Sofia opinava che le potenze dovrebbero immediatamente avvisare al da farsi sia come dichiarazioni alla Bulgaria sia come sanzione se questa, come è probabile, vorrà procedere egualmente ad attacchi contro la Macedonia. Risposi che riguardo a passi da farsi che implicassero l'eventuale apertura di ostilità con la Bulgaria se questa attaccasse la Serbia, avrei dovuto prima prendere gli ordini di S. M. il re e consultarmi col presidente del consiglio. Che non mi facevo oramai illusioni sulla efficacia di qualunque minaccia alla

Bulgaria, e che come susseguente azione pratica non vedevo per il momento altra possibilità che il blocco di Dedeagatch e della costa bulgara. Ad ogni modo per non ricadere nella confusione delle recenti discussioni suggerivo che si convenisse che i rappresentanti delle quattro potenze a Londra esaminassero insieme la questione e proponessero la dichiarazione da farsi, quando fosse il caso di farne una, e le possibilità generali della situazione, riferendo subito le loro proposte ai rispettivi Governi (1).

781

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. S. 990. Roma, 22 settembre 1915, ore 21,50.

Decifri ella stessa.

Sir Rennell Rodd tornò ieri a parlarmi dei fucili Wetterli da cedersi alla Russia. Accennò alla possibilità che l'Inghilterra ci 'renda in compenso e per facilitarci! la cosa un qualche altro servizio, come per esempio, un prestito.

Risposi che pei fucili finora il ministero della guerra era contrario. E sorvolando su questo argomento mi fermai sulla questione dei prestiti. Il Governo non aveva preso decisioni definitive in proposito, ma il prolungarsi della guerra fin verso l'estate rendeva urgente qualche decisione. Le esigenze dei militari erano enormi; e per tutta la parte di materiale da provvedersi all'estero, oltrechè per le provviste di cereali ecc., era evidente che non si poteva riparare che con prestiti all'estero. Intanto si era cominciato a mettere nuove imposte a rinforzo del bilancio, e altre se ne dovevano introdurre. Da calcoli sommari fatti da me, ritenevo che all'estero occorresse presto prepararsi una disponibilità di circa 100 milioni di sterline su Londra e 100 milioni di dollari sugli Stati Uniti. Naturalmente bastava che la somma intera fosse disponibile scalatamente nei prossimi mesi fino all'estate. Che mi pareva meglio combinare per tutto a Londra, lasciando che il Governo inglese che ora negoziava insieme col francese a New York per ,somme assai maggiori, provvedesse lui nello stesso tempo a provvedere anche per noi un margine di 100 milioni di dollari che ci abbisognavano su quella piazza; evitando così che le domande degli uni facessero concorrenza con quelle degli altri con danno comune.

Rodd disse che avrebbe potuto fin da ora prospettare la cosa a sir Edward Grey, facendo rilevare che un maggiore impulso dato alla guerra dall'Italia per le accresciute sue risorse, avrebbe potuto accelerare la fine della guerra, con risparmio anche all'Inghilterra di somme maggiori di quelle che fornirebbe all'Italia.

Risposi che lo consigliavo di fare qualche scandaglio in questo senso, e specialmente per la parte americana, poichè era evidente che prestissimo avremmo dovuto venire a qualche conclusione in proposito, essendo le risorse fin qui procurateci quasi esaurite. Che quando ne avessimo i mezzi eravamo decisi di spingere le ostilità contro l'Austria fino alla massima tensione ma che non c'era da farsi alcuna illusione che si potesse estendere gli sforzi nostri anche in altri campi; perchè per fare ciò sarebbe occorso ben altro come mezzi e come preparazione.

Quanto precede per esclusiva notizia personale di V. E.

(l) Il testo di questo telegramma è identico a quello dell'annotazione del 22 settembre in SONNINO, Diario, VOl. Il, cit., pp. 221-222.

782

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, AI MINISTRI AD ATENE, DE BOSDARI, A BUCAREST, FASCIOTTI, A NISCH, SQUITTI, A SOFIA, CUCCHI BOASSO, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A PARIGI, RUSPOLI

T. GAB. 982. Roma, 22 settembre 1915, ore 22,15.

Giers mi ha detto di aver consigliato ieri a Ristich ministro serbo a Roma di

fronte alle notizie della mobilitazione bulgara: l) che la Serbia si preparasse a qualunque evento; 2) non prendesse iniziative di aggressioni o provocazioni, badando di re

stare dalla parte della ragione in ogni incidente;

3) avesse fiducia negli alleati. Giers mi chiedeva se approvavo. Risposi che approvavo, e che sarebbe stato meglio se già da mesi i serbi

avessero conformata di più la loro azione a questo programma. Secondo Ristich a Belgrado si era preoccupati, ma non si aveva l'impressione della imminenza immediata del pericolo di una aggressione bulgara (1).

783

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 3444. Roma, 22 settembre 1915, ore 23,15.

Telegramma di V. S. n. 513 (2). Notizia di trasporti di truppe italiane in Asia minore è assolutamente falsa.

784

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1630/435. Londra, 22 settembre 1915, ore 14,41 (per. ore 0,40 del 23).

Giornali hanno oggi pubblicato telegramma annunziante mobilitazione bulgara. In colloquio privato con Nicolson gli ho detto che per il momento mi sembrava prematuro ogni apprezzamento sulla portata e conseguenze della decisione del re Ferdinando. A mio avviso però le potenze alleate faranno bene a riflettere colla massima attenzione prima di precisare eventualmente il loro atteggiamento

di fronte alla Bulgaria, tenendo presente fino a che sarà possibile opportunità di evitare con qualche mossa precipitata di spingere Bulgaria nelle braccia dei nostri avversari.

Ha risposto Nicolson che se Bulgaria invade Macedonia e se Serbia come è probabile resiste, potenze alleate si troveranno in serio imbarazzo. Egli ~on mi nascondeva che l'esame della attuale situazione balcanica gli ispirava preoccupazione. A proposito delle dichiarazioni fatte al re dai capi dell'opposizione, ci siamo trovati d'accordo nell'osservare che la minacciosa messa in causa della persona del re Ferdinando non è stata nè abile nè prudente visto e considerato che per il momento almeno Sua Maestà più forte di tutti i politicanti, rimane sempre l'arbitro principale della situazione.

(l) -Il testo di questo telegramma è identico a quello dell'annotazione del 22 settembre in SONNINO, Diario, vol. II. cit.. p. 222. Seguono ibid., pp. 222-223 informazioni di Giers sulle istruzioni date da Sazonov ai ministri in Atene. Nisch e Bucarest. che Sonnino approva nella sostanza. (2) -Cfr. n. 772.
785

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1633/455. Bucarest, 22 settembre 1915, ore 21 (per. ore 8,50 del 23).

Questo ministro di Russia ha ricevuto dal suo collega di Belgrado seguente notizia:

Pasic dichiara che non farà nulla finchè non sappia che contegno terranno Grecia e Romania e Intesa di fronte alla mobilitazione bulgara. Se Grecia mettesse in campo 200.000 uomini, Romania 100.000, Serbia ne potrebbe aggiungere

80.000 per marciare contro Bulgaria difendendosi colle altre sue forze contro austro-tedeschi. Altrimenti occorrerebbe alla Serbia concorso dei contingenti della Quadruplice e specialmente di un contingente russo.

Se anche questo concorso venisse a mancare Troubetskoy reputa che la Serbia prenderebbe essa iniziativa attaccare Bulgaria prima che questa abbia avuto tempo completare sua mobilitazione.

Si conferma concentramento importanti forze austro-tedesche all'accerchiamento serbo.

786

IL MINISTRO A NISCH, SQUITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1635/116. Nisch, 22 settembre 1915, ore 21 (per. ore 9,25 del 23).

Mio telegramma n. 114 (1). Oggi alle 16 Pasic ha convocato rappresentanti della Quadruplice Intesa per darci lettura del telegramma diretto alle quattro Legazioni serbe negli Stati alleati

relativo alla grave situazione creata alla Serbia dalla mobilitazione bulgara ed all'aiuto invocato a far fronte alla minacciata aggressione.

Egli ha soggiunto poi che gli austro-tedeschi cominciano a concentrare nella Sirmia e nel Banato e che, se invocato contingente di truppe internazionali non accorra al più presto in soccorso della Serbia questa sarà sicuramente sopraffatta. Nè Romania nè Grecia si muoveranno senza il soccorso delle forze alleate, Serbia perirà ma enorme ne risulterà pure il danno delle Potenze in guerra con la Germania e l'Austria. Questa diventerà padrona di tutto l'oriente.

In vista di ciò Pasic ci ha pregato di appoggiare presso nostri rispettivi Governi le richieste della Serbia.

I miei colleghi mi hanno detto lo faranno ed io non esito associarmi a loro per quanto mi concerne. Mi rincresce però di non poter partecipare al loro ottimismo. Certamente i rimedi proposti da Pasic potrebbero risultare efficaci. Ma sono essi di natura da comporsi ed applicarsi concordemente, facilmente e rapidamente? Se non lo sono, e temo che non lo siano, a nulla varr&n:1o e la catastrofe della Serbia presa fra due fuochi sarà inevitabile.

(l) T. gab. 1629/114, pari data, che non si pubblica.

787

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 3456. Roma, 23 settembre 1915, ore 16.

Suo telegramma n. 1410 (1). La R. agenzia diplomatica al Cairo ha telegrafato al R. ministero delle colonie quanto segue:

l) « Da quattro o cinque giorni i rapporti Inghilterra con Senussi non sono normali. Il movimento senussita frontiera egiziana si accentua. Governo britannico ha inviato recentemente duemila soldati a Marsa Matruh per impedire passaggio arabi territorio Cirenaica. Avendo appreso Se:1ussi che ad inviato Abdia era stato sottratto sacco contenente lettere per Sidi Ahmed e sessantamila lire ha diretto ieri telegramma molto energico quasi violento al Generale Maxwell intimando immediata restituzione. Il Generale tuttora sofferente non ha ancora risposto.

2) Secondo informazioni da ottima fonte molti giorni or sono un accordo è intervenuto tra Maxwell e Senussi circa noto incidente per cattura da parte nave da guerra francese di lettere ed importante somma a bordo veliero proveniente Agram. Generale Maxwell per evitare che danaro potesse favorire attacco contro frontiera egiziana si dichiarò disposto a rimborsare somma al Senussi in natura (mercanzia, viveri). Senussi accettò.

Inviato Ahmed Abdia spedl decorsa settimana viveri stoffe pel valore circa centomila franchi e continuerà fare tali invii per espressa autorizzazione autorità britanniche fino concorrenza somma sequestrata da nave francese •.

(l) Cfr. n. 774.

788

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 1005. Roma, 23 settembre 1915, ore 21.

Mio telegramma n. 990 (1).

D'accordo col ministro del tesoro le comunico quanto segue:

• Premesso che il Governo italiano fa e farà opera efficace per ottenere in Paese, con nuovi prestiti operazioni di tesoreria, da ora a tutto il primo semestre 1916, larghi mezzi intesi a fronteggiare gli oneri straordinari prodotti dallo stato di guerra che si prolunga; ma che occorre altresì di provvedere nel modo più conveniente ai pagamenti che siffatta condizione di cose esige in proporzioni preoccupanti per i cambi fuori d'Italia, il R. Tesoro deve assolutamente poter contare su di un sicuro concorso all'estero, nel detto periodo di tempo, di tre miliardi di franchi in cifra complessiva rotonda.

Epperò devesi domandare ed ottenere un prestito di 100 milioni di dollari, utilizzabile da oggi alla fine dell'anno corrente; e un prestito di 100 milioni di sterline, coi relativi versamenti differiti metà, cioè 50 milioni, al primo trimestre 1916, e l'altra metà di 50 milioni al secondo trimestre dello stesso anno. Così l'intera operazione avrebbe svolgimento in nove mesi mediante rateazi.oni da convenirsi opportunamente.

l) Rispetto all'operazione più sollecita dei 100 milioni di dollari, l'Inghilterra dovrebbe chiedere una parte corrispondente del credito che ora sta negoziando insieme con la Francia e la Russia negli Stati Uniti d'America, e la cessione naturalmente dovrebbe aver luogo, a parità di condizioni, escludendo, da parte nostra, qualsiasi invio di oro;

2) L'operazione dei 100 milioni di sterline dovrebbe fondarsi sui criteri cardinali di quella negoziata a Nizza fra Italia e Inghilterra nel passato giugno, salvo talune necessarie varianti. Cioè:

a) Apertura di un credito presso la Banca d'Inghilterra a favore del Tesoro Italiano verso cessione di buoni del Tesoro a un anno di scadenza, ma rinnovabile, occorrendo fino a quattro anni dopo la conclusione della pace per i primi 50 milioni di sterline ottenuti, e fino a sei anni dopo la conclusione della pace per i secondi 50 milioni;

b) Quanto al saggio d'interesse, nella ipotesi che non si possano ottenere migliori condizioni, riprodurre la clausola compresa nell'articolo 3 dell'Accordo di Nizza, per cui l'Italia si è impegnata a corrispondere l'interesse che il Tesoro britannico paga per i propri buoni alla data di ogni operazione di <sconto da noi effettuata;

c) Per gli Accordi di Nizza, l'operazione ora in corso è subordinata al deposito presso la Banca d'Inghilterra di una somma in oro corrispondente a un sesto del credito che il Governo italiano può farsi aprire dalla Banca istessa, e il R. Tesoro può disporre per un importo eguale a cinque volte il valore dell'oro depositato.

Siffatto impegno relativo alla trasmissione dell'oro è assai grave per l'Italia che non ha scorte di oro nelle larghe proporzioni della Francia e dell'Inghilterra, epperò dovrebbe essere eliminato nei nuovi accordi. Nella peggiore ipotesi l'impegno dovrebbe assolutamente essere ridotto in guisa che la somma d'oro che l'Italia depositerebbe presso la Banca d'Inghilterra, in analogia ai patti di Nizza, non dovrebbe eccedere il decimo della somma che il R. Tesoro disporrebbe effettivamente sul Credito che il Governo inglese gli avesse aperto a Londra ».

Prego avviare pratiche con Grey nel senso di quanto precede e telegrafarmi.

(l) Cfr. n. 781.

789

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, AI MINISTRI AD ATENE, DE BOSDARI, A BUCAREST, FASCIOTTI, A NISCH, SQUITTI, A SOFIA, CUCCHI BOASSO, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A PARIGI, RUSPOLI

T. GAB. 1006. Roma, 23 settembre 1915, ore 21 (1).

Giers mi ha detto che Sazonoff riteneva che di fronte alla mobilitazione della Bulgaria le quattro Potenze dovrebbero per mezzo dei loro rappresentanti a Sofia:

l) rivolgersi a quel Governo, lamentandosi di non aver aricora ricevuto la risposta alla comunicazione delle potenze e chiedendo il perchè del silenzio;

2) se la risposta fosse evasiva oppure non desse spiegazioni soddisfacenti e a quel momento riuscisse evidente che la mobilitazione è diretta contro la Serbia i Rappresentanti dei quattro Governi dovrebbero lasciare Sofia;

3) nel partire da Sofia i ministri dichiarerebbero a Radoslavoff per iscritto che essi rigettano la responsabilità del fatto personalmente sul Re Ferdinando e che rompendo con lui e col suo Governo non intendono romperla col popolo bulgaro.

Giers chiedeva le mie impressioni su questo proposito.

Risposi ricordando innanzi tutto la mia proposta, che probabilmente non poteva ancora essere giunta a Sazonoff, che ogni discussione tra le potenze sul da farsi fosse concentrata a Londra. Quanto agli attuali suggerimenti di Sazonoff, approvavo la prima proposta di prendere le mosse per qualunque passo da farsi dalla mancata risposta alla comunicazione fatta a Sofia il 14 corrente.

Quanto alla seconda proposta dovrei riservare al Governo ogni decisione sul momento in cui si dovesse fare un ulteriore passo, con rottura delle relazioni, e sull'opportunità di farlo, non potendosi lasciare al giudizio dei soli ministri rispettivi a Sofia.

Quanto alla terza proposta non potevo nascondere la mia impressione che il passo sembravami imprudente e atto a ottenere un risultato opposto a quello desiderato, creando una reazione dell'opinione popolare a favore del Re Ferdinando (2).

(l) -Il telegramma nel registro è erroneamente datato 24 settembre. La data esatta 23 settembre si ricava dalla posizione del telegramma nel registro e dalla copia conservata nell'archivio dell'ambasciata a Londra. Cfr. la risposta di Imperiali partita alle 9,05 del 24 settembre (n. 796). (2) -Il testo di questo telegramma è identico a quello dell'annotazione del 23 settembre in SONNINO, Diario, vol. Il, ci~.. pp. 223-224. _
790

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A PARIGI, RUSPOLI

T. GAB. 1008. Roma, 23 settembre 1915, ore 21.

Sir Rennell Rodd già in un passato convegno mi aveva chiesto a nome di sir Edward Grey se avessi obiezione a che si ottenesse la formale adesione del Giappone alla dichiarazione del 5 settembre 1914 riguardante l'impegno di non far pace separata; al che avevo subito risposto di non aver nulla in contrario.

Ora sir Edward Grey tornava a chiedere fino a che punto avrei consentito che si mettesse al corrente il Giappone dei patti concordati con l'Italia nella Convenzione di Londra.

Risposi che non vedevo nessuna buona ragione per dover comunicare al Giappone quei patti, poichè riguardavano esclusivamente questioni in cui il Giappone non aveva interesse alcuno nè prossimo nè lontano; che quando noi eravamo entrati nell'alleanza, non ci si era comunicato quanto le Potenze dell'Intesa avevano tra loro già stipulato riguardo a tante questioni particolari, come, ad esempio, quella di Costantinopoli e degli Stretti; e sì che eravamo come Potenza mediterranea non disinteressati nelle questioni d'Oriente. Tanto meno vedevo perchè si dovesse procedere oggi diversamente riguardo al Giappone. Che però se Sir Edward Grey per qualche ragione da me ignorata avesse necessità di far sapere al Giappone per ottenere la sua adesione al Patto del 5 settembre, che l'Italia vi aveva pure aderito con reciproco impegno, io non mi opponevo a questa comunicazione, a patto che si precisasse che questa notizia doveva per ora restare segreta.

Rodd disse che egli riteneva che questo era tutto quanto desiderasse Sir Edward Grey (1).

791

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB.S.RR. 1652/478. Bucarest, 23 settembre 1915, ore 9,30 (per. ore 15 del 24).

Filippesco e Take Jonesco hanno diretto ieri sera al Re di Romania una lettera collettiva con cui chiedono mobilitazione generale dell'esercito romeno in risposta alla mobilitazione bulgara. Prego mantenere segreto su quanto precede finchè non giunga notizia a codesto ministero per altra via.

(l) Il testo di questo telegramma è identico a quello dell'annotazione del 23 settembre in SONNINO, Diario, vol. II, cit., pp. 225-226.

792

IL MINISTRO A SOFIA, CUCCHI BOASSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1643/201. Sofia, 23 settembre 1915, ore 14,30 (per. ore 19,10 del 24).

Mobilitazione generale è stata proclamata stamane. Governo vuol far credere alla popolazione che si tratta di una neutralità armata.

Opposizione si fa poche illusioni pur facendo voti perchè Intesa intervenga subito diplomaticamente e conceda occupazione immediata Macedonia incontestata per sventare piani del Governo.

Molti si rendono perfettamente conto che oramai Germania è padrona assoluta della Bulgaria e che essa avrebbe affrettato mobilitazione. Città è calma, vie sono percorse dalla studentesca con bandiere bulgare germaniche ed austriache.

793

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1648/106. Atene, 24 settembre 1915, ore 0 (per. ore 7,25).

Facendo seguito al mio telegramma Gab. n. 105 (1).

Venizelos ha ottenuto senza difficoltà dal Re un decreto di mobilitazione generale che comprende ventiquattro classi. Ciò rappresenta per lui un grande successo ma non ancora definitivo giacchè esiste ancora grave dissidio di vedute tra il Re e Venizelos. Re intende che la mobilitazione debba soltanto rappresentare uno stato di neutralità armata imposto dalla necessità di rispondere alle analoghe misure prese dalla Bulgaria. Per motivi militari, giacchè egli crede sapere che gli austro-tedeschi dispongono per la spedizione dei Balcani di ottocento mila uomini, e per motivi politici di evitare rottura cogli Imperi Centrali il Re ha dichiarato a Venizelos che non intende andare più in là. Venizelos invece vuole fare guerra a fondo prestando ogni possibile aiuto alla Serbia se questa verrà attaccata dalla Bulgaria. A potere effettuare questo suo intento ed a trascinare dietro a sè il Re, Venizelos insiste nella domanda di che al mio telegramma

n. 102 (2). Se gli alleati non possono mandare subito in Serbia centocinquantamila uomini chiesti scongiura che per lo meno Potenze dell'Entente facciano dichiarazione che li manderanno appena possibile. Tale dichiarazione a lui è necessaria per persuadere il Re e d'altra parte essa avrebbe immenso effetto morale sulla Bulgaria dove a parere di tutti esistono classi sociali e partiti politici che rifuggono dall'idea di mettersi in guerra con le potenze dell'Entente ed in modo speciale colla Russia. Dalla Romania non si hanno notizie tali da poter sperare appoggio di essa.

Venizelos esponendo quanto precede al ministro di Francia coll'incarico espresso di ripeterlo a noi tutti ha ripetuto che se egli non è aiutato nei suoi divisamenti si dimetterà e verrà certamente al potere un Gabinetto amico della Germania cui Germania darà mezzi finanziarìi che occorrono alla Grecia e che ora Venizelos desidererebbe dall'Intesa giacchè l'esausto tesoro ellenico non offre fondi per sostenere mobilitazione che per pochi giorni.

(l) -T. gab. 1640/105 del 23 settembre, non pubblicato. (2) -Cfr. n. 777.
794

IL MINISTRO A L'AJA, SALLIER DE LA TOUR, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1650/279. L'Aja, 24 settembre 1915, ore 1,19 (per. ore 16).

Telegramma di V. E. Gab. 986 (1). Questo ministro degli affari esteri mi incarica in questo momento partecipare

a V. E. che Governo olandese sarà lieto qualora se ne presentasse eventualità di assumere tutela interessi italiani in Bulgaria.

795

IL MINISTRO A NISCH, SQUITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. u. 1667/118. Nisch, 24 settembre 1915, ore 5 (per. ore 24).

Sono stato ricevuto stamane dal Principe Ereditario Reggente, venuto dal quartiere generale di Kraguievaz a presiedere un consiglio dei ministri. Egli mi ha parlato fra altro della presente situazione. Sua Altezza Reale non si nasconde l'imminenza del pericolo per la Serbia di essere in breve tempo sopraffatta da un attacco combinato austro-tedesco-bulgaro. La mobilitazione bulgara da una via e l'arrivo quotidiano di forze germaniche nella Sirmia e nel Banato da un'altra non lasciano alcun dubbio sulle intenzioni dei nemici. Fino a ieri si contavano giunte sei divisioni tedesche e si vedevano in lontananza altre truppe in marcia. Noi siamo decisi, ha detto il Principe, a non attendere la fine della mobilitazione bulgara che potrebbe coincidere con quella della concentrazione tedesca ai nostri confini, rendendoci impossibile qualunque utile difesa. Dobbiamo perciò prendere l'iniziativa dell'attacco per sorprendere i bulgari in piena mobilitazione e batterli sul loro territorio. Contro gli imperiali porteremo le forze che potremo ma con poca speranza di arrestare la loro avanzata a cagione loro enorme superiorità numerica e di armamento. Il solo mezzo di evitare la rovina della Serbia che sarebbe pure della Quadruplice Intesa nei Balcani ed a Costantinopoli, sta nell'invio di tre o quattro corpi d'armata degli alleati in soccorso della Serbia e ciò senza indugio. Tale

invio potrebbe anche influire sulle decisioni della Grecia e della Romania e deciderle ad intervenire in nostro favore. Il momento delle parole, dei consigli,

delle raccomandazioni e delle minacce da parte delle Potenze è passato: oggi esse debbono agire. Se non possono o non vogliono noi soccomberemo ma la prima parte della guerra tra la Quadruplice e gli Imperi centrali bisognerà considerarla come perduta per la Quadruplice. I tedeschi, battuta la Russia e sottomessi i balcani, si rivolgeranno con forze preponderanti contro i loro nemici occidentali e secondo ogni probabilità avranno ragione anche di questi.

(l) Del 22 settembre, non pubblicato.

796

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1660/438. Londra, 24 settembre 1915, ore 9,05 (per. ore 2,15 del 25).

Telegramma di V. E. Gabinetto n. 1006 (1). Grey mi ha detto: l) che lunedì convocherà colleghi e me per esaminare situazione giusta suggerimento di V. E.;

2) che concorda in principio con V. E. sulla opportunità di riservare ai Governi e non ai Ministri a Sofia decisione su passo ulteriore con eventuale rottura relazioni. Ministro d'Inghilterra però avendo telegrafato stamane risultargli Bulgaria potrebbe da un momento all'altro aggredire Serbia il che arrecherebbe interruzioni di comunicazioni telegrafiche, egli ha in tale eventualità soltanto lasciato al Ministro la libertà di decisione previo accordo con i colleghi alleati;

3) che concorda pure con V. E. nel riconoscere poco opportuna l'eventuale messa in causa diretta del Re Ferdinando. Grey ha aggiunto che accedendo desiderio di Venizelos Inghilterra invierà un contingente di truppe abbastanza importante ed anche la Francia spedirà un certo numero di truppe.

Non avendo egli rivolta alcuna domanda sulle intenzioni del R. Governo ho creduto mantenere stretto silenzio al riguardo. Grey ha detto tanto Venizelos quanto Bratianu avere dichiarato inesatta impressione manifestata da Radoslavoff ai suoi partigiani; potere cioè Bulgaria contare su neutralità Romania e Grecia.

797

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1663/377. Pietrogrado, 24 settembre 1915, ore 20,51 (per. ore 6,35 del 25).

Sazonoff mi ha detto che avrebbe proposto ai tre Gabinetti alleati di far domani pubblicazione ufficiale nelle quattro capitali per diffidare Bulgaria contro un attacco alla Serbia, che le potenze considererebbero come atto ostile diretto contro loro e per dichiarare che faranno ricadere interamente responsabilità di tale delitto sui veri autori di esso (2).

(l) -Cfr. n. 794. (2) -Ritrasmesso a Parigi, Londra, Sofia, Atene, Nisch e Bucarest con t. gab. 1026 del 25 settembre.
798

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1664/107. Atene, 24 settembre 1915, ore 11,20 (per. ore 7,11 del 25).

In seguito alle ulteriori istruzioni questo ministro di Francia e ministro di Inghilterra hanno dato a Venizelos assicurazione soddisfacente circa invio in Serbia del richiesto contingente di 150.000 uomini. Ciò nonostante Venizelos non si dimostra soddisfatto e parla con tutti della sua intenzione di dimettersi. Estia, organo venizelista, porta stasera in chiare note che la divergenza di opinioni fra il Re e Venizelos è tale che è impossibile per quest'ultimo restare al potere. Sembra in sostanza che non appena firmato decreto di mobilitazione sia stata esercitata sul Re da parte austro-tedesca ed anche bulgara pressione tale da farlo pentire della determinazione presa a da indurlo a ridurre al minimo possibile l'efficacia di essa.

Operazioni mobilitazione procedono regolarmente ma senza nessun entusiasmo da parte popolazione che nella sua maggioranza non domandava che la tranquillità (1).

799

IL MINISTRO A NISCH, SQUITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1669/122. Nisch, 24 settembre 1915, ore 20,10 (per. ore 10 del 25).

Mio telegramma gab. n. 121 (2).

Ministro di Russia è venuto a dirmi di aver parlato testè con Pasic il quale ha risposto che è troppo tardi per esaminare la proposta russa. Oggi la consegna della zona incontestata della Macedonia alle potenze alleate non arresterebbe Bulgaria dall'attaccare Sel'bia, fortificherebbe ministero bulgaro, indebolirebbe opposizione e, nell'umiliare la Serbia, potrebbe provocare pericoloso movimento di rivoluzione nell'esercito.

Pasic ha poi soggiunto che la sola mossa efficace che potrebbero far ora le potenze sarebbe l'invio dell'indicato contingente ed una dichiarazione a Sofia che un attacco bulgaro alla Serbia verrebbe da loro considerato come una rottura di relazioni con tutte e quattro le grandi potenze. Egli è d'avviso che ciò farebbe grande effetto tanto a Bucarest quanto ad Atene (3).

((l) Ritrasmesso a Parigi, Londra, Pietrogrado, Nisch e Bucarest con t. gab. 1027 del 25 settembre, ore 20.

37 --Document-i diplomatici-Serie V-Vol. IV

(2) -T. gab. 1661/121, pari data, non pubblicato: richiesta russa alla Serbia di rimettere alle potenze alleate la zona incontestata della Macedonia. (3) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. 1031 del 25 settembre, ore 20.
800

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, AI MINISTRI AD ATENE, DE BOSDARI, A BUCAREST, FASCIOTTI, A NISCH, SQUITTI, A SOFIA, CUCCHI BOASSO, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A PARIGI, RUSPOLI

T. GAB. 1039. Roma, 25 settembre 1915, ore 21.

Giers mi ha detto che Sazonoff proponeva che a Pietrogrado, Parigi, Londra e Roma si pubblicasse oggi 25 settembre la comunicazione ufficiale seguente:

• A la suite de la mobilisation déclarée en Bulgarie le Gouvernement....... . se voit dans la nécessité de mettre le cabinet de Sofia en garde contre un acte agressif envers la Serbie. Toute attaque dirigée contre celle-ci sera considérée par les Alliés camme une action hostile à leur propre égard.

Les puissances alliées rejetteront la responsabilité personnelle et entière sur les véritables auteurs de ce crime •.

Risposi che in primo luogo non era ormai più possibile fare una tale pubblicazione entro oggi. Che mi pareva inoltre che qui si andava un passo più in là di quanto Sazonoff proponeva ieri, in quanto non si accennava soltanto a rottura di relazioni diplomatiche, ma si accennava ad ostilità; che anche sotto questo punto di vista mi pareva meglio rimettere ogni decisione a dopo aver saputo quanto avessero concertato insieme oggi a Londra i rappresentanti delle quattro potenze convocati appositamente da Grey ed avere avuto qualche dato più certo sull'eventuale concorso della Grecia. Le probabilità erano che i bulgari non avrebbero attaccato i serbi prima di aver terminata la mobilitazione e saputo con certezza dell'avanzarsi degli austro-tedeschi. Per parte mia inoltre avrei comunque consigliato per le ragioni già da me svolte ieri la soppressione dell'ultimo periodo ,che minacciava più specialmente la persona del re e del Governo (1).

801

VITTORIO EMANUELE III AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, SALANDRA

(Carte Sonnino)

T. Italia, 25 settembre 1915, ore 21,05 (per. ore 1,30 del 26).

Grazie del telegramma di ieri. Sembra anche a me convenga aderire al blocco di Dedeagatch qualora sia deciso. Forse la marina nostra vi troverebbe occasione di fare qualche cosa di utile impiegando qualche unità minore meno moderna.

Il generale Cadorna e il generale Porro ritengono che noi non possiamo ora mandare fuori d'Italia forze notevoli per costituire un vero corpo di spedizione. lVIa pensano che si potrebbero inviare a Rodi due o tre battaglioni da prendere in Tripolitania ove giudicano le nostre forze largamente sufficienti al compito di

difendere due città costiere. Questi due o tre battaglioni potrebbero essere affidati ad ufficiale da scegliere accuratamente e potrebbero servire per rappresentare il nostro paese, qualora gli alleati nostri dovessero giungere a Costantinopoli e per mostrarvi la nostra bandiera.

Per conto mio 'condivido il .parere di quei due generali (1).

(l) n testo di questo telegramma è identico a quello dell'annotazione del 25 settembre in SONNINO, Diario, vol. II, cit., pp. 229-230.

802

L'INCARICATO D'AFFARI A PARIGI, RUSPOLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAF. 1689/393. Parigi, 25 settembre 1915, ore 21,15 (per. ore 4 del 26).

Margerie mi ha detto che malgrado la gravità del momento riteneva che Re Ferdinando gettando finalmente la maschera aveva reso un vero servigio all'Intesa.

La situazione si trovava così rischiarata e si presentava agli alleati nella sua realtà permettendo quelle supreme determinazioni che il momento impone. Ormai nei Balcani solo un'azione rapida e energica poteva far volgere gli avvenimenti a favore dell'Intesa e se gli alleati prendevano le misure necessarie senza ritardo e coll'ampiezza voluta la fase attuale anzichè una ·calamità poteva invece riuscire iecisiva della vittoria. Una azione vigorosa che manifestasse finalmente nei Balcani la volontà dell'Intesa di agire deciderebbe Grecia e Romania e probabilmente condurrebbe senz'altro Bulgaria a più miti consigli.

Nessuna illusione le potenze dell'Entente potevano farsi sull'esito di qualsiasi ulteriore trattativa col Governo bulgaro o su dichiarazioni rassicuranti dei suoi rappresentanti esteri.

Invece era urgente di fare a Sofia notifica proposta da Sazonoff per • mettere in guardia » Bulgaria contro un attacco alla Serbia che sarebbe considerato come diretto contro gli alleati.

Dal rapid~l scambio d'idee intervenuto, Francia e Inghilterra riconoscev&no imperiosa necessità di venire subito in aiuto alla Serbia. Lo sbarco a Salonicco mi ha detto Margerie, insistendo che mi esprimeva così un parere personale, dovrebbe effettuarsi Grecia volente o nolente. Allo sbarco Venizelos personalmente, è probabile, non farà opposizione mentre è a temersi non vi consentirebbe Re Costantino. In tal caso alleati non dovrebbero esitare a ricorrere a mezzi coercitivi, come il blocco delle coste elleniche e in ultima analisi eseguire sbarchi passando oltre il consenso greco.

Sempre come modo di vedere strettamente personale, Margerie si mostra fautore del ritiro da Gallipoli e immediato invio in Serbia, caldeggiato da parte della stampa francese col Temps alla testa, dei ·Contingenti anglo-francesi laiiciandovi soltanto le truppe necessarie per la difesa delle posizioni occupate, e ciò tanto più che coll'eventuale arrivo a Costantinopoli di una armata austrotedesca l'impresa di Salonicco sarebbe definitivamente condannata.

La strada di Costantinopoli, dice il Temps non è più per la penisola di Gallipoli ma attraverso la Serbia e la Bulgaria.

In questi circoli militari non si ritiene che austro-tedeschi possano disporre senza grave pericolo degli effettivi necessari per condurre a termine da soli il loro congiungimento colla Turchia.

I telegrammi da Belgrado giunti stanotte confermano sempre che non si notano i concentramenti di truppe nemiche annunziati. Nella regione fra la Sava ed il Danubio vi sono quattro divisioni di cui due vi si trovavano già, nella regione di Weisskirchen sono segnalate una o due divisioni e nulla all'est di Weisskirchen fino ad Orsona.

E precisamente in quest'ultimo tratto si diceva che aveva luogo il concentramento austro-tedesco.

(l) Sulla proposta di Venizelos di inviare a Salonicco un corpo di truppe alleate e sulla richiesta all'Italia di partecipare alla spedizione e al blocco di Dedeagatch cfr. l'annotazione del 24 settembre sul colloquio con Giers in SoNNINO, Diario, vol. II, cit., pp. 227-229.

803

IL MINISTRO A NISCH, SQUITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1705/125. Nisch, 25 settembre 1915, ore 18 (per. ore 21 del 26).

Telegramma di V. E. Gabinetto n. 1019 (1).

Mi riferisco ai miei telegrammi nn. 121 e 122 (2).

Ministro d'Inghilterra ha toccato ieri con Pachitch l'argomento della consegna della zona incontestata del 1912 alle Potenze ea ha ricevuto risposta identica a quella che il Presidente del Consiglio dette al Ministro di Russia. In sostanza Serbia rifiuta assolutamente e senza discussione di aderire alla proposta e di ciò io mi sono accertato anche parlando ma soltanto col farvi allusione non col perorare una causa perduta e riuscire così ingrato e molesto senza frutto. Spero che V. E. non vorrà disapprovarmi.

804

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1691/389. Pietrogrado, 26 settembre 1915, ore l (per. ore 11).

Riferiscomi mio telegramma 365 (1).

Grey considera superflua la pubblicazione della comunicazione a Radoslavoff del 14 settembre poichè proposta dell'Intesa alla Bulgaria è oramai nota all'opposizione bulgara mentre d'altro canto il pubblicarla ufficialmente non servirebbe che a irritare la Serbia. Sazonoff non darà seguito alla pubblicazione suddetta che era subordinata al consenso dei tre Gabinetti alleati.

(l) -Non pubblic"'to. (2) -Cfr. n. 799 e p. 503, nota 2.
805

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1692/388. Pietrogrado, 26 settembre 1915, ore 1,55 (per. ore 12).

Ministro di Russia a Belgrado inutilmente tentò di indune Pachitch a rimettere Macedonia alle potenze ed eventualmente a ritirarsi d& quella provincia dicendo che quand'anche ciò non arrestasse attacco bulgaro creerebbe in Bulgaria una corrente contraria nell'opinione pubblica visto che attacco non sarebbe più contro la Serbia ma contro l'Intesa. Pachitch rispose che al contrario ciò indebolirebbe opposizione in Bulgaria visto che i fatti darebbero ragione al Governo. Serbia, egli soggiunse, non può attendere che Bulgaria sia pronta. Unica alea di vittoria per la Serbia è la rapidità dell'azione. Essa non attenderà quindi per iniziarla che la risposta degli alleati. Pachitch disse confidare che le potenze dichiarino a Sofia di considerare mobilitazione bulgara come atto ingiustificato ed ostile contro gli alleati della Serbia. Siffatta dichiarazione presentata in forma categorica e mobilitazione greca potrebbero forse ancora salvare la situazione.

A questo [proposito] Troubeskoi commenta parole di Pachitch osservando che se Potenze non soccorrono Serbia, questa invierà tutte le sue forze contro la Bulgaria ed austro-tedeschi potranno così aprirsi facilmente la via su Costantinopoli ed inviarvi munizioni, sottomarini, armi ed uomini. La posizione già difficile nei Dardanelli diverrebbe critica e supremazb navale russa nel mar Nero, problematica. Egli sostiene infine che soltanto coll'impedire energicamente unione dei tedeschi con i bulgari si potrà assicurare concorso romeno e greco. Qui, siccome già ne informai V. E., non s'intende prendere parte azione militare in soccorso dei serbi.

806

L'INCARICATO D'AFFARI A PARIGI, RUSPOLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1700/395. Parigi, 26 settembre 1915, ore 15,30 (per. ore 20.10).

Da quanto mi ha detto confidenzialmente questa mattina Margerie Governo francese e Governo britannico avrebbero deciso l'impiego dei contingenti anglofrancesi di Gallipoli per venire in soccorso dei Serbi. Circa lo sbarco a Salonicco difficoltà sono state sollevate da Venizelos e specialmente da Re di Grecia, ma Venizelos ha fatto intendere a Guillemin che se alleati effettuassero ugualmente lo sbarco, la Grecia si contenterà « pro forma » di protestare. Le disposizioni di Re di Grecia verso la Intesa, da quanto telegrafa ministro di Francia ad Atene, sono assai migliorate da due giorni a questa parte.

807

L' INCARICATO D'AFFARI A PARIGI, RUSPOLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1698/397. Parigi, 26 settembre 1915, ore 15,30 (per. ore 21).

Telegramma di V. E. Gab. n. 1026 (1).

In via personale Margerie mi ha detto che se è bene cominciare col diffidare Bulgaria contro attacco alla Serbia, ciò non basta in questo momento in cui gli avvenimenti precipitano. Attendendo l'attacco bulgaro si lascerebbe alla Bulgaria e agli Imperi Centrali il tempo necessario per la loro offensiva. Sembrava perciò imperiosamente necessario che continuando armamenti, e dopo diffida, Governi alleati dichiarassero quanto prima a Sofia che armamento bulgaro costituisce per se stesso una minaccia tale da farlo considerare senza altro casus belli.

808

IL MINISTRO A NISCH, SQUITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1704/126. Nisch, 26 settembre 1915, ore 18 (per. ore 22,25).

Ho saputo che nel corso della settimana saranno versati a Londra per conto del sussidio alla Serbia .franchi 45 milioni da parte delle potenze dell'Entente.

809

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1712/440. Londra, 26 settembre 1915, ore 10,26 (per. ore 10,15 del 27).

Telegramma di V. E. Gab. n. 1039 (2).

La comunicazione suggerita da Sazonoff mi pare un semplice scatto nervoso non destinato ad avere alcun pratico benefico risultato. Il re Ferdinando è uomo troppo astuto per non rendersi conto che un'aggressione contro la Serbia costituirebbe per forza ineluttabile di circostanze un atto ostile contro gli alleati.

Quindi delle due l'una: o egli ha già presa la decisione di attaccare la Serbia e ne ha valutate le conseguenze o non l'ha presa. Se l'ha presa non è la dichiarazione proposta da Sazonoff che lo farà recedere. Se non l'ha presa ancora la dichiarazione stessa equivalente a minaccioso ultimatum potrebbe avere per probabile conseguenza di spingerlo a sfidare la Quadruplice e precipitare gli avvenimenti.

Nella prima ipotesi la dichiarazione sarebbe inutile, nella seconda imprudente. In ogni caso essa è prematura visto che il Governo bulgaro ha dichiarato

Cl) Ritrasmissione del n. 797.

(non è il caso di indagare con quanta verità) che la mobilitazione non ha scopo aggressivo contro la Serbia e la Grecia. Sull'effetto poi che la dichiarazione potrebbe produrre sull'opinione pubblica bulgara, mi pare meglio non fare affidamento. E su questo punto V. E. conosce già da tempo le mie remissive vedute, giustificate ora dai recenti avvenimenti.

A mio remissivo parere allo stato attuale delle cose Quadruplice dovrebbe limitarsi chiedere al Governo bulgaro risposta alla comunicazione del 14 settembre.

Si potrebbe magari aggiungere una domanda di assicurazione che mobilitazione non ha in alcun modo scopo aggressivo contro Serbia alleata della Quadruplice. Dichiarazione in tali termini potrebbe, se si vuole, essere resa pubblica dopo e non prima della relativa comunicazione al Governo bulgaro.

D'altra parte sembrami urgente che potenze alleate esercitino massima pressione a Nisch per impedire che Serbia prenda iniziativa di attaccare Bulgaria, come parrebbe ne abbia intenzione. Contemporaneamente alleati continuerebbero sforzo ad Atene per ,sostenere Venizelos, ed a Bucarest per persuadere Bratiano che è venuto il momento di dare tangibile prova dei suoi famosi impegni morali con la nostra alleata, ordinando la mobilitazione che potrebbe con lo sventare i calcoli del re Ferdinando, salvare forse la situazione.

Per quanto poi la cosa non appaia probabile resta pure sempre la possibilità che scaltramente re Ferdinando non abbia ancora bruciato interamente i ponti e si sia lasciata una scappatoia di cui profitterebbero eventualmente gli alleati per continuare le conversazioni le quali potrebbero forse prendere piega più soddisfacente se nel frattempo si accentuasse per avventura successo russo specie in Galizia.

In conclusione sembrami che alleati troverebbero comunque maggior torna

conto nel guadagnare tempo astenendosi da premature mosse destinate ad avere

irrimediabili conseguenze.

Questi sono sostanzialmente i concetti che beninteso a titolo personale e

subordinatamente sempre alla superiore approvazione di V. E. io mi propongo

se necessario esporre nella riunione di domani. Sulla efficacia dei rimedi indicati

sono lungi dal farmi soverchie illusioni ma in qualunque caso, ritengo, che prima

di romperla definitivamente, per il che vi è sempre tempo, sia prudente esaurire

tutti i tentativi disponibili.

(2) Cfr. n. 800.

810

IL CONSOLE A DURAZZO, PIACENTINI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. RR. 6868/591. Durazzo, 27 settembre 1915, ore 6 (per. ore 10,40).

Avvicinandosi fine mese, ho intrattenuto Essad circa consueto sussidio. Pur dichiarandomi che elargizione mensile R. Governo sarebbe valido aiuto bilancio Albania, che per ora corrisponde appena stretti bisogni vari rami amministrazione, Essad ha tuttavia soggiunto che volontieri continuerà percepire sussidio se

R. Governo gli permetterà di non rilasciarne più ricevuta.

Domandatogli ragione di questo cambiamento dopo di aver per quasi un anno consegnate regolari ricevute sua firma, Essad mi ha dichiarato aver giurato ciò a sua moglie, timorosa che ricevute Essad debbano significare garanzia a favore

R. Governo su proprietà Essad in Albania. Ha concluso che, sussidiato o meno, egli resterà ugualmente fedele politica italiana. Se mi è concesso esprimo mio avviso, questo è che ai fini già da me riferiti nostra attuale politica, convenga continuare pagamento sussidio, sia pure senza ricevuta, onde tener più legato a noi Essad e impedire che inevitabili maggiori bisogni del Governo che si va a poco a poco meglio organizzando (bisogni che il magro bilancio non può soddisfare) non lo spingano poi a ricorrere altrove o a cedere a forse non difficili, interessate lusinghe.

Attendo in ogni modo istruzioni di V. E.

811

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 6878/287. San Sebastiano, 27 settembre 1915, ore 15 (per. ore 20,50).

Giornali di Madrid pubblicano lettera Sommo Pontefice all'arcivescovo di Toledo in risposta all'indirizzo dei vescovi spagnuoli, già oggetto del mio rapporto

n. 215 (1). Nel documento, Pontefice lamenta situazione fatta al capo della Chiesa che dichiara inaccettabile in tempi normali e peggiorata dalla entrata in guerra dell'Italia; ma non contiene nessun accenno a rivendicazioni temporalistiche.

Invio testo per posta. Finora nessun commento importante nella stampa spagnuola.

812

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, AI MINISTRI AD ATENE, DE BOSDARI, A BUCAREST, FASCIOTTI, A NISCH, SQUITTI, A SOFIA, CUCCHI BOASSO, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A PARIGI, RUSPOLI

T. GAB. 1053. Roma, 27 settembre 1915, ore 21.

Questo ministro di Bulgaria mi ha fatto la seguente comunicazione da parte del suo Governo: • La neutralité armée de la Bulgarie ne doit pas etre interprétée comme une préparation à une guerre. La Bulgarie n'a pas d'intentions agressives contre ses voisins mais elle veut sauvegarder ses droits et son indépendance. Le Gouvernement Royal n'a pas interrompu ses pourparlers avec les deux groupements et s'il prend des mesures de mobilisation c'est que cette précaution lui est dictée par des mouvements de force armée (en Roumanie et en Serbie) et par le

danger qui plane sur les Balcans du fait de l'offensive austro-allemande déjà commencée. Dès le commencement de la guerre générale en 1914, la Suisse et la Hollande ont mobilisé, et cette mobilisation a été maintenue sans que ces Puissances aient cessé d'observer une parfaite neutralité. C'est le cas de la Bulgarie dont la position géographique est e n core plus dangereusement exposée ».

Avendomi Stancioff chiesta la mia impressione sulla comunicazione suddetta,

* risposi che per ora la mobilitazione bulgara appariva come la sola risposta di Radoslavoff alla nota delle potenze del 14 settembre, e che il fatto che la mobilitazione stessa coincideva con la conclusione dell'accordo relativo al confine colla Turchia, accordo che sembrava implicare per lo meno qualche impegno di neutralità o di benevolenza della Bulgaria verso l'Impero ottomano, indicava chiaramente la natura negativa della risposta stessa.

La situazione si era quindi fatta assai grave, e qualunque passo ulteriore che sapesse di aggressione verso la Serbia non potrebbe oramai essere più interpretato dalle Potenze che come un atto contro di loro. L'Italia che si era associata alla nota del 14 settembre si sarebbe naturalmente mantenuta solidale e unita con gli alleati; ma che speravo ancora che il Governo bulgaro si arrestasse sulla china pericolosa * (1).

(l) Non pubblicato.

813

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, AI MINISTRI AD ATENE, DE BOSDARI, A BUCAREST, FASCIOTTI, A NISCH, SQUITTI, A SOFIA, CUCCHI BOASSO, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A PARIGI, RUSPOLI

T. GAB. 1064. Roma, 27 settembre 1915, ore 21.

A proposito della tendenza manifestatasi a Parigi che le potenze dovessero diffidare fin da ora la Bulgaria di interrompere subito la mobilitazione già iniziata, sotto minaccia di considerare la continuazione degli armamenti per se stessa come un casus beni, dichiarai stamane a Giers che ogni simile intimazione mi sembrerebbe oggi da sconsigliarsi. A differenza della richiesta di non attaccare la Serbia, che sotto varie forme era già stata fatta a Sofia dalle quattro potenze, quella di cessare bruscamente gli armamenti implicherebbe l'imposizione di una umiliazione pel Re e pel Governo bulgaro, e tenderebbe quindi ad aggravare la situazione precipitando gli avvenimenti.

L'importante era di non perdere un solo giorno a dare esecuzione alla spedizione di truppe già annunziata da Francia e Inghilterra e di cominciare al più presto lo sbarco a Salonicco. Siffatto sbarco mentre da un lato avrebbe dissipate le incertezze della Grecia assicurandone la partecipazione alla difesa della Serbia ai termini del trattato greco-serbo, dall'altro non figurava per se ·stesso come un atto aggressivo contro la Bulgaria, ma come un passo diretto sia alla difesa della Serbia in caso di un attacco da qualunque parte venisse, sia alla

stessa effettuazione pratica delle assicurazioni date dalle potenze alla Bulgaria relativamente alla Macedonia.

L'annunzio dello sbarco immediato farebbe subito di più nel senso di arrestare la Bulgaria sulla via in cui si era messa, .che qualunque più minacciosa diffida, la quale d'altra parte farebbe inevitabilmente perdere un tempo prezioso (1).

(l) Il testo del brano tra asterischi è identico a quello dell'annotazione del 26 settembre in SoNNINO, Diario, vol. II, cit., p. 230, che è preceduta da un riassunto della comunicazione del Governo bulgaro.

814

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, E ALL'INCARICATO D'AFFARI A PARIGI, RUSPOLI

T. GAB. 1068. Roma, 27 settembre 1915, ore 21.

Vengo informato che Venizelos consiglia di dirigere in primo luogo le truppe anglo-francesi a Mitilene e a Lemnos, anzichè a Salonicco, e ciò per non rendere troppo difficile la situazione pel Re Costantino. Intanto le provviste di guerra si potrebbero inviare a Salonicco col pretesto che siano destinate alla Serbia.

Sono convinto che ove l'Intesa seguisse tale consiglio e ritardasse anche di poco l'effettivo sbarco a Salonicco l'annunziata spedizione perderebbe per lo meno ogni sua immediata efficacia morale e politica sia come mezzo di obbligare la Grecia a decidersi, sia come freno alle improntitudini dei serbi, sia come ammonimento solenne ai bulgari.

Quanto precede per sua norma di linguaggio.

815

VITTORIO EMANUELE III AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, SALANDRA

(Carte Sonnino)

T. Italia, 27 settembre 1915, ore 21,30 (per. ore 2,40 del 28).

Facendo seguito al mio telegramma di ieri voglio dirle che ho veduto una

lettera del generale Zupelli al generale Cadorna intorno alla questione dell'invio

di nostre forze nella penisola balcanica, e la lettera in risposta del generale Ca

dorna. In questa risposta il generale Cadorna dice si potrebbe anche fornire un

concorso armato in misura più larga di quello da me indicato, ed il generale

Cadorna risponde in tal senso perchè la lettera del generale Zupelli prevede il

caso che il nostro concorso non sia immediato. La informo di questo perchè ella

conosca la ragione della differenza fra quanto le ho telegrafato e la lettera al

ministro della guerra.

Come ella avrà veduto, i fortunati successi dei francesi si svolgono secondo

quanto mi aveva detto il generale Joffre.

(l) Il testo di questo telegramma è identico a quello dell'annotazione del 27 settembre in SONNINO, Diario. vol. II. cit., pp. 230-231. Cfr. ibid. la risposta di Sonnino a Barrère circa la proposta di Delcassé di chiedere a Sofia, con una dichiarazione collettiva, l'arresto della mobilitazione. La risposta di Sonnino rinvia a quanto esposto in questo telegramma.

816

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1723/442. Londra, 27 settembre 1915, ore 10,10 (per. ore 4,05 del 28).

Nella • conversazione • odierna con Grey ed i due colleghi si è anzitutto esaminato opportunità di una comunicazione collettiva a Sofia. Giusta una proposta di Delcassé, di cui Cambon ci ha dato lettura, alleati avrebbero dovuto rilevare mancata risposta alla comunicazione del 14 settembre, deplorare mobilitazione giustificante apprensione Serbia, ed invitare Bulgaria smobilizzare chiedendo risposta entro due giorni.

In merito a siffatta proposta equivalente in pratica ad un vero e proprio ultimatum si è osservato: l o che il Governo bulgaro ha dato ufficialmente Spiegazioni sul significato e portata mobilitazione manifestando propositi non aggressivi; 2" che Radoslavoff ha detto al ministro d'Inghilterra che la risposta alla comunicazione del 14 settembre sarà data fra qualche giorno.

Ciò stante due colleghi ed io, subordinatamente ben inteso alla decisione dei Governi rispettivi, ci siamo trovati d'accordo con Grey nel considerare per il momento almeno preferibile astenersi da una comunicazione collettiva che si potrebbe eventualmente fare fra qualche giorno qualora promessa risposta bulgara tardasse troppo.

Intanto ministro di Bulgaria avendo chiesto di conferire oggi con Grey Segretario di Stato ci ha detto si proponeva parlargli sostanzialmente nei termini seguenti: prendeva atto delle intenzioni non aggressive bulgare contenute nella comunicazione di ieri conforme a quella di cui telegramma di V. E. Gabinetto 1053 (1), e ciò faceva con tanto maggior piacere in quanto essa dimostra falsità delle voci corse circa intenzioni ostili bulgare contro la Serbia. Se tali fossero realmente state intenzioni della Bulgaria la realizzazione di esse avrebbe sicuramente provocato una rottura con Inghilterra e sue alleate.

Grey ha aggiunto che avrebbe telegrafato al Ministro d'Inghilterra a Sofia

linguaggio tenuto incaricandolo di esprimersi nello stesso senso con Radoslavoff.

Governi alleati giudicheranno sulla convenienza di fare altrettanto.

817

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1724/443. Londra, 27 settembre 1915, ore 10,10 (per. ore 5 del 28).

Seguito mio telegramma Gab. n. 442 (2). Circa pressione a Belgrado per impedire alla Serbia di prendere l'iniziativa di ostilità contro la Bulgaria, Benckendorff ha letto un telegramma di Sazonoff

che lo informa del linguaggio molto vibrato da lui tenuto al ministro di Serbia per dimostrargli la necessità che si astenga dall'attaccare per la prima la Bulgaria. Grey ha detto aver Kitchener consigliato alle autorità militari serbe di concentrare le maggiori forze al nord per far fronte ad un eventuale attacco austro-tedesco preparando invece posizioni semplicemente difensive lungo la frontiera bulgara. Grey ha telegrafato inoltre ad Elliot di fare ogni sforzo per persuadere Venizelos a dichiarare alla Serbia che essa può contare sull'aiuto della Grecia in caso di una aggressione bulgara. Ricevuta una tale condizionata assicurazione da Elliot la Serbia riconoscerà la necessità di astenersi da ogni iniziativa di ostilità per non perdere concorso dell'Inghilterra.

Quanto alla Romania Grey ha incaricato sabato ministro d'Inghilterra di rinnovare raccomandazioni a Bratiano dimostrandogli necessità per Romania nel suo interesse di cooperare, con mobilitazione od altri provvedimenti, all'azione svolta in questo momento dalle potenze alleate con le quali egli non cessa di dichiararsi moralmente impegnato. Fino ad oggi a tale telegramma non era giunta alcuna risposta.

(l) -Cfr. n. 812. (2) -Cfr. n. 816.
818

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1726/469. Bucarest, 27 settembre 1915, ore 14 (per. ore 6 del 28).

È venuto a vedermi stamane Lahovari ministro di Romania a Parigi il quale torna stasera in residenza. Egli ripete la tesi di Bratianu che non è venuto momento per la Romania d'entrare in campagna aggiungendo che l'azione degli interventisti non riuscirà a determinare alcun cambiamento. Anche io non credo nella probabilità di un cambiamento immediato pur avvertendo a titolo riservatissimo che azione di Take Jonesco e Filippesco è concertata col ministro delle Finanze. Lahovari, come oramai tutti, conosce parere del Re manifestato nell'udienza accordata a Take Jonesco (mio telegramma Gab. s....) (1). Lahovari ha accennato alla possibilità delle dimissioni di Bratianu ma ha finito col convenire che il partito liberale (che egli conosce meglio di ogni altro, facendone parte) non lascerebbe potere in circostanze come queste se non nel caso in cui Intesa fosse definitivamente battuta. In questo caso anche egli dice che il partito liberale lascerebbe il campo libero agli uomini politici che possono accordarsi cogli Imperi Centrali. La parte più notevole della conversazione di Lahovari è stata una carica a fondo contro l'Intesa, la sua irresolutezza e la mancanza di unità di vedute, l'egoismo dei suoi membri ecc. Queste critiche erano più specialmente rivolte all'Italia che secondo il mio interlocutore si batterebbe alla sua frontiera con poche migliaia di uomini tenendo inattive le sue immense riserve e trascurando i suoi più vitali interessi in Oriente. Debbo constatare che analoghe critiche mi sono state fatte anche da Blad e da altri uomini politici. Naturalmente ho replicato del mio meglio. Prego considerare quanto precede come una conversazione puramente amichevole e confidenziale.

(l) Gruppo indecifrato

819

IL MINISTRO A CETTIGNE, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 6908/190. Cettigne (Podgoritza), 27 settembre 1915, ore 16,40 (per. ore 12,45 del 29).

Questo Governo ha inviato ai rappresentanti della Quadruplice in Cettigne una nota identica con la quale chiede un prestito di milioni 21 e mezzo da servire

• a far fronte a bisogni urgentissimi dell'esercito, ed a porre il Montenegro in condizioni di adempiere ai doveri di fedele e leale alleato ». Le spese sono in detta nota così previste : l) materiale sanitario ed esercito ospedaliero per mesi sei: milioni uno e 270 mila; 2) fornitura per l'esercito escluse le armi e le munizioni: milioni sette e

850 mila;

3) per famiglie rifugiati dalla Bosnia Erzegovina, milioni l e 500 mila;

4) per costruzione strade di comunicazione interna tra cui la Ipek-Andrijvica, che assicurerebbe i rifornimenti via Salonicco: milioni 3 e 420 mila; 5) per requisizioni, tra le quali un milione 700 mila della passata guerra, milioni 7 e 400 mila. Sarò grato a V. E. se vorrà telegrafarmi quali sono le sue istruzioni di massima al riguardo.

È mio remissivo parere, nel caso si voglia addivenire alla concessione del prestito, di concederlo solo dopo avere ottenuto serie garanzie circa effettiva erogazione delle somme per gli scopi previsti e approvate dalle potenze alleate, nonchè su tutto ciò èhe, specialmente nell'attuale momento, interessa gli alleati nei loro rapporti col Montenegro.

Spedisco per posta la nota del Governo montenegrino.

820

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. 990/232. San Sebastiano, 27 settembre 1915.

Al messaggio con il quale i vescovi di Spagna invitavano il Sommo Pontefice a eleggere residenza in Spagna ove le circostanze del conflitto europeo lo obbligassero ad allontanarsi da Roma, documento cui si riferivano i miei rapporti

n. 130 e 215, il Santo Padre ha risposto ora con una lettera che il cardinale segretario di Stato ha fatto pervenire al cardinale Guisasola arcivescovo di Toledo.

La lettera pontificia inspirata tutta ad un tono di profonda tristezza per il conflitto che strazia l'Europa e del quale invoca la pronta fine, contiene alcuni periodi destinati a lamentare la situazione fatta in Roma da tempo alla S. Sede, situazione che si dichiara inaccettabile in tempi normali e che lo stato di guerra nel quale si trova l'Italia ha resa anche peggiore. Però a queste querele non tiene dietro nessun accenno a rivendicazioni del dominio temporale.

Naturalmente l'offerta d'ospitalità venuta dalla Spagna è oggetto di calorosi ringraziamenti, ma si fa nello stesso tempo intendere che nessuna disposizione vi è d'accettarla. E di ciò erano edotti, io credo, i firmatari dell'indirizzo anche prima che venisse firmato.

Invio qui unito il testo quale venne pubblicato dall'Epoca del documento pontificio (1).

821

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. 3492. Roma, 28 settembre 1915, ore l.

Mio telegramma n. 3360 (1).

Questo ambasciatore di Russia mi ha informato che prigionieri di guerra di nazionalità italiana sarebbero 6194 soldati e 120 ufficiali, tutti concentrati a Kirsahnoff e che 1833 dei primi e 48 dei secondi avrebbero espresso desiderio venire in Italia.

Medesimo ambasciatore mi ha aggiunto V. E. invierà tra breve un suo rappresentante a Kirsahnoff.

822

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1736/402. Pietrogrado, 28 settembre 1915, ore 3 (per. ore 14,50).

Sazonoff propone oggi alle tre potenze alleate di presentare al Governo bulgaro dichiarazione seguente:

« Les puissances alliées ayant les plus graves motifs de suspecter les intentions qui ont déterminé la mobilisation générale de l'armée bulgare et attachant d'autre part le plus grand prix à conserver les relations amicales qui les unissent à la Bulgarie croyent devoir au nom de la meme amitié demander au Gouvernement royal de révoquer l'ordre de mobilisation ou qu'il se déclare pret à coopérer avec !es dites puissances contre la Turquie. Si dans un délai de 24 heures le Gouvernement royal n'a pas acqurescé à un de ces partis !es Puissances alliées romperont aussitòt tout rapport avec la Bulgarie » (2).

(l) -Non pubblicato. (2) -Nel colloquio con Giers del 28 settembre Sonnino fece alla proposta di Sazonov le stesse obiezioni che a quella di Delcassé [qui sopra, n. 813 e nota]; cfr. SONNINO, Diario, vol. Il, cit., 28 settembre, p. 232.
823

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A DURAZZO, ALIOTTI

T. 3500. Roma,. 28 settembre 1915, ore 16.

Telegramma di V. S. n. 591 (1).

La ricevuta è necessaria per ovvie ragioni di contabilità ma la redazione potrà essere modificata in modo da dare soddisfazione al pascià e rispondere contemporaneamente alle nostre esigenze contabili. Quanto ai timori esposti da Essad ella può assicurarlo che sono del tutto infondati sapendo noi che il sussidio viene adibito a spese non personali ma di ordine politico nell'interesse dell'Albania e dell'Italia.

824

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.R. 1748/ s. N. Atene, 28 settembre 1915, ore 13,30 (per. ore 19).

Considero gli avvenimenti bulgari di questi giorni come un episodio di quella politica austriacante del Re di Bulgaria che con costanza, da cui mi è lecito trarre una amara soddisfazione, sono venuto segnalando al R. Governo da oltre sei anni. Detta politica originata in tempo abbastanza remoto, da quel misterioso trattato austro-bulgaro del 1897 di cui aleuni giornali hanno riparlato in questi giorni, manifestatasi in modo clamoroso ed evidente allorquando la proclamazione dell'indipendenza della Bulgaria coincise colla annessione della Bosnia Erzegovina, sopravvissuta alla effimera lega balcanica divenne poi la causa precipua della seconda guerra balcanica e precipuo appoggio della vile aggressione dell'Austria-Ungheria contro la Serbia, movente dell'attuale conflitto universale. La Bulgaria, o se meglio si vuole, il suo subdolo Sovrano, sempre giuocò nei balcani la parte del ladro domestico insidiando la Serbia e la Grecia coll'appoggio della monarchia. Egli è perciò che da questo mio posto di modesta azione e di osservazione ho sempre visto con preoccupazione la parte presa dal" l'Italia ai negoziati di Sofia, profondamente persuaso, come ciò era, che quei negoziati nascondessero insidie per noi ed a null'altro dovessero servire che a dare tempo alla Bulgaria di prepararsi la propria collaborazione cogli Imperi centrali per la spedizione balcanica che questi da tempo divisavano.

Ora poi, maturatisi gli eventi in un senso che per ogni spassionato osservatore non può essere più dubbio, dalle comunicazioni che io ed i miei colleghi di Inghilterra Francia e Russia riceviamo, constato con viva sorpresa e dolore, che le potenze dell'Entente desiderano riannodare negoziati colla Bulgaria e prestarsi nuovamente ai suoi ricatti. Non meno dei miei colleghi considero di mancare al mio dovere non esprimendo l'opinione cui il mio assiduo studio di

questi problemi dovrebbe pure dare qualche valore, che così facendo ci prestiamo nuovamente ad un giuoco pericoloso e che per seguire la vana chimera dell'alleanza bulgara rischiamo di ripetere a quattro in Sofia l'indirizzo politico che fu seguito a tre a Costantinopoli.

(l) Cfr. n. 810.

825

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI DE' CALBOLI

T. GAB. 1078. Roma, 28 settembre 1915, ore 21.

Riservatissimo per Lei solo decifri ella stessa. Francia avendo intenzione di chiudere la sua frontiera con la Svizzera per qualche giorno e ciò in dipendenza ad importanti operazioni d'ordine militare, ci ha chiesto se per maggiore efficacia saremmo disposti a chiudere anche noi la nostra frontiera con la Svizzera. Ho risposto che in vista della nostra situazione delicatissima, non volevo nemmeno dare la minima occasione a sospetti svizzeri, per quanto essi fossero interamente ingiustificati; ma che consentivo ad una maggiore sorveglianza sulle persone e sulle corrispondenze dirette dal nostro territorio alla Svizzera nel periodo della chiusura francese. Sono informato che tale chiusura avverrà nella notte dal 29 al 30 corrente. Noi effettueremo in conseguenza una sorveglianza ed una censura ancora più intensa dell'ordinario. Ne informo V. S. per sua notizia personale per metterla in grado di rispondere nel modo che sarà più

opportuno ad eventuali reclami che Le pervenissero nel breve periodo della chiusura franco-svizzera.

V. S. non vorrà far sapere che noi abbiamo preso speciali provvedimenti. Dovrà escludere assolutamente il sospetto interamente ingiustificato che noi mascheriamo operazioni militari. Ma si limiterà a tacitare gli eventuali reclami attribuendo la sorveglianza e i ritardi telegrafici e postali a cause normali di censura od altro, e assicurando che ella provvederà in merito ad essi rivolgendo a noi le comunicazioni del caso.

826

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 1081. Roma, 28 settembre 1915, ore 21.

(Per Atene) Telegramma di V. S. n. 111. (Meno Atene) R. ministro ad Atene telegrafa:

• Questo ministro di Francia ha avuto istruzioni telegrafiche dal suo Governo intendersi coi colleghi per fare presente al Governo ellenico che in seguito ricerche della flotta francese è venuto a risultare che l'isola di Corfù è importante centro rifornimento nemico.

Che quindi, se Governo ellenico non crede poter provvedere esso stesso a fare sparire tale inconveniente provvederà flotta alleata.

Tanto ministro di Francia che ministro d'Inghilterra sono poco disposti a

fare tale comunicazione a Venizelos, tutti intenti come sono alla loro politica

riavvicinamento colla Grecia dalla quale essi attendono (forse ingenuamente)

grandi cose •.

Ho risposto a Bosdari quanto segue :

(Per tutti) Non ritengo opportuno che Italia assuma verso Grecia un contegno comminatorio specie se in ciò Italia dovesse agire da sola. Le istruzioni di cui si tratta mi pare siano d'altronde anteriori alla situazione attuale e sorpassate dagli avvenimenti che potrebbero renderle o superflue o insufficienti.

827

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1745/404. Pietrogrado, 28 settembre 1915, ore 18,30 (per. ore 23).

Secondo informazioni pervenute a questo ministero degli affari esteri i tre tempi nei quali devesi compiere la cessione dei noti territori turchi alla Bulgaria sono in corrispondenza a tre date stabilite dell'azione bulgara e cioè la firma del protocollo bulgaro-turco (21 settembre) al decreto di mobilitazione, la consegna della ferrovia (6 ottobre) al concentramento, l'occupazione del territorio da parte delle autorità civili e militari bulgare (11 ottobre) all'entrata della Bulgaria in Serbia.

A questo proposito fu notata una caratteristica circostanza. Commissario ottomano che doveva firmare protocollo il 21 settembre ricusò di farlo e non appose la sua firma che tosto dopo comparso decreto mobilitazione (1).

828

L'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1744/398. Parigi, 28 settembre 1915, ore 21 (per. ore 24).

Ministro di Francia a Sofia pur dichiarando che ormai non ha alcuna fiducia in Re Ferdinando cita due fatti che sarebbero poco conciliabili con gli impegni presi dal Re con la Germania. Il primo è la scenata fatta improvvisamente da Radoslavoff a Tonceff il quale in seguito a questa si è ritirato dal Gabinetto insieme agli altri ministri germanofili. Il secondo è la chiamata di Malinoff da parte Re e voci corse che egli entrerebbe nella nuova combinazione ministeriale.

38 -Documenti diplomatici-Serie V-Vol. IV

Delcassé però malgrado questo divide parere di V. E. che ormai nulla vi sia da sperare dalla Bulgaria ed è di avviso che alleati debbano procedere al più presto alla occupazione della Macedonia. Mi ha detto che all'uopo sono stati presi accordi con Inghilterra ma nulla di preciso ha saputo dire circa le misure militari adottate. Delcassé non ha fatto alcun accenno ad eventuale partecipazione dell'Italia.

(l) Ritrasmesso a Parigi, Londra e Sofia con t. gab. 1088 del 29 settembre.

829

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1742/446. Londra, 28 settembre 1915, ore 10,08 (per. ore 0,45 del 29).

Grey mi ha fatto comunicare telegramma da lui diretto ad O.Bearne in termini sostanzialmente conformi a quelli da me riferiti ieri nel mio telegramma

n. 442 (1).

Telegramma conclude • è difficile redigere una comunicazione collettiva a Sofia, ma se i suoi colleghi desiderano rivolgere una comunicazione identica, ella può intendersi con loro per farne una in questi termini •.

830

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1746/445. Londra, 28 settembre 1915, ore 10,08 (per. ore 1,40 del 29).

Telegramma di V. E. Gabinetto n. 1005 (2).

Nel colloquio di venerdì scorso informai Grey della nostra domanda relativa al prestito. Egli mi rispose dapprima che questione non essendo di sua competenza, sarebbe stato meglio io ne avessi discorso direttamente con cancelliere dello scacchiere. Replicai che mi era sembrato più regolare rivolgermi prima a lui. Grey mi pregò di rimettergli un pro-memoria. Autorizzato da V. E. glielo consegnai ieri. Ritenni opportuno omettere la menzione della concessione che nella peggiore ipotesi noi saremmo disposti a fare qualora qui si insistesse nell'esigere ulteriore deposito di oro. Tale concessione terrò in riserva per metterla fuori al momento opportuno superare eventuali prevedibili difficoltà.

Tanto venerdì quanto ieri l'attenzione di Grey era totalmente assorbita dalla situazione balcanica. Egli andava per giunta di fretta dovendo dopo di me ricevere i vari ministri balcanici e redigere urgenti telegrammi. In condizioni simili per l'esperienza che oramai ho della mentalità di Grey, non mi parve il momento propizio per addentrarmi in una particolareggiata discussione che per vertere su

di una questione non di sua competenza non avrebbe potuto condurre ad alcun risultato immediatu.

Dissi dunque a Grey che vedendolo occupatissimo non volevo abusare del suo tempo e mi limitavo a rimettergli il pro-memoria, sulla importanza del quale dovevo però attirare attenzione massima di lui.

Grey mi ringraziò ed aggiunse avrebbe subito fatto tradurre il pro-memoria e lo avrebbe inviato a Mac Kenna col quale si riservava di conferire al più presto.

(l) -Cfr. n. 816. (2) -Cfr. n. 788.
831

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.RR. 1751/444. Londra, 28 settembre 1915, ore 22,08 (per. ore 2 del 29 ).

Premesso che la domanda che andava a rivolgermi poteva apparirmi indiscreta, Cambon mi chiese ieri in via affatto personale ed amichevolissima per quale motivo noi non vogliamo pubblicare la concordata adesione dell'Italia alla dichiarazione anglo-franco-russa del settembre 1914. Risposi che non ero in grado di dirgli cosa alcuna al riguardo della questione non avendo avuto io più ad occuparmene dall'aprile in poi. Mi sembrava però evidente che se il Governo del re non ha creduto di procedere alla pubblicazione anzidetta, deve aver le sue buone ragioni. Riprese Cambon che la perdurante segretezza provoca nel pubblico sorpresa e commenti facendo in certo modo apparire incerta ed oscura la situazione nostra di fronte agli alleati. Aggiunse che io dovevo essere al corrente degli attivissimi intrighi tedeschi in Libia a nostro danno, dell'invio di danaro, della presenza di ufficiali, ecc. Replicai che non possedevo circa tali maneggi tedeschi altre informazioni all'infuori di quelle dei giornali. Di positivo mi risultava solo che difficoltà della nostra situazione in Libia erano purtroppo considerevolmente accresciute in seguito al contegno ultra remissivo ed amichevole finora tenuto dalle autorità anglo-egiziane di fronte al Senussi principale nostro nemico, contegno che mi aveva cagionato e mi cagiona tuttora vivo rammarico.

Dopo avviai conversazione su altro argomento nè dissi a Cambon che avrei riferito a V. E. confidenziale ed amichevole interrogazione. Circa commenti cui accennava collega, un nostro corrispondente che bazzica molto in questi circoli giornalistici mi narrava giorni fa che mentre oramai si parla poco o nulla della nostra partecipazione alla impresa dei Dardanelli la nostra situazione di fronte alla Germania continua ad essere oggetto di rilievi e congetture di ogni genere. Avendo corrispondente chiesto informazioni ed indicazioni, mi sono naturalmente affrettato a rispondere come del resto è la verità che non sapevo nulla. Al delicato argomento nè Grey nè altro personaggio inglese ha fatto mai meco la benchè menoma allusione. Per il caso però mi fosse fatto qualche accenno, specie in correlazione con nostra domanda di prestito, sarei assai grato a V. E. di volere, se lo ritiene opportuno, favorirmi qualche indicazione per norma di linguaggio beninteso sempre soltanto a titolo eventualmente responsivo.

832

IL MINISTRO A SOFIA, CUCCHI BOASSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB, 1743/219. Sofia, 28 settembre 1915, ore 8,30 (per. ore 6 del 29).

Attitudine del Re come fece intendere Malinoff al Ministro di Russia (mio telegramma Gabinetto 218) (l) è determinata dalle assicurazioni che gli vengono evidentemente dalle Corti di Berlino e Vienna che tanto Re di Grecia quanto Re di Romania non ostacoleranno piano tedesco.

Del resto anche il mio collega di Francia ha notizia che vi è dissidio fra Re Costantino e Venizelos opponendosi il Re Costantino allo sbarco delle truppe internazionali a Salonicco. Inoltre si dice che per pressione esercitata dagli austrotedeschi sulla Romania potrebbe verificarsi in quello Stato un cambiamento di Ministero in senso favorevole alla Germania e Romania rimarrebbe neutrale lasciando passare armi e munizioni per Bulgaria e Turchia (2).

833

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 1091. Roma, 29 settembre 1915, ore 21.

Questo ambasciatore giapponese mi ha detto che il suo Governo aveva convenuto con le potenze dell'Intesa di associarsi al patto del 5 settembre 1914, relativo al reciproco impegno di non concludere paci separate.

Quanto precede per esclusiva notizia di V. E.

834

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1756/409. Pietrogrado, 29 settembre 1915, ore 13,58 (per. ore 23,30).

Telegramma di V. E. 1008 (3).

Trattato anglo-giapponese contenendo già la clausola di non concludere pace separata in caso di guerra contro la Germania, adesione del Giappone alla dichiarazione del 5 settembre 1914 è venuta a sanzionare ed estendere verso gli altri alleati obbligo già esistente.

Governo del Mikado ha già autorizzato suo rappresentante a Londra firmare dichiarazione suddetta, ma prima domandò se e quali impegni e verso quali Potenze esistessero già o fossero da osservare nella conclusione della pace.

Gli fu risposto che esistevano impegni verso Russia .per gli Stretti e verso Italia per l'Adriatico ed altro ma non fu data nè del resto fu chiesta alcuna precisione in proposito (1).

(l) -T. gab. 1747/218, pari data, che non si pubblica. (2) -Ritrasmesso a Parigi, Londra, Pietrogrado, Atene e Bucarest con t. gab. 1086 del 29 settembre, ore 21. (3) -Cfr. n 789.
835

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1768/450. Londra, 29 settembre 1915, ore 10,36 (per. ore 2,25 del 30).

Mio telegramma Gabinetto n.... (2). Cambon ritornò vedermi prima della riunione al Foreign Office e mi comunicò nota proposta Delcassé e chiese mio parere.

A titolo personale non gli nascosi gravi obiezioni per i motivi già noti a V. E. osservando in conclusione che quella procedura ci avrebbe attirata riconoscenza degli austro-tedeschi in quanto avrebbe fornito al re Ferdinando il miglior pretesto per precipitare avvenimenti e procurandogli per giunta l'appoggio di tutto il suo popolo.

Dal linguaggio del collega mi accorsi facilmente che egli la pensava interamente come me ma trovavasi in naturale imbarazzo in presenza delle istruzioni suo ministro.

Dissi allora che sarebbe stato forse opportuno che prima di parlare della detta proposta nella riunione egli avesse consultato Grey per sentirne parere. Cambon trovò opportuno mio suggerimento e lo seguì col risultato già noto a V. E.

Ieri poi Benkendorf ricevè altri telegrammi di Sazonoff con proposte anche più radicali di quelle di Delcassé in quanto che si trattava di un vero ultimatum alla Bulgaria reclamante risposta entro 24 ore.

La impulsiva proposta ispirata a quanto pare a Sazonoff dal suo desiderio di dissipare penosa impressione cagionata a Nisch dai troppo drastici avvertimenti da lui quivi rivolti, si può, come già mi dissero ieri Grey e Cambon, considerare come già caduta.

Dai telegrammi e giornali V. E. avrà rilevato che Grey fece ieri alla Camera dichiarazioni nel senso già da me riferito. Esse hanno riscosso generale approvazione.

836

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1759/449. Londra, 29 settembre 1915, ore 10,36 (per. ore 3,50 del 30).

Cambon mi disse ieri sera che il contegno della Grecia diventa sempre più confortante e che ormai è da aspettarsi che il re non si opporrà più allo sbarco truppe anglo-francesi a Salonicco e che se una protesta eventuale vi sarà, essa

avrà carattere puramente formale e amichevole. Grey del resto ha telegrafato a Elliot che lo sbarco delle truppe avendo luogo a richiesta di Venizelos questo Governo non ammetterebbe protesta redatta in forma da imputare alla Francia ed Inghilterra una flagrante violazione della neutralità ellenica. Aggiunse collega che i preparativi per invio truppe a Salonicco procedono con massima alacrità, occorre però procedere con prudenza, essendo segnalati nel golfo di Lione, e Salonicco tre sottomarini tedeschi. Del nuovo contegno della Grecia e, secondo le informazioni di Cambon, delle alquanto modificate disposizioni personali del re, si è avuta ieri sera una prova tangibile nella presenza del ministro di Grecia ad un pranzo offerto dal Governo al ministro delle finanze russo, pranzo al quale erano stati invitati ambasciatori e ministri degli stati alleati. Presenza di Gennadius fu rilevata in un piccolo discorso pronunziato dal primo ministro nel bere alla salute dell'imperatore di Russia.

(l) -Ritrasmesso a Londra e Parigi con t. 1109 del 1° ottobre. (2) -Gruppo indecifrato.
837

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1761/410. Pietrogrado, 29 settembre 1915, ore 21,47 (per. ore 6 del 30).

Telegramma di V. E. n. 1064 (1).

Questo Governo condivide appieno pensiero di V. E. circa necessità di non ritardare, fosse anche di un giorno l'effettivo sbarco a Salonicco di truppe della Intesa. Neratoff ha telegrafato d'urgenza Demidoff di insistere vivamente presso Venizelos perchè rimuova ogni motivo che possa provocare indugio dello sbarco (2).

838

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.RR. 1760/447. Londra, 29 settembre 1915, ore 10,36 (per. ore 6,10 del 30).

Discorrevo ieri sera col primo ministro e con lord Crewe della situazione balcanica.

Entrambi trovavano opportunissima procedura ad un tempo dignitosa ferma e prudente seguita verso Bulgaria. E dimostrarono compiacimento per concordanza vedute loro con quelle di V. E. Al riguardo del contegno anfibio e pusillanime della Romania si espressero con alquanta severità. Non potetti esimermi dal ricordare loro il noto dilemma da me formulato al principio di quel massacrato negoziato. Osservando che se a quel momento si fosse proceduto alla svelta, senza sollevare tante difficoltà, mostreremmo a quest'ora la Romania fra gli

alleati combattenti. Entrambi riconobbero che io avevo ragione. Lord Crewe osservò che se la Romania si aspetta di vedere realizzate tutte le sue larghe aspirazioni dopo essersi tenuta comodamente in disparte, fino al momento in cui la situazione militare dei russi sarà migliorata in modo positivo e duraturo, potrebbe esporsi più tardi a qualche disillusione. Sua Signoria convenne però pienamente nel riconoscere meco che potrebbe poi avere spiacevoli conseguenze che alleati ammettessero ora grave errore mutando amichevole contegno finora tenuto verso Romania.

(l) -Cfr. n. 813. (2) -Ritrasmesso a Parigi, Londra ed Atene con t. gab. 1098 del 30 settembre, ore 21.
839

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1752/405. Pietrogrado, 29 settembre 1915, ore 15,05 (per. ore 13 del 30).

Constami che Trubetskoi, nelle sue recenti comunicazioni al proprio Governo ha caldeggiato ripetutamente idea della partecipazione italiana alla stabilita spedizione di contingenti in Macedonia. Egli considera tale questione, specialmente dal punto di vista dei futuri rapporti italo-serbi. A suo avviso, l'aver contribuito al salvataggio della Serbia conferirebbe all'Italia un alto titolo ed un'influenza a tutti benefica e desiderabile (1).

840

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A CETTIGNE, NEGROTTO CAMBIASO

T. 3516. Roma, 30 settembre 1915, ore 10.

Suo telegramma n. 190 (2).

In considerazione del contegno indipendente tenuto dal Governo montenegrino al momento dell'occupazione di Scutari, di fronte ai desideri da noi manifestati al riguardo il R. Governo non è disposto per parte sua ad una concessione di prestito a codesto Governo (3).

841

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1774/454. Londra, 30 settembre 1915, ore 22,10 (per. ore 7,30 dell' 1 ottobre).

Telegramma di V. E. 1090 (4). Cambon osservava stamane che il desiderio della Serbia di iniziare senza ulteriore ritardo operazioni offensive contro Bulgaria è perfettamente giustificato

dal punto di vista militare. A lui, però, sembra non convenga alle potenze alleate di incoraggiare offensiva serba, la quale, dal punto di vista generale politico, sarebbe un grave errore in quanto porrebbe la Serbia dalla parte del torto ed avrebbe per naturale conseguenza di provocare per sentimento patriottico compatta unione di tutti i bulgari senza distinzione di partito. Con che si farebbe il giuoco del re Ferdinando.

Circa partecipazione delle truppe russe alle operazioni degli alleati Cambon, a titolo puramente confidenziale, osservava che la presenza anche di un solo reggimento russo avrebbe come effetto morale sui bulgari una importanza rilevantissima della quale non sembra fino ad ora almeno Sazonoff si sia reso abbastanza conto.

(l) -Ritrasmesso a Parigi e Londra con t. gab. 1092 del 30 settembre, ore 20. (2) -Cfr. n. 819. (3) -Ritrasmesso a Londra, Parigi e Pietrogrado con t. 3559 del 1° ottobre. (4) -Non pubblicato.
842

PROMEMORIA DEL SEGRETARIO DI STATO AGLI ESTERI INGLESE, GREY, PER L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

N. 132821/15. Londra, 30 settembre 1915.

On August 14th the Italian Ambassador enquired what information His Majesty's Government had regarding the present attitude of the Ethiopian Government as affecting the safety of Eritrea.

From information now received, it would appear that any apprehensions on the part of the Eritrean Government are hardly justified by the present situation in Abyssinia. There are no signs that the Ethiopian Government are cherishing any designs on Eritrea or that their attitude during the past few months has changed for the worse. It is true that Ligg Yasu's Moslem tendencies draw hfm towards the Turkish Consul Generai, and that the German Legation loses no opportunity of sending exaggerated reports of their successes to Dessiè, where Ligg Yasu and Ras Michael are surrounded by three or four chiefs whose sentiments are decidedly pro-German; but there is not the slightest evidence to show that their efforts have been in any way successful if, as may be taken for granted, they are aiming at creating difficulties between Abyssinia and Eritrea.

The reports emanating from the German Legation bave so often proved to be so obviously and entirely false that the Abyssinians now discount them very largely, while at the same time they know that any action against Italy would be stronghly resented by the British and French Governments, and, in the present disordered state of the country, they have certainly no wish to embroil themselves with the three Powers that surround them. It is probable, therefore, that only a very crushing German victory could induce them to express any open sympathy with that country, and that even then the fina! success would bave to be very sure before such sympathy could be converted into active assistance.

The Abyssinians are very cautious, and at present no one can say where their true sympathies lie, and it may be taken for certain that they will not be declared unti! the issue isso far decided that they can be sure of being on the winning side.

843

APPUNTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

(Carte Sonnino)

Settembre 1915.

L'ambasciatore Garroni, al ritorno qui da Costantinopoli dopo presentata la dichiarazione di guerra alla Turchia, mi racconta che fin dal 15 luglio 1914, cioè dopo l'assassinio del Principe Imperiale Austriaco e prima della presentazione della nota ultimatum austriaca alla Serbia, l'Ambasciatore tedesco Wangenheim gli disse: • Siamo alla guerra! » Avendo Garroni, stupito, chiesto il come e il perchè, Wangenheim gli narrò: • Noi (la Germania) siamo completamente pronti. L'Austria presenterà alla Serbia una nota redatta in forma che la rende assolutamente inaccettabile. Quindi la guerra. L'Austria era esitante, ma abbiamo esercitato una pressione tale su di lei, che ormai la cosa è certa •. Avendo io chiesto a Garroni se aveva allora dato notizia di ciò al R. Governo, il che non mi risultava, mi disse che no; che supponeva che l'Ambasciatore a Berlino avrebbe date le informazioni opportune, e che per non aver l'aria di immischiarsi nelle funzioni del collega aveva taciuto.

844

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AI MINISTRI AD ATENE, DE BOSDARI, A BUCAREST, FASCIOTTI, A NISCH, SQUITTI, E A SOFIA, CUCCHI BOASSO

T. GAB. 1110. Roma, l ottobre 1915, ore 19.

(Meno Sofia) -Ho telegrafato al R. ministro a Sofia quanto segue: (Per tutti) -Giers mi ha comunicato stamane la proposta telegrafata ieri a Londra da Sazonoff, che visto l'urgenza di impedire che i serbi preoccupati dall'inazione delle potenze prendessero l'iniziativa dell'atta,cco contro i bulgari prima che questi potessero compiere la mobilitazione generale che dovrebbe terminare il 6 ottobre, i rappresentanti della Quadruplice a Sofia entro domani facessero un passo collettivo presso Radoslavoff, rivolgendogli in primo luogo un invito amichevole di unirsi alle Potenze dichiarando la guerra alla Turchia; e in caso di rifiuto invitandolo a procedere alla demobilizzazione dell'Esercito, col termine di due giorni per la risposta. Le istruzioni ai Rappresentanti li autorizzerebbero a non presentare tale comunicazione, se all'ultimo momento si manifestassero indizi di miglioramento della situazione. Sazonoff riteneva che questo passo darebbe forza all'opposizione in Bulgaria contro la guerra. Risposi che non saprei consigliare oggi un tale uLtimatum parendomi per lo meno prematuro, finchè non fosse incominciato lo sbarco di truppe alleate a Salonieco. Esso sarebbe apparso agli occhi dei bulgari come una provocazione, date le ultime dichiarazioni ufficiali del Governo che la mobilitazione non mirava ad alcuno scopo di aggressione ma solo di neutralità armata e avrebbe quindi resa più difficile ogni resistenza dell'opposizione anzichè faci

litarla. Del resto la questione oggi non dipendeva più affatto da qualsiasi azione dei partiti locali contro il Governo. Io non credevo alla sincerità delle dichia

razioni di neutralità per parte di Radoslavoff; ma importava far pesare per quanto possibile sulla Bulgaria la responsabilità della rottura della pace. Ciò anche per non rendere più difficile il giuoco a Venizelos dopo le ultime sue dichiarazioni alla Camera e di fronte alle esitazioni del Re Costantino. I serbi poi avrebbero tanto più facilmente attaccato per i primi i bulgari quando sapessero che questi non obbedivano all'uLtimatum delle potenze; e non vi era d'altra parte speranza alcuna, salvo eventi affatto imprevisti che la risposta bulgara fosse favorevole.

Giers mi chiese se nel caso che a Londra le altre Potenze fossero disposte ad accettare la proposta di Sazonoff io avrei consentito ad unirmi agli altri, pur manifestando il mio dissenso, per non dissociare l'azione dell'Italia da quella degli alleati.

Risposi che avrei telegrafato a Imperiali di esporre le obiezioni nostre alla proposta, ma se gli altri erano unanimi nell'accettarla, di dichiarare che il R. Rappresentante a Sofia si sarebbe associato a,gli altri per non manifestare uno screzio tra gli alleati che sarebbe per molti riguardi no·civo (1).

Prego V. E. agire in conformità di quanto precede.

845

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AI MINISTRI AD ATENE, DE BOSDARI, A BUCAREST, FASCIOTTI, A NISCH, SQUITTI, E A SOFIA, CUCCHI BOASSO

T. GAB. 1111. Roma, l ottobre 1915, ore 20.

(Per tutti meno Sofia) -Ho telegrafato al R. ministro a Sofia quanto segue:

(Per tutti) -Sir Rennell Rodd mi ha comunicato stamane che Malinoff a Sofia aveva dichiarato che sconsigliava fortemente che le potenze facessero qualunque invito o intimazione alla Bulgaria di demobilizzare; che egli sarebbe in tal caso costretto a parteggiare pel Governo.

Sir Ed. Grey intende dare al ministro inglese a Sofia istruzioni di fare la

seguente comunicazione e spera ·che i colleghi vi si assoderanno:

« La mobilitazione bulgara in mancanza di ogni risposta all'ultima nota delle quattro potenze non può essere considerata se non come una minaccia alla Serbia concertata con l'Austria e con la Germania, specialmente essendo noi informati che essa è accompagnata dall'arrivo di ufficiali teleschi a Sofia. In tali circostanze non possiamo trattenere la Serbia da un'azione per difendere la sua esistenza.

Se nella penisola balcanica si effettueranno ostilità in seguito alla mobili

tazione bulgara, che nelle presenti circostanze non può considerarsi che come

avente carattere di provocazione, le quattro potenze saranno obbligate a rom

pere le relazioni colla Bulgaria ed appoggiare i loro amici ».

Risposi che avrei consigliato fortemente la soppressione del secondo pe

riodo riferentesi all'azione della Serbia. Esso, risaputo, sarebbe apparso come

un diretto invito alla Serbia di prendere l'iniziativa dell'attacco contro la Bulgaria il che non solo era in contraddizione con tutta l'azione nostra comune a Nisch perchè non attaccasse, ma sarebbe inoltre apparso come una scusante per i bulgari se avessero fino da ora di fronte a tale minaccia precipitata l'offensiva contro il vicino. Inoltre una tale giustificazione espressa preventivamente dalle potenze di una aggressione serba, renderebbe più difficile la parte di Venizelos nel sostenere che la Grecia doveva soccorrere militarmente la Serbia. Eliminato questo secondo periodo avrei potuto accettare gli altri due, cioè il primo ed il terzo della comunicazione proposta da Grey.

Le potenze avevano interesse, mentre affrettavano lo sbarco di truppe in Salonicco, di guadagnar tempo non precipitando le ostilità serbo-bulgare; e ciò per assicurare meglio il concorso della Grecia, concorso che rappresentava un valore positivo molto maggiore di quel vantaggio .che si ritenesse poter derivare da un immediato attacco serbo prima della compiuta mobilitazione bulgara (1).

Prego V. S. agire in conformità di quanto precede.

(l) Il testo di questo telegramma è identico a quello dell'annotazione del 1° ottobre in SONNINO, Diario, vol. Il, cit., pp. 233-234.

846

IL MINISTRO A BERNA, PAULUCCI DE' CALBOLI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1786/66. Berna, 1 ottobre 1915, ore 9,55 (per. ore 0,40 del 2).

Ambasciata francese mi ha informato di un interessante colloquio avuto dal suo addetto militare col consigliere federale Decoppet.

Nel corso della conversazione ·capo del dipartimento militare (cito solo punto più importante del colloquio) avrebbe assicurato colonnello francese che da parte della Germania nulla lascia prevedere un attentato alla neutralità svizzera. Se ciò invece dovesse accadere, tutte le misure militari erano state prese per concentrare truppe sulla frontiera minacciata.

Nel caso di invasione del territorio (tale fu la dichiarazione Decoppet), la Svizzera farebbe appello alle potenze che ne hanno garantito neutralità chiamandole in aiuto. Essa si dirigerebbe pure all'Italia benchè questa non sia firmataria dell'atto di Vienna (2).

847

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1785/456. Londra, 1 ottobre 1915, ore 10 ,30 (per. ore 4,15 del 2).

Telegramma di V. E. Gab. n. 1105 (3). Ho veduto testè lord Crewe che rimpiazza Grey a,ssente fino a lunedì. Mi ha detto che condividonsi qui pienamente vedute di V. E. A quanto sembra Re

di Grecia insiste tuttora nel voler presentare una protesta meramente formale ma tale protesta impedirà sbarco le operazioni del quale, a quanto mi ha detto Sua Signoria, dovrebbero essere iniziate fra due o tre giorni all'incirca. Lord Crewe ha aggiunto che la segnalata 'presenza a Sofia degli ufficiali tedeschi e la loro ormai pubblica partecipazione alle misure militari iniziate in Bulgaria vengono ad aggravare sensibilmente situazione, col ,costituire una flagrante violazione della neutralità. Al riguardo opinione di Grey condivisa da Lord Crewe è che se si deve venire ad una rottura con Bulgaria la base di un'eventuale domanda di ultimatum potrebbe essere non interruzione della mobilitazione ma il rinvio dei predetti ufficiali appartenenti a nazione belligerante.

(l) -n testo di questo telegramma è identico a quello dell'annotazione del 1° ottobre in SONNINO, Diario, vol. II, pp. 234-235. (2) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. 1122 del 2 ottobre. (.3) Non pubblicato.
848

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1787/455. Londra, l ottobre 1915, ore 22,30 (per. ore 5 del 2).

Telegrammi di V. E. Gab. n. 1092 (l) e 1099 (2) e mio telegramma Gab. 454 (3).

Lord Crewe mi ha detto testè che Governo russo continua per ragioni militari a mostrare poca propensione a partecipare con proprie truppe alla spedizione degli alleati in Macedonia. Per i motivi d'ordine morale indicati ieri da Cambon questo Governo ai pari di quello francese si propongono di insistere perchè Russia in un modo o nell'altro si associ agli alleati anche con una brigata o magari pure con un solo reggimento. Nè Cambon ieri nè lord Crewe oggi hanno menomamente accennato ad una eventuale partecipazione delle R. truppe. Mi sono ciò stante astenuto per parte mia dal farvi qualsiasi allusione.

Giudicherà V. E. se convenga darmi istruzioni per norma di linguaggio in risposta ad eventuale interrogazione.

849

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.R. 1793/414. Pietrogrado, l ottobre 1915, ore 22,10 (per. ore 6 del 2).

Buchanan mi ha dato comunicazione delle nuove istruzioni impartite da Grey a O'Beirne perchè dichiari d'accordo ,coi suoi colleghi a Radoslavoff che ove mobilitazione significhi minaccia alla Serbia e provochi conflitto con essa Potenze romperanno relazioni con Bulgaria e aiuteranno loro alleata. O'Beirne

dovrebbe eventualmente soggiungere a voce consigli di allontanare dalla Bulgaria Ufficiali tedeschi. Sazonoff ha accettato nuova proposta inglese. Buchanan mi ha detto di credere ben difficile che conflitto bulgaro sia evitato e aver avuto informazioni da Belgrado che esso scoppierà fra tre o quattro giorni. Eguali profezie sulla base di analoghe informazioni si fanno presso questo Ministero affari esteri.

Ho ripetuto a Buchanan che giusta pensiero di V. E. pienamente condiviso da Sazonoff l'essenziale e urgente è l'effettuazione del progettato sbarco di contingenti anglo-francesi. Egli ne convenne e mi disse di aver già a più riprese raccomandato al suo Governo sollecitare decisione ma ha notato che Grey desidera assicurarsi previamente • esplicito » consenso Grecia al passaggio di truppe sul suo territorio. Ricordai allora il modus procedendi suggerito dallo stesso Venizelos che arriva persino a proporre di essere prevenuto 24 ore prima dello sbarco a Salonicco per dare alle autorità di quel porto necessarie istruzioni. Dalla risposta molto riservata di Buchanan mi è sembrato comprendere che a Londra si esamini l'opportunità di un eventuale sbarco a Dedeagach per impadronirsi di quel nodo ferroviario e spingersi fino al Kuleli Burgas tagliando così comunicazioni turco-bulgare di ponente.

Forse alla scrupolosa rettitudine di Grey uno sbarco su territorio bulgaro dopo rottura relazioni con Sofia sembra preferibile ad una violazione, per quanto apparente, della neutralità ellenica, molto 'più che operazione da Dedeagach sarebbe in realtà diretta contro Turchia e sarebbe utile anche come diversivo di forze ottomane dai Dardanelli.

(l) -Ritrasmissione del n. 839. (2) -Non pubblicato. (3) -Cfr. n. 841.
850

IL MINISTRO A SOFIA, CUCCHI BOASSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1792/225. Sofia, l ottobre 1915, ore 22

(per. ore 10,30 del 2).

Malinoff ha dichiarato a Gordini corrispondente del Secolo che egli considera guerra come inevitabile non già perchè giudica la situazione insanabile, ma per azione sempre incerta e tardiva dell'Intesa; ha aggiunto che se l'Intesa concedesse alla Bulgaria occupazione della Macedonia la partita sarebbe rper noi guadagnata ma che se invece Intesa inviasse ultimatum al Governo bulgaro commetterebbe grave insanabile errore che affretterebbe guerra.

Intanto sembra che opposizione lavori seriamente per evitare il conflitto, ma dalle espressioni riportate anche io dovrei ritenere che nel caso di un ultimatum Bulgaria si troverebbe tutta concorde per combattere contro l'Intesa evidentemente accanto agli austro-tedeschi e ai turchi (1).

(l) Ritrasmesso a Parigi; Londra e Pietrogrado con t. gab. 1127 del 2 ottobre, ore 20.

851

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1782/119. Atene, 2 ottobre 1915, ore 0,30 (per. ore 8,10).

Ministro di Francia e ministro d'Inghilterra impressionati dalle escandescenze di Venizelos hanno telegrafato alle truppe in viaggio di recarsi a Mudros anzichè a Salonicco ed al generale Hamilton di lasciare Salonicco. Ignoro se questi ordini saranno eseguiti.

Ad ogni modo ho detto a quei miei colleghi ed a Venizelos che mi sembrava sarebbe stato meglio lasciar correre le cose dal momento che sbarco era desiderato da tutti. Se si trattava di questione di forma che infatti era stata trascurata non doveva essere diffi.cile riparare all'omissione non toccando sostanza della cosa nella quale tutti erano d'accordo. Dal modo con cui Venizelos ha risposto a questa mia argomentazione sono portato a credere che in questi giorni si sia esercitata ·SU lui influenza tale da farlo desistere dal suo desiderio di vedere a Salonicco truppe anglo-francesi.

Discorso Grey per quanto importante non sembra spiegazione adeguata a questo cambiamento.

Se V. E. (come me lo ha fatto chiaramente intendere) desidera che lo sbarco abbia luogo subito occorre che ella faccia pressione sui Gabinetti di Londra e Parigi affinchè procedano oltre senza prestare attenzione alle proteste di Venizelos che oramai non sono più di semplice forma ma temo anche di sostanza.

Io mi adopererò del mio meglio in tal senso 'presso miei colleghi di Francia e Inghilterra (1).

852

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 1131. Roma, 2 ottobre 1915, ore 21.

Il Governo inglese fa vive premure perchè cediamo alla Russia sollecitamente il maggior numero ·possibile di fucili Wetterli. Finora l'autorità militare apponesi per ragioni di mancanza nostra di ogni riserva e pel gran tempo occorrente per aumentare sufficientemente fabbricazione nazionale. Sarei pronto far massimo sforzo per vincerne le opposizioni, quando avessi qualche sicuro affidamento che troveremo a Londra i chiesti aiuti finanziari così per Inghilterra come per New York nelle cifre indicate (miei telegrammi n. 990 e 1005) (2) e a condizioni possibili. Prego V. E. far sentire a codesto Governo urgente necessità di darci una risposta al riguardo di cui mi farei forte per persuadere mio collega della guerra della convenienza di fare da parte sua al

più presto i massimi sacrifici possibili pel rinforzo dell'armamento russo. Ove Italia non possa disporre per i prossimi mesi di forti risorse agli Stati Uniti e costì essa si troverebbe, malgrado ogni sua migliore volontà, nella impossibilità pratica di fare quegli estremi sforzi per la causa comune cui è fermamente risoluta, ma che per la loro effettuazione e continuazione richiedono fin da ora la certezza di poter far fronte durevolmente agli urgenti impegni finanziari da assumersi così all'estero come all'interno.

(l) -Ritrasmesso a Parigi, Londra, Pietrogrado e Bucarest con t. gab. 1118 del 2 ottobre, ore 10. (2) -Cfr. nn. 781 e 788.
853

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 1132. Roma, 2 ottobre 1915, ore 21,10.

(Meno Atene) -Ho comunicato al R. ministro ad Atene quanto segue:

(Per tutti) -Coromylas mi ha Ietto un lungo telegramma di Venizelos in cui si lamenta dell'arrivo di ufficiali francesi e del generale Hamilton a Salonicco, i quali dichiarano di voler preparare lo sbarco imminente di truppe senza che di tutto ciò gli fosse stato dato preventivo avviso di 24 ore, come egli aveva suggerito di fare, onde rendergli possibile di dare gli ordini opportuni perchè gli sbar,chi e il trasporto in Serbia dei nuovi arrivi non intralciassero tutte le operazioni in corso della mobilitazione greca. Egli aveva detto che avrebbe dovuto fare comunque una protesta formale a tale sbarco, non trovandosi ancora in guerra con la Bulgaria. Ed ora il rappresentante inglese dichiarava di non voler accogliere nessuna protesta simile. Intanto era sorta nel pubblico una vivissima agitazione per effetto del discorso di Grey alla Camera, al quale si era data l'interpretazione che lo sbarco di truppe doveva o poteva servire, ove la Bulgaria accettasse le condizioni delle potenze, per assicurare in mano loro il possesso dei tratti della Macedonia che esse si erano impegnate a trasferire eventualmente alla Bulgaria. Tale agitazione unita ai fatti che sopra, avrebbero costretto Venizelos ad opporsi risolutamente ad ogni sbarco, ove non gli venisse dalle potenze dichiarato ,solennemente che le promesse territoriali, fatte nell'agosto e settembre alla Bu1garia, erano da loro ritenute come decadute e che l'intervento delle truppe non poteva mai essere in alcun modo diretto ,contro alcun territorio greco-serbo. Data siffatta dichiarazione il Governo greco avrebbe fatto una protesta soltanto formale contro lo sbaréo e si sarebbe adoperato per facilitare il passaggio delle truppe senza intralci per la mobilitazione.

Risposi che qui vi era stato evidentemente un grosso malinteso; che mi risultava in modo assoluto che le potenze non avevano oggi alcuna intenzione di estorcere con l'invio di truppe in Macedonia alcuna concessione greca o serba ma soltanto di aocorrere in aiuto della Serbia. Essere oramai fuori di dubbio che i bulgari si erano legati con gli austro-tedeschi, che quindi consideravamo come completamente decadute le offerte fattele. Avere io telegrafato già al R. rappresentante ad Atene perchè appoggiasse le dichiarazioni del ministro inglese che sapevo avere avuto istruzioni in questo senso. Che non

conveniva certamente pubblicare tali dichiarazioni a Sofia per non stringere tutti i partiti intorno al Re nella sua azione decisamente tedescofila, e nemmeno a Nisch per non spingere i serbi a prendere l'iniziativa dell'attacco contro i bulgari; e che l'interesse generale comune agli alleati e alla Grecia era di sollecitare lo sbarco anglo-francese a Salonicco (1).

854

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1809/459. Londra, 2 ottobre 1915, ore 10,50 (per. ore 9 del 3).

Telegramma di V. E. n. 1111 (2).

Ho conferito testè ,con lord Crewe attirando attenzione sua sulla evidente opportunità delle obiezioni di V. E. contro inserzione secondo paragrafo. Mi ha dsposto che il pericolo d'iniziativa di ostilità da parte della Serbia sembra molto diminuito, quello stato maggiore essendosi reso conto che i preparativi bulgari sono già sufficientemente avanzati per 'paralizzare primo successo sperato dai serbi.

Ho replicato sembrarmi questo un motivo di più per omettere detto paragrafo che rimanendo sempre imprudente, diventa in tal caso inutile.

Come conclusione del colloquio lord Crewe mi ha detto avrebbe subito telegrafato al ministro d'Inghilterra a Sofia istruzioni di ,conferire col R. ministro e ,concordare con lui e con gli altri colleghi un testo di comunicazione tenendo conto dell'osservazione di V. E. Lord Crewe mi ha pure accennato vagamente ad altra eventuale comunicazione da fare a Sofia per dichiarare nulle e non avvenute le note offerte. Giova sperare, aggiungeva, che questa comunicazione varrà a dissipare eccitazione ed apprensioni di quella parte dell'opinione pubblica ellenica la quale in buona o malafede ritiene presenza truppe alleate in Macedonia abbia i)er scopo reale di mettere Bulgaria in possesso di Cavalla. Per quanto a prima vista tale comunicazione mi sembri ancora prematura non ho creduto di esprimere alcun apprezzamento in proposito.

855

IL MINISTRO A CETTIGNE, NEGROTTO CAMBIASO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 6988/192. Cettigne, 2 ottobre 1915, ore 16,40 (per. ore 11,15 del 3).

Telegramma di V. E. n. 3516 (3).

Riterrei necessario per opportune ragioni che tutti i Governi della Quadruplice od almeno qualcuno di essi dessero al Governo montenegrino una risposta analoga alla nostra, alla sua richiesta prestito. Attendo quindi di conoscere decisioni della E. V.

(l) -II testo di questo telegramma è identico a q~ello dell'annotazione del 2 ottobre in SoNNINO, Diario, vol. II, cit., pp. 235-237. (2) -Cfr. n. 845. (3) -Cfr. n. 840.
856

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1799/417. Pietrogrado, 3 ottobre 1915, ore 2 (per. ore 6,30).

Nel pomeriggio d'oggi Sazonoff ha telegrafato a Savinsky di presentare senza indugio al Governo bulgaro ultimatum motivato dalla convinzione basata sui fatti che Governo del Re Ferdinando è deciso a rimettere sorte del paese in mano della Germania.

Giusta i termini dell'ultimatum se entro 24 ore Governo bulgaro non romperà apertamente •con i nemici della causa slava e della Russia e non allontanerà immediatamente gli ufficiali degli Stati in guerra con l'Intesa, ministro di Russia ·con il personale diplomatico e ·consolare lascerà Bulgaria.

Gabinetto di Londra e Gabinetto di Parigi non si assodano per ora a questo passo della Russia, ma qui si crede che avvenimenti imminenti renderanno indispensabile la rottura delle relazioni anche da parte delle altre potenze dell'Intesa.

Eccitazione del pubblico contro Governo ·bulgaro è qui assai forte (1).

857

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AI MINISTRI AD ATENE, DE BOSDARI, A BUCAREST, FASCIOTTI, A NISCH, SQUITTI, E A SOFIA, CUCCHI BOASSO

T. GAB. 1146. Roma, 3 ottobre 1915, ore 18 (2).

Giers mi ha dato stamane notizia dell'ultimatum spedito ieri sera da Sazonoff al ministro russo a Sofia perchè lo presentasse oggi al Governo bulgaro, al quale si danno 24 ore, pena la rottura delle relazioni, se non rompe ostensibilmente coi nemici dello slavismo e della Russia e non manda via gli ufficiali tedeschi.

Risposi che vedevo ·con piacere che la redazione di questa comunicazione non implicava, come quella che avrebbe voluto imporre subito la demobilitazione, una qualche umiliazione pel Re e pel Governo bulgaro, e che riconoscevo che la situazione della Russia di fronte ai bulgari era specialissima e non poteva essere considerata all'identica stregua ·che quella degli altri alleati.

39 -Documenì·t diplomatici-Serie V-Vol. IV

(l) -Ritra.smesso a Londra, Parigi, Atene, Sofia, Nisch e Bucarest con t. gab. 1133, pari data, ore 11,,30. . (2) -Nel registro il telegramma reca, per un evidente errore, la data 4 ottobre. La data esatta 3 ottobre è invece nella copia conservata nell'archivio dell'ambasciata di Londra.
858

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AI MINISTRI AD ATENE, DE BOSDARI, A BUCAREST, FASCIOTTI, A NISCH, SQUITTI, E A SOFIA, CUCCHI BOASSO

T. GAB. 1147. Roma, 3 ottobre 1915, ore 20.

Sir Renne! Rodd mi ha detto che Grey penserebbe, per calmare le diffi

denze greche sugli intendimenti delle Potenze nell'occupare la Macedonia ad

apparente difesa della Serbia, di dare un'assicurazione alla Grecia che le po

tenze, a ·condizione che la Grecia concorra al loro fianco con tutte le sue forze

se la guerra s·c·oppia tra Serbia e Bulgaria, sono disposte in aggiunta all'aiuto

militare che hanno promesso così alla Serbia come alla Grecia, di garantire

a questa i suoi presenti territori e inoltre se sarà in loro potere alla fine della

guerra le assegneranno Smirne e il suo hinterLand. Chiedeva se l'Italia si asso

derebbe tali dichiarazioni.

Risposi che consideravo come un errore questo rincarare continuamente

con nuove offerte, e che preparavamo anche alla cieca, a furia di garanzie

date caso per •Caso a destra e a sinistra una situazione generale forse impos

sibile per la fine della guerra.

Alla Serbia tre potenze avevano riconosciuto diritti sopra la Slavonia a patto che cedesse la Macedonia; essa non ha ceduto nulla o solo per metà e intanto rimane il riconoscimento dei suoi titoli sulla Slavonia; alla Romania si fece lo stesso pel Banato e intanto essa non dà nulla per la guerra e lascia passare le munizioni ma si crede ciononostante pienamente investita dei maggiori diritti e reclama la sua parte eventuale del bottino; colla Bulgaria in parte si è verificato lo stesso per la Macedonia; vorremmo ora fare la cosa in grado maggiore per la Grecia?

Anzichè vedervi una spinta all'alleanza e all'azione la Grecia vi s·corgerà un buon mezzo per ottenere ancora qualche cosa di più, col traccheggiare. Venizelos pretestando la necessità di accordare il Re e Gunaris farà come Bratianu. Non vedevo l'utilità di entrare in questa via. Le potenze rassicurino la Grecia sulle loro franche e leali intenzioni di muovere guerra alla Bulgaria in sua compagnia e di considerare ·come •completamente decadute tutte le offerte fatte finora alla stessa condizionalmente; e marcino avanti 'sbarcando risolutamente a Salonicco. Consideravo ogni ulteriore promessa od impegno come più che inutili dannosi.

Avevo piacere dell'ultimatum russo a Sofia perchè giovava da un lato a dividere i bulgari e dall'altro a rassicurare i greci, per quel tanto che le loro diffidenze potessero trovare giustificazione in qualche frase troppo conciliativa ·che fosse stata adoperata a Sofia da qualche diplomatico per spiegare i progettati sbarchi a Salonicco (1).

(l) n testo di questo telegramma è identico a quello dell'annotazione del 3 ottobre in SONNINO, Diario, vol. Il, cit., pp. 238-239.

859

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1819. Atene, 3 ottobre 1915, ore 14 (per. ore 20,05).

Ecco risposta del Governo ellenico alla nota della legazione di Francia:

c Par lettre de ,ce jour vous avez bien voulu m'informer de l'arrivée Salonique d'un premier détachement de troupes françaises et de la décision prise par la France et l'Angleterre d'envoyer de leurs troupes au secours de la Serbie leur alliée en ajoutant que les deux puissances comptent sur la Grèce pour ne pas s'opposer à ces mesures prises dans l'intéret de la Serbie dont elle est également l'alliée.

En réponse à cette lettre j'ai l'honneur de déclarer à V. E. qu'étant neutre dans la guerre européenne le Gouvernement Royal ne saurait autoriser les actes envisagés car ils portent à la neutralité de la Grèce une atteinte d'autant plus caractérisée qu'ils émanent de deux grandes :puissances belligérantes. Le Gouvernement Royal a dès lors le devoir de protester contre le passage de troupes étrangères à travers le territoire hellénique. La circonstance que ces troupes sont destinées à venir en aide à la Sel'bie alliée de la Grèce ne modifie nullement la condition juridique du Gouvernement Royal car meme au point de vue balcanique la neutralité de la Grèce ne saurait avant la réalisation du casus foederis etre affectée par le danger qui en menaçant actuellement la Serbie provoque l'envoi à so n secours de troupes internationales •.

860

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, ~ONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AI MINISTRI AD ATENE, DE BOSDARI, A BUCAREST, FASCIOTTI, A NISCH, SQUITTI, E A SOFIA, CUCCHI BOASSO

T. GAB. 1148. Roma, 4 ottobre 1915, ore 10,30 (1).

(Per Sofia) Telegramma di V. S. n. 227.

(Meno Sofia) Il R. ministro a Sofia telegrafa quanto segue:

c In questo momento ministro d'Inghilterra ci ha comunicato uLtimatum alla Bulgaria che Russia ha già rimesso al ministro di Bulgaria a Pietrogrado. Questo ministro di Russia non ha fino ad ora ricevuto le istruzioni; egli si trova immobilizzato a letto in seguito ad un forte atta,cco appendicite.

Prego inviarmi d'urgenza istruzioni.

Avverto V. E. per eventuale viaggio rimpatrio dei ,consoli che tutte le comunicazioni ferroviarie e postali sono interrotte per ,cinque giorni •. Ho risposto a Cucchi quanto segue: (Per tutti) V. S. dovrà conforma11si a condotta comune dei colleghi di

Francia e d'Inghilterra.

è stata corretta in 4 ottobre.

(l) Sul registro il telegramma reca la data 3 ottobre che è errata perchè il t. gab. 1820/227 da Sofia riportato nel testo risulta partito alle ore 8 del 3 ottobre e pervenuto alle ore 9,25 del 4. Nella copia conservata nell'archivio dell'ambasciata di Londra la data 3 ottobre

861

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1823/422. Pietrogrado, 4 ottobre 1915, ore 13,50 (per. ore 22,45).

Questo ambasciatore d'Inghilterra ha oggi rimesso un promemoria a Sazonoff esprimente avviso di Grey di dare istruzioni ai rappresentanti dell'Intesa in Atene qualora scoppi la guerra fra Bulgaria e Serbia, d'informare che oltre fornire promesso aiuto militare alla Grecia potenze le garantiscono suoi attuali territori e le assegneranno Smirne ed il retrostante territorio alla fine guerra se sarà in loro potere di ciò fare purchè Grecia dia tutta intera sua assistenza agli alleati ed alla Serbia.

Sazonoff ha detto a Buchanan che condivide parere di Grey e che impartisce istruzioni a Demidoff •per autorizzarlo ad unirsi alle dichiarazioni che Elliot avrà a fare a Venizelos nel senso suddetto.

Constami che Sazonoff ha subordinato autorizzazione in parola alla condizione • se colleghi ricevono eguali istruzioni ».

862

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AI MINISTRI AD ATENE, DE BOSDARI, A BUCAREST, FASCIOTTI, A NISCH, SQUITTI, E A SOFIA, CUCCHI BOASSO

T. GAB. 1152. Roma, 4 ottobre 1915, ore 23 (1).

(Meno Sofia) Ho telegrafato al R. ministro a Sofia quanto segue:

(Per tutti) Questo ambasciatore d'Inghilterra mi ha comunicato che sir Ed. Grey desiderava conoscere il mio pensiero circa la linea di condotta che dovrebbero tenere a Sofia le altre legazioni alleate adesso che è avvenuta la consegna dell'ultimatum russo.

Ho risposto a sir Rennell Rodd quanto segue:

• Avrei certamente preferito che i quattro rappresentanti avessero fatto a Sofia la comunicazione suggerita da Grey (eliminando ·preferibilmente il secondo periodo relativo alla Serbia) prima della ·consegna dell'ultimatumrottura russo, ma non vedo una buona ragione per cui non l'abbiano a presentare ugualmente anche dopo quella consegna visto che nell'ultimatum si trattava di un solo argomento e cioè la rottura dei rapporti diplomatici pel contegno generale della Bulgaria, mentre la detta comunicazione ne contempla un altro e cioè l'annunzio della decisione delle potenze di soccorrere la Serbia se per effetto e in seguito alla mobilitazione bulgara dovesse sorgere una

guerra fra gli stati balcanici. Credo che anche la Russia con qualche opportuna variante, oppure col suo consenso gli altri 3 rappresentanti delle potenze alleate in nome suo, potrebbero fare la stessa dichiarazione indipendentemente ed all'infuori dell'ultimatum russo, ma in ogni modo potrebbero farlo per conto proprio anche separatamente dalla Russia magari concordando qualche modificazione di parole sul testo di Grey •.

Ho soggiunto che io intanto ho telegrafato a Cucchi Boasso di conformare la sua azione a quella comune dei suoi colleghi inglese e francese. Prego V. E. conformare la sua azione a quanto precede.

(l) L'ora di partenza, che manca nel registro dei telegrammi in partenza del ministero, è tratta dall'archivio dell'ambasciata di Londra.

863

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1833/464. Londra, 4 ottobre 1915, ore 10,32 (per. ore 1,45 del 5).

Telegramma di V. E. Gab. n. 1147 (1).

Cambon che ho veduto testè nell'anticamera di Grey mi ha detto avere

Delcassé dichiarato all'ambasciatore d'Inghilterra essere Governo francese

pronto a garantire alla Grecia gli attuali suoi territori e prometterle pure

Smirne e suo hinterland.

Ho prevenuto collega che contro questa proposta V. E. sollevava serie

obiezioni per ovvii motivi ampiamente giustificati dai risultati puramente ne

gativi ottenuti colla procedura delle larghe offerte ai Balcani.

Grey col quale in presenza di Cambon mi sono espresso nei medesimi

termini mi ha detto che il Consiglio dei Ministri col quale aveva stamane di

scusso, aveva espresso il parere non essere il caso per il momento di fare

alcuna offerta alla Grecia prima che essa ci abbia rivolta alcuna domanda.

Di una garanzia dei suoi attuali territori si potrà parlare quando Grecia sarà

entrata in guerra contro Bulgaria, e di Smirne ed hinterland quando avrà

dichiarato guerra alla Turchia.

Cambon ha chiesto allora se verificandosi queste due ,condizioni V. E. sa

rebbe disposto ad accogliere le eventuali domande greche in tale senso.

Ho risposto che telegramma di V. E. non contemplava suddetta eventua

lità: esprimeva solo parere recisamente contrario ad offerte. Non ero quindi

in grado di esprimere alcun avviso in merito alla domanda rivolta-mi. Mi pa

reva soltanto che suggerita garanzia degli attuali territori greci fosse affatto

superflua perchè praticamente assorbita dalla esplicita dichiarazione già fatta

ad Atene nel senso che primitive offerte alla Bulgaria sono dalle potenze al

leate ormai ,considerate come cadute. Ciò tanto più poi in quanto anche in

quell'offerta gli alleati non avevano dato alla Bulgaria alcun affidamento po

sitivo e definitivo circa Kavalla, ma espressero semplicemente l'intenzione di

adoperarsi per ottenere eventualmente la rinuncia da parte della Grecia.

(l) Cfr. n. 858.

864

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1825/462. Londra, 4 ottobre 1915, ore 10,32 (per. ore 2 del 5).

Mio telegramma Gab. n. 459 (1).

Ricevo in questo momento promemoria in cui lord Crewe mi rende edotto delle istruzioni impartite a Rodd circa i termini della nota comunicazione a Sofia. Non le riproduco perehè a quest'ora Rodd le avrà probabilmente già eseguite. A parere di lord Crewe decisione Governo russo (ultimatum} non rende più possibile proseguimento discussione in merito alle obiezioni sollevate da V. E. circa omissione nella comunicazione a Sofia del paragrafo relativo all'impossibilità degli alleati di trattenere Serbia in quanto che dichiarazione russa condurrà di per se stessa alla risoluzione della situazione a Sofia.

865

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 7010/534. Atene, 4 ottobre 1915, ore 11 (per. ore 2,20 del 5).

Venizelos ha comunicato oggi alla Camera che le potenze dell'Intesa avevano ritirato le loro offerte alla Bulgaria. Ha detto che avrebbe. chiesto alla Serbia il permesso di pubblicare il trattato di alleanza, dichiarando che ad ogni modo esso trattato obbligava la Grecia di metterei in guerra contro qualunque potenza alleata della Bulgaria che attaccasse la Serbia.

Questa dichiarazione sensazionale ha eccitato grandi clamori.

Seduta continua tempestosa.

866

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.RR. 1826/465. Londra, 4 ottobre 1915, ore 10,32

(per. ore 2,55 de~ 5).

Telegramma di V. E. Gab. n. 1131 (2). Grey mi ha manifestato sorpresa quando io ho accennato oggi alla perdurante opposizione del ministero della guerra alla cessione alla Russia dei

fucili Wetterly. Ha osservato avergli Kitchener ripetutamente affermato non esservi difficoltà serie da parte nostre autorità militari.

Ho replicato sembrarmi che Kitchener sia sotto un'impressione assolutamente erronea, telegramma di V. E. non lasciando neanche parvenza di dubbio sulle intenzioni del ministro della guerra al dguardo.

Grey ha soggiunto che avrebbe oggi stesso informato Kitchener di quanto io gli aveva assicurato ed ha preso nota delle disposizioni di V. E. ad interporre buoni uffici suoi qualora ricevessimo positivi affidamenti circa conclusione accordo finanziario giusta nostro desiderio.

Al riguardo, ha detto Grey, che cancelliere dello scacchiere col quale egli ha già conferito, ritiene indispensabile sottoporre questione all'esame ed alla decisione del cons1glio dei ministri.

Grey mi ha pregato di rimettergli breve promemoria per sua norma nella discussione in consiglio dei ministri.

Ho risposto che promemoria già rimessogli contiene ogni elemento di esame sulla parte tecnica della questione. Osservazioni e considerazioni da me sottopostegli erano d'ordine generale e si basavano su argomenti di troppa evidente importanza per rendere necessario illustrazione e ,commenti.

Mi pareva quindi superfluo fare della mia ·comunicazione, avente del resto carattere confidenziale, oggetto di un promemoria.

Grey mi ha ripetuto allora sostanza detta comunicazione chiedendomi se aveva esattamente ritenuto. Alla mia risposta affermativa ha detto che, previo colloquio con Mac Kenna, avrebbe intrattenuto della questione consiglio dei ministri che si riuniva appunto nel pomeriggio.

(l) -Cfr. n. 854. (2) -Cfr. n. 852.
867

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1827/461. Londra, 4 ottobre 1915, ore 10,32 (per. ore 3 del 5).

Mi risulta che tutte le difficoltà pel concorso finanziario britannico alla Romania sono state appianate. A partire da oggi, Governo romeno potrà disporre sulla Banca d'Inghilterra di un credito di 7 milioni di lire sterline. Ministro di Romania aveva giorni fa ·comunicato a Grey lungo telegramma in cui Bratiano coi noti argomenti spiegava contegno nella presente fase del conflitto balcanico ed impossibilità in .cui si trovava di ordinare mobilitazione. Telegramma conteneva pure un accenno alle dichiarazioni fatte a Sofia implicante riserva nelle decisioni eventuali della Romania. Grey .disse a Mishu che nell'interesse stesso della Romania egli non poteva non insistere sul consiglio già dato di procedere senz'altro alla mobilitazione generale perfettamente giustificabile di fronte agli imperi centrali, come misura imposta dalle esigenze della situazione balcanica e naturale ·conseguenza della mobilitazione bulgara.

868

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1828/463. Londra, 4 ottobre 1915, ore 10,32 (per. ore 3 del 5).

Grey mi ha oggi ricevuto insieme a Cambon. Ad entrambi ha dato comunicazione delle istruzioni ,che si proponeva di telegrafare al ministro d'Inghilterra a Sofia nel senso sostanziale seguente: non appena scaduto ultimatum russo ministro d'Inghilterra, previa intesa con colleghi alleati, dovrà dichiarare al Governo bulgaro di associarsi al collega russo e lasciare Sofia ventiquattro ore dopo fatta questa comunicazione. A tal ol'dine ministro di Inghilterra potrebbe derogare nel solo caso in cui situazione siasi nel frattempo modificata al punto da fargli ritenere necessario di provocare nuove istruzioni. Grey calcolava ,che partenza del ministro d'Inghilterra dovrebbe avvenire all'incirca 24 ore dopo quella della legazione di Russia.

Grey non ha espresso akun desiderio circa contegno ministro di Sua Maestà. Dal modo però in cui ha parlato ho avuto impressione egli si aspetta a che i tre ministri alleati tengano contegno identico. Cambon ha osservato essere possibile che situazione appaia modificata soltanto alla superficie e che Governo bulgaro per guadagnar tempo ,con proposte di ulteriori discussioni tenda qualche tranello nel quale sembra a lui desiderabile ministri non caschino.

869

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AI MINISTRI AD ATENE, DE BOSDARI, A BUCAREST, FASCIOTTI, E A NISCH, SQUITTI

T. GAB. 1154. Roma, 5 ottobre 1915, ore 10,55.

Il R. ministro a Sofia telegrafa quanto segue (l):

• Primo segretario di Russia oggi alle 16 ha rimesso a Radoslavoff per incarico del suo ministro ammalato, l'ultimatum a termine di 24 ore. Ministro di Francia che avrebbe avuto da telegramma giuntagli oggi istruzioni di associarsi ai colleghi che presentassero formula più energica, ha pure presentato ultimatum a termine di 24 ore. Ministro d'Inghilterra ha fatto passo conforme alle istruzioni di cui al telegramma di V. E. Gab. 1111/258 (2) ma pur dicendo che si sarebbe in seguito associato all'ultimatum russo non ha presentato ultimatum in attesa di istruzioni. Non ho potuto associarmi al passo del ministro d'Inghilterra (telegramma di V. E. Gab. 11111258) perchè telegramma giunto oggi in ritardo.

Mi trovo nelle condizioni del mio collega inglese attendendo istruzioni per ultimatum.

Avverto che benchè Radoslavoff abbia protestato che non vi sono ufficiali austro-tedeschi, miei ,colleghi di Russia e di Francia, siccome risposta non può essere ,che evasiva si propongono di chiedere domani sera i loro passaporti. Quindi partenza delle legazioni di Russia e di Francia avverrà probabilmente 6 ottobre.

Se non ricevessi a tempo istruzioni mi troverei in posizione molto delicata. Ministro di Francia nella sua nota ha anche dichiarato decadute proposte fatte dall'Intesa al Governo bulgaro il quale aveva preparato per oggi risposta ultima nostra nota del 14 settembre (evidentemente per imporre sue condizioni in seguito avvenuta mobilitazione).

Rar)presentanti Francia e Russia mi comunicano che Radoslavoff fu impressionatissimo dell'ultimatum e dichiarò di riferirne subito al re e di dare risposta nelle 24 ore. Attendo istruzioni di V. E. circa uLtimatum ed anche partenza per la quale, nel caso in cui avvenisse per Dedeagatch, dovrebbe provvedersi per invio nave ».

Ho telegrafato a Cucchi quanto segue: • Prego conformare sua condotta a quella del ministro d'Inghilterra •.

(l) -Con t. gab. 1832/228 del 4 ottobre, ore 23,20, per. ore 9 del 5. (2) -Cfr. n. 845.
870

IL MINISTRO A SOFIA, CUCCHI BOASSO, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1846/229. Sofia, 5 ottobre 1915, ore 3 (per. ore 16 del 6)

Oggi alle ore 14,40 Governo bulgaro ha rimesso ai ministri di Russia e di Francia le risposte agli uLtimatum presentati ieri dai detti due Rappresentanti. Dette risposte sono recisamente negative ed altezzose. Ministri di Russia e di Francia chiedono stasera i loro passaporti. Ministro d'Inghilterra presenta oggi nota con cui aderisce ad ultimatum di Russia e di Francia e chiede passaporti.

Avendo ricevuto in questo momento telegramma di V. E. n. 1148/265 (l) io pure conformandomi condotta miei colleghi farò altrettanto.

Prima della presentazione della risposta agli ultimatum Governo bulgaro ha rimesso ai quattro rappresentanti della Quadruplice una risposta collettiva dilatoria alla nota collettiva del 14 settembre.

Ritengo che da stasera non mi sarà più possibile nè spedire nè ricevere telegrammi (2).

(l) -Cfr. n. 860. (2) -Ritrasmesso a Parigi, Londra, Pietrogrado, Atene, Nisch e Bucarest con t. gab. 1165 del 6 ottobre.
871

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1844/428. Pietrogrado, 6 ottobre 1915, ore (per. ore 8,35).

Con promemoria in data odierna questo ambasciatore britannico ha informato Sazonoff che al ministro d'Inghilterra in Atene non furono per ora impartite istruzioni di comunicare a Venizelos offerta della garanzia della integrità territoriale e dell'acquisto di Smirne ·col suo hinterland. Non sembra evidentemente desiderabile, dice il promemoria, assumere ulteriori obblighi verso Grecia visto che tanto il Re quanto Venizelos si preparano già sinceramente ad assistere Serbia. Alleati potrebbero garantire territorio greco in Europa se Grecia desse fra breve suo aiuto alla Serbia contro Bulgaria ma non è necessario sollevare tale questione finchè Grecia non lo domandi. Quanto Smirne essa non dovrebbe venire data che qualora Grecia •come alleata dell'Intesa fornisse sua piena cooperazione contro tutti i nemici di quest'ultima. Promemoria esprime lusinga che ministro di Russia in Atene non farà per ora menzione della primitiva proposta inglese. Sebbene istruzioni inviate a Demidoff fossero subordinate ai si omnes (mio telegramma 422) (l) questo ministero su mia istanza gli ha telegrafato questa sera per avvertirlo ad ogni buon fine che la proposta comunicazione a Venizelos è stata sospesa e non si abbia a parlarne (2).

872

IL MINISTRO DEGLI ESTERI; SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AI MINISTRI AD ATENE, DE BOSDARI, A BUCAREST, FASCIOTTI, A NISCH, SQUITTI, E A SOFIA, CUCCHI BOASSO

T. GAB. 1167. Roma, 6 ottobre 1915, ore 18.

Parlando successivamente con gli ambasciatori di Francia e Inghilterra intorno alle dimissioni di Venizelos, ho detto ritenere miglior consiglio per i Governi alleati di continuare impassibili nella via in cui si erano messi con l'annuenza esplicita o tacita del Governo greco, proseguendo le operazioni di sbarco a Salonicco e di passaggio in Macedonia, lasciando al Governo greco, comunque uscisse dalla crisi, tutto il peso e la responsabilità di qualsiasi mutamento di rotta e di tendenza.

Consigliavo quindi di non fare, finchè non ci si rendesse ben conto della nuova futura situazione locale, nessuna forma di protesta o di ammonimento, e tanto meno nessuna nuova promessa o garanzia (3).

(Sole ambasciate) -Quanto precede per norma di linguaggio di V. E.

SoNNINo, Diario, vol. II, cit., p. 239.

(l) -Cfr. n. 861. (2) -Ritrasmesso a Parigi, Londra ed Atene con t. gab. 1162, pari data. (3) -Il testo di questo telegramma è identico a quello dell'annotazione del 6 ottobre in
873

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AI MINISTRI AD ATENE, DE BOSDARI, A BUCAREST, FASCIOTTI, E A NISCH, SQUITTI

T. GAB. 1168. Roma, 6 ottobre 1915, ore 21.

(Meno Atene) R. ministro ad Atene telegrafa (l):

• Ieri sera tardi insieme ai colleghi dell'Intesa ho visitato Venizelos. Egli ha detto •che presentatosi al Re nel pomeriggio questi lo ha rimproverato di averlo soverchiamente esposto col suo discorso alla Camera. Al che Venizelos replicò ·Che dopo tale disapprovazione sovrana non gli restava altro da fare che dimettersi. Il Re accettò dimissioni e pregò Venizelos restare al potere fintanto ·Che avesse potuto prendere una deliberazione.

Venizelos disse al Re che ciò che egli faceva, disapprovando politica del Capo riconosciuto di una vasta e recente maggioranza, involgeva una grande responsabilità costituzionale per la Corona e che, anche se materialmente permesso dalla Costituzione, rappresentava moralmente un avviamento verso il colpo di Stato.

Ciò Venizelos avrebbe alla prima occasione dichiarato al popolo greco.

A noi disse che la sua partenza dal potere non avrebbe impedito seguito della mobilitazione e della discesa delle truppe anglo-francesi a Salonicco. Egli avrebbe continuato a lavorare in tal senso e avrebbe dato il suo appoggio a qualsiasi ministero che avesse proseguito questa politica.

Sulla sorte del disgraziato trattato di alleanza serbo-greco poco insistette ma ci fece comprendere che certamente nessun uomo di stato greco gli avrebbe dato l'ampia inter•pretazione che da lui solennemente affermata alla Camera era ora cagione della sua caduta.

Ministro di Francia credette opportuno fare una filippica contro la Grecia minacciando questa dello sdegno e dell'abbandono della Francia e chiedendo a Verrizelos perchè non si buttasse risolutamente nella rivoluzione giacchè la Corona non teneva conto veruno della libertà costituzionale e degli impegni internazionali. Propose anche che il nostro decano si recasse dal Re Costantino a chiedergli ·conto del perchè egli manca di fede alla Serbia nostra alleata. Io peraltro osservai che per conto mio, senza esplicite istruzioni del mio Governo non mi sarei mai associato ad un passo che mi sembra esorbitare da ogni nostra competenza. Maggiori probabilità per la soluzione della crisi sono per un ministero di coalizione presieduto da Zaimis che è stato già chiamato a palazzo.

In relazione a quanto riferii a V. E. in mia lettera particolare del 12 settembre, non è fuori di luogo notare che prima e dopo udienza in cui Venizelos rassegnò dimissioni Streit fu ricevuto da Re Costantino. Nella mattinata era stato ricevuto ministro di Germania ».

Ho risposto a De Bosdari quanto segue:

(Per Atene) Telegramma di V. S. n. 126.

(Per tutti) Barrère mi ha parlato stasera della proposta fatta ad Atene dal ministro di Francia. Ho ripetuto a Barrère i concetti già espressigli stamane (mio telegramma n. 1167) (1), dichiarando che non ero favorevole per ora ad un passo presso la Corona, alla quale conveniva lasciare tutto il peso e la responsabilità della situazione e dei suoi svolgimenti. Per gli alleati lo stato legale oggi è quale risulta dalle ultime dichiarazioni del Governo approvate dalla Camera.

(l) Con t. gab. 1848/126 del 6 ottobre, ore 14,20, per. ore 18,20 .

874

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1849/466. Londra, 6 ottobre 1915, ore 10,26 (per. ore 4 del 7).

Grey ha oggi ricevuto contemporaneamente ambasciatori di Francia, Russia e me. Ci ha detto che situazione derivante dalle dimissioni di Venizelos era stata a lungo esaminata stamane dal Consiglio dei ministri. Grey ci ha dato lettura di due telegrammi che si proponeva dirigere a sir Bertie ed Elliot. Ne riproduco senso:

l) Bertie deve attirare attenzione del Governo francese sulla gravità della situazione in cui si potrebbero da un momento all'altro trovare truppe francesi già sbarcate e quelle inglesi in procinto di sbarcare, qualora nuovo Governo greco protestasse in modo non più semplicemente formale, siccome era stato convenuto con Venizelos, contro presenza truppe anglo-francesi sul territorio ellenico, ne chiedesse immediato ritiro, o procedesse magari ad atti .di violenza.

2) Elliot deve chiedere subito udienza al re. Pure astenendosi scrupolosamente dall'esprimere qualsiasi apprezzamento che potesse essere interpretato come un giudizio sulle dimissioni del ministero od in generale una qualsiasi illecita ingerenza negli affari interni della Grecia, il ministro deve ricordare a Sua Maestà che sbarco provocato da domanda del Governo ellenico aveva per iscopo l'assistenza non solo alla Serbia ma anche alla Grecia nell'esecuzione degli impegni assunti verso la nazione vicina. Elliot deve chiedere al re di precisare situazione ed incaricare Venizelos o il suo successore di indicare intenzioni del Governo ellenico sia nei riguardi degli impegni con la Serbia sia circa presenza truppe internazionali sul territorio greco. Ciò per mettere potenze in grado di prendere una decisione.

Cambon non ha dissimulato suo scarsissimo gradimento per una tale procedura. Ha rilevato che la comunicazione al re gli pareva poco opportuna in quanto porgeva facile appiglio a Sua Maestà di ribadire sue intenzioni con

trarie a qualsiasi azione militare contro Bulgaria, e richiedere formalmente ritiro immediato truppe alleate. Benkendorff ha detto essenziale era di trovare il modo impedire che gli austro-tedeschi giungano a Costantinopoli.

Ha replicato Grey che truppe alleate si troverebbero in una posizione militare impossibile se ma,lgrado opposizione greca penetreranno nei Balcani, perchè in tal caso mancherebbero di qualsiasi base per approvvigionamenti.

Grey ha concluso che la questione era stata stamane esaminata sotto ogni aspetto dal Consiglio dei ministri. Con ciò mi è sembrato egli volesse lasciare intendere non desiderava ulteriore discussione. A questo punto Benkendorff ed io non avendo null'altro da dire abbiamo preso congedo. Cambon è rimasto con Grey forse per tentare di fargli mutare avviso e comunque per annunziargli che presidente del Consiglio e ministro della marina francese giungeranno qui domattinaper discutere sul da farsi.

Dal linguaggio tenuto da Cambon a Benkendorff ed a me prima dell'udienza si capiva facilmente propendere egli per non tenere conto alcuno opposizione greca, affrettare operazioni sbarco Salonicco, abbandonare penisola Gallipoli e trasportare nei Balcani intero col'po di spedizione nei Dardanelli.

Dall'intonàzione del linguaggio di Grey e di Nicholson trarrei per contro impressione che questo Governo non intenda abbandonare Gallipoli e comunque non procedere ad att1i costituenti violazione della neutralità greca.

Queste sono impressioni raccolte oggi. Non potrei per il momento dire se e fino a qual punto predette tendenze di questo Governo saranno modificate in seguito al colloquio con i ministri francesi. Confesso, però, che sarei sorpreso se Governo britannico che è entrato in guerra per difendere violazione della neutralità belga prendesse decisioni contraddicenti ai principi finora sostenuti.

(l) Cfr. n. 872.

875

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 7051/380. Manchester, .......... . (per. ore 6,20 del 7 ottobre 1915).

Segretario di stato ha dichiarato emozione che producono notizie qui divulgate delle atrocità commesse dai turchi sugli armeni e in conseguenza appello a tale riguardo pubblicamente rivolto a questo Governo. Esso (?) ha telegrafato ambasciatore Stati Uniti Costantinopoli far presente Governo ottomano che se siffatte atrocità continuassero perpetrarsi, sentimenti nazione americana non potrebbero che manifestarsi ostili nazione ~che ne è responsabile.

876

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALLE AMBASCIATE E LEGAZIONI (1), ALL'AGENTE DIPLOMATICO E CONSOLE GENERALE AL CAIRO, SERRA, AL COMANDANTE MILITARE DI RODI, CROCE, E AL CONSOLE A VALONA, LORI

T. 3577. Roma, 7 ottobre 1915, ore 15,30.

Prego comunicare a codesto Governo che il R. ministro a Sofia ebbe istruzioni di chiedere passaporti e che oggi stesso vennero rimessi i passaporti a questo ministro di Bulgaria.

877

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1864/467. Londra, 7 ottobre 1915, ore 10,37 (per. ore 2,50 dell'8).

Nel pomeriggio di oggi doveva aver luogo una conferenza fra ministro francese e quello britannico per prendere una decisione. Conferenza è stata preceduta da uno speciale Consiglio dei ministri tenutosi stamane.

Nicolson ha detto Benckendorff ed a me che Elliot era stato ricevuto in udienza dal re di Grecia prima di ricevere le istruzioni di cui al mio telegramma di ieri Gab. n. 466 (2) ed aveva da Sua Maestà avuto risposta evasiva circa le intenzioni della Grecia a riguardo dei suoi obblighi verso la Serbia.

Nicolson supponeva Elliot al ricevere il telegramma di Grey avrebbe chiesto una seconda udienza.

Dal linguaggio di Nicolson vedo che qui si continua ad annettere primaria importanza a chiarire e precisare innanzi tutto le disposizioni del Governo ellenico sia a riguardo della Serbia sia circa lo sbarco ed il passaggio delle truppe alleate in Macedonia.

Fino a questo momento, osservava il Sottosegretario di Stato, la posizione degli alleati verso la Grecia è giuridicamente ineccepibile, lo sbarco delle truppe essendo avvenuto d'intesa con il Governo ellenico, anzi a sua richiesta. Questa posizione tuttavia muterebbe radicalmente il giorno in cui quel Governo, modificando le sue primitive decisioni, dichiarasse definitivamente la sua neutralità nel conflitto serbo-bulgaro e protestasse sul serio contro la permanenza delle truppe anglo-francesi sul territorio greco.

Benckendorff ha ripetuto che essenziale è di aiutare la Serbia, la quale,

se lasciata sola, potrebbe essere ,costretta a fare una pace separata. Collega

sembrava personalmente favorevole all'idea di Cambon di trasportare cioè in

Macedonia tutte le truppe attualmente nella penisola di Gallipoli, facendo

rilevare che se gli austro-tedeschi arrivano a Costantinopoli, e vi giungeranno sicuramente se non si agisce presto, la posizione di quelle truppe diventa insostenibile e il disastro sarà anche maggiore.

Nicolson pur constatando che la situazione è grave e la soluzione problematicamente difficile, si è tenuto sulle ,generali astenendosi naturalmente dal manifestare apprezzamenti in merito alle eventuali decisioni di questo Governo.

Io ho tenuto linguaggio prescrittomi da V. E. con telegramma Gabinetto

n. 1167 (1). Non ho potuto vedere Cambon occupato con il suo ministro.

(l) -Meno Parigi, Londra, Pietrogrado, Sofia, Nisch, Ate:1e e Bucarest. (2) -Cfr. n. 874.
878

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1869/481. Bucarest, 7 ottobre 1915, ore 15 (per. ore 6,10 dell' 8).

Telegramma di V. E. Gab. n. 1147 (2).

Le conseguenze dell'errore commesso ·colla Romania quando, dopo aver rifiutato di concederle in tempo utile quanto occorreva, si cedette su tutta la linea in un momento in cui si doveva ben sapere che non si sarebbe riusciti a farla entrare in azione, sono evidenti nelle presenti circostanze. Se infatti si avesse avuto ancora qualche ·compenso da offrirle si sarebbe potuto cogliere la prima occasione per cercare di impegnarla al nostro fianco, tenendo presente che la partecipazione della Bulgaria alla guerra europea pone la Romania in una situazione oltremodo difficile e può da un momento all'altro isolarla completamente dall'Europa.

Oltre alla comunicazione per la Bessarabia, chiusa ormai via di . Sofia, non rimane alla Romania che la via di Belgrado colla traversata del Danubio tra Turno e Prahovo e tale traversata verrà certamente impedita quanto prima dai bulgari.

Per il momento però non si può contare sopra un mutamento di contegno da parte della Romania: Bratianu me lo ha detto esplicitamente (mio telegramma Gab. n. 480 (3). Mio collega di Russia mi dice che con lui Bratianu ha tenuto un linguaggio più promettente cir,ca impegni d'ordine politico-militare. Portando la sede delle trattative finanziarie da Londra a Bucarest confermo che l'unico mezzo .yer influire su queste sfere dirigenti è quello di avere qui un Agente finanziario, assolutamente estraneo alla diplomazia ed in generale alla burocrazia, il quale sappia mettere in moto tutte quelle molle che possono agire in un paese come questo. Così ha fatto la Germania qui ed altrove e così dovrebbe fare Intesa se vuole giungere ad un risultato qualsiasi: la diplomazia da sola non otterrà nulla. Governo britannico ha qui mandato in questi giorni il signor Bennett, direttore dell'ufficio commerciale al Foreign Office quale delegato ,commerciale; ma anch'egli non servirà a nulla

giacchè è un vero e proprio uomo d'affari ·che ci vuole e non un funzionario.

Avverto infine che tutte le domande di divieto di transito che s'impongono alla Romania non hanno più alcun valore. La Romania sarà tagliata fuori da ogni contatto colle Potenze occidentali dell'Intesa e non essendo essa un paese industriale dovrà per vivere necessariamente approvvigionarsi in Germania ed in Austria e sicuramente questi due Stati non le daranno nulla senza adeguati compensi.

Ma io faccio osservare (e lo ·comunico all'E. V. a titolo riservatissimo) che i miei colleghi dell'Intesa sono soliti farsi illusioni. È probabile che il Presidente del Consiglio abbia approfittato del fatto che essi non lo mettevano coi piedi al muro con domande precise per lasciare loro qualche speranza in una prossima favorevole decisione della Romania allo scopo di ottenere dalla Russia cavalli e materie .prime per la fabbricazione di materiale da guerra (mio telegramma n. 475) (1), dalla Francia armi e munizioni, e dall'Inghilterra macchine utensili e specialmente danaro.

Contegno della Romania dipende ormai più che dalla volontà del suo Governo e dall'azione ·che l'Intesa può spiegare qui, dall'andamento della guerra. Se tuttavia qual·che cosa può ancora eserdtare qui un'influenza qualsiasi è la questione finanziaria. La Romania dovrà ben presto ricorrere nuovamente al credito cosl per le sue necessità militari come per altri bisogni dello Stato ed anche dei privati rovinati dalla cessazione dell'esportazione dei cereali. Sta quindi all'Inghilterra, che sola è in grado di provvedere alle necessità finanziarie di questo Stato, di trarre partito da tale favorevole situazione, non dando un •soldo senza precisare la Romania sarà ·costretta a lasciar passare più o meno palesemente se non materiale da guerra vero e proprio almeno delle materie prime per la fabbricazione di esso e dei combusttbili liquidi oltre beninteso ai cereali (2).

(l) -Cfr. n. 872. (2) -Cfr. n. 858. (3) -Non pubblicato.
879

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 70701739. Pietrogrado, 7 ottobre 1915, ore 6,25 (per. ore 9,40 delL' 8).

Commenti ufficiali al comunicato governativo, cui riferiscesi mio telegramma n. 738 (3), dicono diplomazia russa cercando innanzi tutto assicurare vittoria, doveva procurare riavvicinamento serbo-bulgaro, senza del quale era impossibile creare blocco balcanico militante accanto all'Intesa. Finchè rimaneva filo di speranza di prevenire nuova guerra fratricida, le potenze, in nome dello scopo ·comune, non potevano rinunziare loro tattica di pacificazione. Perfino dopo accordo turco-bulgaro, codesti stati cercarono togliere alla Bul

garia ogni pretesto di attacco contro Serbia, garantendo alla prima oggetto sue aspirazioni. • Da questa dichiarazione, conclude comunicato, Bulgaria fu costretta scoprire proprio giuoco e palesare ,che, indipendentemente da questa

o quella soluzione della questione macedone, essa aveva vincolato sua sorte a quella della Germania. Popolo russo apprenderà con pena che rappresentante imperiale ha lasciato il paese redento dalla Russia e che esso, per colpa del re e del Governo da lui prescelto, si trova alleato con i nemici della Russia e perfino dello stato, che fu il suo oppressore •.

(l) -Non pubblicato. (2) -Ritrasme.sso a Londra, Parigi e Pietrogrado con t. gab. 1181 del 9 ottobre. (3) -T. 7068/738, pari data, che non si pubblica: comunicato governativo russo contenente un'esposizione riassuntiva dell'azione diplomatica svolta dalla Russia nei Balcani d'accordo con gli alleati dall'agosto 1914.
880

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, SALANDRA

(Carte Salandra, Lucera) (l)

L. P. Roma, 7 ottobre 1915.

È venuto stasera da me Barrère e mi ha posto nettamente la questione del desiderato nostro concol'so nell'impresa Balcanica, non solo in mare ma anche in terra. Diceva che dal lato militare egli aveva ragione di credere, da quanto gli veniva riferito dall'addetto francese presso il nostro comando, che Cadorna ne ammetteva la possibilità.

Gli ho risposto che non mi sentivo autorizzato a dar.gli senz'altro una risposta definitiva, ma ·che, dopo avere già esaminata la questione e averne discusso anche coi .colleghi, ritenevo che non fossimo in ·condizioni da poter aggiungere ai ,compiti già assunti un'altra spedizione militare lontana. Tanto la situazione nostra finanziaria, quanto quella del munizionamento e dell'organizzazione nostra militare ·ce lo vietavano, per quanto riconoscessi tutta l'importanza mol'ale e politica della cosa.

Avrei riesaminata la cosa ,con Te e con i tecnici, ma personalmente non vedevo la possibilità di decidere diversamente.

Quanto al blocco, ritenevo che ·si .sarebbe :potuto prendervi qualche parte. Del resto nel Carso e sulla frontiera austriaca eravamo decisi a spingere la lotta fino all'estremo punto possibile; ma appunto perciò non potevamo sparpagliare le non eccessive nostre risorse (2).

Barrère mi pregò di riesaminare la questione insieme con gli altri. Io seguito a ·credere ·che non siamo in grado di fare nulla da questo lato. Pensaci. Ne parleremo insieme.

P. S. Dai telegrammi vedrai ·come per ora la Grecia non si oppone alla continuazione dello sbar,co a Salonicco e non interrompe la sua mobilitazione; ma il Re, che ha chiamato Zaimis per fare un Ministero con Gounaris, Teotokis e Rallts, tutti tedescofili, non ammette di entrare in guerra con la Germania, e ha evidentemente preso qualche accordo ·con la Bulgaria.

Rìspo~ta anaÌoga a quella a Barrère circa la partecipazione dell'Italia fu data a Giers 1'8 ottobre ibid. p. 241. Vedi anche ibid., pp. 242-244 l'annotazione dell'H ottobre sulle ragioni che rende;,..ano '« impossibile • l'intervento dell'Italila nei Balcani.

40 -Document-i diplomatici-Serie V-Vol. IV

(l) Edita in B. VrGEZZI, I problemi della neutralità, cit., pp. 68-69.

(2) Fino a questo punto il testo è identico a q~el~o dell'annotazione del 7 ottobre in SoNNINO Diario vol. II cit., pp. 239-240; manca nel D1ano la parte susseguente della lettera.

881

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, SALANDRA, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

(ACS, Carte Salandra)

T. s. N. Roma, 8 ottobre 1915, ore 9.

Le previsioni più pessimiste prospettate a V. E. nel mio telegramma del 5 agosto (l) circa i risultati dell'azione diplomatica della Quadruplice nella penisola balcanica si sono completamente verificate. Nè di dò mi vanto perchè erano facilissime previsioni dettate dal senso comune. Invece non si è punto verificata l'azione risolutiva nei Dardanelli che cotesti circoli politici e militari facevano credere a V. E. prossima allora e conclusiva al più tardi per la metà di ottobre come dal telegramma di risposta di V. E. in data 9 agosto (2). E s'intende che la Bulgaria già predisposta bene verso i nostri comuni nemici e forse con essi legata non solo abbia dispregiate le nostre profferte di vantaggi lontani e ipotetici ma profitti della occasione per schierarsi apertamente contro di noi e addentare l'agognata preda della Macedonia. Frattanto Grecia e Romania non si muovono e non è escluso che, procedendo le cose di questo passo, passino dall'altra parte specialmente la Romania che non teme la nostra preponderanza in mare e potrebbe se perdesse ogni speranza verso l'Ungheria, acconciarsi a prendere la Bessarabia. Tale è la situazione che conviene esaminare a fondo e contemplare senza illusioni non a scopo d'inutili vicendevoli recriminazioni ma per avvisare ai mezzi di fronteggiarla. Io spero che ci persuaderemo che essa non si fronteggia baloccandosi intorno ad ipotetiche assegnazioni e spartizioni di territorii che non abbiamo conquistati e che i neutri non credono più ,che conquisteremo ma quelli che rimarranno tali saranno attratti verso di noi per dare il colpo dedsivo soltanto se e quando crederanno al nostro sopravvento. Per ora non ci credono; anzi credono il contrario.

La conclusione di queste amare ma schiette e ponderate considerazioni è che la Quadruplice non possa per ora fare assegnamento se non sopra le sue proprie forze e debba apprestarsi a portarle senza indugio all'estremo limite a cui ciascuna delle quattro potenze alleate può arrivare. Ciò dovrà compiersi durante l'inverno prossimo per essere pronti a primavera a dare i colpi decisivi, o almeno per essere in tale apparato di forze che un possibile per quanto non sperabile rinsavimento generale induca i due gruppi contendenti a persuadersi che l'uno non può schiacciare l'altro e che conviene a tutti cercare le basi di un equo componimento.

Noi siamo disposti a fare questo estremo sforzo. Non ci mancheranno sicuramente gli uomini. Ritengo che siamo in via di risolvere quasi esclusivamente con le nostre forze e con opportuni scàmbi, il problema delle munizioni. Ma no:1 possiamo assolutamente da soli risolvere il problema finanziario e procurarci i mezzi necessarii ad accrescere nella misura che occorrerà per una poderosa

offensiva il numero e il munizionamento del nostro esercito. È per questo che il ministro degli esteri ha dato a V. E. le opportune istruzioni per rappresentare al governo inglese che ci è necessaria la disponibilità di almeno tre miliardi di franchi di cui una parte in America, beninteso sotto la forma di prestiti ad eque condizioni. Il presente telegramma serve soltanto a dare a

V. E. l'impressione che si tratta di una necessità assoluta e non riducibile. Il nostro sforzo bellico è condizionato alla disponibilità della detta somma, alla quale dovremo aggiungere in maggior misura tutto ciò che il paese potrà dare mediante prestiti all'interno ed altri mezzi di tesoreria. A dimostrare intanto la serietà dei nostri propositi finanziari abbiamo già accresciute per decretolegge parecchie imposte. Altre ne accresceremo e ne istituiremo con altri decreti in corso. Ma i loro proventi non potranno servire se non ad assicurare il servizio dei prestiti che abbiamo contratti e dovremo contrarre per ingenti somme all'interno e all'estero.

Se dal governo inglese non avessimo una categorica assicurazione affermativa, noi ci troveremmo paralizzati e rimanendo fedeli, come siamo stati e siamo, ai nostri impegni, potremmo mantenerli soltanto nella misura delle nostre forze e senza poter portare un valido concorso alla grande offensiva comune.

Voglia V. E. che tanto contribuì ·col consiglio e con l'opera a creare la situazione internazionale della quale abbiamo insieme la responsabilità, investirsi pienamente dei doveri, se anche penosi, che essa impone e in conseguenza parlare costà con fermo e schietto linguaggio.

Lascio al criterio di V. E. di dare o no lettura in tutto o in parte, di questo telegramma, sempre in via amichevole e strettamente .confidenziale, ad Asquith e a Grey.

(l) -Cfr. n. 525. (2) -Cfr. n. 563.
882

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1874/134. Atene, 8 ottobre 1915, ore 2,30 (per. ore 20,35).

Nel colloquio di ieri con Zaimis (mio telegramma Gabinetto n. 132) (l) Ministro di Francia fece comprendere al Presidente del Consiglio che 'condizione perchè Francia continuasse ad accordare alla Grecia promesso sussidio finanziario era che continuasse mobilitazione greca. Naturalmente Zaimis dette le più ampie assicurazioni al riguardo. Ciò non astante mi si assicura da molte fonti che mobilitazione già indetta per 24 classi si vada insensibilmente e quasi automaticamente riducendo tanto che contingenti truppe che saranno effettivamente sotto le armi si ridurranno a poca cosa. Si può dire senza errare che tutta l'opinione pubblica è contraria alla mobilitazione e tanto più alla guerra. Ciò spiega come .caduta di Venizelos

non astante le molte simpatie che gode ancora nel Paese sia stata quasi da tutti accolta con una specie di senso di sollievo.

(l) Non pubblicato: nuovo gabinetto greco Zaimis-Gunaris.

883

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1879/135. Atene, 9 ottobre 1915, ore 3,30 (per. ore 20,20).

Ministro d'Inghilterra mi ha detto che ha proposto al suo Governo di precludere alla Grecia le vie dei rifornimenti allo scopo di eccitare il popolo ad una rivoluzione anti-dinastica. Tanto lui che ministro di Francia non possono perdonare al paese la disillusione subìta in questi giorni dalle loro troppo facili musioni (l).

884

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1885/137. Atene, 9 ottobre 1915, ore 15 (per. ore l del 10).

Seguito mio telegramma n. 132 (2).

Fra membri del nuovo Gabinetto merita speciale attenzione il signor

Theotoky. Quantunque più che settantenne è ancora vigoroso nè la sua car

riera politica può .considerarsi come finita. I suoi .precedenti germanofili sono

ben noti nel mondo politico e risultano da tutta la mia corrispondenza nonchè

da quella del mio predecessore. Allorquando verso fine del 1913 il compianto

marchese di San Giuliano mi interrogò circa la possibilità di condurre Grecia

nell'orbita della Triplice Alleanza io con piena conoscenza di causa potei indi

cargli il Theotoky come organo principale ·Che avrebbe potuto servire per simile

operazione. Nei frequenti soggiorni dell'Imperatore di Germania a Corfù Sua

Maestà si è stretto di amicizia personale con Theotoky. Il di lui figlio mag

giore è ministro di Grecia a Berlino e appare essere nelle più strette confi

denze di quel Gabinetto. Figlio minore è Cavaliere d'onore della Regina di

Grecia. Dal mio telegramma n. 535 risulta in quali termini ostili nell'ultima

seduta Camera si espresse sulle potenze dell'Entente e in modo speciale sul

l'Italia.

Attuale Ministero ellenico è un organismo ipertrofico che non potrà du

rare. Fra le numerose ipotesi che si possono fare circa successione di esso non

è fra le meno verosimili un Gabinetto Theotoky con dissoluzione della Ca

mera. Con quale conseguenza per la nostra influenza qui, non è chi non vede (3).

p. -242.
(l) -Ritrasmesso a Londra, Parigi, Pietrogrado e Bucarest con t. gab. 1188 del 10 ottobre. (2) -Cfr. p. 553, nota. (3) -Cfr. le dichiarazioni del ministro Coromylas, per incarico del nuovo presidente Zaimis, a Sonnino sulle direttive generali del Governo greco in SoNNINO, Diario, vol. II, cit.,
885

L'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1890/410. Parigi, 9 ottobre 1915, ore 20,30 (per. ore 12,05 del 10).

Continuazione mio telegramma Gabinetto n. 409 (1).

Si teme che trascorra troppo tempo prima ·che arrivino in Macedonia i 150 mila anglo-francesi annunziati ed anche dopo .giunti colà si tem~ che il numero sia insufficiente per possibili sorprese. E siccome si crede difficile che Francia e Inghilterra potranno mandare più di 150 mila uomini si fa assegnamento sul concorso della Russia e dell'Italia. A questo proposito va tenuta presente la psicologia speciale della Nazione francese. Al principio della guerra la dichiarazione di neutralità dell'Italia fu accolta con una esplosione di riconoscenza ma passato un paio di mesi fu ritenuta per l'Italia come doverosa e passato un altro paio di mesi giudicata insufficiente e si disse generalmente che l'Italia aveva il dovere di intervenire nella guerra per la Francia. Deciso il nostro intervento si è dpetuto lo stesso fenomeno e non apprezzando al loro giusto valore i servizi resi dall'Italia all'Intesa col distrarre dal fronte russo una parte delle forze austriache si parla oggi del dovere dell'Italia di intervenire in Macedonia. Quanto io significo oggi a V. E. non è in contraddizione colle informazioni precedentemente date circa la partecipazione dell'Italia all'impresa dei Dardanelli. A questa, qui nessuno pensava seriamente perchè l'attacco ai Dardanelli era iniziativa inglese alla quale la Francia si era dovuta associare per forza e nel cui successo nessuno contava. Oggi inve,ce l'intervento della Russia e dell'Italia in Macedonia è imperiosamente richiesto da tutti. Ciò

è accaduto improvvisamente da ieri mattina e cioè da quando si è appreso che l'esercito greco non marciava più contro la Bulgaria. Solamente dopo che si è saputo ciò è apparsa la necessità e opportunità dell'intervento russo e italiano.

Io non so che cosa vorrà fare il R. Governo il quale in ogni caso dovrà prima risolvere varie pregiudiziali; e cioè: l" -se comandante in Capo dell'esercito italiano possa e voglia dare il numero di uomini nella misura necessaria per fare una buona figura e portare un concorso efficace; 2" -se date le giuste preoccupazioni per la nostra situazione finanziaria col prolungarsi della guerra possiamo addossarc·i il nuovo rilevantissimo onere di una spedizione lontana; 3" -se non vi sia possibilità che il popolo, il quale non può comprendere certamente necessità politica, intelligibile solo per coloro che sono al corrente della situazione internazionale, sopporterà le notiz·ie di nostre possibili gravi perdite in Macedonia colla stessa virile serenità ·colla quale accetta i sacrifici di vite alla frontiera austriaca; 4o -se le diffidenze della Grecia e della Serbia non possano far correre il rischio che le disposizioni della Grecia circa il passaggio per Salonicco abbiano a cambiare e che le truppe italiane abbiano a ricevere dalle popolazioni serbe della Macedonia una accoglienza

meno lieta di quella delle truppe anglo-francesi. Finalmente quando risolti favorevolmente tutti i precedenti quesiti si deliberasse l'intervento in Macedonia parrebbe a me che noi dovessimo sempre subordinarlo a due espresse condizioni e cioè: l o -che l'Inghilterra addivenisse coll'Italia ad un serio accordo per la questione del Senussi; 2° -che fosse seriamente assicurata la nostra situazione finanziaria per la durata della guerra nella ragionevole previsione di un anno a partire da oggi.

(l) T. gab. 1878/409, pari data, che non ,si pubblica: delusione dell'opinione pubblica in Francia per gli scarsi risultati dell'offensiva anglo-francese e inquietudine per la situazione in Oriente.

886

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. S. R. 1893/487. Bucarest, 10 ottobre 1915, ore 8,21 (per. ore 15,50).

Telegramma di V. E. Gabinetto n. 1106 (1).

Ho rimesso stamane in speciale udienza a S.M. la Regina di Romania telegramma di Nostra Augusta Sovrana.

Regina Maria si è mostrata oltremodo lieta di ricevere telegramma di

S. M. la Regina ed ha aggiunto che attende con vivo desiderio ed impazienza annunziatale Lettera Sovrana.

Sua Maestà si è poi degnata intrattenermi della situazione e mi ha detto che quando sarà venuto momento di entrare in azione non vi sarà da temere che l'Augusto suo Consorte vi si opponga. Ha aggiunto che l'impressione riportata dal signor Take Jonesco in seguito ad udienza accordatagli dal Re Ferdinando (mio telegramma Gab. s. n. 1468) deve essere in parte il risultato di un malinteso ed in parte la conseguenza del fatto che il signor Take Jonesco deve aver esasperato Sua Maestà stringendolo troppo dappresso colle sue questioni. Però avervi concorso linguaggio oltremodo arrogante tenuto verso il Sovrano dal fratello del Take Jonesco che è rettore di questa Università.

Regina mi disse poi che lo sbarco truppe dell'Intesa a Salonicco ha molto impressionato Re Ferdinando e che se tali truppe raggiungessero un effettivo ingente ciò avrebbe una grande influenza sulle decisioni di Sua Maestà e del Governo romeno.

Non ho mancato di far presente alla Regina quanto il momento sarebbe favorevole all'entrata in azione della Romania la quale potrebbe così avere una parte predominante su questo teatro della guerra europea. Per contro ho fatto osservare a Sua Maestà che ove Serbia fosse schiacciata Romania rimarrebbe assolutamente isolata 'in balia della Germania che non mancherebbe imporle almeno il disarmo.

Sua Maestà ha ,convenuto di ciò e mi ha assicurato che ne avrebbe intrattenuto Augusto suo Consorte. Credo opportuno avvertire che nel corso della conversazione mi ha detto esserLe stato riferito che l'Italia non avanza nè intensifica la sua azione per

non trovarsi >in conflitto anche ·colla Germania e che anzi ciò sarebbe il risultato d'intese tra Italia e Germania. Ciò è da mettere in relazione con quanto Bratianu ha detto al Ministro di Francia (mio telegramma Gabinetto segreto

n. 485) (1).

Sua Maestà mi ha comunicato infine che suo cognato Principe Hohenlohe il quale è da ieri sera ospite di questa Corte, Le ha detto che a Costantinopoli ci si attendeva a che alleati forzassero Dardanelli fin dai primi giorni in cui egli giunse colà e non ci si è ancora resi ·conto come anglo-francesi non vi siano riusciti neppure fino ad ora.

Recriminazioni del generale d'Amade di cui al mio telegramma n. 483 Gab. (l) fornirebbero forse spiegazione di tale insuccesso.

(l) Non pubblicato.

887

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1897/139. Atene, 10 ottobre 1915, ore 14 (per. ore 18,55).

Mio telegramma n. 133 (1).

Questo presidente del Consiglio smentisce ener.gicamente notizia del trattato bulgaro-austro-germanico notizia di cui venne data diffusione nei giornali. Ciò dà luogo a polemiche di stampa e ad interviste coi ministri i quali tutti si dimostrano poco disposti credere alla rivelazione inglese. Giornali germanofili considerano la rivelazione come un modo di agire di Elliot per spargere diffidenze contro la Germania nella quale invece la Grecia deve avere piena fiducia.

888

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1894/138. Atene, 10 ottobre 1915, ore 14,50 (per. ore 19).

Questo ministro di Serbia ha avuto da Zaimis una dichiarazione esplicita che la Grecia non si ·Considera obbUgata dal trattato di alleanza a mettersi in guerra coll'Austria-Ungheria. Assi·curazioni in tal senso furono date all'AustriaUngheria fin dalla ·conclusione del trattato e fu Zaimis stesso che recatosi nell'autunno del 1913 a Vienna in missione per annunziare avvenimento al trono del Re Costantino, parlò in tal senso all'Imperatore d'Austria-Ungheria. Secondo dichiarazione di Zaimis a ministro di Serbia, Grecia non entrerà in guerra ·Che nel caso solo ed unico che la Bulgaria la attaccasse. Ma essa è pressochè sicura .che ciò non avverrà avendo avuto le più rassi·curanti promesse al

riguardo sia dalla Bulgaria stessa sia dalla Germania. Uguale linguaggio ha tenuto Zaimis con questo ministro di Russia e ministro di Francia. Col ministro d'Inghiljerra hanno parlato nello stesso senso Theotoky, Dragoumis e Gunaris. Cosicchè mi sembra che non vi possa ormai essere dubbio di sorta sulla attitudine della Grecia. Quanto a Venizelos esso ha detto ad alcuni miei colleghi che non attaccherà ministero e lo lascierà vivere per qualche tempo. Egli non vuole provocare nuove crisi e nuovi dissensi colla corona. Segue rapporto.

(l) Non pubblicato.

889

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2003/472. Londra, 10 ottobre 1915, ore 22,38 (per. ore 9,30 dell' 11).

Ho avuto un colloquio testè con Balfour che aveva espresso desiderio di vedermi. Premesso che mi parlava non a nome del Governo ma a titolo puramente confidenziale giustificato dalla cordialità delle nostre relazioni personali, mi ha intrattenuto della questione dei nostri fucili Wetterly. La Russia che ha sensibilmente accresciuto la produzione di munizioni e dei cannoni ha assolutamente bisogno di fucili e li chiede con premurosa insistenza. Dargliene in questo momento due o trecentomila, dò che secondo lui noi possiamo fare senza detrimento nostro armamento, avrebbe importanza capitale perchè equivarrebbe a facilitare sensibilmente la già migliorata situazione militare, ciò che è nell'interesse comune di tutti gli alleati. Il rifiuto nostro invece potrebbe esporre la Russia a nuovi gravi insuccessi, la ripercussione dei quali in vista pure della aggravata situazione balcanica si farebbe subito sentire anche nel Mediterraneo ed in tal caso, per fronteggiare seri pericoli in quei paraggi, egli si vedrebbe costretto a ritirare dall'Adriatico i sottomarini inglesi che è stato ben lieto di mettere a disposizione del nostro comando, mantenendo, ben inteso, sempre intatto il quantitativo delle navi sUpulato nella convenzione di Parigi.

Ho risposto gli avr.ei anch'io parlato a titolo personale e coll'abituale mia franchezza. Il ministero della guerra, ho detto, si oppone finora con massima tenacia alla cessione dei fucili Wetterly e tale opposizione non è certamente determinata da capriccio o da mancanza di buona volontà nel venire in aiuto di un alleato, ma è unicamente motivata dalle supreme esigenze della difesa nazionale.

Ciò stante l'unico argomento ·che potrebbe forse permettere a V. E. di tentare qualche nuovo sforzo per persuadere ministro della guerra sarebbe la ricevuta assicurazione positiva di una pronta conclusione del noto accordo finanziario. Se noi non possiamo essere sicuri di avere a tempo le risorse finanziarie sufficienti per intensificare il nostro armamento dovremmo fronteggiare la situazione militare con i soli mezzi di cui ora disponiamo e ciò ci precluderà ogni possibilità di fare per la causa comune i supremi sforzi che, messi nelle condizioni volute, saremmo disposti a fare.

Su questo punto ho aggiunto ·credevo di essermi in modo chiaro già spiegato con Grey. Balfour ha replicato le difficoltà finanziarie essere ora divenute male comune e generale ma naturalmente egli non poteva entrare in tale questione di competenza esclusiva del cancelliere dello scacchiere.

Ho risposto che nemmeno io intendevo discutere con lui in proposito e aveva solo desiderato metterlo al corrente della nostra situazione ed indicargli il solo mezzo che potrebbe consentire a V. E. di intervenire efficacemente per dare alla questione dei fucili una soluzione conforme al desiderio da lul manifestatomi.

Balfour ha in conclusione insistito nell'affermare che la preghiera rivoltaci era giustificata da un sommo interesse non inglese ma di un'altra potenza alleata nello intento di giovare alla causa comune ed ha ripetuto che sarebbe dolentissimo di dovere in caso di bisogno ritirare sottomarini dall'Adriatico.

Al che ho replicato che mi rendevo perfettamente conto della convenienza di venire in aiuto della Russia ma d'altra parte dovevo pure riconoscere che il ministro della guerra ha l'imprescindibile dovere di provvedere anzitutto ai bisogni della difesa nazionale seguendo in ciò l'esempio di Kitchener che si è recisamente opposto a darci ·le mitragliatrici di cui avevamo così pressante necessità.

Avendo egli osservato che noi disponiamo di un quantitativo di eccellenti fucili più che sufficienti ai nostri più grandi bisogni, ho risposto che nella materia io non potevo avere opinione diversa da quella del ministro della guerra solo giudice competente.

890

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, SALANDRA

(ACS, Carte Salandra)

T. S. N. Londra, 10 ottobre 1915, ore 18,25 (per. ore 17 dell' 11).

Desidero anzi tutto assicurare V. E. che conscio e penetrato massimo nostro interesse ad una sollecita favorevole soluzione questione accordo finanziario itala-britannico, io avevo già, in ossequio ordini ministro affari esteri, in due precedenti ·colloqui tenuto linguaggio molto preciso e di tutto punto corri-spandente intendimenti di lei.

In vista tuttavia somma importanza telegramma di V. E. (l) contenente lucida esatta esposizione attuale situazione alleati, e confermante con codesto ministro supremo autorità argomenti e considerazioni da me ·già esposti circa imperiose necessità pronta ·conclusione accordo predetto, ritenni sotto ogni aspetto desiderabile renderne senza indugio edotto Grey, al quale ne diedi lettura ieri stesso.

Valendomi facoltà !asciatami da V. E., mi parve opportuno omettere soltanto due passaggi, quello cioè relativo alla tentata e non riuscita azione inglese ai Dardanelli; e l'altro ·con cui si accenna possibili ricerche di un equo

componimento a primavera prossima. Terminata lettura, dissi a Grey che l'amichevole confidenziale comunicazione di V. E., Io poneva oramai al corrente del pensiero intimo di lei, e rendeva... (l) ulteriori commenti e considerazioni da parte mia, che del resto non sarebbero stati se non ripetizioni di •Cose già dette.

Segretario di Stato ascoltò con massima attenzione, prese di tutto appunto, e due volte mi pregò di ripetergli traduzione inglese ultimo passaggio, che trascrisse per intero dalle parole: • se dal Governo inglese non avessimo categorica assicurazione • fino alle parole: • valido concorso grande offensiva comune •. Circa l'accordo finanziario segretario di stato non espresse alcuna opinione nè sollevò obiezioni e difficoltà. Confermò soltanto che cancelliere dello scacchiere mi avrebbe ricevuto domani, manifestando intenzione presenziare possibilmente conferenza. Sulla situazione .generale non fece rilievi. Osservò soltanto non aver mai nutrito troppa fiducia nel risultato negoziati con Bulgaria, persisteva però nel ritenere che essi si imponevano non fosse altro per dimostrare agli occhi del pubblico, sia nei paesi alleati, sia in Bulgaria, lealtà serietà intenzioni governi alleati.

Grey mi informò avrebbe comunicato al primo ministro contenuto telegramma V. E. Sui particolari del colloquio di domani, riferirò naturalmente al ministro affari esteri.

Se V. E. desidera esserne pure direttamente informato le sarò grato di volermelo significare.

(l) Cfr. n. 881.

891

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 1896/439. Pietrogrado, 11 ottobre 1915, ore 2 (per. ore 8).

Sazonoff ha oggi telegrafato a Londra raccomandazioni vivissime perchè quel Governo appiani sollecitamente questioni finanziarie nel senso desiderato dall'E. V. facendo rilevare che dal loro assetto dipende soluzione problema di vitale importanza per la Russia e per la guerra quale è l'ottenimento dei fucili dall'Italia (2).

892

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2006/473. Londra, 11 ottobre 1915, ore 3,45 (per. ore 18,55).

Dal modo con cui mi parlò Balfour ebbi impressione che spedizione militare nei Balcani incontra scarsa sua simpatia e gli cagiona preoccupazioni. Egli accennò alle grosse difficoltà logistiche, alla incertezza dell'atteggiamento

della Grecia, agli ostacoli da superare per avviare truppe su di una sola linea ferroviaria a binario unico, alla situazione insostenibile in cui dette truppe si troverebbero qualora Grecia per un motivo o per l'altro chiudesse porto di Salonicco e impedisse l'ulteriore sbarco di uomini e di materiali per i rifornimenti.

Ad una domanda da lui rivoltami circa eventuale nostra partecipazione risposi ignorare al riguardo le intenzioni del R. Governo.

Il corrispondente militare del Times esprime sostanzialmente vedute analoghe a quelle di Balfour sostenendo che spedizione potrà costituire un successo soltanto se Grecia o Romania o entrambe entrano in campo. Corrispondente insinua da ultimo in forma dubitativa se sarebbe opportuno distrarre forze dal fronte principale dove occorre fare lo sforzo decisivo.

Articolo di fondo del Times contiene un nuovo aspro attacco contro Foreign Office, ministero della guerra ed in generale eontro tutta l'azione del Governo e si intravede intenzione di sollevare opinione pubblica eontro primo ministro.

Articolo contiene seguente frase che ci riguarda direttamente e nella quale si ritrova facilmente l'influenza di Steed: • gli ostacoli della diplomazia degli alleati sono stati inoltre accresciuti dall'adesione dell'Italia colle sue speciali domande sulla costa orientale adriatica •.

Il parlamento si riapre domani.

(l) -Gruppo indecifrato; forse « inutili •. (2) -Ritrasmesso a Londra con t. gab. 1193, pari data, ore 20.
893

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 1198. Roma, 11 ottobre 1915, ore 20,30.

(Meno Atene) Ho telegrafato al R. ministro ad Atene quanto segue:

(Per tutti) Questo ambasciatore di Francia mi ha comunicato le istruzioni date al ministro francese ad Atene, perchè insieme coi colleghi facesse un passo presso Zaimis per prendere atto della sua comunicazione relativa allo sbarco a Salonicco e alle disposizioni di neutralità benevola verso gli stati dell'Intesa.

Barrère mi chiedeva se ci saremmo associati.

Risposi che ero contrario a che oggi si .chiedessero al Governo Zaimis più esplicite e precise dichiarazioni; e che ritenevo che in questo momento conveniva non voler mettere troppo i punti sugli i riguardo agli impegni che il Governo greco fosse disposto ad assumere. La miglior presa d'atto consisteva nella prosecuzione effettiva dello sbarco e nella occupazione di fatto di Salonicco e delle strade verso il nord. Ogni delucidazione chiesta intempestivamente poteva dare occasione o motivo al Governo greco a ritirare qualcosa di quanto andava via via consentendo di fatto anzichè a fare maggiori concessioni. Onde meno si diceva e più si operava tanto meglio era. Però se si

trattava semplicemente di prendere genericamente e verbalmente atto della dichiarazione Zaimis ringraziandolo non avevo obiezioni a che il R. rappresentante ad Atene si unisse in ciò ai colleghi (1).

Prego V. S. agire in conformità di quanto precede.

894

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2007/475. Londra, 11 ottobre 1915, ore 10,25 (per. ore 3 del 12).

Mio telegramma n. 465 (2).

Oggi ho conferito con Asquith, Grey e cancelliere dello scacchiere. Quest'ultimo ha cominciato per dire che dai calcoli fatti precedentemente egli aveva preveduto che noi avremmo avuto bisogno di concludere ulteriori operazioni finanziarie nel 1916 ma che per il 1915 riteneva sarebbero stati sufficienti i cinquanta milioni di sterline messi a disposizione nostra dei quali a quanto gli risultava ci rimaneva ancora un margine abbastanza importante e che si dichiarava pronto a trasferire tutto o in parte in America a nostro piacimento. Ho risposto che dal telegramma di V. E. e dal promemoria da me consegnato mi pareva risultare completamente chiaro che i venti milioni di sterline di cui domandiamo disposizione in America durante presente trimestre, sono totalmente all'infuori e in più del credito di cinquanta milioni aperto a Lol)dra. Ha chiesto poi cancelliere se i fondi di cui abbiamo bisogno dovessero servire per pagamenti all'estero od all'interno. Ho risposto non possedere informazioni al riguardo. In tesi generale ho osservato che se il Go-verno del re desidera concludere questa nuova operazione finanziaria è evidentemente perchè ha bisogno di larghe e libere disponibilità allo scopo di poter proseguire la guerra col massimo possibile vigore e fare i massimi sforzi nell'interesse comune. Ciò diverrebbe materialmente impossibile se il Governo non fosse, in modo assoluto, sicuro di trovarsi in grado di fronteggiare gli enormi impegni finanziari indispensabili per tradurre in atto tali sue intenzioni. Su questo punto m'importava spiegarmi chiaramente ad evitare ogni malinteso. Grey ha qui interloquito dicendo potevo considerare che in massima questo Governo era consenziente ad avviare discussione sulla operazione finanziaria da concludere ma che trattandosi per giunta di cifra assai rilevante

era naturale desiderio cancelliere dello scacchiere aver previi schiarimenti su alcuni punti. Mac Kenna ha detto in ,conclusione avrebbe trasmesso in giornata a Grey ed a me un promemoria.

Fino a questo momento esso non mi è ancora giunto e ne telegraferò domani la traduzione. Colloquio è stato molto cordiale. Ebbi impressione che Asquith e Grey fossero favorevolmente disposti. Cancelliere mi parrebbe di alquanto meno facile composizione. Asquith e Grey sono ritornati con grande premurosa insistenza sulla questione dei fucili. Su questo punto telegraferò domani maggiori particolari.

(l) -Il testo di questo telegramma è identico a quello dell'annotazione dell'li ottobre in SONNINO, Diario, vol. Il, cit., P-244. (2) -Cfr. n. 866.
895

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 7139/440. Pietrogrado, 11 ottobre 1915, ore 11,10 (per. ore 11,30 del 12).

Da quanto mi risulta, nell'ultimo consiglio dei ministri tenutosi al quartier generale sotto la presidenza dell'imperatore, Sazonoff, Scerbatoff e Polivanoff manifestarono l'opinione non doversi trascurare movimento finora moderato e legale che si propaga nel paese, non esistere difficoltà per una pacata discussione del programma del blocco parlamentare, quasi interamente composto di elementi d'ordine; essere utile la presenza di deputati nella capitale per costante contatto e solidarietà tra Governo e popolazione; doversi dare qualche soddisfazione alla borghesia ed alle classi popolari che sopportano con tanto slancio gli enormi sacrifici della guerra e che osservano così corretto, savio contegno.

Presidente del consiglio ha invece propugnato principio di non ... (l) alle domande del blocco, della Duma e dei due congressi di Mosca, sostenendo che dar loro soddisfazione, mutando recenti decisioni sovrano, menomerebbe prestigio corona e costituirebbe un pericoloso precedente per ulteriori inevitabili esigenze, destinate ad avviare n paese verso un regime per n quale non è punto maturo. Secondo Goremikin riconvocazione del parlamento il l o novembre sarebbe non solo superflua, perchè esso ha ormai votate tutte le leggi e nominate tutte le commissioni ritenute indispensabili per gli attuali bisogni, ma anche dannosa perchè, col dar luogo a delle riforme proposte dal blocco, si distrarrebbe Duma, Governo e paese dagli obiettivi immediati in cui ciascuno deve oggi concentrare propria attività e che sono diretti alla continuazione ed al pieno successo della guerra.

Lo zar, presso il quale gli elementi conservatori hanno messo in opera

ogni sorta di influenze per trattenerlo sulla via delle concessioni liberali, verso

cui sembrava incline, si è mostrato accessibile alle considerazioni del presi

dente del consiglio ed ha finito per accettare la sua tesi almeno per ora. Ma

in seno al consiglio dei ministri non è venuta meno la speranza di poter meglio

illuminare il sovrano sul vero stato delle cose e sulle giuste preoccupazioni

che esso desta per l'avvenire.

11 migliorato cambiamento nell'andamento della guerra e soprattutto l'as

sorbente lavoro cui tutte le classi si sono dedicate per la preparazione dell'of

fensiva, sospendono per ora l'agitazione riformista, ma sarebbe un errore il

credere che sia cessata. Essa va invece latentemente organizzandosi in pro

vincia e particolarmente a Mosca, sotto una forma tutt'altro che rassicurante

per la corona.

La grande maggioranza del consiglio pensa che non ci si debba appagare

di una apparente tranquillità ,che, secondo ogni previsione, perdurerà durante

guerra, ma che si abbia fin d'ora a provvedere per l'avvenire preparando un

terreno propiZio a pacifiche transazioni, eliminando ogni cagione di eccitazioni e sospetti. La presenza di Goremikin al potere è fra queste cagioni; e parecchi ministri, fra cui Sazonoff, sostengono che essa è incompatibile con la riapertura della Duma che reclama il di lui allontanamento. Attualmente però Goremikin ha ripreso il proprio ascendente presso zar, come ne fa fede il ritiro del principe Scerbatoff dal ministero dell'interno, che produrrà certamente cattiva impressione nei circoli liberali. Uomo indipendente, alieno dagli intrighi di corte e dal funzionarismo, Scerbatoff usava franco quanto sano linguaggio con l'imperatore ed era oltremodo molesto al presidente del consiglio. Suo successore Kvastoff deputato di estrema destra ed ex governatore di Nizni-Novgorod passa per uomo intelligente, ma reazionario, teorico e militante.

(l) Gruppo indecifrato.

896

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A NISCH, SQUITTI

T. GAB. 1199. Roma, 12 ottobre 1915, ore 11.

Prego V. S. rimettere al suo alto destino la traduzione francese del seguente telegramma che S. M. il Re dirige a S. A. R. il Principe Alesr,andro:

• A Sua Altezza Reale il Principe Alessandro -Belgrado -Ti ringrazio della tua lettera. Mi sono affrettato a raccomandare al mio Governo di fare il possibile perchè il tuo desiderio relativo alle munizioni venga soddisfatto. Affezionatissimo Vittorio Emanuele».

897

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2013/476. Londra, 12 ottobre 1915, ore 3,05

(per. ore 20,40).

Mio telegramma n. 475 (1).

Ecco la tvaduzione del promemoria trasmessomi ieri sera dal cancelliere dello scacchiere e riassumente le vedute da lui manifestate nel colloquio di ieri:

l) In principio il Governo di Sua Maestà ha prontamente aderito ed è pienamente pronto a fare ulteriori anticipi al Governo italiano suo alleato per il periodo susseguente a quello contemplato dall'accordo di Nizza ed in aggiunta alla somma fissata in quell'accordo.

2) A parere del cancelliere dello scacchiere l'anticipo di 50 milioni fissato in base all'accordo di Nizza dovrebbe essere esaurito o avvicinarsi all'esaurimento, prima di concludere altri accordi circa l'ammontare e le condizioni di nuovi anticipi.

3) In occasione di recenti anticipi fatti agli alleati principali della Gran Bretagna è stato stabilito come condizione .generale che gli anticipi non fossero utilizzati per pagamenti all'interno nel paese della potenza cui detti anticipi vennero fatti. Nel caso presente non era chiaro se tutto o parte del ricavato dei nuovi anticipi doveva direttamente o indirettamente servire per pagamenti interni in Italia.

4) Per quanto concerne i pagamenti all'estero di un nuovo anticipo, cancelliere dello scacchiere si troverebbe nella necessità di stabilire come condizione che qualunque pagamento originato dal prestito in America deve essere subordinato alla possibilità da parte del Governo britannico di ottenere dagli Stati Uniti d'America del Nord mezzi di pagamento adeguati per fronteggiare tutti gli obblighi dei vari Governi alleati, obblighi che il Governo britannico si è impegnato a soddisfare. La medesima condizione è stata inserita nell'accordo recentemente concluso col Governo russo. Sarebbe pertanto necessario avere precise informazioni sugli scopi ai quali ciascun prestito sarebbe adibito.

Nel formulare tali stipulazioni circa il futuro anticipo il cancelliere dello scacchiere desidera risulti ben chiaro che egli non suggerisce alcuna modificazione agli accordi esistenti per quanto concerne il margine dell'anticipo dovuto al Governo italiano ai termini dell'accordo di Nizza. Tale margine in data 8 ottobre ammontava approssimativamente a 26 milioni di sterline.

Se il Governo italiano lo desidera il cancelliere sarebbe pronto a esaminare la possibilità di trasferire a New York una porzione di tale margine di credito.

Su quest'ultimo punto m'incombe per debito di esattezza rilevare che a me sembrò ,capire ieri che il cancelliere dello scacchiere si dichiarasse disposto a trasferire tutto o parte del margine disponibile mentre nel suo • memorar~Jdum • parla solo di :parte. Posso però aver capito male e comunque le dichiarazioni del promemoria sono quelle che fanno testo e vanno naturalmente prese per base della discussione.

Sarò grato a V. E. di favorirmi risposta e chiarimenti su ciascun punto del • memorandum • del quale Grey disse avrebbe dato comunicazione telegrafica pure a Rodd.

(l) Cfr. n. 894.

898

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 7144/549. Atene, 12 ottobre 1915, ore 18 (per. ore 20,40)

Nella seduta di ieri alla camera, Zaimis lesse la dichiarazione seguente:

• Il Governo, presentandosi alla camera subito dopo la sua costituzione, considera suo dovere dichiarare, dopo profondo esame della situazione internazionale 'in questo momento assai ,complicata, che la sua politica si appoggia sulle stesse basi 'SU cui appoggiavasi la politica seguita dalla Grecia dal principio della guerra europea.

Per meglio assicurare gli interessi vitali della nazione, d'ora innanzi osserveremo una neutralità armata.

La nostra condotta ulteriore si adatterà agli avvenimenti che il Governo seguirà con attenzione vigilante. Il Governo conta sull'appoggio della rappresentanza del popolo greco in questi momenti critici •.

899

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2025/478. Londra, 12 ottobre 1915, ore 10 (per. ore 3,50 del 13).

Telegramma di V. E. gab. 685.

Grey mi disse ieri che Elliot essendo già stato ricevuto in udienza dal re prima di ricevere le note istruzioni aveva ritenuto inutile chiederne una seconda. Addetto militare era stato ricevuto dal re Costantino il quale aveva tenuto linguaggio evasivo e riservatissimo.

A proposito della spedizione dei 150 mila anglo-francesi a Salonicco Grey disse doveva rimanere ben chiaro che essa era a richiesta del Governo ellenico con lo scopo di prestare assistenza alla Serbia ed alla Grecia. Circa invio di ulteriori spedizioni i governi stanno esaminando la questione senza avere ancora preso una deliberazione (1).

Grey mi .chiese se io non credevo che noi potremmo fare qualcosa dal lato dell'Albania. Risposi non avevo alcun elemento per esprimere una opinione.

Benckendorff che trovai più tardi da Nicolson insisteva caldamente sulla necessità ed urgenza di venire con mezzi adeguati in soccorso della Serbia, manifestando serissime apprensioni per le conseguenze di una completa disfatta serba, la quale -diceva -avverrà infallibilmente se si continua a perdere tempo in oziose discussioni preliminari.

Nicolson si limitò a rispondere la questione essere oramai oggetto di esame da parte delle competenti autorità e si astenne dal pronunciarsi. Io rimasi semplicemente ad ascoltare.

900

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2018/482. Londra, 12 ottobre 1915, ore 22 (per. ore 4,15 del 13).

Cambon che ho veduto oggi da Nicolson diceva che la disinvoltura con la quale il Governo ellenico ha tenuto in non cale i suoi impegni con la Serbia e l'incoscienza dimostrata delle conseguenze gravi che un pieno sue

cesso bulgaro potrebbe avere per la Grecia, danno fondato motivo di sospettare che tutto l'atteggiamento della Grecia sia dovuto a qualche impegno segreto ·assunto dal re Costantino con la Germania. Cambon non ritiene però possibile che la Grecia arrivi fino al punto di schierarsi decisamente contro gli alleati i quali in tal caso si trovano in condizioni di bloccare la Grecia e di affamarla in pochissimo tempo. Di siffatto pericolo, soggiungeva, Zaimis si rende conto perfettamente.

(l) Il 12 ottobre Grey invitò la Romania ad unirsi agli alleati contro la Bulgaria in difesa della Serbia impegnandosi a che le truppe anglo-francesi non fossero inferiori ai 200.000 uomini indipendentemente dal corpo impegnato nei Dardanelli. Cfr. SoNNINO, Diario, vol. II, cit. pp. 247-248.

901

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2019/483. Londra, 12 ottobre 1915, ore 10 (per. ore 4,16 del 13).

Telegramma di V. E. Gab. n. 1181 (1).

Contrariamente a quanto mi aveva detto Mishu (mio telegramma ....... ) (2) seppi ieri da Grey che accordo finanzial'io anglo-romeno sebbene praticamente concluso non è stato finora firmato. Grey mi confermò in risposta a domanda da me rivoltagli che in occasione del primo accordo il Governo romeno aveva accettato la ·condizione impostagli che cioè le risorse messe a sua disposizione non sarebbero ·state mai adibite contro Inghilterra e suoi alleati.

Segretario di stato non ricordava bene se dichiarazione romena fu fatta per iscritto o verbalmente, essa comunque fu formale ed assieme. Superfluo aggiungere che alla medesima condizione è stato subordinato anche il secondo accordo.

Profittai dell'occasione per menzionare di passaggio l'opinione di Fasciotti sulla utilità di inviare a Bucarest un vero e proprio uomo di affari anzichè un funzionario, seguendo in ciò esempio della Germania.

Grey ascoltò ·con interesse senza esprimere alcun apprezzamento.

902

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2029/143. Atene, 13 ottobre 1915, ore 2,30 (per. ore 19).

Questo ministro di Russia ha veduto Re Costantino. Ecco principali cose che gli ha detto :

l) Grecia non è legata dal trattato colla Serbia la cui validità è cessata in seguito all'immistione della Serbia nel conflitto europeo. La Serbia ha fatto verso la Grecia una politica di ricatto. Ha avuto torto di dichiarare senza necessità la guerra alla Germania ed ora di rompere le relazioni colla Bulgaria. Grecia si disinteressa della sua sorte.

41 -Documenti diplomatici-Serie V-Vol. IV

2) Re Costantino non ha intese personali col Re Ferdinando di cui egli non si fida. Però ha formale assicurazione del Governo bulgaro che la Grecia non sarà attaccata.

3) Questo ministro di Germania ha dichiarato ufficialmente che accordo fra Germania e Bulgaria non contiene nulla contro Grecia. Rivelazioni di Elliot in senso contrario sono invenzioni del Foreign Office, però ministro di Germania ha dichiarato ugualmente che qualsiasi attacco della Grecia contro Bulgaria sarebbe dalla Germania considerato come un casus belLi contro Grecia.

4) In tali condizioni il Re si conferma sempre più nei suoi propositi di neutralità e non commetterà mai la stoltezza di uscirne per far piacere all'Inghilterra il cui contegno verso la Grecia è inqualificabile.

5) Venizelos è pazzo. Il suo discorso del 5 ottobre oltrepassa tutto quello che si può immaginare di compromettente ed imprudente. Il Re è ben lieto di essersi sbarazzato ancora una volta di lui. Del resto anche il popolo greco comincia ad averne abbastanza (1).

(l) -Ritrasmissione del n. 878. (2) -Gruppo indecifrato.
903

IL MINISTRO DEGLI ESTERI SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AI MINISTRI AD ATENE, DE BOSDARI, A BUCAREST, FASCIOTTI, E A NISCH, SQUITTI

T. GAB. 1208. Roma, 13 ottobre 1915, ore 21.

Barrère mi ha chiesto per incarico del suo Governo se e in quale misura l'Italia sarebbe disposta a partecipare alla spedizione militare a Salonicco in aiuto alla Serbia.

Risposi che dopo aver consultato il presidente del consiglio dovevo confermare quanto già gli avevo accennato giorni addietro, cioè non poterei noi oggi impegnare ad un concorso di truppe date le nostre condizioni generali e la necessità di una seria nostra azione sulla frontiera austriaca, azione che pur contribuiva efficacemente a diminuire la pressione austro-tedesca nei Balcani. In mare avremmo in qualche misura potuto concorrere e ci riservavamo di determinare il come e il quanto appena si fosse deciso in proposito qualcosa di preciso sul da farsi.

Barrère mi chiese se la mia risposta riguardava soltanto il presente, e se cambiando le circostanze potevo lasciar sperare qualche decisione più favorevole. Dissi ·che la mia risposta considerava naturalmente la situazione attuale

di fatto.

Venendo a discorrere in genere della situazione ·gli espressi la mia convinzione che le proporzioni della spedizione di cui oggi si sentiva parlare anche officialmente mi parevano assolutamente insufficienti al bisogno e che ci voleva per lo meno il doppio per un'azione seria (2).

(l) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. 1209 del 14 ottobre, ore 20. (2) -Il testo di questo telegramma è identico a quello dell'annotazione del 13 ottobre in SONNINO, Diario, vol. II, cit., pp. 246-247; cfr. ibid., p. 249, colloquio di Sonnino con Giers e pp. 250-251 una tabella di dati numerici riguardanti un progetto di spedizione • utile •.
904

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 7163/551. Atene, 13 ottobre 1915, ore 14,30 (per. ore 22,15).

Mio telegramma Gab. n. 139 (1).

Giornali governativi pubblicano seguente telegramma del ministero esteri tedesco alla legazione germanica in Atene. Secondo agenzia Havas ministro Inghilterra in Atene avrebbe comunicato a Governo ellenico il 9 ottobre il testo del trattato firmato a Sofia or sono due mesi durante permanenza del principe Hohenlohe.

Questo trattato si pretende soddisfi tutti i desideri Bulgaria specialmente per quanto riguarda Grecia. Giornale ateniese Patris portava notizia da fonte diplomatica che trattato firmato 17 luglio contrassegnato dai ministri austroungarico e turco riconosceva alla Bulgaria tutta Albania settentrionale e meridionale tutta Macedonia serba e greca con Kavalla Drama Serres Florina Verria e che questa notizia quantunque non confermata ufficialmente provocava in Atene grande emozione. Rivelazioni ufficiali del ministro Inghilterra come pretesi particolari del Patris sono falsi dal principio alla fine.

905

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 2030/144. Atene, 13 ottobre 1915, ore 21,35 (per. ore 3 del 14).

Ministro d'Inghilterra mi ha dato lettura di un documento di molta importanza pregandomi di attendere qualche giorno a darne notizia a V. E. Non posso però prendere responsabilità di attendere e prego V. E., ove ella non abbia avuto notizia della cosa da altra fonte considerare come comunicato strettamente personale.

Ministro d'Inghilterra a Bucarest ha ricevuto ordine da Grey di comunicare al Governo romeno che il solo modo di salvare la Serbia essendo immediata entrata in campagna della Romania e della Grecia il Governo britannico attende che il Governo romeno gli faccia conoscere dentro 48 ore le proprie intenzioni. A quanto ricordo non vi sono per la Romania speciali sanzioni in caso di risposta negativa o dilatoria. Inghilterra promette l'invio nei Balcani dentro il mese di dicembre di non meno di 200.000 soldati fra i suoi migliori (2). Ove la Romania risponda affermativamente Elliot deve fare un'eguale comunicazione alla Grecia aggiungendo che se Grecia non darà risposta affermativa

dentro 48 ore le relazioni fra Grecia e Inghilterra ne saranno sensibilmente peggiorate.

Elliot ha chiesto al suo governo di essere autorizzato a promettere alla Grecia in cambio del suo ·concorso tutta la costa della Tracia. Questo è quanto ho potuto ritenere dalla rapida lettura fattami da Elliot (1).

(l) -Cfr. n. 887. (2) -Cfr. il colloquio di Sonnino con Rodd del 14 ottobre in SoNNINO, Diario, vol. II, cit., pp. 247-248.
906

IL MINISTRO A DURAZZO, ALIOTTI (2), AL CONSOLE A DURAZZO, PIACENTINI

T. GAB. 3629. Roma, 14 ottobre 1915, ore 16.

Preso conoscenza lettera personale (3) di cui ringrazio. Oltre i soliti maneggi dell'interprete credo ravvisare nell'atteggiamento del Pascià segni già notati prima della mia partenza di un suo desiderio di tenersi aperta una via d'uscita nel caso riuscisse piano invasione austro-tedesca annunziato già verso fine agosto. Per cui gioverà infonnarsi possibilmente eventuali rapporti col partito bulgaro che lavora attivamente in Albania ed anche a Berat da circa due mesi, circostanza che Essad non può ignorare in seguito ad alcuni miei accenni al riguardo, fatti quando Essad si lamentava degli incidenti avvenuti alla Vojussa, dicendo di sospettare una nuova avanzata a Berat.

907

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A MADRID, BONIN LONGARE, E A PARIGI, TITTONI

T. 3633. Roma, 14 ottobre 1915, ore 23,55.

R. ambasciatore in Washington nel rendermi noto che Governo nordamericano e parecchi Governi sud-americani si disporrebbero riconoscere Carranza essendo il partito di quest'ultimo il solo che possegga elementi essenziali per essere riconosciuto quale Governo di fatto, mi informa che Carranza avrebbe fornito agli Stati Uniti seguenti assicurazioni:

l) protezione vite e proprietà straniere;

2) il suo Governo assumerebbe piena responsabilità dei reclami derivanti dalla rivoluzione e· li comporrebbe equamente mediante commissione internazionale;

3) nessuno soffrirebbe nelle vite e nelle proprietà a cagione credenze religiose. Preti e monache che non presero parte alla rivoluzione •sarebbero riammessi nel Messico e protetti a condizione di non ingerirsi nella ... ( 4) e di rispettare le leggi governanti separazione Chiesa dallo Stato;

(-4) Manca; forse • politica •.

4) un decreto di amnistia permetterebbe ritorno nel Messico degli ap· partenenti a qualsiasi partito responsabili di complicità nella uccisione di Madero e Suarez e gli imputati di delitti civili. Alcuni capi politici contrari a Carranza non rientrerebbero se non quando il suo Governo fosse ferma· mente stabilito e anche allora a condizione di aderirvi. Informo telegrafica· mente R. ministro al Messico.

Prego V. E. dirmi quali siano circa eventuale riconoscimento di Carranza intenzioni di codesto Governo.

(l) -Ritrasmesso a Parigi, Londra, Pietrogrado e Bucarest con t. gab. 1210 del 14 ottobre, ore 20. (2) -Aliotti si trovava a Roma per consultazioni. (3) -Non rinvenuta.
908

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2048/488. Londra, 14 ottobre 1915, ore 9,53 (per. ore 6,45 del 15).

Oggi Grey ha fatto alla camera annunciate dichiarazioni delle quali V. E. sarà edotta dalle agenzie telegrafiche. Accoglienza da parte della camera mi è sembrata alquanto fredda. Alcuni deputati hanno chiesto al primo ministro di presentare la solita mozione per permettere discussione sulle predette di· chiarazioni. Asquith ha categoricamente rifiutato ed il suo rifiuto ha incontrato approvazione maggioranza. Non vi fu voto.

Ministro di Grecia mi ha detto aver notato l'enfasi colla quale Grey ha precisato l'identità degli interessi Grecia e Serbia.

Grey al pari di Viviani ha annuciato senza entrare in particolari che la Francia e l'Inghilterra avrebbero prestato aiuto alla Serbia con il concorso della Russia.

Dell'Italia nessun accenno.

909

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 2051/491. Bucarest, 14 ottobre 1915, ore 23,15 (per. ore 7,50 del 15).

Ieri sera Filippesco e Take Jonesco sono stati ricevuti da Bratianu. Conversazione è stata molto animata ed in certi momenti addirittura violenta tra i capi dell'opposizione che sostenevano la necessità in ogni maniera dell'entrata in azione della Romania a fianco dell'Intesa e il presidente del consiglio che considerava che non fosse ancora venuto pel suo paese il momento d'impegnarsi. Bratianu ha confermata tuttavia la sua fiducia nel trionfo finale dell'Intesa e dopo molto tergiversare ha finito coll'impegnarsi a chiedere subito a una delle potenze dell'Intesa di precisare quali forze e in quale termine verrebbero inviate nei Balcani. Bratianu ha promesso che se tali forze fossero sufficientemente importanti Romania entrerebbe in azione quando esse fossero sbarcate senza attendere che fossero giunte in Serbia. Egli non ha detto a quale potenza si rivolgerà, ma si ritiene ne farà tenere parola a Grey da Mishu.

Il pericolo maggiore è che, come si è già verifi.cato altra volta non venga mantenuto il segreto in proposito, il che darebbe modo a Bratianu di tirarsi indietro.

Nel corso della conversazione Bratianu ha detto che non crede alla possibilità di invio nei Balcani di truppe russe. Quindi se il Governo russo è disposto ad inviarle, come sembra risultare dal telegramma n. 672 inviatomi dall'E. V. sarebbe opportuno che ciò venisse immediatamente notificato a questo Governo.

In relazione poi al telegramma di V. E. Gab. n. 1202 (l) osservo che non si può chiedere a questo Governo il transito delle truppe russe per il territorio romeno, il che esporrebbe la Moldavia all'immediata invasione austro-tedesca. Gli si può invece chiedere di entrare in azione a fianco dell'Intesa offrendogli il concorso di uno o due corpi d'armata russi che sbarcherebbero in un porto romeno contemporaneamente allo sbarco di 3 o 400.000 anglo-francesi a Salonicco.

L'intervento delle truppe italiane sarebbe desideratissimo e potrebbe esercitare un'azione decisiva su questo Governo, anche per il fatto che, come è noto a V. E. in base convenzione annessa al trattato di accessione della Romania alla Triplice Alleanza l'Italia avrebbe dovuto in date eventualità mandare qui propri contingenti.

Dopo tutto quello che è avvenuto finora io non ho gran fiducia nelle promesse di Bratianu: è però innegabile che l'azione fomentata dalla • Federazione unionisti • ha preso certamente piede e che il Governo se ne .mostra preoccupato: fra 10 giorni infatti dovrà avere luogo un'imponente manifestazione per la guerra la quale, come abbiamo riferito ed io ed il R. addetto militare, è molto desiderata anche dall'esercito. Il momento quindi non sembrerebbe sfavorevole per fare nuovi passi presso questo Governo, ma occorrerebbe che le potenze vi si decidessero subito, impegnandosi ad inviare nei Balcani contingenti proporzionati alla importanza del compito riservato.

Il partito germanofilo non rimane inattivo ed oggi stesso Carp è stato in udienza dal Re Ferdinando.

Mi risulta però che Sua Maestà è sempre più preoccupata per l'impopolarità che gli deriva dalla convinzione generale che se la Romania non entra in azione ciò dipende dal Sovrano. Credo anzi che Sua Maestà coglierà la prima favorevole occasione per dichiarare ·che egli non ha nessun interesse

o sentimento diverso da quello del paese, ed è pronto a fare quello che la nazione vorrà sentendosi unicamente e sinceramente romeno.

* A dare un'idea del temperamento di Bratianu debbo riferire all'E. V. una notizia di carattere retrospettivo comunicatami a titolo riservatissimo da fonte certa: la Romania in seguito agli avvenimenti del 1913 era legata alla Serbia da un trattato che Bratianu denunziò all'inizio della presente guerra, dichiarando che non intendeva esporre il suo paese ad un conflitto: fu appunto allora che codesto ministro di Serbia, il quale era in quell'epoca qui accreditato, volle ad ogni costo lasciare Bucarest.

Rivolgo a V. E. vive preghiere di mantenere segreto su tutto quanto precede in conformità dell'impegno preso da me con coloro che mi hanno informato •.

Se tuttavia il R. Governo senza far cenno a quanto precede credesse fare passi a Londra ed a Pietrogrado affinchè quei due Governi notificassero al Governo romeno quali forze militari verrebbero mandate nei Balcani, reputo che ciò sarebbe oltremodo utile, come pure utilissimo reputerei che anche noi, nel caso intendessimo eseguire una spedizione o nei Balcani o in Albania, ne dessimo notizia a Bratianu: l'Intesa ha perso già diverse occasioni favorevoli in questo paese e sarebbe prudente che non perdesse anche questa, tanto più che se gli eventi dovessero volgersi non in tutto propizi alle armi alleate non è escluso che anche la Romania finisca per passare nel campo avverso (1).

(l) Non pubblicato.

910

IL CONSOLE A SCUTARI, DE FACENDIS, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. R. 7194/456. Scutari, 14 ottobre 1915, ore 16,40 (per. ore l0,35 del 15 ).

Circolano qui voci che Governo montenegrino troverebbe pretesti nel rifiuto del prestito da parte Quadruplice per dirsi nell'impossibilità partecipare alla nuova fase ostilità austro-serba, che non corrisponderebbe al suo .effettivo punto di vista.

Ho telegrafato quanto precede alle RR. legazioni Durazzo e Cettigne.

911

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, SALANDRA

(Carte Salandra, Lucera)

L. P. Roma, 14 ottobre 1915.

Cadorna mi telegrafa che in principio novembre sarà tenuta al gran quartiere generale francese una conferenza dei Comandanti degli eserciti alleati e che andrà lui, oppure manderà Porro. (Vedi Telegr. Gabinetto n. 2032) (2).

Temo che ciò implichi il rinvio fino a dopo la conferenza di ogni vera offensiva nostra, il che sarebbe un vero guaio al punto di vista della situazione Balcanica, e dei nostri rapporti con gli alleati in relazione a tale situazione e alla spedizione di Salonicco.

Data la nervosità del Cadorna non voglio complicare le cose col chiedergli qualche dato relativo all'offensiva, tante volte annunziata e sempre

rinviata (a noi l'aveva assicurata per la prima quindicina di agosto). Ma se tu direttamente o indirettamente per mezzo del Re, o in altro modo, potessi spronarlo a decidersi, faresti un'opera buona.

Se non facciamo nulla sulla nostra frontiera non è possibile sostenere decentemente la nostra tesi presso gli alleati, che gioviamo alla causa Balcanica anche senza mandare spedizioni lontane. Anche l'opinione pubblica da noi non saprebbe giustificare in tal caso la nostra astensione.

(l) -Ritrasmesso, ad eccezione del brano tra asterischi, a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. 1217 del 15 ottobre, ore 13. (2) -Non pubblicato.
912

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, SALANDRA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

(Carte Salandra, Lucera)

L. P. 14 ottobre 1915.

Rispondo subito alla Tua domanda. Credo che sarebbe utile per lo meno chiedere telegraficamente se il convegno in Francia deve significare rinvio dell'azione, facendo rilevare tutte le conseguenze che ne potrebbero derivare.

913

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 1222/708. Roma, 15 ottobre 1915, ore 21.

Telegramma di V. E. n. 476 (1).

D'intesa col ministro del tesoro rispondo al cancelliere dello "scacchiere quanto segue: l) Si prende atto della dichiarazione di principio del Governo inglese. 2) Si può ammettere che le operazioni abbiano da seguire quelle risul

tanti dagli accol'di di Nizza, ma è necessario di fissare prontamente e decisamente nuovi accordi per somme complessive richieste pur rateando disponibilità per primo trimestre 1916, poichè non possiamo stare per più settimane indecisi mentre dobbiamo fissare il nostro programma senza dubbi o incertezze e poter prendere fin da ora impegni per pagamenti successivi all'estero.

3) Le anticipazioni che domandiamo debbono servire esclusivamente alla massa dei pagamenti da farsi fuori d'Italia, poichè per i bisogni interni provvediamo da noi con prestiti all'interno, sovvenzioni bancarie e nuovi tributi.

4) Non ci risulta chiaro il quarto punto del memorandum del cancelliere dello scacchiere, epperò dobbiamo insistere per conseguire all'infuori delle anticipazioni pattuite a Nizza la chiesta apertura di credito agli Stati Uniti d'America, anche per gradi, allo scopo di agevolare gli acquisti che il Governo è obbligato a farvi per i bisogni di guerra.

Non domandiamo modificazioni agli accordi di Nizza e non desideriamo

trasferimenti accennati nell'ultima parte del telegramma di V. E.

Prego V. E. di insistere energicamente sul nostro punto di vista, mentre la avverto riservatamente che ai primi della prossima settimana partirà espressamente per Londra per stringere e concludere persona autorevole della finanza italiana che dovrà trovare già ben preparato il terreno.

(l) Cfr. n. 897.

914

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 7209/559. Atene, 15 ottobre 1915, ore 14,30 (per. ore 21).

Questo ministro di Bulgaria ha confermato ufficialmente le dichiarazioni del ministro di Germania (mio telegramma n. 366 gabinetto 139) (1), secondo cui nel trattato di alleanza ,germanico-bulgaro non esiste nessuna clausola aggressiva contro la Grecia.

915

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL MINISTRO A NISCH, SQUITTI

T. 3645. Roma, 16 ottobre 1915, ore 10.

Telegramma di V. S. 147 (2).

Se V. S. ritenga impossibile fare quanto faranno i suoi colleghi dell'Intesa, come sarebbe preferibile, la lascio libera di condursi come crederà meglio. Se V. S. deciderà allontanarsi dal Governo serbo occorrerà però che Nani Mocenigo rimanga presso Governo stesso ovunque esso si rechi.

916

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO (3)

T. GAB. S. UU. P. 2056/807. ..... 16 ottobre 1915, ore 11,30 (per. ore 11,50).

Ringrazio V. E. comunicazione dispaccio Gab. n. 1208 (4). Siccome però ragioni giustificanti astensione concorso nostre truppe spedizione militare Salonicco hanno essenzialmente carattere militare e loro ispi

razione indubbiamente sarà attribuita Comando in Capo reputo doveroso confermare quanto reiteratamente ho rappresentato Governo. Attuali condizioni, profondamente diverse da quelle di un paio mesi or fa, consentirebbero eventuale nostro concorso spedizione oltremare nella misura di trentamila uomini circa, senza per nulla diminuire energica nostra azione offensiva sul fronte austriaco da iniziarsi prossimamente (1).

(l) -Cfr. n. 887. (2) -Non pubblicato. (3) -Cfr. la relazione confidenziale segreta del Segretario Generale De Martino al Ministro. in data 16 ottobre 1915, sulle • considerazioni che hanno indotto il R. Governo a non partecipare alla spedizione militare anglo-francese in Macedonia, via Salonicco •. Copia firmata, 12 pagg., in Casella 74, Carte De Martino. (4) -Cfr. n. 903.
917

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2059/150. Atene, 16 ottobre 1915, ore 15,40 (per. ore 18).

Secondo informazioni confidenziaH fornite da questo ministro d'InghHterra Essad starebbe impadronendosi di tutta la ~egione dei Mirditi. Essad sarebbe in accordo segreto cogli austriaci e preparerebbe una rivolta contro gli italiani a Valona. Informatore chiama l'attenzione del Governo ingle,se sulle misure che sarebbe indispensabile prendere contro Essad per il caso in cui gli avvenimenti della guerra obbligassero i serbi a rifugiarsi in Albania. Secondo lui austriaci trovano il modo di comunicare coll'Albania per mezzo velieri albanesi che trasportano lana e pelli da San Nicola sulla Bojana, da San Giovanni di Medua e da Dulcigno in Dalmazia (2).

918

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. RR. 7242/490. Londra, 16 ottobre 1915, ore 16,48 (per. ore 20).

Dichiarazione di Grey non ha incontrato favore. All'infuori di qualche giornale liberale, si intravede nel complesso stampa disillusione, malcontento aspettate e non ottenute spiegazioni, e sopratutto impedita discussione provoca mal celata irritazione, acuita anche più dalla sempre crescente insofferenza di questo pubblico per i rigori censura. Rimproveri mossi alla politica balcanica del gabinetto sono curiosamente divergenti. Alcuni criticano vastità offerte alla Bulgaria a spese Grecia e Serbia, altri ne deplorano insufficienza. Tutti concordano nell'affermare che negoziati giunsero comunque tardivi. Attacchi contro Foreign Office mi sembrano in realtà semplici episodi, rivelatori di quello scontento generale, del quale già segnalai in passato indizi, e che va di giorno

in giorno aumentando. Pubblico constata sacrifici sempre maggion m denaro ed uomini imposti alla nazione. Si dimostra pronto a sostenerli anche fino all'estremo pur di vincere, ma esige azione generale Governo più efficace, più provvida, più coordinata. Del gabinetto di ·Coalizione accennai a suo tempo difetti e debolezze. Si dkebbe ora esso vada avanti a forza di compromessi ed espedienti; si fanno intanto già sentire influenze di quegli elementi dissolventi, da me menzionati, i quali in conversazioni private non esitano ad esprimere giudizi severi sull'opera di qualche ·collega, dal quale in una od in altra questione dissentono. Carson, fautore introduzione immediata servizio obbligatorio, si è già ostentatamente astenuto dall'intervenire a tre consigli di ministri. Malgrado sua smentita, corre voce accreditata, egli sia in procinto di dare dimissioni. Nella trattazione questione estera, Grey la di cui parola era vangelo all'epoca del ministero liberale, travasi ora costantemente impacciato dalla necessità di previamente sottoporre ogni sua decisione al comitato (?) del gabinetto, dove suo parere viene però accettato sistematicamente senza discussione. Donde naturale esitazione di Grey e ritardo nelle importanti decisioni. Difetto principale azione Governo, per consenso quasi unanime, considerasi mancanza di efficace direzione da parte primo ministro. Asquith, in parte stanco dopo dieci anni di potere, in parte troppo ligio suoi favoriti sistemi dilatori continua lasciare soverchia libertà ai ministri e nei momenti ·critici non impone dirimenti (sic) parere. Per contro ho saputo confidenzialmente da Cambon, che nella recentissima conferenza coi ministri francesi, Grey e Balfour si mostra,rono in massima contrari spedizione balcanica. Kitchener decisamente favorevole, Lloyd George ondeggiante, Asquith, il muto, indifferente, quasi questione non lo concernesse. Questa situazione, secondo persone bene informate, non potrebbe durare a lungo. Come già scrissi, pericolo attuale gabinetto non parrebbe dover veni,re dalla Camera nella quale, per un verso o per l'altro, salvo imprevedute circostanze, esso dovrebbe poter contare su di una maggioranza più o meno numerosa, ma piuttosto da un processo di disgregamento interno. Impressione accreditata è che in caso di dimissioni di Asquith, l'uomo della situazione diverrebbe Lloyd George il quale, per quanto ciò possa sembrare strano, è riuscito a cattivarsi simpatie dei ministri unionisti, mentre indubbiamente gode simpatie e fiducia massa popolare. Mi viene al riguardo confermato da fonte attendibile che Lloyd George non sarebbe totalmente estraneo alla ininterrotta campagna di lord. Northcliffe contro Governo in generale e contro Asquith in modo speciale. Eventuali dimissioni di Asquith temesi però provocherebbero quelle di Grey nel qual caso apri,rebbesi difficile successione al Foreign Office, posto pel quale non si vedono troppi personaggi aventi insieme qualità necessarie. Landsdowne, oramai troppo vecchio e stanco non si ritiene possibile. Lord Crewe ha qualità, ma è la indecisione personificata; lord Curzon, che ne muore di voglia, sarebbe un disastro per i suoi modi bruschi, carattere aspro, mancanza di tatto e notoria aspirazione di fa,re riVIvere le tradizioni burbanzose e dittatoriali politica di Palmerston. Unico candidato complessivamente più raccomandabile parrebbe Chamberlain.

Ho riassunto situazione in base a notizie ed impressioni raccolte a serie sorgenti. Non ho però finora alcun elemento fondato, che mi permetta di considerare come sicura una larga crisi ministeriale a scadenza più o meno breve.

(l) -Cfr.. sotto la data del 17 ottobre, le annotazioni (due paragrafi: Impresa Salonicco e Albania) costituenti la traccia dell'esposizione fatta da Sonnino al Consiglio dei Ministri del 17 ottobre in SONNINO, Diario, vol. II, cit., pp. 252-254. (2) -Ritrasmesso a Parigi, Londra, Pietrogrado, Dul'azzo e Valona con t. gab. 1226, pari data, ore 21.
919

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2074/494. Londra, 16 ottobre 1915, ore 22,20 (per. ore 3 del 17).

Mio telegramma n. 1471 (1).

Nicholson mi ha detto testè che il Governo britannico ha dovuto affrettarsi a dichiarare guerra alla Bulgaria in seguito a premure dell'ammiragliato, desideroso iniziare subito operazioni blocco Dedeagatch per impedire se possibile quel porto diventi base sommergibili tedeschi. Nicholson ha aggiunto presumeva altre potenze alleate seguirebbero esempio Gran Bretagna. Ho risposto ignoravo intenzioni di V. E. al riguardo.

Nessuna risposta ancora da Bukarest.

920

L'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2071/425. Parigi, 16 ottob1·e 1915, ore 0,35 (per. ore 4 del 17).

Telegramma di V. E. gab. n. 1217 (2).

La situazione balcanica si presenta sempre allarmante. I serbi resistono valorosamente e Mackensen ha dovuto chiedere rinforzi, ma per sostenere contemporaneamente l'urto austro-tedesco e quello turco-bulgaro occorrerebbe un concorso dell'Intesa maggiore di quello preparato. Persona di fiducia mia che ha parlato col figlio del generale Sarrail, comandante in capo della spedizione, che è ufficiale addetto al padre, mi ha riferito essersi questi lamentato dell'insufficienza del coDpo di spedizione: al primo novembre non raggiungerà che l'effettivo di 70.000 uomini. Ciò posto grandissima importanza ha il telegramma di Fasciotti che apre uno spiraglio di speranza perchè soltanto l'intervento romeno potrebbe migliorare seriamente la posizione della Serbia e degli alleati. Perciò benchè V. E. mi abbia semplicemente comunicato telegramma di Fasciotti ho creduto di parlare con Viviani previa promessa che quanto gli avrei detto sarebbe stato da lui comunicato al solo presidente della repubblica mantenendo con tutti, compresi i colleghi del ministero, il più scrupoloso segreto. Senza entrare con lui in molti dettagli gli ho detto che a noi risultava in modo sicuro che Romania era ora in uno stato di animo che avrebbe potuto indurla a intervenire coll'Intesa quando fosse stata aiutata da forze talmente importanti da farle ritenere probabile la vittoria. Occorreva quindi confortare la Romania non solo aumentando il più possibile il corpo di spedizione che sbarca a Salonicco ma offrendo alla Romania un esercito che avesse po

tuto al più presto unirsi al suo per invadere insieme la Transilvania e attaccare di fianco l'esercito austro-tedesco che opera contro Serbia. Ciò sarebbe in grado di fare soltanto la Russia la quale potrebbe distrarre dal suo fronte 200.000

o 300.000 uomini e offrirli alla Romania per cooperare con esercito romeno.

Viviani dopo di aver conferito con Poincaré mi ha ricevuto nuovamente e mi ha detto essi davano alla cosa una grandissima importanza e poichè comprendevano che questo stato di animo della Romania, disposta ora all'intervento se aiutata, poteva cambiare da un momento all'altro, hanno telegrafato all'ambasciatore di Francia a Pietrogrado rperchè in via segretissima veda di indurre la Russia ad offrire al più presto possibile alla Romania il concorso di 200 o 300.000 uomini.

Per me sarebbe la sola cosa da tentare e che veramente potrebbe rialzare le sorti dell'Intesa nei Balcani. Le pressioni che Sazonoff e Grey vogliono fare su Romania e Grecia sono non solo inutili ma dannose. Vi è una sola pressione efficace ed è l'invio del maggior numero possibile di uomini che persuada la Grecia e la Romania che l'Intesa nei Balcani può ancora avere la vittoria. Senza questa convinzione la Grecia e la Romania saranno refrattarie a qualsiasi pressione (1).

(l) -Non pubblicato. (2) -Ritrasmissione del n. 909.
921

IL MINISTRO A BUCAREST, FASCIOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2.080/497. Bucarest, 16 ottobre 1915, ore 8,30 (per. ore 14,15 del 17).

Mio telegramma Gab. n. 492 (2).

Bratianu ha risposto al ministro d'Inghilterra nei seguenti termini:

• Egli è dolente che la proposta fattagli non sia tale da consentirgli di collaborare fin d'ora come lo avrebbe desiderato cogli alleati. Egli non può accettare di entrare subito in azione perchè, dal momento che le truppe anglofrancesi non raggiungerebbero il numero di 200.000 uomini a Salonicco se non nel mese di dicembre, esse non sarebbero sul fronte serbo prima di febbraio prossimo, sicchè :

l) l'azione degli alleati costituirebbe in questo frattempo una semplice dimostrazione militare e la Romania entrando subito in azione sarebbe costretta a battersi da sola durante tre mesi, mentre:

2) la Grecia non entrerebbe in azione; 3) le forze dell'Intesa insieme a quelle romene sarebbero insufficienti di fronte a quelle austro-tedesche-bulgare-turche.

Bratianu infatti calcola che vi 'sono presentemente su questo teatro della guerra 200.000 turchi, 350.000 bulgari e 700.000 austro-tedeschi dei quali ultimi circa 200.000 sul fronte serbo e 500.000 tenuti in riserva contro Romania.

A questo 1.250.000 uomini l'Intesa colla Romania potrebbero opporre solamente 950.000 uomini e cioè 200.000 anglo-francesi, 250.000 serbi e 500.000 romeni.

Bratianu ha detto poi di essere pronto a trattare per l'entrata in azione della Romania quando gli alleati avessero 500.000 uomini pronti ad attaccare e cioè sul fronte serbo. Ma anche in tal caso la cooperazione romena sarebbe subordinata alle tre seguenti condizioni:

l) che i serbi non fossero schiacciati;

2) che gli alleati fossero sempre a Gallipoli;

3) che la situazione dei russi non fosse peggiorata.

Non ho bisogno di porre in rilievo che questa risposta per le condizioni che pone ha carattere di un fin de non recevoir. Ad essa l'Intesa potrà replicare offrendo aumento d'importanza delle truppe da inviare sul teatro balcanico (il che del resto è richiesto dalle circostanze indipendentemente dalla domanda romena) ma temo che ciò non valga ad altro che a non lasciare cadere le conversazioni (1).

(l) -Ritrasmesso a Londra, Pietrogrado e Bucarest con t. gab. 1234 del 17 ottobre, ore 20. (2) -Non pubblicato.
922

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, SALANDRA

(Carte Salandra, Lucera)

L. P. Roma, 16 ottobre 1915.

Per non disturbarti a casa mentre stai incomodato Ti accenno sommariamente ad alcuni fatti recentissimi che potrebbero aggravare in qualche modo la situazione:

l) Barrère stamane è tornato a parlare della necessità per gli alleati di aprire un'altra via di rifornimento per le truppe in Serbia a traverso l'Albania -e vorrebbe che comunicassimo loro gli studi fatti sui migliori sbarchi e le possibili comunicazioni per l'Interno. Già Grey e Sazonoff avevano accennato ad una nostra azione in aiuto della causa comune a traverso l'Albania, ma oggi Barrère parlava come se gli alleati intendessero ora andarci loro, anche se noi non ci movessimo. Voleva sapere se convenisse sbarcare a Durazzo oppure a Vallona, o a Santi Quaranta (ora occupata dai Greci). Capisci che cosa significhi per noi tutto questo, non trovandoci in loro compagnia sia per il periodo della guerra, sia pel momento della pace (2).

2) Il R. Console telegrafa da Janina che è imminente l'avanzata dei Greci verso Berat, per occupare tutta l'Albania meridionale. È molto probabile che Io vogliano fare. Inoltre Bosdari comunica che il suo collega Inglese afferma di sapere che Essad si è messo d'accordo con gli Austriaci. Altri lo dicono d'accordo coi Greci, il che quasi equivale. Certo è che da un pezzetto ha cambiato molto il suo contegno verso di noi.

3) Cadorna (telegramma Gabinetto n. 2056) (3) dice oggi che • attuali condizioni, profondamente diverse da quelle di un paio di mesi or fa, con

sentirebbero eventuale nostro concorso spedizione oltremare nella misura di trentamila uomini circa, se~za per nulla diminuire energica nostra azione offensiva sul fronte austriaco da iniziarsi prossimamente •.

Dato tutto questo mi domando se non convenga riprendere in esame la questione di una spedizione in Albania, non per attaccare la Bosnia (come la cosa era stata considerata dallo Stato Maggiore in passato) ma per liberare i Serbi che occupano Elbassan e Tirana, tenere aperta la via, e sovrattutt~ esserci anche noi, se ci vanno gli altri.

Con questo si potrebbe soddisfare in certo modo anche i guerrafondai, senza allarmare troppo i pacifisti; e si tratterebbe più di difendere una posizione già acquisita internazionalmente, anzichè entrare in nuovi campi.

Pensaci perchè credo che presto saremo costretti a prendere qualche decisione.

A Barrère dissi che avrei chiesto alla Guerra riguardo alle migliori vie Albanesi. Egli mi disse pure che dovendosi ora applicare il blocco delle coste Bulgare, conveniva che noi precisassimo quale parte intendevamo prendervi e in quale forma e modo. Dissi che ne avrei chiesto a Corsi, che credevo di vedere oggi al Consiglio.

Si parlò pure di altre cose, ma di queste Ti dirò a voce. Riguardo al discorso Viviani, gli lessi il dispaccio mio con cui riferivo la conversazione avuta con lui il 13 ottobre, ed egli riconobbe che era esatto.

Gli ripetei che credevo insufficientissimo il numero delle truppe che l'Intesa voleva mandare nei Balcani. Occorrere per Lo meno il doppio.

A Giers ieri dissi che speravo dargli stasera dopo il Consiglio dei Ministri una risposta definitiva riguardo ai fucili pregandolo ieri (15) di non parlarne a chicchessia (1).

Domattina, se non mi dici niente in contrario, vorrei dargli il bene stare perchè ogni ulteriore dilazione non si giustificherebbe.

P. S.: Ho avvisato Aliotti di tenersi pronto per tornare a Durazzo.

(l) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. 1244 del 18 ottobre, ore 20. (2) -Cfr. l'accenno al colloquio con Barrère del 16 ottobre in SoNNINo, Diario, vol. II, cit., p. 251. (3) -Cfr. n. 916.
923

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2084/497. Londra, 17 ottobre 1915, ore 2,42 (per. ore 17,50).

Questi giornali continuano a riprodurre i vari telegrammi da Roma e da Parigi con contraddittorie informazioni circa intervento italiano nei Balcani. La questione, a quanto mi riferiscono nostri corrispondenti è oggetto di commenti e speculazioni generali. Lord Morley chiese giovedì nei lords informazioni sull'eventuale concorso Turchia ed Italia. Lord Crewe e Lansdowne nelle loro risposte sorvolarono. Nei Comuni è stata presentata da un deputato liberale interrogazione sull'intervento dell'Italia.

(l) Cfr. per le insistenti richieste di fucili Wetterli da parte della Russia, SoNNINo, Diario, vol. II, cit.: 30 giugno, pp. 168-169; 21 settembre, p. 220; 15 ottobre, p, 249.

924

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2082/151. Atene, 17 ottobre 1915, ore 2,01 (per. ore 18,04).

Zografos -governatore Banca nazionale -mi ha detto che la Germania ha offerto alla Grecia di mettere a sua disposizione fondi di cui essa possa abbisognare senza nessuna condizione di natura politica (1).

925

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. GAB. 1242. Roma, 18 ottobre 1915, ore 10,30.

Informo V. E. che avantieri ho comunicato a Giers che R. Governo è disposto a prestare 300.000 fucili alla Russia. Ho soggiunto che fucili saranno messi subito a sua disposizione.

926

IL MINISTRO DEGLI ESTERI SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 1252. Roma, 18 ottobre 1915, ore 18.

(Meno Atene) Barrère è tornato a parlarmi stamane del progettato passaggio attraverso l'Albania per soccorrere la Sevbia. Chiedeva se avremmo potuto provvedere la mano d'opera per il riattamento delle strade e la sorveglianza necessaria ove si impiegassero pei lavori i prigionieri austriaci. Gli pareva anche dalle notizie sommarie avute dal ministero della marina che Durazzo potesse essere il punto di sbarco più consigliabile.

Ho risposto che non avremmo potuto mandare mano d'opera dall'Italia, ma che ritenevo che non sarebbe all'occorrenza difficile di trovarne sui luoghi. Che quando il progetto prendesse corpo sarebbe necessario che fossimo avvisati a tempo per studiare in qual misura potremmo associarci. Che d'altra parte non bisognava propalare la cosa per non renderne più difficile la esecuzione spingendo i greci a precipitare i loro piani di invasione dell'Albania

centrale verso Berat e stimolando Essad a crearci qualche impreveduto ostacolo, viste le disposizioni sue incerte da qualche settimana in qua. Appena tornato a Roma il ministro della guerra, avrei esaminato con lui diverse questioni connesse con un movimento simile.

Tutte le notizie che si propalassero in antecedenza sul quando e sul modo di qualsiasi cooperazione che l'Italia avesse a dare all'impresa balcanica non potrebbero riuscire che a vantaggio dei nemici e a danno comune degli alleati.

Barrère mi chiese se eventualmente avremmo potuto accordare qualche altro piroscafo, di quelli tedeschi da requisirsi, per trasporto o rifornimento truppe.

Risposi che ritenevo che avremmo potuto continuare per ora a concedere quelle 7 navi già prestate alla Francia; ·che per altre avevamo in primo luogo da soddisfare a necessità nostr.e per trasporto di carbone, armi ecc., e che avevo inoltre già promesso a sir Rennell Rodd che del sopravvanzo avremmo accordato il possibile all'Inghilterra (1).

Barrère mi chiese se la nostra marina avrebbe cooperato alla sorveglianza ed alla scorta in mare per le imbarcazioni che si dirigessero in Albania. Risposi che certamente la nostra squadra avrebbe contribuito nella misura del possibile.

(Per tutti) Barrère mi chiese se di fronte alle offerte fatte o da farsi ad Atene di garantire alla Grecia il possesso della Tracia nel cambio di sua cooperazione attiva militare con gli alleati, avrei date istruzioni al R. rappresentante in Atene di associarsi ai colleghi.

Risposi che per parte mia sconsigliavo assolutamente da tutto questo rincaro di nuove offerte, senza che vi fosse alcuna seria speranza di mutare con ciò i propositi della Grecia. Si riusciva soltanto ad intralciare la libertà d'azione degli alleati di fronte alle diverse contingenze della guerra, si incoraggiavano aspirazioni non sempre soddisfacibili, avendo l'aria di riconoscere diritti e pretese insussistenti; e si dava una impressione generale di debolezza che noceva al prestigio degli alleati. Caso mai era meglio che tali passi fossero fatti in via di tentativo da qualche singolo rappresentante e non collettivamente dalle potenze (2).

(l) Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. 1246 del 18 ottobre, ore 20.

927

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 7252/1475. Londra, 18 ottobre 1915, ore ..... (per. ore 18,50).

Ricevo annunzio ufficiale avvenuta dichiarazione blocco costa bulgara Egeo a partire dal 16 corrente ore sei, con quarantotto ore grazia per partenza navi neutre dall'ar.ea bloccata.

42 -Documenti diplomatici-Serie V-Vol. IV

(l) -Cfr. l'accenno nel colloquio con Rodd del 13 ottobre in Sonnino, Diario, vol. II, cit., pp. 245-246. (2) -n testo di questo telegramma è identico a quello dell'annotazione del 18 ottobre in SoNNINO, Diario, vol. Il, cit., pp. 254-256.
928

L'AMBASCIATORE A MADRID, BONIN LONGARE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 7255/308. Madrid, 18 ottobre 1915, ore 19,10 (per. ore 22).

In un col1oquio che ebbi con il conte Romanones accennai alla voce corsa in qualche giornale che la Germania stesse facendo pressioni per avere il concorso della Spagna. Egli mi disse confidenzialmente che non ora ma otto mesi fa la Germania fece passi simili presso il Governo spagnuolo ma incontrò un rifiuto immediato, assoluto. Nessun Governo egli aggiunse, nemmeno un Governo carlista potrebbe fare uscire la Spagna dalla neutralità.

929

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 3659. Roma, 18 ottobre 1915, ore 23,55.

Telegramma di V. E. Gabinetto n. 444 (1).

Ho tosto trasmesso S. E. Barzilai telegramma Zanella.

Pregola adoperarsi come ella crederà meglio per liberazione Zanella ex podestà di Fiume e sei suoi compagni prigionieri.

930

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2099/500. Londra, 18 ottobre 1915, ore 10,12 (per. ore l del 19).

Telegramma di V. E. 1242 (2).

Nicolson mi ha detto testè che notizia già telegrafata da Rodd della cessione dei nostri fucili alla Russia aveva qui cagionato grande generale soddisfazione e che per conto suo si sentiva un peso di meno addosso. Anche Cambon già informato mi ha manifestato vivissimo compiacimento.

(l) -Non pubblicato. (2) -Cfr. n. 925.
931

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, SALANDRA

(Carte Salandra, Lucera)

L. P. Roma, 18 ottobre 1915.

Stamane ho avuta una lunga conversazione con Barrère. Ne telegrafo sommariamente una parte alle RR. ambasciate presso l'Intesa (1). Egli parlava come se fosse quasi decisa la spedizione francese a traverso l'Albania. Mostrava di preferire Durazzo come luogo di sbarco -diceva che anche i consigli del nostro Ministero della marina lo portavano a questa conclusione. Io non ho mostrato di avere obiezioni da opporre al progetto in genere, ma ho osservato che Durazzo era più esposto agli assalti dei sommergibili -Santi Quaranta assai meno.

A ogni modo bisognerà venire presto a qualche risoluzione :precisa, e se è per l'azione bisognerà passare presto ai fatti. Le notizie riguardo alle losche intenzioni dei Greci si moltiplicano.

Ti accludo un rapporto presentatomi stamane da De Martino, in cui sintetizza le sue impressioni sulla situazione -dice molte cose vere ed acute dissento però completamente neLla conclusione, che ho segnata con lapis rosso. Io credo che se gli avvenimenti ci porteranno da sè alla guerra aperta con la Germania, sarà tanto meglio; e noi non dobbiamo dare il menomo appiglio ai sospetti di poca solidarietà con gli alleati.

Quando avrai letta la Relazione ti prego poi di ritornarmela. Albertini ha insistito per vedermi stasera. Lo vedrò alle 6,30. Anche Pontremoli vorrebbe vedermi -ma io ne ho poca voglia. Tu ci hai parlato?

932

L'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

R. R. 5234/1336. Parigi, 18 ottobre 1915.

Risponde ai dispacci 13 e 14 del 4 e 8 ottobre 1915.

Ringrazio l'E. V. per la cortese comunicazione dei due dispacci a margine

notati.

È mio convincimento che sia assolutamente indispensabile di concludere

un accordo intercoloniale con l'Inghilterra e la Francia. Anzi credo che qua

lunque nostra partecipazione alla guerra fuori di Italia, sotto qualsiasi forma

ciò avvenga, debba essere subordinata alla conclusione di tale accordo.

(l) Cfr. n. 926.

933

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALLE AMBASCIATE E LEGAZIONI, AL COMANDANTE MILITARE DI RODI, CROCE, E AL CONSOLE A VALONA, LORI

T. GAB. 3664. Roma, 19 ottobre 1915, ore 10,30.

Avendo la Bulgaria iniziato le ostilità contro la Serbia, alleandosi coi nemici dell'Italia e combattendone gli alleati, il Governo italiano, d'ordine di

S. M. il Re, dichiara esistere stato di guerra fra Italia e Bulgaria. Prego comunicare quanto precede a cotesto Governo.

934

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA

T. GAB. 1260/18. Roma, 19 ottobre 1915, ore 18.

Mi riferisco ai concetti contenuti nel telegramma di V. E. n. 807 del 16 corrente (1).

L'invocato nostro concorso nella lotta balcanica, stato sollecitato dai nostri alleati, può prendere varie forme; una di queste è quella che si riferisce ad una progettata spedizione attraverso l'Albania.

Tale spedizione avrebbe pure lo scopo di assicurare le spalle alla Serbia, permetterle di ritirare le sue forze attualmente occupanti Tirana, Elbassan, ecc. ed assicurarle un'altra via di rifornimento.

In relazione alla nostra situazione nell'Adriatico l'opinione pubblica italiana difficilmente tollererebbe una spedizione di tal genere, già stata prospettata dai francesi, che avvenisse senza partecipazione. Una spedizione da parte nostra avverrebbe d'altronde, ora, in condizioni specialmente favorevoli per noi, per quanto concerne la nostra politica circa l'Albania; impedendo forse anche una occupazione di forze greche verso Berat con conseguente accerchiamento di Valona, e vincolando maggiormente Essad pascià alla nostra causa.

In relazione a quanto precede comunico a V. E., per sua esclusiva conoscenza personale e pregandola di non farne cenno per ora specialmente alle missioni militari degli alleati, il seguente telegramma che mi perviene dalla

R. legazione a Durazzo:

• Per quell'utilità che potesse avere comunico seguenti notizie datemi da Essad riferentisi ad un eventuale sbarco di alleati in Albania.

Strade: In tre settimane saranno finite strade carrozzabili di Durazzo, Cavaia, Pechini, Elbassan e Durazzo-Tirana-Elbassan. Da Elbassan ad Ocrida per Hagi Bechiar, Kinks, Struga, strada carrozzabile già ultimata. Da Ocrida a Monastir esiste già strada carrozzabile.

Carri: Disponibili Durazzo in sette o otto giorni drca cinquemila carri con buoi e bufali, carico medio cinque quintali. Percorso ,con tali carri DurazzoStruga sette giorni. A Struga moltissimi carri, capacità venti quintali.

Cavalli: Con basti tre o quattromila accentrabili Durazzo in breve tempo. Viveri: Abbondanza bestiame, ovini, vacche, uova, polli, legna, mancanza cereali, acqua buona abbondante ovunque tranne Durazzo.

Punti adatti a sbarcare in questa stagione Durazzo (maggiori comodità), Cavaia, Bastova, minore percorso ma rada aperta. Percorso da questi porti al confine è senza passaggio di fiumi. Sbarco artiglierie e traini a Durazzo.

Alleati se si valessero dell'Albania come seconda strada di congiungimento con la Serbia, Essad, cessata la neutralità albanese offrirebbe il concorso di cinquantamila uomini armati fucili Mauser sotto il suo comando •.

Sarei grato a V. E. se volesse comunicarmi il suo pensiero in relazione a tutto quanto precede. Non importa che io rappresenti a V. E. che una nostra eventuale spedizione, sia da soli ,sia in partecipazione con altri dovrebbe farsi colla maggiore possibile sollecitudine, e prepararsi nel maggior segreto, lasciando magari credere che fosse diretta altrove.

(l) Cfr. n. 916.

935

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2106/504. Londra, 19 ottobre 1915, ore 10,45 (per. ore 2,20 del 20).

Mio telegramma gabinetto 497 (1).

In assenza di Asquith ammalato con leggera febbre gastrica, ha risposto Lloyd George alla nota interrogazione sulla partecipazione dell'Italia dichiarando che il modo col quale Italia potrebbe efficacemente cooperare ad aiutare Serbia nella causa comune era in discussione fra alleati.

936

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. s. 2105/503. Londra, 19 ottobre 1915, ore 10,45 (per. ore 3 del 20).

Ieri sera fui avvertito che il re desiderava vedermi stamane. Sua Maestà mi ha detto che aveva desiderato personalmente informarmi risultargli in modo ineccepibile che allo stato maggiore generale a Berlino sono stati, già da qualche tempo, ammessi a lavorare quattro noti assassini anarchici indiani allo scopo di preparare complotto rivoluzionario in India, Egitto, ecc. Il capo banda per

sona molto intelligente e capace di tutto, è stato fatto venire da San Francesco di California dove era in contatto con gente della peggiore risma. Con quei signori, per quanto ciò possa sembrare incredibile, imperatore di Germania non ha esitato ad avere vari colloqui. Ha preso tutte le necessarie precauzioni e nulla teme. Attività malefica di quei miserabili non si è limitata però ai paesi soggetti all'Inghilterra. Con indiretta ma efficace connivenza dello stato maggiore tedesco quei signori sono entrati in relazioni intime con una banda di malfattori anarchici con i quali in Svizzera sono avviati nel più gran mistero piani tenebrosi di attentati contro una serie di altissimi personaggi dei paesi alleati, fra i quali la sacra persona del nostro amato sovrano. Sua Maestà in tono concitatissimo aggiunse testualmente: dite da parte mia al barone Sonnino che l'informazione vi è stata data direttamente da me e che io ne garantisco nel modo più assoluto l'autenticità. Mia indignazione è senza limiti. Non avrei mai potuto immaginare che mio cugino, il nipote della regina Vittoria, avesse potuto discendere ad un livello così basso di criminale depravazione sanzionando o quanto meno tacitamente tollerando che il suo stato maggiore ordisca simile progetto assassinio. Del resto non vi è più da meravigliarsi di nulla dopo la barbara uccisione di pacifici borghesi donne

fanciulli commessi dai Zeppelin nei recenti raids di essi.

Prossima bravura delle aeronavi dell'imperatore sarà lancio di una bomba sul monumento della nonna alla inaugurazione del quale con tanta ipocrisia volle imporre la sua presenza.

(l) Cfr. n. 923.

937

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2110/502. Londra, 19 ottobre 1915, ore 10,45 (per. ore 5,45 del 20).

Telegramma di V. E. gabinetto 476 (1).

Senza addentrarmi in minuti particolari sul piuttosto lungo mio colloquio

di ieri col cancelliere dello scacchiere, mi limito ad informare V. E. che siamo

arrivati non senza difficoltà ad una intesa su due punti essenziali e cioè l'en

tità dell'anticipo in centoventi milioni di lire sterline e l'apertura di credito

in America. Un serio ostacolo è però sorto sulla gestione della rateazione.

Io sostenevo che anticipo va completato nel periodo del primo semestre

1916. Mac Kenna invece dopo calcoli e contro calcoli fatti con uno dei suoi

consiglieri presenti al colloquio dichiarava non essergli umanamente possi

bile anticipare somma così ingente in un periodo minore di un anno. Per

quanti sforzi io avessi fatto non riuscii a fargli accettare su questo punto le

nostre vedute; ad ogni mia insistenza rispondeva pregando di non chiedergli

l'impossibile e spiegare bene a V. E. la sua imbarazzante situazione e l'enorme

responsabilità.

Cedendo alle mie preghiere disse infine che dopo aver ancora riflettuto e rifatto i suoi calcoli mi avrebbe scritto una lettera di cui desiderava io comunicassi subito contenuto a V. E. Riterrei che prima di darmi una risposta definitiva egli abbia voluto avere l'approvazione del consiglio dei ministri al quale egli si recava dopo il colloquio. La lettera comunque mi è pervenuta solo oggi. Ne traduco parte essenziale:

• Da quanto voi mi diceste ieri rilevo che in seguito al mio memorandum dell'll ottobre Governo italiano non insiste per un ulteriore anticipo fino a quando non sarà esaurito il prestito pattuito in base all'accordo di Nizza e cioè fino al principio del 1916 e che Governo stesso suggerisce che il prestito di 100 milioni di dollari sia concesso nei primi sei mesi del 1916 in aggiunta all'altro prestito di 100 milioni di lire sterline richieste entro il medesimo periodo. Per le ragioni qui appresso indicate temo non sarà possibile al Governo di Sua Maestà di aderire a tali domande nella loro integrità. lo sono tuttavia disposto ad assentire ad anticipare al Governo italiano durante l'anno 1916 a ragione di 10 milioni di lire rsterline al mese ascendenti in totale a centoventi milioni di lire sterline delle quali non più di un sesto sarà reso disponibile per far fronte a pagamenti in America. Fondi in conformità di quanto è stato stabilito per anticipazioni recenti ad altri governi alleati, saranno sottoposti a condizioni da concordarsi più tardi circa gli scopi per i quali dovranno essere impiegati. Ad evitare inutili concorrenze converrà secondo quanto è stato proposto nell'accordo di Nizza, stabilire un organo per provvedere a che gli acquisti per conto del Governo italiano siano fatti in consultazione con le autorità britanniche. Vi sarò grato di assicurare il signor Carcano che questa offerta rappresenta il massimo limite nel quale noi siamo in ,grado di soddisfare il desiderio del Governo italiano, che va realmente al di là dello stanziamento che dai calcoli fatti dal Tesoro nel fissare i preventivi delle future spese, si riteneva sarebbe stato necessario a tale intento. Le esigenze del nostro già grande e sempre crescente esercito adibito in massima parte in servi~i all'estero, nonchè l'assistenza finanziaria da noi prestata agli alleati, costituiranno una grave difficoltà per fronteggiare spese alle quali ci siamo già impegnati. Sono sicuro che il signor Carcano si renderà conto che noi siamo pronti ad assistere Governo italiano con ogni mezzo a nostra disposizione ma io ritengo ~che accedere integralmente alla domanda del Governo italiano equivarrebbe ad assumerci un impegno cui in vista dell'enorme peso accollatoci potremmo non trovarci in grado di far fronte ».

Nè nel colloquio di ieri, nè nella lettera di oggi cancelliere dello scacchiere ha fatto alcuna menzione delle altre condizioni indicate nel primo memorandum da me consegnatogli in base al telegramma di V. E. 1005 (1). Non ho creduto di sollevare la questione sembrandomi anzitutto essenziale di giungere, previo consenso di V. E., all'intesa sui punti principali circa i quali le sarò grato farmi conoscere pensiero e decisione del R. Governo. lo non sono competente nè ho elementi per esprimere un giudizio sulla validità degli argomenti addotti dal cancelliere dello scacchiere. Debbo soltanto in omaggio

alla verità riferire che da ogni parte raccolgo indizi di serie preoccupazioni per la questione finanziaria. Alla quale non più tardi di stamane, pur senza delicatamente menzionare il nostro prestito, accennava il re dicendo temere che col procedere di questo passo Inghilterra si troverà un bel giorno seriamente dissestata.

(l) Cfr. n. 897.

(l) Cfr. n. 788.

938

L'INCARICATO D'AFFARI A CETTIGNE, PATERNO', AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 7275/209. Podgoriza, 19 ottobre 1915, ore 16 (per. ore 8,30 del 20).

Governo montenegrino mi ha informato ufficialmente che considerando dichiarazione di guerra Bulgaria alla Serbia, come diretta contro il Montenegro, si considera in stato di guerra con la Bulgaria.

Governo nord-americano è stato pregato di fare tale comunicato a Sofia.

939

IL MINISTRO A NISCH, SQUITTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 'GAB. 2128/148. Nisch, 19 ottobre 1915, ore 10 (per. ore 3 del 22).

In questi circoli diplomatici corre voce che Governo serbo, visto impossibilità di resistere a due nemici nello stesso tempo tratti segretamente una pace separata con l'Austria.

Non posso escludere la cosa in modo assoluto, ma la ritengo estremamente difficile se non impossibile fino a tanto che Pasic starà al potere (1).

940

L'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 7276/393. Washington, ....... (per. ore 10,35 del 20 ottobre 1915).

Mio telegramma n. 385 (2). Nella riunione definitiva di ieri, il segretario di stato ed i rappresentanti dell'America latina si dichiararono autorizzati, il primo dal presidente degli

Stati Uniti e gli altri dai rispettivi Governi a riconoscere in Carranza il capo esecutivo del Governo di fatto nel Messico.

Oggi segretario di stato e detti rappresentanti parteciparono separatamente per iscritto siffatto riconoscimento al signor Arredondo agente di Carranza in Washington aggiungendo che i rispettivi Governi avrebbero atteso la nomina dei suoi rappresentanti diplomatici .per procedere a loro volta alla nomina dei propri inviati diplomatici a Messico.

Telegrafo quanto precede al R. ministro Messico.

(l) -Ritrasmesso a Parigi, Londra e Pietrogrado con t. gab. 1280 del 22 ottobre, ore 21. (2) -Non pubblicato.
941

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. S. P. 2114/.835. Italia, 20 ottobre 1915, ore 15 (per. ore 16,10).

Rispondo suo telegramma n. 18 (1).

Mentre rimango favorevole spedizione a Salonicco o altri punti dell'Egeo esprimo mio parere recisamente contrario ad una spedizione attraverso l'Albania, già notificato verbalmente al Presidente del Consiglio Salandra che meco concordava. Albania presenta terreno difficiHssimo e catene montagne difficoltose, da superarsi senza strade. Non credo possibile creare in breve tempo strade carrozzabili traverso alte e scoscese montagne argillose che comunque non resisterebbero ad un traino prolungato. Anche quando esistessero e fossero solide quelle strade sarebbero insufficienti per una forte spedizione. Se la spedizione fosse limitata la linea delle operazioni rimarrebbe continuamente esposta alle insidie sui fianchi ed alle spalle. Popolazione albanese è infida ma guerriera e maestra nella guerriglia. Perciò la spedizione presenta un permanente pericolo di disastro che, anche se parziale, obbligherebbe, per tutela prestigio, ad altre spedizioni in pura perdita, delle quali è impossibile prevedere l'entità. Inoltre la natura del paese richiederebbe impiego truppe, servizi da montagna che appena bastano sulle Alpi. Infine giova considerare pericoli gravi che la traversata dell'Adriatico presenterebbe per i convogli truppe e permanentemente pei rifornimenti nonchè per le navi da guerra a protezione. In conclusione io sconsiglio decisamente tale spedizione.

Se gli alleati persistessero ad ingolfarsi in simile ginepraio converrebbe lasciare che corressero l'avventura a loro rischio e .pericolo. Quanto a Valona deve bastarci la protezione del Golfo ed ho sempre sconsigliato avventurarsi

oltre, per quanto Barone Aliotti abbia incautamente cercato o cerchi di attirarmi. Torno a consigliare il concorso per ora di 25 o 30 mila uomini da tenere costantemente a numero e da sbarcare a Salonicco od altro punto di sbarco dell'Egeo per operare d'accordo con alleati da quella parte.

(l) Cfr. n. 934.

942

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2115/505. Londra, 20 ottobre 1915, ore 4,30 (per. ore 19,45)

Mio telegramma gab. 502 (1). Per opportuna informazione di V. E. credo, tutto compreso, utile riferire ulteriori particolari circa mio colloquio di lunedì col cancelliere dello scacchiere.

Mac Kenna cominciò per dirmi che nel preventivo fatto egli aveva calcolato una somma complessiva di settantacinque milioni di sterline per eventuale anticipazione all'Italia durante tutto U 1916, la quale somma unita ai venticinque milioni tuttora disponibili dell'anticipazione pattuita con l'accordo di Nizza avrebbe lasciato al Governo del re una disponibilità complessiva di cento milioni.

In questa via, dissi chiaramente, non potevo seguirlo non sembrandomi il caso di aprire una discussione di tanto e quanto. Se Governo del re aveva indicata la cifra tonda di centoventi milioni voleva dire che di tale somma e non di una minore esso ha assoluto bisogno per fronteggiare i pagamenti all'estero per spese indispensabili ad una vigorosa prosecuzione della nostra guerra nell'interesse della causa comune.

Dinnanzi a questa mia recisa dichiarazione cancelliere dello scacchiere non insistette e dopo nuovi calcoli finì per accettare nostro punto di vista circa ammontare dell'anticipazione.

Circa rateazione egli osservò che anche noi avevamo indicato un periodo di nove mesi. In base al promemoria da me rimessogli precedentemente, gli feci osservare che quella proposta rateazione contemplava il caso di una nuova anticipazione iniziata nell'ultimo trimestre 1915 cioè dall'ottobre 1915 al .giugno 1916. Avendo però R. Governo consentito ad ammettere tesi inglese che cioè nuova anticipazione fosse fatta dopo totale o quasi esaurimento di quella pattuita a Nizza, ne conseguiva chiaramente che futura anticipazione dovesse essere fatta nel primo semestre 1916. Non vi era pertanto alcuna contraddizione nelle domande da me presentate.

Cancelliere dello scacchiere riconobbe fondamento della mia osservazione

ma, come V. E. avrà potuto rilevare, sul periodo della rateazione si mostrò

irremovibile.

(l) Cfr. n. 937.

943

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 1268. Roma, 20 ottobre 1915, ore 21.

(Meno Atene) Il R. ministro ad Atene telegrafa quanto segue (l):

• Ringrazio V. E. del telegramma gab. n. 1252 (2).

Sino ulteriore ,comunicato debbo interpretare quanto V. E. ha voluto dirmi intorno suo colloquio con Barrère come una chiara indicazione che io debbo astenermi dal prender parte a qualsiasi passo che i miei colleghi abbiano istruzione di fare circa ad offerte territoriali alla Grecia. Ciò dico perchè questo

ministro di Russia mi ha letto un telegramma da Pietrogrado da cui risulterebbe che V. E. parlando con Rodd gli avrebbe detto che se tutte le altre potenze dell'Entente si mettessero d'accordo per fare ad Atene passo del genere, V. E. non si sarebbe separata dagli alleati.

Temo che non tarderanno a farsi qui offerte concrete alla Grecia della Tracia bulgara, oltre a quella di Cipro già avvenuta. Questi ministri di Francia e d'Inghilterra spingono in tale via i loro Governi. Ministro di Russia già ha ricevuto da Sazonoff comunicato che quantunque non partigiano della cosa, egli appoggerà calorosamente iniziativa in tal senso presa dalla Francia e dall'Inghilterra. Stampa già comincia a parlare in vario senso. Guillemin, colla sua consueta improntitudine, già ha fatto per suo conto aperture a Venizelos ed a Rallis.

Se come io prevedo e come sembra esser già il caso per offerta di Cipro per la quale da quattro giorni questo ministro d'Inghilterra aspetta invano una risposta, l'esito di tal passo sarà negativo (giacchè da un lato il Re non è disposto ad accettare la condizione offerta cioè entrata in campagna della Grecia e dall'altro nessuno qui ha fiducia che Intesa potrà adempiere sue promesse) ne seguirà, senza dubbio da parte della Francia e Inghilterra una reazione di sdegno con susseguenti misure di rigore 'Contro la Grecia e probabile rottura diplomatica dell'Intesa con essa.

V. E. giudicherà se si possa considerare come utile alla nostra causa questo

ulteriore abbandono dell'oriente nelle mani dei nostri nemici ». Ho risposto a De Bosdari quanto segue: (Solo per Atene) Telegramma di V. S. n. 158. (Per tutti) Pur sconsigliando passi implicanti nuove offerte alla Grecia,

non co~:uiene singolarizzarci in un atteggiamento sfavorevole a codesto paese, onde autorizzo V. S. ad associarsi ad una eventuale azione collettiva dei suoi colleghi dell'Intesa.

(2\ Cfr. n. 926.

(l) Con t. gab. 2119/158, pari data, ore 14,55, per. ore 18.

944

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2118/159. Atene, 20 ottobre 1915, ore 23 (per. ore 5 del 21).

Questo ministro d'Inghilterra mi ha detto aver ricevuto oggi risposta greca sull'offerta dell'isola di Cipro (mio telegramma n. 153) (1). Essa è negativa. Stato Maggiore ellenico dice che un'entrata in campagna della Grecia sarebbe nelle attuali condizioni • un suicidio •. Elliot ha chiesto quale contingente di truppe alleate potrebbe parere sufficiente alla Grecia per indurla a prendere parte alle ostilità. Zaimis gli ha risposto che in nessun caso Stato Maggiore ritiene che gli alleati possano giungere a tempo per opporsi all'avanzata e alla vittoria bulgara (2).

945

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO,

AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, SALANDRA

(Carte Salandra, Lucera)

L. P. Roma, 20 ottobre 1915.

Sono completamente d'accordo con Te. Per assumersi i guai e i rischi di una esportazione di grano nelle attuali condizioni del mercato, si dovrebbe almeno trattare di un alleato fido. Dato l'attuale giuoco doppio che :fa la Grecia l'opinione pubblica non scuserebbe una concessione.

Nota che dovremo mandare grano nel Dodecaneso, dove cominciano a star male, dacchè la Grecia non ne lascia più passare e gl'inglesi non permettono che ne esca dall'Egitto fuorchè per una insufficientissima quota mensile.

Le due ragioni che addurresti nella risposta negativa vanno benissimo.

Ti ritorno la minuta allegata alla Tua, e che va soppressa.

P. S.: Ho telegrafato ieri a Cadorna accennandogli del progetto dell'Albania e chiedendogli la sua impressione. Se si dovrà fare qualcosa bisognerebbe fare presto; anche perchè oltre i Greci a Berat, c'è da aspettarsi che una buona parte dei Serbi, non potendo più resistere ai nemici in Serbia si rifugino nell'Albania, il che precipiterebbe pure il movimento dei Greci, quando non ci fossimo già noi.

(l) -Non pubblicato. (2) -Ritrasmesso a Parigi. Londra e Pietrogrado con t. gab. 1270 del 21 ottobre, ore 20.
946

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 7307/760. Pietrogrado, 21 ottobre 1915, ore 2,35 (per. ore 16,30).

Giornale ufficiale ha pubblicato oggi manifesto imperiale, notificante stato di guerra fra Russia e Bulgaria. In esso, dopo accennato all'opera della Russia e degli alleati per appagare aspirazioni bulgare in via pacifica, viene denunziato tradimento fratricida della Bulgaria, che ha attaccato Serbia e si è schierata nemico della fede cristiana, degli slavi e della Russia. Manifesto conclude, dicendo che popolo russo apprenderà con amarezza tradimento di una nazione, che gli fu finora amica, e con animo oppresso trarrà contro di essa la spada e lascerà cadere sui traditori giusta vendetta divina. In un lungo comunicato, edito nel giornale ufficiale, Governo riepiloga storia delle relazioni russobulgare, giungendo sino ad oggi per dimostrare opera nefasta compiuta dal principe di Coburgo per alienare Bulgaria dalla Russia e dai fratelli slavi e gettarla nelle braccia Germania. Comunicato finisce con queste parole: « Durante quasi 30 anni principe Coburgo si interpose fra Russia e Bulgaria per separarle. Nel corso di questo tempo, Russia non cessò sperare che popolo ad essa così vicino venisse a resipiscenza. Ed ora che Bulgaria è data in olocausto alla perfidia germanica, Russia non ha ancora perduto speranza che mano dei bulgari fedeli alle loro tradizioni storiche non si alzerà contro figli dei soldati russi, che hanno lasciato ossa in Bulgaria •. Comunicato sottolinea distinzione che qui si è sempre voluta fare fra popolo bulgaro e il suo sovrano, e grazie alla quale si spera attenuare errore della diplomazia russa e mantenere nel pubblico qualche speranza in un ritorno quando che sia dei bulgari all'ovile slavo. Non è estranea al comunicato anche ispirazione dei bulgarofili per principio come il Miliukoff ed i suoi amici del Rietch. È anzi credibile che intonazione di paterno corruccio, anzichè di animosità bellicosa, traspirante dal comunicato governativo sia da ascriversi piuttosto a considerazioni cuore che alle lusinghe d'influire ,sull'opposizione bulgara.

947

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA

T. GAB. 1274/19. Roma, 21 ottobre 1915, ore 18.

Questo ambasciatore di Francia è tornato a chiedermi con insistenza i dati che possa fornire lo Stato Maggiore italiano sulle strade di rifornimento in Albania per una spedizione francese che sbarchi sia a Durazzo sia a Valona, sia a Santi Quaranta, diretta verso la Macedonia e la Serbia.

AI Ministero gli hanno detto che questi dati sono tutti presso il Gran Comando.

Barrère mi ha pregato di ottenere risposta ed avere al possibile sollecita comunicazione. Mi chiede pure se noi saremmo disposti a sorvegliare le dette strade e i prigionieri austriaci ora in mano ai serbi (di nazionalità slava) che lavorassero a riattarle.

Risposi che un tale compito implicherebbe l'invio di truppe e che per il momento su ciò non potevo dargli alcuna risposta (1).

948

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA

T. GAB. 1275/20. Roma, 21 ottobre 1915, ore 20,30.

Questo ambasciatore di Russia mi ha confermato che gli alleati intendevano crearsi una seconda base in Albania, per avere contatto con serbi (2).

949

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, A PIETROGRADO, CARLOTTI, E AL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI

T. GAB. 1276. Roma, 21 ottobre 1915, ore 21.

Questo ambasciatore di Russia mi ha comunicato che Sazonoff pur avendo aderito, per quanto poco volentieri e solo per non restare isolato, alla proposta francese di promettere alla Grecia anche la costa della Tracia se partecipava alla guerra a fianco degli alleati, proponeva che si dovesse ora smettere dal fare altre promesse, e che invece si dovesse intimare alla Grecia tutto quanto le era stato fin qui promesso si sarebbe considerato come ritirato se essa non univa la sua azione a quella comune. Domandava la mia impressione al riguardo.

Risposi che un simile passo mi pareva prematuro e pericoloso, finchè gli alleati non avessero forze assai più ragguardevoli a Salonicco; e ciò tanto più in quanto non vedevo per ora la menoma speranza che anche con una simile dichiarazione si potesse far muovere la Grecia; del che era sufficiente prova la risposta data al passo inglese relativo a Cipro. Convenivo perfettamente con Sazonoff riguardo al deprecare che si facessero nuove promesse (3).

(l) -Cfr. i colloqui con Barrère, del 21 ottobre, in SoNNINO, Diario, vol. n, cit., pp. 256-257, e con Rodd, del 22 ottobre, ibid., pp. 257-258. (2) -Cfr. il colloquio con Giers. del 15 ottobre, in SoNNINO, Diario, vol. n. cit., p. 249. (3) -Il testo di questo telegramma è identico a quello dell'annotazione del 21 ottobre in SONNINO, Diario, vol. n, cit., p. 256.
950

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA

T. GAB. 1277/21. Roma, 21 ottobre 1915, ore 21.

Ringrazio V. E. del suo telegramma n. 835 (1).

Riconosco i pericoli che deriverebbero ad una nostra spedizione in Albania dalla traversata dell'Adriatico sia pei convogli di truppe sia pei successivi rifornimenti.

Ma una qualche spedizione in Albania ci viene in certo modo oggi imposta da due fatti ·che vi è ogni ragione per ritenere come imminenti: il primo (ed è il meno importante) dal proposito chiaramente dimostrato dai greci di rifarsi delle mancate speranze verso Oriente profittando degl'imbarazzi generali per invadere il territorio albanese fino allo Scumbi cioè tutto il territorio che accerchia Valona; il secondo fatto è la spedizione che i francesi annunziano chiaramente per bocca del Barrère, di voler preparare in tutta fretta per l'Albania allo scopo (più o meno serio o sincero) di avere una seconda via di rifornimenti di uomini, di armi e di risorse per la Serbia. Queste due prossime eventualità non erano note quando giorni addietro il presidente del consiglio parlava con V. E. di questa materia.

Andandoci i francesi non possiamo non andarci noi. Il pubblico, il parlamento, non capirebbero nè tollererebbero in tal caso una nostra astensione.

Occorre considerare che la politica italiana negli ultimi anni ha avuto come suo fulcro principale la questione albanese, dalla quale l'interesse nostro più essenziale è quello di escludere qualunque altra potenza, interesse che solo intervenendo nella spedizione l'Italia .potrebbe tutelare. Una nostra temporanea occupazione in Albania potrebbe darci un pegno da far valere anche in altri riguardi. Se invece non interveniamo altri potrà crearsi una situazione di fatto a tutto nostro danno e probabilmente senza nessuna possibilità di rimedio; sia che intervengano i francesi e vi si insediino, sia che vi si avanzino i greci contrastando vivacemente i nostri interessi e sminuendo notevolmente, con l'occupazione dell'hinterland, i vantaggi che ci derivano dal possesso di Valona. Rimarrebbe cosi annullato non solo uno dei fini essenziali della nostra politica estera riguardante la nostra situazione nell'Adriatico e nei Balcani, ma se ne avrebbero ripercussioni indubbie nella situazione interna in Italia. Una nostra astensione significherebbe una definitiva rinuncia.

Per quanto riguarda la difficoltà della regione albanese, prospettata da

V. E. desidero chiarire che la spedizione • in • oppure • attraverso • l'Albania potrebbe, nei nostri riguardi, avere tutte quelle limitazioni che fossero suggerite dalle necessità militari e dalle circostanze: rendendo noi già una utilità indiscutibile alla Serbia colla semplice occupazione di taluni punti strategici: Tirana, Elbassan, ecc. anche senza impegnarci più a fondo.

Come accennavo nel mio telegramma n. 1260 (2) questa nostra occupazione potrebbe garantire la Serbia da un assalto alle spalle che in questo momento

potrebbe esserle esiziale, e le consentirebbe il ritiro e quindi la disponibilità delle forze attualmente ivi dislocate, forze che vi giunsero, vi si stabilirono e vi si mantengono senza difficoltà da vari mesi. Come è noto a V. E. esse hanno proceduto in gran parte al disarmo degli albanesi.

UIJ. nostro concorso a Salonicco e nell'Egeo non potrebbe assumere una importanza decisiva contro i nemici comuni, e non uscirebbe ad ogni modo dal maggior quadro delle attività dei franco-inglesi, mentre l'Albania potrebbe fornirci un compito importante più indipendente da assolvere con gli innegabili benefici che da tale situazione ci deriverebbero.

Si è perciò che, pur rendendomi conto delle ragioni di indole militare che V. E. ha voluto favorirmi nella sua alta competenza, io le dirigo, d'accordo col Presidente del Consiglio, questo telegramma per un nuovo esame che ella volesse condurre intorno ad un argomento che ritengo di capitale importanza pel nostro Paese.

(l) -Cfr. n. 941. (2) -Cfr. n. 934.
951

IL MINISTRO AD ATENE, DE BOSDARI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2127/161. Atene, 21 ottobre 1915, ore 14,15 (per. ore 22).

Mi si assicura che si intensifica il negoziato di questo ministro di Germania con Theotokis e Gunaris per preparare Grecia ad una eventuale azione unitamente Bulgaria ed Imperi centrali il cui compenso dovrebbe essere vilayet Monastir e Albania (1).

952

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2135/508. Londra, 21 ottobre 1915, ore 10,35 (per. ore 2,15 del 22).

Grey mi ha oggi confermato che il Governo britannico invierebbe truppe

• in Oriente •, ma sull'entità delle forze, epoca dell'arrivo e località sbarco non è entrato in particolari limitandosi a dire essere tutte queste questioni da decidersi dalle autorità militari a seconda delle circostanze. Grey contemplava con grande apprensione ed ansietà la situazione della Serbia, osservando, avere i fatti giustificato sue previsioni che egli non cessava di prospettare al ministro di Serbia, quando invano si sforzava di persuadere quel Governo a mostrarsi più arrendevole nel fare prontamente e completamente le note concessioni alla Bulgaria.

Grey non ritiene probabile, in caso di sconfitta della Serbia, germanoaustriaci pensino di spingersi fino a Costantinopoli, perchè suppone che di quelle forze avrebbero urgente bisogno altrove. Ciò beneinteso non inten

deva nullamente attenuare gravità conseguenze di un successo tedesco nei Balcani, in quanto è ovvio che, in ogni caso esso permetterebbe alla Germania di aprire via per larghi rifornimenti di armi e munizioni alla Turchia. Grey ha pure vagamente accennato a verosimili complicazioni in Egitto. Ma, come al solito, non si mostrava disanimato, sostenendo che dal principio della guerra Intesa ha già più volte traversato momenti criticissimi, e che, pertanto come si sono superati quei pericoli così si supereranno anche questi.

Della possibile azione russa nei Balcani ha parlato in modo assai vago e superficiale, tale insomma da non permettermi di riferire alcuna impressione concreta. Egli ha soltanto insistito molto sulle ultra benefiche conseguenze che potrebbe avere, nell'interesse comune, il fornire la Russia della massima possibile quantità di fucili lasciando di passata intravvedere alquanto rincrescimento per non esserci noi trovati in grado di disporre delle munizioni necessarie per i noti fucili prestatile, mm::l'izioni cui mi è sembrato capire, provvederebbe questo Governo.

(l) Ritrasmesso a Parigi, Londra, Pietrogrado e Bucarest con t. gab. 1279 del 22 ottobre, ore 20.

953

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2132. Londra, 21 ottobre 1915, ore 10,55 (per. ore 3,10 del 22).

Telegramma V. E. n. 1268 (1).

Grey mi ha detto testè considerava egli che l'andare intorno offrendo territori appartenenti ad altri gli pareva una dimostrazione di debolezza. Per conseguenza ha telegrafato ad Elliot che il Governo britannico non intende fare alcuna offerta. Esso però non si opporrebbe alla eventuale assegnazione alla Grecia della Tracia bulgara qualora Grecia • dopo • di aver annunziata sua decisione definitiva di schierarsi con alleati facesse per la prima una esplicita domanda di quelle concessioni territoriali. In altri termini, ha detto Grey, non essere egli disposto a ricominciare colla Grecia il medesimo giuoco che ha dato risultati così negativi nei negoziati con Bulgaria.

Tale era del resto la linea di condotta che egli in principio aveva in animo di seguire verso la Bulgaria e che fu 'Costr_etto a modificare in seguito ad insistenze da varie parti. Da questa confessione di Grey traggo argomento per confermare le osservazioni circa le influenze estere ed interne che hanno determinato il mutamento delle vedute primitive di Grey già sottoposte a

V. E. nel mio telegramma Gabinetto n. 227 (2).

Circa Cipro Grey mi ha detto che nell'offrire un territorio di sua proprietà e di cui poteva disporre anche subito Governo britannico ha desiderato in omaggio al sentimento generale dell'opinione pubblica dimostrare alla Serbia che pur di aiutarla esso era pronto a sacrificare un suo possedimento, se tale sacrificio avesse avuto per conseguenza di indurre la Grecia a rispettare gli impegni assunti verso l'antica alleata.

43 -Documenti diplomatici-Serie V-Vol. IV

Circa accettazione di tale offerta da parte della Grecia mi è sembrato che Grey non nutre illusioni di sorta.

Nel linguaggio oggi tenutomi da Grey non ho scorto alcuna manifestazione e indizio di eventuale proposito aggressivo contro la Grecia nel caso assai probabile in cui essa mantenga l'attuale contegno neutrale.

(l) -Cfr. n. 943. (2) -Cfr. n. 131.
954

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. s. 2137/845. Italia, 22 ottobre 1915, ore 14,20 (per. ore 15).

Rispondo telegramma Gab. n. 1274 (1).

Ho disposto che siano stati dati dal comando corpo di Stato Maggiore territoriale di Roma in comunicazione codesto Ministero per consultazione ambasciata di Francia dati relativi a strade, rifornimenti in Albania.

Con la occasione rilevo stranezza richiesta detta Ambasciata tendente impiegare nostre vie e lavoratori sulle medesime.

955

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 1282. Roma, 22 ottobre 1915, arre 21.

(Meno Parigi) Il R. ambasciatore a Parigi telegrafa (2):

• Millerand è tornato ieri sera da Londra dove non ha concluso nulla di nuovo perchè resta per ora fermo invio dei 150.000 uomini da parte della Francia e dell'Inghilterra come era stato stabilito. Soltanto Millerand ha concordato con lord Kitchener tutte le disposizioni di dettaglio affinchè corpo di spedizione sia al completo a Salonicco nel più breve tempo possibile.

Consiglio dei ministri che si è riunito oggi si è dichiarato soddisfatto delle informazioni e spiegazioni date da Millerand.

Viviani ha ricevuto Paléologue telegrammi che confermano quanto già Carlotti ha telegrafato a V. E. e cioè che Sazonoff si prepara a fare una offerta di concorso alla Rumania appena avrà ricevuto i fucili che gli sono stati promessi. Viviani mi ha detto che Francia dà alla Russia 180.000 fucili con dotazione di 300 cartucce per ciascuno. Di questi 80.000 con relative cartucce sono già in viaggio per Arcangelo e gli altri seguiranno subito. Viviani mi ha detto che egli credeva che fra l'Italia e l'Inghilterra sarebbero stati forniti alla Russia 500.000 fucili ma che invece questo ambasciatore di Inghilterra ha detto che sola Inghilterra darà 500.000 fucili in più dei 350.000 italiani. Viviani tuttavia per essere ben sicuro di ciò ha telegrafato a Cambon perchè

lo confermi. Viviani si è mostrato impensierito perchè i 350.000 fucili che darà Governo italiano non saranno muniti di cartucce e mi ha pregato di confe

rire domani mattina con sottosegretario di Stato Thomas insieme agli ufficiali specialisti italiano e francese che sono qui per vedere se e in qual modo possano essere provvedute le cartucce •.

Ho telegrafato quanto segue:

(Per Parigi) Telegramma di V. E. n. 434.

(Per tutti) Fucili che Italia presta alla Russia sono in tutto trecentomila.

(l) -Cfr. n. 947. (2) -Con t. gab. 2133 del 21 ottobre, ore 21,15, per. ore 1 del 22.
956

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T.GAB.RR.2154/509. Londra, 22 ottobre 1915, ore 15,56

(per. ore 21).

Per lei solo.

Nel corso udienza di martedì re Giorgio accennando all'eventuale nostro intervento nei Balcani disse risultargli che generale Cadorna sta ora preparando poderosa offensiva. In tali condizioni sembrava Sua Maestà giusto si volesse da noi attendere risultati prima di prendere una decisione sull'invio di truppe in Macedonia.

Risposi per il momento a me non risultava altro se non che il Governo di Sua Maestà era disposto collaborare azione alleati in Oriente con altri mezzi ma non con invio truppe.

Il re espresse poi compiacimento per regolata questione prestito nostri fucili alla Russia, osservando che muniti di fucili, i russi possono rendere preziosissimi servizi alla causa comune, alla quale, aggiunse con accentuata insistenza, Inghilterra, checchè siasi detto in contrario, ha contribuito finora con enormi sacrifizi di sangue e di danaro, e continuerà fino all'ultimo a contribuire con ogni mezzo a sua disposizione. A proposito della Russia Sua Maestà manifestò qualche apprensione per la situazione interna, deplorando che l'imperatore, col mantenere Goremikin al potere abbia perduto una preziosa occasione di stringere tutta la nazione attorno al trono in così critico momento. Alla attuale situazione interna in Inghilterra fece il re una vaga allusione in termini generali dai quali traspariva rincrescimento non disgiunto da preoccupazione. In termini severissimi deplorò poi il re campagna Times ed altri giornali contro Grey, qualificando quegli attacchi principalmente determinati da astii personali, • unfair • ed anti patriottici, rilevò inoltre Sua Maestà essere l'Italia l'unica nazione alleata in cui situazione interna nulla lascia a desiderare. Sua Maestà avendomi poi chiesto mie impressioni circa situazione balcanica, mi permisi di ricordargli quelle che ebbi già l'onore di sottoporgli in precedenti udienze e che sono state confermate dagli avvenimenti e gli ripetei essere mio radicato convincimento, condiviso dal mio Governo che questa guerra può essere condotta a vittorioso termine unicamente in virtù degli sforzi comuni delle quattro grandi potenze alleate. Esse, pertanto, è preferibile non facciano

affidamento sul concorso dei neutri, e rinunzino una buona volta all'errato sistema delle continue offerte territoriali agli uni ed agli altri degli stati minori, i quali verranno con noi solo quando si saranno persuasi che la vittoria ci arriderà e di ciò purtroppo, oggi non sono ancora persuasi. In queste vedute replicò Sua Maestà convenire egli pienamente.

957

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, SALANDRA

(Carte Salandra, Lucera)

L. P. Roma, 22 ottobre 1915.

Rodd mi comunica, per incarico di Grey, che il Giappone ha aderito al patto del 5 Settembre 1914, implicante l'impegno di non fare paci separate. Chiede se noi vogliamo in qualche forma partecipare a tale adesione del Giappone. La difficoltà pratica starebbe in questo: che l'adesione del Giappone sarà resa pubblica entro la settimana prossima, onde ogni nuovo atto che facessimo noi a questo riguardo renderebbe pubblica anche l'adesione nostra alla convenzione di Londra.

Non vi è, secondo me, alcuna necessità, ove si voglia continuare a mantenere il segreto, di fare alcun atto nuovo, visto che noi eravamo stati avvertiti debitamente della prossima adesione del Giappone e questo era avvisato della nostra situazione al riguardo.

Resterebbe solo da esaminare se questa non sarebbe una occasione per rendere pubblica la nostra adesione, insieme con quella del Giappone, sia facendo un atto nuovo sia dichiarando sotto qualche forma la nostra adesione come già avvenuta.

Il comandante dello • Scilla • dichiara che il sommergibile che affondò la sua nave portava bandiera germanica.

Sulla questione Albania vi sono oggi tre telegrammi di Aliotti (nn. 7316 e 7317 e gabinetto n. 2,134 che ti accludo) (1). Ma non gioverà forse quanto riferisce per persuadere Cadorna, perchè questi apparisce già prevenuto contro Aliotti. Si potrebbe comunicargli i due 7316 e 7317, relativi alle strade.

958

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2147/849. Italia, 23 ottobre 1915, ore 1,10 (per. ore 2,25).

Rispondo telegramma segreto 1277/21 personale (2). Ho riesaminato sulla base del contenuto telegramma di V. E. ora detto, problema spedizione militare in Albania. Prescindendo dalla opportunità poli

tlca della quale è solo giudice il R. Governo, ritengo che se la Francia effettivamente intendesse di compiere una simile rischiosa impresa ·converrebbe nell'interesse comune di dissuaderla. Comunque, se si trattasse di attraversare l'Albania, non avrei che a confermare parere recisamente contrario, espresso nel mio telegramma precedente (1), certo come sono, che in tale caso spedizione militare risolverebbesi in disastro.

Se operazione dovesse limitarsi ad assiCurare hinterland di Valona contro Grecia od alla occupazione di qualche centro importante, quali sono Tirana ed Elbassan, l'Italia potrebbe concorrere colla Francia, ma non impegnando se non un corpo limitato di truppe fanteria. Ciò perchè nessun reparto d'alpini nè di servizio da montagna sono ora o potranno rendersi in seguito disponibili. Necessita peraltro che R. marina dichiari di garantire sicurezza convogli ed i successivi rifornimenti.

(l) -Non pubblicati. (2) -Cfr. n. 950.
959

L'AMBASCIATORE A PIETROGRADO, CARLOTTI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 7358/765. Pietrogrado, 23 ottobre 1915, ore 4 (per. ore 8,40).

Ministro di Russia a Bucarest telegrafa che da quella legazione di Germania viene diffusa la voce che fra re di Grecia e re di Bulgaria fu concluso un accordo sotto auspici imperatore di Germania e che Grecia non ha da temere minacce alleati perchè i porti delle sue coste potranno provvedersi di grano dalla Bulgaria.

Frankfiirter Zeitung pretende sapere che fra re di Grecia e re di Bulgaria è stato concluso accordo per spartizione fra quei due stati della Serbia e dell'Albania (mio telegramma 471) (2), e per soccorsi di grano e viveri alla Grecia, nel caso in cui questa venisse bloccata da potenze Intesa. Qui non si presta fede per ora a queste voci.

960

L'AMBASCIATORE A PARIGI, TITTONI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. 7345/833. Parigi, 23 ottobre 1915, ore 13,40 (per. ore 16,15).

Telegramma di V. E. n. 3633 (3).

Sulla questione messicana ha avuto luogo recentemente uno scambio di vedute fra i Governi francese ed inglese.

Di fronte avvenuto riconoscimento di Carranza da parte del Governo degli Stati Uniti, Grey ritiene che Governo inglese non può assumere atteggiar.1ento diverso, e d'altra parte non crede possibile ottenere dal Governo messicano garanzie migliori di quelle date agli Stati Uniti.

Grey telegrafò già all'ambasciatore d'Inghilterra a Washington incaricandolo di partecipare riconoscimento e chiedere in pari tempo che gli Stati Uniti restino garanti delle buone disposizioni di Carranza verso i sudditi ed interessi esteri nel Messico. Sir Spring Rice rispose però che non conveniva troppo affrettare.

Dato atteggiamento inglese nella questione, Governo francese inclina anch'esso, ora, per il riconoscimento. Margerie accennandomi alla opportunità di un'azione solidale delle potenze, della responsabilità anche in questioni non attinenti alla guerra, mi ha espresso il desiderio che Francia, Italia, Inghilterra e Belgio si intendano per un passo comune o per lo meno simultaneo a vVashington e Messico e tale da riuscire come manifestazione della· identità di vedute degli alleati. In questo senso furono date istruzioni a quel rappresentante di Francia ed a Cambon a Londra.

(l) -Cfr. n. 941. (2) -Non pubblicato. (3) -Cfr. n. 907.
961

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AGLI AMBASCIATORI A LONDRA, IMPERIALI, A PARIGI, TITTONI, E A PIETROGRADO, CARLOTTI

T. GAB. 1302. Roma, 23 ottobre 1915, ore 21.

Avant'ieri 21 ottobre Barrère tornò a chiedere con insistenza che il R. comando di stato maggiore gli comunicasse maggiori dati posseduti sulle strade di rifornimento in Albania e sugli sbarchi per una spedizione francese diretta a raggiungere la Serbia e la Macedonia, sbarcando sia a Durazzo sia a Valona, sia a Santi Quaranta. Chiedeva se noi potremmo incaricarci della sorveglianza dei lavoranti addetti a riparare e mantenere le strade, impiegando nei lavori stessi i prigionieri austriaci di nazionalità slava presi dai serbi.

Risposi che avrei richiesto di nuovo i dati al Gran Comando. Che ritenevo si dovesse trovare la mano d'opera sui luoghi magari sotto la forma di corvées pagate; che per sorvegliare prigionieri lavoranti occorrerebbe uno sbarco di truppe, e che a questo riguardo non potevo dirgli ancora nulla.

Mi chiese se potevamo fornire navi pei trasporti dalla Francia ai porti

albanesi e se potevamo lasciare alla Francia oltre il novembre le 7 navi già

prestatele.

Dissi 'Che per altre navi da requisire avevo già promesso all'ambasciatore

inglese di fornire quante navi potessero superare i nostri bisogni. Che quanto

alle 7 navi avrei chiesto al ministero della marina, ma che speravo potergli

dare risposta favorevole.

Barrère mi pregò di attenergli le risposte ad alcuni quesiti riguardo al

numero di treni francesi che l'amministrazione italiana delle ferrovie avrebbe

potuto trainare giornalmente da Modane a Genova e a Brindisi o da Venti

miglia a Genova.

Risposi che ne avrei chiesto al ministero dei lavori pubblici. Egli parlava

come se fos;e assolutamente decisa la spedizione francese attraverso l'Albania.

Ammetteva come sicuro o quasi un invio anche nostro di truppe.

Discorrendo dei diversi porti di accesso dissi che se noi avessimo mandato truppe non avremmo potuto sbarcare a Santi Quaranta, come potevano benissimo i francesi, perchè noi avremmo trovato là un ambiente molto ostile nei greci. Barrère. accennò alla necessità, se noi sbarcavamo, di rassicurare in precedenza i serbi perchè non vedessero nel nostro intervento un atto piuttosto ostile che benevolo.

Risposi che questa disposizione diffidente dei serbi a nostro riguardo era pure una delle difficoltà della situazione. Che noi avremmo potuto dichiarare sinceramente che non avevamo alcun proposito di occupare stabilmente il paese; ma di contro non avremmo nemmeno potuto assicurargli che l'Albania dovesse restare in mano loro. Intanto uno dei pericoli del momento era che i greci che si rifiutavano malgrado tutte le lusinghe offerte loro di associare la loro azione a quella degli alleati, creassero intanto un nuovo impiccio col volere invadere il territorio di Berat.

Ho riveduto Barrère oggi 23 ottobre.

* Avendo io comunicate le risposte date dai lavori pubblici ai quesiti relativi alle possibili facilitazioni pel passaggio da Modane e Ventimiglia a Genova e da Modane a Brindisi di treni francesi e avendogli chiesto se vi era qualcosa di preciso intorno ad una progettata spedizione francese attraverso l'Albania in aiuto della Serbia, egli, a differenza dell'altra volta, parlò come se non si trattasse di spedizione di truppe, ma soltanto di rifacitura delle strade di accesso e di rifornimento dal mare alla Serbia. Egli invece chiedeva che cosa avevamo risoluto fare noi in fatto di invii di truppe a sostegno della Serbia.

Risposi non poter nulla determinare che sentito il parere delle autorità militari dopo che si fosse svolta l'offensiva già incominciata al nostro fronte verso l'Austria. Ad ogni modo quand'anche decidessimo di mandare truppe, queste non potrebbero mai essere in numero e condizioni tali da dare una forte mano ai serbi tanto più che era impossibile che giungessero in tempo prima della decisione della lotta ora impegnata tra austro-tedeschi, bulgari e turchi da un lato e serbi dall'altro. Anche la spedizione di Salonicco benchè in buona parte già sbarcata, non arrivava in tempo. Per l'Albania oltre il tempo che ci sarebbe voluto per organizzare la spedizione, e per trasportarla senza troppi pericoli a Durazzo, accorrevano poi molte settimane pel riattamento delle strade verso l'interno.

Gli scopi cui oramai poteva mirare eventualmente una nostra spedizione

in e attraverso l'Albania non potevano essere praticamente che quelli di libe

rare i 20.000 uomini di truppe serbe, ora immobilizzati a Tirana, Elbassan, ecc.,

garantendole da qualunque assalto alle spalle da bande di ribelli albanesi, dì

provvedere e tenere libera una seconda via di rifornimento pei serbi oltre a

quella molto minacciata di Salonìcco, di tenere loro aperta una via di even

tuale ritirata.

Accennando Barrère che se non facevamo una spedizione vera e propria non avremmo portato alcun contributo alla causa comune nei Balcani, risposi con qualche vivacità che combattendo con ogni maggiore impegno contro gli austriaci sulla nostra frontiera orientale portavamo il contributo più serio ed utile; che avremmo volentieri fatto di più se le forze nostre bastavano e se altri sforzi e sacrifici potevano praticamente ed oggettivamente giovare alla causa; ma che certamente non avremmo cimentato diecine di migliaia di uomini in qualsiasi impresa che non apparisse vitale ed utile, soltanto per calmare generiche ed ingiuste diffidenze dei partiti politici o della stampa nazionale od estera * (1). Quanto precede per opportuna co:wseenza di V. E.

962

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI

T. 3710. Roma, 23 ottobre 1915, ore 23,30.

Telegramma di V. E. 1470 (2).

Avendomi R. ambasciatore in Washington comunicato in data 20 corrente avvenuto riconoscimento di Carranza da parte Stati Uniti ho giudicato opportuno telegrafargli quanto segue (3):

• Poichè interessi nostri negli Stati Uniti sono di ben maggiore importanza che quelli nel Messico, sarei d'avviso di profittare della circostanza che Governo nord-americano ha assunto iniziativa riconoscimento Carranza per armonizzare azione nostra nel Messico con quella verso Stati Uniti e trarne il maggiore vantaggio.

Giudicherei quindi opportuno che V. E. facesse discretamente conoscere a codesto Governo che se esso otterrà da Carranza di poter sollecitare nostro riconoscimento nei limiti stessi di quello americano e ci darà esso comunicazione assicurazioni ricevute da Carranza (telegramma di V. E. n. 385) (2) noi lo daremo restando ben inteso che tutte le assicurazioni in parola saranno estese ai propri connazionali al Messico e che qualsiasi altra concessione o vantaggio che ora od in avvenire fosse dal Messico assicurato a cittadini esteri sarà senza limitazione alcuna e ipso facto esteso anche agli italiani.

Page mi ha fatto comunicazione avvenuto riconoscimento da parte Stati Uniti del Governo di fatto presieduto da Carranza •. Dal canto suo R. ambasciatore Parigi mi telegrafa in data 23 corrente (4):

• Sulla questione messicana ha avuto luogo recentemente uno scambio di vedute fra i Governi francese ed inglese.

Di fronte all'avvenuto riconoscimento di Carranza da parte del Governo degli Stati Uniti Grey ritiene che Governo inglese non può assumere atteggiamento diverso, e d'altra parte non crede possibile ottenere dal Governo messicano garanzie migliori di quelle date agli Stati Uniti.

Grey telegrafò già all'ambasciatore d'Inghilterra a Washington incaricandolo di partecipare riconoscimento e chiedere, in pari tempo, che Stati Uniti restino garanti delle buone disposizioni di Carranza verso i sudditi ed interessi

esteri nel Messico. Sir Spring Rice rispose però che non conveniva troppo affrettarsi.

Dato atteggiamento inglese nella questione, Governo francese inclina anch'esso, ora, per il riconoscimento. Margerie accennandomi alla opportunità di un'azione solidale delle potenze della Quadruplice anche in questioni non attinenti alla guerra, mi ha espresso il desiderio che Francia, Italia, Inghilterra e Belgio si intendano per un passo comune o per lo meno simultaneo a Washington e Messico e tale da riuscire come manifestazione della identità di vedute degli alleati. In questo senso furono date istruzioni a quel rappresentante di Francia ed a Cambon a Londra •.

Ho risposto al R. ambasciatore in Parigi che circa proposta Margerie di un passo simultaneo (non comune) a Washington delle quattro potenze alleate pur non riconoscendosene necessità vi aderirei se accolta dagli altri. Comunque nostri interessi agli Stati Uniti consigliano sollecito riconoscimento Carranza quale atto amichevole verso Governo nord-americano.

(l) -Il testo del brano fra asterischi è identico a quello dell'annotazione sul colloquio con Barrère del 23 ottobre, in SoNNINO, Diario, vol. II, cit., pp. 258-259. (2) -Non pubblicato. (3) -Con t. gab. 3704 del 22 ottobre, ore 23. (4) -Cfr. n. 960.
963

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2166/512. Londra, 23 ottobre 1915, ore 21 (per. ore 1,55 del 24).

Telegramma di V. E. 1280 (1).

Qui non è finora giunta alcuna informazione che lasci intravedere la possibilità di una pace separata serbo-austriaca. Nicolson mi ha detto sembrargli al pari di Squitti difficile siffatta eventualità finchè Pachitch rimarrà al potere.

964

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2167/514. Londra, 23 ottobre 1915, ore 22 (per. ore 1,55 del 24).

Nicolson mi ha detto oggi non essere ancora giunta notizia delle trattative di cui telegramma di V. E. 1279 (2). A me sembra che se promesse tedesche alla Grecia ·comprendono .pure il Vilayet di Monastir mi parrebbe poco verosimile l'acquiescenza della Bulgaria che al possesso di quel Vilayet annette notoriamente importanza primaria. Inoltre la Grecia non può spingere la sua germanofilia al punto da dimenticare che essa è la sola nazione bal~ canica che non può permettersi il lusso di entrare in guerra contro gli alleati padroni del mare e che potrebbe forse pagare molto caro un simile errore. Nicolson ha replicato tali mie impressioni gli sembravano fondate.

(l) -Ritrasmissione del n. 939. (2) -Ritrasmissione del n. 951.
965

L'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

T. GAB. 2169/515. Londra, 23 ottobre 1915, ore 21 (per. ore 3 del 25).

Mio telegramma 511 (1).

Nicolson mi ha detto che Benckendorff non ha più insistito sulla nota proposta di Sazonoff la quale sembra quindi da considerarsi come già tramontata. A titolo di opinione strettamente personale ed in via confidenziale, Nicolson ha aggiunto voleva sperare che per qualche tempo almeno si serbi tanto verso la Grecia quanto verso la Romania assoluto silenzio. Di parole, osservava, se ne sono dette già molte, ora occorrono i fatti.

ADDENDA

Si pubblicano qui di seguito alcuni documenti conservati presso l'Ufficio Storico deUo Stato Maggiore dell'Esercito, rinvenuti quando il volume era già impaginato. I documenti fanno parte del « Carteggio Cado1·na-Sonnino circa le spedizioni in Albania e nei Balcani (settembre-novembre 1915) » e si trovano nei fascicoli 1, 1 bis e 7-9.

966

IL MINISTRO DELLA GUERRA, ZUPELLI, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA

L. P. 202. Roma, 25 settembre 1915.

S. E. Sonnino mi ha fatto oggi cenno di una richiesta fatta dal Presidente del Consiglio di Grecia di un aiuto militare alla Serbia di 150.000 uomini nelle attuali difficilissime contingenze in cui la Serbia si trova in questo momento.

L'On. Venizelos ritiene che con tale aiuto militare si renderebbe possibile non solo l'intervento armato della Grecia a favore della Quadruplice, ma si verrebbe altresì ad indurre all'azione la Rumania e, con ogni probabilità al mantenimento della neutralità anche la Bulgaria.

Negando, per contro, questo aiuto, la Grecia stessa dovrebbe pensare seriamente ad entrare in azione, la Rumenia non si moverebbe e la Serbia presa fra due fuochi rimarrebbe schiacdata e gli austro-tedeschi avrebbero, colla connivenza bulgara, aperta la via su Costantinopoli.

S. E. Sonnino mi dichiarò che finora egli eccitò Inghilterra e Francia ad aderire alla richiesta, ma fece ogni riserva circa alla nostra partecipazione. Egli oggi mi disse che avrebbe desiderato conoscere il parere di V. E. e mio nella questione sotto l'aspetto militare.

Io ho accennato alle gravissime difficoltà che incontriamo già oggi a mantenere nella voluta efficienza l'esercito mobilitato nella misura occorrente

nell'attuale situazione militare ed alle maggiori difficoltà che ancora incontreremo per assicurarci quell'aumento di efficienza ·che V. E. ritiene necessaria per affrontare più gravi eventualità che gli attuali rivolgimenti balcanici, nonchè allontanare rendono più probabili.

Egli mi accennò ad un contingente relativamente limitato da fornirsi dall'Italia (da 20 a 25.000 uomini) e, forse, più che da fornirsi subito, da promettere fino da ora: accennò ancora alla possibilità di sguernire parte della frontiera fra un mese o poco più ed aver mezzo così di inviare detto contingente in aiuto alla Serbia nel momento culminante della crisi militare balcanica, salvo a far rientrare tutto per primavera.

Osservai che, presi una volta nell'ingranaggio di una guerra balcanica vi saremmo, per forza di cose, trascinati senza limiti di tempo nè di misura: i 20 a 25.000 potranno divenire 100 e 150.000 per forza di cose e qualunque possano essere i limiti pur convenuti inizialmente -anche l'onore stesso delle nostre armi e del nostro Paese può costringerci a continuare a mandare forze ed a non desistere dall'azione nei Balcani una volta intrapresa.

Vediamo in ciò il luminoso esempio dell'azione nei Dardanelli dove Francia ed Inghilterra oggi sono impegnate fors'anche con grave danno dell'azione di guerra nel loro teatro di guerra principale.

Ho poi accennato agli enormi mezzi di cui bisogna dotare anche un piccolissimo corpo di spedizione, della necessità di dargli numerose e potenti artiglierie e larghissimi munizionamenti anche in relazione alle gravissime difficoltà e pericoli che presenterebbero i rifornimenti periodici.

Ho pure accennato alle gravissime difficoltà che già incontriamo a fornire quanto occorre all'esercito operante nostro in Italia, per poter sperare di giungere, colla nostra industria, a far fronte alle necessità di un corpo di spedizione.

Ritengo che S. E. Sonnino si sia persuaso di queste difficoltà gravissime di ordine tecnico, ma certo dovrà considerarle anche in rapporto alle conseguenze che potrà portare la mancanza dell'aiuto alla Serbia od anche solo la nostra astensione anche in relazione agli aiuti, sopratutto finanziari, che noi chiediamo alla Francia ed all'Inghilterra.

Come V. E. vede la questione è di una gravità estrema ed è perciò che

S. E. Sonnino desidera avere il Suo altissimo e competente parere al riguardo prima di prendere qualsiasi risoluzione che pure dovrà essere presa d'urgenza.

Voglia V. E. gradire i migliori auguri che fatti a V. E. sono fatti all'Esercito ed alla gloria della Patria ...

(l) T. gab. 2149/511 del 22 ottobre, non pubblicato.

967

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AL MINISTRO DELLA GUERRA, ZUPELLI

N. 697. 26 settembre 1915.

Convengo pienamente •COn S. E. il Ministro degli Esteri nell'opportunità, data la situazione politica e militare che va delineandosi per effetto della entrata in guerra degli Stati balcanici, di ·concorrere con le nostre armi ad ap

poggiare direttamente la Serbia nell'imminente conflitto, tanto più che questo nostro aiuto potrà essere validamente sfruttato sia dal punto di vista politico e sia da quello finanziario, essendo ovvio -in relazione a quest'ultimo punto -che si possa richiedere all'Inghilterra ed alla Francia il ricambio di un aiuto finanziario, ben altrimenti efficace di quello fin qui prestatoci.

Naturalmente il nostro contributo militare dovrà essere proporzionato a quello che -in misura più elevata -dovranno prestare la Francia e l'Inghilterra.

Ciò premesso, nella considerazione che alla prossima nostra ripresa offensiva, succederà una fase di relativa sosta nelle operazioni, che tra non molto la stagione invernale consentirà, nella parte più impervia della nostra fronte una riduzione abbastanza notevole delle forze di prima linea, e che, infine, nella veniente primavera avremo, in piena efficienza, le unità di nuova costituzione, per tutto ciò io stimo che, senza danno sensibile per l'andamento delle operazioni sulle nostre frontiere, l'Italia potrà concorrere ad aiutare la Serbia ,con una grossa divisione, composta di tre brigate di fanteria, di un paio di battaglioni bersaglieri, di una adeguata dotazione di artiglieria e servizi vari, in guisa da raggiungere, in ,complesso, l'effettivo di trenta mila uomini circa.

Delle tre brigate di fanteria sopra accennate, una dovrà essere tolta comunque dalla Libia, nè la richiesta può sembrare eccessiva, quando si pensi che il Governatore della Tripolitania dispone di 38 battaglioni e che i limiti nei quali è stata ristretta l'occupazione di quel territorio, consentono indubbiamente di provvedervi con 6 battaglioni di meno. Di fronte ad esigenze di ordine superiore è d'altra parte ovvio che i minori interessi debbano piegare e trovare ripieghi di adattamento.

Naturalmente dovrà, come conseguenza di questa eventuale spedizione, esser reso più alacre e produttivo il servizio di rifornimento delle armi, munizioni e dei vari servizi di equipaggiamento da parte di codesto Ministero.

Resto in attesa di ,conoscere, appena possibile, le decisioni del Governo e di avere qualche indicazione relativa alla zona di probabile impiego delle nostre forze, per poter determinare, adattandola alle circostanze, la composizione del corpo di spedizione e la specie dei vari servizi.

Non mi sembra fuor di luogo di chiudere questa mia richiamando le precedenti mie reiterate insistenze circa l'opportunità di una organizzazione del nostro esercito sufficientemente ampia, quale è stata quella da me rkhiesta, tale da prestarsi, con la elasticità della sua costituzione, a fronteggiare le eventualità di nuovi bisogni, che in un così vasto conflitio, sono molteplici e possono manifestarsi improvvisamente. Il non avere una riserva di mezzi per adeguatamente affrontarli, può significare la dolorosa rinunzia a cogliere i vantaggi di ,situazioni decisive per la vita dei popoli e che, una volta passate, possono non ripresentarsi mai più (1).

(l) La risposta alla lettera del generale Zupelli, n. 202, del 25 settembre 1917 fu preannunciata con telegramma del generale Cadorna n. 4216/44 del 28 settembre e inviata a mezzo corriere, con arrivo previsto per le ore 9,30 del 28 settembre. Nello stesso giorno, 28 settembre, le due lettere furono comunicate al Re.

968

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, SALANDRA

T. P. 769. 9 ottobre 1915.

Per opportuna norma V. E. informola che oggi fu da me il capo della missione militare francese colonnello De Gondrecourt per rivolge=i domanda circa misura nostro intervento nella penisola balcanica. Risposi che questione è di interesse e spettanza del governo e che quindi nulla potevo dire circa misura stessa. Soggiungo però che dal canto mio ritengo nostro intervento risponda ad una vera necessità politica e militare. Pregherei darmi ogni modo istruzioni in vista del prevedibile ripeter,si di analoga domanda.

969

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, SALANDRA, AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, CADORNA

T. S. N. Roma, 10 ottobre 1915, ore 12,20 (per. ore 13,20).

Ringrazio V. E. della corretta risposta data al capo della Missione Militare Francese. La questione da lui proposta implica gravissimi impegni e responsabilità d'indole politico finanziaria militare. Non si può risolverla senza averne prima ponderati i complessi elementi e valutati i mezzi di ogni genere che occorrono e quelli di cui noi possiamo disporre. Sarò costì domani per conferire con S. M. il Re e poi con V. E.

<
APPENDICI

APPENDICE I

AMBASCIATE E LEGAZIONI DEL REGNO D'ITALIA ALL'ESTERO

(Situazione aLL'agosto 1915)

ALBANIA

Durazzo -ALIOTTI (dei baroni) Carlo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

ARGENTINA

Buenos Aires -CoBIANCHI Vittore, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; CATALANI Giuseppe, consigliere.

BELGIO

CARIGNANI (dei duchi di Novoli) Francesco, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (residente temporaneamente a Le Havre); DE RisEIS (dei baroni di Crecchio) Mario, segretario (residente temporaneamente a Le Havre); BucALO Giuseppe, colonnello dei bersaglieri, addetto militare (residente a Berna).

BOLIVIA

AGNOLI Ruffillo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (residente a Lima).

BRASILE

Rio de Janeiro -MERCATELLI Luigi, inviato straordinario e ministro plenipotenziaro.

BULGARIA

Sofia -CucCHI BoAsso Fausto, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; FoRLANI Baldo, segretario; BALSAMO Giovanni, segretario.

CILE

SantJiago -DI MoNTAGLIARI marchese Paolo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

44 - Documenti diplomatici-Serie V-Vol. IV

CINA

Pechino -SFORZA (dei conti) Carlo, inviato straol.'dinario e ministro plen1potenziario; VARÈ Daniele, segretario; BENSA Maurizio, interprete; ALLIEVI Cesare, colonnello di stato maggiore, addetto mìlitare (residente a Tokio).

COLOMBIA

Bogotà -N. N., inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

COSTARICA

NoTARI Giosuè, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (residente a Guatemala).

CUBA

Avana -CARRARA Stefano, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

DANIMARCA

Copenaghen -SACERDOTI DI CARROBIO conte Vittorio, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

EQUATORE

AGNOLI Ruffillo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (residente a Lima).

ETIOPIA

Addis Abeba -CoLLI DI FELIZZANO conte Giuseppe, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; CoRA Giuliano, segretario.

FRANCIA

Pa,rigi -TITTONI Tommaso, ambasciatore; RuSPOLI Mario, principe di Poggio Suasa, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; RoGADEO Giovanni, segretario; GuARIGLIA Raffaele, segretario; DE STEFANI Pietro, segretario; VINCI conte Luigi Orazio, addetto; BREGANZE Giovanni, colonnello di stato maggiore, addetto militare; LEONE Vincenzo, ,capitano di corvetta, addetto navale; SABINI conte Candido, delegato commerciale.

GIAPPONE

Tokio -GuiCCIOLI marchese Alessandro, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; MARCHETTI FERRANTE Giulio, segretario; GAsco Alfonso, interprete; DE PRoSPERO Alfredo, interprete.

GRAN BRETAGNA

Londra -IMPERIALI (dei principi di Francavilla) marchese Guglielmo, ambasciatore; BORGHESE (dei principi) Livio, primo segretario; GuARNERI Andrea, segretario; DE PARENTE Paolo Girolamo, segretario; ARONE (dei baroni di Valentino) Pietro, segretario; ToRTORA BRAYDA Camillo, conte di Policastro, segretario; BERTELÈ Tommaso, addetto; Dr GIURA Giovanni, addetto; REY DI VILLAREY Carlo, capitano di fregata, addetto navale; GREPPI (dei conti di Bussero e Corneliano) Edoardo, maggiore, addetto militare.

GRECIA

Atene -DE BoSDARI ,conte Alessandro, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; MINISCALCHI ERrzzo conte Francesco, segretario; DIANA Pasquale, addetto; ARLOTTA Mario, tenente di vascello, addetto navale.

GUATEMALA

Guatemala -NoTARI Giosuè, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

HAITI

CARRARA Stefano, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (residente ad Avana).

HONDURAS

NoTARI Giosuè, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (residente a Guatemala).

LUSSEMBURGO

DELLA ToRRE DI LAVAGNA conte Giulio, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (residente temporaneamente a Rorschach).

MAROCCO

Tangeri -LAGO Mario, reggente la legazione.

MESSICO

Mess:ico -CAMBIAGIO Silvio, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

MONACO (Principato)

Monaco -MAZZIN! Ferdinando, console.

MONTENEGRO

Cettigne -NEGROTTO CAMBIASO Lazzaro, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; PATERNÒ (dei marchesi di Manchi di Bilici) Gaetano, segretario.

NICARAGUA

NoTARI Giosuè, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (residente a Guatemala).

NORVEGIA

Cristiania -MoNTAGNA Giulio Cesare, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

PAESI BASSI

Aja -SALLIER DE LA TouR Giuseppe, duca di Calvello, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; BucALO Giuseppe, tenente colonnello, addetto militare (residente a Berna).

PANAMA

Panama -RAGUZZI Carlo, incaricato d'affari.

PARAGUAY

Assunzione -Rossi Adolfo, ministro residente.

PERSIA

Teheran -ARRIVABENE VALENTI GoNZAGA conte Carlo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

PERU'

Lima -AGNOLI Ruffillo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

PORTOGALLO

Lisbona -KocH Ernesto, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; GAZZERA Giuseppe, segretario; MARSENGO Maurizio, maggiore, addetto militare (residente a Madrid).

ROMANIA

Buca,rest -FAscroTTI barone Carlo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; AuRITI Giacinto, primo segretario; CAFIERO Ugo, segretario; FERIGO Luciano, maggiore, addetto militare.

RUSSIA

Pietrogrado -CARLOTTI Andrea, marchese di Riparbella, ambasciatore; ALLIATA DI MONTEREALE E DI VILLAFRANCA principe Giovanni, consigliere; PREZIOSI Gabriele, segretario; GuAzzoNE Pietro, addetto; TROMBETTI Achille, addetto; RoPoLo Edoardo, colonnello di stato maggiore, addetto militare.

SALVADOR

NoTARI Giosuè, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (residente a Guatemala).

S. DOMINGO

CARRARA Stefano, inviato straordinario e ministro plenipotenziario (residente all'Avana).

S. MARINO

S. Marino -GoRr Giuseppe, console.

SERBIA

Belgrado -SQUITTI Nicola, barone di Palermiti e Guarna, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; NANI MoCENIGO conte Ludovico, segretario; SERRA Michele (dei conti Serra), maggiore, addetto militare.

SIAM Bangkok -MANACORDA Aro1do, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

SPAGNA

Madrid -BoNrN LoNGARE conte Lelio, ambasciatore; DEPRETis Agostino, consigliere; MACARIO Nicola, segretario; MoNTAGNINI (dei ·conti) Carlo, segretario; MARSENGO Maurizio, maggiore, addetto militare (in missione in Russia); SANNAZZARO-NATTA Giuseppe, capitano, addetto militare.

STATI UNITI D'AMERICA

Washington -MACCHI (dei conti di Cellere) Vincenzo, ambasciatore; BRAMBILLA Giuseppe, consigliere; TACOLI marchese Arrigo, segretario.

SVEZIA

Stoccolma -ToMMASINI Francesco, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

SVIZZERA Berna -PAuLuccr DE' CALBOLI (dei marchesi) conte Raniero, inviato straordinario e ministro plenipotenziario; DURAZZO marchese Carlo, consigliere; CO;MPANS DI BRICHANTEAU marchese Alessandro, segretario; ROGERI DI VILLANOVA Delfino, segretario; BARONE Russo Giacomo, addetto; BucALO Giuseppe, colonnello, addetto militare.

URUGUAY

Montevideo -MAESTRI MoLINARI marchese Francesco, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

VENEZUELA

Caracas -N. N.

APPENDICE II

UFFICI DEL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI

(Situazione aLl'agosto 1915)

MINISTRO

SONNINO S. E. barone Sidney, deputato al parlamento.

SOTTOSEGRETARIO DI STATO

BoRSARELLI DI RIFREDDO S. E. marchese Luigi, deputato al parlamento.

GABINETTO DEL MINISTRO

Affar'i confidenziali -Corrispondenza riservata e particolare del Ministro -Ricerche e studi in relazione al lavoro del Ministro -Ra.pporti colla stampa e le agenzie telegrafiche -Relazioni del Ministro col Parlamento e col Corpo diplomatico -Udienze -Tribuna diplomatka.

CAPO DI GABINETTO

ALDROVANDI MARESCOTTI Luigi, conte di Viano, consigliere di legazione di 2" dasse.

Segretari: BIANCHERI CHIAPPORI Augusto, segretario di legazione di 2• classe; BARBARO conte Francesco, segretario di legazione di 2• classe; DE LIETO Casimiro, segretario di legazione di 3" classe.

GABINETTO DEL SOTTOSEGRETARIO Dii STATO

Affari confidenziali -Corrispondenza riservata e particolare del Sottosegretario di Stato -Ricerche e studi in rapporto al lavoro del Sotltosegretario di Stato -Relazioni del Sottosegretario di Stato col Parlamento e col Corpo diplomatico -Udienze.

Capo gabinetto: N. N. Segretari: ToRNIELLI DI CRESTVOLANT, dei conti, Carlo Cesare, vice console di 2• classe; RocHIRA Ubaldo, vice console di 2" .classe.

SEGRETARIO GENERALE

DE MARTINO Giacomo, inviato straordinario e ministro rplenipotenziario di 2" dasse.

UFFICI ALLE DIRETTE DIPENDENZE DEL SEGRETARIO GENERALE

DIVISIONE I RAGIONERIA ED ECONOMATO

Capo di divisione: CALVARI Lodovico.

SEZIONE I

BiLanci e contabilità -Bilancio eLi previsione -Conto consuntivo -Revisione di contabiLità attiva dei regi agenti alL'estero -Liquidazione delle spese degli uffici all'estero -Competenze mensiLi dei funzionari e del personale di servizio.

Ispettore: BoNAMico Cesare.

Primi ragionieri: LIVINALI Alessandro; AGOSTEO Cesare.

Ragionieri: Bossi Mario; CERAccm Giuseppe; BoNTEMPS Aldo.

SEZIONE II

Scritture -Conto corrente col Tesoro dello Stato -Conti cor:renti coi regi agenti aLl'estero.

Capo sezione: D'AVANZO Carlo. Primi ragionieri: CASONI Enrico; DE SANTIS Paolo.

SEZIONE III

Tariffa consolare -Palazzi demaniali aLl'estero, arredamenti -Inventario dei mobili di proprietà dell'erario alL'estero -Proposte per t'acquisto di mobili ad uso d'm·chivio degli uffici all'estero -Sussidi.

Capo sezione: FANO Alberto.

Primo ragioniere: CASONI Giovanni. Ragionieri: UGOLINI Guido; NOBILI VITELLESCHI (dei marchesi) Pietro; BoLLATI Attilio.

SEZIONE IV

ECONOMATO E CASSA

Inventario dei mobiLi del ministero -Contratti -Spese d'ufficio Manutenzione dei locaLi -Magazzino -Personale degli uscieri -Corredi dei regi uffici all'estero -Custodia delLe successioni.

Servizio di cass.a. Caposezione. Economo -Cassiere: VINARDI Giuseppe. Primo ragioniere: RINVERSI Romolo. Ragionieri: Bossi Carlo; ToRRES Oreste; NATALI Umberto.

CIFRA

Corrispondenza teLegrafica e ordinaria in cifra -Compilazione, custodia e distribuzione dei cifrari.

Capo ufficio: LEBRECHT Vittorio, console generale di l" classe. Segretari: SANDICCHI Pasquale, ·console di l a classe; MAJONI Giovanni Cesare, console di l a classe.

STAMPA E TRADUZIONI

Spoglio e riassunto quotidiano dei giornali e periodici esteri e nazionali -Traduzioni. Capo ufficio: CAETANI (dei duchi di Sermoneta) Livio, inviato straordinario e ministro plenipotenziario di 2" classe. Segretario: MARTIN -FRANKLIN Alberto, segretario di legazione di l" classe.

APERTURA, DISTRIBUZIONE E REGISTRAZIONE DELLA CORRISPONDENZA E SPEDIZIONE

Registrazione e sunto deUa corrispondenza in arrivo e in partenza Rubriche per ragioni di luogo, di materia, di persone -Schedari -Spedizione deUa corrispondenza -Corrieri di gabinetto.

Capo ufficio: N. N. Segretario: GARROU Mario, console generale di 3" classe.

DIREZIONE GENERALE DEGLI AFFARI GENERALI

Direttore generale: CoNTARINI Salvatore, inviato straordinario e ministro plenipotenziario di 2" classe.

DIVISIONE II

PERSONALE E CERIMONIALE Capo divisione: LANDI VITTORJ Vittorio, console generale di l • classe.

SEZIONE I

Pe,rsonaLe d'ogni categoria dipendente dal ministero degli affari esteri (eccetto il personale delle scuole all'estero e quello .di servizio) Uffici dipLomatici e consoLari aLL'estero, loro istituzione e soppressione -Servizio d'ispezione degli stessi uffici -Personale e uffici dipLomatici e consoLari esteri in ItaLia -Consiglio del Ministem -Concorsi -Ammissioni -Annuario del ministero -Elenchi del personale del ministero -Atti pubblici -LibretU e richieste ferroviarie per il personale.

Capo sezione: N. N. Segretari: AXERIO Emilio, console di 3" classe; CICCONARDI Vincenzo, vice console di 2" classe.

SEZIONE II

RegoLe deL cerimoniale -Lettere reali -CredenziaLi -Lettere dri richiamo -Pieni poteri -Privilegi ed immunità degLi agent,i dipLomatici e consoLari -Franchigie in materia doganaLe ai regi agent,i alL'estero e agLi agenti stranieri in ItaLia -Massimario -Visite e passaggi di sovrani e principi -Decorazioni nazionaLi ed estere.

Capo sezione: VALENTINI Claudio, console generale di 2• classe, reggente. Addetto all'ufficio: GIACCHI Giuseppe, .console generale di 2• classe. Segretario: VIGANOTTI GIUSTI Gianfranco, primo segretario di legazione.

ARCHIVIO STORICO

Conservazione ed incremento delle collezioni manoscritte del ministerro e dei regi uffici all'estero -Conservazione degLi originaLi degli atti i.nternazionali conclusi daL regno d'Italia e dagli Stati soppressi -Conservazione deLLe carte deL ministero riversate dagLi archivi deLLe divisioni -Ricerrche e studi preparatori pel ministero e per gli uffici deL dicastero -Memorie su materie sto1·iche e question.i internazionali Protocollo, inventari e schedari.

Direttore: MELI LuPI DI SoRAGNA (dei principi) marchese Guido, console generale di 3" classe.

BIBLIOTECA

Proposte per acquisto di Libri e associazioni a giornali e riviste -Conservazione e incremento delLe pubblicazioni -Scambio di pubblicrazioni con altri ministeri od istituti del regno o di Stati Esteri -ColLezione e custodia di carte geografiche per uso del ministeror -Cataloghi., schedari -Raccolta sistematica di pubblicazioni del ministero -RaccoLta sistematica deLla Legislazione straniera, per ciò che può riguardare Le reLazioni internazionali e L'amministrazione degLi affari esteri -Forniture di pubblicazioni a corredo di regi uffici diplomatici e consolari.

Bibliotecario: PASQUALUCCI Loreto.

TIPOGRAFIA

Direttore: ALFERAZZI Giacomo Antonio.

DIREZIONE GENERALE DEGLI AFFARI POLITICI

Direttore generale: MANZONI (dei conti) Gaetano, inviato straordinario e ministro plenipotenziario di 2• classe.

DIVISIONE III

Capo divisione: 0RSINI BARONI Luca, inviato straordinario e ministro plenipotenziario di 2" classe.

SEZIONE I

Carteggio in materia politioa per affari concernenti l'Europa -Sunto quotidiano del carteggio -Stipulazione e interpretazione di trattati politici relativi alla stessa circosC?-izione -Rettifiche e a.ccertamenti di frontiera -Sconfinamenti miLitari -Spoglio di giornaìi esteri per la stessa circoscrizione.

Capo sezione: CENTARO Roberto, primo segretario di legazione.

Segretari: CoLONNA (dei principi) Ascanio, segretario di legazione di 2• classe; BoSCARELLI Raffaele, segretario di legazione di a· classe.

SEZIONE II

Carteggio in materia politica per gli affari concernenti il Levante e l'Africa -Sunto quotidiano del carteggio -Stipulazione e interpretazione di trattati politici reLativi alla stessa circoscrizione -Capitolazioni -Riforme giudiziarie in Egitto -Spoglio dei giornali esteri per la stessa circoscrizione.

Capo sezione: CHIARAMONTE BoRDONARO Antonio, consigliere di legazione di 2• classe.

Segretari: STRANIERI Augusto, console di l" classe; SALERNO MELE Giovanni, console di 2• classe; GABBRIELLI Luigi, vice console di l • classe.

Addetto all'ufficio: GAUTERO Franco, giudice di tribunale.

SEZIONE III

Carteggio in materia politica per gli affari concernenti l'Estremo Oriente e l'America -Sunto quotidiano del carteggio -Stipulazione e interpretazione dei trattati politici relativi alla stessa circoscrizio1te -Spoglio dei giornali come sopra.

Capo sezione: BoRGHETTI Riccardo, consigliere di legazione di 2• classe.

Segretari: RonnoLo Marcello, vice console di l' classe; MAGNANI RICOTTI Sidney, addetto di legazione.

SEZIONE IV

PRATICHE RELATIVE ALLA POLITICA COLONIALE

Capo sezione: N. N.

Segretari: PIGNATTI MoRANO conte Bonifacio, primo segretario di legazione; DuRINI DI MoNZA conte Ercole, segretario di legazione di l a classe.

DIVISIONE IV

Capo divisione: RINELLA Sabino, consigliere di legazione di 2" classe.

SEZIONE I

RecLami di sudditi italiani verso governi esteri e di sudditi esteri verso il Governo italiano.

Capo sezione: GIANNUZZI SAVELLI (dei principi di Cerenzia) Fabrizio, primo segretario di legazione.

Segretario: N. N.

SEZIONE II PoLizia internazionale -Istituti ecclesiastici esteri nel regno -Ammis siome di ufficiali ed aLLievi stranieri nei regi istituti militari e marit

timi -Pubblicazioni diplomatiche e libri verdi. Capo sezione: N. N. Segretario : N. N.

DIREZIONE GENERALE DEGLI AFFARI COMMERCIALI Direttore generale: LEVI Primo, console generale di l" classe.

DIVISIONE V Capo divisione: PELUCCHI Carlo, console generale di l" classe.

SEZIONE I

Carteggio relativo alla stipuLazione e aLLa interpretazione dei trattati e degLi atti commerciati internazionali -Stud:i e indagini di politica commerciale -Pubblicazioni d'indole economica -Bollettino del ministero.

Capo sezione: NASELLI conte Gerolamo, console generale di 3• classe. Segretario: CIANCARELLI Bonifacio Francesco, console di 2• classe.

SEZIONE II

Reclami doganaLi -Sconfinamenti doganaLi -Congressi e conferenze commerciaLi.

Capo sezione (f. f.): BIANCHI Vittorio, console di 3• classe. Segretario: BERNABEI Vincenzo, interprete di 2" classe.

DIVISIONE VI

Capo divisione: DE VELUTIIS Francesco, console generale di 2" classe

SEZIONE I

Esposizioni -Congressi internazionali di natura non politica nè commerciale.

Capo sezione (f. f.): LABIA Natale, console di 3• classe. Segretario: N. N.

SEZIONE II

Servizi postali e marittimi -Ferrovie di inte1·esse internazionale Sanità pubbLica.

Capo sezione: BERNARDI Temistocle Filippo, console di 2" classe. Segretario: ALBERTAZZI Enrico, ·console giudice.

DIREZIONE GENERALE DEGLI AFFARI PRIVATI Direttore generale: VACCAJ Giulio, console generale di l a ·classe.

DIVISIONE VII Capo divisione: SERRA (dei conti) Carlo, console generale di l a classe.

SEZIONE I

Questioni giuridiche di nazionalità, di estradizione, di protezione consolare, di stato civile e di ogni altro ordine non politico nè commerciale.

Capo sezione: DELLA CRocE DI DoJoLA conte Galeazzo, ·console dì 2a classe. Segretario: CANCELLARlO D'ALENA Francesco, vi-ce console di 2a classe.

SEZIONE II

Stipulazione ed interpretazione di trattati relativi alle materie anzidette.

Capo sezione: SARTORI Francesco, console di l a classe. Segretario: ARDUINI Luigi, vice console di 2a classe.

DIVISIONE VIII

Capo divisione: NAGAR Carlo, console generale di l" classe.

SEZIONE I

Rog.atorie -Pensionati all'.estero -Atti giudiziari -Atti di stato civile Ricerche all'estero neLL'interesse dei sudditi italiani. Capo sezione: DuRAND DE LA PENNE marchese Enrico, console generale di 3"

classe.

Segretario: BERTANZI Paolo, console di 3" classe.

SEZIONE II

Successione di sudditi italiani morti aLl'estero. Capo sezione: N. N. Segretari: PASCALE Giovanni, console di 3" dasse; KELLNER Gino Lodovico,

addetto di legazione; PASETTI Vittorio, addetto ·consolare.

UFFICIO DEL CONTENZIOSO E DELLA LEGISLAZIONE

Contenzioso· diplomatico -Segretariato del ConsigLio del contenzioso diplomatico -Convocazione, verbali delle adunanze -Nomina e con ferma dei membri del ConsigLio stesso -Archivio -Massimario del contenzioso. Studi preparatori delle conferenze di diritto internazionale privato e dei congressi internazionali di indole giuridico-amministrativa -Rac colta ufficiale dei trattati -Pubblicazione degli atti relativi.

Capo uffido: RicCI-BUSATTI Arturo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario di 2" ·classe.

Segretario: TosTI Gustavo, console di l • classe.

Addetto all'ufficio: CIAMARRA Guglielmo, sostituto procuratore del Re.

LEGALIZZAZIONI E PASSAPORTI Legalizzazione di atti -Corrispondenza. e contabilità relativa -Passaporti diplomatici -Passaporti dist~nti. Capo uffido: VALENTINI Claudio, console generale di 2" classe.

DIREZIONE GENERALE DELLE SCUOLE ITALIANE ALL'ESTERO Direttore generale: ScALABRINI Angelo.

DIVISIONE IX

Capo divisione: BoccoNI Luigi, 'Console generale di 2• classe.

SEZIONE I

Istituti scolastici governativi all'estero, loro ordinamento e direzione didattica e disciplinare -Istituzione e soppressione delle scuole -Locali scolastici -Materiale didattico e scientifico -Personale insegnante -Deputazioni scolastiche -Concorsi -Posti gratuiti e semi-gratuiti dall'estero per l'interno -Istituti sussidiati aLL'estero -Sussidi ordinari e straordinari a scuole coloniali, private e confessionaU -Tutela e sorveglianza delle medesime -Palestre ginnastiche -Educatori -Biblioteche -Ambulatori medico-chirurgici annessi alle scuole ed altri Istituti di assistenza scolastica -Segreteria del Consiglio centrale deUe scuole all'este1·o e rapporti col Consiglio stesso -Annuario delle scuole italiane all'estero -Statistiche -Relazioni al Ministro e al Parlamento Protocollo ed archivio della Direzione genera.le.

Capo sezione: N. N.

Segretario: GATTONI Giulio, segretario di legazione di l a classe.

SEZIONE II

Amministrazione, contabilità, bilanci delle scuole -Decreti e mandati

relativi -Inventari dei beni mobiLi ed immobili ad uso delle scuole.

Capo 'Sezione di ragioneria: FIORETTI Vittorio.

Primi ragionieri: SUGLIANI Augusto; FRANZETTI Attilio.

Ragionieri: LEONINI PIGNOTTI Augusto; BoTTO Nicola; MARTINOZZI Giulio.

UFFICIO DI ISPETTORATO

Ispezioni -Vigilanza didattica sulle scuole governative e sussidiate Affari relativi.

Ispettori centrali (comandati): STOPPOLONI Aurelio, regio provveditore agli studi di l a classe; NAMIAS Americo, ispettore di 2a classe nel minicstero dell'istruzione; MASCIA Luigi, direttore nelle regie scuole medie all'estero.

COMMISSARIATO DELL'EMIGRAZIONE

Commissario generale: GALLINA conte Giovanni, inviato stmordinario e ministro plenipotenziario di l a classe.

APPENDICE III

AMBASCIATE E LEGAZIONI ESTERE IN ITALIA (Situazione aLL'agosto 1915)

Argentina: PoRTELA Epifania, inviato straordinario e ministro plenipotenziario. Belgio: VAN DEN STEEN DE JEHAY W., inviato straordinario e ministro plenipotenziario. Bolivia: SALINAS VEGA L., inviato straordinario e ministro plenipotenziario (residente a Berlino). Brasile: ToLEDo PEDRO, de, inviato straordinario e ministro plenipotenziario. Bulgaria: Rrzov Dimitri, inviato straordinario e ministro plenipotenziario. Cile: ALDUNATE Santiago, inviato straordinario e ministro plenipotenziario. Cina: KAo Eurh-Kien, inviato straordinario e ministro plenipotenziario. Colombia: HuRTADo José Marcelino, inviato straordinario e mini:stro plenipotenziario. Cuba: MARTIN RIVERO Antonio, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

Danimarca: N. N., inviato straordinario e ministro plenipotenziario. F'l"ancia: BARRÈRE Camille, ambasciatore. Giappone: HAYASHI Gonsuké, ambasciatore. Messico: EsTEVA Gonzalo A., inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

Monaco: MALEVILLE Henri, conte de, inviato straordinario e ministro plenipotenziario. Norvegia: DITTEN Thor, inviato straordinario e ministro plenipotenziario.

p,aesi Bassi,: WELDEREN RANGERS Willem, barone de, inviato straordinario e ministro plenipotenziario. Persia: MoGHTADER-OL-MoLK Mirza Shaffi Khan, inviato straordinario e ministro plenipotenziario. PortogalLo: LEA.o Eusebio, inviato straordinario e ministro plenipotenziario. Romania: GHIKA Dimitri, principe, inviato straordinario e ministro plenipotenziario. Russia: GIERS Mikail, de, ambasciatore. Salvador: GuERRERo J. Gustavo, inviato straordinario e ministro plenipotenziario. San Domingo: N. N., inviato straordinario e ministro plenipotenziario. Serbia: RrsTré Mikail, inviato straordinario e ministro plenipotenziario. Siam: PHYA Bibadh Kosha, inviato straordinario e ministro plenipotenziario. Spagna: PINA Y MALLET Ramon, ambasciatore. Stat~ Uniti: PAGE Thomas Nelson, inviato straordinario e ministro plenipotenziario. Svezia: BILDT Karel Nils Daniel, de, inviato straordinario e ministro plenipotenziario. Svizze1·a: PLANTA Alfred, de, inviato straordinario e ministro plenipotenziario. Uruguay: DoMINGUEZ Rufino T., inviato straordinario e ministro plenipotenziario.